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“Biglietto da visita” ® Volano

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Volano Volano

“Biglietto da visita” ®

Volano

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Presenze in municipio per il pubblico del sindaco e degli assessori

“La Collana di guide dei Paesi del Trentino”. “Biglietto da visita ®” è impaginata e stampata da

Grafiche Dalpiaz srl - 38123 Ravina di Trento (TN) - Via Stella 11/b - Tel. 0461 913545 - www.grafichedalpiaz.com

Si rende noto che sindaco e assessori ricevono presso gli uffici comunali secondo l’orario sotto riportato:

SINDACO - Sig. Mattè FrancescoURBANISTICA - EDILIZIA - EDILIZIA - TURISMO

ASSISTENZA - VIGILI DEL FUOCO

MARTEDÌGIOVEDÌ

17.00-18.0010.30-12.30

VICESINDACO - Sig. Pasquali RudiPERSONALE - LAVORI PUBBLICI - ARREDO URBANO

PATRIMONIO - SERVIZI COMUNALIMARTEDÌ 16.00-17.00

ASSESSORE - Sig. Battistotti MassimoATTIVITÀ SPORTIVE - BILANCIO - INDUSTRIA

ARTIGIANATO - COMMERCIOMARTEDÌ 17.00-18.00

ASSESSORE - Sig. Tovazzi GiuseppeAGRICOLTURA - AMBIENTE - MONTAGNA - VIABILITÀ

MARTEDÌ 17.00-18.00

ASSESSORE - Sig. Zambelli AndreaATTIVITÀ CULTURALI - POLITICHE GIOVANILI

MARTEDÌ 17.00-18.00

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Numeri ed indirizzi utili

Abitanti: 3.043 (1.1.2009)Altitudine: 189 m s.l.m.Festa del Patrono: Purificazione di Maria Vergine - prima domenica di febbraio -

Cap: 38060Mercato: sabato mattina c/o P.zza Pertini

Orario apertura al pubblico uffici comunali:

lunedì - mercoledì - giovedì - venerdì dalle 10.00 alle 12.30

martedì dalle 15.00 alle 18.00

www.comune.volano.it - e-mail: [email protected]

fax 0464 413427

Centralino municipio: 0464 411250

Ufficio Ragioneria: 0464 499931

Ufficio Tecnico: 0464 419312

Magazzino Comunale: 0464 461203

Ufficio Tributi Sovracomunale: 0464 916210

Asilo nido Sovracomunale: 0464 490295

Scuola Materna: 0464 411516

Scuola Elementare: 0464 410475

Scuola Musicale: 0464 410892

Vigili del Fuoco Volontari: 0464 419131 oppure 115

Corpo Intercomunale Polizia Municipale

http://www.comprensorioc10.tn.it

0464/484227 - 0464/484253 - fax 0464/424748

Stazione Carabinieri: 0464 834114 oppure 112

Ufficio Postale: 0464 410450

Amb. Igiene e Sanità Pubblica: 0464 461644 - 0464 453706

Farmacia Comunale: 0464 412596

Comprensorio centralino: 0464 484200

Servizi Socio-Assistenziali: 0464 484211

Parrocchia “Purificazione di Maria”: 0464 410416

Colonia “Santa Maria Goretti”: 0464 438150

Tesoreria Comunale c/o Cassa Rurale Alta Vallagarina:

0464 387200

Trenta spa Luce - Acqua - Gas, segnalazione guasti:

800 289423 (gas metano) 800 969888 (energia elettrica)

Volano VolanoVolano Volano

Ieri, oggi e domani

Leggendo ed interpretando le pagine di storia contenute nel libro “Volano, storia di una Comunità” edito dal Comune e con-densate in alcuni passaggi della presente pubblicazione, si può capire come i volanesi abbiano saputo lasciarsi contaminare dagli scambi e dalle culture che la strada imperiale ha sem-pre portato con se, senza per questo rinunciare alla propria identità e la propria autonomia che con orgoglio ancora oggi intendono valorizzare. I punti di riferimento secolare quale l’as-semblea dei capifamiglia (Regola) e temporale rappresentato della Pieve, ora sono stati sostituiti rispettivamente dall’Ammi-nistrazione Comunale e dalla Parrocchia le quali, nonostante le moderne e mutate esigenze continuano ad operare in stretta sinergia, seppur nel rispetto dei reciproci ruoli primari, anche grazie al fondamentale apporto del volontariato che opera nei più svariati settori, culturale, sportivo, aggregativo e socia-le con proficue ricadute in termini di qualità ed economicità di servizi offerti alle famiglie. Le opere pubbliche e di valenza pubblica messe in campo e migliorate, anche recentemente, grazie a questa collaborazione ed intreccio di risorse umane e sociali della Comunità sono rappresentate principalmente dal-la Scuola Materna, dall’Asilo Nido che offre sevizio anche alle

vicine Comunità di Besenello e Calliano, dall’Oratorio sede di numerose associazioni e di uno dei più grandi cinema-teatro della Vallagarina con il vicino centro sportivo e ricreativo dedi-cato al calcio e alle bocce, per non dimenticare poi la gloriosa Colonia edificata sul monte Finonchio che da tre generazioni ospita le attività di aggregazione estiva dei ragazzi di Volano e dei comuni vicini. Accanto a questo patrimonio sociale rea-lizzato e gestito per l’appunto in collaborazione con la Parroc-chia, il Comune ha voluto comunque dotarsi di una ulteriore serie di strutture destinate al miglioramento della crescita culturale e sportiva della propria Comunità come la Palestra, recentemente rinnovata, la Scuola Musicale nel cui edificio è ospitata temporaneamente la Biblioteca Comunale, il Centro Servizi Anziani nel quale, oltre ad alcuni appartamenti per per-sone autosufficienti, gli ambulatori di medicina pubblica e la Farmacia Comunale, trova sede il Circolo Pensionati e Anziani e l’Università della Terza Età. Negli ultimi anni è stato inoltre ristrutturato ed ampliato il cimitero con il relativo piazzale d’in-gresso. Nell’ultimo anno sono stati effettuati importanti investi-menti per rendere più sicuro l’edificio della Scuola Elementare e per dotarlo di nuove tecnologie legato all’apprendimento delle lingue e dell’informatica. In questi ultimi mesi sono in pie-na attività i cantieri relativi al nuovo arredo urbano del centro storico in porfido con la posa delle nuove reti di distribuzione

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telefonica, elettrica ed illuminazione pubblica che renderanno più gradevole il salotto antico di Volano. Nel contempo è stato predisposto il progetto relativo ai nuovi parcheggi cooperativi pertinenziali che saranno ospitati presso piazza Pertini e parco Legàt al servizio dei residenti. Altri progetti in fase di elabora-zione sono principalmente quello relativo alla nuova Caserma dei Vigili del Fuoco Volontari e relativa riorganizzazione degli spazi presso il Magazzino Comunale, la nuova Biblioteca Comu-nale presso Casa Frizzera recentemente acquistata dal Comu-ne e la nuova Scuola Media dell’Alta Vallagarina dotata di aule adeguate, uffici, mensa, palestra e piscina che sorgerà nella

zona adiacente al magazzino comunale e verrà costruita grazie al contributo della PAT ed alla compartecipazione dei comuni Besenello e Calliano. Alla realizzazione delle opere e dei servizi sopra descritti e di molte altre legate all’aggregazione sociale delle varie associazioni hanno contribuito le varie Amministra-zioni che si sono succedute in un’ottica di continuità del fare. L’Amministrazione Comunale ha inoltre saputo coltivare buo-ne relazioni con le Comunità vicine e non solo e ha cercato di valorizzare la peculiarità della Comunità di Volano di sapersi prendere carico dei propri bisogni in un’ottica di forte sinergia e fiducia fra pubblico e privato.

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Volano

Percorrendo la Strada Statale 12, a 19 km a sud di Trento, verso Rovereto, superato lo splendido complesso medievale di Castel Beseno, e la rocca di Castelpietra in Vallagarina, si entra nel territorio comunale di Volano, che comprende una vasta superficie che va dalle pendici occidentali del Monte Finonchio e del Cengio Rosso alla riva sinistra dell’Adige in una splendida cornice di montagne e coltivazioni di vite, che, ricoprendo le aree alluvionali del Taio, Campià, Loppio e Gor-ga, attraversano la valle dell’Adige lungo la ex strada imperia-le. L’area comunale si adagia su un terrazzo naturale che si affaccia sulla vallata circondata da rilievi prealpini la su una superficie di 10,76 kmq, a circa 189 m. sul livello del mare. Il

clima è temperato grazie alla posizione ottimamente soleg-giata e riparata, adatto alla coltivazione della vite e di altra frutta. A nord dell’abitato, ai piedi del monte Finonchio, si sviluppa la zona indu-striale, cui sono collegate aree boschive e pascoli di interesse naturalistico ed agrituristico. Ai margini dei terreni coltivati il sottobosco è fitto di cespugli di corniolo, ginepro e biancospino mentre boschi di faggi, larici carpini e pini neri si alternano ad ampie aree prative creando l’habi-tat ideale per aquile, camosci, caprioli, scoiattoli e ghiri, volpi, tassi e fagiani. Abitata sin dal mesolitico l’evoluzione di Volano è strettamente legata alla vita del fiume che per secoli , ha rappresentato una preziosa risorsa economica e importante via di comunicazione ma anche una minaccia da presidiare con la rigorosa manutenzione delle sponde. Le pendici par-ticolarmente friabili delle formazioni rocciose della Padella e del Cengio Rosso diedero origine alla grande frana di Ca-stelpietra, tra Volano e Calliano, che nell’883 deviò il corso del fiume dal suo alveo originario allontanandolo dall’abitato di Volano oltre il Taio, una vasta zona umida e naturalistica ora coltivata a vigneto e frutteto.

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Posizione geograficaVolano è adagiata su un terrazzo alluvionale a 189 msm sul versante sinistro dell’Adige in Vallagarina , 19 km a sud di Trento sulla n.12 dell’Abetone e del Brennero che, correndo paralle-lamente al fiume Adige, la collega a Verona, in Veneto, Trento e Bolzano per poi proseguire fino in Austria. Il suo territorio si svilup-pa per quasi undici chi-lometri quadrati dal fon-dovalle alla sommità del monte Finonchio (1603 msm.). A parte alcune aree di villeggiatura estiva e la colonia S. Maria Goretti, situate sulle pendici del Finonchio e alcune abita-zioni situate verso nord e sulla collina verso Rove-

reto, il paese di Volano è concentrato in un unico nu-cleo abitato ai lati dell’antica strada romana e poi via imperiale (via Claudia Augusta) che collegava Rovereto con Trento e, per esteso, l’Italia al mondo tedesco.Confina con i comuni di Nomi, Calliano, Rovereto e Po-

marolo ed è circondata da rilievi prealpini rico-perti da aree boschive.Dista, inoltre, rispetti-vamente circa 4 km dal casello di Rovereto Nord dell’autostrada Brenne-ro-Modena (A22) e dallo scalo ferroviario di riferi-mento sulla linea Verona-Brennero. L’aeroporto più vicino è quello di Verona a 80 km di distanza, quello di Mila-no/Linate a 202 Km, quel-lo intercontinentale di Milano Malpensa si trova a 240 km, l’aeroporto di Venezia a 140.

Vista di Volano da “Fontana Fredda”

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Il nome di VolanoIl nome del comune pare avere almeno tre possibili deri-vazioni. La prima è in stretta relazione con abellana, nome latino degli alberi di nocciolo molto diffusi nell’area , ipotesi raf-forzata dal nome tedesco di Nussdorf (paese delle noci) at-tribuito a Volano nel medioevo dalle popolazioni tedesche di Folgaria. La seconda , di origine romana, è collegata ai prediali che derivavano i toponimi dai nomi propri, in questo caso Avo-lius, Bolanius o Volius. La terza potrebbe essere collegata alla locale produzione di ceramica o olla che risale alla preistoria. Alcuni studiosi (Pfister) ipotizzano un’origine prelatina o celtica del nome da avon(acqua)-lan (terra), ovvero “terra vicino al fiume” avallata dal fatto che fino al IX sec dC il paese era bagnato dall’Adige e che due frazioni del vicino comune di Avio, Vo Destro e Vo Sinistro che sorgono presso il fiume, hanno il prefisso Vo.Paolo Diacono cita il castrum Volanaes tra quelli distrutti dai Franchi nel 590 mentre documenti del 1197 menziona-no l’esistenza di una pieve ad Avolanum che successiva-mente, nel 1250, prenderà il nome di Burgus Avolani.

Lo StemmaQuesto antico stemma fu, riconosciu-to ufficialmente il 15 maggio 1931.

Nello scudo coronato sono rap-presentati due alberi di noccio-lo intrecciati e con radici sullo sfondo del cielo azzurro. Com-pletano l’emblema tre stelle d’argento a 6 punte. Circonda-no lo scudo i tipici ornamenti

degli stemmi comunali : due rami con fronde legate da un nodo d’ar-

gento e azzurro con cocche e nastri.

di Raffaelli & Lorenzi

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L’Economia

La dinamicità del tessuto economico di Volano ha sem-pre avuto una forte impronta dalla presenza della Stra-da Imperiale, ora Strada Statale 12 che, nonostante l’attuale disagio provocato dal traffico di passaggio, ha offerto opportunità di scambio culturale per la popola-zione e di visibilità per le aziende insediate sul proprio territorio.Il settore primario, specialmente in passato, ha sem-pre avuto un ruolo di fondamentale importanza per il sostentamento della popolazione, specialmente per quelle coltivazioni ed allevamenti destinati all’auto-consumo. Durante il 1800 e 1900 ebbero una discreta diffusione le colture legate all’allevamento del baco da seta e del tabacco, il cui impulso fu legato alla presenza nella vicina Rovereto di aziende di trasforma-zione specializzate nei rispettivi settori. Anche Volano fu coinvolto da insediamenti analoghi, infatti operò per diversi anni una realtà dove lavoravano molte persone, specialmente donne, nella quale veniva trattato ed essi-cato il tabacco, l’antica “Masera” ora abbattuta per far posto alla Scuola Elementare.

Attualmente le aziende agricole sono fortemente ridi-mensionate ed il tempo pieno ha lasciato il posto al part-time anche grazie alla meccanizzazione che ha reso più agevole il lavoro nei campi. Il territorio col-tivato di Volano si aggira attorno ai 300 ettari la metà ubicati nella piana dell’Adige sotto l’abitato e l’altra adagiata sulla dolce collina posta sopra il paese alle pendici del monte Finonchio. Nelle coltivazioni la par-te principale è riservata ai vigneti, anche se vi è una

La zona industriale e artigianale di Volano realizzata all’estremità orientale del paese negli anni Sessanta e Settanta del Novecento.

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buona presenza del melo con impianti specializzati di qualità ed altra frutta minore quale il susino, il kiwi ed il ciliegio quest’ultimo coltivato con il sistema stori-co, ovvero con la presenza di grandi ed antiche piante collocate per lo più sui confini dei vigneti le quali, pro-prio per la loro imponenza hanno ancora la funzione di ancoraggio dei fili che sostengono le viti. Dal nome dei ciliegi, in dialetto “ziresi” deriva il toponimo dal quale ha avuto origine la famosa zona di produzione del “Marzemino di Ziresi” ora D.O.C. Trentino Superiore. Questo vino prodotto dalle uve provenienti dai terreni collocati a nord dell’abitato, dove una volta si estraeva l’argilla, assume, grazie alla compattezza del terreno ed ai profumi trasmessi dal microclima della zona pe-demontana, un colore rosso rubino ed un sapore secco e pieno che trova la sua massima espressione dopo un invecchiamento di due anni in botti di rovere. Il territo-rio di Volano, specialmente quello collinare, è inoltre molto rinomato per la produzione di chardonnay dedi-cato alla trasformazione dello spumante “Trento DOC metodo classico”.Il settore agricolo ha stimolato, a partire dagli anni settanta, l’avvio di attività legate alla filiera agroindu-striale quali cantine, magazzini frutta e distillerie anco-

ra molto attive, insediate nella zona artigianale sorta a nord dell’abitato. Nella stessa zona e nello stesso perio-do sono sorte molte altre attività manifatturiere legate al settore dei serramenti e rivestimenti in legno e PVC ed aziende metalmeccaniche che danno lavoro a nume-rose maestranze anche provenienti da fuori comune. Molto attivo è anche il settore dell’edilizia e delle attivi-tà artigianali ad esso collegate, nonché attività legate alla cura della persona come laboratori di parrucchie-re ed estetica. La vicinanza alle vie di comunicazione ha da sempre stimolato anche il settore del terziario con la presenza di attività commerciali insediate sia in centro storico con una forte valenza sociale, sia sull’as-se viario della SS 12. Grazie alla vocazione sociale del paese di Volano recentemente sono sorti anche servizi legati all’assistenza di persone disabili che occupano molte persone fra volontari ed operatori professionali. Sempre nel terzo settore merita segnalare una buona presenza di pubblici esercizi ed attività di ristorazione nonché, nell’ultimo periodo, l’avvio di attività di acco-glienza come B&B collegati all’effetto traino turistico dovuto all’avvio del MART e dell’attività della Strada del Vino e dei Sapori della Vallagarina di cui il Comune di Volano è socio fondatore.

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L’abitato

L’abitato di Volano conserva an-cora nella sua parte più antica le case tradizionali con aie lastricate, ballatoi e scale esterne. Lungo la ex strada imperiale , parallela alla strada statale, si possono ammira-re palazzi di epoca barocca abbelliti da affreschi, logge e portali. L’ac-cesso da nord è consentito dalla SS 12 dopo i Salenghi, dove si sviluppa l’area industriale.Seguendo le indicazioni che portano in Paese, il nucleo urbano si svi-luppa lungo l’asse stradale dove i porticati danno accesso a cortili in-terni cui si affacciano diverse abi-tazioni. Entrati in paese lungo la via Roma si incontra subito a sinistra la chie-setta di S. Rocco con preziosi affre-schi del 400 e del 500.

Di fronte un giardino co-munale con area verde ove sono stati rinvenuti i resti di un edificio roma-no. Subito dopo il primo esempio di architettura rinascimentale, il balcone barocco in pietra con ri-ghiera in ferro battuto di casa Gioseffi. Il portale tra due colon-ne scanalate con capitelli corinzi porta la data del 1502. Appena più in la, casa Friz-zera: al primo piano un elegante loggiato a sette archi. Sotto, al livello stra-dale, si trova un portale settecentesco, più squa-drato e massiccio. Casa Raffaelli mostra un affre-sco allegorico.Al termine di via Roma

Facciata di Casa Gioseffi, in via Roma 17

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confluiscono Via Venezia che va verso l’Adige e Via Galilei e via Camposala dove si può vedere un capitello di pre-gio risalente al ‘500: all’interno della nicchia un affre-sco raffigura Gesù che incontra la Madre, circondato dai santi Valentino, Rocco, Lorenzo e Sebastiano.Proseguendo lungo la strada principale, che da qui pren-de il nome di via Trento ancora due affreschi : il primo, del 1494, decora casa Tovazzi e raffigura una Madonna col bambino ed angeli, mentre una madon-na con bambino e santi orna, sull’altro lato, casa Consolati. Altri affeschi a ca-rattere mariano ed una Annunciazione all’incrocio con via Stazione. Prose-guendo per via Tren-to, alla successiva svolta destra da un trivio ad Y partono

contemporaneamente le vie Ponta e Viate. Questo punto è noto come la Crosera: su casa Huez un grande capitello con iscrizioni del 1404 rappresenta la Sacra famiglia ed i Santi Rocco e Sebastiano. Da qui si intravede la scalinata in pietra che conduce al Sagrato della Chiesa arcipretale che sorge sul dosso, al vecchio Municipio con portale in pietra e, seguendo per via S. Maria, alla nuova sede municipale ospitata presso le ex Scuole Elementari.

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Il centro storico

Volano - comunità contadina senza padroni e senza bene-fattori e quindi costretta, ora per migliorare ora più spes-so per sopravvivere, a fare sempre e pressoché tutto da sé - quell’esercizio di autogo-verno, quella partecipazione paritaria alle decisioni d’in-teresse collettivo, quel coin-volgimento di tutti, anche con la prestazione gratuita, alle realizzazione di pubblica utili-tà, anche la struttura edilizia del centro storico volanese è tutt’altro che estranea al formarsi di un’abitudine alla collaborazione. Esso infatti si è sviluppato, per lo meno dal XVI e fino al XIX secolo, per agglomerazione degli edifici

Visione dall’alto della zona sud-orientale del centro storico di Volano

Scorcio di casa Voltolini, in via Venezia 13

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Scorcio di casa Voltolini, in via Venezia 13

lungo poche strade e, a ridosso di quelli, attorno a cortili interni, utilizzando talora lo stesso muro, le stesse pietre (tipi di costruzione del tutto diversi, come i “masi” isola-ti di campagna, rimasero invece inconsueti fino a pochi decenni or sono). Una tale struttura - sorta di organismo con membra più o meno compattamente legate e quindi in certo grado interdipendenti - induceva e costringeva gli abitanti al contatto, talvolta stretto fino a condividere spazi comuni nel lavoro e nello svago (ad esempio con i “filò” interfamiliari nelle stalle); e nel contatto stimolava a esercitare e rafforzare, appunto, l’accordo e la solida-rietà, non senza tensioni e contrasti inevitabili anche nel raggruppamento sociale più compatto.

L’edificio tipico di Volano era costituito da un corpo in muratura, integrato da scale, poggioli, ballatoi e solai pensili di legno.

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Il nuovo arredo urbano del centro storicoIn questi ultimi mesi sta prendendo corpo in tutta la sua eleganza il nuovo arredo del centro storico frutto di un progetto che l’Amministra-zione Comunale ha elaborato negli anni scorsi e su cui ha investito molte risorse per ridare dignità al cuore della “Volano antica”.L’immagine complessiva dell’abitato storico di Volano, per i suoi aspetti architettonici, rappresenta inequivocabilmente il documento più signifi-cativo per raccontare la storia della sua formazione e crescita. E’ par-tendo da questo presupposto che l’ideazione del progetto ha trovato la sua naturale evoluzione nel cercare di mantenere e, se possibile, valoriz-zare le funzioni legate alle esigenze abitative vista la forte presenza di fa-miglie che vi risiedono, ma anche commerciali testimoniate dai negozi e botteghe artigianali che ancora oggi portano avanti la loro attività e ag-gregative grazie alle varie manifestazioni che si svolgono durante l’anno.Analizzando le vecchie foto si è notato come in passato le strade fossero costituite prevalentemente da pavimentazione in terreno battuto e aciot-tolato nelle adiacenze dei manufatti in pietra e nelle corti private. Negli anni cinquanta vennero poi pavimentate in porfido e, recentemente, ri-coperte da asfalto a seguito della posa della nuova rete di fognature, acquedotto e metano. Era giunto perciò il momento di ridare dignità a valore storico alle strade ed ai luoghi che hanno segnato la storia delle famiglie di Volano cercando di mantenerne il più possibile i tratti carat-teristici seppur in un’ottica di mutate e moderne esigenze. E’ stato così che, per quanto riguarda la pavimentazione, si è voluto privilegiare il porfido in cubetti posati ad archi contrastanti per la quasi totalità delle vie eccetto che per le vie Trento e Roma per le quali, avendo le stesse

una carreggiata più ampia, è stata prevista in aggiunta una cunetta cen-trale composta da una doppia piastra sempre in porfido trentino. Inoltre in alcune situazioni più significative e di fronte a manufatti importanti è stato inserita una pavimentazione in aciottolato. Le novità principali del nuovo arredo sono però rappresentate dalla nuova configurazione di piazza Marconi che, con la demolizione della vecchia cabina elettrica ha potuto assumere in parte le funzioni di spazio dedicato alle relazioni sociali e dalla collocazione al centro della “Piazota” di una nuova fontana in pietra che, attraverso una ricostruzione storica seppur ridotta per esigenze di spazio, ha cercato di ricreare in chiave contemporanea l’am-biente originario dell’antico lavatoio demolito nel 1962.Nell’ottica di una valorizzazione complessiva del centro storico in tutti i suoi elementi più importanti, sono inoltre state sostituite, dove risultava necessario, le soglie dei portali utilizzando nuovi materiali che si rifaces-sero a quelli esistenti come pietra calcarea bianca o porfido.Da sottolineare che unitamente al nuovo arredo è stata posata in tutte le utenze, sia pubbliche che private, la nuova infrastruttura composta da cavidotti adatti a sviluppare le nuove tecnologie per la larga banda, nonché la nuova rete di distribuzione elettrica con la realizzazione di due nuove cabine interrate. Anche la nuova illuminazione pubblica ha assunto i connotati di una volta attraverso la riproposizione moderna delle antiche lanterne a braccio che fanno bella mostra di se sulle fac-ciate delle case.Il centro storico insomma concepito possibilmente come luogo di re-lazione fra persone con l’auspicio, che i vari importanti interventi di abbellimento e funzionalità fin qui eseguiti contribuiscano a migliorare la qualità della vita dei suoi residenti e, grazie all’accogliente ed accat-tivante ambiente capace di attirare nuovi visitatori, il progresso delle attività economiche che vi operano.

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Le botteghe del centro storico...

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La Pieve della Purificazione di Maria e la Chiesa di San Rocco

Il comune di Volano ha vissuto diverse stagioni di particola-re rilevanza artistica, ed architettonica. Per secoli a partire dal XV secolo, i rapporti artistici di Vo-lano si sono saldamente intrecciati con l’area veronese e veneziana più vivaci e feconde rispetto a quella germanica per ravvivarsi intorno al XVII secolo. Questi cambiamenti si sintetizzano nei due principali edifici religiosi del paese: la Pieve della Purificazione di Maria e la piccola Chiesa di S Rocco. La Pieve della Purificazione di Maria costruita su un rilievo roccioso a sud del Paese è il più antico edificio documenta-to di Volano. Nominata già alla fine del XII sec. in occasione della consacrazione della vicina chiesa di S. Ilario e ritocca-ta più volte nei secoli successivi la Pieve presenta una ele-gante facciata tardo barocca. Venne ricostruita nelle forme attuali alla seconda metà del Settecento su iniziativa della comunità locale che ne commissionò i lavori a Giuseppe Antonio Sartori (abside) e Bernardo Tacchi (facciata) due tra i più valenti architetti lagarini dell’epoca: L’interno a lar-

L’altar maggiore della parrocchiale di Volano.

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ga aula con vol-ta adornata di stucchi è impre-ziosito da otto altari barocchi in marmi poli-cromi, diversi dei quali risalen-ti alla grande tra-dizione scultorea settecentesca delle botteghe castionesi (Fran-cesco Passerini, Valentino Villa, Giovanni Antoni-ni). Le tele e gli affreschi sono della stessa epo-ca. Fra le pitture

sono da segnalare le grandi tele settecentesche del pitto-re veronese Bartolomeo Zeni. Sul sagrato della Chiesa si trova la cappella della Confraternita con un altare ligneo ed una pala ottocentesca.

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La Chiesa di San Rocco

La chiesetta gotica di S. Rocco, è un piccolo gioiello affre-scato. Costruita ver-so la seconda metà nel 300 forse su una chiesa preesistente, secondo alcuni stu-diosi, già dal 1050, fu rimaneggiata nel 400 e interamente affrescata sul finire di quel secolo e nei primi tre decenni del secolo successivo da Maestranze veronesi quali Gaspare Rotal-do e forse Francesco Verla. La chiesa ven-ne consacrata il 16 agosto 1502. Originariamente co-struita fuori dalle

mura lungo la vecchia strada imperiale che at-traversa comple-tamente Volano, la chiesa è ora inclusa nell’abi-tato a nord del Paese.La peste era una calamità piut-tosto frequente nel Medioevo ed il culto di San Rocco, protetto-re dalla peste, si diffuse nel XVI secolo edivenne

particolarmente sentito in occasione dell’epidemia del 1630 , quando la chiesa fu oggetto di lavori e ristruttura-zioni. All’epoca un piccolo ospedale adiacente alla chiesa offriva riparo a viaggiatori, poveri e bisognosi, sostenu-to dai lasciti dalle elemosine della comunità. Nel 1700 la chiesa e l’ospedale ospitarono le riunioni della Regola

Il presbiterio, le storie di San Rocco

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assumendo anche un rilevante significato civile ed identi-tario per la comunità.Sia la facciata che l’interno della chiesa sono interamen-te affrescati. Nella facciata a capanna resta solo l’affre-sco superiore con Angeli che suonano, santi e Madonna: resti di notevole valore di un Giudizio universale dicui la aprte superiore rappresenta il paradiso. Pare che la vivida rappresentazione della parte inferiore che rap-presentava il purgatorio e le fiamme infernali fosse ri-mossa . era così realistica da aver terrorizzato i cavalli dell’impetratice Maria Teresa d’Austria che ne ordinò la cancellazione. Ai lati della porta di ingresso le finestre ogivali furono ricavate successivamente, nel 1800.L’interno ad un sola navata è di particolare interesse. Il soffitto è in legno. L’altare maggiore che raffigura il Santo e ai lati le rap-presentazioni laterali. Le pareti della navata, suddivise in doppia fila di riqua-dri raccontano agli episodi biblici. A destra vita di Gesù e a sinistra la vita di Maria, e la strage dgli innocenti. L’arco trionfale con timpano a sesto acuro riporta le sto-rie di S. Giorgio che uccide il drago, S. Martino e la Cro-cefissione. Nell’abside, con gli Evangelisti ed i Profeti, è Interno della chiesetta di S. Rocco a Volano

La navata, le storie di Maria

e l’infanzia di Cristo, lato destro

Volano VolanoVolano Volano

rappresentato il ciclo delle storie di S. Rocco dell’abside, uno dei migliori del nord Italia. Due piccoli altari pog-giano sull’arco dell’abside. La chiesa di San Rocco oggi restaurata è fra i più interessanti simboli artistici del pri-mo rinascimento del Trentino e testimonianza del clima culturale del paese alla fine del 400. Lungo la ex strada imperiale si possono ammirare numerosi edifici della stessa epoca con bei portali ed eleganti facciate (case

Raffaelli, Gioseffi, Cai-nelli, Tovazzi).

La navata, le storie di Maria

e l’infanzia di Cristo, lato destro

La navata, la passione di Cristo,lato sinistro

Volano VolanoVolano Volano

Eremo di Santa Cecilia

Sulle pendici del Monte Finonchio, su una cengia nel cuo-re dello strapiombo conosciuto come Cengio Rosso che domina la Vallagarina a nord del Paese, in uno splen-dido contesto paesaggistico, sopra CastelPietra si trova l’eremo di S. Cecilia, caratteristico edificio del Settecento, ex romitorio, eretto su una edicola seicentesca dedicata alla Madonna sul Trono.

“Questo romitaggio si trova in un incavo del Zengio Rosso presso Castelpietra in territorio di Volano. Dal basso del-la valle nulla si vede, anzi parrebbe impossibile che ci sia qualche cosa di più dei nidi del passero solitario. Eppure vi è un piccolo piazzale e addossata alla rupe a strapiom-bo la capellina con due piccoli locali, dei quali uno serve da ripostiglio, l‘altro da cucina per i visitatori. Dal ciglio del piazzale si domina la valle dell‘Adige da Trento fino a Rovereto, si vede il fiume azzurro snodarsi attraverso le campagne e i paesi accostati ai piedi dei monti”.

L’iscrizione sulla nicchia affrescata che funge da pala d’altare, riporta la data d’originedel capitello e i suoi au-

tori “QUESTA OPERA LA FATA F(ARE) RAFAEL DE RAFAEI E ZUAN BATISTA DE SPERANZA MASSARI DI LIMOSINA. 1611”, ma probabilmente le sue origini sono più antiche.Dalla cappella si gode uno stupendo panora-ma della vallata sotto-stante.Una tradizionale processione ogni anno, il 5 agosto, porta in pellegrinaggio i devoti di Volano all’eremo di S. Cecilia. Il pellegrinaggio fu ufficializzato nel 1716, poco dopo la trasformazione dell’eremo in cappella, ma solo nel 1830 l’arciprete “canonizzò” la data del 5 agosto e non il 22 novembre, data in cui la Chiesa festeggia la Santa.Il pellegrinaggio all’eremo rientrava infatti tra le più an-tiche processioni della popolazione di Volano, forse per ricordare gli abitanti salvati dalla franadel Cengio rosso (883); forse per scongiurare la siccità che d’estate mi-nacciava il raccolto, o forse ancora un voto della popola-zione per essere stata risparmiata dal saccheggio fran-cese del 1703.

Nei suoi tratti più esposti il sentiero è protetto con cordini e sostegni metallici

Volano VolanoVolano Volano

I Capitelli nei borghi e nelle campagne di Volano

Tipica testimonianza della religiosità e della devozione degli abitanti di Volano nelle sue espressioni quotidiane è rappresentata dai numerosi capitelli, edicole e tabernaco-li dedicati alla Madonna e di Santi protettori che sorgono agli incroci e lungo le strade della campagna volanese. Alcuni erano stazioni della via crucis o delle processioni le-gate alle Rogazioni di primavera; quali il tabernacolo della madonna nella località Ziresi, all‘imbocco della strada del Finonchio.Sulla facciata di casa Gelmi, in via S.Maria n.17, una depo-sizione dalla croce modellata ai primi del ‘900 in cotto colo-rato, secondo i canoni tradizionali della scultura popolare Edicola sulla facciata di casa Alovisi (HUEZ?) alla Crosera. Secondo l‘iscrizione fu eretta nel 1404 ma più volte rima-neggiata fino al 1872: sullo sfondo d‘un paesaggio aperto è rappresentata la Sacra famiglia con angelo che offre un cestello, fra San Sebastiano e San Rocco in primo piano. Sulla facciata di casa Tovazzi, nella piazza omonima, trac-ce d‘una Madonna con il Bambino seduta su un modesto trono marmoreo. Sullo sfondo un paesaggio vistosamente

incorniciato da motivi ornamentali.Pregevolissimo l‘affresco sulla parete di casa Consolati, in Via Trento n.13: Madonna col Bambino (tra due Santi), che nella struttura e nel cromatismo richiama i modelli

Il settecentesco tabernacolo del Crocefisso, fra Riselè e Pióveghe

Volano VolanoVolano Volano

della pittura veneta del ‘500. Notevole e singolare è invece l’edicola sul muro d‘un orto verso la sommità di via Cam-posala: sui relitti d‘un arco di mattoni, nella nicchia è riconoscibi-le una stazione della Via Crucis con Gesù che cade sotto la cro-ce; sull‘arco a larghe bande sono in parte visibili figure di santi.Madonna col bambi-no fra San Domeni-co e Sant‘Antonio da Padova sono visibili nel tabernacolo in lo-calità Maseroni, oltre la via Galilei: il dipin-

to, oggi fortemente ritoccato, appare di discreta fattura ottocentesca; da notare la testimonianza d‘un arcaismo

fonetico nella scritta B.V AGIUTO, entro l‘aureola della Ver-gine. Il tabernacolo del Crocefisso si trova ad un crocevia fra Riselè e Piòveghe, segnato da un tiglio secolare ormai abbattuto. Quando fu eretto, nel 1775, ospitava la croce dell‘antica chiesa arcipretale e fino agli anni Sessanta fu meta d‘una solenne processione annuale. Il tabernacolo di Sant‘Antonio, costruito nel 1882 in un incavo naturale della roccia lungo la Strada Vecchia era, fino a qualche decennio fa, la prima tappa di ristoro per chi saliva a piedi in mon-tagna. L‘iscrizione dell‘architraveè nella tipica grafia gotica dell’epoca.

La deposizione di Gesù nel sepolcro,una della 14 stazioni della Via Crucis

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La Storia

I primi insediamenti umani nella zona di Volano risalgono alla preistoria. Sono del Mesolitico(8000-4500 a.C.) punte di frecce in selce, resti animali e le sepolture giovanili con scarsi corredi rinvenute in una cava in località “Paludei”, mentre resti di antropizzazione risalenti al Neolitico e al periodo del Bronzo antico (1800-1600 a.C.) e Bronzo medio (1600-1300)e frammenti ceramici furono rinvenuti a sud del dosso Destor, sul dosso di Gorga e sui rilievi del Ca-stel e del Cuchet, forse antichi castellieri preistorici , che proteggevano i primi nuclei abitati dalle esondazioni del fiume. Un periodo celtico si registra intorno al 500 aC con i primi insediamenti stabili ed abitazioni con opere murarie a secco. Un sepolcreto, monete e reperti della Roma im-periale testimoniano il passaggio delle truppe romane lun-go la strada imperiale che venne poi denominata Claudia Augusta, ed i successivi stanziamenti romani che a partire dal II sec. aC e nei primi secoli dopo Cristo portarono alla graduale integrazione con le popolazioni locali e alla roma-nizzazione del territorio. A questo periodo risalgono reper-ti vari e monete ritrovati a Volano tra il 700 e l’800, una pietra miliare del 361dC, circa, rinvenuta sul Dos Destor

La collocazione politico-istituzionale e amministrativa di Volano durante l’età moderna nella carta 4 del Tirol Atlas.

di Dalbosco Michele

Volano VolanoVolano Volano

e, tra gli altri, i resti di un edificio romano del III-IV secolo d.C. (tegole, coppi e peso per telaio con marchio impresso) venuti alla luce alla periferia nord del paese, di fronte alla chiesa di S. Rocco nei cui pressi probabilmente passava anche il confine tra il municipio romano di Trento e quel-lo di Verona. Dopo le invasioni barbariche di Unni, Baiuvari e Franchi la zona atesina venne governata dai Longobardi che organizzarono il territorio in 36 ducati tra cui quello di Tridentum che giungeva sino ad Avio e la cui superficie corrispondeva grossomodo al municipio romano. Risale a questo periodo ( 590 dC) la prima testimonianza dell’esi-stenza di Volano. Paolo Diacono, storico dei Longobardi nel suo “Historia Longobardorum” menziona infatti il castrum “Volaenes” come uno dei dodici villaggi longobardi distrutti dai Franchi durante una loro incursione nella valle dell’Adi-ge e in Vallagarina. I resti di un antico castello erano anco-ra visibili sul Dos Destor nell’800. Al periodo longobardo si fanno risalire anche alcuni toponimi (Camposala, Salengo e gahagi –gazzi-che significa bosco, riserva). L’organizzazio-ne territoriale di epoca medievale era caratterizzata da tre istituzioni fondamentali: la pieve, la comunità e la giurisdi-zione feudale. Con Lizzana, Mori e Villa Lagarina, Volano fu sede di una delle prime quattro Pievi della Vallagarina che divenne sede fortificata con una possente cinta muraria e

Il Castello della Pietra visto da Volano.

Volano VolanoVolano Volano

Il Castello della Pietra visto da Volano.

ben 8 porte di accesso. E’ del 1197, nell’atto di fondazione della vicina chiesa di S. Ilario, la prima menzione della libera comunità di Volano, e della pieve di S. Maria , entrambe nella giurisdizione di Castel Beseno in cui era inserito il territorio di Volano. Conteso tra i conti di Appiano e i Castelbarco nel 1208 Volano viene venduto a Federico Vanga che lo porterà in dote alla Diocesi di Trento all’atto della sua investitura come Principe vescovo. Volano resterà per secoli posse-dimento dei principi Vescovi di Trento. In questo periodo il

Paese e la Vallagaria godono della più ampia autonomia : il governo è assegnato a dei “capitani” tra i quali conti Tirolo, i de Beseno, il famoso Jacopino da Lizzana e i Castelbarco. Nel 1319 viene nominato anche un antico insediamento de-nominato Barbarola, ora scomparso, sito ad est del Destor in un’area che all’epoca apparteneva, invece, ai Veneziani. Nel secolo successivo la famiglia dei Castelbarco si allea con i Venezioni ma viene rapidamente estromessa e nel 1439 Volano si arrende alla Repubblica di Venezia che fissa i nuoviconfini a Castelpietra. Successivamente rivendicata dai Trapp, insediatisi a Castelbeseno, si giunge ad un com-

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promesso, il confine viene arretrato e per qualche tempo Volano viene divisa: il Borgo va ai Trapp mentre la Villa resta a Venezia. Le due aree graviteranno la prima intorno alla antica chiesa del borgo consacrata prima a santa Cecilia, poi alla Madonno a quindi a San Rocco. La seconda alla chiesa di S.Pietro, poi dedicata alla Purificazione di Maria. Nel 1487 scoppia il conflitto tra Venezia e l’imperatore Federico III. La sconfitta del Capitano Roberto da Sanse-verino nella battaglia di Calliano, il 10 agosto 1487, non modifica la situazione di Volano che sotto i veneziani gode per qualche tem-po di un periodo di rinnovato benessere e privilegi. Sconfitta Venezia alla Ghiara d’Adda (1508), l’Austria occupa la Valle Lagarina, formando sulla sinistra dell’Adige una Pretura com-prendente i Paesi del vecchio distretto vene-ziano, facente capo a Rovereto, nella quale viene inserito anche Volano che diventa così suddito immediato dell’Impero e della Con-tea del Tirolo. Il cinquecento è un periodo dificile. L’Austria impone tasse e balzelli che suscitano la rivolta dei contadini. Gli avvoca-ti di Volano, Saibanti e Matteo del Ben ven-

gono imprigionati per aver difeso gli statuti a garanzia dei privilegi (diritti) di Volano. Lo statuto di Volano del 1584 è un importante documento che regola diritti e doveri della comunità, legati principalmente all’economia locale. Sono le pubbliche assemblee denominate “regole” che decidono democraticamente degli affari della comunità e dirimono le controversie . I verbali giunti fino a noi documentano le

tappe principali della comunità nel’ 600 e nel ‘700. Con le guerre napoleoniche nel 1801 cade il Principato vescovile al quale, tranne brevi parentesi, Volano aveva ap-partenuto per quasi 600 anni. Austriaci e francesi si alternano così come battaglie e scorribande. Tuttavia si svilup-pa l’industria della seta che porta nuova ricchezza e per qualche tempo Volano di-venta uno dei maggiori centri di produzio-ne di bozzoli. Al regno bavarese (1806-1810) segue il re-gno d’Italia di Napoleone (1810-1815) e con il Congresso di Vienna il comune di Volano torna all’Austria, per rimanervi fino alla fine della Prima Guerra mondiale, quando nel 1918 venne annesso al Regno d’Italia.

Volano VolanoVolano Volano

Emigrazione della gente di Volano

La gravosa situazione economica e sociale caratterizzata da notevoli squilibri tra le risorse disponibili e la popola-zione era diffusa ovunque agli inizi dell’800. Alle disastrose guerre napoleoniche e alle calamità naturali e metereologi-che seguì un breve periodo di relativo benessere legato alla produzione della seta, al decollo industriale di Rovereto, dove i volanesi si recano a piedi attratti dalle nuove op-portunità di lavoro, e allo sviluppo delle attività legate alla costruzione della Ferrovia nella valle dell’Adige. Alla industralizzazione segue tuttavia il declino delle atti-vità agricole e la manodopera sottoccupata nei campi è costretta ad emigrare.Nella Vallagarina la situazione è sempre più critica: fame, miseria e mancanza di lavoro danno origine, durante il pe-riodo invernale, alle emigrazioni temporanee di contadini, braccianti, operai e artigiani verso varie regioni dell’Europa ma soprattutto verso l’Americadel Sud, Brasile ed Argenti-na. Tra il 1855 e il 1875 una serie di disastri si abbattè sulla regione. Le nuove malattie delle piante , in particolare delle viti e dei gelsi hanno effetti pesantissimi nella produzione

viticola e sull’industria della seta e gradualmente l’emigra-zione si trasforma da temporanea a permanente spingendo molti abitanti di Volano verso le lontane Americhe. Nella seconda metà degli anni Settanta l’esodo diventa parti-colarmente vigoroso, favorito dall’evoluzione dei mezzi di trasporto che aprono nuove vie di comunicazione. Secondo il Guetti ben 92 uomini e 72 donne migrarono da Volano verso il continente americano. Mentre il governo austriaco e le amministrazioni comunali cercano di scoraggiare il flusso migratorio ponendo diffi-coltà al rilascio dei permessi e vincolandoli alla rinuncia di beni e terreni, le rimessedegli emigrati portano indubbi benefici alla regione contribuendo non poco allo sviluppo del paese e a rilanciare lentamente l’economia locale in particolare la viticoltura e la frutticoltura. Un ruolo fondamentale legato allo sviluppo di nuovi modelli associazionistici e organizzativi è da riconoscersi ad un il-lustre cittadino di Volano, Giovani Battista Panizza, che con-tribuì significativamente alla nascita dei primi movimenti cooperativo-solidali fondando la Società Agricoltori della Vallagarina, cui seguirono le prime famiglie cooperative, la Cassa di Risparmio ed altre iniziative che capitalizzando l’onesta laboriosità locale portarono ad una significativa crescita economica, civile e sociale.

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Il trauma della guerra

I lunghi anni del primo conflitto mondiale, che videro vaste aree del Trentino teatro delle ostilità belliche, lasciarono un pesante segno sull’economia locale, riscontrabile non solo nelle distruzioni e nei danneggiamenti materiali, ma an-che nel crollo di ogni attività produttiva. La Comunità di Volano, pur in prossimità del fronte, aveva evitato il dramma dell’evacua-zione, ma non aveva certo potuto esimersi dal soffrire tutti i di-sagi dell’occupazione militare in un clima di mobilitazione gene-rale e di economia di guerra. All’indomani della cessazione del conflitto dunque an-che gli abitanti di Vo-

lano, al pari dell’intera popolazione trentina, si trovarono a dover affrontare l’opera di ricostruzione e di recupero delle proprie capacità produttive, in un contesto tanto isti-tuzionale, quanto economico, che vedeva sconvolto ogni precedente equilibrio. Di fronte alle perdite umane e al dis-sesto sociale provocato dal conflitto stavano le devastazio-ni e i danni materiali prodotti dai combattimenti, nonché

i pesanti sconquassi finanziari. In partico-lare a soffrire di tale situazione fu tutta la fascia di confine della regione, che da fine maggio del 1915 all’inizio di novembre del 1918 fu al centro di un aspro confronto tra le forze belligeranti e venne sottoposta a una sistematica opera di danneggia-mento, di distruzio-ne e di asportazione

Il traghetto militare da Chiusole a Volano

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di beni, sorte quest’ultima che toccò anche a Volano. Pe-santissime furono poi le perdite finanziarie, al punto che interi comparti dell’economia locale si trovarono decurpati di ingenti risorse. Sotto il peso di uno sconquasso parti-colarmente rilevante, l’economia trentina che, come si è potuto osservare, aveva percorso durante gli anno della belle époque un interessante tragitto di razionalizzazione, portando l’agricoltura verso sempre più chiari obiettivi di mercato e giovandosi di un crescente flusso turistico, ven-ne sottoposta a un drastico degrado.

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Le fornaci di Volano

Nel corso di tutta l’epoca moderna, le fornaci da laterizi più importanti del territorio lagarino furono quelle localizzate lungo il corso del fiume Adige, in corrispondenza degli abitati di Volano e di Villa Lagarina. In esse si producevano gran par-te dei mattoni, quadretti da pavimento e tegole per i manti di copertura dei tetti (“coppi“) necessari alle costruzioni edilizie di tutta la valle.Le fornaci di Volano sorgevano sulla riva sinistra dell’Adige,

a poca distanza l’una dall’altra nella campagna tra il paese e il Castel Pietra: due direttamente sulla via imperiale; due più defilate verso il fianco della montagna. La loro collocazione non era certo casuale. A poca distanza si trova la località “Pa-lui”, a est dell’attuale zona industriale di Volano, in cui si cava-va la materia prima necessaria per la produzione dei laterizi: l’argilla, qui depositata dal fiume Adige in corrispondenza della grande ansa esistente prima della retifica ottocentesca. Diminuendo la velocità dell’acqua, l’ansa favoriva infatti la de-posizione delle finissime particelle di argilla sospese nell’ac-qua. L’estrazione avveniva in prevalenza nel periodo estivo lavoratori asportavano l’argilla fino ad una profondità di 2-3 metri, creando una buca di forma rettangolare. Una volta che si giungeva allo strato sottostante, costituito da sabbia, la buca si riempiva rapidamente di acqua proveniente dalla falda sotterranea, costringendo i cavatori ad abbandonarla per una nuova.L’argilla estratta veniva lavorata nelle fornaci, chiamate a Vo-lano “copère”, in quanto la maggior parte dei laterizi da esse prodotti era costituita dalle caratteristiche tegole ricurve: i cosiddetti “coppi“. Finchè rimasero attive, le fornaci diedero lavoro a diverse persone di Volano (oltre che naturalmente ai diretti conduttori) impiegate nelle varie fasi di preparazione dei laterizi. Vennero chiuse negli anni ‘60 del secolo scorso.

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Le cave di pietra del territorio di Volano

Uno dei materiali fondamentali dell’edilizia storica lagari-na è la pietra, usata come materiale da costruzione nelle murature, nelle volte, nei pilastri, nelle scale e nei poggioli degli edifici, ma impiegata anche nell’ornato architettoni-co: dalle semplici cornici delle porte e delle finestre, ai più importanti portali degli ingressi carrai delle case, anche il campanile è interamente con pietra bianca di Volano. La pietra era inoltre largamente impiegata nelle pavimenta-zioni di cortili e androni sotto forma di ciottoli (“salasài”) e lastre. Un uso così diffuso dei materiali lapidei sottinten-deva un’altrettanto consistente possibilità di reperirne, in loco, con abbondanza. Così nel corso dell’epoca moderna, fino all’inizio del secolo scorso, andò affermandosi l’impor-tanza delle cave di pietra, chiamate localmente “predàre” o “preère”.Sono due le cave di pietra ubicate nel territorio di Vola-no che rivestirono in passato una certa importanza nella vita economica e sociale del paese, ambedue localizzate sul fianco della montagna soprastante l’abitato: quella di “Spiazze”, la più vicina al paese, ai piedi del “Dos di Gàrdo-le”, e quella di “Cornalé”, sulla fascia collinare a sinistra

della strada che conduce verso Saltaria e Noriglio. Le cave sfruttavano la formazione rocciosa nota come rosso am-monitico, ma anche le formazioni più antiche, come i calca-ri grigi di Noriglio o quelle sovrappostesi in seguito, come il biancone.Lo sfuttamento di queste cave è senz’altro antico, anche se le prime testimonianze documentate non sono anteriori al tardo Quattrocento e si ricollegano con l’arrivo a Volano, o quantomeno con la decisione di fermarsi stabilmente in paese, di alcune famiglie di spezapreda originarie del Nord Italia (Valpolicella, Lago di Como, Valtellina e Bergamasco).

Fotografia scattata agli inizi del secolo durante i lavori di costruzione dell’asilo infantile

Volano VolanoVolano Volano

Il fiume

Il fiume era l’elemento geografico più importante del ter-ritorio volanese e la sua centralità, nel rapporto tra am-biente e comunità, era dovuta a due aspetti fondamentali. Da un lato l’Adige costituiva la più importante via d’acqua regionale e forse la più importante via di comunicazione in assoluto; dall’altro i villaggi in cui territorio era sulle sponde del fiu-me dovevano fare continuamente i conti con ricorrenti e rovinose inondazioni che non trovavano seri ostacoli. Il rapporto con l’Adige delle popolazioni lagarine e della comunità di Volano, oscillava così tra la volontà di sfruttare economi-camente la possibilità che il fiume offriva come via di comunicazione e il timore della forza distruttiva che l’Adige esercitava quando sfuggiva al controllo dell’uomo.I commercianti, soprattutto quelli di legname, utilizzarono l’Adige tra

l’area trentina e quella veronese per tutto il medioevo.Gli incontrastati protagonisti del traffico fluviale erano i radaroli veronesi, potente corporazione mercantile che si occupava principalmente di rifornire le imprese edilizie della città veneta. I radaroli derivavano il loro nome delle zates, le zattere, che erano costruite con gli stessi tronchi che venivano fluitati lungo il corso d’acqua fino a giungere a destinazione. Zattere che trasportavano legname, chiatte rimorchiate da riva cariche di merci, piccole imbarcazioni

a vela, traghetti che mettevano in comunicazione le due sponde del fiume, come testimonia la presen-za di un piccolo porto a Chiusole: la vita sull’Adige, quando era ancora possibile navigarlo, doveva essere piuttosto vivace. Per rendersi conto di quanto il pro-blema delle continue esondazioni dell’Adige sia stato fondamentale prima della messa in sicurezza de-gli argini, basta scorrere la raccolta delle calamità capitate in Trentino, messa a punto durante la seconda metà del Settecento e conclusa nel Acquerello di Edmund Gurk risalente al 1840,

imbarco sul traghetto

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1803 dall’erudito volanese padre Giangrisostomo Tovazzi. In essa si può leggere l’impressionante serie di piene che con disarmante regolarità funestavano sia la città di Tren-to, sia la vallata atesina. La comunità di Volano, per cercare di tutelare i propri terreni, aveva stabilito, almeno dall’adu-nanza della regola del 1547, l’obbligo per i membri della comunità di partecipare alla difesa degli argini (“roste”), obbligandoli a prestare dei lavori di manutenzione delle sponde. Nella carta di regola del 1584 era anche previsto l’obbligo di “cavar prede da menare alle rive del Adese”,

operazione volta evidentemente a rafforzare gli argini del fiume. Nella carta di regola del 1654 si precisa che erano i massari a dovere far portare le pietre sulle rive dell’Adige.Poteva essere inoltre richiesto, per chi ne aveva la possibili-tà, l’impiego di carri e di bestiame, necessari alle operazioni di trasporto del materiale da destinare a questo scopo. L’ob-bligatorietà di quelle prestazioni d’opera si desume, oltre che dagli espliciti paragrafi ad esse nella regolamentazio-ne comunitaria, anche dal fatto che la mancata presenza a questi lavori comportava l’iscrizione nei Libri dei manifesti, ossia nei registri delle denunce agli organismi comunali.

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La caduta della frana del Sengio Ros

Cengio, Zengio o Sengio, questo episodio segna una tragica svolta nella storia di un paese nato e sviluppatosi grazie alla presenza del fiume che, deviato, non potrà più sostenere la comunità . Il monte Barco (ora M. Finonchio) dominava con una parete a picco l’Adige che scorreva alla sua base curvando in direzione del Pozzol. A suoi piedi, all’altezza di Castel Pietra dove il Rio Cavallo confluiva nell’Adige, sorgeva il nucleo di Villa della Pietra, con una chiesa dedicata a san Pietro. Nell’883, a causa del disgelo o per una scossa tellu-rica, il fianco del monte già eroso dalla corrente dell’Adige frana sul fiume, costringendolo quasi a tornare indietro. La vicina località della Prea Scritta infatti è sopraelevata ri-spetto al corso del fiume e non consente un deflusso più diretto. Molte persone di Villa si salvarono, forse avverti-te da segni promonitori o perché al lavoro nei campi. Gli scampati, ormai senzatetto, sono dapprima ospitati nelle case del Borgo poi costruiscono le nuove case nella zona a sud di Borgo l’attuale Piazzota, via Volpare, Via Santa Maria dove ricostruiscono anche la chiesa sulle cui fondamenta sorgerà l’attuale arcipretale, dando vita all’attuale Volano.In memoria di questo episodio venne eretto nell’epicentro

della frana un altare dedicato a Santa Cecilia, nel mezzo della parete rocciosa.

OGGILe frane proseguono. L’acqua penetra nelle fratture vertica-li della roccia porosa e ghiacciando provocano un aumento di volume e, con il disgelo, il conseguente distacco. Dopo l’ultima frana del marzo 85, un’altra segue nel febbra-io 2009 e sfiora, in località Marochi, il vecchio maso oggi abitato dalla famiglia Mattè. Circa mille metri cubi di mate-riale, terra e sassi, franati dal Cengio Rosso, sulle pendici del Finonchio, spezzano alberi e piante. Un enorme masso all’improvviso devia la traiettoria e termina la sua corsa a circa 150 metri dal vecchio maso. Uno spettacolo da brividi ma sono tutti illesi, per fortuna, anche i turisti che occa-sionalmente si trovano nella zona. A fermare la frana una vecchia cava di inerti che crea un provvidenziale avvalla-mento a protezione delle case. Già dopo la frana nel 1985 la proposta di una barriera di sicurezza venne accantonata in quanto la protezione offerta dall’avvallamento della ex cava pareva, a ragione, sufficiente a garantire la sicurezza degli abitanti. Due sentieri sono stati chiusi: il “Percorso dell’ar-te”, interrotto dal crollo, e il sentiero che porta all’eremo di Santa Cecilia. Non a caso l’area si chiama Marochi.

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MANIFESTAZIONI

MARTEDÌ GRASSO Sfilata di carnevale con carri allegorici

TERZO FINE SETTIMANA DI MAGGIOsabato e domenica

MemoriaeDevozioni Popolari e Mondo Contadino

LUGLIO “Alta Vallagarina Cabaret”

16 AGOSTO Sagra di S. Rocco

PRIMA DOMENICADI SETTEMBRE

Magnalonga

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Carnevale di Volano

Il carnevale, dal “Giovedì Grasso” al “Martedì Grasso”, è un evento molto sentito a Volano. Da 50 anni l’appuntamento più importante è la sfilata dei carri allegorici, tra le ultime rimaste nei carnevali trentini. I carri che rappresentano per lo più i cartoni animati o le favole, anche se non mancano i riferimenti scherzosi o satirici alla vita del paese, vengono allestiti nei mesi precedenti da gruppi del paese, dai genito-

ri dei bambini delle scuole elementari e non mancano i gruppi di goliardi. La sfilata si tiene nel primo pomeriggio del Martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale e per anni ha ani-mato il centro storico. Ora è stata spostata in un quartie-re più recente accanto alla scuola elementare. Al termi-ne della sfilata una giuria decreta il vincitore, votando il carro più bello.

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“MemoriaeDevozioni Popolari e Mondo Contadino”Terza di maggio. Ogni anno a Volano la terza domenica di maggio è divenuta la più importante ricorrenza del pae-se. La manifestazione ricorda il voto civile e religioso alla Madonna (Maria Ausiliatrice), durante la prima guerra

mondiale. Si temeva infatti che il paese po-tesse venire evacuato al pari di altri comu-ni limitrofi, tra cui anche la vicina Rove-reto, vicini al fronte tra Italia ed Impero Austro-Ungarico (di

cui il Trentino faceva parte). Merito della mancata evacua-zionefu , secondo i credenti, il voto alla Madonna. Volano non fu l’unico paese a scampare all’evacuazione. Vil-la Lagarina, Nogaredo, Calliano, non furono sfollati, anche per garantire all’esercito la manodopera e un retroterra organizzativo. La festa ricorda quei tragici fatti e la manifestazione “Me-moriae” associa la devozione ai momenti di allegria e di

promozione turistica del territo-rio. La manifestazione compren-de varie iniziative: sin dal sabato pomeriggio il centro abitato vie-ne rallegrato da mercatini, gio-chi e ricostruzione degli antichi mestieri. Tutto ha un’aria magica fino al mattino della domenica, quando gli abitanti si preparano alla processione solenne. Ognu-no fa la sua parte chi addobba a festa gli edifici, chi distribuisce candele. La due giorni si conclude con un torneo tra i quattro rioni storici che com-pongono Volano (Corea, Borgo, Crosera e Piazota), seguito dalla Santa Messa e dai fuochi d’artificio.Con la Terza di maggio si completano le sagre storiche del paese, dedicate

ai due patroni S.Rocco, il 16 agosto, e S.Maria, il 2 febbraio.Inoltre ogni anno sono presenti degli artisti di strada che disegnano sull’asfalto immagini sacre.

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Tempo Libero e Passeggiate

Il territorio è ideale per escursioni a piedi o in bici, numerosi sono i Capitelli disseminati sul territorio. L’ambiente del fon-dovalle e della prima fascia collinare è dominato da intense coltivazioni a vigneto e a frutteto (mele). Ai margini dei terreni coltivati e delle abitazioni, attorno ai tre-quattrocento metri sul livello del mare, inizia la vegetazione spontanea, costituita da bosco ceduo in cui prevalgono le essenze del frassino, noc-ciolo, carpino, rovere. Il sottobosco è fitto di cespugli di cor-niolo, rosa canina, biancospino. Verso i mille metri compaiono il faggio, la betulla e il larice. Tra i 1400 e i 1600 metri si trova l’ampia area prativa di Malga Finonchio un tempo fortemente dedita all’alpeggio.Molto ricca la flora minore, sia di fiori che di frutti selvatici. A partire dai 700 metri di quota si ha una buona presenza di funghi Offre inoltre strutture sportive e interessanti percorsi enogastronomici quali la Magnalonga, di Trekking e Mountain bike.

Passeggiate

Antica Strada di S. Antonio Si parte da piazza Marconi, si sale per via Galilei o per via

D.Chiesa verso loc. Sgarvec. Si lascia la via asfaltata per pren-dere il sentiero in direzione “colonia”. Arrivo il loc. S. Antonio nei pressi della fontana.

Eremo di Santa CeciliaL’ Eremo di S. Cecilia è raggiungibile solo a piedi.Vari i percorsi possibili. 1. Salire lungo il vecchio sentiero: dalla Strada Statale n. 12, a Nord di Volano, in direzione Trento, dopo 2 km, poco prima di giungere a CastelPietra, sulla destra si diparte una piccola stradina, (via Fornaci - cartello indicatore). Percorsi circa 100 mt, nei pressi di una casa gialla, si individua a sinistra un pic-colo parcheggio e l’inizio del sentiero che costeggiando un vi-gneto e poi nel bosco, sale in direzione Est verso il Zengio Ros.Dopo 10’ si raggiunge un’ampio sentiero (sentiero dell’Arte), dove si individua un sentiero e un cartello con l’indicazione “Santa Cecilia”. Si risale faticosamente, superando un crocifisso e in circa 30’ ci si ricollega con l’itinerario precedente.2 E’ anche possibile parcheggiare nei pressi di CastelPietra, a fianco del ristorante La Rocca e lungo il Sentiero dell’ Arte, seguire le indicazioni per Volano, fino a a raggiungere il bivio sopracitato. 15’ in più, ma potendo ammirare CastelPietra e le maroche. 3. La via d’accesso più rapida è dalla loc. Sant’ Antonio, che si raggiunge percorrendo la strada comunale che dalla zona ar-

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tigianale di Volano, risale il monte Finonchio. Si arriva in loc.S. Antonio in auto percorrendo la strada che sale in montagna in direzione “Moietto” oppure a piedi col percorso 1. Si continua a piedi per la strada tagliafuoco in direzione S.Cecilia. Si arriva in una radura con un punto panoramico sulla Vallagarina e sulla Valle dell’Adige. Lì parte il sentiero per l’Eremo. Ad un certo punto (quota 530 m.) c’è un bivio. Si sale a destra in direzione “Eremo S. Cecilia”.4- A Sant’ Antonio, dove si lascia l’autovettura e a piedi si per-corre la strada Forestale omonima che con direzione Nord (si diparte a sx per chi sale da Volano), raggiunge in poco meno di 1 km (10’ circa) la loc. “Prà de le Strie”, dove la strada fore-stale termina, davanti al capitello delle Strie. Da qui si segue l’evidente sentiero pianeggiante (a sinistra ottimo punto pa-noramico sull’Alta Vallagarina), che superato il Valom si porta sotto l’incombente e alta rupe del Zengio Ros.Dopo circa 15’ si raggiunge un bivio, con un sentiero che scen-de verso sx (vecchio accesso), qui si prende la diramazione a destra (Est), che inizia a salire, con notevole pendenza e vari gradini, fino a raggiungere la base della rupe, dove si trova il capitello di San Valentino (15’ circa). Con un pò di attenzione in questo tratto è molto facile avvistare numerosi camosci.Da San Valentino il sentiero piega verso sinistra (Nord), lungo la base della rupe, salendo poco a poco sulla cengia, alla fine della quale, quasi d’improvviso si arriva alla chiesetta e al pic-

colo piazzale, in parte protetto dalle rocce strapiombanti (20’ - tot. 1 ora circa). Questo tratto è attrezzato con funi metalliche, scalini e piccoli ripiani in legno, prestare la massima attenzione!!!

Sentiero dell’Arte Si imbocca la strada che sale verso la montagna in direzione “Moietto”. Al terzo tornante si imbocca la Strada dell’Arte. Si continua lungo il percorso fino a Castel Pietra, per poi proseguire lungo il Rio Cavallo verso Castel Be-seno. NB: attualmente il percorso è temporaneamente inter-rotto in Loc. Marochi a causa della frana del Cengio Rosso.

Saltaria Si arriva in loc.S. Antonio in auto percorrendo la stra-da che sale il montagna in direzione “Moietto” oppure a piedi col percorso 1. Si continua a lungo la strada fino ad arrivare ad un tornante dal quale sulla destra parte una stradina “ta-gliafuoco”. Dopo qualche centinaio di metri la stradina diventa un sentiero. Si arriva a Saltaria nei pressi di una fontana e di una chiesetta.Si prosegue verso Toldi sulla strada asfaltata.Arrivati a Toldi, scendere a destra lungo la ripida via del paese. Prendere il sentiero e l’antica via che scende verso Volano.Arrivati nei pressi della pista di motocross girare a sinistra. Dopo qualche minuto girare a destra e scendere fino a valle.

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Monte Finonchio e Rifugio “F.lli Filzi”Dislivello: mt. 350 - Tempo 1h 20’ (sola andata)Localizzazione: Monti di Rovereto - FolgariaPeriodo: Tutto l’anno.Caratteristiche: Strada forestale con pendenza moderata. Vi-sta molto panoramica su tutte le montagne circostanti, dall’Al-topiano di Folgaria al Monte Bondone, dall’Altissimo di Nago alla Vigolana.Accessibilità per persone con disabilità motorie o sensoriali: Possibile senza problemi, con o senza neve, sia per persone con lievi disabilità motorie che per ipovedenti anche gravi e non vedenti. Nella stagione invernale l’itinerario è generalmen-te battuto per cui non dovrebbero essere necessarie le ciaspo-le. Le persone in carrozzina (nella stagione estiva) dovrebbero teoricamente potere accedere in auto al rifugio (esponendo l’apposito contrassegno), ma in questo caso occorre un veico-lo fuoristrada o almeno a trazione integrale.Punti di appoggio: Rifugio “F.lli Filzi” (mt. 1603, Tel. 0464/435.620, Tel. gestore 0464/430.012, aperto nella stagione estiva e gene-ralmente in tutti i fine settimana dei restanti periodi, prenota-zione consigliata).

MALGA FINONCHIOSi arriva in auto al parcheggio a quota 1220 m.Si prende la strada sterrata che parte dal parcheggio stesso.

Si arriva direttamante alla Malga Finonchio.Dalla Malga Finonchio si puo’ proseguire verso il Monte Finon-chio prendendo il sentiero che parte a monte della Malga.

MONTE FINONCHIOSi arriva in auto fino al parcheggio in loc. Gelmi. Si prende la strada sterrata che sale verso il Monte Finonchio.Alla fine del bosco si puo’ salire per un ripido sentiero sulla sinistra oppure proseguire lungo la strada.Arrivati in Moietto, frazione montana a circa 12 km da Rovere-to, dopo la fontana, svoltare a sinistra e, poi, subito a destra dove troviamo un parcheggio. Da qui possiamo prendere diret-tamente il sentiero 103, ma decidiamo per una variante: tor-niamo sulla strada, dove c’è la fontana, prendiamo la stradina che passa per la piccola chiesetta e continuiamo fino a dove termina il caseggiato e la strada asfaltata. Sulla sinistra abbia-mo l’imbocco del sentiero (segnato anch’esso come 103) che ci porterà sul Finonchio (a tratti si intersecherà col sentiero 103 che parte dal parcheggio e, poi, si unirà ad esso). Dall’im-bocco del sentiero, dove c’è un cartello segnavia, iniziamo la camminata tenendo, al primo bivio, il sentiero di destra, avanti fino ad altro bivio e, questa volta, prendiamo quello di sinistra. Dopo breve salita ripida, ci imbattiamo in un incrocio, lo attra-versiamo e proseguiamo diritti in direzione nord-est; dopo cir-ca 10 passi incontriamo un bivio e noi prendiamo il sentiero di

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destra che va in direzione est, sempre segnato dalle bandiere bianco-rosse della SAT. Sbucati su una prima strada forestale-tagliafuoco, la attraversiamo e continuiamo diritti in direzione est. Seguiamo il sentiero, molto ripido, fino a che non ci trovia-mo a passare per una caratteristica radura di conifere. Usciti dal sentiero, nei pressi della seconda strada forestale-taglia-fuoco, procediamo diritti, in salita, sempre in mezzo al bosco fitto, ed arriviamo nei pressi dei piccoli prati di Malga Finon-chio. Da Malga Finonchio (mt. 1344), seguiamo le indicazione del cartello segnavia, che ci consiglia di continuare, per Monte Finonchio, verso oriente; andiamo per il sentiero, che, nuova-mente, si immerge nel bosco, e al primo bivio che incontriamo, svoltiamo a destra e saliamo per ripido sentiero boschivo fino a trovarci sui prati del Finonchio dove seguiamo la traccia e i paletti, conficcati nel terreno dalla SAT, in direzione nord-est, verso le antenne del Finonchio, ora visibili. Arrivati sulla stra-dina carrozzabile, procediamo, aggirando il versante orientale del monte, fino ad incontrare il sentiero 104, proveniente dalla Guardia, che ci porterà in vetta, al Rifugio Filzi (mt. 1603). Dalla cima possiamo allietarci di ottima vista sulle maggiori catene Trentine e quelle adiacenti. Dopo breve o lunga pausa, tornia-mo, fino alla Malga Finonchio, per la stessa via dell’andata, facendo molta attenzione a non scivolare, in quanto il tratto di percorso è molto ripido. Dalla Malga, decidiamo di seguire la stradina che si dirige verso est e proseguiamo fino alla fine

di esso dove troviamo il sentiero che taglia, per il lungo, il ver-sante di Terragnolo. Quindi scendiamo. Dopo circa 20 minuti, intersechiamo la prima forrestale-tagliafuoco che avevamo trovato all’andata, in quanto la seconda si ferma prima del sentiero che abbiamo preso per il ritorno. Proseguiamo diritti in discesa e poco dopo troviamo un segnavia, in località Pal-vèra (mt. 1035); da qui proseguiamo per il sentiero alla nostra sinistra, in direzione sud-est e, in circa 10-15 minuti, arriviamo sopra ad un gruppo di casette, in località Pietra (Prea). Da qui proseguiamo, in direzione nord, per la strada sterrata che ci riporterà al Moietto e, quindi, al parcheggio.

Bikers Partenza: Volano SalenghiArrivo: Colonia Monte Finonchio Difficoltà Alta Distanza: 10 Km Accattivante itinerario di MTB che dal fondovalle lagarino con-duce fino alla vetta del Finonchio una delle cime più panora-miche dell’intera zona. Un percorso quindi da non perdere sia per la difficoltà (la salita è lunga) che per l’ambiente in cui si svolge. Effettuatelo possibilmente durante il periodo di apertu-ra dei rifugi (prima domenica di Giugno – ultima di Settembre) in modo da godervi, in tutta la comodità del Rifugio Filzi, il me-ritato premio per la salita: tanto, come dice il vecchio saggio

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“in discesa vanno anche i sassi”. AccessoDai Salenghi, zona industriale a nord di Volano, nei pressi del distributore di benzina sulla SS12. Dopo 50m si trova un como-do parcheggio.Descrizionekm 0.00 – 189m. Dal parcheggio si prosegue lungo la stradina in direzione della zona industriale fino ad arrivare quasi al suo termine dove si svolta a dx. In breve si giunge all’inizio della salita.2. km 0.79 – 191m. Imboccare la strada asfaltata del Finonchio e seguirla ignorando altri bivi. Si supera così la località S. Anto-nio (440m – vedi foto) e S. Corrado, per raggiungere “Fontana Fredda” (fontana – vedi foto).3. km 7.76 – 914m (Fontana Fredda). Al bivio proseguire a sx verso il Finonchio. Continuare fino ad incontrare la Località “Brusai” e “Colonia Goretti” (fino a qui abbiamo ricalcato il per-corso di gara della Volano-Monte Finonchio). Proseguire lungo la strada asfaltata ignorando il bivio che si trova presso un tornante con parcheggio e dove sulla dx parte la strada ster-rata che porta alla Malga Finonchio. Raggiungere la località Gelmi (1283m) dove ci si immette sulla strada sterrata (divieto di accesso sulla dx) che conduce prati del Monte Finonchio.(NB lo sterrato oltre Gelmi è impercorribile con la bdc perchè sassoso e sconnesso. Molto bella e poco frequentata da mezzi

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motorizzati la salita fino a Gelmi)4. km 13.93 – 1514m. Proseguire dritti su terreno più agevole ignorando un bivio a dx (dal quale, guardando a dx, si intrave-de una baita) fino ad arrivare allo scollinamento dove s’incon-tra un incrocio con indicazione “Serrada, Scottini e Rif Fabio Filzi Monte Finonchio”. Seguire la strada di sx che in breve porta al Rifugio Filzi.5. km 15.84 - 1603m (Rif. Filzi al Finonchio). Ritornare al bivio segnalato al punto 4. Girare a sx (senso di marcia) e prosegui-re sul sentiero che si indirizza verso il bosco. Lungo il sentiero mantenere sempre la traccia di dx. Fare attenzione in prossi-mità dell’inizio del bosco dove si incontra un incrocio poco evi-dente: piegare a dx e portarsi a Malga Finonchio (1344m). Dal-la malga seguire per intero il sentiero 103 (incrociando due volte la strada) fino a raggiungere la località Moietto (924).6. km 20.32 – 924m (Moietto). Proseguire a dx in direzione di Fontana Fredda da dove seguiamo il percorso di salita fino al punto di partenza. 7. km 29.22 – 189m (arrivo)

Da ricordare che Volano è collegato agevolmente alla pista ciclabile che scorre lungo la riva dell’Adige, percorsa annual-mente da migliaia di tutisti, specialmente provenienti da Nord Europa.

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per il Vostro prestigio

Danilo BattistiRingraziamo il sig. Battisti per aver gentilmente concesso l’uso delle foto del suo sito per completare la documentazione della guida “Biglietto da Visita” di Besenello.

Da oltre 30 anni Danilo Battisti ha documentato con precisa dedizione eventi e manifestazioni di Besenel-lo con la collaborazione dei suoi abitanti, immagini che rappresentano ora la memoria storico fotografi-ca del Paese.

La sua attività di documentazione fotografica è rac-colta in un archivio ed oggi anche un sito internet www.fotoda.it ricco di bellissime fotografie, una fi-nestra su Besenello per turisti, visitatori e curiosi di tutto il mondo. Un lavoro prezioso anche per le future generazioni.

Il traguardo dell’alta qualità per il Vostro prestigio

• Stampati per l’industria, commercio ed enti pubblici

• Biglietti da visita

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• Riviste

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• Manifesti• Libri• Depliant• Opuscoli

Bibliografia

Foto e notizie pubblicati in questa guida sono tratti da:

1. Volano - Storia di una comunità a cura di Roberto Adami, Marcello Bonazza e Gian Maria Va-

ranini. Edito da Nicolodi Editore nel 2005 per conto del Comu-ne di Volano.

2. Volano pietra con pietra Testo di Sergio Raffaelli - Documentazione fotografica di Tom-

maso Manfrini. Editore Cassa di Risparmio di Volano.

3. La guerra di Volano di Eva Bertoni, Silviana Bonat, Mariano Frizzera, Diego Leoni, Fla-

vio Panizza, Claudia Prosser, Fiorenzo Tovazz, Camillo Zadra. Stampato dall’Amministrazione Comunale di Volano.

4. Temlum Sancti Rochi di Roberto Adami, Stefano Ferrari. Manfrini Editori 1992.

5. Guida Pratica del Comune di Volano. Pezzini Editore 1983.

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La nostra azienda, attiva dal 1956, si occupa della produzione di finestre speciali in legno lamellare e oscuri in legno massiccio e lamellare. Si tratta di una produzione “artigianale” con cura nei dettagli e nel design, eseguita però con moderni macchinari a con-trollo numerico computerizzato. Scegliamo con cura accessori e vernici rigorosamente idrosolubili per dare un manufatto di altissima qualità nel rispetto dell’ambiente. Siamo concessionari di zona di marchi prestigiosi come Internorm e FerreroLegno, così da poter offrire una gamma completa di prodotti, dal PVC al legno/alluminio, di alta qualità, nello stile FinesterAdami. Porte per interni e portoncini blindati completano la gamma di serramenti anche per interni.

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