VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA ... 35.pdfcapire meglio la mia vita e la mia storia...

40
VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA VETRANA” 70013 Castellana Grotte (Bari) Anno 28° - nuova serie n. 35 - 2° semestre 2008

Transcript of VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA ... 35.pdfcapire meglio la mia vita e la mia storia...

VOCE DEL SANTUARIO “MARIA SANTISSIMA DELLA VETRANA”70013 Castellana Grotte (Bari)

Anno 28° - nuova serie n. 35 - 2° semestre 2008

SommarioEditorialeAnno paolino! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 3Il Sinodo dei VescoviStoria della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 4Padre Michele PiccirilloTestimonianza di un impegno di pace . . . . . .p. 7La Madonna nel folklore castellaneseDue storielle popolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 9Spazio bibliotecaInterventi e acquisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 15Dal Commissariato di Terra SantaVolontariato e Testimonianze . . . . . . . . . . . . .p. 20Attività del CommissariatoCelebrazioni e pellegrinaggi . . . . . . . . . . . . . .p. 31Ricordo di Padre Odoricoper non dimenticare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 33Lettere a Laudato sieLettori e Amici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 34Piccola CronacaBriciole di notizie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 35Hanno collaborato a questo numero:Cristoforo Alvi, Pietro Cassano, Narcisa Dal Maso,Pio dʼAndola, Mariano De Cata, Angela Giodice,Nicola Guarnieri, Frédéric Manns, Pietro Mezzapesa,Anna Maria Nitti, Rossella Noia, Marina Nola, Giovan-ni Papini, Michele Piccirillo, Pietro Piepoli, Anna RitaRiccardo, Giuseppe Ruotolo, Angelo Sabatelli, Nico-la Soccio, Giorgio Vigna.

Fotografie e disegni di:Eugenio Alliata, Giuseppe Bellucci, Enrique Ber-mejo, Leonardo Civitavecchia, Gianni Consaga, Piod'Andola, Stefano De Luca, Paolo Gaidano, NicolaGuarnieri, Mimmo Guglielmi, Giorgio Kray, LeonardoIvone, Giacomo Lanzilotta, Michele Piccirillo.

Associato allaUnione StampaPeriodica Italiana In copertina: Natale è un Bimbo donato al mondo

Direttore Responsabile:Gaetanino d'Andola PioConvento Madonna della Vetrana - 70013 Castellana-Grottetel. 080-4965071, fax 080-4965189, ccp. 13179700http:// www.vetranaterrasanta.com

www.centrodunsscoto.itemail: [email protected] TRIBUNALE DI BARI:Registr. n. 882 - 5 novembre 1987

testi composti ed elaborati con: Macintosh MacPro

Scanners: Nikon Coolscan 9000, Epson 4870Stampante: OKI C8600

Stampa:Tipografia LONGO s.n.c.

Via M. Latorre 8 - Tel. 080-4965886 - Castellana-Grotte

Voce del SantuarioMadonna della Vetrana - Castellana Grotte (BA)

LLaauuddaattoo ssiiee: Anno XXVIII - nuova serie, n. 352° Semestre 2008

LLaa cclliinniiccaa ddii GGeessùù:: uunnaa ssttaallllaa!!

Gesù è nato in una stalla. Una stalla, una vera stalla, non è il lieto por-

tico leggero che i pittori cristiani hanno edificatoal Figlio di David, quasi vergognosi che il loroDio fosse giaciuto nella miseria e nel sudiciume.E non è neppure il presepio di gesso che la fanta-sia confettiera dei figurinai ha immaginato neitempi moderni; il presepio pulito e gentile, gra-zioso di colore, colla mangiatoia linda e ravviata,l’asinello estatico e il compunto bue e gli angelisul tetto col festone svolazzante e i fantoccini deire coi manti e dei pastori coi cappucci, in ginoc-chio ai due lati della tettoia. Codesto può essere ilsogno dei novizi, il lusso dei curati, il balocco deibambini, il “vaticinato ostello” d’AlessandroManzoni, ma non è davvero la stalla dov’è natoGesù. Una stalla, una stalla reale, è la casa dellebestie. L’antica, la povera stalla dei paesi anti-chi, dei paesi poveri, del paese di Gesù, non è illoggiato con pilastri e capitelli, né la scuderiascientifica dei ricchi d’oggidì o la capannucciaelegante delle vigilie di Natale.

La stalla non è che quattro mura rozze, unlastricato sudicio, un tetto di travi e di lastre. Lavera stalla è buia, sporca, puzzolente: non v’è dipulito che la mangiatoia, dove il padrone amman-nisce fieno e biadumi.

Giovanni Papini(da La Storia di Cristo)

A TUTTI I GENTILI LETTORIA TUTTI I GENTILI LETTORIAFFETTUOSI AUGURIAFFETTUOSI AUGURI

EDITORIALEANNO PAOLINO: il coraggio di vivere e annunziare il Cristo

“ Sono un giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cre-sciuto in questa città Gerusalemme, formatoalla scuola di Gamaliele nelle forme piùrigide della legge paterna. ...Come fari-seo credevo mio dovere di lavorarecontro il nome di Gesù il Nazareno;molti dei fedeli li condussi in pri-gione. ...Cercavo di costringerlicon le torture a bestemmiare einfuriando all’eccesso contro diloro, davo loro la caccia finnelle città straniere.”

È quindi logico che approvila lapidazione di Stefano, primomartire. Ma la libertà di Saulocomincia ad essere messa ingioco da questo martirio. Si ponela domanda su chi sia quel Gesùper il quale si è disposti a dare lavita. E con quel Gesù egli si scontrasulla via di Damasco. E, deciso, affer-ma: ...”Colui che mi scelse fin dal senodi mia madre e mi chiamò con la sua gra-zia si compiacque di rivelare a me suo Figlioperché lo annunziassi in mezzo ai pagani”.

I cristiani lo guardavano con diffidenza, ricordan-do con quale accanimento erano stati da lui perseguitati, gliebrei lo consideravano un traditore, che aveva abbandonato la religione dei padri. Sappiamo chenella sua vita affrontò innumerevoli difficoltà: veglie, digiuni, freddo, naufragi, migliaia di chilo-metri percorsi a piedi, flagellato dagli ebrei, vergato dai romani, imprigionato per lunghi periodi:una volta viene preso a sassate e addirittura abbandonato perché creduto morto.

Ed infine martire per Cristo.Al cuore di Paolo e del paolinismo vi è la libertà dalla legge. L’essere in Cristo, sarà certamente

in sintonia con questa meravigliosa realtà. Non più il cuore della legge ma la legge del cuore. E’questo il dato luminoso della sua predicazione, talvolta in contrasto con altri apostoli.

Egli insegnava che in Cristo non vi è più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né maschioné femmina. La predicazione di Paolo, ad ampio respiro missionario senza il timore delle potenzedel mondo, è fatta non di dottrina astratta, ma di vita testimoniata fino al martirio. I credenti sonola Chiesa e la Chiesa è il corpo di Cristo. E Cristo parla non esclusivamente dal pulpito delle chie-se. Cristo è presente dovunque è presente l’uomo, dove egli vive, dove egli lavora, dove gioisce osoffre, discute o riflette. Il comando di Gesù di portare il vangelo a tutto il mondo impegna tutti icredenti, dispensatori dei misteri di Dio, a cominciare dalle chiese, dai nostri paesi, dalle nostrecittà. Con il linguaggio nuovo, ma sempre antico della carità, il più persuasivo e il più fecondo deilinguaggi, perché è il linguaggio comunicativo dell’amore.

4

VITA DELLA CHIESA

no dei frutti più belli del sinodo dei vescovisulla parola di Dio nella vita e la missione

della Chiesa è senz’altro il messaggio preparato daMons. Ravasi, un biblista che allo stesso tempo èdotato di una grande sensibilità pastorale. Il mes-saggio si articola in quattro tappe per vivere edannunciare la Parola. Quattro simboli fanno riflet-tere sull’itinerario che dall’infinito ci conduconofino alle nostre case e alle nostre città.

Il viaggio, intessuto di testi biblici, cominciacon la prima tappa, "La voce della Parola: la Rive-

lazione". Dio parla perché vuole entrare in allean-za con l’uomo ed aspetta una risposta. Presentapoi "Il Volto della Parola: Gesù Cristo". La parolasi è fatta carne ed è venuta ad abitare tra noi. Illu-stra quindi "La casa della Parola: la Chiesa", che èresponsabile dell’annuncio della parola ed indicainfine "Le strade della Parola: la missione". Que-sta parola vuole giungere a tutti gli uomini perinsegnar loro le vie della salvezza.

L´approccio alla Parola di Dio deve esserecaloroso, non solo esegetico o teologico. I disce-

U

IIll mmeessssaaggggiioo ddeell SSiinnooddooLa voce della parola: la Rivelazione

Il primo risultato del Sinodo dei Vescovi è arrivato: il Messaggio a tutto il popolo cristiano. Lo ha presentatonella Sala stampa del Vaticano mons. Gianfranco Ravasi, esegeta e presidente del Pontificio Consiglio della cul-tura. È costruito secondo quattro “icone” molto suggestive: 1. “La voce della Parola: la rivelazione”; 2. “Ilvolto della Parola: Gesù Cristo”; 3. “La casa della Parola: la Chiesa”; 4. “Le strade della Parola: la Missio-ne”. Alla suggestione delle icone si accompagna una sapiente dosatura delle citazioni bibliche e l’attenzione alleproblematiche storiche in cui la Parola – in tutti questi aspetti – oggi si trova ad essere accolta (o anche rifiuta-ta), interpretata, celebrata, vissuta, cercata. Vi è anche (al n. 9) una breve spiegazione della lectio divina, cheviene anche chiamata “Lettura orante nello Spirito”, e che si dice idealmente mostrata in Maria, la madre delSignore, che “custodiva, meditandoli nel suo cuore, gli eventi” attorno alla nascita del figlio. Sono anche spiega-ti i quattro punti focali ormai tradizionali: lectio, meditatio, oratio, contemplatio. Nella spiegazione ci sembrache vengono collegati anche con la metodologia latino-americana: cosa dice il testo biblico in sé; cosa dice anoi; cosa rispondiamo noi al Signore; assumere lo sguardo di Dio sulla storia.

VITA DELLA CHIESA

5

poli di Emmaus, dopo aver ascoltato l’unico ese-geta che spiegava loro le Scritture, dicevano:“Forse non ardeva il nostro cuore mentre ci spie-gava le scritture?” La Bibbia ricorda inoltre che laLegge fu data al Sinai in mezzo al fuoco. La stessaesperienza deve riprodursi ogni volta che la scrit-tura viene spiegata durante l’omelia o la lectiodivina. La scrittura deve essere compresa comeuna lettera d’amore che Dio ci manda.

"Come un innamorato legge una lettera dell’ama-ta, così devi metterti a leggere la Scrittura... La Bib-bia è stata scritta per me", diceva il filosofo daneseKirkegaard. Non è soltanto un testo che parla dellastoria degli uomini. È un documento che mi aiuta acapire meglio la mia vita e la mia storia personale.Solo la lectio divina, una lettura orante della Scrit-tura può aprire questi orizzonti.

Il Cristianesimo è una religione che ha al cen-tro una persona, Gesù Cristo, rivelatore del Padre.È lui che ci fa capire che anche le Scritture sonocarne e hanno un rivestimento esteriore chenasconde le midolla. Queste parole umane sono dacomprendere e studiare nella loro cultura, macustodiscono al loro interno la luce della veritàdivina che solo con lo Spirito Santo possono esse-re scoperte.

È urgente nella Chiesa superare il dualismo traesegesi e teologia, e tra esegesi e Magistero, con-statando che la conoscenza esegetica deve, quindi,intrecciarsi con la tradizione spirituale e teologicaperché non venga spezzata l´unità divina e umanadi Gesù Cristo e delle Scritture.

La catechesi e in modo particolare l´omelia devo-no usare un linguaggio nitido, incisivo per sottolinea-

re il legame intimo tra la Parola, l´Eucaristia e lacarità vissuta. Solo una lettura orante della Bibbiaguidata dallo Spirito Santo e dai pastori della Chiesapermetterà alla Chiesa di superare il pericolo dellesette che distribuiscono la Bibbia senza dare unmetodo di lettura.

Leggere la Bibbia non basta. Tutti i battezzatidevono annunciare con la vita e l’esempio la scrit-tura e farsi missionari della Parola, nei loro ambien-ti, nel dialogo con i credenti di altre religioni, e inparticolare nel mondo della cultura e dell´arte. LaBibbia è stata da sempre il grande codice della cul-tura occidentale, anche se l’Occidente ha vergognadi riconoscerlo.

I catechisti in Africa e in America del Sud etanti altri servitori della Parola di Dio - tra cuibisogna annoverare le mamme di famiglia - meri-tano un incoraggiamento speciale, come i fratelli ele sorelle perseguitati o messi a morte a causadella Parola di Dio fino ad oggi in Cina ed in altreparti del mondo. La loro testimonianza rende glo-ria al Signore.

L'ordine francescano si sta preparando allacelebrazione dell'VIII centenario della sua fonda-zione nel 2009. La forma vitae Minorum non ènient'altro che una fedeltà spirituale alla lettera delSanto Vangelo, considerata come la chiave di voltadel comportamento. La Scrittura è il metro con ilquale tutte le pratiche religiose dei Frati devonoessere misurate. Se l'Ordine dei Frati Minori vuolsuperare la crisi attuale deve rimettere la Scritturaal primo posto. Ogni volta che la Chiesa ritorna alVangelo conosce una nuova primavera.

Il sinodo celebrato in ottobre invita di nuovo laChiesa ad un ritorno alle Scritture. La Chiesa sache essa nasce dalla Parola di Dio, che non è altroche il Verbo di Dio e che sarà giudicata dalla Paro-

6

MARIOLOGIA

la, Gesù Cristo. Nascendo dalla Parola, la Chiesa a contatto con

essa si rinnova, si rigenera e trova sempre forzenuove. In ogni generazione essa si rinnova abbe-verandosi alla fonte della Parola di Dio, così comesi rinnova nutrendosi dell'Eucaristia. Le due mensedella parola e dell'Eucaristia sono il cibo che per-mettono ad ogni cristiano di attraversare il desertodell'esistenza. Questa doppia mensa deve poi aprirsialla mensa dei poveri dove la carità diventa realtà.

Il Concilio Vaticano II, ha esortato tutti i cri-stiani a nutrirsi quotidianamente della Parola e apregare dalla Parola. Rebecca, la moglie di Isacco,tornava ogni giorno alla sorgente di acqua con lasua brocca, ripete Origene. Non basta leggere lascrittura una volta la settimana. Ogni giorno biso-gna bere la parola di Dio.

La Costituzione dogmatica "Dei Verbum", il docu-mento fondamentale sul quale la Chiesa ha espresso lasua convinzione riguardante la Parola di Dio, rimanevalida quarant'anni dopo la sua pubblicazione. Invecedi mettere questi documenti nelle biblioteche, bisognametterli in pratica.

P. Frédéric Manns è stato scelto dal Papa tra

gli esperti voluti a partecipare al Sinodo e, connostra sorpresa e compiacimento, ha aggiuntoquesta riflessione sull’intervento di un vescovoslovacco ai Padri sinodali (n.d.r.)

Che il Ministro generale del frati Minori pro-ponga San Francesco ai padri sinodali comemodello di lettura esistenziale della Scrittura nell’8°centenario della fondazione dell’Ordine non haniente di straordinario. Il contrario avrebbe sorpresomolti padri sinodali.

Ma che un vescovo slovacco si faccia il difen-sore della lettura francescana della scrittura è piut-tosto sorprendente. Mons. Stanislav Zvolensky,arcivescovo di Bratislava, ha sorpreso molti padriche si chiedevano se era francescano, mentre loera solo di cuore.

Cito un brano del suo intervento: «La letturafrancescana della Bibbia è senza dubbio sorpren-dente, se la guardiamo dal punto di vista degliodierni criteri scientifici d’interpretazione e dalpunto di vista dei frutti della fede che questa lettu-ra ha portato. Uno dei segni caratteristici di questalettura è stato il principio senza glossa… Sarebbepossibile accusare San Francesco di letteralismo odi fondamentalismo?

La sua lettura della Bibbia non è tanto letteraleche realista… San Francesco non si concentrasulla materia del testo ma sull’agire di Dio. È con-sapevole che nella Bibbia l’uomo incontra Diovivente e non un’oggettivizzata astratta verità.L’esegesi di san Francesco porta a riconoscere ilcarattere sacramentale della parola di Dio ».

Il prelato ha portato un contributo originale sulcarattere sacramentale delle parola di Dio negliscritti di San Francesco, tema che permette diavvicinare meglio le due mense, la mensa dellaParola e la mensa dell’Eucaristia.

Il Ministro Generale dei Frati Minori è rimastocosì sorpreso che ha chiesto al prelato il permessodi pubblicare il suo testo per l’edificazione deiFrati.

P. Frédéric MannsStudium Biblicum Franciscanum

Jerusalem

7

STORIA

l francescano padreMichele Piccirillo nacque aCasanova di Carinola(Caserta) l’11 novembre1944.

Dopo aver compiuto glistudi classici, dai Superiorifu inviato quale novizio aGerusalemme dove trascor-se gran parte della vita. Inquella comunità conobbepadre Bellarmino Bagatti,pioniere dell’archeologiabiblica moderna, di cuidivenne il primo collabora-tore e discepolo prediletto.Alla sua scuola, l’interesseper l’archeologia si tra-sformò in costante impegnomorale e civile che fu svi-luppato con il massimorigore metodologico, tanto da essere consideratodalla comunità scientifica internazionale fra i massi-mi archeologi e biblisti.

Questa autorevolezza gli veniva dall’essereprofondo conoscitore di manoscritti qumranici, inebraico, greco e aramaico, lingue per lui prive disegreti e dall’avere competenza in ogni settore dellaricerca biblica, compresa la papirologia.In effetti, dopo le lauree a Roma in Teologia Sacra

ottenuta presso l’Athenaeum Antonianum e in StudiBiblici presso l’Istituto Biblico Pontificio, nel 1975conseguì anche il dottorato in archeologia pressol’Istituto di Studi per il Medio Oriente della UniversitàLa Sapienza. La sua attività di ricerca mirò sempre allaricostruzione dei fatti evangelici e della storia del primocristianesimo attraverso la conferma archeologica.Il suo impegno civile in Medio Oriente non si

limitò comunque ad importanti relazioni scienti-fiche e pubblicazione di testi di riferimento, mafu una attività “ad ampio spettro”: in qualità diarcheologo fece importanti scoperte in TerraSanta fra cui è bene ricordare il vastissimomosaico pavimentale del Battistero del Memoria-le di Mosè sul monte Nebo, a pochi chilometri daAmman (1976) e quello altrettanto spettacolare

della sala dell’Ippolito aMàdaba (1982) e poi letante chiese della primaetà del Cristianesimo.In Giordania padre Picci-

rillo si concentrò sul sito diUmm al-Rasas che, dopoaltre scoperte, con fineintuito supportato daprofonda conoscenza col-legò al Kastron di Mefaat,più volte citato nell’AnticoTestamento.Però la sua attività non si

limitò al solo impegnoscientifico, ma fu rivoltaanche verso il sociale, giac-ché a lui si devono anchel’idea e il compimento dellarealizzazione di scuole direstauro di antichità a Geri-

co e a Màdaba, specializzate in antichi mosaici, cheha coinvolto tanti giovani di quelle comunità sot-traendoli alla ignoranza e all’odio razziale.

Questo suo poliedrico impegno nella scoperta,valorizzazione e difesa delle tracce lasciate dallaStoria in Medio Oriente, non fine a se stesso,richiamò l’attenzione dei governanti di quelle regio-ni che seppero apprezzare appieno il suo impegno.

In effetti, in Medio Oriente la conflittualitàcostante che contrappone Cristiani, Musulmani,Ebrei e Palestinesi fa sì che l’impegno di tutte levarie componenti di quella poliedrica società civileverso la salvaguardia delle testimonianze storichedel passato della regione è approssimativo e oggetti-vamente minimo, ed ha come conseguenza il sac-cheggio indiscriminato dell’area, che si perpetra neimodi più vari, anche per la mancanza di un diffusacoscienza del patrimonio culturale posseduto.L’impegno di padre Michele fu dunque apprezza-

to dalle autorità locali e dalle menti più autorevoli,anche perché il francescano non abbandonò mai gliscavi sul campo, spostandosi indefesso da un settorearcheologico all’altro, incurante delle tensioni politi-che in un Medio Oriente perennemente devastato daguerra e terrorismo.

I

PADRE MICHELE PICCIRILLOTTeessttiimmoonniiaannzzaa ddii uunn iimmppeeggnnoo ddii ppaaccee

ttrraa ppooppoollii oossttiillii

STORIA

8

La sua neutralità e benevolenza verso tutte leparti in causa gli aveva fruttato stima e fiducia diArabi e Israeliani e di tutte le diverse Chiese Cristia-ne, tanto che assurse a simbolo di pace e fratellanzafra i popoli.

Attivo in Israele e in Giordania, in Egitto e inPalestina, fu lui, simbolicamente, a regalare il 26ottobre 1994 in occasione della firma del Trattato dipace fra Israele e Giordania il bel volume Themosaics of Jordan all’allora primo ministro israelia-no Yathzik Rabin, al ministro degli esteri ShimonPeres e al presidente degli Stati Uniti d’America BillClinton.Fu amico personale di presidenti israeliani, parti-

colarmente vicino al re Hussein di Giordania e inter-locutore molto ascoltato di re Assad di Siria.Quando nell’Anno Giubilare 2000 papa Giovanni

Paolo II, nel corso della memorabile visita in TerraSanta, volle contemplarla dalla stessa altezza da cuil’aveva osservata Mosè prima di spirare, fu padrePiccirillo che gli fece da guida nell’ascesa al MonteNebo. La circostanza si ripeté con il presidenteCarlo Azeglio Ciampi nel 2001 e con la first ladyLaura Bush nel 2005.Padre Michele Piccirillo fondò e diresse il Fran-

ciscan Archeological Institute, con sede proprio sulMonte Nebo, scuola di eccellenza per gli archeologiimpegnati in quelle contrade nella esplorazione disiti bizantini, era docente nello Studium BiblicumFranciscanum, posto nella parte più antica di Geru-salemme, in prossimità della celebre Via Dolorosa e,sempre a Gerusalemme, dirigeva con acume ilMuseo Archeologico della Flagellazione.Assiduo e apprezzato collaboratore del quotidiano

della Santa Sede l’“Osservatore Romano”, padre Pic-cirillo con molta umiltà spiegava a quanti lo andavanoa trovare nel Convento della Flagellazione a Gerusa-lemme che il suo lavoro era diventato «testimonianzadi un impegno di pace tra popoli ostili».

Il suo studio, dove lavorava e riceveva, era som-merso da libri, giornali, opuscoli, grafici, immagini,reperti archeologici di ogni specie e monete antiche,che, per lui, sono state l’indizio più sicuro per la data-zione di uno strato archeologico.

Anche in Medio Oriente le antiche monete si rin-vengono in ripostigli, tesoretti o come reperti isolati,ma colpisce il loro grande numero e, in effetti, padreMichele ne aveva ritrovate e classificate a migliaia,con puntualità e competenza scientifica. Una particola-re competenza aveva acquistato per le monete di epocaebraica, contribuendo non poco alla loro miglioreconoscenza.

La Palestina fu uno dei paesi dell’antico mondocivilizzato ad organizzarsi assai tardi, rispetto alleregioni confinanti, nella battitura delle monete. Fino al135 a. C. non risultano emesse monete ebraiche, ma siusarono accanto ai vecchi sistemi di scambio e dibaratto, le monete dei Seleucidi di Siria. Antioco VIIEvergete di Siria (164-129 a. C.), concesse a SimoneMaccabeo, discendente della famiglia del sommo

sacerdote Matatia, il diritto di battere moneta. Appar-vero così, monete di rame con simboli recanti chiaririferimenti religiosi, come calici, cedri, palme. Ales-sandro Janneo (103-76 a. C.) fu il primo dei Maccabeia raffigurarsi come sovrano sulle monete che recanoiscrizioni in greco e in ebraico ove accanto al suonome è proclamato il suo rango. Tale dignità fu aboli-ta, almeno per quanto riguarda le monete, da PompeoMagno durante la conquista del 63 a. C. AntigonoMatatia (40-37 a. C.), ultimo dei Maccabei, feceimprimere sulle sue monete il candelabro ebraico asette bracci. Da Erode il Grande in poi le legende furo-no solo in greco, mentre con Erode Filippo (4 a. C.-34d. C.) essendo ormai la Giudea nell’ambito culturaleromano, iniziarono ad apparire iscrizioni in caratterilatini ed effigi degli imperatori romani. Dall’anno 66d. C., la rivolta contro Roma fu contrassegnata daglishekel d’argento (un nominale tutto giudaico) con laiscrizione “Santa Gerusalemme”. Queste monete furo-no dichiarate illegali e fuori corso dopo l’occupazionee la distruzione di Gerusalemme, nel 70 d. C., da partedelle truppe dell’imperatore Tito. Nessuna emissioneebbe luogo nel triste periodo degli imperatori Flavii,sino alla rivolta di Bar Cochba (132-135 d. C.) il qualediede ordine di sovraimprimere le monete imperialiromane con iscrizioni che inneggiavano alla “reden-zione di Israele” o alla “libertà per Gerusalemme”.Infine, con l’imperatore Adriano, cessò ogni emissioneebraica, anche perché era avviata ormai la diàspora, ladispersione del popolo ebraico.Altre monete che con facilità si rinvengono in

Medio Oriente sono le monete di bronzo di epocabizantina, ed in particolare quelle battute a Costanti-nopoli, ad Alessandria e a Cizico nel corso del XI,XII e XIII secolo. Spesso si tratta di follari anonimidei quali si conoscono diverse classi, di cui è possi-bile rinvenire ampia documentazione anche nellenostre regioni. Con le Crociate anche le moneteusate da Francesi, Tedeschi, Spagnoli e Italiani risul-tano circolanti su larga scala in Medio Oriente.Tesoretti di tarì siciliani di epoca Normanna e Svevasono stati ritrovati in Siria e in Palestina e le cartedella Geniza del Cairo sono piene di riferimenti amonete occidentali.Durante la sua lunga attività di studioso, spesa

diuturnamente al servizio delle scienze antiche eattestata da una vasta bibliografia specialistica,padre Piccirillo, con l’abituale passione, dedicavagran parte del suo impegno nella scrupolosa classifi-cazione del patrimonio numismatico che nel corsodegli anni aveva portato alla luce durante gli scaviarcheologici. Un’attività ampiamente documentata da studi e

ricerche che colmano, sia pure in parte, il grandevuoto determinatosi con la sua dipartita, avvenuta il25 di ottobre 2008.

Giuseppe RuotoloPresidente

Accademia Italiana di Studi Numismatici

LLaa MMaaddoonnnnaanneell ffoollkklloorree ccaasstteellllaanneessee

Come per le letterature classiche, anche per la letteratura popolare, il passaggio dalla narrativa alla poesia è breve e“naturale”.

Anche noi tenteremo questo “passaggio”, perché ci siamo spesso occupati della narrativa (proprio nel riquadro intro-duttivo celeste dello scorso n. 34, a p. 15, abbiam dato il riferimento bibliografico dei 5 numeri di Laudato sie, cui vaaggiunto il 6° [proprio il n. 34, pp. 15 e 16], con le due “storielle monopolitane”); ma non abbiamo fatto quasi nessunapuntata nella poesia popolare (così, a memoria, mi sovviene del ritornello delle Cento Avemmarie del n. 29, p. 14).

Ecco, da questo numero, tenteremo un’indagine mariologica nella poesia popolare castellanese, utilizzando i mieiappunti, i manoscritti di mastro Giovanni Mastromarino della Civica Biblioteca Castellanese, 3/4 discenti dell’Univer-sità della III Età, che già mi han cominciato a fornire prezioso, straordinario materiale e don Nicola Pellegrino, che i let-tori di Laudato sie già conoscono da un pezzo.

o citato per ultimo il parroco de Il Salvatore,don Nicola, ma - ripeto - egli è già noto ai

lettori di Laudato sie, perché ha pubblicato suiCalendari 1999, 2000 e 2008 molte belle pagine diletteratura popolare (e sulla “mia” Forbice, vec-chia e nuova serie, buoni “pezzi” narrativi). Nelloscorso n. 34, a p. 36, ci sono ben 5 lettere cheentusiasticamente accennano al Calendario chericalca - in buona parte - quello del 2000.

E dunque cominceremo proprio con don Nico-la e col Calendarje 2008 per questa 1ª parte dellanostra ricerca.

Riproporremo con una traduzione assolutamen-te letterale, mentre don Nicola ne offre una legger-mente più libera (ma più significativa,l’ammettiamo), tutti i brani che riguardano laMadonna. Quando ci siano delle varianti, le segna-leremo e le commenteremo. I punti sospensiviindicano parti del testo mancanti. Diamo le tradu-zioni in corsivo ed indichiamo la vocale semimutae di fine parola con la “e” in corsivo: Fra parentesiquadre “[...]” indichiamo i “cambi”.

A Gennaiotroviamo La campanella, che, nella 2ª parte, è lacrocifissione di Gesù. Ecco i riferimenti mariani:

Tinghe e ting-a campanelle.Viene da Roma Gesù mio belle.E Sant’Anna e Santa Mariascevene decenne la litania......Sceve cugghjenne ros’e fiore[Madre] Maria: quant’ere belle!Sceve facenne u mazzetelle:a Gesù lu scev’a purtò...E la gente chiamò Maria:“Vostro Figlio sta per morire”.E sendenne chisse parole.Cadde ‘nderre pe lu dolore...Tinghe e ting-a campanelle.

Viene da Roma Gesù mio belloe sant’Anna e Santa Mariaandavano dicendo le litanie, ... Andava raccogliendo rose e fioriMadre Maria: quanto era bella!

Poesia popolare(parte 1ª)

9

H

Andava facendo il mazzetto: a Gesù lo andava a portare. ...E la gente chiamò Maria: “Vostro Figlio sta per morire”. E sentendo queste parole, cadde in terra per il dolore...

Col titolo Orazioni popolari, a Gennaio, donNicola pubblica anche una preghiera di 8 versi arima baciata, che è una Preghiera della sera. Il 5°e il 6° verso dicono:

...Criste meije, nan de ne sceijeMadonna maje, nan de n’ando!...

Cristo mio, non te ne andare! Madonna mia non te ne andare!

Don Nicola traduce in modo più bello, ma, ripeto,non è la traduzione letterale. I due ultimi versi,poi, dicono:

“Stoche imbine du murijeTu me degghja perdunò”

E don Nicola traduce:“ Se stessi per morireperdona le mie colpe”

Ma la traduzione letterale sarebbe:“Sto infine del morire[che] tu mi debba perdonare”.

E se il testo mal ricordato della Fanelli fosse:“Ce stoche ‘mpunde de murijeTu me degghja perdunò”?

Se sto in punto di morire,[che] tu mi debba perdonare.

Ma andiamo troppo per il sottile e meno maleche, a Febbraio, non abbiamo riferimenti maria-ni!...

A Marzo,nella lunga complessa Preghiera della sera,la Madonna compare 4 volte. All’inizio chipregava diceva:

Je me corche ‘nda stu lijettecu l’angele beneditte,cu Gesù e cu Marijei cu tutte a combagnije

Io mi corico dentro questo lettocon l’Angelo benedetto,con Gesù e con Mariae con tutta la [celeste] compagnia.

Poco dopo alla Madonna viene dedicato unomaggio tutto fiori e... riposo. Eccolo:

Sanda rosa mia, Marije,ca ‘nge guarde notte i dije,‘nde fjure stè giglje i rosepe niù tjù sì rose i repose.

Santa rosa mia, Maria,che ci guardi notte e giorno,nei fiori c’è gigli e rose;per noi tu sei rosa e riposo.

Nel cuore della preghiera la Madonna vienposta accanto al Padre nostro e viene invocata inun’atmosfera familiare e bambina, perché ciaddormenti, come cullava Gesù Bambino.

Padre nostro e Mamme de Criste,jè me corche i tiù m’addurmentòi na sacce ce magghie alzò.

Padre nostro e Mamma di Cristo,io mi corico e tu mi addormenteraie non so se mi devo alzare (levare).

Alla fine della preghiera, dedicata tutta a Lei, laMadonna viene chiama regina ed a Lei si racco-mandano le anime Purganti. Chiusa ecclesialemeravigliosa, perché sono unite insieme la chiesamilitante terrena, la chiesa purgante di coloro cheaspettano di salire al Cielo e la chiesa trionfanteceleste, di cui la Madonna è regina. Ecco i versi:

... Salve, Reggina, t’hame pregatecu torce i canneile appecciôte

LA MADONNA NEL FOLKLORE CASTELLANESE

10

LA MADONNA NEL FOLKLORE CASTELLANESE

11

addefrisjescke l’aneme du Pregatorijeca ‘nge seime raccumannôte.

Salve Regina, Ti abbiamo pregatocon torce e candele accese;rinfresca le anime del Purgatorio,alle quali ci siamo raccomandati.

Ad Aprile,c’è l’Ave Maria piccolina, quasi omaggio allanostra protettrice, della quale abbiamo la granfesta popolare (cfr. n. 18, pp. 12-14). La pubbli-chiamo di nuovo, tutta quanta per la sua armoniosasemplicità. Annoteremo soltanto che abbiamoapportato due varianti metriche e la rima delterz’ultimo verso. E si noti, verso la fine,l’accorato accenno alle anime sole, alle animesante.

Ave, Maria piccoline,ca se deisce sere e matine!Ce la disce e ce la sende‘Mbaradise ava sta sembe.‘Mbaravise so’ bbelle i côse:ci ‘nge ve’, ddà se repôse.O ‘Mbierne a malaggendei ce nge ve’ se ne repende!Ce tjù ve’, na puote assejie.Salveme, mesericordie de Ddejie!Janeme sole janeme sandedo Pregatorie uscite quande?Salvateme da ogni mâlee dal gran Nemico mortâle!O Marije, speranza mijeaccumbagneme ‘nda chessa dije.

Ave, Maria piccolina,che si dice sera e mattina!Chi la dice e chi la sentein Paradiso deve star sempre.In Paradiso sono belle le cose:chi ci va, si riposa.All’Inferno la malagente,e chi ci va, se ne pente.Se tu vai non puoi uscire.Salvami, misericordia di Dio!Anime sole, anime sante,dal Purgatorio uscite quando?Salvatemi da ogni male,e dal gran Nemico mortale (il Demonio).O Maria, speranza mia,accompagnami in questo giorno!

A Maggio,c’è la Lauda all’Addolorata, un vero piccolopoema “molto comune in tutta la zona”. Si potreb-be dire: in tutta l’Italia e, credo, anche oltre. Nonc’è autore cristiano che non abbia tentato didescrivere lo strazio dell’Addolorata, per la mortedel Figlio.

Nella nostra “zona” la lauda era anche cantatae, a Conversano, il venerdì santo, ne viene ripro-posta qualcosa del genere. Due donne castellanesi,di cui fu registrato nome ed età, cantavano la laudain controcanto. Ne facemmo una regostrazione sunastro magnetico. Operatore “fonico” dell’impresafu proprio don Nicola Pellegrino e non so quantodi quella registrazione possa essere passato nellatrascrizione che don Nicola pubblicò anche nelCalendario 2000 che fu scelta da don AgostinoBagordo per il suo volume La poesia nella pre-ghiera dialettale popolare del Mezzogiorno (Vive-re in, 2004, pp. 102-105).

Se riesco a risentire quella registrazione ed amettere ordine nei miei appunti, dedicherò a que-sta lauda una puntata particolare. Qualche curio-sità, prima di passare al Giugno. Le due cantanti,che cantarono parti di questa lauda, l’intitolaronoU crete granne granne (Il credo grande grande).

“Il giornale di Putignano” di alcuni anni fa,pubblicando alcuni brani molto simili, l’intitolò Uraselle, o qualcosa del genere (ho il ritaglio, manon ricordo dove l’ho messo!...) Comunque era datradurre Il dies irae. Diasilla diasilla diceva che si

chiamava la preghiera ai morti, che recitava unavecchia mendicante castellanese che entrava dovec’era un morto e “presente cadavere” cantava egridava e piangeva alcuni distici della Laudaall’Addolorata. Ma l’attacco rasentava il ridicolo:

Diasilla, diasilla.se n’è sciute cumba Villa...

Dies irae, dies irae,se n’è andato compare Villa...

Se il cadavere era di donna, penso che dicessecummara Villa. Io, la lamentazione, l’ho sentitafare sul cadavere di mio nonno materno.

Ma torniamo al nostro calendario.

A Giugno,ci sono due preghiere. La prima è una Preghieradopo il Rosario ed è rivolta a:

San Domeniche mio bbeate,lu rosario a te fu dateda Marija a verginelletutta pura i tutta belle:

San Domenico mio beatoil rosario a te fu datoda Maria la Verginella,tutta pura e tutta bella.

Dopo la donatrice del rosario sono suggeriti idue personaggi cui donarlo: Gesù e Maria stessa:

Presièndele a ce vu tiù:a Marije i a Gesjù.Ije a Gesjù vogghie pe patrei Marije vogghje pe matre...

Presentila a chi vuoi tu:a Maria e a Gesù.Io Gesù voglio per padree Maria voglio per madre.

La 2ª preghiera è una seconda Preghiera dellasera ed è piena di Dio e di Santi. Nella secondaparte della preghiera vengono localizzate le stessepresenze intorno al giaciglio del dormiente: alcapezzale, la mano di Dio; al costato, alla partedel cuore, Cristo Gesù e

...a pijete Santa Maddaleneca responne a bella voce:“Fatte tre segne de crosce.Nome del Padre, pigghieme tu!Sangue di Cristo, proteggeme tu!Nel nome del Padrela Madonne m’è Madre!

Ai piedi [del letto] Santa [M.] Maddalenache risponde a bella voce:

Fatti tre segni di croce.Nel nome del Padre, pigliami tu!Sangue di Cristo, proteggimi tu!Nel nome del Padrela Madonna mi è Madre!

Alle tre espressioni Nome del Padre, Sangue diCristo, Nel nome del Padre, si facevano i tre segnidi croce: ed ecco, infine, proclamata la figliolanzadi chi ha pregato e la maternità della Madonna,

dichiarate solennemente Nel nome del Padre. Ecome è affettuosa la dichiarazione finale: laMadonna mi è Madre!

A Luglio,su tre “pezzi” senz’altro molto belli, solo uno haun riferimento alla Madonna. È il saluto che sidava una volta, Entrando in casa, dal capofamigliao da altre persone, che oltrepassavano la soglia dicasa. Si diceva da tutti, senza distinzioni:

...Bona sere, Gesù,12

LA MADONNA NEL FOLKLORE CASTELLANESE

Monopoli: Gloria di S. DomenicoVincenzo Fato ( 1734-54)

LA MADONNA NEL FOLKLORE CASTELLANESE

13

bona sere, Marije,bona sere a tutte la cumbagnije!

Buona sera, Gesù!Buona sera, Maria!Buona sera a tutta la compagnia!

Era il saluto di una volta di un popolo semplice ebuono, che aveva nella religione tutti i riferimentidel suo vivere quotidiano.

Inutile dire che se era giorno, si diceva: “Buongiorno, ecc.”, ma la sera era il ritorno a casa (e alpranzo) del contadino, ch’era andato al lavoro adassiute de sole (ad uscita di sole), all’alba. Ed eraa sera che si scambiavano le “visite”, che si facevacircolo avanti all’uscio di casa e si chiacchieravacoi vicini, o con chiunque passasse. Ricordo anco-ra mio nonno Antonino (1847-1940) che -quand’ero bambino - mi insegnava l’educazione:

“Quando incontri qualcuno, di’ per primo GeseCriste, che significa Sia lodato Gesù Cristo ed è ilsaluto dei cristiani.” Ho salutato tante volte, dabambino, a quel modo. E molti rispondevano allostesso modo: Gese Criste. E poi sono entrato nellaGioventù Cattolica ed, entrando ed uscendo dal-

l’associazione, si diceva: “Sia lodato Gesù Cri-sto!” E poi è venuta la II Guerra Mondiale; e sonocambiate tante cose, anche il modo di salutare...

Ad Agosto,c’è, a ferragosto, la festa dell’Assunta e, giusta-mente, il nostro calendario riporta i versi Per lafesta dell’Assunta:

Fuggi tu, nimiche!Vattinne da l’anema mije,ch’è fatte cijende criuscei egghje ditte cijende Vemmarije,a deije de la Vjôte VergeneMarije.

Fuggi tu, nemico!Vattene dall’anima mia,perché ho fatto cento crocie ho detto cento Ave Maria,il giorno della Beata Vergine Maria.

Questo il testo del nostro calendario e di donNicola Pellegrino. Giacché questa puntata vuolraccogliere anche le varianti, riportiamo i versi dimia mamma, che io ho sempre detto da bambino eche pubblicai in Laudato sie n. 20, p. 14, registran-do anche le semimute (cosa che non feci nel citaton. 29).

Ecco il “mio” testo:Vattinne diavele, da chess’anema mì!Tu di chess’anema mìnone hai che fare.Oggi fu Assunta in Cielo Marì.Mi fazze ciende croscei diche ciende avemmarì.

Vattene, diavolo, da quest’anima mia!Tu di quest’anima mianon ne hai che fare.Oggi fu Assunta in Cielo Maria.Mi faccio 100 croci e dico 100 Avemmaria.

Ripropongo anche i due testi di mesto Gio-vanni Mastromarino (da Fogli per Castellana,n. 11, p. 91) e del prof. Marco Lanera (dallostesso Fogli, n. 11, p. 142).

Il testo di mastro Giovanni è in perfetto ita-liano ed era recitato nella chiesetta di San Leo-nardo. È formato da una strofa di 4 versi (undecasillabo e tre endecasillabi) con rima bacia-ta. Eccolo:Pàrtiti da me, falso e nemico,a quest’anima mia non ci hai che fare.Ho recitato cento Ave Maria

Castellana Grotte: Chiesa Madonna della VetranaAssunzione (sec.XVII)

LA MADONNA NEL FOLKLORE CASTELLANESE

14

il giorno della Vergine Maria.Ecco il testo del prof. Lanera:

Fuggi tu, Nimico,vattinne da l’anema meia,ch’è fatte cijende criuscei è ditte ciendeAvimmarije,la die di la viata Vergine Maria.

Il prof. Lanera aggiunge subito dopo la tra-duzione da noi non riportata, perché, ripetizionedella prima, fatta all’inizio: “Non so dire sequesta formula d ame riportata, che era quellarecitata a San Giuseppe (cioè San Francesco diPaola), fosse l’archetipo da cui sia derivata laversione toscana in uso a San Leonardo, ovveroil testo in lingua sia esso invece l’archetipo, sucui sia stato ricalcato il testo”. Io, per me, sonosenz’altro per la prima ipotesi. Quel Pàrtiti dame è troppo dotto (può averlo scritto PadreAngelo Maria Mastromattei, autore dell’Odealla Madonna della Vetrana), mentre la devo-zione delle Cento Avemmarie è troppo popolare.

A Settembre,c’è la preghiera a Santa Rosa, che - nel testopubblicato - pare non avere alcun riferimento“mariano”, ma ascoltate la mia variante, che ioho sempre sentito recitare nella mia famiglia e

da tanti vecchi, come mio nonno Antonino:Sanda Rose ind’o ciardine,stè chiandeve u putresine.Scì Gesù ‘nge lu scappì.Quanta chiande se facì!“No, na chiange, Rosa Rose!T’egghia ddà na bella cose,t’egghia ddà lu Paravise:la Madonne te l’ha prummise.

Santa Rosa dentro il giardinostava piantando il prezzemolo,Andò Gesù, glielo spiantò.Quanto pianto si fece.“No, non piangere Rosa Rosa!Ti devo dare una bella cosa,ti devo dare il Paradiso:la Madonna te l’ha promesso.

Se badi bene, la variante ha nei confronti deltesto del Calendario, una maggiore drammati-cità: Santa Rosa si fa tanto pianto, non solo sipiglia tanta pena. Perciò è invitata, esortata,consolata a non piangere, non solo a stare zitta.Ma, specialmente, nella variante compare lamaterna intercessione del la Madonna perl’ingresso in Paradiso. La variante, cioè, imma-gina che Gesù, ragazzo birichino, dopo averspiantato il prezzemolo, scappa via, comportan-dosi appunto da birbantello birichino. Al granpianto di Santa Rosa sopraggiunge la Madonna;e Lei conforta, consola; poi promette a SantaRosa (ma anche all’ascoltatore partecipe del“dramma”) il Paradiso.

Pietro Piepoli

Santa Rosa(particolare della Gloria di S. Domenico di V. Fato)

Alcuni Lettori di Laudato sie, interessatialla rubrica curata da Pietro Piepolisulla tradizione del folklore mariano aCastellana, hanno manifestato il desi-derio di avere un estratto di tutte lepuntate di questa stessa rubrica. LaRedazione di Laudato sie è lieta diassicurare i benevoli Lettori che tutte lepuntate curate da Pietro Piepoli saran-no raccolte il un opuscolo che saràdistribuito a quanti lo richiederanno.

15

INTERVENTI...Da rinviare?Da anni ormai, l’attività della Biblioteca è stata

fortemente condizionata dal fatto di essere rientratiin graduatoria per un intervento finanziato dallaRegione Puglia, Assessorato al Diritto allo Studio,Settore Beni Librari, con fondi comunitari nel-l’ambito dell’accordo di Programma Quadro “Benied Attività Culturali”.Sapendo di essere in graduatoria abbiamo riman-

dato la soluzione dei problemi logistici ben sperandonel buon esito del finanziamento ed accumulandocosì una serie di problematiche irrisolte ben interpre-tabili dalla confusione creatasi; ma siamo rientrati nelfebbraio del 2008 con un IIIAtto Integrato.Seguire gli aspetti burocratici di una concessio-

ne da parte dei vari Ministeri è veramente compli-cato e si rischia di compiere errori grossolanirispetto ai quali si può correre il rischio di vedersiannullata la concessione.Ma noi eravamo convinti che tutto si stesse svol-

gendo nel migliore dei modi; per quanto avevamo unpo’ ansimato nella consegna del progetto esecutivo a

causa nel mancato tempismo da parte del tecnico alquale avevamo affidato l’incarico, e questo ci avevafatto un po’dubitare sulla nostra scelta.Successivamente, dal mese di aprile, abbiamo

atteso per giorni che il Ministero ci desse l’avvioed abbiamo anche cercato attraverso contattitelefonici di comunicare il nostro stato d’attesa edi capire per quanto tempo avremmo dovuto atten-dere ancora, ma la risposta che ci veniva fornitaera sempre vaga...”dovete attendere”.Il Disciplinare parlava chiaro, avremmo dovuto

chiudere le gare d’appalto entro il 31 dicembre 2008e, alla fine di Settembre, considerato quanto pocotempo avessimo a disposizione, abbiamo deciso diverificare lo stato di avanzamento della praticaandando direttamente negli uffici dell’Assessorato alDiritto allo Studio, Settore Beni Librari.E’ stata una terribile sorpresa!Dopo una verifica ci siamo resi conto che il tecni-

co al quale avevamo affidato l’incarico, probabilmen-te mal consigliato dai dirigenti del Ministero dei BeniCulturali , aveva mancato di presentare insieme alProgetto Esecutivo una serie di pareri quale quello

SSppaazziioo BBiibbll ii oott eeccaa

Sala di Consultazione della Biblioteca “MADONNA DELLA VETRANA”. E’ evidenziata la zona che si spera potra’ essere soppalcata; questo intervento è parte del progetto presentato per il Finanziamento della Regione Puglia tanto atteso!!!

SPAZIO BIBLIOTECA

della Sovrintendenza e quello dei Vigili del Fuoco, inassenza dei quali l’ufficio del Ministero dei BeniCulturali-Settore Beni Librari di Bari aveva, senzacomunicarlo, bloccato l’invio della “Determina diapprovazione del progetto esecutivo”, in seguito allaquale noi avremmo dovuto procedere indicendo legare d’appalto.Una “svista” che è stata ulteriormente perpetra-

ta dai dirigenti dell’assessorato tutte le volte chehanno risposto in modo vago durante i nostri ten-tativi di chiarimento telefonici!Nessuno ha accettato di assumersi alcuna

responsabilità, ed a quel punto ci siamo resi contoche anche i nostri contatti erano stati superficiali enon documentati.Abbiamo constatato che era improponibile pro-

cedere data la ristrettezza dei tempi.La clausola del disciplinare che imponeva la

chiusura delle gare d’appalto il 31 dicembre nonera compatibile con la richiesta dei pareri mancan-ti, il cui ottenimento necessitava di tempi maggio-ri.Vagliati i pareri di due ulteriori progettisti, que-

sta volta di nostra fiducia, ed in accordo con ilLegale Rappresentante della nostra ProvinciaFrancescana, padre Tomiri, si è deciso di rinun-ciarci, anche se una notizia degli ultimi giorni ciinforma del rinvio della scadenza dei POR Pugliadal 31 dicembre 2008 al mese di giugno 2009. Non sappiamo ancora, quindi, se questo che vi

abbiamo narrato è il racconto di un bel sognoinfrantosi, o semplicemente il resoconto di unavicenda non ancora conclusasi, che in questi giorniverificherà il suo destino.

Vi rimandiamo il seguito ai prossimi aggior-namenti!

PARLIAMO DI LIBRI

PADRE MICHELE PICCIRILLO, UNARCHEOLOGO, BIBLISTA… ED ANCHESCRITTORE.La vita di Padre Michele Piccirillo, conclusasi

da poco, è stata segnata da un totale dinamismointellettuale che lo ha collocato quale punto diriferimento per tutti gli studiosi della Terra Santa. Erede della già grande tradizione francescana nelcampo dell’archeologia, segnata dalle grandi figu-re di padre Bellarmino Bagatti, padre Corbo, egline è stato il successore, e non solo; avvalendosidei moderni mezzi divulgativi ha saputo porre

all’attenzione del mondo sia le problematichelegate ai suoi studi effettuati nei tormentati territo-ri israelopalestinesi, sia i tanti risultati riscontrati. Le sue campagne di scavo hanno sempre dato otti-mi risultati tanto da entusiasmare e coinvolgereintorno a lui un folto numero di collaboratori pre-parati, giovani e professionisti; ha aperto scuole direstauro a Gerico e a Madaba, ha saputo ottenerel’appoggio dei politici per i finanziamenti ai suoistudi, ha saputo riscuotere sia la fiducia degliuomini di potere israeliani e siriani sia il rispettodei beduini del deserto. Avvalendosi del poteredivulgativo delle grandi case editrici quali la SanPaolo, Jaca Book, Velar, Edizioni Dehoniane, halasciato impressa la sua opera attraverso la testi-monianza cartacea, affidando alla stampa in brevetempo gli esiti delle sue imprese.Le sue pubblicazioni sono numerosissime

quanto i suoi scavi; monografie, capitoli e articolidivulgativi portano il suo nome e ci rendiamoconto di quanto cospicua sia stata la sua opera. La nostra biblioteca ne possiede un buon

numero; grazie alla presenza del Commissariato diTerra Santa nel nostro Convento, attraverso lafigura di Padre Pio d’Andola, siamo stati sempreaggiornati sulle novità editoriali di Padre Picciril-lo.Tra i titoli più rappresentativi della sua produ-

zione bibliografica in nostro possesso ricordiamo: -Attività Storico – Archeologiche, a cura

dello Studium Biblicum Franciscanum, FranciscanPrinting Press, Gerusalemme,1982;

-The Studium Biblicum FranciscanumMuseum, Franciscan Printing Press, Gerusalem-me1983;

-Gli Scavi Nel Complesso Di Santo Stefano,Piccirillo–Alliata, Editrice Velar, Gorle 1994;

-Mount Nebo. New Archaeological Excava-

16

17

SPAZIO BIBLIOTECA

tions 1967-1997, Piccirillo–Alliata, StudiumBiblicum Franciscanum, Gerusalemme, 1998;

- Mount Nebo. New Archaeological Excava-tions 1967-1997. Plates, Piccirillo–Alliata, Stu-dium Biblicum Franciscanum, Gerusalemme1998;

-The Madaba Map Centenary. 1897-1997.Travelling Through The Byzantine UmayyadPeriod, Piccirillo–Alliata, Gerusalemme, 1999;

-Con Gesù In Terra Santa, Custodia di TerraSanta, Gerusalemme 2000;

-Il Viaggio Del Giubileo, Alle Radici DellaFede E Della Chiesa, Editrice Custodia Di TerraSanta/Velar, Gorle, 2000.Nell’ultimo anno alla sua bibliografia si sono

aggiunti altri due lavori, presentati poco prima chePadre Piccirillo morisse.

1) La Palestina Cristiana I-VII Secolo, Cen-tro Editoriale Dehoniano EDB, Bologna, 2008.

Di questo volume lo stesso padre Piccirillo in4ª pagina di copertina scriverà: “In quest’opera

abbiamo ritracciato i sette secoli di storia dellaprovincia romana di Palestina dalla fondazionenel 6 d.C. fino alla battaglia dello Yarmuk nel 636,quando i territori confluirono in una nuova entitàimperiale di natura religiosa differente. È l’epocadella Palestina cristiana. Sono sette secoli deter-minanti nella storia del cristianesimo e nella sto-ria di quella terra. Nasce la comunità cristiana dilingua ebraica e, in una città ellenistica, i seguacidel Nazareno diventano “i cristiani”; nasce emuore l’eresia dei nazareni; la Gerusalemmeebraica viene distrutta e dopo centocinquant’anniviene edificata la Gerusalemme cristiana, venera-ta come “madre di tutte le Chiese”; i “luoghisanti” diventano meta di pellegrinaggio, originedi venerazione e di liturgia; “il deserto della santacittà di Gerusalemme” fiorisce di monachesimo edi santità; infine, l’invasione persiana e arabapongono termine a un’epoca: “la Gerusalemme dilassù piangeva sulla Gerusalemme di quaggiù”.Sono i temi sviluppati in questo volume, temi cheogni pellegrino di Terra Santa rivive ancora oggicon l’intensità scritta sulle pietre e nel paesaggio:il formarsi dei “luoghi santi”, della “terra santa”.Lo storico ha oggi a disposizione più di trecentochiese e di cento sinagoghe scavate in TerraSanta, in stragrande maggioranza costruite inepoca bizantina. Questa abbondanza di datiriguardanti le sinagoghe ha permesso al prof. LeeLevine dell’Università Ebraica di Gerusalemme discrivere d’ un “diluvio di scoperte archeologi-che”, che sono alla base del presente volume.»

2)“LA NUOVA GERUSALEMME – Artigia-nato Palestinese al servizio dei Luoghi Santi”.

18

Edizioni Custodia di Terra Santa – Regione Pie-monte: Centro di Documentazione dei SacriMonti, Calvari e Complessi Devozionali Europei,2007.Questo è un volume fotografico di grande for-

mato che presenta i risultati di un laborioso lavorodi censimento e di raccolta, condotto negli ultimivent’anni, sull’artigianato e sui modellini dedicatiai luoghi Santi della cristianità, realizzati nel corsodei secoli dagli artigiani palestinesi e conservatinei musei e nelle collezioni private di tutto ilmondo.E’ la continuazione di uno studio che padre

Bellarmino Bagatti aveva iniziato in occasione delcentenario della Custodia (1342-1942) e che vienecompletato con un approfondimento sull’opera dipadre Bernardino Amico, guardiano del Conventodella Natività, che nel secolo XVI aveva messo adisposizione degli artigiani di Betlemme i suoidisegni quotati della Basilica del Santo Sepolcro edella Basilica della Natività attraverso i quali glistessi artigiani iniziarono a riprodurre artistica-mente quei luoghi, creando una nuova formad’arte ispirata dagli stessi Frati Minori dellaCustodia di Terra Santa.

SPAZIO BIBLIOTECA

Nei suoi vent’anni di ricerche padre Piccirillosi è avvalso della collaborazione di una fitta rete diamici che gli hanno messo a disposizione il mate-riale censito, sparsi un po’ in tutto il mondo, dal-l’Austria, Belgio, Brasile, Danimarca, Francia,Germania, Gerusalemme, Italia, Malta, Olanda,Portogallo, Regno Unito e Russia.Il volume si apre con una larga presentazione

sulla storia e sulla devozione dei Luoghi Santi,legata all’adorazione del Legno della Santa Croceed alla testimonianza storica di alcuni pellegriniche hanno annotato le manifestazioni della pietàpopolare legate a quei Luoghi.A queste, seguono pagine dedicate all’artigia-

nato sacro e agli oggetti devozionali di epocamedievale rappresentati da ampolle, dischi, anel-lini, pendagli e braccialetti decorati con scenedella vita di Cristo, come la Natività, la Crocifis-sione, oppure luoghi come il Calvario o il SantoSepolcro. La parte più cospicua di questo lavoro è quella

dedicata ai modellini dei Luoghi Santi, ottenuti inun primo momento storico come committenzafrancescana, per divenire poi una vera e propriaforma d’arte.Pianta del Santo Sepolcro di fra Giovanni Fedanzola da Perugia

(1330 ca.)

Reliquiario della Santa Croce (XII Sec.). Museo del PatriarcatoGreco Ortodosso, Gerusalemme.

19

SPAZIO BIBLIOTECA

Infatti con l’interesse dimostrato da Francescod’Assisi e dai suoi frati per i Luoghi Santi si assi-ste al nascere di un’attività letteraria francescanariguardante la Terra Santa, con la pubblicazione didescrizioni, guide e mappe, fino alla illustrazionedi disegni e schizzi che riproducevano quei luoghi.Ad ogni successiva modifica effettuata sulle archi-tetture si affiancavano nuovi modellini attraversoi quali gli artigiani palestinesi raggiunsero la mas-sima espressione della loro bravura artistica, tecni-ca e nello stesso tempo fornivano oggetti utili sulpiano documentario.Accanto all’interesse documentario si istituì un

vero e proprio monopolio in esclusiva per queipellegrini provenienti dall’ Europa che a partiredal XV secolo si affidavano all’organizzazione deiFrati Minori (che ne rispondevano davanti all’Au-torità mamelucca prima e ottomana dopo il 1517)nella visita dei Luoghi Santi , e ritenevano che imodellini avessero la funzione di memoria del pel-legrinaggio.L’ultimo capitolo del volume, in lingua araba,

rende il lavoro accessibile anche agli stessi cittadi-ni cristiani della Terra Santa.Scrive padre Piccirillo nell’introduzione del

volume: “Ci auguriamo che la pubblicazione di que-sti lavori, che onorano l’artigianato palestinese, dianuovo impulso ad un’arte che crediamo appesantita

dalla risposta al turismo di massa e dalla situazionepolitica di isolamento e disagio che la popolazionedi Betlemme sta vivendo da troppi anni alle portepurtroppo chiuse di Gerusalemme”.Questa è l’ultima importante pubblicazione di

Padre Michele Piccirillo che tanto ha dato almondo e alla sua famiglia francescana.Frédéric Manns, direttore dello Studium Bibli-

cum Franciscanum presso il quale Piccirillo inse-gnava, di lui ha detto che “essere professore edarcheologo era secondario. La sua vocazione era diessere un francescano a Gerusalemme. In questadefinizione era contenuta la sua fede, la sua visio-ne del mondo e la sua filosofia...”.

Angela Giodice

Francoforte: Modello del Santo Sepolcro con Edicola sulla Tomba.Collezione K. Schmitt-Forte. Incrostazione in madreperla ricca.Uno dei più belli e meglio conservati, completo dell’Edicola e con una

fine e raffinata decorazione che alterna motivi geometrici a quelli floreali.

Gerusalemme. Modello del Santo Sepolcro con l’Edicola sullaTomba. Museo dello Studium Biblicum Franciscanum. Decorazionein madreperla ricca e ben conservata. Il modellino fu inviato dalCommissariato di Terra Santa di Vienna al Convento di San Salva-tore centro della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme.

Imola. Modellino dell’Edicola sulla Tomba.Collezione Giuseppe Maranghi.

Modellino isolato con madreperla incisa e pitturata

ATTUALITA’

CarissimoAbuna Michele,continuo a chiamarTi così, come ho fatto sempre.

Tanti, in molti hanno parlato di Te, dopo il Tuoincontro con Sorella Morte. Però ho letto di qualcu-no che ha scritto a Te. Le testimonianze di affettoche Ti sono state indirizzate sono la più evidenteprova di amore ispirata dal Signore. Mi è piaciutotantissimo. Anch’io desidero rivolgermi direttamentea Te, come credo che avresti gradito particolarmente.

Ebbene, Ti confido che, dopo l’annunzio della Tuamorte, senza accorgermene, mi sono ritrovato a piange-re come un bambino. Ero solo e nessuno l’ha potutonotare. Ma non mi vergogno. Perché anche Gesù èscoppiato in un pianto dirotto per l’amico Lazzaro;eppure già prevedeva la sua imminente risurrezione.

Ma noi non abbiamo il potere di dirTi: “Michele,vieni fuori”. Tuttavia, sebbene possiamo ancoravedere il Tuo sorriso sulle tante foto, compresa quel-la che mi regalasti per ricordare il Papa sul Nebo,

seguiremo a sentirTi vicino, vivo, a godere del Tuosapere, ma soprattutto della Tua umanità che Ti ren-deva amico e fratello di tutti e di ciascuno.

Sei stato grande per aver scavato la luce che gia-ceva sotto le macerie per annunziare al mondo chequella luce è il vangelo, ricordando le parole di Gesù«Io sono la luce». Ma non Ti è parso difficile farTipiccolo, con la saggezza dei semplici, quando prepa-ravi una “spremuta di caffè” con una piccola Moka,che talvolta mi chiedevi di sostituire perché ridottaallo stremo per super lavoro!

Ora gusto la gioia di ricordare le tante volte che,nel Tuo studio affollato di libri, reperti, foto, documen-ti, sistemati in scaffali, poggiati su tavoli, o appollaiatisu sedie e panche, Tu, che avevi tutto ordinato nellamente, con estrema sicurezza estraevi un foglio o unadiapositiva da un ripostiglio impensato. Ora le diaposi-tive e le pellicole affidatemi da scansionare e archivia-re sono diverse migliaia. Mi hai gratificato dicendoTi

20

...dal Commissariatodi Terra Santa

Una lettera aperta a Padre Michele

potuto vedere il ben di Dio che ha lasciato nella miacamera tra scienza, documentazione CD, contenitori,caffè e tanti... chiacuni. Un grosso grazie... siamo abuon punto con il nostro lavoro”!

L’ultima grande gioia mi hai regalato qualche meseprima dell’inizio del Tuo calvario ancora sconosciuto,mi pregasti di accompagnarTi a Matera dopo una con-ferenza all’Università di Bari. Per strada sostammospesso perché dovevi fotografare chiese rupestri diroc-cate, vecchie pitture murali, panorami e, tra i ruderi deiSassi, anche piccoli falchi a riposo su grondaie di pie-tra. Fummo ospiti nella ospitale casa dell’ArchitettoDeruvo e poi ricevuti dal Vescovo che avrebbe prepa-rato il mosaico della Madonna della Bruna per il San-tuario della Visitazione, ove UrbanoVI, giàArcivesco-vo di Matera, aveva posto un ricordo con una iconaormai sbiadita. A sera tornammo qui a Castellana perla Tua ultima sosta nella mia celletta. Sarebbe statal’ultima tua presenza. Qui scaricasti la Tua card dellefoto ormai piena, che avresti ripreso a suo tempo. Con-servo quelle foto come una reliquia.

Una cosa non ho capito: perché hai sempre insi-stito a darmi del “lei, mentre io, cocciuto, ho conti-nuato a darTi del “tu” e a pretenderlo inutilmente.

Ti assicuro che, come in passato, mi premurerò diassicurare la disponibilità degli operai volontari per ilNebo, sia per la potatura degli ulivi sia per il grossolavoro del santuario di Mosé.

Ora, nella Tua condizione privilegiata di abitarenella Gerusalemme celeste, lontano dalla Tua Geru-salemme terrena piena di contrasti, chiedi luce ecoraggio a quanti continuano il Tuo lavoro.

Padre Pio d’Andola

soddisfatto per il lavoro ritenuto molto professionale.Sto continuando questo lavoro che mi affidasti e chespero di portare a termine, con l’autorizzazione deiresponsabili del Tuo archivio. In questo modo Ti sen-tirò vicino, vivo, sempre sorridente, anche se non rice-verò messaggi e-mail di stupore, dopo un mio passag-gio a Gerusalemme senza incontrarTi, come questo:“Sono stato la settimana scorsa a Gerusalemme e ho

ATTUALITA’

21

Monte Nebo: Santuario di MosèPadre Michele Piccirillo al suo altare

Fratello Lorenzo,degno Cavaliere del Santo Sepolcro

di Gerusalemme, un triste mattino dinovembre ci ha fatto piombare nella tri-stezza, ma non ha spento il tuo sorriso.Esso rimane sempre come un luminosoesempio di beatitudine evangelica.

Il tuo amore alla Terra Santa ha riem-pito la tua vita, come regista dei tuoipensieri, delle tue azioni sia nel gestirel’ufficio di Preside, sia nel consacrareamicizie con gesti, con parole, con scrit-ti, tutto con una gentilezza disarmante,tutto con una purezza interiore dettatacon naturalezza con cuore di fanciullo.

Grazie per la tua lezione di vita.Padre Pio d’Andola

TESTIMONIANZE

22

i pellegrinaggii pellegrinaggi

ello statuto dell’Ordine Equestre del SantoSepolcro di Gerusalemme, a cui indegna-

mente appartengo e con “Timore e Tremore” comedice San Paolo (consapevole dei miei demeriti edell’estrema fragilità della mia vita spirituale), vi èuna clausola importante:”Visitare almeno unavolta nella vita i luoghi Santi e sostare in preghieranei luoghi in cui Cristo ha offerto la Sua Vita el’ha, poi, ripresa, facendosi dono del Suo Spirito”.

Con i Confratelli della nostra Sezione di Castel-laneta dell’O.E.S.S.G., di cui Preside Reggente è ilMonsignor Prof. Cosimo Damiano Fonseca, cisiamo recati nella Terra del Signore.

Sotto la perfetta e luminosa guida di PadreGaetano Pio d’Andola, Frate Minore, commissariodi Terra Santa per la Puglia e Molise, è cominciatala nostra avventura di Pellegrini con un rigeneranteitinerario storico-geografico nei luoghi della nostraRedenzione.

Del gruppo fanno parte, oltre alla nostra guida,Mons. Prof. Cosimo Damiano Fonseca, Accademi-co dei Lincei, studioso di altissimo pregio dellaMilitia Sancti Sepulcri di Gerusalemme e Mons.Dott. Gennaro Inglese, nostro Confratello, Com-

mendatore dell’Ordine. In questa occasione insie-me a Carmela, mia moglie e Olga, mia figlia,insieme agli altri Confratelli, ho potuto vivere lavera natura del Cristianesimo, per potermi sentirepiù vicino a Cristo.

Sentirlo nel cuore e nella vita di tutti i giorni ciha permesso di camminare in quei luoghi per ritro-vare le origini del nostro credo.

Si va per ripercorrere le strade che ha percorsoil Signore. Solo andandoci con la mente sgombradi distrazioni, il nostro cuore sarà pronto per acco-gliere il messaggio di conversione al quale tuttisiamo invitati. Quei luoghi sono testimoni dell’in-finito amore che Dio porta all’umanità; del Suoaccorato appello al rispetto delle leggi da Lui san-cite; del paterno e premuroso aiuto che Egli, per lemani ed il Cuore di Maria, Regina del Cielo, offrea questa povera umanità. Ciò che colpisce è sem-pre ed ovunque il grande silenzio, della preghiera,la pace e la speranza che leggi negli occhi di tutti ipellegrini. Tanti! Centinaia e centinaia!!!

Il nostro pellegrinaggio ha inizio in Galilea.Qui si rievoca l’infanzia di Gesù, la Sua vita nellafamiglia di Nazareth; i sentieri che Gesù percorse

IL NOSTRO PRIMO PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA18-27 agosto 2008

N

TESTIMONIANZE

23

con i discepoli, le giornate a Cafar, Cana e ilmonte Tabor dove è possibile rivivere il momentodella Trasfigurazione di Gesù.

Siamo stati ospitati presso la casa di accoglien-za “Casa Nova” dei frati Francescani di Nazareth.Da qui è possibile visitare la Maestosa Basilicadell’Annunciazione, per pregare dove Maria rice-vette l’annuncio dall’Angelo.

Spostandoci verso il fiume Giordano abbiamorivissuto il Battesimo e sul monte delle Beatitudi-ni, abbiamo celebrato l’Eucaristia che sentivamoviva in noi. In Galilea percorrendo il lago di Tibe-riade, posto incantevole, abbiamo riscontrato cheè rimasto tale dai tempi di Gesù. Durante la suatraversata, silenziosa ed emozionante, si risente laparola di Cristo che rivolgendosi ai Suoi Apostolidisse: “Non abbiate paura”.

Ora è tempo di spostarci a Gerusalemme. Pas-siamo da Haifa e poi scendiamo a Gerico per risa-lire verso Gerusalemme che rappresenta il cuoredel nostro Pellegrinaggio, il vertice della Missio-ne di Cristo. Noi Cristiani vediamo in Gerusalem-me la vera Città Santa. Gerusalemme, Città chetrasmette quella Gratia Orationis e punto d’iniziodella nostra Fede, Città Santa per Ebrei, Musulma-ni e Cristiani e nel contempo abisso amaro perl’umanità perché non conosce pace.

Qui abbiamo vissuto la Passione di Gesù attra-verso la via Crucis lungo la via Dolorosa, percorsada Gesù per raggiungere il Calvario.

Una delle esperienze più toccanti è stata nellaBasilica del SantoSepolcro, ripercorrendola Passione di Gesù: laCrocifissione sul Cal-vario, la deposizionesulla Pietra e la Sepol-tura. Abbiamo potutoconstatare le divisioniinterne alla Chiesa Cri-stiana, divisa tra diver-se Confessioni.

Sono inspiegabili leemozioni vissute inquesti posti e piena di queste emozioni è stata lavisita alla Basilica della Natività di Betlemme chesorge sulla grotta dove nacque Gesù.

Con un’escursione nei Territori Palestinesi, infat-ti, visitiamo la Città dove Gesù è nato, celebrandol’Eucaristia presso il Campo dei Pastori, poi la visitaad Aim Karem e i relativi Santuari della Visitazione.

Domenica 24 siamo stati ricevuti da Padre Pier-battista Pizzaballa, Padre Custode di Terra Santa, ilquale ci ha esortato a pregare molto e lavorare per lapace e la giustizia in quella terra tormentata e per ilmantenimento della viva presenza delle comunitàCristiane nella città e nei villaggi dove hanno vissu-to per duemila anni i discendenti dei primi seguacidi Cristo. Ha ribadito che il ruolo dei Cristiani èquello di chiamare a se stessi ma anche, possibil-mente, a tutti gli altri la passione per l’uomo, a vive-re la beatitudine degli operatori di pace, dei mansue-ti, dei misericordiosi, degli operatori della giustizia.I Cristiani sono chiamati a questo e hanno il compitodi darne piena testimonianza, piangendo con chipiange, non estraneandosi mai dalla tragedia quoti-diana. Ha poi illustrato alcune delle attività dellaCustodia: le scuole , gli studi biblici e archeologici,l’opera delle case, la Custodia dei Santuari Cristiani.

Il giorno 26 ci siamo recati presso la sede delPatriarcato Latino di Gerusalemme e siamo statiaccolti da Sua Beatitudine il Patriarca, MonsignorFouad Twal. Il nostro Preside, Monsignor CosimoDamiano Fonseca, ha rivolto espressioni di salutoe ha presentato la nostra Sezione dell’Ordine.Monsignor Twal ha affettuosamente ringraziato edato il benvenuto. Come segno e simbolo delnostro pellegrinaggio abbiamo ricevuto in dono la“conchiglia del pellegrino” e annesso diploma. Ciha invitati a pregare il Signore Gesù e la Sua Cele-ste Madre, tanto amata e venerata ovunque, nelleantiche chiese d’Oriente e in quelle più recenti del-

l’Occidente. Non si ras-segnano al cospetto ditante divisioni, incom-prensioni, dissensi: cispronano a stabilire unaconvivenza fraterna epacifica nella giustizia,nella libertà, nella soli-darietà e nella verità.Queste sono le aspira-zioni e l’invito a conti-nuare con la certezzadella vittoria finale.

Al grande entusiasmo del carissimo ConfratelloSignor Commendator Dott. Donato Sanarico, Teso-riere della nostra Sezione, che con grande impegnoe tanta dedizione nell’organizzazione, di cui è statoinestimabile guida, ma , per il rigore e la precisioneche hanno assicurato il successo del Pellegrinaggiova il nostro più sentito ringraziamento.

Col Patriarca S. B. Mons. Fouad Twal

DUE ORIGINALI TESTIMONIANZE

TESTIMONIANZE

24

Al nostro Padre Pio D’Andola sento, unitamen-te alla mia famiglia e a tutti i partecipanti del pel-legrinaggio, il dovere e la gratitudine vivissima dimanifestare tutta la mia stima per le attenzioni daLui usate in occasione del Santo Pellegrinaggio.Le gentilezze e le cortesie che hanno contraddi-stinto la sua persona sono state per noi, motivo digrande gioia e felicitazioni ed a lungo resterà innoi il grato ricordo della Sua grande simpatia ecordialità. Sono ricordi spirituali, ascetici, nati inun’ atmosfera di purezza, di celestiale gioia, diintensa preghiera e meditazione nella terra delSignore dove ha vissuto e lanciò all’umanità unmessaggio di speranza, di amore, di pace, diconforto. Il mio pensiero particolare di immensagratitudine va chiaramente al mio Rettore, Prof.Mons. Cosimo Damiano Fonseca Preside dellanostra Sezione dell’Ordine da Lui fortementevoluta e creata, di questa esperienza esaltante, chemi ha dato la possibilità di conoscere, insieme aimiei cari, i Luoghi Santi e le comunità cristianedelle diverse confessioni; ritrovare le radici; nutri-re la vita di fede, vivere una forte esperienza diChiesa. Per Lui nutro sentimenti di devozione e di

affetto. E’ Lui che mi ha designato Cavaliere, gui-dandomi fraternamente e incoraggiandomi a testi-moniare Cristo Risorto nella società e nell’am-biente culturale di oggi. Che il Signore possadonarLe lunghi anni di feconda forza ed energiamorale; Fede luminosa; Speranza e aspettazionesicura della Beatitudine Eterna per i Suoi inconte-stabili meriti e per Grazia di Dio.

Il ritorno a casa deve diventare per noi il com-pimento del nostro Pellegrinaggio, ovvero possaLui rafforzare la pratica della nostra vita Cristianae aiutarci nello speciale compito di ‘’assistere laChiesa in Terra Santa’’, sostenere ed aiutare leopere e le istituzioni culturali, caritative e socialidella Chiesa Cattolica in Terra Santa e zelare laconservazione e la propagazione della Fede inquelle Terre. Questo è il nostro augurio più vivo.Maria Regina della Palestina prega per noi, assisti-ci e proteggici lungo il cammino di questa vita.

Cav. Nicola Guarnieri (Massafra)Cavaliere del Santo SepolcroSezione di Castellaneta (TA)

Ringrazio di cuore Gesù di Nazaret e ilcaro Padre nostra guida per il momento vissu-to insieme in Terra Santa. Dio è sorprendente,ci prepara momenti e vissuti indescridibili.Ora sono in Brasile, integradomi nella miaProvincia, ancora devo visitare i miei familiaridopo sei anni di permanenza in Italia.

Sto organizzando le foto che voglio farvedere a tutti. Voglio condividere la mia espe-rienza, così gioiosa e significativa. Inizio unnuovo momento della mia vita con una caricaintensa. Ogni volta che apro la Bibbia o ascol-to la Parola di Dio, volo in Terra Santa e ricor-do le parole, le indicazioni della guida chesono state validissime. A lui il mio particolareringraziamento.

Ho riscoperto la mia vocazione di cristianae di consacrata che ora sento di vivere conintensa gioia interiore.

Suor Narcisa Dal Maso (Brasile)

Rientrati nella propria città, casa, ufficio,scuola, il senso che ci accompagna è quello disentirci fuori luogo e fuori tempo. Guidati daun francescano, in ogni momento della gior-nata in quel luogo, dove il tempo vibra di uneterno presente, eravamo al sicuro e pieni dibuoni propositi. La vita quotidiana ci vuolerisucchiare in brandelli che cerchiamo di rat-toppare, ma in fondo al nostro cuore e allanostra mente c'è una voce insistente che cidice di morire ai nostri ieri e di abbracciareancora con stupore e umiltà e determinazionel'oggi che il Signore vuole svelarci se noiGlielo permettiamo. Pace bisogna instancabil-mente ripetere alla nostra fretta, Gioia alnostro scontento, Sorriso alla nostra indiffe-renza, Aiuto al nostro egoismo. Queste parolesiano i nostri mantra per una terapia interioree collettiva.

Rossella Noia (Adelfia)

TESTIMONIANZE

25

iamo partiti con gli stessi sentimenti e la stes-sa emozione che “il pio israelita” viveva nel

salire verso la Città Santa, la Terra dei nostriPadri, di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, la terradella Bibbia, la terra di Gesù.

Con volo dell’Alitalia lasciamo la Patria per lavera Patria che ci attende. Inizia così l’avventura,sotto la guida esperta e simpatica di un frate fran-cescano brillante.

Ecco, guardate da questa parte, Cesarea maritti-ma, fondata da Erode in onore di Cesare Augusto.Qui Cornelio fu battezzato da Pietro e Paolo fuportato in giudizio.

Poi una breve visita al Carmelo, al santuario diStella Maris. Su questo monte, ammantato di verde,il Regno d’Israele affrontò una delle crisi religiosepiù gravi della sua storia. Contro l’idolatria autoriz-zata dal re Acab insorse il profeta Elia. Prima punìIsraele con tre anni di siccità, cui seguì la pioggiamiracolosa; poi, in nome del vero Dio, invocò ilfuoco dal cielo sull’olocausto e fece giustizia deifalsi profeti di Baal e dell’idolatria.

Scendendo dal Carmelo, la costa palestinese sipresenta tutta nel suo suggestivo incanto.

Nazareth: il fiore della Galilea! Al tempo diGesù era un piccolo e sconosciuto villaggio. Mairicordato nell’Antico Testamento, appare per laprima volta nel Vangelo con l’Annunciazione del-

l’arcangelo Gabriele alla fortunata fanciulla chia-mata da Dio per il più grande episodio dellanostra Rinascita.

Oggi è una graziosa città, sugli ultimi con-trafforti verdeggianti dei monti di Gali-lea,degradanti verso la fertilissima pianura diEsdrelon. Al vertice troneggia il Santuario del-l’Annunciazione, opera dell’Architetto GiovanniMuzio, eretta sul luogo dove la tradizione, fin daiprimi tempi del cristianesimo, ha venerato ilmistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio avve-nuta per opera dello Spirito Santo nel grembo ver-ginale di Maria di Nazareth . È formata da dueChiese sovrapposte: l’inferiore o cripta che portal’iscrizione Qui il Verbo si è fatto carne; e la supe-riore, ornata di mosaici, dipinti e sculture dovutead artisti di tutto il mondo e dono di diverseNazioni.

Poco distante, la Chiesa di S. Giuseppe o dellaNutrizione, ché la Tradizione vuole che qui fossela casa di Giuseppe, dove visse la Sacra Famigliadopo il ritorno dall’Egitto. Nella cripta: la vascabattesimale con i 7 gradini, simbolo dei 7 donidello Spirito Santo. Interessante il museo archeo-logico con l’iscrizione delle prime comunità cri-stiane (Kairé Maria).

Quindi una fugace visita alla fontana della Vergi-ne. Una leggenda tramandata dai vangeli apocrifi, vor-

S

“Quale gioia , quando mi dissero: andremo alla casa del Signore.Ed ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”! (Salmo 122)

TESTIMONIANZE

26

rebbe che qui apparisse una prima volta l’arcangeloGabriele, rivolgendole il misterioso saluto.

Monte Tabor. Il Vangelo non ci dice il nome diquesto monte, né lo localizza. Una tradizione anti-chissima che risale quasi ai tempi apostolici lo haidentificato col monte Tabor. Il Tabor è a 32 kmda Nazareth e si raggiunge a quota 588 m., attra-verso la cosiddetta “porta del vento”. Un panora-ma incantevole si presenta davanti agli occhi e vaammirato con la Sacra Scrittura alla mano, tanto èricco di ricordi biblici ed evangelici. Ai piedi dellamontagna si distende la verdeggiante pianura diEsdrelon; ad est i Monti di Gelboe che ricordanola sconfitta e la morte di Saul; più oltre il piccoloHermon; a ovest la catena del Carmelo; dall’altraparte le alture di Nazareth; a Nord-est l’eccelsavetta nevosa del grande Hermon, da cui nasce ilGiordano e inizia la “Terra Promessa”. È tutto unterritorio che fu attraversato in lungo e in largo daGesù; un paesaggio che fece da sfondo ai suoidiscorsi e alle sue meravigliose parabole e futestimone di tanti suoi prodigi.

Santuario della Trasfigurazione: nel centrodella Basilica una gradinata ampia quanto la nava-ta centrale, discende per 12 gradini alla cripta,dove si possono ammirare i mosaici della Trasfi-gurazione nell’abside centrale e i simboli delle tra-sfigurazioni di Cristo: Nascita, Eucaristia, Passio-ne e Morte-Risurrezione. Aveva ragione Pietro diesclamare: è bello stare qui!

Dal Tabor ci dirigiamo verso Cana, ove Mariaper la prima volta si rivolge al Figlio per chieder-gli un dono d’amore.

L’attuale Chiesa, costruita dai Francescanisulle antiche rovine, che si ritiene sorgessero sulluogo tradizionale del primo miracolo compiuto daGesù. Negli scavi di alcuni anni fa, compiuti daPadre Alliata, sono stati trovati i resti di una casaromana. L’anfora che si vede nella cripta da’un’idea di quelle che furono usate per attingerel’acqua che Gesù tramutò in vino. È uso far rinno-vare le promesse matrimoniali alle coppie .

Bello l’incontro-sorpresacon la giovane suora france-scana di Manfredonia, dellafamiglia Basta...

Monte delle Beatitudini:sulla strada che da Tiberiadeconduce a Cafarnao si scorgeuna collina che si eleva a 150m. sul lago. Nel 1935 i fran-cescani hanno trovato le rovi-ne di una cappella, ornata di

fini mosaici del 4° e 6° secolo, ove, secondo lapellegrina Egeria, Gesù pronunziò il Discorsodella Montagna che è la “vera Magna Carta” delCristianesimo , cioè la proclamazione di un com-portamento interiore rivoluzionario. Oggi si puòammirare il bellissimo tempietto ottagonale, operadell’Architetto Barluzzi con bassorilievi in bronzodi A. Mistruzzi.

Mi sembra di ascoltare la voce del divino Mae-stro: “ Felici gli umili, gli afflitti, gli affamati, ipuri, i perseguitati, gli assetati di giustizia, i mise-ricordiosi, i pacifici....”

Tabga. Santuario della Moltiplicazione dei panie dei pesci: una Chiesa dedicata al ricordo dellaMoltiplicazione dei pani e dei pesci. È affidata aiPadri Benedettini tedeschi, che hanno anche lacustodia della Chiesa della Dormizione sul Sion aGerusalemme.

Bellissimi i mosaici del pavimento con orna-menti della fauna e flora locale. Chiesa del Prima-to. Fu costruita dai Francescani nel 1933, sullerovine del lago, sopra i resti di antichi edificiemergenti dalle rocce della riva e che risalgono al4° secolo. Su questa roccia, chiamata “MensaChristi” e situata vicino ai gradini di cui parla Ege-ria nel suo Diario, i pellegrini veneravano il ricor-do della seconda pesca miracolosa, avvenuta dopola risurrezione di Gesù e del Primato da lui confe-rito a San Pietro, egregiamente raffigurato dalbronzo di P. Andrea Martini ofm.

Cafarnao. È la seconda patria di Gesù. Qui sitrasferì dopo aver lasciato Nazareth. Situata vicinoalla grande strada , detta “Via Maris”, battuta dallecarovane provenienti dalla Siria, dalla Mesopota-mia e dirette in Palestina e in Egitto, aveva un‘importanza rilevante ed era prospera: c’era un uffi-cio per la riscossione delle imposte e vi stazionavaun presidio di soldati romani comandato da unCenturione. Proprio per il continuo passaggio dicarovane era il luogo ideale per la predicazionedella Buona Novella.

La zona, completamente distrutta, fu acquistatadalla Custodia di Terrasantanel 1894, che con scavi suc-cessivi e tutt’ora in corso, hariportato alla luce, tra numero-se importanti rovine, i restiarchitettonici della Sinagoga eun ottagono in mosaico dellaChiesa bizantina, costruitasulla casa di San Pietro.Moltissimi sono i fatti evan-

gelici legati a Cafarnao: Gua-

rigione dell’indemoniato; la guarigione della suo-cera di Pietro; guarigione e perdono a un paraliti-co; chiamata di Matteo; guarigione del servo delCenturione; qui Gesù risuscita la figlia di Giairo eguarisce l’emorroissa; qui pronunzia il discorsoeucaristico nella Sinagoga.

Casa di Pietro, dimora di Gesù. Emozionegrandissima. Qui abbiamo celebrato l’Eucaristia epregato per tutti i nostri cari.

Quindi, dopo la traversata in battello del placi-dissimo Lago di Genezaret, detto enfaticamenteMare di Galilea, e dopo il pranzo la breve visita alGiordano, il fiume Sacro, ove i salici amorosa-mente si curvano, considerato giustamente la culladella nostra Rinascita, per il rituale bagno lustralee il rinnovo delle promesse battesimali. E il feliceritorno a Nazareth! E festosa partecipazione allaprocessione ai flambeax con la recita del santorosario internazionale plurilingue.

All’indomani si lascia, con un pizzico dinostalgia, Nazareth, la dolcissima casa di Maria,l’officina di Giuseppe, la dimora dove Gesù hatrascorso quasi tutta la sua vita, diretti verso lemontagne della Giudea, a Betlehem, a Gerusalem-me. Lo scenario geofisico cambia radicalmente:dal verde lussureggiante di palmizi, banane, melo-grani, mandorli della Galilea si passa ad una zonamarcatamente arida e senz’acqua .

Ed ecco Gerico, la città più antica del mondofino a oggi conosciuta, vera incantevole oasi neldeserto, la prima città che gli Israeliti, guidati daGiosué, conquistarono entrando nella Terra promes-sa. Qui siamo gioiosamente accolti dai frati france-scani, che, dopo la celebrazione della santa Messa,hanno offerto a noi poveri pellegrini accaldati, acquafresca e datteri squisiti in abbondanza. Grazie!

Sullo sfondo della città si erge, quasi a picco,l’imponente Monte della Quarantena. Sul fianco, sivedono, a modo di nidi, le celle di un conventogreco S. Maria. Qui è ricordato il digiuno di Gesùper quaranta giorni e quaranta notti e le tentazioni diSatana. Tanti sono i ricordi evangelici: la paraboladel Buon Samaritano, il cieco di Gerico, Zaccheo...

Qumran. Rovine di un celebre complesso, ditipo monastico, abitato dagli Esseni: una specie dimonaci giudaici che vivevano al di fuori dellacomunità ebraica e si erano consacrati all’austeritàe all’ascetismo più rigorosi. Oggi, però, la sua celebrità è dovuta ad unascoperta straordinaria: i preziosissimi manoscritti,frammenti e testi completi di tutti i libri veterote-stamentari (oggi conservati nell’Israel Museum diGerusalemme), tra cui il celebre rotolo di Isaia,

scoperti per caso da un pastorello.Mar Morto. Dopo una divertente esperienza

nelle sue acque, i bagnanti pellegrini e grandiacquirenti di miracolose pomate ripartono.

Ed ecco gridar: “Gerusalem si sente! Ecco,apparir Gerusalem si vede!”

Gerusalemme adagiata sulle due colline: Sion eMoriah formanti un vasto altipiano la cui argillapare d’oro investita come dal sole. Gerusalemme.la città vecchia, vecchissima, la città santa cheabbiamo sempre pensata attraverso la sua durissi-ma storia, contesa, distrutta, ricostruita, teatro delpiù discusso processo dei secoli, vero emblemadella vita terrena senza pace.

Verso l’imbrunire, arriviamo a Betlemme: villag-gio grazioso e rinomato un tempo, ricco di vigne, dicolture di orzo e di grano, centro della lavorazionedel legno d’ulivo e della madreperla, oggi città piut-tosto estesa ma “imprigionata” dalla cattiveria umanacol Muro della vergogna. Che tristezza! La città chedette i natali al re David, che conserva la tomba diRachele, la città dove nacque il Figlio di Dio.

Campo dei Pastori. Qui si può ammirare unagrotta antichissima, che dà l’idea anche della Grot-ta in cui nacque Gesù e il grazioso Santuario delGloria in Excelsis. Qui, commossi, celebriamo lasanta Eucaristia. Si respira aria di Natale! Tu scen-di dalle stelle…! Adeste, fideles! Venite, adore-mus! Astro del Ciel!

Poi, visita alla bellissima Basilica costantinianaeretta da Sant’Elena. Un gioiello di architetturabizantina.

Coi Padri francescani a mezzogiorno, proces-sionalmente e cantando, ritorniamo all’umile Grot-ta dove è scritto per terra intorno a una stella :QuiGesù è nato dalla Vergine Maria. È nato povero,ebbe per prima culla la mangiatoia ove gli animalisono soliti nutrirsi e fare i loro bisogni.

Gerusalemme. Partecipiamo commossi alla ViaCrucis con i Padri Francescani. Una grande pietàci investe, quando il lungo corteo, di stazione instazione, ricostruisce la “Via dolorosa”, quandodal luogo della condanna si sale al Golgota. Sipassa pregando in mezzo alle strette vie del quar-tiere arabo. Una folla babelica ci preme o si racco-glie sulla porta dei loro suks. Sentiamo nell’arial’odore acre dei loro commerci.

La nostra pietà non la si disperde. La nostrapena ci accompagna fino al Calvario, dove Cristoconsumò la sua vita. Una breve ripida scala esiamo nella parte più elevata del Tempio, al centrodel Luogo più sacro del mondo. Qui Cristo èmorto. Col Calvario, dal Calvario, Cristo, per la

TESTIMONIANZE

27

TESTIMONIANZE

Sua Risurrezione, ci gridò la Salvezza: “SonoRisorto! Sono con voi! Io ho vinto il mondo”!

Muro del Pianto: unico resto dell’antico Tem-pio che aveva raggiunto sotto il regno di Erode ilmassimo della sua magnificenza, è strettamenteconnesso alle vicissitudini ebraiche. Con i suoicompatti, ciclopici blocchi sembra esprimere, rias-sumere, ricostruire la tragica epopea del popoloebraico.

Santo Cenacolo. Una breve visita al luogo oveGesù istituì l’Eucaristia, il Cenacolo, lasciato incompleto abbandono. Altra breve visita alla Chie-sa della Dormizione eretta dai Benedettini

Convento S. Francesco, Casa Madre dellaCustodia di Terra Santa, detto Cenacolino. Qui, aridosso del Santo Cenacolo, ci fermiamo per lacelebrazione della Eucaristia. Il gruppo della Cenae la Statua della Vergine, opera in bronzo è delPadre Andrea Martini, conferiscono al Luogosacro un’atmosfera altamente mistica.

Ain Karem. Due Santuari ricordano i fattievangelici narrati da San Luca e che la tradizioneha qui collocato: La Chiesa della Visitazione postasulla collina di fronte al villaggio. Qui forse Zac-caria aveva una casa di campagna, dove Elisabettasi sarebbe ritirata per maggiore serenità e tranquil-lità, dopo l’annunzio dell’arcangelo Gabriele, erestò con la parente circa tre mesi, fino alla nascitadel Precursore. L’incontro delle due mamme èanche l’incontro dei due nascituri. E Maria disse:“L’anima mia magnifica il Signore. Il mio spiritoesulta in Dio mio Salvatore”

E poi, la Chiesa di San Giovanni, al centro diAin Karem, dove la tradizione pone la nascita delBattista: “Giovanni è il suo nome” e subito la lin-gua di Zaccaria si sciolse: “Benedetto il SignoreDio d’Israele , perché ha visitato e redento il suopopolo”.

Monte degli Olivi. Si stende di fronte al lato estdi Gerusalemme, diviso dalla città dalla valle diJosaphat. Dopo una fugace visita ai vari luoghi checostellano questo sacro monte, Betfage, Dominusflevit, del Pater noster, ci fermiamo al Getsemaniper la celebrazione, all’aperto, dell’Eucaristia, tra legrandi piante di olivo, germogliate forse dai tronchiche videro l’agonia di Gesù. Le pietre che raccolse-ro le stille arrossate dal Suo tremendo dolore, sipensa siano quelle venerate nell’interno della gran-de Basilica circonfusa di una luce violacea.

Tomba della Vergine, o chiesa dell’Assunzione(appartente al rito Greco-Ortodosso) e la Grottadel Tradimento, ove Gesù si consegna nelle manidei soldati.

Interessante, risalendo il versante della valle diJosaphat verso Gerusalemme, ammirare la Tombadi Assalonne (la più monumentale), quella di SanGiacomo e di Zaccaria e il pinnacolo del tempio.

Nel pomeriggio, prima di far ritorno in Italia,siamo stati accolti nella Sala delle madreperle delconvento di San Salvatore per un incontro colPadre Artemio, vicario della Custodia di TerraSanta, che con parole semplici ma vibranti ci haparlato della situazione attuale di Terra Santa e delservizio coraggioso e benefico che i francescanioffrono con dedizione e amore alla causa di questaterra martoriata e all’accoglienza dei pellegrini.

Nella malinconia che lo spirito subisce sempreal termine di ogni cosa, nella tristezza per l’addioai compagni di viaggio con i quali abbiamo condi-viso in questi giorni impressioni e avvenimenti,con le parole di un canto biblico del pellegrino,auguriamo a tutti un’antica beatitudine: “Beato chitrova in Te la forza e decide nel suo cuore il santoviaggio”! (Sal. 84,6)

Padre Mariano De Cata_____________________________________

QUELLO CHE ABBIAMO UDITO,QUELLO CHE ABBIAMO VEDUTO COI NOSTRI OCCHI

n questo pellegrinaggio, voluto dal Signore, checi ha radunati da luoghi diversi, con mansioni

diverse (tra noi c‘erano due arcivescovi dell’ Uru-guai, tre frati minori) tanto abbiamo ricevuto, perchéandare in Terra Santa è una benedizione, è un accet-tare pienamente la Grazia, quella che ci viene offertada Dio che ha tanto amato il mondo da donare a noiil Suo Figlio Unigenito: Gesù Cristo.

Questo peregrinare con la guida di Padre Piod’Andola, un frate semplice, instancabile, innamo-rato della Terra di Gesù.

Nazareth: inizia qui il nostro pellegrinaggio eprecisamente nella basilica della Annunciazione,in quella grotta dove anche noi ci siamo uniti al“Sì” di Maria, per diventare come Lei dimora diDio. Qui si respira il profumo di Maria Santissima,che ci dona Gesù e porta noi a Gesù e ci insegnache tutta la nostra vita è chiamata ad essere unagrande Annunciazione.

Come non si può ringraziare Dio per il dono diMaria che con il suo “eccomi”, l’Amore infinito,gratuito di Dio si fa Carne, Storia, nostra Vita !

Ecco cosa porta quel sostare lì in quel luogo,dove tutta la persona, anima e corpo, trova pace,sta beata.

28

I

TESTIMONIANZE

29

Tabor, dove anche noi, come San Pietro, abbia-mo esclamato: “Signore, è bello stare qui immersiin Te che sei Infinito, che sei Bellezza, che sei ilRespiro delle nostre anime “.

Cana: un altro momento con Maria Santissi-ma, che, come l’ha descritta padre Pio, è propriola nostra Mamma che si prende cura dei suoifigli. Infatti, quando è venuto a mancare il vino,Maria SS. non ha detto: “il vino è finito”, ma“non hanno più vino”. Questo sta ad indicarecome Lei pensa a noi, come rimedia le situazioniper la nostra contentezza.

E questo stare a Nazareth, sul Tabor, a Cana,sul lago di Tiberiade, sul monte delle Beatitudini,

sul fiume Giordano, a Gerico, a Cafarnao, aBetlemme, a Gerusalemme è stato per noi acco-gliere quell’ immensa gioia che gli Angeli hannoannunziato ai pastori e che ora porteremo viva-mente nei nostri cuori, perché l’abbiamo gustata,assaporata. È quella gioia che Gesù è venuto aportarci e che nessuno può toglierci.

Con tanta premura la nostra guida, cui tuttisiamo grati e riconoscenti, mettendoci sulle ormedi Gesù, ci ha guidati prima a cercarlo dovunqueLui è passato, per poi trovarlo lì, piccolo, nellagrotta di Betlemme, lì sul Calvario, innalzato sullaCroce, per guarire con le sue piaghe le nostreinfermità, lì nella gloria al Santo Sepolcro, dove,nel silenzio, tutto di noi è diventato preghiera.

Tutti coloro che amano Gesù, dovrebbero farequesta esperienza, per seguire le Sue orme , pertenere a cuore questi luoghi e per ricordare questaaffermazione di Gesù: “Quello che avete fatto almio fratello più piccolo, l’avete fatto a Me”.

Sono queste le parole che ci ha consegnato ilvice-Custode di Terra Santa, padre Artemio, e chedobbiamo conservare e sentire vive nel nostro cuore,per testimoniare la nostra autenticità di cristiani.

Tanti sono stati gli insegnamenti, le riflessioniche ci hanno dilatato il cuore e che come MariaSantissima serberemo dentro di noi per diventaremigliori. Non possiamo dimenticare il messaggio ,quando Gesù a Cafarnao si definisce: “Io sono ilPane di Vita” oppure quando nel Cenacolo istitui-sce la SS. Eucaristia. Qual’ è questo messaggio ?

Ci risuonano ancora nelle orecchie questeparole della nostra guida padre Pio: “Badate bene,Gesù non ci ha invitato a cena, ma si è fatto cena;non sta a fianco a tavola, ma sulla mensa”. Perquesto anche noi dobbiamo essere dono agli altri,dobbiamo essere pane spezzato. In che modo? Avolte basta un semplice sorriso, una stretta dimano, perdonare… che questo si realizzi”.

Ora se con Maria Santissima vogliamo serbarequeste cose nel nostro cuore, con Lei anchevogliamo cantare il canto dello stupore e dellalode, “il Magnificat”, perché certamente in questopellegrinaggio, grandi cose ha fatto in noil’Onnipotente ed ha permesso che con i nostriocchi vedessimo la Salvezza. Un’esperienza mera-vigliosa per la quale ringraziamo Dio, l’EternoPadre, che per mezzo del suo inviato ci ha assistiti,ci ha preso per mano e ci ha condotti all’incontrocon Suo Figlio, vero Dio, vero Uomo.

Perciò, adesso, per la gioia di tutti, possiamocomunicare con l’Evanelista Giovanni che “Quelloche abbiamo udito, quello che abbiamo veduto coni nostri occhi , quello che abbiamo contemplato,quello che le nostre mani hanno toccato, ossia ilVerbo della Vita, noi ve lo annunciamo, poiché laVita si è fatta visibile.“

Al temine di questo pellegrinaggio, è vero che inostri piedi si allontanano dalle tue porte , Gerusa-lemme, ma i nostri cuori se ne vanno ricolmi di ciòche bramavano : il Signore Gesù, non più letto oraccontato da altri, ma trovato e incontrato.

Questo incontro ha lasciato dentro di noi unsegno che niente e nessuno potrà mai cancellare,per cui , anche se un po’ tristi siamo ripartiti daquei Luoghi Santi, ci rallegriamo, sapendo che nonci separeremo mai da Gesù , Lui che è, che saràsempre con noi, lì dove saremo , sempre insieme.

Rallegriamoci ed esultiamo nel Signore,a Lui la lode e la glorianei secoli dei secoli. Amen.

Anna Rita Riccardo

Nazaret: Panorama

Nell’attesa di essere sottoposto alla nona opera-zione, ho avuto la fortuna di partecipare al pelle-grinaggio riservato esclusivamente a sacerdoti ediaconi che il Vescovo della mia diocesi di Con-versano ha celebrato con loro: siamo in tutto 35pellegrini. E’ stato contento di accogliermi e l’hafinanziato quasi nella sua totalità.

Un teologo biblico ha guidato le riflessioni spi-rituali nei differenti luoghi ed un padre francesca-no della Custodia della Terra Santa ha fatto daguida del pellegrinaggio. Questo è durato una set-timana: dal 17 al 24 novembre. Esso ha cercato diessere un mettersi ancora una volta alla scuola diGesù e seguirlo passo passo fino a Gerusalemme.

Prima tappa: Carmelo. Dimora del profeta Eliae Eliseo. Ricordo della nuvola figura delle grazieche il Signore elargisce; contemplazione della fedee dello zelo di Elia.Messaggio: apertura ai doni di Dio; fede

profonda e zelo per il regno di Dio unito a mitez-za, capacità di speranza e di perdono.

Nazareth: Sentimenti di stupore, meraviglia-contemplando l’incarnazione del Figlio di Dio nelseno di una fanciulla, in una città insignificanteagli occhi degli uomini, come padre putativo unpovero operaio, lontano da Gerusalemme e dalleattese dei potenti.Messaggio: Dio c’incontra, ci chiama, ci guida,

ma spesso non secondo i nostri desideri, i nostri pro-

grammi; è Lui che stabilisce il come, quando e dove.Nazareth: 30 anni di silenzio, raccoglimento, di

preghiera; un silenzio riempito di Dio.Messaggio: Mistero incomprensibile per le per-

sone di questo mondo, ma comprensibile a coloroche riempiono il loro silenzio di Cristo, ricordandoche Apollo e Paolo piantano e innaffiano, ma èCristo che fa nascere e crescere.

Nazareth: primo santuario mariano; Mariarisplende della luce di Gesù, suo figlio. Nell’An-nunciazione c’è una proposta, un dialogo,un’accettazione amorosa, umile e piena di fede.

Charles De Foucauld, che dimorò anche aNazareth, visse momenti di felicità profonda nellacontemplazione di Gesù umile, povero, ope-raio,nascosto nel silenzio di un villaggio insignifi-cante, trenta anni di un annuncio del Vangelo, noncon la parola, ma con la vita.Messaggio: in Maria anche il nostro cammino

spirituale. C’è stata una proposta di Dio nella nostravita; forse abbiamo esitato, l’abbiamo discussa; allafine c’è stata una nostra adesione amorosa al pro-getto di Dio su di noi. E’ tale ancora il nostro atteg-giamento di fronte alla prima scelta?

Siamo disponibili a nuovi progetti che Dio puòavere su di noi? Davanti a Dio nulla è insignifi-cante e Lui compie meraviglie con strumentideboli, ma docili alla sua volontà.

Angelo Sabatelli

Un percorso sui passi di Gesù con trenta sacerdoti e quattro diaconi, intensificato dalla presenza delnostro Vescovo Mons. Domenico Padovano e con la sua parola di Pastore, approfondito dalle lezionibibliche di don Michele Lenoci, accolti amorevolmente dalle comunità cristiane, riportiamo con noiil profumo della presenza di Cristo respirato a pieni polmoni in tutti i Luoghi dove Lui è passato.

Padre Quirico Calella ci ha accolti nella sua chiesetta di San Giovanni d’Acrisponsorizzatta dalla nostra Diocesi di Conversano-Monopoli

PELLEGRINAGGIO-ESERCIZI SPIRITUALIPELLEGRINAGGIO-ESERCIZI SPIRITUALI

30

ra il 1217, quando san Francesco e i suoi frati,raccolti in Capitolo generale presso la Por-

ziuncola, decisero l'invio dei primi frati in missionein Europa e in Oriente. Fu allora che frate Elia ealcuni compagni raggiunsero la Terra Santa. Un paiod'anni dopo, sbarcato a San Giovanni d'Acri, frateFrancesco percorse la Terra Santa, diretto a Damiet-

ATTIVITA’

ta, in Egitto, per incontrare pacificamente il sultano(erano gli anni della V Crociata).

Era l'8 ottobre 2008, quando i Commissari diTerra Santa d'Italia, Polonia, Slovenia e Malta hannocelebrato l'Eucaristia nel raccoglimento della Por-ziuncola di cui Francesco diceva: «La beata Verginepredilige questa fra tutte le chiese del mondo che le

31

E

Attività del Commissariato di Terra Santa

Convegno annuale dei Padri Commissari (6-9 ottobre)di Italia, Slovenia, Malta, Polonia

Convento francescano San Fortunato a Montefalco

ATTIVITÀ

Calendario attività 2009Dicembre 29.2008-Gennaio 5.2009Pellegrinaggio con 30 pellegriniGennaio 25-Febbraio 5Pellegrinaggio sui passi di San PaoloFebbraio 23-27Volontariato a MontefalcoMarzo 16-20Volontariato a GerusalemmeMaggio 18-26:Pellegrinaggio con gruppo di MolfettaSettembre 10-17:Pellegrinaggio con gruppo di MolfettaSettembre 22-29Pellegrinaggio con gruppo di CisterninoOttobre 5-9:ConvegnoCommissari di Terra SantaDicembre 27-Gennaio 3.2010Pellegrinaggio natalizio.

sono care» (Legenda perugina 9). Luogo dunqueprediletto dal Santo, poiché qui fu ispirato a seguirela Parola evangelica della sequela di Gesù, qui ilSignore «gli diede dei frati», qui volle incontrareSorella Morte. In questo luogo così evocativo, ipadri Commissari hanno espresso, nella liturgia e nelsilenzio, la loro riconoscenza per il servizio a cuisono stati chiamati. È stata una sosta durante il loroannuale Convegno, svoltosi dal 6 al 9 ottobre aMontefalco (Perugia), il cui convento, da poco affi-dato alla Custodia di Terra Santa, ospita i giovaniaspiranti alla vita francescana nella Custodia stessa.

E noto che i pellegrinaggi in Terra Santa sono trale attività svolte dai Commissari; proprio attorno aquesto tema si sono articolati i lavori del Convegno,in una cornice di colline colorate d'autunno e soste-nuti dalle premure fraterne del padre guardiano edell'intera fraternità. Da circa due anni la tendenzadei pellegrinaggi in Terra Santa è in costante aumen-to: si registrano infatti centinaia di partenze dall'Ita-lia, gestite da enti i più diversi, che non sempre assi-curano risultati brillanti, sia nei servizi sia nella qua-lità dell'animazione. Visto che per il prossimo futuroè prevista una presenza ancora maggiore di pellegri-ni italiani e dal resto del mondo, si pongono alcuneimportanti sfide per i nostri Commissari. La primasfida consiste nella modalità di proporre i pellegri-naggi con le loro caratteristiche tipiche. A questoscopo sarà necessario un coordinamento delle pro-poste di viaggio provenienti dai Commissariati spar-si in Italia attraverso una struttura capace di raziona-lizzare l'organizzazione dei viaggi, di contenerne icosti e di diffondere le proposte. Un'altra sfida è lacaratterizzazione francescana dei pellegrinaggi: oltrealla forte attenzione alla storia e all'archeologiabiblica, si dovrà dare spazio all'accostamento alle«pietre vive», rappresentate dalle comunità ecclesia-li, dalle diverse tradizioni religiose e culturali, edalle associazioni impegnate nella solidarietà. Laproposta di viaggi «alternativi» permetterà di offrireun'esperienza più profonda della Terra Santa. Infine,l'ospitalità nelle Case Nove, luoghi di accoglienza eospitalità di lunga tradizione della Custodia. Collo-cate in punti strategici di Nazaret, Tiberiade, Gerusa-lemme e Betlemme, esse chiedono di essere mag-giormente valorizzate perché consentono ai pellegri-ni di raggiungere facilmente i principali santuari, edi far loro vivere il pellegrinaggio in semplicità efraternità.

Il Convegno ha dato spazio anche alla comunica-zione e al dibattito su argomenti vari. Padre Giusep-pe Ferrari, Giuseppe Caffulli ed Elena Bolognesi,delle Edizioni Terra Santa, hanno aggiornatol'assemblea sull'andamento delle riviste Eco di Ter-

rasanta e Terrasanta, e hanno illustrato il piano edi-toriale del 2008-2009. Il padre Commissario diPuglia e Molise, fra Pio D'Andola ha relazionatosulle attività svolte nel Commissariato nel suo primodecennio di vita: una mole di attività che ha suscita-to l'ammirazione e il plauso di tutti! Notevole inte-resse ha riscosso la conferenza del prof. Paolo Pie-raccini, dedicata a Il ristabilimento del Patriarcatolatino e la Custodia di Terra Santa: un excursus cri-tico su un periodo storico (dal 1847) non privo diproblemi ecclesiali e politici...

A chiusura, i Commissari si sono dati appunta-mento al prossimo convegno che sarà celebrato aRodi nell'ottobre del 2009.

Giorgio Vigna(da Eco di Terra Santa - novembre 2008)________________________

Una visita sorpresa con regali ai Padri Commissa-ri è stata riservata da una Delegazione della Ammini-strazione Comunale di Castellana Grotte, in omaggioalla presenza del Commissariato di Terra Santa aCastellana nel decimo anniversario della sua erezione.

32

33

MEMORIE

“ LO ZIO “ P. ODORICO

el triennio 1982/85 fu Guardiano di questo ConventoP. Odorico Tempesta da Bitonto, proveniente da Bitetto,il mio paese, dove era stato Superiore nel Santuario delBeato Giacomo per parecchi anni.

Appunto a Bitetto, in quello che è il Convento delmio paese, conobbi P. Odorico, che mi dette subitol’impressione di una specie di… Dottor Azzeccagarbu-gli di manzoniana memoria: la stessa figura allampana-ta, un fare magniloquente con una certa supponenza chedava molto di nobiltà parecchio decadente… Era difattichiamato scherzosamente “lo zio”, perché tutti i perso-naggi illustri e nobili erano… suoi parenti (anche semolto alla lontana) e comunque intimi amici suoi!A parte gli scherzi, P. Odorico è stato certamente una

delle figure più belle e notevoli della Provincia. E’ statoforse l’ultimo Oratore-Predicatore della vecchia e gloriosascuola durata fino a Pio XII e ne aveva in effetti la vis elo-quentiae e il saper porgere con enfasi e brillantezza.

E’ stato anche uno scrittore di parecchi libri, dicarattere piuttosto autobiografico e storico (della sto-ria locale), dei quali un documento importante del“bombardamento di Foggia” dell’ultima Guerra edella sua testimonianza attiva in quei giorni terribili èil suo libro Foggia nelle ore della sua tragedia: perquel suo eroico impegno fu anche premiato dalla cit-tadinanza di Foggia. Per questo motivo veniva chia-mato anche scherzosamente il “Colonnello”, cosa chenon gli dispiaceva affatto e ne aveva in effetti anchel’aspetto fisico e i modi.

Gran camminatore, era sua usanza dal prime lucidel mattino passeggiare davanti al Convento sgranan-do il Rosario e percorrere lunghi tratti senza stancar-si. Non a caso arrivò alla bella età di 90 anni quasiancora sulle sue gambe.Seppe dare una grande testimonianza di amore e

dedizione verso suo fratello P. Beniamino a Valenza-no, affetto da una grave malattia, a cui dette amore-volmente assistenza fino alla fine.E’ venuto a mancare da alcuni anni, ma il suo ricordo

resta vivo sia nella storia di questa Provincia, che anchein quella di questo nostro santuario: difatti, durante lasua permanenza in questo convento, la chiesa Madonnadella Vetrana fu eretta a Santuario Diocesano dalVescovo Mons. D’Erchia e il suo nome è inciso insiemea quello degli altri componenti della Fraternità nellalapide celebrativa che è murata sulla parete dell’entratadestra della chiesa, a perenne ricordo.

P. Pietro Cassano

N

RRIICCOORRDDOO DDII PP.. OODDOORRIICCOO TTEEMMPPEESSTTAA

San Giovanni Rotondo: 1938Padre Odorico fraternizza con Padre Pio

NEL GIORNO DEL SIGNORE29 MAGGIO 1986

PER LA DIOCESI DI CONVERSANOANNO MARIANO

GIOVANNI PAOLO II PAPAP. ANGELO MARRACINO MINISTRO PROVINCIALE

P. PIO D’ANDOLAP. DANIELE MODUGNOP. ODORICO TEMPESTAP. GIOVANNI LAURIOLA

COMUNITÀ FRANCESCANA DEL CONVENTOUN POPOLO FESTANTE

CELEBRAVALA DEDICAZIONE E L’EREZIONE

A SANTUARIODI QUESTO TEMPIO

DI MARIA SS. DELLA VETRANAFIDUCIOSA LA CERTEZZA

CHE OVE POSE RADICICELESTE AMORE DI MARIA

FIORIRÀ NEI SECOLI VIVA ED OPEROSAPIETÀ DI FIGLI

La seguente lettera è di struggente nostalgia, perché scritta(1988) dall’Amico Sen. Pietro Mezzapesa, rapito quest’anno dasorella morte all’affetto di tutti mentre ero a Gerusalemmesenza potergli dare l’ultimo saluto. È la prima lettera ricevuta ela riproponiamo come omaggio a questa nobilissima figura dicredente e servitore della nostra Patria. (P. Pio d’Andola)

Caro Padre,ti sono assai grato dell'invio della interessante

rivista "Laudato sie", voce del vostro Santuario.Ha portato in casa mia un soffio dello spirito fran-cescano che rinnova sempre il miracolo di unarigenerazione spirituale. Complimenti per la nuovaveste tipografica così nitida e fresca. Posso dartiun modesto consiglio? Qualche notiziòla crona-chistica in meno; qualche articolo di spiritualità inpiù (spiritualità, ho detto, non impegnative lezioniteologiche...).

Dalla rivista apprendo che avete predisposto la ris-trutturazione dell'organo: Opera santa. Condivido inmerito le osservazioni del Maestro Sacchetti (l'hoconosciuto a Roma in occasione della presentazione diun mio d.d.l. sul diapason): l'organo deve durare seco-li. E' la voce di Dio che giunge alle anime con le dolcinote della musica. Perciò non può essere stonata...

Ti allego per l'opera il mio modesto contributo,dato con tutto il cuore, come l'obolo della vedova,a testimonianza della mia stima e del mio affettoper la Comunità francescana di Castellana.

Sen. Prof. Pietro Mezzapesa(19-02-1930 / 09-06-2008)_____________________

Caro Padre,l’ultimo numero di Laudato sie mi ha fatto

ricordare con nobile affetto e spontanea simpatiaPadre Ignazio Caticchio e il suo profumod’igiene. Vedere la sua foto e leggere gli spuntidi biografia scritta a quattro mani da due maestricome Padre Pio e Padre Pietro per me è felicità.

Perciò facciamo un grande applauso al caroPadre Ignazio, maestro di vita, di stile. Un gra-zie infinito col cuore e con l’anima a nome ditanti ex alunni che abbiamo avuto l’onore e lafortuna di avere un professore magnifico perpulizia, puntualità e cultura.

...da lettere a Laudato sie

34

Chiedo una preghiera, una benedizione conun fraterno abbraccio a lei e confratelli conaffetto e gratitudine.

Nicola Soccio (Milano)___________________

Caro Padre Pio,Ancora una volta, padre, rispondo al vostro

appello fatto a noi pellegrini di scrivere qualcheriga di riflessione dopo il pellegrinaggio in TerraSanta, da inserire sulla vostra rivista Laudato sie.

Perciò, rientrati nella propria città, casa, ufficio,scuola, il senso che ci accompagna è quello di sen-tirci fuori luogo e fuori tempo. Guidati da lei inogni momento della giornata in quel luogo, dove iltempo vibra di un eterno presente, eravamo al sicu-ro e pieni di buoni propositi.

La vita quotidiana ci vuole risucchiare in bran-delli che cerchiamo di rattoppare, ma in fondo alnostro cuore e alla nostra mente c'è una voce insi-stente che ci dice di morire ai nostri ieri e di abbrac-ciare ancora con stupore e umiltà e determinazionel'oggi che il Signore vuole svelarci se noi Glielopermettiamo.

"Pace" bisogna instancabilmente ripetere allanostra fretta, "Gioia" al nostro scontento, "Sorriso"alla nostra indifferenza, "Aiuto" al nostro egoismo.Queste parole siano i nostri mantra per una terapiainteriore e collettiva.

GrazieRossella Noia (Adelfia)

___________________

Caro Padre,sento il dovere di inviare un contributo per

Laudato sie. Leggo volentieri le pagine così pulitee chiare in uno stile semplice ed essenziale.

Chiedo cortesemente di non ringraziarmi comefate sempre, perché sono io a ringraziare la prov-videnza che mi concede la possibilità, attraversoqueste pagine, di riscoprirmi cristiano.

Ossequi.F .V. (Bari)

LETTERE

GiugnoDomenica 29: P. Pio partecipa, nella chiesa di

Gesù e Maria a Foggia, alla solenne liturgia per lacelebrazione del 70° anniversario di ordinazione

sacerdotale di Padre Giacomo Melillo, che nel1941 è stato causa della sua vocazione alla vitareligiosa francescana.

LuglioLunedì 9: Ormai è diventata tradizione la

scelta del nostro convento per la selezione deibambini della Puglia (per la zona Foggia e Bari)

per lo spettacolo dello Zecchino d’oro che si svol-ge ogni anno presso il Centro francescano diBologna. Sono stati selezionati un centinaio dibambini. Una giornata intera di festa per tutti ipartecipanti che hanno ricevuto anche tanti regali.

Giovedì 24: Ospite gradita è la Gifra diCapurso, che sosta nel nostro convento per unagiornata di formazione e per un ritiro spirituale.

AgostoLunedì 11: P. Pio partecipa alla celebrazione

annuale dei vespri di Santa Chiara presso il Mona-stero delle sorelle Clarisse di Mola con un gruppodella Fraternità francescana secolare di Castellana

Lunedì 18- mercoledì 27: Eccezionale pelle-grinaggio in Terra Santa con i Cavalieri e le Damedel Santo Sepolcro della Sezione di Castellaneta,di cui Preside Reggente è il Monsignor Prof. Cosi-mo Damiano Fonseca. Un gruppo di 50 personecosì omogeneo e compatto che sembrava una per-sona sola. Una testimonianza di amore di fedeviene relazionata nello scritto di Nicola Guarnierinella rubrica del Commissariato. Molto toccante èstata la visita al nuovo Patriarca Latino di Gerusa-lemme S.B. Mons. Fouad Twal e di grande inte-resse quello riservato dal Custode di terra Santa P.Pierbattista Pizzaballa nella sala delle madreperle.

Il Preside dei Cavalieri Mons. Damiano Fonsecaha voluto personalmente ringraziare il PadreCustode per la secolare presenza dei francescaninella terra del Signore.

SettembreLunedì 1-lunedì 8: P. Pio riparte per guidare in

Terra Santa un gruppo pellegrini curato da PadreMariano De Cata da Manfredonia e da Padre PioCapri da Andria. In tutto 47 persone. Lo stesso PadreMariano si incarica di tracciare una completa relazio-ne su tutto il pellegrinaggio riportata sulla pagina delCommissariato.

Giovedì 11-giovedì 18: P. Pio ripercorre ancorale strade di Terra Santa con il gruppo di pellegrini rac-colti dal nostro confratello Padre Francesco Di Nannaunito al vivacissimo gruppo di giovani romani con ilPadre Carlo D’Andrea diAcilia.

Domenica 14: La festa del giorno, l’esaltazionedella Santa Croce, celebrata sull’altare del Calvarioal Santo Sepolcro, ha brillato quest’anno di lucenuova. La liturgia, presieduta da fra Artemio Víto-

Piccola CronacaPiccola CronacaBriciole di notizie...

2° Semestre 2008

35

res, Vicario custodiale, ha seguito la liturgia tradizio-nale. E in senso proprio, però, che si deve intenderel’espressione "luce nuova". I lavori eseguiti riguar-dano l’illuminazione della cappella del Calvario esono realizzati da Giuseppe Bellucci, direttore del-l’impresa di famiglia Echi e Luci di Martina Franca,in Italia. Sono stati commissionati da P. Michele Pic-cirillo il quale si era reso conto che il mosaico sideteriorava qua e là sotto l’effetto del calore emessoda due delle lampade. Questa è stata la motivazioneprincipale dei lavori. Tutta l’illuminazione è statarivista. Le lampade di tipo a diodo elettrolumine-scente, oltre alla peculiarità di un consumo elettricomolto basso, hanno il vantaggio di non rilasciarecalore. Tutto l’impianto di illuminazione, inoltre, èstato pensato per valorizzare l’architettura stessa delluogo. Ed è vero che la cappella del Calvario, intera-mente illuminata, presenta un aspetto nuovo. I

mosaici che ne ornano le volte usufruiscono adessodi una luce diffusa in modo uniforme, diventando,così, leggibili come non mai. Sul volto di Giuseppetraspariva la soddisfazione professionale dell’artigia-no che ha fatto un buon lavoro; ma, se ne parla contanta emozione, è anche perché è cavaliere dell'ordi-ne del Santo Sepolcro, e, che, in questo modo, hapotuto, con discrezione, portare la sua pietra all'edi-ficio.

Giovedì 25: Inizio Novena in preparazione allafesta di San Francesco, animata da Padre Pietro.

OttobreMercoledì 1: Triduo solenne in onore di San

Francesco.Venerdì 3: Dopo la Messa vespertina viene

celebrata la liturgia del Transito di san Francesconella suggestiva e mistica cornice del chiostrosettecentesco del convento, con larga partecipa-zione.

Sabato 4 : Solennità di San Francesco.Solenne concelebrazione vespertina. Partecipa-

no le Autorità cittadine con il gonfalone dellacittà. La liturgia è animata dal coro guidato daGianvito Patroni. Subito dopo la Santa Messa, acausa della pioggia insistente, viene annullata laprocessione in onore del Santo e a sorpresa ilcomplesso bandistico cittadino esegue sui gradi-ni del presbiterio brani classici e marce sinfoni-che che l’assemblea applaude per la esecuzionealtamente professionale. La festa si è arricchitada una variegata pesca di beneficenza e terminacon un divertente sparo di batterie.

Domenica 5: Tradizionale Giornata del creato,animata da Padre Giovanni. Dopo la celebrazionevespertina, assieme al celebrante, viene portato daifanciulli, accompagnati da molti fedeli, un omag-gio floreale alla statua bronzea di San Francescosul piazzale del santuario.

Lunedì 6-venerdì 9: P. Pio partecipa al Con-

vegno annuale dei padri Commissari di TerraSanta nel convento di San Fortunato a Montefalconei pressi di Assisi con la partecipazione da Geru-salemme del Custode di Terra Santa P. PierbattistaPizzaballa, P. Dobromir Jatsza, i Direttori delleCase Nove per i pellegrini, i rappresentanti delleedizioni Terra Santa, il Direttore dell’Ufficio Pel-legrinaggi di Roma P. Gianfranco Pinto Ostuni,l’Agenzia Frate Sole di Bologna, i Commissari diItalia, Slovenia, Malta e Polonia. Un resocontoviene, scritto da Padre Giorgio Vigna, Commissa-

PICCOLA CRONACA

36

rio per il Piemonte (già pubblicato su Eco di TerraSanta), viene inserito nella pagina delle attività delCommissariato.

Martedì 28: Incontro del Padre Generale fraJosé Rodríguez Carballo con la Fraternità provin-ciale nel nostro convento del Beato Giacomo diBitetto in occasione dell’ottavo Centenariodella fondazione dell'ordine francescano. NellaSala San Francesco sono intervenuti il Padre

Provinciale, il Definitore Generale fra MarioFravetto e lo stesso Padre Generale che harisposto alle provocazioni di vari interventi deifrati presenti in sala ricordando che “il Cente-nario ci chiede di prestare molta attenzione anon rendere culto agli idoli dell’attivismo e del-l’efficienza, così da mantenere l’aspetto profeti-co della nostra vita,... e qualificare evangelica-mente la nostra vita”.Nel pomeriggio P. Giovanni a Capurso per

l'incontro che il padre Generale ha riservato a tuttii Guardiani della Provincia Religiosa.

NovembreSabato 1: Inizio della celebrazione della Pia

Opera di Suffragio per i defunti per tutto il mese dinovembre.

Lunedì 3: Inizio dell’Ottavario, animato daPadre Pietro, con celebrazione serale, precedutadal vespro, con coroncina alle anime Purganti.

Lunedì 10: Conclusione dell’Ottavario aiDefunti con una celebrazione nella cappella delCimitero con numerosa partecipazione di fedeli.

Domenica 9: Numeroso e pittoresco pellegri-naggio dalla città di Foggia.Nello stesso giorno un gruppo di scouts della

Diocesi si fermava nella Aula Magna per una gior-nata di riflessione spirituale e nella mattinata hapartecipato e animato la S. Messa.

Lunedì 10: Per la celebrazione del VII anni-versario della morte del Beato Giovanni Duns Scotoil nostro confratello fr. Giovanni Lauriola, insiemeal Ministro Provinciale fr. Pietro Carfagna e a fr.Cosimo Reho della Provincia di Lecce, ha parteci-

pato a un'importante Congresso internazionale suScoto in Germania con due significativi interventi:il 6 novembre all’Università di Colonia su tema “Lapersona come apertura alla carità” e l'8 novembreall'Università di Bonn sul tema “Il big bang divinosecondo Duns Scoto”. Nell'occasione il Cardinale diColonia ha reso pubblica la Lettera Apostolicainviata dal Papa per il VII Centenario della mortedel Beato: Laetare, Colonia Urbs.

Sabato 15: Capitolo locale in preparazione allaVisita Canonica.

Lunedì 17: Festa di S. Elisabetta d’Ungheria,Patrona dell’OFS. Giornata della Fraternità francesca-na secolare con la partecipazione di P. Giancarlo LiQuadri Cassini,Assistente Regionale OFS.

Lunedì 17-lunedì 24: P. Pio guida uno specialepellegrinaggio diocesano in Terra Santa. Il nostroVescovo Mons. Domenico Padovano è il capo gruppomentre il biblista Prof. Don Michele Lenoci detta leriflessioni bibliche. Fanno parte del gruppo 29 sacer-doti diocesani e quattro diaconi. Lo svolgimento delpellegrinaggio viene illustrato a parte in questo stessoNotiziario nella rubrica del Commissariato di TerraSanta.

Domenica 23: Convegno delle realtà francescanesecolari della zona Bari sud, referente Enzo Colella, perun ritiro in preparazione all’Avvento sul tema: Il Padrerivela Cristo in noi: uniti Lo testimoniamo. Dopo unaliturgia che apriva l’Anno Paolino interveniva Fr.Michele Sardella per una catechesi cui seguivano i

37

PICCOLA CRONACA

38

PICCOLA CRONACA

Gruppi d’incontro. Nel pomeriggio Intervento di P.Donato Sardella che presiedeva anche l’Eucaristia.

Mercoledì 26-giovedì 28: Visita Canonicadel nostro Provinciale alla nostra Fraternità,accompagnato dal Segretario P. Leonardo Civita-

vecchia, il quale ha voluto fissare in immaginefotografica notturna la fine giornata dopo lacena offerta dall’amico Franco della Fontani-na. E nella mattinata seguente, prima della

conclusione della Visita, ha fermato in fotoanche il confratello P. Alfonso che, nonostan-te sia in parte bloccato nei movimenti perparticolari problemi di malattia, rimane luci-do e presente, come si può vedere in questafoto.

Sabato 29: Padre Giovanni, Padre Pio eFra Raffaele partecipano alla solenne cerimo-nia dell’Ordinazione Presbiterale del nostraconfratello Fr. Francesco Sardella. La solen-ne conglomerazione presieduta dal nostroVescovo Mons. Domenico Padovano, conce-lebranti moltissimi frati della provincia e

innumerevoli sacer-doti diocesani, si èsvo l t a ne l l a ca t t e -drale di Monopoli ,g remi t i s s ima d ifedeli. La liturgia èstata allietata da unacorale diretta da FraMassimo Mazzarelli.

DicembreLunedì 1: P. Pio

partecipa all’Incontrodella Commissione perl'Evangelizzazione eMissione nel conventodi Bitonto. Sono presen-ti i Padri Michele Cen-tola, Gianni Mastroma-rino, Mimmo Casulli,Giovanni Novielli eVito Bracone.Dopo approfondite discussioni sull’impegno

della Provincia nella programmazione e per la for-mazione dei futuri evangelizzatori tutti partecipanoalla mensa francescanamente abbondante.

Giovedì 4: Padre Giovanni anima un Triduodi predicazione per la solennità dell’Immacola-ta nel nostro convento di Andria.

Giovedì 11: Ritiro di Avvento nel nostroconvento Madonna dei Martiri a Molfetta, ani-mato da Padre Ernesto Della Corte.

Lunedì 15: Invitato dall'arciprete don Fran-co Semeraro, P. Pio partecipa a Martina Francaad un incontro di parrocchiani per una riflessio-ne sulla realtà della presenza cristiana in TerraSanta, in vista di programmare un pellegrinag-gio in Terra Santa durante l’anno 2009.

Martedì 16: Inizio della novena di Natale,animata da Padre Pietro, in doppia edizione: laprima, mattutina alle ore 5.30 e, la seconda,durante la Messa Vespertina. La edizione mattu-tina è risultata molto gradita ai fedeli che parte-cipano numerosissimi fin dalla prima mattinata.

Lunedì 29: È ormai tradizionale per P. Pioguidare un gruppo di pellegrini durante le festenatalizie e celebrare il capodanno in TerraSanta. Il gruppo è composto di circa trenta per-sone che celebreranno la fine del 2008 concanto del Te Deum e l’inizio del nuovo annopresso la casa della Madonna a Nazaret per rag-giungere poi Gerusalemme e dimorare fino almattino della partenza, il 5 gennaio a Betlem-me, presso la Grotta di Gesù.

frate cronista

39

Il nostro piccolo coro si prepara a celebrare, nel prossi-mo anno, il quarantesimo anniversario, avendo fatto lasua prima apparizione durante la festa della Consolatri-ce nellʼagosto 1969. Un grappolo di canterini stanno giàpreparando alcuni canti di Natale che proporrano aglialtri bimbi e a tutti i genitori la domenica 28 dicembrenella chiesa del convento, dopo la Messa vespertina,

come hanno fatto lo scorso anno e come è illustrato nella foto sottostante.Intanto, assieme a questi fanciulli, auguriamo a tutti che il mistero delNatale doni la capacità di stupirci, la possibilità di recuperare lʼincanto e lameraviglia, di riscoprire con occhi nuovi quel Bimbo in cui la gloria divinarisplende attraverso la povertà e la piccolezza. Sarà ogni giorno Natale sesappiamo donare quel Bimbo, nato nel presepio del nostro cuore.

cantabimbi emmanuel

- LLaauuddaattoo ssiiee - direttore responsabile: Gaetanino d’Andola P. Pio - Autorizzazione Tribunale di Bari Registr. n. 882 - 5 novembre 1987 - Poste Italiane Spedizione in A.P. Art. 2 comma 20/C L. 662/96

Aut. DC/381/2001/BARI - Tassa Riscossa - Taxe Perçue