VISUALIZING VENICE new technologies for urban history

mostra promossa da Università Iuav di Venezia Unità di ricerca Iuav “Memoria e Rappresentazione” ideazione e cura di Alessandra Ferrighi responsabilità scientifica di Donatella Calabi e Andrea Giordano gruppo di ricerca Caterina Balletti, Francesca Castellani, Eleonora Charans, Isabella di Lenardo, Chiara Di Stefano, Isabella Friso, Ludovica Galeazzo, Mattia Grosso, Cristiano Guarneri, Gianmario Guidarelli, Marlene Klein, Alessio Miatto, Cosimo Monteleone, Marco Pedron, Mauro Perosin, Erica Sherman, Elena Svalduz, Ines Tolic con la partnership Duke University (Durham - NC, USA), Dipartimento di Ingegneria Civile, edile e Ambientale (ICEA) dell’Università degli Studi di Padova, Nesting scrl di Venezia. patrocinata da Provincia di Venezia main sponsor Provincia di Venezia, Assessorato alla Cultura, sport e tempo libero della Provincia di Venezia sponsor Università Iuav di Venezia, Unità di ricerca “Memoria e Rappresentazione” sponsor tecnici Bisol (Valdobbiadene, Treviso), Eliografia Quattroesse (Treviso) Communication project (logo) HDG Hangar Design Group (Mogliano Veneto, Treviso) si ringraziano per le riproduzioni archivistiche e la concessione gratuita all’uso delle immagini Archivio di Stato di Venezia, Archivio Enrico Cattaneo di Milano, Archivio progetti Iuav di Venezia, Archivio Storico del Comune di Venezia, Archivio storico, Archivio disegni, Archivio fotografico della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna, Biblioteca del Museo Correr di Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, CIRCE - Laboratorio di cartografia e GIS Iuav di Venezia, ICCD - Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Roma. un ringraziamento particolare a Alberto Bovo, Marina Cabianca, Giovanni Caniato, Claudio Carboni, Renata Codello, Pietro Coffaro, Francesco Contò, Ambra Dina, Ciro Iualiano, Sandro Manente, Massimo Mazzanti, Lino Melato, Micaela Portinari, Raffaele Santoro, Luca Slongo, Raffaele Speranzon, Gianni Toniolo, Alberto Torsello, Michele Zanella sito web http://visualizingvenice.org/

'Cantieri' in mostra

SS. GIOVANNI E PAOLO The insula of Zanipolo, the first case study

L’isola guarda a settentrione verso l’isola di San Michele (il cimitero di Venezia). È stata scelta come primo caso studio (nel luglio del 2010) per la sua complessità storica, per la presenza di diverse istituzioni e la varietà nella stratificazione degli usi a partire dal XII secolo. Ne fanno parte: il complesso dell’Ordine dei Domenicani e dei Mendicanti, la Scuola Grande di San Marco, la Chiesa di S. Maria dei Derelitti (dell’Ospedaletto), i palazzi Bizantini e Gotici che affacciano sul canale verso sud, le aree dei depositi di legname lungo Barbaria delle Tole. ‘Cantiere’ curato da Alessandra Ferrighi con Andrea Giordano (3D supervisor), Isabella Friso (3D, rendering), Cosimo Monteleone (3D, rendering, 3D prototyping), Marlene Klein (translation/editing).

SS. GIOVANNI E PAOLO The field of perspective, the campo in perspective

Campo SS. Giovanni e Paolo è delimitato dalla chiesa omonima, dalla Scuola Grande di S. Marco, dal rio dei Mendicanti e da una fila di edifici residenziali. Al suo centro, eretta su un piedestallo, si erge la statua equestre dedicata a Bartolomeo Colleoni. La Scuola di S. Marco presenta una facciata rinascimentale, il cui registro inferiore crea un effetto pittorico di profondità, attraverso l’uso di marmi policromi e false prospettive. Gli edifici monumentali del campo sono tra i più rappresentati della città di Venezia, secondi solo a piazza San Marco. Di particolare rilievo sono i molti dipinti e disegni di Canaletto (della seconda metà del XVIII secolo). ‘Cantiere’ curato da Isabella Friso, Andrea Giordano e Cosimo Monteleone con Marlene Klein (editing).

OSPEDALE The Civic Hospital in Venice, built and unbuilt in time

L’Ospedale civile si sviluppa lungo le Fondamente Nuove e occupa quasi i due terzi dell’insula di San Zanipolo. Come l’Arsenale è una tra le aree più vaste di Venezia a destinazione speciale e non mista. Data la specificità delle attività e la necessità di delimitare l’area stessa, il suo insediamento e gli ampliamenti successivi, comportano un impatto sulla fruibilità degli spazi pubblici percorribili all’interno dell’insula, tanto che il complesso può essere considerato una cittadella, o una città nella città. ‘Cantiere’ curato da Gianmario Guidarelli e Ines Tolic con Andrea Giordano (3D supervisor), Isabella Friso (3D, rendering, panel designer), Alessio Miatto (3D, rendering), Cosimo Monteleone (3D, rendering), Marlene Klein (editing).

ACCADEMIA S. Maria della Carità, S. Agnese, and the Gesuati, three insulæ make one

Localizzata ai piedi del ponte dell’Accademia e delimitata dal Canal Grande, il canale della Giudecca, i rii di S. Trovaso e S. Vio, l’insula dell’Accademia è nota per la presenza delle Gallerie dell’Accademia. La sua configurazione attuale nasce dopo l’aggregazione di tre piccole insulæ nel XIX secolo— S. Maria della Carità, S. Agnese e dei Gesuati—, le quali, a loro volta, prendono forma nel XVI secolo, momento storico da cui si comincia a studiare questo particolare ‘cantiere’. ‘Cantiere’ curato da Isabella di Lenardo e Ludovica Galeazzo con Elena Svalduz (team coordinator), Marco Pedron (3D, rendering, 3D prototyping), Marlene Klein (editing).

ACCADEMIA S. Maria della Carità, a museum's origin and transformation

Le Gallerie dell’Accademia oggi occupano il grande complesso nato dall’aggregazione di più edifici che, pur avendo in comune la denominazione di S. Maria della Carità, in origine ospitavano diverse istituzioni e destinazioni. Dopo la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone nel 1806, la chiesa e il convento dei canonici Lateranensi (votati alla regola di S. Agostino) e la Scuola adiacente (a vocazione laica), vennero riconvertite. Ricadendo tra gli interventi di chiara matrice ottocentesca che mirava a creare dei grandi poli con funzioni specifiche (l’ospedale e le carceri ad esempio), furono riutilizzati i grandi complessi conventuali sconsacrati. Da quel momento il complesso fu reinterpretato e riprogettato per ospitare l’Accademia di Belle Arti. ‘Cantiere’ curato da Isabella di Lenardo e Ludovica Galeazzo con Elena Svalduz (team coordinator), Marco Pedron (3D, rendering), Marlene Klein (editing).

BIENNALE From the insula of S. Giuseppe to the Giardini della Biennale

L'insula di San Giuseppe (oggi Giardini della Biennale) è situata al limite est della città. Conosciuta come la sede della Biennale di Venezia (per l'arte internazionale e le mostre di architettura), l’insula era in origine una zona paludosa e occupata da istituzioni religiose. La sua vocazione è radicalmente cambiata quando nel XIX secolo, secondo quanto stabilito da un Decreto napoleonico del 1807, è stata destinata a giardino pubblico. Il piano di riorganizzazione, progettato da Giannantonio Selva, è stato trasformato in un luogo per il tempo libero e, al tempo stesso, ha fornito una nuova immagine moderna di Venezia, una nuova porta dal mare. ‘Cantiere’ curato da Eleonora Charans, Chiara Di Stefano e Cristiano Guarneri con Francesca Castellani (team coordinator), Cosimo Monteleone (3D, rendering), Mauro Perosin (text), Marlene Klein (text revision/editing).

ARSENALE Another story, a new case study

Il più recente cantiere si riferisce non a un’isola in particolare, ma ad una vasta area, ai margini della città, conosciuta come Arsenale. Le vicende dell’Arsenale sono intimamente legate alla storia della Serenissima ed ha una superficie così estesa che, già alla fine del XVIII secolo, corrispondeva ad un decimo della città stessa. Era un luogo secreto fin dall’inizio (1104 ca.), protetto e racchiuso da alte mura merlate con un bacino acqueo su cui si affacciavano le tese. Questo schema sarà replicato in tutti gli ampliamenti con l’Arsenale novo, l’Arsenale novissimo e le Galeazze. ‘Cantiere’ curato da Caterina Balletti e Alessandra Ferrighi con Ennio Concina (research supervisor), Marlene Klein (translations).