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1 Volta la carta... Volta la carta... Volta la carta... Volta la carta... LA RIVISTA DEGLI STUDENTI MAZZIANI DI PADOVA Numero 2, gennaio 2011 http://studenti.collegiomazza.it/nadir Copia gratuita

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LA RIVISTA DEGLI STUDENTI MAZZIANI DI PADOVA

Numero 2, gennaio 2011 http://studenti.collegiomazza.it/nadir

Copia gratuita

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In questo numero 2 EDITORIALE 3 COLLEGIO Lavori all’edificio A, trasferimento al C in via Canal per tutte le triple 3 UNIVERSITÀ In vigore il DDL Gelmini, riforma dell’Università sulla carta

5 POLITICA Un 2011 politicamente incerto 6 CULTURA Un mondo sommerso: l’Egitto copto Breve nota sulle lingue del mondo 9 EVENTI Madrid– Agosto 2011

10 BIBLIOSOFIA 12 INTERVISTA ALL’ARTISTA 14 OROSCOPO 16 INTERVISTA DOPPIA Costanza Bullo e Michele Zilocchi

"I'm dreaming of a white Christmaaasss"….. Eh sì, ormai tutti ci rendiamo conto che le vacanze, in qualsiasi modo le abbiamo passate (chi sui libri, chi tra le braccia di Morfeo, chi con la bocca piena di panettone e lenticchie) sono finite, ed è tempo di marciare…Incontro ai ritmi patavini e alle incombenze accademiche… Ma insomma, il Nadir arriva con una nuova uscita per allietare gli animi e addolcire questo faticoso passaggio di soglia!! Cominciamo a parlare di cosa bolle in pentola: dal nostro redattore del maschile Alessandro Dal Maso arrivano alcuni articoli di scottante attual i tà, mazziana (trasferimento in via Canal e lavori all'edificio A), universitaria (DDL Gelmini sezione università), italiana (fiducia al governo); anche Jerry Gyamfi si

cimenta in un argomento coraggioso, discutendo delle messe omosessuali ( ebbene sì: pare che esistano anche quelle a questo mondo!), mentre Ezio Minnicelli ci de luc ida con no t i z ie interessanti e curiosità del mondo del linguaggio umano. Da Davide Rosi, infine, l'anticipazione di un grande evento: la Giornata Mondiale della Gioventù 2011, che si terrà a Madrid. Questo per quanto riguarda la r e d a z i o n e Tosi.

Dal femminile, Clara Andrich ci stupirà con un articolo un po' sperimentale su Giotto e la Cappella degli Scrovegni; Mirjam Vego, cui dobbiamo questo mese l'impaginazione, cura anche in questo numero la sezione dei giochi e l'intervista doppia; dalla sottoscritta arriva un articolo sui copti d'Egitto, infine avremo un bellissimo e r igorosamente verit iero oroscopo scritto da Sofia Silvestri e Silvia Emmanuele, corredato dai disegni di Giulia Garziera.

Avventuratevi tra le vostre pagine preferite, e buona lettura!!!

Editoriale Laura Asnicar

Post Pandorial Time

Nadir, Gen. 2011

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Collegio Alessandro Dal Maso

Il 17 dicembre 2010, il nostro rappresentante nel CDA Mattia Tosi porta risposta alle richieste esposte dall’Assemblea degli Studenti del 13 dicembre 2010 riguardo la nuova residenza di via Canal e l’apertura del nuovo cantiere in via dei Savonarola (edificio A), formalizzatesi nella lettera degli Studenti al Consiglio. La ristrutturazione totale delle camere dell’edificio A partirà indicativamente intorno al 5 marzo 2010 (dopo la prima sessione semestrale). Le “prove” di cantiere vengono svolte solo durante le vacanze natalizie per permettere la stesura di un preventivo. All’apertura del cantiere, gli abitanti dell’edificio A verranno tutti trasferiti in via Canal e all’edificio C. Per i collaboratori culturali verranno messi a disposizione degli appartamenti. Le uniche camere non coinvolte dal trasloco

saranno le doppie e le singole, ma saranno probabilmente interessate dal fastidio dei rumori dovuti ai lavori. L’edificio di via Canal sarà quindi agibile a tutti gli effetti entro la data dello spostamento degli studenti (di ciò si avrà conferma entro il 25 febbraio 2010). Mattia Tosi riferisce che il presidente Zoso si è mostrato disponibile, infatti ha consentito di rendere note tutte le informazioni che sarebbero state a l t r i m e n t i c o m u n i c a t e all'approvazione del verbale (cioè durante il prossimo CDA). La soddisfazione è soprattutto per il fatto che sono state riferite date e modalità con un certo anticipo e precisione. La speranza è che tali date vengano rispettate. La Direzione è sembrata più cauta e decisa ad evitare inconvenienti come quello di via

Canal. Si è finalmente aperto un dialogo, continua Tosi, che dobbiamo tutti cercare di mantenere. Rispondendo, infine, alle preoccupazioni degli studenti laureandi nei mesi dei lavori, la Direzione, si è resa disponibile a trovare (previa r ichiesta) s i s t e m a z i o n i d i v e r s e e provvisorie. Tosi sostiene, da ultimo, che sono necessari dei sacrifici per poter fruire di un servizio migliore. Considerando che i lavori andrebbero generalmente svolti nel periodo estivo, la valutazione sul mantenimento della qualità dei servizi non potrà che essere incentrata sulla prevenzione dei disagi dovuti al cantiere. Stiamo dunque a vedere, e aspettiamo con curiosità le nuove camere!

Lavori all’edificio A, trasferimento al C in via Canal per tutte le triple

Università Alessandro Dal Maso

In vigore il DDL Gelmini, riforma dell’Università sulla carta

INTRODUZIONE Il 23 dicembre 2010 il Senato, dopo la Camera, approva il DDL Gelmini (161 voti a favore, 98 contrari, 6 astenuti). I media si concentrano sulla solita “bagarre” delle aule parlamentari, sui retro-scena, e parzialmente sulla pro-testa degli studenti (che sfiora, pacificamente rispetto la settima-

na precedente, il centro della ca-pitale) senza mai entrare, tuttavi-a, nel merito delle nuove norme. Il Presidente della Repubblica Napolitano si dimostra figura di garanzia, accogliendo alcuni rap-presentanti degli studenti al Qui-rinale, ma non è la figura che serve interpellare per una media-zione sulla modifica delle norme.

Poiché siamo tutti toccati da vici-no dai provvedimenti, ho ritenuto opportuno esaminare direttamen-te il disegno di legge, e sintetiz-zare quali sono i punti cruciali. IL DISEGNO DI LEGGE (DDL 1905/2010) Il Ministro focalizza l’attenzione su due punti principali: l’aumento

Positivi i principi di maggiore produttività in ambito accademico e di valorizzazione delle eccellenze, ma inade-guate le modalità applicative degli stessi, come pure la dotazione finanziaria.

Nadir, Gen. 2011

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della produttività del sistema uni-versitario tramite l’assunzione di criteri e organizzazione aziendali, e il riconoscimento del merito (valido per studenti, docenti e atenei). Nuova organizzazione: aumen-to della produttività (Titolo I) Primo aspetto: per evitare gli sprechi (es. corsi con un solo studente, atenei con qualche de-cina di iscritti) l’Università deve assumere la struttura direttiva di un’azienda. Questo si concretiz-za nel concentrare (limitare) gli ambiti di intervento del Senato Accademico al settore scientifico-didattico; mentre più potere è conferito al CDA, al Direttore Ge-nerale ed al Rettore. Nel CDA potranno sedere membri esterni al sistema universitario (privati; tuttavia, non è specificato che qualifiche debbano possedere e che compiti abbiano, cioè sostan-zialmente chi siano), come pure ci potranno essere investimenti privati deducibili dal reddito impo-nibile ai fini IRPEF. La carica di Rettore dura 6 anni e non può essere rivestita dalla stessa per-sona per più mandati (Art. 2). Valorizzazione del merito (Titolo II; alcuni Articoli del Titolo III) Secondo aspetto, centrale a det-ta del Ministro: la meritocrazia. Meritocrazia per il finanziamento dell’ateneo Il fondo di finanziamento ordina-rio (FFO), istituito nel 1994, era distribuito in base alle dimensioni dell’ateneo. Dal 2008, 550 milioni (il 7% dell’FFO) sono attribuiti in base alle prestazioni ottenute dagli atenei in didattica e ricerca (tuttavia, i finanziamenti erogati fino a quest’anno si basano an-cora sui giudizi dati nel 2001, mentre la nuova misurazione dei criteri non è ancora chiara). La quota 2010 non è ancora stata assegnata. Secondo il DDL, la quota meritocratica deve cresce-re tra lo 0,5 e il 2% ogni anno. Gli obiettivi e i parametri per le per-

formance degli atenei nella ricer-ca e nella didattica saranno fissa-ti dal Ministero e verificati dall’ANVUR, un’apposita agenzia (Art. 1). Gli stessi criteri sono applicati agli atenei non statali. Non si può, dunque, parlare di privatiz-zazione degli atenei o di favoriti-smi alle università private, limita-tamente a questo DDL. Meritocrazia nel reclutamento dei Professori Ordinari (PO) e Asso-ciati (PA) Finora erano le singole Universi-tà a bandire i concorsi; il DDL prevede invece che PO e PA pri-ma di arrivare alla cattedra otten-gano l’abilitazione nazionale (Art. 8), bandita ogni anno e di durata quadriennale. La valutazione e la successiva progressione di car-riera (scatti triennali al posto dei precedenti biennali, Art. 9) avver-rà in base ai titoli e alle pubblica-zioni. Si pongono limiti all’assunzione di parenti o affini fino al quarto grado, ma si omette la limitazio-ne all’assunzione della moglie, che secondo la giurisprudenza (Art. 74 del Codice Civile) non è parente. Allo stesso tempo, però, non si regolamenta la formazione delle commissioni nazionali, dove si potrebbero verificare gli stessi fenomeni che si intendono com-battere. La figura del Ricercatore Viene abolito il ruolo di Ricerca-tore a tempo indeterminato. Il ricercatore è esclusivamente a tempo determinato (figura intro-dotta dalla Legge Moratti del 2005), avrà contratti triennali (al massimo due, di cui solo il primo rinnovabile per 2 anni), in cui so-no specificati anche gli obblighi per la didattica. Al termine del secondo contratto se valutati po-sitivamente dall’Università si vie-ne assunti come PA, altrimenti scatta il licenziamento. Studenti, Diritto allo Studio Il DDL mischia la valorizzazione del merito con il diritto allo studio.

Per valorizzare le eccellenze, viene istituito presso il MIUR un nuovo fondo per promuovere l’eccellenza (Art. 4): il fondo ero-ga premi di studio, buoni studio e garantisce finanziamenti, tutti cu-mulabili con le borse di studio previste dalla legge 390/91. Per quanto riguarda i buoni studio, una quota, in base al risultato, andrà restituita al termine degli studi (laureati in corso con il massimo dei voti esclusi). Gli stu-denti beneficiari sono individuati mediante prove nazionali stan-dard per gli iscritti al primo anno e mediante criteri nazionali stan-dard di valutazione per gli iscritti agli anni successivi al primo. L’ammissione su concorso pres-so i collegi legalmente ricono-sciuti costituisce titolo ai fini della graduatoria per la concessione dei contributi. Il coordinamento della somministrazione delle pro-ve è affidato alla Consap SPA, che gestisce un apposito fondo con il concorso del settore priva-to (Art. 4). Due osservazioni: nuove società, private, costitui-scono rischio di aumento per la spesa pubblica; risulta difficile per chi non ottiene lavoro restitui-re i buoni studio. Il Diritto allo Studio è un principio da garantire secondo l’Art. 1, ma non vi è menzione concreta di provvedi-menti da attuare, anzi, la riduzio-ne delle risorse (vedi Nadir, no-vembre 2010) sembra deporre per un accantonamento di questo obiettivo. Valutazione della didattica da parte degli studenti Il DDL sottolinea l’importanza del nucleo integrato di valutazione e quindi della valutazione degli stu-denti per quanto riguarda la qua-lità della didattica (Art. 2), ma non dà peso a questo strumento p e r q u a n t o r i g u a r d a l’avanzamento di carriera (scatti economici compresi) dei docenti. Riconoscimento crediti L’università non può riconoscere più di 12 crediti (finora erano 60) ai nuovi iscritti. Il sistema dei cre-

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I DECRETI ATTUATIVI Il Governo avrà un anno per attu-are la delega contenuta nell’Art. 5 che lo incarica di trovare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e gli interventi legati al Diritto allo Studio. Ci sono 47 provvedimenti attuati-vi da approvare, a cui vanno ag-giunte le riforme dello statuto che ogni ateneo dovrà approvare en-tro 6 mesi dall’entrata in vigore della riforma (giugno 2011). Le modalità di applicazione dei prin-cipi dettati dal DDL porteranno quasi necessariamente a diffe-renze tra gli atenei e non è esclu-so anche eventuali stravolgimenti dei principi stessi. Inoltre, il Ministro, anche dopo l’esplicito suggerimento del Pre-sidente della Repubblica in sede di promulgazione, ha mostrato delle aperture a possibili modifi-che sui prossimi decreti, concor-date con i rappresentanti degli studenti. CONCLUSIONI

A priori, i principi del DDL non sono sbagliati. Tuttavia, ci si de-ve scontrare con il fatto che il ca-lo delle risorse limita fortemente ogni sviluppo del sistema. Una vera riforma dovrebbe sancire quanto sia fondamentale l’istruzione universitaria nello svi-luppo economico di un Paese. Dovrebbe al tempo stesso garan-tire un’adeguata, e, soprattutto, crescente copertura finanziaria: grazie ai tagli del Ministro dell’Economia Tremonti, l’FFO tra 2009 e 2013 passerà da 7,4 a 6,1 mld di Euro/anno (-17%). I-noltre, si consideri il fatto che dal 2009 al 2012 per ogni tre profes-sori che avranno diritto alla pen-sione, verrà assunto come PA un solo giovane ricercatore; allo stesso modo, lo stipendio di un giovane ricercatore a tempo de-terminato appena assunto subirà un taglio del 23%, rispetto agli attuali 1200 euro mensili (contro i 1900 euro/mese della Francia e i 2400 della Germania). Portando l’esempio del bilancio

dell’Università di Padova, la cui spesa è di circa 200 milioni di euro/anno, 180 vengono dall’FFO, mentre 20 direttamente dalle tasse studentesche. Il 90% dei 200 milioni è destinato al pa-gamento degli stipendi; del rima-nente 10%, una grossa quota va al pagamento di affitti, alla manu-tenzione ordinaria, e solo un’ultima frazione finanzia la ri-cerca. Questi tagli garantiscono la tanto ricercata dal Ministro competitivi-tà sul piano internazionale? La Cina sta diventando il leader mondiale nella provenienza degli articoli scientifici in tutti i settori disciplinari, proprio perché inve-ste il 7% del proprio PIL esclusi-vamente nella ricerca. L’Italia in-vece continua a non considerare importante per il proprio futuro l’innovazione. Per ulteriori approfondimenti: I l t e s t o d e l D D L : http://www.senato.it/service/PDF/

Politica Alessandro Dal Maso

Un 2011 politicamente incerto La fiducia del 14 dicembre 2010 è una vittoria di Pirro per la maggioranza. Le opposizioni non presen-tano programmi su cui basare le alleanze

Martedì 14 dicembre 2010 è stata votata la mozio-ne di sfiducia al Governo Berlusconi. Alla Camera, dove si temeva che il Governo potesse cadere, i sì sono stati 311 mentre i no 314. Per tre voti, l’esecutivo può continuare la legislatura. Nei giorni precedenti alle votazioni si erano susse-guite le speculazioni sul risultato della mozione pro-posta da FLI; sommando i voti delle opposizioni cioè dell’intero parlamento meno PDL, Lega, Noi Sud, PRI-ADC non ci sarebbero stati sufficienti no, ma gli onorevoli Scilipoti (IDV), Grassano (LibDem), Razzi (IDV), Polidori (FLI), Calearo (API), Siliquini (FLI), Catone (FLI), Cesario (API) hanno votato a favore del governo. Si è parlato di “compravendita”, ovvero di lauta corruzione da par-te del premier ed altrettanta concussione da parte dei beneficiari; ma c’è assuefazione al malcostume e all’andamento della vita politica, non si è passati, infatti, dal rumor all’inchiesta.

Le manifestazioni che si stavano svolgendo nella capitale in contemporanea alle votazioni sono sfo-ciate in violenti scontri con le forze dell’ordine, in-cendi di mezzi blindati e cassonetti. Piazza del Po-polo avvolta da fiamme e fumo nero ha guadagna-to la copertina dei quotidiani internazionali. La vittoria di Berlusconi questa volta era inaspetta-ta, la sua abilità politica (o economica che sia) ha stupito non pochi commentatori, tuttavia il detto re-cita “il potere logora chi non ce l’ha”. Questa volta non è implicato il conflitto di interessi.Gianfranco Fini esce gravemente sconfitto dalla battaglia. Non è riuscito a compattare “falchi” e “colombe”, il suo movimento, ormai partito, di fronte alla prova dei fatti non è riuscito a dimostrare la forza che gli era stata attribuita. Alla trasmissione “In mezz’ora” di Lucia Annunziata, la terza carica dello Stato aveva promesso le dimissioni in caso di fiducia all’esecuti

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vo; la promessa non è stata coerentemente mante-nuta. In questi giorni prevale il silenzio sulla sua figura. FLI, UDC e API si coalizzano riproponendo il terzo polo, ma qualora si andasse al voto, probabilmente il loro guadagno di voti non sarebbe così grande. Il segretario del PD Bersani apre al terzo polo, pen-sa di abolire le primarie (al contrario di Vendola, che si sente in grado di vincerle e di interpretare la necessità di cambiamento), ignora le richieste di IDV, SEL e della sinistra extraparlamentare. In un crescendo di confusione e disorientamento non si trasmette sicurezza all’elettorato. Le dichiarazioni pubbliche hanno il minimo denominatore comune che è l’antiberlusconismo, la critica demolitiva. D’Alema sostiene che sono gli altri a dover sceglie-re se allearsi o meno al PD, ma, se il PD non pro-pone, tutto ciò è difficile. La Lega Nord oscilla tra la mano tesa al PDL e l’invocare elezioni anticipate, vedendo che i decreti attuativi del federalismo si potrebbero arenare di

fronte allo sfaldarsi della maggioranza in Parlamen-to. Il PDL da una maggioranza parlamentare di 100 seggi è passato a 3. La settimana prima della fidu-cia il Governo è “andato sotto” più e più volte su diversi provvedimenti, tra cui vari emendamenti al DDL Gelmini sulla riforma dell’Università. È costret-to a verificare di volta in volta se vi è la maggioran-za. Il 2011 si apre quindi nell’incertezza. Non si posso-no fare previsioni sulla durata dell’esecutivo, ma non si può immaginare nemmeno un’alternativa concreta e completa al Governo Berlusconi. Infatti, le alleanze che si prospettano sono incentrate sulla modifica alla legge elettorale vigente. È difficile im-maginare coalizioni durature quando mancano i programmi proposti dai vari partiti, base di un con-fronto tangibile su cui poi accordarsi. Quando la discussione si sposterà dai proclami ai fatti, il Paese potrà ritrovare una classe politica de-gna di governare.

Cultura Laura Asnicar

Un mondo sommerso: l’Egitto copto Come molti sanno, dal Capodan-no appena trascorso i telegiornali in Italia hanno puntato i loro riflet-tori sull'Egitto: l'attentato alla Chiesa cristiana copta dei Due Santi ad Alessandria ha provoca-to la morte di 23 persone e altre 120 sono rimaste ferite da tre autobomba fatte esplodere da-vanti all'edificio. Per questo nu-mero del Nadir, mi è passata per la mente l'idea balzana di fare un articolo sui Copti d'Egitto. Ecco, già alcuni, letto questo, gireranno pagina alla ricerca di qualcosa di più leggero… Però vi dico una cosa: il mio movente non è la vo-lontà di fermarmi su questo epi-sodio di violenza e parlare di ter-rorismo, ma il desiderio di spen-dere due parole su una realtà di cui molte persone non sanno quasi nulla (la sottoscritta per prima, prima di recarsi di persona nel paese dei faraoni) e che è presente anche in Italia: nel no-stro paese la minoranza copta è pari, in numeri, a quella ebraica e

un'importante sede della chiesa copta si trova proprio a due passi da noi, nell'”orientale” Venezia. In questo articolo proverò a traccia-re uno schizzo: chi sono i Copti? Che storia hanno? Nello stesso tempo, spero che questa iniziati-va possa essere uno spunto a raccontare le identità diverse che vivono sotto il tetto del Mazza: sono convinta che dalla storia di ciascuno possa nascere un mo-saico colorato e interessante! UN PO’ DI STORIA... La popolazione copta forma at-tualmente il 10 % della popola-zione egiziana. Il Cristianesimo si diffuse in Egitto molto presto, in seguito alla predicazione di San Marco sotto il regno di Nerone. La chiesa copta fu fondata nel I secolo a. C. e si chiama così dal nome con cui gli Arabi, che inva-sero l'area verso la metà del VII secolo d. C. indicavano gli Egizi autoctoni: gipt o gybt, che deriva dal greco aigyptios (“egizio”). So-lo dopo la conversione di gran

parte del popolo egiziano all'I-slam, il termine "copto" fu ristret-to agli Egiziani cristiani che non si unirono in matrimonio con gli invasori arabi. Gli Egiziani furono i primi eremiti del Cristianesimo e conservano i monasteri più anti-chi del mondo: nacquero e visse-ro in questo paese Sant'Antonio Abate, il fondatore del primo mo-nastero della storia (morto nel 356 d. C.) e Pacomio (morto nel 345), altro importante fondatore di monasteri nella storia del Cri-stianesimo. Il monastero di sant'Antonio esiste ancora: in un agglomerato di edifici color sab-bia in mezzo al deserto, abbrac-ciato da una corona di monti brul-li, una comunità dei monaci so-pravvissuta a numerosissimi sac-cheggi nel corso dei secoli porta ancora avanti il suo cammino e accoglie turisti e persone in cam-mino spirituale. LITURGIA E LINGUA La Chiesa copta fa parte delle Chiese orientali antiche, come la

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Chiesa ortodossa siriaca, diffusa in Siria e Libano, la Chiesa apo-stolica armena, la Chiesa orto-dossa etiopica. C'è una caratteri-stica che differenzia la Chiesa copta da quella cattolica, che tro-vo davvero interessante: per un'antica tradizione, il percorso formativo dei sacerdoti è biparti-to. Quelli che intendono svolgere il loro servizio nelle parrocchie, lo scelgono fin da subito e si posso-no sposare; quelli invece inten-zionati a svolgere ruoli superiori nella gerarchia del clero, corri-spondenti ai nostri 'gradini' di ve-scovo e cardinale, seguono un percorso formativo diverso e per loro il celibato è obbligatorio. Essi dedicano la loro vita interamente alla Chiesa e vanno a formare il cosiddetto clero bianco, all'inter-no del quale viene scelto il patri-arca. La liturgia della Chiesa copta è simile a quella europea (detta Divina Liturgia); tuttavia alcune differenze nascono dal fatto che, nel corso dei secoli, quella euro-pea è stata influenzata dal ruolo del patriarcato di Costantinopoli, mentre quella copta è rimasta sotto l'influenza del patriarcato di Alessandria e non riconosce le decisioni del Concilio di Calcedo-nia (del 451 d. C.). Questo Con-cilio portò alla teorizzazione delle due nature di Gesù Cristo, quella completamente umana e quella completamente divina, coesisten-ti nella sua persona. I Copti cre-dono invece che la divinità e l'u-manità di Cristo siano unite in una sola natura, "la natura del Verbo incarnato": le due nature "non sono separate nemmeno per un attimo o un battito di ci-glia" (dalla dichiarazione di fede della divina liturgia copta). Esiste oggi una parte della Chiesa cop-ta, che si riconosce nel papa cat-tolico anziché nel patriarca She-nouda III, e prende il nome di Chiesa cattolica copta. La lingua copta è la sola discen-dente dall'egiziano antico; è una lingua afro- asiatica e conta vari dialetti (dai nomi per noi impro-nunciabili: oxyrhynchita o medio

egiziano, bohairidico, sahidico, fayoumico, akhmimico, lycopoli-tano). L’alfabeto copto è molto simile a quello greco. Oggi la comunità cristiana copta, sopravvissuta a 14 secoli di do-minio musulmano, ha conserva-to non solo il proprio credo reli-gioso ma anche la particolare espressione artistica: al Cairo si trova un intero quartiere che da 1500 anni è la roccaforte della comunità cristiana copta dell'Egit-to. Chiamato il “Vecchio Cairo” o “Cairo copto”, è racchiuso tra le mura dell'antica fortezza di Babi-lonia sul Nilo, la più antica co-struzione della città. SIMBOLI E RITI ANTICHI: LA CHIAVE DELLA VITA Tutti i monasteri e luoghi santi venivano anticamente intitolati alla Santa Croce: per i Copti il martirio di Cristo era una delle glorie maggiori, e la croce il sim-bolo della vittoria sulla morte e della Buona Novella. Il retaggio di alcuni concetti e simboli della spiritualità dell'era dei faraoni ri-mane, e si nota bene nel simbolo principale della spiritualità e dell'arte egiziana cristiana: la Croce copta, o Croce di Ankh, deriva infatti da un geroglifico (l’ “Ankh”, appunto). La sua forma originaria è quella di una goccia rovesciata sopra un incrocio per-pendicolare di due linee rette: per la sua somiglianza con una chia-ve viene anche detta Chiave del-la Vita o Chiave del Nilo.

La Chiave della vita si trova mol-to spesso in rappresentazioni antiche: al tempo dei faraoni es-sa era connessa al culto della vita dopo la morte e raffigurata di frequente in mano a divinità. Nel tempo il simbolo è stato esteso

ad altri significati e contesti ed è oggi largamente usato dalla Chiesa copta anche in rappre-sentazioni molto modificate ri-spetto alle origini. Alle radici della cristianizzazione dell’Egitto si so-no riscontrate anche parziali so-vrapposizioni del Credo cristiano con la spiritualità che lo cristiano con la spiritualità che lo precede-va: ad esempio, il concetto di un Dio incarnato, del "figlio" unita alle qualità di "salvatore" veniva associato all'immagine degli anti-chi miti di un re defunto che solca il cielo nella barca solare (dio che si reincarna) e alla figura del dio Horus (dio- salvatore).

L’ ITALIA COPTA Ma qual'è la presenza dei Copti in Italia? Le stime parlano di circa cinquantamila persone, concen-trate soprattutto nella zona di Mi-lano e in Friuli. Negli anni Settan-ta questa minoranza è diventata più visibile, dando inizio alle pro-prie celebrazioni e attività pasto-rali. Dagli anni Ottanta in poi la popolazione copta a Milano e dintorni è cresciuta, al punto che abbiamo oggi in Italia due vesco-vi copti, un monastero presso Milano, diverse parrocchie molto frequentate e altre sedi parroc-chiali e comunità in via di forma-zione. La Chiesa copta ha trova-to nel territorio italiano un am-biente cristiano favorevole e non antagonista e mostra una grande energia e vitalità, frutto di una minoranza religiosa che ha subì-to e superato secoli di persecu-zioni; viene data un’attenzione speciale al supporto reciproco e all'aiuto dei credenti nella vita sociale e familiare.

Nadir, Gen. 2011

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Ezio Minnicelli

Breve nota sulle lingue del mondo Il linguaggio verbale è una delle facoltà più complesse che l'uomo possieda. Eppure questa straordinaria facoltà il più delle volte non riceve le attenzioni che merita; poiché invece le lingue sono con la loro varietà e ricchezza una chiave di accesso al pensiero umano e una possibilità di apertura sul mondo, proviamo con alcuni fatti interessanti a scoprire qualcosa in più di questa realtà.

1. Linguaggio e lingua sono la stessa cosa???? I due termini compaiono nell'introduzione, perciò è necessario chiarificarli per evitare fraintendimenti. Il linguaggio è una facoltà

astratta comune a tutta l'umanità. La lingua è la manifestazione concreta del linguaggio in un certo gruppo umano. Si può dire che il

linguaggio è un codice che, a seconda di come

viene assemblato, sviluppa lingue diverse. Ad esempio in un inglese la facoltà linguaggio si manifesta attraverso la lingua inglese, in un

brasiliano attraverso il portoghese.

2. Che differenze hanno una lingua e un dialetto ????

Contrariamente a ciò che si pensa, il dialetto

non è una lingua corrotta o una sotto-lingua. Lingue e dialetti sono manifestazioni del linguaggio in tutto e per tutto identiche. Ciò che

le differenzia è lo statuto istituzionale. Poiché anche in una stessa zona esistono grosse variazioni lessicali e fonetiche (semplificando, la

pronuncia delle lettere), quando s'instaura un

sistema statale per motivi di amministrazione,

giustizia, istruzione è necessaria una lingua che

unifichi tutte le zone. A seconda del prestigio

che ha (in Italia il fiorentino di Petrarca e

Boccaccio, in Giappone dopo la II guerra

mondiale il dialetto di Tokyo), si sceglie un

dialetto del quale vengono fissate le norme, creando una lingua standard che possa essere insegnata e diffusa. Quindi tutte le lingue sono

dialetti, ma non tutti i dialetti diventano lingue.

3. Esistono lingue che partoriscono nuove lingue ???? Anche se spesso si parla di alberi genealogici delle lingue, una lingua non genera un'altra

lingua. Almeno non in un rapporto diretto di

filiazione. È necessario immaginare le lingue come organismi in continuo movimento e sviluppo. Ne abbiamo prova immediata se pensiamo a espressioni che erano popolari meno di dieci anni fa e poi scomparse. Questo continuo mutamento va visualizzato sul lungo periodo. In quest'ottica non esistono momenti

di nascita di una lingua, ma lunghi periodi di

trapasso dove una lingua diviene un'altra.

Esemplificando, il latino di Cicerone e l'italiano

di U. Eco sono sicuramente lingue diverse, ma la lingua di Eco non è altro che il latino di Cicerone dopo 2000 anni di cammino.

4. Le lingue sono tutte costruite uguali ???? Per chi non si è mai avvicinato a realtà linguistiche lontane dall'Europa occidentale, potrebbe sembrare che al di là delle differenze più o meno ampie di lessico e pronuncia, la

struttura sintattica sia sempre uguale: il

soggetto precede il verbo, il verbo precede il

complemento oggetto. In realtà non è così: tra

le lingue del mondo l'ordine più utilizzato vede il soggetto precedere il complemento oggetto e questo precedere il verbo (come in giapponese,

hindi, turco, greco antico); c'è poi un importante gruppo di lingue che mette il verbo al primo posto seguito da soggetto e oggetto (come l'arabo classico e le lingue celtiche); ancora si trovano ordini verbo-soggetto-oggetto o oggetto-soggetto-verbo. Oltre queste ci sono

innumerevoli altre differenze interessanti: l'uso

o no di maschile e femminile, l'uso o no di

singolare e plurale,l'uso dei casi (desinenze

che indicano se un nome è soggetto,

complemento oggetto, etc.), l'uso di classi

"esistenziali" (in swahili esistono 16 classi per

Nadir, gennaio 2011 La rivista degli studenti mazziani di Padova Nadir è una pubblicazione autofinanziata e autopro-dotta del Collegio Universitario “Don Nicola Mazza” / Residenza “G. Tosi”: via dei Savonarola 176, 35137 Padova, Italia; tel. +39 049 8734411, fax +39 049 8719477 / Residenza “I. Scopoli”: via Belzoni 146, 35121 Padova, Italia; tel. +39 049 8066111, fax +39 049 8071251; sito http://www.collegiomazza.it Direzione Alessandro Dal Maso, Laura Asnicar Redazione Clara Andrich, Giovanni Battocchio,

Andrea Corbanese, Luigi Guarato, Jerryman Gyamfi, Ezio Minnicelli, Daniela Razzini, Davide Rosi, Mirjam Vego Copertina Giovanni Battocchio Chiuso in Redazione il 21 gennaio 2011 ore 12.30. Chi desiderasse unirsi alla Redazione o scrivere un articolo senza impegno non esiti a contattarci

all’indirizzo [email protected] o al numero di telefono 049 8734568. Si ricorda che il Nadir è pubblicato in PDF e scaricabi-le all’indirizzo http://studenti.collegiomazza.it/nadir.

La rivista è composta con i caratteri Lexicon e The- Sans, mentre il logo Nadir è in Akzidenz Grotesk.

©2010 Nadir.

Gli articoli sono disciplinati da licenza Creative Commons by-nc-sa (testo completo su http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/).

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Eventi Davide Rosi

Madrid - Agosto 2011 Quest’anno, dopo l’ultima edizio-ne del 2008, si terrà, tra il 15 e il 21 agosto a Madrid (Spagna), la Giornata mondiale della gioven-tù, spesso chiamata con l'acroni-mo GMG. Si tratta di un incontro internazionale di spiritualità e cul-tura rivolto ai giovani promosso dalla chiesa cattolica, su iniziati-va del Papa. L’iniziativa nacque nella mente di Papa Giovanni Paolo II già in oc-casione del Giubileo internazio-nale della Gioventù del 1984, quando egli consegnò una croce di legno ai giovani per simboleg-giare "l'amore del Signore Gesù per l'umanità e come annuncio che solo in Cristo morto e risorto c'è salvezza e redenzione". Da allora questa croce presenzia alle veglie di tutti gli incontri inter-nazionali e ha visitato decine di paesi in tutti i continenti. Il 1985 poi fu proclamato dall'O-NU Anno Internazionale della Gioventù. Giovanni Paolo II colse l'occasione per un nuovo incon-tro, che chiamò trecentocinquan-tamila giovani, la Domenica delle Palme. Nell'occasione il Papa istituì ufficialmente la "Giornata mondiale della gioventù", da ce-lebrarsi con cadenza annuale appunto la settimana precedente a Pasqua. Essa viene celebrata secondo due modalità: -A livello internazionale, ogni due o tre anni in una specifica città del mondo scelta volta per volta dal Pontefice.

-A livello diocesano , negli anni in cui non si svolge la GMG in-ternazionale, in occasione della Domenica delle Palme. Gli in-contri sono organizzati su inizia-tiva delle varie diocesi mondiali e in Piazza san Pietro a Roma con il Papa.

La prima edizione si svolse quin-di a Roma il 23 marzo 1986. In quell'occasione Giovanni Paolo II

si rivolse ai giovani di tutto il mondo con la lettera Sempre pronti a testimoniare la speranza che è in Voi, dando quindi ap-puntamento a tutti per l'anno suc-cessivo non di nuovo a Roma, ma a Buenos Aires. Negli anni dispari l'incontro si sarebbe quin-di svolto in una città del mondo scelta dal Papa. Dopo Buenos Aires (Argentina-1987) fu quindi la volta di Santiago de Compo-stela (Spagna-1989), a cui segui-rono Częstochowa (Polonia-1991), Denver (Stati Uniti-1993), Manila (Filippine-1995), Parigi (Francia-1997), Roma (Italia-Giubileo del 2000), Toronto (Canada-200(Germania-2005) e Sidney (Australia-2008) Il programma di massima della settimana, consolidato e ampliato di anno in anno, ha una struttura-zione che può essere a grandi linee riassunta nel modo che se-gue. Nei giorni che precedono l’incontro, chiamati Giorni nelle Diocesi, i partecipanti passano quattro-2), Colonia cinque giorni ospiti delle Diocesi limitrofe alla città che ospita l'evento, per una sorta di gemellaggio che prevede scambi culturali, momenti di spiri-tualità e di svago. Il martedì, soli-tamente, vi è l’apertura solenne della GMG con una S. Messa e partono in città alcuni piccoli e-venti (come mostre, concerti, mo-menti di preghiera eccetera). In genere è prevista, tra questi, una grande festa dedicata ai pellegri-ni italiani. Nei giorni seguenti si tengono delle catechesi mattuti-ne tenute da vescovi, e in parti-colare il giovedì arriva il Pontefi-ce e il venerdì si tiene una via Crucis per le vie della città. Il sa-bato poi i pellegrini si trasferisco-no a piedi in un grande spazio aperto dove in serata si svolge una veglia presieduta dal Papa. I

partecipanti dormono in quel luo-go. Alla domenica mattina, giorno conclusivo, il Pontefice presiede la S. Messa con la benedizione dell’Angelus, al termine del quale annuncerà il nome della città che ospiterà l'incontro internazionale successivo. Un evento unico dunque che ri-chiama milioni di giovani da tutto il mondo (nel 1995, a Manila, fu-rono circa cinque milioni), sotto il nome di Gesù Cristo, ma con i-deali che vanno oltre la dottrina cattolica e che sono alla base della cooperazione internaziona-le, per far crescere e camminare la gioventù mondiale verso un futuro sempre migliore, alimen-tando la speranza e sfruttando l’energia che sono proprie dei giovani, motore della società. Co-sì disse Papa Giovanni Paolo II, che proprio quest’anno verrà pro-clamato Beato, al Collegio dei Cardinali, il 20 dicembre 1985: “Tutti i giovani devono sentirsi seguiti dalla Chiesa: per questo tutta la Chiesa, in unione con il successore di Pietro, dovrebbe sentirsi sempre maggiormente impegnata, a livello mondiale, in favore della gioventù, (...) per corrispondere alle sue attese, comunicando la certezza che è Cristo, la Verità che è Cristo, l’amore che è Cristo, mediante un’appropriata formazione, che è forma necessaria e aggiornata di evangelizzazione.” Concludendo, a chi dunque vo-lesse prendere par te a quest’evento consiglio di affret-tarsi, dato che le iscrizioni, già avviate, necessitano di essere chiuse quanto prima per motivi logistici. E per informazioni su prezzi, organizzazione delle gior-nate e modalità d’iscrizione a questa grande manifestazione che segnerà il 2011, consiglio di v i s i t a r e i l s i t o

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Bibliosofia Jerryman Gyamfi

Sulle messe omosessuali JAGS “A Milano messe per omosessuali e transessuali. E il parroco è donna”. Con questo titolo il giornale on line, Affaritaliani.it, martedì 11 gennaio 2011, ore 11.30, divulgò la notizia che “[l]a parrocchia [della Chiesa Veterocattolica Gesù di Nazareth di Milano con sede presso la Chiesa Anglicana in via Solferi-no n.17] ha deciso di aprirsi al mondo esterno e soprattutto alle persone che vivono disagi e proble-mi” (omosessuali e transessuali). In più, sarà una donna, Madre Maria Vittoria Longhitano (“prima donna sacerdote in Italia” ordinata in data 12 mag-gio 2010), a celebrare queste messe. Già nel 1987, primo luglio, il New York Times raccontò della deci-sione dell’allora arcivescovo dell’arcidiocesi di Se-attle, Raymond G. Hundhausen, di far garantire dalla sua archidiocesi messe per omosessuali. Il 9 settembre dello scorso anno, pochi giorni prima della visita del Papa in Inghilterra, il BBC News Magazine riferìdi messe per omosessuali, “gay Mass”, in una parrocchia nel centro di Londra. Ci saranno ovviamente altri episodi simili in tutto il mondo, non solo nella Chiesa Cattolica. Per i veri cattolici queste notizie sono più che scandali ma oltre a rilevare una forte perturbazione ideologica sul sesso nel mondo cattolico, dimostrano anche quanto oggi ciò che molti chiamano cristianesimo non si basi più sui veri insegnamenti delle Sacre Scritture ma sulle opinioni e teorie di uomini. Dio approva l’omosessualità? Ciò che si osserva in tutti questi casi di “messe o-mosessuali” è la giustificazione comune che chi le organizza dà: Dio ama tutti gli uomini indipendente-mente dal sesso. Madre Maria Vittoria Longhitano ad esempio dichiara nell’intervista rilasciata all’Affaritaliani.it che “[n]ella [loro] celebrazione eu-caristica viene sottolineato l'uguaglianza e l'amore di Dio verso tutti e il valore dell'amore indipenden-temente dal sesso”. L’amore di Dio verso tutti gli uomini, indipendentemente dal sesso, è ovvio ed indiscutibile ma ciò non prova che Dio approva l’omosessualità. Parlando delle punizioni che aspettano “gli empi e i falsi dottori”, l’apostolo Giuda cita tra i principali mo-tivi per cui Sodoma e Gomorra e circonvicine sono state distrutte dagli angeli di Dio le loro “perversioni sessuali contro natura”. Infatti, scrive: “Proprio co-me Sodoma e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla fornicazione e si e-rano date a perversioni sessuali contro natura, so-no state poste davanti come esempio, subendo la pena di un fuoco eterno”(Giuda 7, Nuova Diodati).

L’apostolo Paolo, nella sua Lettera ai Romani, parla addirittura dell’omosessualità come il risultato della disobbedienza e la riluttanza di riconoscere Dio da parte dei pagani e coloro che non credono in lui. Scrive: “Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragiona-menti e il loro cuore senza intendimento si è ottene-brato. Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corrutti-bile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di retti-li. Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi … Per questo Dio li ha abban-donati a passioni infami, poiché anche le loro don-ne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. Nello stesso modo gli uomini, la-sciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, com-mettendo atti indecenti uomini con uomini, riceven-do in se stessi la ricompensa dovuta al loro travia-mento.” (Romani 1:18-31, Nuova Diodati). Il testo è molto chiaro: non è Dio ad infliggere l’omosessualità come una punizione verso l’uomo ma è la “ricompensa dovuta” allo sviamento di quest’ultimo. Detto questo, appare chiaro che è fal-so insegnamento cristiano se, come racconta il blog “gayprider” parlando delle “messe omosessua-li” nel centro di Londra, “[d]urante le omelie viene insegnato ai presenti (i quali non sono esclusiva-mente omosessuali) che l’avere rapporti con perso-ne dello stesso sesso non è un errore e neanche un peccato e tantomeno si impone un modo per arrivare alla redenzione.” Se, come pare che so-stengono alcuni “cristiani” e organizzazioni “cristiane” come il “Soho Masses Pastoral Council”, organizzatori di queste “messe omosessuali” a Lon-dra, l’omosessualità non è un peccato, come mai l’apostolo Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi dice esplicitamente (1 Corinzi 6:9,10): “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggia-tori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” ? Questo dimostra che Dio disapprova l’omosessualità come disapprova la fornicazione, l’idolatria, l’adulterio e così dicendo. Tuttavia, lo stesso Dio ama colui che commette fornicazione, ama i pagani, ama gli adulteri,…, e ama anche gli omosessuali non quanto come fornicatori, o pagani,

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però, come è facile capire, non è una confutazione di quanto detto prima. L’omosessualità non è un “dono” di Dio come dicono alcuni ma frutto delle “perversioni”, passioni dell’uomo. Sull’eucaristia Non c’è nulla di spiacevole se un omosessuale, come tutti noi peccatori, va in chiesa per assistere una messa. Non può invece prendere l’eucaristia. La maggioranza dei cristiani oggi si dimenticano dell’importanza e la dovuta reverenza bisogna mo-strare nei confronti dell’eucaristia. In un’intervista su YouTube, Madre Maria Vittoria Longhitano affer-ma che per loro “l’eucaristia non è concepita come un premio per i più buoni ma è concepita come un farmaco, come una medicina. L’eucaristia è come Gesù: si fa tutto per tutti. Se uno ha bisogno di con-solazione, l’eucaristia è consolazione. Se viene co-me un malato l’eucaristia è il farmaco … per cui [loro] non [si sentono] di escludere nessuno.” Con queste parole, Madre Longhitano ha profondamen-te svilito l’eucaristia come fanno abitualmente tanti altri cristiani. Sì, l’eucaristia non è “un premio per i più buoni” ma non è neanche un farmaco o una medicina tantomeno una consolazione per chi ha bisogno di consolazione. È qualcosa di più alta (senza entrare nel dibattito della sua transubstan-ziazione o consustanziazione) e non siamo tutti au-torizzati a prenderla. La lettura della Prima Lettera ai Corinzi, capitolo 11, dal versetto 23 a 34, è l’effettiva dimostrazione di quanto appena afferma-to. Infatti, si legge dal versetto 27 a 29, secondo la versione Nuova Diodati: “…chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegna-mente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore. Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice, poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e be-ve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore.” Se l’eucaristia è un farmaco, una medicina, addirittura una consolazione “concepita” per tutti, come sostiene Madre Longhi-tano, come mai si legge da questa lettura che “ognuno esamini se stesso” per non mangiare e bere indegnamente? Ma che “ognuno esamini se stesso” riguarda cosa? La risposta si legge dalla Seconda Lettera ai Corinzi, capitolo 13 versetto 5: “ Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fe-de; provate voi stessi…”. Quindi ognuno deve esa-minare se stesso per vedere se è nella fede prima di pensare di prendere l’eucaristia. Stato civile, opinioni pubbliche, libertà e cristia -nesimo Questo articolo non è un appello per eccitare l’intolleranza verso gli omosessuali e transessuali neppure per rimproverarli ma è un richiamo alla coerenza d’essere ciò che si dice d’essere (cristiani). Essere contrario all’omosessualità non implica detestare gli omosessuali o calpestare i loro sentimenti ma è semplicemente una disapprovazio-

ne di ciò. Né vuol dire essere dell’antico. Tutte le nazioni nel mondo devono legittimare il matrimonio omosessuale come giusto che sia poiché gli omo-sessuali devono avere, in uno Stato civile, la liber-tà, come ogni altro essere umano, di scegliere chi amare, con chi condividere il proprio amore, con chi fare amore,… senza nessuna discriminazione. Ciò però, come è stato precisato, deve accadere in uno Stato civile non nel cristianesimo poiché Stato e religione devono essere indipendenti. In più, le leg-gi di uno Stato civile e democratico sono emanati da un organo composto da uomini, quindi soggetti a modificazioni in base ai criteri definiti dagli stessi uomini, mentre le leggi o codici di comportamento di una religione come il cristianesimo o l’islam non originano da uomini né possono essere soggetti a qualsiasi modificazioni a piacimento da noi uomini. Ciò che caratterizza oggi molti cosiddetti cristiani è la voglia, quasi un obbligo, di “modernizzare”, come dicono, il cristianesimo; renderlo masticabile da qualsiasi lato per chiunque. Agognano di piacere a tutti, essere d’accordo con tutti su qualsiasi tema. Probabilmente, si confondono lo Stato o qualcos’altro con la religione, precisamente con il cristianesimo. La religione non garantisce una liber-tà perché secondo l’opinione pubblica bisogna ga-rantire quella libertà. Sì, l’opinione pubblica, la “Bath-Sceba” di molti cristiani. Essere cristiano non significa piacere a tutti, essere sempre d’accordo con l’opinione pubblica, cercare il suo consenso e cose simili. Riguarda queste cose l’apostolo Paolo chiese, “Infatti, cerco io ora di cattivarmi l'approva-zione degli uomini o quella di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini?”. “Infatti, - continuò - se cer-cassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo.” (Galati 1:10, Nuova Diodati). Nessun sovrano o governo o istituzione ha conces-so così tante libertà all’individuo come ha fatto Dio. Anzi, possono solo confermare le libertà a noi con-cesse da Dio. Ci ha dato la libertà di pensare, di parlare di qualsiasi cosa, addirittura per dire be-stemmie. Ci ha dato la libertà di amare, la libertà di sesso, la libertà di associazione, … e tante altre tra cui anche la libertà di servirlo o no, in una parola, la libertà di scegliere. Ma egli ha le sue regole se sce-gli di servirlo, se scegli di essere cristiano. Se gli omosessuali hanno scelto di essere omosessuali hanno esercitato giustamente la loro libertà ma non possono coartare il cristianesimo di accettare l’omosessualità come i cristiani non possono co-stringerli di non essere omosessuali. Essere cristia-no è una scelta personale e non un obbligo. Il cri-stianesimo ha le sue regole, un codice di comporta-mento, dettate da Dio e chi sceglie di aderire a que-sta religione, chi sceglie di essere cristiano non può fare altro che attenersi ad esse. La questione è molto semplice: “Se mi amate, osservate i miei co-mandamenti.” (Giovanni 14:15, Nuova Diodati).

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Intervista all’artista Clara Andrich

Racconto di un’incredibile viaggio dove strade conducono a Giotto Sono a Padova. Oggi ho finito lezione prima. È una giornata piuttosto uggiosa, non ho voglia di studiare; mi balza in mente l’idea di andare a visitare la Cap-pella degli Scrovegni. Mi hanno detto: c’é il biglietto ridotto per gli studenti; e del resto un po’ di sto-ria dell’arte non fa mai male. Un po’ sovrappensiero, mi incammi-no verso la zona degli Eremitani e poco dopo sono davanti all’entrata della Cappella . Nean-che immagino che tra po-co…beh, non vi anticipo nulla! Su un’insegna trovo scritto che la Cappella è stata voluta dal ricco mercante Enrico Scrovegni per dare lustro all’immagine della propria famiglia. Il mercante com-missionò gli affreschi della chiesa al grande Giotto, il quale li realiz-zò tra il 1303 al 1305. Prendo il biglietto, aspetto il mio turno di visita e finalmente assieme ad un ristretto gruppetto di visitatori, entro nella chiesetta. L’impatto è indescrivibile: vengo letteralmen-te rapita dalla pittura giottesca. I miei occhi scorrono dal cielo stel-lato color turchese dipinto sulla volta, alle figure pulite e raffinate dipinte sui muri a tinte vivaci. Im-provvisamente mi accorgo che la gente attorno a me è sparita e che i miei vestiti “casual” sono stati sostituiti da una lunga veste tardo-medioevale. “Cosa mi sta succedendo?” mi domando pre-occupata, mentre mi do pizzicotti da tutte le parti “Devo avere at-traversato la linea spazio tempo-rale Nadir!”. Mi giro verso la pa-rete di fondo della Cappella dove è dipinto il Giudizio Universale e…surprise!: vedo Giotto che sta ritoccando con il pennello l’immagine maestosa di Cristo rappresentata al centro della sce-

na. Sono sicura che si tratta di Giotto: mi ricordo del suo autori-tratto, riportato nel mio libro di storia dell’arte delle superiori che per giunta vedo dipinto proprio nella Cappella. “Non capita molto spesso di tro-varsi davanti ad un’artista così illustre!” mormoro emozionata, riprendendomi dallo shock. Giotto ha un sussulto, si gira spa-zientito e: “Di solito sono abituato a lavorare con il silenzio attorno assieme ai muratori e ai miei ap-prendisti e…” Lo interrompo… non voglio per-dere l’occasione di intervistarlo! “Giotto, mi piace la tua arte. So che sono piuttosto importuna ma sono curiosa di scoprire i segreti del tuo lavoro. Ho un sacco di domande da porti.” Giotto: “Che donna chiacchiero-na! Ma dato che insisti così tanto ti accontento! Cosa vuoi sape-re?” Io: “Beh innanzitutto vorrei sape-re che cosa hai dipinto in questa cappella”. Giotto: “Ho voluto rappresentare la Redenzione umana, i cui pro-tagonisti sono Maria Vergine e Gesù. Sulle due pareti laterali ho dipinto, in quarantacinque riqua-dri, episodi ad essa collegati ed in particolare scene tratte dalla vita di Gesù, di San Gioacchino, padre di Maria e della Vergine. Le devi osservare da Sud verso Nord. Tutto culmina nel Giudizio Universale, rappresentato in que-sta parete posteriore, che sto completando.Io: “Caspita sembra proprio una rappresentazione dantesca dell’aldilà…” Giotto: “Dantesca? Sì ho sentito che un certo Dante vuole descri-vere in un poema la concezione cristiana di Paradiso ed Inferno.

Come vedi il mondo dei Beati è armonioso e ordinato e rischiara-to dalla luce divina mentre l’inferno è dominato dal caos”. Io: “Sono davvero abbruttite e mostruose le figure dei Dannati ed è davvero terribile l’immagine di Satana che divora i dannati avvolti dalle fiamme! Ma toglimi una curiosità: come mai alcune figure, tipo i dannati, sono dipinte più piccole ed altre, come ad e-sempio i beati e Gesù sono rap-presentate più grandi?” Giotto: “Le figure bisogna farle piccole o grandi a seconda dell’importanza…o perlomeno quest’idea di rappresentare ge-rarchicamente le figure è comu-nemente diffusa: angeli piccoli e madonne grandi…ma io sono un innovatore! Come vedi Enrico Scrovegni, l’ho dipinto grande, al pari dei personaggi sacri”. Io: “In effetti, Giotto, sei proprio un innovatore: vedo che ricerchi la verosimiglianza, piuttosto che attenerti alle tradizioni”.Giotto: “Sì…io cerco di rappresentare i personaggi con corpi e volti na-turali, concreti, non dipingo Ma-donne con mani a forchetta e Gesù con tripli ventri come molti miei contemporanei. E, se noti, le figure non ti guardano: sono gira-te di lato o a tre quarti”. Io: “Eppure sanno coinvolgerti così tanto! I tuoi personaggi han-no un che di straordinario. Sono così semplici ma al contempo trasmettono un così profonda umanità! I volti hanno una forza espressiva davvero notevole. Ed inoltre è da ammirare la precisio-ne e pulitezza del disegno e la morbidezza delle vesti, resa dal chiaro-scuro. E poi vedo che rie-sci ad organizzare bene lo spa-zio”.

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Giotto: “Esatto… ‘spazio’, questa è la parola-chiave! Io sono come un architetto: progetto lo spazio, decido cosa deve stare davanti e cosa dietro, misuro la distanza tra gli elementi della scena. Guarda per esempio il “Compianto del Cristo morto” sul-la parete laterale: i personaggi sono collocati su vari livelli e o-gnuno occupa un punto ben pre-ciso dello spazio. Inoltre il chiaro-scuro dà forma e volume a corpi ed elementi della scena”. Io: “La cosa più sconvolgente è che la tua prospettiva risulta mol-to precisa pur essendo per così dire ‘immaginata’, empirica, non dettata da regole geometriche. Ma cosa pensano i tuoi contem-poranei di tutto ciò?” Giotto: “Beh devo dire che sono rimasti piuttosto impressionati nel vedere dipinti così somiglianti alla realtà! Ho avuto fortuna: so-no stato parecchio elogia-to…anche da letterati come Pe-trarca, Boccaccio e quel Dante di cui parlavi prima…mica male considerando che di questi tempi un artista è considerato quasi alla stessa stregua di un artigia-no! Ci si prepara ad una vera svolta nel mondo dell’arte: il mio modo di dipingere vuole rompere con la tradizione bizantina che perfino il mio maestro Cimabue ha portato avanti!” Io: “Ti vedo molto fiducioso Giot-to! Ma hai ragione: tu dai inizio ad una pittura moderna! Pro-grammi per il futuro?” Giotto: “Sì, vorrei andare a Firen-ze: mi hanno chiesto di dipingere una Madonna per la chiesa di Ognissanti. Mi toccherà seguire le regole dell’iconografia tradizio-nale che impone di mettere la Madonna al centro della scena, in posizione frontale, con il brac-cio il Cristo Benedicente. Ma non mancherò di applicare i miei prin-

cipi di verosimiglianza e prospet-tiva”. Io: “Ma a proposito: quando hai avuto queste idee brillanti?” Giotto: “Se ti capita, vai nella Ba-silica di Assisi: lì troverai le rispo-ste che cerchi!” Io: “Ah ci potrei proprio andare! Che tecnica hai usato per dipin-gere la Chiesa?” Giotto: “Intendi dire l’affresco? Guarda attentamente, ti faccio vedere! Prima fase: l’ ‘arriccio’, ossia la stesura dell’intonaco. Qui l’intonaco è appena stato steso. Sopra ci traccio una griglia con l’aiuto di un cordoncino intri-so di colore. Adesso traccio con un carboncino il disegno prepara-torio che andrò a ripassare con un pennellino intriso di colore rosso scuro: questa è la “sinopia”. Stendo un secondo strato di intonaco, il “tonachino”, sulla parete che intendo dipinge-re e, senza lasciare che si asciu-ghi stendo le pennellate di colo-re, ossia un mix di pigmento ed acqua. Fa eccezione il blu del cielo che lo stendo a secco”. Io: “Un intenso blu turchese che sostituisce la lamina d’oro con cui veniva decorato lo sfondo

delle chiese bizantine. Se non sbaglio, il blu è il colore della Spi-ritualità”. Giotto: “Vedo che di arte te ne intendi... anche se devo dire che mi hai un po’ sfiancato con tutte queste tue domande! Le donne dovrebbero stare silenziose a casa a tessere e filare. Altrimenti non trovano marito! Ti concedo un’ultima richiesta”. Io: “Sì, sì last question, va be-ne… questa però è un po’ perso-nale: cos’è per te dipingere?” Giotto: “Dipingere è per me un’esperienza al contempo terre-na e spirituale: ‘terrena’ perché nel rappresentare le figure mi rifaccio alla realtà così come la vedo. In quanto al lato spirituale, dipingere è per me vivere un’esperienza interiore e, in parti-colare, un’esperienza di preghie-ra. È come se ogni corpo, volto, oggetto che rappresento nasca per mano divina. Mentre dipingo, compio un percorso di fede: inte-riorizzo le scene che rappresento e di conseguenza i valori cristia-ni”. Io: “Grazie Giotto, il colloquio con te è stato illuminante!” “La visita è terminata. Prego in-traprendere l’uscita laterale”. Una voce fuori campo mi fa trasalire. D’improvviso tutto ritorna come prima, i miei vestiti “casual”, i vi-sitatori attorno. Di Giotto non c’è più traccia a parte il segno inde-lebile che degli affreschi nella Cappella. Un ultima occhiata fu-gace alle pitture e poi esco dagli Scrovegni e mi ritrovo nuova-mente nella grigia Padova, a camminare verso il collegio, piut-tosto incredula. Nella vita capita-no davvero cose incredibili. Non dimenticherò facilmente questa avventura così assurda-mente artistica e stupendamente immaginaria…un’avventura che solo il Nadir e la sua linea spa-zio-temporale mi ha permesso di

Soluzioni del numero precedente:

1. Rebus: Matricole Mazziane 2. Se aveste riempito gli spazi con i puntini si sarebbe visto un

letto 3. Cruciverba: Il maschile

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Oroscopo Silvia Emmanuele e Sofia Silvestri

A R I E T E (21.03/20.04) L’anno per voi non pot-rebbe certo com inc ia re m e g l i o . Venere è nel

vostro segno..decisamente! Sta a voi solamente cavalcare l’onda e dedicarvi ai vostri dolci progetti d’ammor. E con un amore così di sicuro non potrete essere fuori forma,insomma gli allenamenti non mancheranno. Il vostro as-petto spumeggiante vi renderà estremamente piacevoli come non avreste mai creduto di poter essere.Bando alle ciance e alle indecisioni,gettatevi a capofitto in ciò che più vi aggrada..quel che sarà sarà!Occhio a non perdere di vista lo studio.. Canzone del mese Doris Day “Que sera sera “. TORO (21.04/20.05) State vivendo una favola, ma

non il-ludetevi prima poi si ritorna alla dura realtà e potreste accor-

gervi di aver scambiato per prin-cipe chi in realtà è l’orco del bosco. Le coppie che reggono da tanto,non hanno nulla da temere.Giove veglierà paterno su di loro.Per gli altri agliagliaiii!( es-pressione somma di dolor).Il la-voro però procede bene, ben presto avrete grandi soddisfazi-oni anche se vi porteranno lon-tani dai vostri affetti.Ma la vita è fatta di scelte.E chissà che nel nuovo ambiente di lavoro non possiate trovare il vero amore. Canzone del mese “Amore che vieni amore che vai” F.De Andrè GEMELLI (21.05/21.06)

Il 2010 non vi ha lasciati sereni e soddisfatti. Adesso però le stelle vi danno la possibilità di ripartire alla grande col piede giusto. Non siate troppo frettolosi e superfici-ali, il tempo di sicuro non vi

m a n c a . C o m p i t o dell’anno = P A Z I E N -T A R E ! .Fermatevi e riflet-

tete.Sarebbe bello se voi diven-tas te deg l i an imal i so-ciali,cercando di moderarvi un po’.Le parole a volte fanno ma le .T emp o d i c amb ia -menti,insomma..era ora!La salute buona, la chitarra suona..ma la bottiglia non deve essere vuota.Moderazione con l’alcool. Canzone del mese “Safari” Jovanotti CANCRO (22.06/22.07) Bucanieri pronti a sparareee… con un po’ di lavoro e di tenacia riuscirete a prendere a morsi il grande mostro che vi ostacola. Non possiamo certamente ne-gare che a volte capitino delle tempeste violente che agitano il mare,ma voi riuscirete a domare anche le onde più ribelli.Non scenderete a vili compromessi, con la vostra vis phisica e morale farete rispettare le vostre opinioni e troverete anche degli alleati sinceri.In amore serenità regna ma concedetevi un po’ di più.E’ ora di fare qualche progetto un po’ più serio.Il part-ner saprà starvi ac-canto. Can-zone del m e s e “Cap i t ano U n c i n o ” E.Bennato LEONE (23.07/23.08)

Obiettivi Tra-guardi e an-cora Obiettivi e Traguardi… certo tutti im-portanti, ma ricordate di c o n s u l t a r e bene la scala dei valori e dare la giusta prece-denza ad alcune situazioni piut-tosto che ad altre. Non siate troppo saccenti, a volte rischiate di opprimere chi vi sta accanto. Infondo però siete del leoncini mansueti e adorabili, a volte poco malleabili ma tanto sinceri nei sentimenti.Bene così..Ad maiora! Canzone del mese “Take it easy” Mika VERGINE (24.08/22.09) Scavate e spicconate ardente-mente dentro voi stessi per por-tare alla luce, come una gemma prezisa, ciò che custodivate ge-losamente … tutto il vostro tal-ento (se ne avete). No dai scherziamo, ne avete e anche da vendere. Le nutrie sviolinano per

voi inni di gioia, le caprette vi f a n n o “ciao” e i pesci boc-cheggiano a perdifiato per voi..

siete la star di questo mese. Il vostro fascino brillante farà proseliti...Canzone del mese “Bello impossibile” G.Nannini BILANCIA (23.09/22.10) Ogni stravolgi-mento è tur-bamento.. man-tenetevi co-stanti, per ca-rità! Se non volete farlo per voi, fatelo per

Nadir, Gen. 2011

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tutelare i nervi di chi vi cir-conda.Siete belli e cari ma a volte un po’ acidelli. E certi incontri non fanno altro che incrementare il vostro essere così pignoli e pun-g e n t i . B a n d o a l l e f r e c -ciatine..guardate più pubblicità della mulino bianco e cogliete il lato positivo di ciò che vi accade. Canzone del mese “ Acido” Pro-zacintensamente. SCORPIONE (23.10/22.11) Equilibrio e medietà tra essere e apparire. Decidete c o s a v o l e t e essere o fare e osate per una v o l t a ! E s s e r e così perennemente in bilico è con-troproducente e genera solo pre-carietà. In amore se volete amare, amate Se è periodo di crisi ricordate che chiusa una porta si apre un por-tone, chiuso un portone si apre un bel porticato. Se avete la Nuvola di Fantozzi che vi perseguita e il porticato è inagibile, bhe, com-pratevi un ombrello! Che la Dea Fortuna vi assista. Canzone del mese “ Piove “ Jovanotti SAGITTARIO (23.11/21.12) Bip Bip Bip… allarme rosso ( da

r i p e t e r e con tono robot ico) a l l a r m e rosso… correte ai ripari! Se la vostra vita vi s e m b r a

monotona, bhe siete delle zucche vuote e non avete capito niente.Questo mese vi preannun-cia la bellezza che vi circonderà tutto l’anno.Siete dei fortunati e le stelle vi viziano.La vostra quotidia-nità è già magia,non cercate altri svaghi e avventure per darle

sapore... Apprezzate il vostro tessssss-soro. Per chi è ancora un cerca-tore errante sarà un 2011 coi fioc-chi. Canzone del mese “Nel blu dipinto di blu” Modugno. CAPRICORNO (22.12/20.01) Adesso hai 3 secondi per spie-garci esattamente qual è l’utilità di quello scheletro avvizzito che giace sotto il tuo letto.Pena Sbrando….ok sei un caso umano, ci è chiaro,vatti a cercare con rassegnazione il mater-asso.Ma non pensare di ricongi-ungerti al tuo amatissimo schele-tro.Svecchiati e basta vecchi fan-tasmi,vecchi ricordi, vecchi pipis-trelli, vecchi bottoni e ciabatte vec-chie.Insomma basta co sti mau-solei che ti fanno solo male.Dopo questa “restaurazione” potrai viv-ere tutto il bello che la vita ti spiat-tella tutti i giorni davanti ai tuoi o c c h i orbi.Non hai nulla da cer-care, hai tutto a p o r t a t a di mano. Canzone del mese “ Pelle e ossa” sigla cartone animato. ACQUARIO (21.01/19.02) In principio erano cerbottane, tante, pun-tate contro di voi. Tutte mer i t a te ! ! ! Siete indisponenti, non c’è che dire, questo è l’ultimo a v v e r t i -m e n t o . Dopo questo le cerbottane apriranno le danze. Dovete SVE-GLI-AR-VI! Cercare di prendervi tutto ciò che volete. E siate meno cattivi con chi vi vuol bene. Can-zone del mese “ Nessun dorma” interpretata da Pavarotti. PESCI (20.02/20.03) Basta piagnucolars i dolo-

rosamente addosso come una larva malata,basta ripetersi tutte le mattine davanti allo specchio che sei un perdente inetto alla vita e alle relazioni affettive.Tu puoi, hai le carte giuste per sfondare = So-brietà, gentilezza, armoniosità, fascino e bellezza sfuggente. L’autostima, che rinchiudevi nello sgabuzzino delle scope, deve esere rispolverata e lucidata. Fi-ducia fiducia e ancora fiducia. Il destino non è così “ avverso” come sembra, lassù non si son dimenticati che esisti. Tira fuori il bello che è in te. Dai… Canzone del mese “ Piazza Grande” L. Dalla

CURIOSITÀ: Nuovo segno zodiacale in arrivo… Il motivo è dato dallo sposta-mento dell'asse terrestre, co-me hanno comunicato gli stu-diosi della Minnesota Plane-tarium Society. Questa oscil-lazione provocherebbe un salto di un mese nell'allinea-mento delle stelle e i segni zodiacali di conseguenza si sarebbero spostati anche lo-ro. L’Ofiuco, “Colui che porta il serpente”, è una figura mito-logica e cade esattamente tra il 29 novembre e il 17 dicem-bre. In realtà il vostro segno zodi-acale non cambierà: l'astrolo-gia occidentale prendendo spunto direttamente da quella degli antichi babilonesi e fa riferimento alla Terra e alle stagioni.

Nadir, Gen. 2011

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Intervista doppia Mirjam Vego

Costanza Bullo e Michele Zilocchi Aaaaa! È l’intervista doppia? (Avvicinandosi) Che ansia!! Michele! Nome? Costanza Ingegneria chimica e dei processi industriali (non dovessi sbagliare, me l’ha detta tutta!)

Cosa studi? (Ride) Relazioni internazionali e diritti umani (Io: Dammi tempo) Volevo dire burla, ma un minimo di dignità!

Bah, dicono che io sia il presidente!...mah, uffi-cialmente solo quel ruolo lì! (ne ha altri???)

Che ruolo hai in colle-gio?

(Mi guarda, ride imbarazzata) Sono presidentes-sa dell’assemblea del femminile. (Si copre il viso con il colletto) Ma saranno domande difficili? (Io: No) Ok!

Mah…un’affinità potrebbe essere il rigore, la logi-ca scientifica; (pensa…) differenza, eh…, che c’è troppa matematica!

Un’affinità e una diffe-renza con ciò che stu-di…

(Pensa, guarda…) Non scrivere che non capisco le domande! (Spiego) Aaaaa…no Mirjam! Vabbè quello che studio è molto poco attinente con la pratica! L’unica cosa che faccio è esercitare la diplomazia, ma in realtà non c’entra niente!

Mah, l’offerta iniziale è stata 5euro, però non è stata sufficiente, così ho raddoppiato a 10! …ma non è stata comunque sufficiente, perché ci sono stati comunque 6 astenuti! (se la tira)

Quanto hai pagato chi ti ha votato/a?

Non c’ero quando mi hanno votata!

Bah, principalmente perché la ritenevo un’esperienza personale importante e poi perché mi ritenevo una persona abbastanza adatta per ricoprire questo ruolo…(ci pensa) per mettere alla prova la mia diplomazia

Perché ti sei candidato/a?

Eh! (ride, pensa e ride ancora…si gira il colletto tra le mani) Aspetta un secondo che penso! (Ancoraaa???) Perchèèèèè….mi interessa esse-re almeno un po’ attiva all’interno del collegio! Che stron***a che ho detto! (e meno male che ci aveva pensato!!!)

(Gira i pollici) Penso nessuno non la condivi-da…qualcuno avrebbe potuto preferire un’altra persona!

Chi non condivide la tua scelta?

Di candidarmi? (Pensa, si mangia un’unghia) non ne ho idea!

(Pensa a lungo…è imbarazzato, si copre la boc-ca con la mano e guarda in alto) Bah, sicuramen-te la barba! (Io: Qualità??) Attributo! Le altre le riferirò a lei in sede privata!

Che qualità hai in più del/la presidente/ssa dell’altra residenza?

(Stupita e un po’ scettica) Beh, tutte quelle che derivano dal fatto che sono una donna. (Rido) Vedi a cosa serve la diplomazia?

(ma che c’ha da pensare così tanto??non lo sa?) Beh, se non rispondo fa lo stesso… mah (intercalare poco usato, cfr bah), l’abilità a parla-re, la retorica mi manca… Anzi, di sicuro mi man-ca!

E in meno? (Pensa e non lascia stare quel colletto!!) Beh, non sono così sicura di me! (soddisfatta della risposta)

Mah, ritengo che la carta igienica profumata sia un elemento fondamentale nella pulizia del maz-ziano, perché oltre all’utile uniamo il piacevole! (Ammicca soddisfatto!)

Vogliamo proporre la carta igienica profuma-ta alla direzione. Con-vincila!

(Ride) L’igiene intimo..(intimo??), anzi…l’igiene intimo(ancora!!) è importante e noi signorine dob-biamo trattarci bene…però costa poco e non si brucia (Cooooosa??) No!!! Devi scrivere che poi ho detto anche che non contravviene alle norme di sicurezza! Si dice contravvenire alle norme?

(Parte a mo’ di elenco, preciso!) Smontargli la rete del letto, lasciare il materasso e la coperta intatti, notando un certo sprofondamento (magari ci darà anche una definizione???)

Il tuo scherzo preferito alle matricole?

(Pensa)…Beh, non è che abbia grandi…no, no, non scrivere! Ehm…boh, in realtà è solo carino intimidirle all’inizio, ma non è che faccia grandi scherzi! E’ che sembro una str***a se scrivi così!

Mah (Ancora????), la prima volta che l’ho vista ho pensato di aver sbagliato posto, ma poi pian piano ( e gira con le mani per enfatizzare) le pian-te sono sparite…e sono comparse per i piani! Ed è anche piacevole, basta che non tocchi a noi darci da bere!

Cosa ne pensi della nascente foresta tropi-cale in collegio?

(Fa una smorfia) Quella in lavanderia o quella fuori?...che… ci sarebbero altre priorità!

(Mi guarda turbato) Un’espressione che ti sei inventata tu per mettermi in difficoltà! O magari un nome in codice per dire cibo-mazza!

Cos’è la pappagorgia? (Sgrana gli occhi…ride) Ma che domanda è? Cosa c’entra? E’ una parte del collo! Dei tacchini! E’ il gozzo dei tacchini… o ingordigia!(??) Poi mi spieghi? (Io: si, si, e indico!) Aaaaa! (Soddisfatta)

Bah, effettivamente faccio prima a dire cosa mi piace da ciò che non mi piace!...la bistecca di manzo, quelle rare volte che c’è! e le patate, pri-ma che iniziassero a farle ogni giorno!

Cosa ti piace della mensa-mazza?

Che mangiamo tutti insieme! (Ride, ruffiana!) (Lei è soddisfatta anche di questa!!)

Eeee…Grazie a tutti del vostro voto e dell’attenzione…eeee…(gira i pollici) e buona sessione a tutti, dai! (Io: Ho detto lettori, non elettori) A!

Saluta i cari lettori! (Voce bassa e soffice) Ciao!

Nadir, Gen. 2011

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Giochi Mirjam Vego

Rebus: (4,2,5,2,7)

1 7 2 3

3 1 2 7

7 8 6 9

2 9 7

2 1 3 4

7 4 6

4 6 9 7 5 8 3 1

8 6

1 3 6 9 4 2

FRUTTA DI SASSO… • - "Papà, ti piace la frutta sec-

ca?" - "No, per niente. Perché?" - "Perché sta andando a fuoco il giardino!"

• Perchè il pomodoro non dorme?

Perchè l'insalata russa! • Nel metro: "Signore, mi scusi,

ma perchè ha una banana in ogni orecchio?". "Per tener lon-tani gli orsi...". "Ma non ci sono orsi qui...."Vedete che funzio-na!".

Sudoku

Le soluzioni nel prossimo numero...

Nadir, Gen. 2011

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Proposta: abroghiamo l’abbonamento a “Libero”. Simpatica riflessione sul perché il Collegio dovrebbe cancellare l’abbonamento a questo giornale-carta igienica. Andrea Vezzaro* Lunedì 27 dicembre 2010: “Girano strane sto-rie a proposito di Fini. Non so se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno. Se ho deciso di riferirle è perché alcune persone di cui ho accertato identità e professione si sono rivolte a me assicurandomi la veridicità di quanto raccontato… Toccherà quindi ad altri accertare i fatti… Vero? Falso? Non lo so. Chi mi ha spifferato il piano non pareva mat-to…in cambio dell’informazione non mi ha chiesto nulla… Mitomane? Ricattatrice? Altro? Boh! Perché mi sono deciso a scrivere delle due vicende? Perché se sono vere c’è di che preoccuparsi… Se invece è tutto falso, c’è da domandarsi perché le storie spuntano proprio ora”. L’autore delle righe sopracitate Maurizio Bel-pietro, presunto direttore di un “giornale” (ri-cordiamo che “Libero” è in realtà soltanto car-ta igienica), che negli ultimi giorni dell’anno battezza una nuova forma di disinformazione: le notizie separate dai fatti, la cronaca me-dianica, l’informazione a cazzo, il giornalismo del boh?. L’effetto naturalmente riesce ecco-me: tre inchieste in altrettante procure, ma soprattutto grandi titoloni su tutti i telegiornali nazionali e sulle pagine dei principali quoti-diani. L’autore, divertito con il suo solito ghi-gno da Belzebù e la faccia di bronzo, dichia-ra soddisfatto: “Ho fatto uno scoop, non pote-vo andare dal magistrato sennò mi leggevo la notizia su qualche altro giornale. Ma ho fatto un piacere a Fini, dovrebbe ringraziarmi”. Personalmente, nel mio piccolo e carpendo un’iniziativa già fatta dal vate Marco Travaglio, voglio fare uno scoop e un piacere a Belpie-tro. Pertanto ho deciso di pubblicare le strane storie che girano sul suo conto. Un uomo incappucciato con un tanga, ma con impercettibile inflessione norvegese, mi ha consegnato un dossier fotografico che ri-trae Belpietro travestito da talebano e intento a ricevere alcuni bazooka da Osama Bin La-den in una grotta del Pakistan. Mitomane?

Ricattatore? Altro? Mah! Avrei potuto verifica-re la notizia, ma non volevo leggerla su qual-che altro giornale. Meglio darla subito, poi Belpietro mi ringrazierà con comodo. Una signora di mezza età che indossava una pelle di giraffa e portava in testa un cotechino con lenticchie, ma non pareva affatto matta, ci ha riferito di avere le prove che i delitti di Cogne, Erba, Garlasco, Perugia, Avetrana e via Gradoli sarebbero opera del noto serial killer Belpietro, socio occulto di Bruno Vespa che poi fanno a mezzo con i fornitori di plasti-ci. Se lo scrivo è perché, se è vero, c’è di che preoccuparsi; se invece è falso, c’è da do-mandarsi perché questa storia spunta proprio ora. Un licantropo travestito da Ciccio di Nonna Papera che parla soltanto il babilonese antico mi ha svelato che Belpietro sarebbe solito spalancare l’impermeabile nei giardinetti degli asili nido e sgranocchiare alcuni bambini con tanto di grembiulino per vincere i morsi della fame. Lo scriviamo per il bene di Belpietro, nella speranza che ci ringrazi. Un sedicente caposcorta mia ha confidato che qualche mese fa si inventò di avere sven-tato un attentato a un giornalista e poi, per renderlo più credibile, esplose alcuni colpi di pistola riuscendo a centrare, in mancanza dell’attentatore, il soffitto, il mancorrente della scala e un battiscopa; dopodiché il giornalista andò in tournée in tutte le tv ad accusare la sinistra “partito dell’odio”; poi, quando la pa-tacca stava per essere smascherata, accusò Fini di essersi organizzato un falso attentato per dare la colpa a Berlusconi. La notizia, di-versamente dalle altre, mi pare talmente in-credibile che ho esitato fino all’ultimo a pub-blicarla. Se ne do conto, è solo perché pare che sia vera. (*) Presidente emerito dell’Assemblea