VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII · Un’avventura senza fine Pag. 12 ... la...
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VOCI DI CASA
PERIODICO DELLA
ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII
“Tutti al mare” Pag. 3
Il mare...dentro Pag. 4
Insieme alle famiglie nella Giornata Mondiale dell’Alz-heimer
Pag. 6
L’angolo della poesia Pag. 7
I racconti di Frà Gilè Pag. 8
Una casa sicura e al sicuro
dal cane Pag. 9
Benvenuto Autunno! Pag. 10
Un’avventura senza fine Pag. 12
Gli anziani si raccontano Pag. 13
100 anni Pag. 14
I racconti di Frà Gile’ Pag. 15
...e infine alcuni dei nostri
compleanni Pag. 16
SOMMARIO
IL CORAGGIO DI INNOVARE
PER UN WELFARE MIGLIORE
Nei giorni scorsi, durante le vacanze, mi è capitato di leggere
un articolo il cui titolo mi pare di ricordare era: “Trasgredire le regole per un welfare migliore”.
Quell’articolo mi ha dato molti spunti di riflessione e ho
condiviso il messaggio che credo intendeva dare: la
necessità, che penso sia ormai divenuta quasi un obbligo, di
“sconfinare” di “uscire dai tradizionali confini”, proprio
perché spinti dal momento di difficoltà in cui viviamo, di
ricercare strategie innovative ed alternative per riuscire a
dare sostenibilità ad un welfare che sta sempre più correndo
il rischio di divenire la cenerentola nell’ambito della cura e
tutela delle persone e dei loro diritti.
Per uscire dai tradizionali confini e cercare strategie
innovative ed alternative ci vuole un certo coraggio perché è
forte la domanda se ne valga davvero la pena o se invece ad
ognuno convenga rimanere nella tana, con le proprie “posizioni
di rendita” che fanno sentire protetto; ci vuole anche una
rinnovata consapevolezza che corriamo il rischio di non
essere adeguati rispetto ai contesti in cui ci troviamo ad
agire; che dobbiamo collaborare di più e concretamente per
cambiare un sistema di servizi che certamente non è più
quello di prima, che ancora presenta incongruenze non più
sostenibili che stanno mettendo in pericolo le nostre false
certezze; è necessario che le nostre organizzazioni sappiano
iniziare una profonda revisione nel modo di pensare e rendere
presenti i servizi per rimanere autenticamente in sintonia con
il contesto socio comunitario.
N. 9
Settembre
2013
Anno III
VOCI DI CASA
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Le nostre organizzazioni non profit, basti vedere quello che si è messo in moto in questa
Città negli ultimi 5 anni in termini di nuove strutture e servizi già realizzati e di quelli che
stanno per vedere la luce, hanno dimostrato di avere tutte le caratteristiche per
contribuire al cambiamento. Infatti, proprio per la loro tipica “plasticità”, hanno saputo
guardare prima e meglio di altri ai bisogni emergenti e di organizzare risposte prima
inesistenti o, nel migliore dei casi, inadeguate.
Si tratta ora di osare di più per individuare strumenti e metodi, che, pur salvaguardando
la storia e l’autonomia di ciascuna organizzazione, consentano una maggiore collaborazione
tra queste, non disdegnando, per meglio affrontare il mercato dei servizi, anche forme di
gestione associata, valorizzando le diverse competenze e le sorprendenti potenzialità
delle persone che con diversi ruoli e responsabilità operano in queste benemerite
istituzioni.
Spero prima come cittadino e poi come operatore del settore, che i prossimi appuntamenti
per la pianificazione sociale e socio sanitaria (piano sociale di zona, piano di intervento per
l’infanzia e gli anziani), siano davvero l’occasione per le Istituzioni socio assistenziali e
socio sanitarie più rappresentative della Città, per un leale, serio ed approfondito
confronto sul dove stiamo andando in questo particolare momento storico, come si stanno
movendo le politiche e come poter collaborare per assicurare ai cittadini più fragili, che
sono nel bisogno, i loro diritti con risposte pronte ed appropriate.
Spero che il Comune di Bitonto e l’Assessorato ai Servizi Sociale in particolare,
riscoprendo quella modalità inaugurata con Piano Urban per costruzione della “Città
Solidale”, sappia giocare al meglio il ruolo proprio di regia, che credo sia fondamentale,
per valorizzare al meglio e mettere in rete le grandi risorse che queste Istituzioni
rappresentano.
Credo sia l’unica strada per costruire nuovi scenari, per garantire sostenibilità ai bisogni e
quindi in ultima analisi per uscire da questa crisi, tutti più rafforzati.
Il Direttore
Nicola Castro
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“TUTTI AL MARE”
Quanti di Voi, hanno cantato questa canzone
ormai passata, ma sempre attuale! “Tutti al mare”
è una canzone colorata, gioiosa, prettamente
estiva. Questo è stato lo slogan che ha
accompagnati per tutta l’estate 2013 me e gli
ospiti della Casa di Riposo Villa Giovanni XXIII e
del Centro Alzheimer dedicato al prof. Saracino,
per i quali lavoro in qualità di autista. Quando i
dirigenti mi hanno offerto questo lavoro di
accompagnatore, presso la sede estiva Villa
Sant’Anna a S.Spirito, ho subito accettato.
Nonostante fosse un lavoro di grande
responsabilità sorvegliare “i miei bambini”, come
più volte gli ho definiti, è stato certamente un
nuovo tassello di vita quotidiana, per completare la mia esperienza lavorativa e
vocazionale. Questo non è un lavoro, è una vocazione. Il nostro operato serve a vincere
una guerra d’amore, nei confronti di chi soffre, ha bisogno di assistenza, ed è solo. Mi
sono sentito il Re assoluto, quando al mattino per due mesi di fila, si partiva dalla
struttura per raggiungere la meta estiva. Era troppo bello vedere i visi degli ospiti,
sornioni, felici di dover trascorrere con spensieratezza due ore di sano divertimento. Una
volta che eravamo tutti nell’abitacolo del pulmino, la prima cosa fondamentale era pregare
il Signore, con una serie di preghiere e canti. Poi a giorni alterni, agli ospiti, concedevo
focaccia calda o gelati al limone, che puntualmente accompagnavano l’uscita quotidiana.
Verso la fine del mio lavoro, il penultimo giorno, è accaduta una cosa meravigliosa. L’ospite
Vito Lovero mi aveva indicato la casa al mare dove era sua sorella, che non vedeva da ben
2 anni. D’accordo con i miei complici, ho fatto uno strappo alla regola: l’ho accompagnato a
salutare sua sorella. Appena sceso dal pulmino, è stata una cosa bellissima, vedere con
quanto amore riabbracciava sua sorella e quante lacrime versava nel vederla. Noi tutti ci
siamo emozionati, un’emozione che non dimenticherò mai per tutta la vita. Questo
dimostra che per far felici gli ospiti basta veramente poco. La grande ricchezza non è il
Dio Danaro, è la ricchezza interiore di animo. Prima di concludere queste poche righe da
me scritte, voglio ringraziare la dott.ssa Tonia Fallacara e soprattutto l’operatrice Maffei
Rosanna per la costanza, l’umiltà, la dedizione e l’amore che ha dimostrato nei confronti
degli ospiti. Ora che questa esperienza estiva volge al termine, a malincuore, dico ai miei
“bambini”, che sicuramente al prossimo anno aspetteranno ancora l’arrivo del pulmino con a
bordo il simpaticone Massimo. Eh!!! Tutti al mare.
Massimiliano Papappicco
VOCI DI CASA
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IL MARE… DENTRO
Prima, ai miei tempi, non era asfaltato, non c’era il muretto e quando c’era vento, le
onde erano alte, c’era una zona, bagno dei muli vicino al lido Lucciola, dove si portavano
i cavalli a lavare con la striglia.
Qui c’era la ferrovia Bitonto-Santo Spirito. Il capostazione si chiamava Agostino
Montedoro, il capotreno era Tanino Lucivero, il controllore era Peppino Colamorea.
Vito Lovero
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Bello.
Ci siamo sentiti contenti;
abbiamo giocato a carte.
Maria Sgobba
Ci veniva il desiderio di bagnarci
Rosina Colanninno
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INSIEME ALLE FAMIGLIE
NELLA GIORNATA MONDIALE
DELL’ALZHEIMER
Il 21 settembre si è celebrata la
giornata mondiale dell’Alzheimer e,
come è ormai consuetudine, anche Villa
Giovanni XXIII non ha mancato
l ’ a ppuntamento , ded i cando un
pomeriggio alle famiglie, agli operatori
e alla cittadinanza presso l’open space
del Centro Alzheimer intitolato alla
memoria del prof. Domenico Saracino.
E’ stato un importante momento di
condiv is ione, un ’occas ione per
conoscere da vicino le attività
r i ab i l i tat i vo -occupaz iona l i che
scandiscono la giornata degli ospiti.
Emozionati i parenti hanno potuto
partecipare con i loro cari alla
realizzazione di piccole attività manuali,
all’ascolto di poesie recitate a memoria,
all’esecuzione di brani musicali. In particolare grande meraviglia ha suscitato l’esecuzione
di brani popolari con la fisarmonica da parte di una signora che, proprio grazie alla
paziente e amorevole cura degli educatori ed operatori del Centro, ha ritrovato, pur nel
progredire della malattia, un nuovo equilibrio, a conferma dell’importanza di affrontare
con un approccio professionale il morbo, sin dagli esordi.
La diagnosi dell’Alzheimer, infatti, fa paura e sgomenta non solo i pazienti ma anche le
famiglie che devono prendersene cura. Aprire le porte del Centro Alzheimer vuol dire
mostrare le vie possibili della cura, che unisce la medicina e le tecniche riabilitative,
garantendo in ogni fase dignità e qualità di vita a ciascuno degli ospiti, e le famiglie hanno
così sperimentato la condivisione delle proprie esperienze, traendone conforto e nuovo
slancio per proseguire nel faticoso cammino della malattia.
Il neo presidente dell’Ente dott. Amedeo Urbano, intervenuto alla manifestazione, ha
espresso, anche a nome dell’intero Consiglio di Amministrazione, a tutte le figure
professionali , la gratitudine e il plauso per l’impegno profuso ma soprattutto per il clima
di serenità e di complicità che hanno saputo creare nel Centro Alzheimer.
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L’ANGOLO DELLA POESIA
Alzheimer
Ombra
Gioia e dolore si alternano nella
mente, piccoli e grandi spasmi
si affacciano nel volto, accarezzano
e schiaffeggiano la sensibilità di coloro
che hanno perduto la dignità nell’esistere.
Occhi spenti che vagano nel nulla,
occhi che cercano, implorano.
Voci che nel silenzio parlano per loro,
“gridando senza far rumore” , “chiedono senza sapere”,
“cercano” ancore di salvezza in quell’oceano
arrabbiato e beffardo che gioca e ironizza
con la loro vita .
Mi insegue, si accosta e sparisce
La vedo, ma non la sfioro
E lei che mi ghermisce e mi rapisce
in un vortice di immagini,
che io creo a mia rassomiglianza;
lascio la paura in un vertiginoso
baratro di sapienza che si rigenera
di emozioni voluttuosamente carpite
e scolpite in sensazioni di benessere,
quiete dell’anima, che si evolvono in
schizzi di disegno dai colori tenui
e radiosi, come ombre mai viste piene di luce,
verde come quella speranza che induce a non avere
timore dell’ignoto, ma a raggirarlo con sentimenti
puri come l’acqua che scorre,
da un ruscello, limpida e mera.
Rosaria Frascella
VOCI DI CASA
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I RACCONTI DI FRA’ GILE’
Se guardi le stelle…
Se guardi le stelle
Ingemmarsi
Perso, nel labirinto
Di uno specchio di cielo
E raccogli il silenzio
Che cela il silenzio
Voce che dà voci
L’infinito s’apre e si chiude
E penetra
Nell’anima ferita
Scavata all’ossa
E quel cielo
Perfido
Segnato di suoni mancati
Di risposte negate
Parla
Grida
E poi s’acquieta
Come un uomo qualsiasi
Perso……
Se guarda le stelle
Ingemmarsi
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Marirosa Marzulli
UNA CASA SICURA
E AL SICURO DAL CANE
Non hanno importanza le dimensioni della casa quanto la qualità della vita che offriamo al
nostro cane. L’importante è che il nostro cane abbia sempre un posto tranquillo dove poter
riposare.
Dipende da noi rendere la nostra convivenza più piacevole e sicura possibile. Ma cosa vuol
dire “piacevole e sicura” per un cucciolo?
Jerome K. Jerome scriveva “non si preoccupa affatto se è un cane”.
Piacevole non è il colore o la marca del tappetino, la cesta ricolma di giochi o la ciotola in
porcellana che faranno della nostra famiglia un nucleo accogliente per un cucciolo. I
cuccioli ma anche cani giovani e adulti molto curiosi hanno, solitamente, la necessità di
esplorare, mordicchiare qua e là, assaggiare il non commestibile, fare buche (non sempre
nel giardino)... insomma di essere semplicemente cani.
Quindi, attenzione a tutto quello che può rappresentare un pericolo per la sua salute come
detersivi, telecomandi, piante tossiche, giocattoli per bambini, derattizzanti, cavi
elettrici. Attenzione a tutto quello a cui tenete in modo particolare. Se il cucciolo avrà a
portata di bocca un paio di vecchie scarpe da ginnastica e l’ultimo
modello di Prada, siate sicuri che mangerà quelle di Prada perché lui è
un vero intenditore; se avete conservato per anni il vecchio peluche
dai mille ricordi e un orribile regalo della zia, lui
mangerà il vostro peluche che diventerà un... vecchio ricordo.
Da non fare.
Quando il cucciolo si presenta da voi con “la preda - Prada” in bocca, parola d’ordine:
IGNORATELO. Assolutamente non rincorretelo altrimenti diventerà, per lui, il più bel
gioco del mondo e per voi la fonte principale di stress.
Quando, disilluso nella sua aspettativa di aver iniziato un bellissimo gioco, avrà
abbandonato la “preda”, offritegli una valida alternativa. Il comportamento sbagliato deve
essere SEMPRE sostituito con quello CORRETTO.
IGNORARE un cane vuol dire: NON GUARDARLO, NON PARLARGLI (neanche per
rimproverarlo), NON
TOCCARLO.
Soluzione: non dimenticate mai nulla a cui tenete o che possa rappresentare un pericolo
per la sua salute a portata di bocca del cucciolo.
Mariarosa Marzulli
BENVENUTO AUTUNNO!
“Viva viva la castagna
frutto sano e saporito
che da tutti è preferito
come il re della montagna”
Con l’arrivo dell’autunno, sui banchi dei fruttivendoli riscopriamo uno dei frutti secchi più
squisiti e richiesti della stagione. Parliamo delle castagne.
L’albero proviene dalla famiglia delle Fagaceae a foglie caduche e nel periodo autunnale,
da settembre a dicembre, lascia cadere i suoi frutti spontaneamente. In realtà, le
castagne costituiscono il seme della pianta, ma non il frutto che è rappresentato dal loro
involucro di protezione: il riccio.
La distinzione tra castagne e marroni non è sempre chiara.
La castagne sono il frutto dell'albero selvatico. Hanno
forma, dimensione, sapore molto variabili anche se
prodotte dallo stesso albero e quindi tutta la gestione del
prodotto risulta più complessa.
I marroni sono prodotti dall'albero coltivato e hanno
caratteristiche più standardizzate.
In passato le castagne erano considerate un dono
preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli
inverni più rigidi, si conservavano a lungo, si prestavano a
moltissime ricette e addirittura venivano usate come
moneta di scambio. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la
raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane.
Le castagne sono un frutto atipico, poiché sono ricche di carboidrati complessi (amido)
come i cereali.
La cottura trasforma parte dell'amido in zuccheri semplici, che ne conferiscono la
dolcezza tipica.
Le loro proprietà nutrizionali sono eccezionali: sono ricche di sali minerali, oligoelementi e
vitamine (sono una buona fonte di fibre, di potassio e di vitamine del gruppo B,
soprattutto B1 e B6.); i loro zuccheri complessi (i carboidrati) sono più digeribili di quelli
dei cereali; sono energetiche, combattono le affezioni epatobiliari e intestinali, le
malattie renali, le affezioni alle ossa, le alterazioni nervose e muscolari, sono lassative,
antisettiche e aiutano il sistema circolatori.
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Un errore comune è quello di consumare le castagne nei momenti di pausa, ad esempio a
merenda sotto forma di caldarroste, dimenticandosi che un etto di castagne è
l’equivalente di un piatto di pastasciutta.
Il modo migliore per consumarle è come portata principale del pasto. Sono ottime sia
bollite con l’aggiunta di cannella e zenzero, oppure di qualche erba aromatica, sia saltate
sulla fiamma (le caldarroste).
Le castagne sono buonissime nelle minestre di verdure, al posto del pane o della pasta, e
accompagnano bene ogni tipo di pietanza; vanno benissimo per i bambini piccoli perché
sono più digeribili dei carboidrati contenuti nei cereali, purché si facciano cuocere a lungo.
Se consumate nei momenti sbagliati, come a merenda o a fine pasto, possono provocare
gonfiore addominale e irritazione intestinale, in quanto facilmente fermenteranno nello
stomaco dando origine a gas e gonfiori.
Con le castagne secche si può ottenere una farina particolare – che può anche essere
acquistata nei negozi alimentari – con cui preparare un dolce molto conosciuto: il
castagnaccio. La stessa farina può essere usata la mattina a colazione, come crema
cuocendola una ventina di minuti in acqua, un po’ come nella preparazione del semolino,
aggiungendo alla fine del miele o del malto per dolcificare a piacere. Infine, anche la
preparazione dei dolci beneficerà dell’aggiunta di questa farina. Innumerevoli sono quindi
le ricette disponibili, dagli gnocchi alla polenta, dalle frittelle alle torte.
Benvenuto autunno!
Marilù Perta - Dietologa
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UN’AVVENTURA SENZA FINE
Non avremmo mai pensato di scrivere un
articolo per questo giornalino sulla nostra
esperienza di tirocinio...Bene! Eccoci qui.
Qualcuno forse sa chi siamo. Per chi invece
non ci conoscesse, ci presentiamo. Siamo
Sara e Concetta, due studentesse di
Scienze Politiche presso l'Università di
Bari. Il nostro ordinamento di studi
prevedeva un tirocinio presso vari enti
convenzionati e il destino ha voluto che ci
conoscessimo proprio in questa struttura.
Si è instaurata sin da subito una complicità
che ci ha portato a lavorare in sintonia non
solo tra di noi, ma anche con il personale e
gli ospiti.
Il nostro lavoro era legato principalmente
alla figura, nostra tutor, dell'assistente
sociale, ma questo non ci ha impedito di collaborare anche con altre figure professionali
quali la psicologa, le fisioterapiste e tutta l’equipe medica. Tra un 'attività e l'altra
abbiamo potuto conoscere le storie e il passato di molti degli ospiti della casa e riscoperto
valori, sentimenti che non nascondono la loro gioia di vivere nonostante non siano
realmente nelle proprie case.
Si sono svolte molte attività con loro, dal gioco alle carte, l'ascolto di musica, la lettura
del giornale, ma l'esperienza più bella per noi è stata quella di accompagnare gli
ospiti nella residenza estiva della struttura dove dialogo, risate e molta della loro
saggezza non sono mancate.
E' bello sentirsi utili per chi ha bisogno ed è bello sentire l'affetto che un anziano può
dare. Ognuno di loro ha lasciato in noi un ricordo e ha contribuito alla nostra crescita
professionale, ma anche morale.
Questa è stata una bellissima esperienza che ora è giunta a termine, ma che ci ha aperto
una nuova strada che è quella del volontariato. Continueremo ad offrire il nostro affetto e
aiuto a questa che è diventata ormai per noi una grande famiglia.
Con affetto.
Sara e Concetta
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Marirosa Marzulli
GLI ANZIANI SI RACCONTANO
Salve, sono Italia Amodio e ho deciso di mostrarvi questa mia foto che mi ritrae insieme
a mia sorella maggiore Maria, all’età di 4/5 anni, in occasione della festa di San Giusto,
santo di Trieste.
Qui indosso il primo abito elegantino.
Siamo bellissime, non è vero ?
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100 ANNI
Salve, sono Grazia Cipriani e il 16 Settembre ho festeggiato cent’anni di vita, ricca di giorni ed esperienze vissuti sempre intensamente.
Sono nata a Giovinazzo il 16/09/1913, prima di sette figli. Mi sono sposata ma sono rimasta vedova dopo qualche anno. Mio marito è stato vittima di un incidente durante il periodo dell’ultima guerra. Lavorava per gli inglesi quando un giorno, mentre caricavano bombole di gas, una persona buttò una cicca di sigaretta, facendo saltare per aria il camion con tutti gli operai.
Sono rimasta sola, all’età di 29 anni, con tre figlie piccolissime che ho dovuto allevare da sola con enormi sacrifici...
Ho lavorato come assistente del medico scolastico fino al pensionamento, ho accudito figli, generi e nipoti diretti e indiretti, sempre disponibile a dare una mano a tutti.
Dal 2005 sono andata ad abitare a Roma, con mia figlia dopo la morte di suo marito. Da alcuni anni vivo in questa casa, amorevolmente assistita da tutto il personale che allieto ogni tanto con le mie canzoni… Sì, perché anche con i miei cento anni ho voglia ancora di farmi sentire!
So, infatti, che la mia vita presto volgerà al termine ma spero che, anche attraverso questi piccoli gesti che il mio corpo esile ancora mi concede, la mia vita non passi invano.
Grazie a tutti!
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AVERE CENT’ANNI OGGI
L’aspettativa di vita degli italiani ha superato ormai di gran lunga gli 80 anni; facile è
riscontrare al giorno d’oggi ultracentenari in buona salute.
E’ un traguardo al quale si è giunti in maniera estremamente graduale, basti pensare al
Medioevo quando gli uomini non superavano la trentina e la mortalità infantile era
estremamente elevata; o ancora all’India attuale dove l’aspettativa di vita è ancora oggi di
22 anni nonostante la disponibilità di strutture ospedaliere e medicinali, ma l’igiene non è
prettamente di casa.
Dunque nei Paesi sviluppati grazie al miglioramento dell’igiene, del radicarsi di una certa
cultura di vita che comincia dall’alimentazione sana e va a finire ad un’attività fisica più o
meno regolare, si è giunti ad un allungamento della vita media, al passaggio all’anzianità
che sempre in più casi si protrae fino ai cent’anni.
Di certo, per giungere ad un’età longeva, fattori psicologici si mischiano a fattori fisici e
di salute e perché no, anche lo stato emotivo vissuto in una vita intera, influisce sulla
storia personale.
O ancora il tanto lavoro, che sia fra i campi o sui libri mantenendo sempre vivo l’intelletto,
porta a pensare ad una prosperosa longevità.
Avere cent’anni significa avere tanti ricordi, una storia passata da raccontare, da
condividere con chi ha voglia di ascoltare.
Avere cent’anni significa aver vissuto in un’epoca che tutti ricordano come più semplice,
più vivibile nella quotidianità con la propria famiglia, al sapore della genuinità.
Queste donne e questi uomini, sono lo specchio di un passato che chi più o chi meno
avrebbe voluto vivere.
Fabiola Barile
VOCI DI CASA
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...E INFINE ALCUNI DEI
NOSTRI COMPLEANNI
Grazia Cipriani
Maria Antonia
Lusito
Maria Pia
Liparoti