VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII · Un’avventura senza fine Pag. 12 ... la...

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VOCI DI CASA PERIODICO DELLA ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII “Tutti al mare” Pag. 3 Il mare...dentro Pag. 4 Insieme alle famiglie nella Giornata Mondiale dell’Alz- heimer Pag. 6 L’angolo della poesia Pag. 7 I racconti di Frà Gilè Pag. 8 Una casa sicura e al sicuro dal cane Pag. 9 Benvenuto Autunno! Pag. 10 Un’avventura senza fine Pag. 12 Gli anziani si raccontano Pag. 13 100 anni Pag. 14 I racconti di Frà Gile’ Pag. 15 ...e infine alcuni dei nostri compleanni Pag. 16 SOMMARIO IL CORAGGIO DI INNOVARE PER UN WELFARE MIGLIORE Nei giorni scorsi, durante le vacanze, mi è capitato di leggere un articolo il cui titolo mi pare di ricordare era: “Trasgredire le regole per un welfare migliore”. Quell’articolo mi ha dato molti spunti di riflessione e ho condiviso il messaggio che credo intendeva dare: la necessità, che penso sia ormai divenuta quasi un obbligo, di “sconfinare” di “uscire dai tradizionali confini”, proprio perché spinti dal momento di difficoltà in cui viviamo, di ricercare strategie innovative ed alternative per riuscire a dare sostenibilità ad un welfare che sta sempre più correndo il rischio di divenire la cenerentola nell’ambito della cura e tutela delle persone e dei loro diritti. Per uscire dai tradizionali confini e cercare strategie innovative ed alternative ci vuole un certo coraggio perché è forte la domanda se ne valga davvero la pena o se invece ad ognuno convenga rimanere nella tana, con le proprie “posizioni di rendita” che fanno sentire protetto; ci vuole anche una rinnovata consapevolezza che corriamo il rischio di non essere adeguati rispetto ai contesti in cui ci troviamo ad agire; che dobbiamo collaborare di più e concretamente per cambiare un sistema di servizi che certamente non è più quello di prima, che ancora presenta incongruenze non più sostenibili che stanno mettendo in pericolo le nostre false certezze; è necessario che le nostre organizzazioni sappiano iniziare una profonda revisione nel modo di pensare e rendere presenti i servizi per rimanere autenticamente in sintonia con il contesto socio comunitario. N. 9 Settembre 2013 Anno III

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VOCI DI CASA

PERIODICO DELLA

ONLUS VILLA GIOVANNI XXIII

“Tutti al mare” Pag. 3

Il mare...dentro Pag. 4

Insieme alle famiglie nella Giornata Mondiale dell’Alz-heimer

Pag. 6

L’angolo della poesia Pag. 7

I racconti di Frà Gilè Pag. 8

Una casa sicura e al sicuro

dal cane Pag. 9

Benvenuto Autunno! Pag. 10

Un’avventura senza fine Pag. 12

Gli anziani si raccontano Pag. 13

100 anni Pag. 14

I racconti di Frà Gile’ Pag. 15

...e infine alcuni dei nostri

compleanni Pag. 16

SOMMARIO

IL CORAGGIO DI INNOVARE

PER UN WELFARE MIGLIORE

Nei giorni scorsi, durante le vacanze, mi è capitato di leggere

un articolo il cui titolo mi pare di ricordare era: “Trasgredire le regole per un welfare migliore”.

Quell’articolo mi ha dato molti spunti di riflessione e ho

condiviso il messaggio che credo intendeva dare: la

necessità, che penso sia ormai divenuta quasi un obbligo, di

“sconfinare” di “uscire dai tradizionali confini”, proprio

perché spinti dal momento di difficoltà in cui viviamo, di

ricercare strategie innovative ed alternative per riuscire a

dare sostenibilità ad un welfare che sta sempre più correndo

il rischio di divenire la cenerentola nell’ambito della cura e

tutela delle persone e dei loro diritti.

Per uscire dai tradizionali confini e cercare strategie

innovative ed alternative ci vuole un certo coraggio perché è

forte la domanda se ne valga davvero la pena o se invece ad

ognuno convenga rimanere nella tana, con le proprie “posizioni

di rendita” che fanno sentire protetto; ci vuole anche una

rinnovata consapevolezza che corriamo il rischio di non

essere adeguati rispetto ai contesti in cui ci troviamo ad

agire; che dobbiamo collaborare di più e concretamente per

cambiare un sistema di servizi che certamente non è più

quello di prima, che ancora presenta incongruenze non più

sostenibili che stanno mettendo in pericolo le nostre false

certezze; è necessario che le nostre organizzazioni sappiano

iniziare una profonda revisione nel modo di pensare e rendere

presenti i servizi per rimanere autenticamente in sintonia con

il contesto socio comunitario.

N. 9

Settembre

2013

Anno III

VOCI DI CASA

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Le nostre organizzazioni non profit, basti vedere quello che si è messo in moto in questa

Città negli ultimi 5 anni in termini di nuove strutture e servizi già realizzati e di quelli che

stanno per vedere la luce, hanno dimostrato di avere tutte le caratteristiche per

contribuire al cambiamento. Infatti, proprio per la loro tipica “plasticità”, hanno saputo

guardare prima e meglio di altri ai bisogni emergenti e di organizzare risposte prima

inesistenti o, nel migliore dei casi, inadeguate.

Si tratta ora di osare di più per individuare strumenti e metodi, che, pur salvaguardando

la storia e l’autonomia di ciascuna organizzazione, consentano una maggiore collaborazione

tra queste, non disdegnando, per meglio affrontare il mercato dei servizi, anche forme di

gestione associata, valorizzando le diverse competenze e le sorprendenti potenzialità

delle persone che con diversi ruoli e responsabilità operano in queste benemerite

istituzioni.

Spero prima come cittadino e poi come operatore del settore, che i prossimi appuntamenti

per la pianificazione sociale e socio sanitaria (piano sociale di zona, piano di intervento per

l’infanzia e gli anziani), siano davvero l’occasione per le Istituzioni socio assistenziali e

socio sanitarie più rappresentative della Città, per un leale, serio ed approfondito

confronto sul dove stiamo andando in questo particolare momento storico, come si stanno

movendo le politiche e come poter collaborare per assicurare ai cittadini più fragili, che

sono nel bisogno, i loro diritti con risposte pronte ed appropriate.

Spero che il Comune di Bitonto e l’Assessorato ai Servizi Sociale in particolare,

riscoprendo quella modalità inaugurata con Piano Urban per costruzione della “Città

Solidale”, sappia giocare al meglio il ruolo proprio di regia, che credo sia fondamentale,

per valorizzare al meglio e mettere in rete le grandi risorse che queste Istituzioni

rappresentano.

Credo sia l’unica strada per costruire nuovi scenari, per garantire sostenibilità ai bisogni e

quindi in ultima analisi per uscire da questa crisi, tutti più rafforzati.

Il Direttore

Nicola Castro

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“TUTTI AL MARE”

Quanti di Voi, hanno cantato questa canzone

ormai passata, ma sempre attuale! “Tutti al mare”

è una canzone colorata, gioiosa, prettamente

estiva. Questo è stato lo slogan che ha

accompagnati per tutta l’estate 2013 me e gli

ospiti della Casa di Riposo Villa Giovanni XXIII e

del Centro Alzheimer dedicato al prof. Saracino,

per i quali lavoro in qualità di autista. Quando i

dirigenti mi hanno offerto questo lavoro di

accompagnatore, presso la sede estiva Villa

Sant’Anna a S.Spirito, ho subito accettato.

Nonostante fosse un lavoro di grande

responsabilità sorvegliare “i miei bambini”, come

più volte gli ho definiti, è stato certamente un

nuovo tassello di vita quotidiana, per completare la mia esperienza lavorativa e

vocazionale. Questo non è un lavoro, è una vocazione. Il nostro operato serve a vincere

una guerra d’amore, nei confronti di chi soffre, ha bisogno di assistenza, ed è solo. Mi

sono sentito il Re assoluto, quando al mattino per due mesi di fila, si partiva dalla

struttura per raggiungere la meta estiva. Era troppo bello vedere i visi degli ospiti,

sornioni, felici di dover trascorrere con spensieratezza due ore di sano divertimento. Una

volta che eravamo tutti nell’abitacolo del pulmino, la prima cosa fondamentale era pregare

il Signore, con una serie di preghiere e canti. Poi a giorni alterni, agli ospiti, concedevo

focaccia calda o gelati al limone, che puntualmente accompagnavano l’uscita quotidiana.

Verso la fine del mio lavoro, il penultimo giorno, è accaduta una cosa meravigliosa. L’ospite

Vito Lovero mi aveva indicato la casa al mare dove era sua sorella, che non vedeva da ben

2 anni. D’accordo con i miei complici, ho fatto uno strappo alla regola: l’ho accompagnato a

salutare sua sorella. Appena sceso dal pulmino, è stata una cosa bellissima, vedere con

quanto amore riabbracciava sua sorella e quante lacrime versava nel vederla. Noi tutti ci

siamo emozionati, un’emozione che non dimenticherò mai per tutta la vita. Questo

dimostra che per far felici gli ospiti basta veramente poco. La grande ricchezza non è il

Dio Danaro, è la ricchezza interiore di animo. Prima di concludere queste poche righe da

me scritte, voglio ringraziare la dott.ssa Tonia Fallacara e soprattutto l’operatrice Maffei

Rosanna per la costanza, l’umiltà, la dedizione e l’amore che ha dimostrato nei confronti

degli ospiti. Ora che questa esperienza estiva volge al termine, a malincuore, dico ai miei

“bambini”, che sicuramente al prossimo anno aspetteranno ancora l’arrivo del pulmino con a

bordo il simpaticone Massimo. Eh!!! Tutti al mare.

Massimiliano Papappicco

VOCI DI CASA

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IL MARE… DENTRO

Prima, ai miei tempi, non era asfaltato, non c’era il muretto e quando c’era vento, le

onde erano alte, c’era una zona, bagno dei muli vicino al lido Lucciola, dove si portavano

i cavalli a lavare con la striglia.

Qui c’era la ferrovia Bitonto-Santo Spirito. Il capostazione si chiamava Agostino

Montedoro, il capotreno era Tanino Lucivero, il controllore era Peppino Colamorea.

Vito Lovero

N. 9

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Bello.

Ci siamo sentiti contenti;

abbiamo giocato a carte.

Maria Sgobba

Ci veniva il desiderio di bagnarci

Rosina Colanninno

VOCI DI CASA

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INSIEME ALLE FAMIGLIE

NELLA GIORNATA MONDIALE

DELL’ALZHEIMER

Il 21 settembre si è celebrata la

giornata mondiale dell’Alzheimer e,

come è ormai consuetudine, anche Villa

Giovanni XXIII non ha mancato

l ’ a ppuntamento , ded i cando un

pomeriggio alle famiglie, agli operatori

e alla cittadinanza presso l’open space

del Centro Alzheimer intitolato alla

memoria del prof. Domenico Saracino.

E’ stato un importante momento di

condiv is ione, un ’occas ione per

conoscere da vicino le attività

r i ab i l i tat i vo -occupaz iona l i che

scandiscono la giornata degli ospiti.

Emozionati i parenti hanno potuto

partecipare con i loro cari alla

realizzazione di piccole attività manuali,

all’ascolto di poesie recitate a memoria,

all’esecuzione di brani musicali. In particolare grande meraviglia ha suscitato l’esecuzione

di brani popolari con la fisarmonica da parte di una signora che, proprio grazie alla

paziente e amorevole cura degli educatori ed operatori del Centro, ha ritrovato, pur nel

progredire della malattia, un nuovo equilibrio, a conferma dell’importanza di affrontare

con un approccio professionale il morbo, sin dagli esordi.

La diagnosi dell’Alzheimer, infatti, fa paura e sgomenta non solo i pazienti ma anche le

famiglie che devono prendersene cura. Aprire le porte del Centro Alzheimer vuol dire

mostrare le vie possibili della cura, che unisce la medicina e le tecniche riabilitative,

garantendo in ogni fase dignità e qualità di vita a ciascuno degli ospiti, e le famiglie hanno

così sperimentato la condivisione delle proprie esperienze, traendone conforto e nuovo

slancio per proseguire nel faticoso cammino della malattia.

Il neo presidente dell’Ente dott. Amedeo Urbano, intervenuto alla manifestazione, ha

espresso, anche a nome dell’intero Consiglio di Amministrazione, a tutte le figure

professionali , la gratitudine e il plauso per l’impegno profuso ma soprattutto per il clima

di serenità e di complicità che hanno saputo creare nel Centro Alzheimer.

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L’ANGOLO DELLA POESIA

Alzheimer

Ombra

Gioia e dolore si alternano nella

mente, piccoli e grandi spasmi

si affacciano nel volto, accarezzano

e schiaffeggiano la sensibilità di coloro

che hanno perduto la dignità nell’esistere.

Occhi spenti che vagano nel nulla,

occhi che cercano, implorano.

Voci che nel silenzio parlano per loro,

“gridando senza far rumore” , “chiedono senza sapere”,

“cercano” ancore di salvezza in quell’oceano

arrabbiato e beffardo che gioca e ironizza

con la loro vita .

Mi insegue, si accosta e sparisce

La vedo, ma non la sfioro

E lei che mi ghermisce e mi rapisce

in un vortice di immagini,

che io creo a mia rassomiglianza;

lascio la paura in un vertiginoso

baratro di sapienza che si rigenera

di emozioni voluttuosamente carpite

e scolpite in sensazioni di benessere,

quiete dell’anima, che si evolvono in

schizzi di disegno dai colori tenui

e radiosi, come ombre mai viste piene di luce,

verde come quella speranza che induce a non avere

timore dell’ignoto, ma a raggirarlo con sentimenti

puri come l’acqua che scorre,

da un ruscello, limpida e mera.

Rosaria Frascella

VOCI DI CASA

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I RACCONTI DI FRA’ GILE’

Se guardi le stelle…

Se guardi le stelle

Ingemmarsi

Perso, nel labirinto

Di uno specchio di cielo

E raccogli il silenzio

Che cela il silenzio

Voce che dà voci

L’infinito s’apre e si chiude

E penetra

Nell’anima ferita

Scavata all’ossa

E quel cielo

Perfido

Segnato di suoni mancati

Di risposte negate

Parla

Grida

E poi s’acquieta

Come un uomo qualsiasi

Perso……

Se guarda le stelle

Ingemmarsi

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Marirosa Marzulli

UNA CASA SICURA

E AL SICURO DAL CANE

Non hanno importanza le dimensioni della casa quanto la qualità della vita che offriamo al

nostro cane. L’importante è che il nostro cane abbia sempre un posto tranquillo dove poter

riposare.

Dipende da noi rendere la nostra convivenza più piacevole e sicura possibile. Ma cosa vuol

dire “piacevole e sicura” per un cucciolo?

Jerome K. Jerome scriveva “non si preoccupa affatto se è un cane”.

Piacevole non è il colore o la marca del tappetino, la cesta ricolma di giochi o la ciotola in

porcellana che faranno della nostra famiglia un nucleo accogliente per un cucciolo. I

cuccioli ma anche cani giovani e adulti molto curiosi hanno, solitamente, la necessità di

esplorare, mordicchiare qua e là, assaggiare il non commestibile, fare buche (non sempre

nel giardino)... insomma di essere semplicemente cani.

Quindi, attenzione a tutto quello che può rappresentare un pericolo per la sua salute come

detersivi, telecomandi, piante tossiche, giocattoli per bambini, derattizzanti, cavi

elettrici. Attenzione a tutto quello a cui tenete in modo particolare. Se il cucciolo avrà a

portata di bocca un paio di vecchie scarpe da ginnastica e l’ultimo

modello di Prada, siate sicuri che mangerà quelle di Prada perché lui è

un vero intenditore; se avete conservato per anni il vecchio peluche

dai mille ricordi e un orribile regalo della zia, lui

mangerà il vostro peluche che diventerà un... vecchio ricordo.

Da non fare.

Quando il cucciolo si presenta da voi con “la preda - Prada” in bocca, parola d’ordine:

IGNORATELO. Assolutamente non rincorretelo altrimenti diventerà, per lui, il più bel

gioco del mondo e per voi la fonte principale di stress.

Quando, disilluso nella sua aspettativa di aver iniziato un bellissimo gioco, avrà

abbandonato la “preda”, offritegli una valida alternativa. Il comportamento sbagliato deve

essere SEMPRE sostituito con quello CORRETTO.

IGNORARE un cane vuol dire: NON GUARDARLO, NON PARLARGLI (neanche per

rimproverarlo), NON

TOCCARLO.

Soluzione: non dimenticate mai nulla a cui tenete o che possa rappresentare un pericolo

per la sua salute a portata di bocca del cucciolo.

Mariarosa Marzulli

BENVENUTO AUTUNNO!

“Viva viva la castagna

frutto sano e saporito

che da tutti è preferito

come il re della montagna”

Con l’arrivo dell’autunno, sui banchi dei fruttivendoli riscopriamo uno dei frutti secchi più

squisiti e richiesti della stagione. Parliamo delle castagne.

L’albero proviene dalla famiglia delle Fagaceae a foglie caduche e nel periodo autunnale,

da settembre a dicembre, lascia cadere i suoi frutti spontaneamente. In realtà, le

castagne costituiscono il seme della pianta, ma non il frutto che è rappresentato dal loro

involucro di protezione: il riccio.

La distinzione tra castagne e marroni non è sempre chiara.

La castagne sono il frutto dell'albero selvatico. Hanno

forma, dimensione, sapore molto variabili anche se

prodotte dallo stesso albero e quindi tutta la gestione del

prodotto risulta più complessa.

I marroni sono prodotti dall'albero coltivato e hanno

caratteristiche più standardizzate.

In passato le castagne erano considerate un dono

preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli

inverni più rigidi, si conservavano a lungo, si prestavano a

moltissime ricette e addirittura venivano usate come

moneta di scambio. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la

raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane.

Le castagne sono un frutto atipico, poiché sono ricche di carboidrati complessi (amido)

come i cereali.

La cottura trasforma parte dell'amido in zuccheri semplici, che ne conferiscono la

dolcezza tipica.

Le loro proprietà nutrizionali sono eccezionali: sono ricche di sali minerali, oligoelementi e

vitamine (sono una buona fonte di fibre, di potassio e di vitamine del gruppo B,

soprattutto B1 e B6.); i loro zuccheri complessi (i carboidrati) sono più digeribili di quelli

dei cereali; sono energetiche, combattono le affezioni epatobiliari e intestinali, le

malattie renali, le affezioni alle ossa, le alterazioni nervose e muscolari, sono lassative,

antisettiche e aiutano il sistema circolatori.

VOCI DI CASA

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Un errore comune è quello di consumare le castagne nei momenti di pausa, ad esempio a

merenda sotto forma di caldarroste, dimenticandosi che un etto di castagne è

l’equivalente di un piatto di pastasciutta.

Il modo migliore per consumarle è come portata principale del pasto. Sono ottime sia

bollite con l’aggiunta di cannella e zenzero, oppure di qualche erba aromatica, sia saltate

sulla fiamma (le caldarroste).

Le castagne sono buonissime nelle minestre di verdure, al posto del pane o della pasta, e

accompagnano bene ogni tipo di pietanza; vanno benissimo per i bambini piccoli perché

sono più digeribili dei carboidrati contenuti nei cereali, purché si facciano cuocere a lungo.

Se consumate nei momenti sbagliati, come a merenda o a fine pasto, possono provocare

gonfiore addominale e irritazione intestinale, in quanto facilmente fermenteranno nello

stomaco dando origine a gas e gonfiori.

Con le castagne secche si può ottenere una farina particolare – che può anche essere

acquistata nei negozi alimentari – con cui preparare un dolce molto conosciuto: il

castagnaccio. La stessa farina può essere usata la mattina a colazione, come crema

cuocendola una ventina di minuti in acqua, un po’ come nella preparazione del semolino,

aggiungendo alla fine del miele o del malto per dolcificare a piacere. Infine, anche la

preparazione dei dolci beneficerà dell’aggiunta di questa farina. Innumerevoli sono quindi

le ricette disponibili, dagli gnocchi alla polenta, dalle frittelle alle torte.

Benvenuto autunno!

Marilù Perta - Dietologa

VOCI DI CASA

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UN’AVVENTURA SENZA FINE

Non avremmo mai pensato di scrivere un

articolo per questo giornalino sulla nostra

esperienza di tirocinio...Bene! Eccoci qui.

Qualcuno forse sa chi siamo. Per chi invece

non ci conoscesse, ci presentiamo. Siamo

Sara e Concetta, due studentesse di

Scienze Politiche presso l'Università di

Bari. Il nostro ordinamento di studi

prevedeva un tirocinio presso vari enti

convenzionati e il destino ha voluto che ci

conoscessimo proprio in questa struttura.

Si è instaurata sin da subito una complicità

che ci ha portato a lavorare in sintonia non

solo tra di noi, ma anche con il personale e

gli ospiti.

Il nostro lavoro era legato principalmente

alla figura, nostra tutor, dell'assistente

sociale, ma questo non ci ha impedito di collaborare anche con altre figure professionali

quali la psicologa, le fisioterapiste e tutta l’equipe medica. Tra un 'attività e l'altra

abbiamo potuto conoscere le storie e il passato di molti degli ospiti della casa e riscoperto

valori, sentimenti che non nascondono la loro gioia di vivere nonostante non siano

realmente nelle proprie case.

Si sono svolte molte attività con loro, dal gioco alle carte, l'ascolto di musica, la lettura

del giornale, ma l'esperienza più bella per noi è stata quella di accompagnare gli

ospiti nella residenza estiva della struttura dove dialogo, risate e molta della loro

saggezza non sono mancate.

E' bello sentirsi utili per chi ha bisogno ed è bello sentire l'affetto che un anziano può

dare. Ognuno di loro ha lasciato in noi un ricordo e ha contribuito alla nostra crescita

professionale, ma anche morale.

Questa è stata una bellissima esperienza che ora è giunta a termine, ma che ci ha aperto

una nuova strada che è quella del volontariato. Continueremo ad offrire il nostro affetto e

aiuto a questa che è diventata ormai per noi una grande famiglia.

Con affetto.

Sara e Concetta

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Marirosa Marzulli

GLI ANZIANI SI RACCONTANO

Salve, sono Italia Amodio e ho deciso di mostrarvi questa mia foto che mi ritrae insieme

a mia sorella maggiore Maria, all’età di 4/5 anni, in occasione della festa di San Giusto,

santo di Trieste.

Qui indosso il primo abito elegantino.

Siamo bellissime, non è vero ?

VOCI DI CASA

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100 ANNI

Salve, sono Grazia Cipriani e il 16 Settembre ho festeggiato cent’anni di vita, ricca di giorni ed esperienze vissuti sempre intensamente.

Sono nata a Giovinazzo il 16/09/1913, prima di sette figli. Mi sono sposata ma sono rimasta vedova dopo qualche anno. Mio marito è stato vittima di un incidente durante il periodo dell’ultima guerra. Lavorava per gli inglesi quando un giorno, mentre caricavano bombole di gas, una persona buttò una cicca di sigaretta, facendo saltare per aria il camion con tutti gli operai.

Sono rimasta sola, all’età di 29 anni, con tre figlie piccolissime che ho dovuto allevare da sola con enormi sacrifici...

Ho lavorato come assistente del medico scolastico fino al pensionamento, ho accudito figli, generi e nipoti diretti e indiretti, sempre disponibile a dare una mano a tutti.

Dal 2005 sono andata ad abitare a Roma, con mia figlia dopo la morte di suo marito. Da alcuni anni vivo in questa casa, amorevolmente assistita da tutto il personale che allieto ogni tanto con le mie canzoni… Sì, perché anche con i miei cento anni ho voglia ancora di farmi sentire!

So, infatti, che la mia vita presto volgerà al termine ma spero che, anche attraverso questi piccoli gesti che il mio corpo esile ancora mi concede, la mia vita non passi invano.

Grazie a tutti!

N. 9

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AVERE CENT’ANNI OGGI

L’aspettativa di vita degli italiani ha superato ormai di gran lunga gli 80 anni; facile è

riscontrare al giorno d’oggi ultracentenari in buona salute.

E’ un traguardo al quale si è giunti in maniera estremamente graduale, basti pensare al

Medioevo quando gli uomini non superavano la trentina e la mortalità infantile era

estremamente elevata; o ancora all’India attuale dove l’aspettativa di vita è ancora oggi di

22 anni nonostante la disponibilità di strutture ospedaliere e medicinali, ma l’igiene non è

prettamente di casa.

Dunque nei Paesi sviluppati grazie al miglioramento dell’igiene, del radicarsi di una certa

cultura di vita che comincia dall’alimentazione sana e va a finire ad un’attività fisica più o

meno regolare, si è giunti ad un allungamento della vita media, al passaggio all’anzianità

che sempre in più casi si protrae fino ai cent’anni.

Di certo, per giungere ad un’età longeva, fattori psicologici si mischiano a fattori fisici e

di salute e perché no, anche lo stato emotivo vissuto in una vita intera, influisce sulla

storia personale.

O ancora il tanto lavoro, che sia fra i campi o sui libri mantenendo sempre vivo l’intelletto,

porta a pensare ad una prosperosa longevità.

Avere cent’anni significa avere tanti ricordi, una storia passata da raccontare, da

condividere con chi ha voglia di ascoltare.

Avere cent’anni significa aver vissuto in un’epoca che tutti ricordano come più semplice,

più vivibile nella quotidianità con la propria famiglia, al sapore della genuinità.

Queste donne e questi uomini, sono lo specchio di un passato che chi più o chi meno

avrebbe voluto vivere.

Fabiola Barile

VOCI DI CASA

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...E INFINE ALCUNI DEI

NOSTRI COMPLEANNI

Grazia Cipriani

Maria Antonia

Lusito

Maria Pia

Liparoti

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Carlo De Palo

Maria Del Rosso

Brigida

Mastrandrea

VOCI DI CASA

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