'W ANTO DI NAPOLI - Museo Cappella Sansevero. IN VIAGGIO 20160330_24… · che racchiude la Chiesa...

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•c-^L s fc^t'ÙÉifetìfe, •»l •>> r, ' 'W ANTO DI NAPOLI Dalla Galleria Umberto I al lungomare, da Spaccanapoli alla via dei presepi, una passeggiata per scoprire le piazze, i monumenti e i segreti di questa splendida città Nella foto. DI STEFANIA DIVERTITO OH il VOMIVÌO sullo sfondo. Si Mi ;< L'irido, dove fu fondato P La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 30/03/2016 Pag. 32 N.223 - aprile 2016 diffusione:15056 tiratura:37195

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ANTO DI NAPOLIDalla Galleria Umberto I al lungomare, da Spaccanapoli

alla via dei presepi, una passeggiata per scoprire le piazze,i monumenti e i segreti di questa splendida città

Nella foto.

DI STEFANIA DIVERTITO

OH il VOMIVÌO sullo sfondo. SiMi ;< L'irido, dove fu fondato P

La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

30/03/2016Pag. 32 N.223 - aprile 2016

diffusione:15056tiratura:37195

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Sono mille i volti di Napoli es'incrociano tutti in un fazzoletto distrade e vicoli da percorrere a piedi.

Senza farsi confondere dalla frenesia dellacittà. Il tempo della scoperta deve esserelento, per poterne assaporare in pieno tuttele sfumature. La Napoli della cartolina,quella rinascimentale, barocca, dellamovida, della sacralità e dell'esoterismo:in un'unica passeggiata, camminando perle strade senza un itinerario prestabilito, la"sirena Parthenope" svela tutte le sueanime. Il fulcro di ogni partenza è laGalleria Umberto I: la sua realizzazione- tra iM 887 e il 1890 - fu dovuta altentativo di bonificare un groviglio divicoli malfamati tra ViaToledo e il TeatroSan Carlo, all'ingresso principale dellaGalleria. Il sole filtra dal colonnato eillumina i marmi della pavimentazione.La Galleria è la porta di accesso su ViaToledo dove si trova il seicentesco PalazzoZevallos Stigliano, che ospita dipintinapoletani dal '600 ai primi del '900. Faparte delle Gallerie d'Italia di proprietàdella banca Intesa Sanpaoloe custodisce l'ultima opera di Caravaggio,il Martirio diSant'Orsola (1610).ViaToledo guarda i vicoli dei QuartieriSpagnoli: da alcuni anni pedonale,è la via dello shopping, ma anche quelpassaggio obbligato per affacciarsi su unadelle vedute più famose del mondo. Infattiè il miglior modo per sbucarein Piazza del Plebiscito e sentirsi spaesatied estraniati da quello spazio enorme(circa 25.000 metri quadrati), che conduce

10 sguardo verso il mare. È la piazzache racchiude la Chiesa di San Francescodi Paola e il Palazzo Reale. La chiesaè stata costruita da Ferdinando di Borbonea imitazione del Pàntheon di Roma,quale ex voto per aver riconquistato11 regno dai Francesi.Il lungomare non è lontano:all'estremità di questo si erge, con la suainconfondibile mole, Castel dell'Ovo.Il suo nome deriva forse da un'anticaleggenda, secondo la quale il poetaVirgilio nascose nelle segrete dell'edificioun uovo che tenesse in piedi la fortezza.La sua rottura ne avrebbe provocatonon solo il crollo, ma anche una seriedi catastrofi per la città.

Le strade più celebriNapoli è questa sua immagine piùfamosa, ma è anche il suo ventre piùnascosto. Un dualismo che la rendeunica. Basta passare attraverso una portae tutto muta: i colori diventando scuricome il porfido della pavimentazione.Arriva una musica diffusa, in ogni bottegadella Via San Sebastiano ci sono artigianie gente che suona. A due passi c'è PiazzaBellini, con scavi archeologici a vista euna rumorosa movida dal venerdì alladomenica sera. Seguiamola, Via SanSebastiano, e lasciamoci portare, indiscesa, al crocevia dove sacro e profanosi mescolano fino a confondersi. C'è laBasilica-Monastero di Santa Chiara, conquattro chiostri, di cui u n o - maiolicato- che racchiude un agrumeto dai profumiintensi. L'architettura del Trecento èun mero ricordo appena pochi metripiù in là, dove Piazza del Gesù Nuovoè sovrastata dall'omonima chiesa. Lafacciata scura è a bugnato (ricoperta dapiccole piramidi), ma su alcune dellebugne (solo quelle a diamante, un po'diverse) ci sono segni incisi nella parteinferiore. La leggenda vuole che ilcommittente del palazzo si fosse servitodi maestri pipernieri (scalpellini e scultoridel piperno, pietra dura di originevulcanica) a conoscenza di segretiesoterici capaci di caricare la pietradi energia positiva. I misteriosi graffiti,quindi, dovevano convogliare le forzepositive nel palazzo. Ma questepietre non furono piazzate correttamente,per cui l'effetto fu opposto: tuttoil magnetismo positivo veniva convogliatoverso l'esterno, attirando ogni generedi sciagure. Ma c'è una curiosità:nel 2010 lo storico dell'arte VincenzoDe Pasquale e due musicologi ungheresihanno identificato nei segni alcunenote di uno spartito. Si tratta di unconcerto per strumenti a plettro di quasitre quarti d'ora, ora chiamato Enigma.A due passi da Piazza San DomenicoMaggiore si trova uno dei gioielli piùnascosti e preziosi di Napoli: la CappellaSansevero. Tanto deve la città al principeRaimondo di Sangro, benefattore che hariunito artisti, scienziati, medici alla suacorte, incitandoli alla sperimentazione.

Al centro della cappella, sempre affollatadi turisti, riposa il Cristo velato, marmosettecentesco di Giuseppe Sanmartinoche rappresenta Gesù morto, coperto daun sudario trasparente. In quest'areasi dipanano le strade che hanno resofamosa la città in centinaia di film.Spaccanapoli (che coincide in buonaparte con il decumano inferioredi epoca romana), San Biagio dei Libraie Via dei Tribunali danno vita a unquartiere dove le strade sì incrocianoe si intersecano creando spazi che siaprono all'improvviso, come in PiazzaSan Gaetano, con chiese monumentali,0 si chiudono in vicoli dove soffermarsisul culto delle anime dei trapassati(Chiesa di Santa Maria del Purgatorioad Arco). In passato, più che oggi,1 napoletani avevano instauratoun incessante dialogo con i morti.Le preghiere erano un viatico per salvarele anime e ottenere qualche grazia,con un atteggiamento più pagano chereligioso. Tappa obbligata, infine, è ViaSan Gregorio Armeno, la celeberrimastrada dei presepi: quest'arte napoletanadivenne famosa nel '700, ma nacquedall'uso di offrire alla dea Cerere, che quiaveva un tempio (dove oggi c'èla Chiesa di San Gregorio Armeno),piccole statue di terracotta come ex voto.

La città nascostaDa Piazza San Gaetano si accedea un sottosuolo attraversato da unagrande rete di cunicoli e gallerie. Natiin seguito all'estrazione di tufo perla costruzione della città, alcuni diquesti passaggi sono stati poi adibiti adacquedotto. I primi manufatti trovati quirisalgono a circa 5.000 anni fa, ma losviluppo dell'area è avvenuto soprattuttoin epoca romana. Fu solo agli inizi delXX secolo che si smise di scavaree i sotterranei furono utilizzati comerifugi antiaerei. Sembra che i cunicolifossero utilizzati dalle nobildonneanche per ricevere i propri amanti.Questa è Napoli, una fantasia che simostra, sempre nuova, tra mille colorie volti da scoprire uno a uno.

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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato

30/03/2016Pag. 32 N.223 - aprile 2016

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