Voce dalla Comunità FFFF GIORNALINO P ARROCCHIALE … · quello che si preannuncia come un evento...

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Cari lettori, per raccontare il "perché" bisogna raccontare com'è nato. L'attività del giornalino parrocchiale nacque nel 2001 su richiesta del parroco del momento. E pensò a un modo per raggiungere tutti, per dire a tutti che la Parrocchia è vicina, che in essa ci si sforza di coltivare valori profondi, come l'amore per il prossimo e il rispetto per il creato, nei modi che Gesù ci ha insegnato con il suo sacrificio. Prima di iniziare ad intraprendere la stesura del gior- nalino fu organizzato un concorso per la realizzazione del logo da inserire sulla prima pagina; fu scelto dal parroco il disegno di un giovane che raffigurava la facciata della no- stra chiesa. Successivamente fu composta la redazione che comprendeva appena cinque ragazzi di età tra i 14 e i 17 anni, le pagine del giornalino erano solo quattro e la prima stampa fu effettuata presso un centro di fotocopie. La tiratura del giornalino, ovvero il numero di copie stampate per ogni numero, era di circa 100 mensile, a dif- fusione gratuita. Oggi, invece, le copie sono 300 mensili: la composizione e la stampa è in proprio, sempre a diffusione gratuita, e lo stesso viene anche inviato online a quelle persone che hanno fornito la loro email, nonché pubblicato sul sito della parrocchia. Col passar del tempo e il susseguirsi dei parroci, il giornalino è stato ampliato, non solo grazie ad un numero maggiore di pagine, ma anche grazie alle nuove rubriche ideate da redattori provenienti dal mondo dei giovani ed adulti parrocchiani, dai catechisti e dai vari gruppi operanti in parrocchia. L’attività prosegue a tutt’oggi con tanta dedi- zione. La redazione odierna è stabilmente formata dal nostro parroco don Ciro e dal preziosissimo contributo del Gruppo Comunicazioni Sociali, composto innanzitutto da persone che si mettono al servizio della comunità per favorire la condivisione ed animarla culturalmente. Ciò significa che, chi fa parte della redazione, innanzitutto «c’è», ed è parte integrante della comunità in tutti i suoi momenti di vita, a partire dalla celebrazione e dalla condivisione eucaristica, e che desidera essere promotore ed artefice di ciò che si fa! Nella redazione si sono avvicendate, in questi quattor- dici anni, molte persone. Insieme al parroco, esse elabora- no le linee generali, stimolano anche persone esterne alla realtà parrocchiale a scrivere articoli che corrispondano a quelle linee. Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! Il perché di un giornalino! In ogni numero, dopo un incontro preliminare in par- rocchia a cadenza mensile, si raccolgono gli articoli, com- presi quelli scritti da associazioni e singoli: tutti collaborano in maniera gratuita. Sulle motivazioni del servizio per la parrocchia, oggi va detto che il giornalino è una realtà essenziale per mo- strare quello a cui si crede, quello che si progetta di fare, quello che impegna periodicamente ciascuno nella comu- nità: è un organo d'informazione, ma anche di forma- zione e crescita, atto ad ospitare eventi ed appuntamenti vicini, ma anche riflessioni, preghiere e pagine di approfon- dimento dei valori cristiani. C'è in noi la profonda convinzione che il giornalino sia un veicolo per favorire la lettura e l'interesse dei parroc- chiani, ma anche per creare un coinvolgimento nelle varie realtà che vivacizzano gli ambienti cristiani locali. La porta della nostra redazione è sempre aperta per trarre nuovi spunti, nuove idee, ma anche critiche costrutti- ve per crescere e maturare. Ne approfitto per ringraziare, da parte mia, e di tutta la redazione, i “fedelissimi” che leggono le nostre pagine con la speranza che il giornalino da noi creato sia davvero un mezzo utile e dilettevole per tutti, dal punto di vista culturale e spirituale. Un altro nostro desiderio sarebbe quello di individuare un responsabile di rubrica, che curasse una rubrica specifi- ca del giornale per ogni uscita (vita della nostra città: politica, cronaca, cultura, l’angolo del buon umore ecc… sempre in coerenza con la pastorale parrocchiale). Insomma, il nostro giornalino mensile vuole sempre migliorarsi e la sfida è aperta per chiunque voglia coglierla. Voce che si fa colloquio, proposta, testimonianza, dialogo in ogni comunità cristiana. A tutti, dunque, è aperta la pos- sibilità di conoscere la parrocchia per poter sentirsene par- te integrante e cogliere qualche occasione, rilevata appun- to dalle iniziative del giornalino, per ritrovarsi insieme. Per informazioni e contatti, ma anche per l'invio degli articoli per chi lo desidera, scrivere a: [email protected] Un grazie di cuore a quelli che ci sosterranno, in primis con la preghiera! Girolamo SCARPA Voce dalla Comunità GIORNALINO PARROCCHIALE Piazza E. Cesaro, 27 - 80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) - Telefono e Fax 0815362771 Responsabile Editoriale: Il Parroco - Redazione: Gruppo Comunicazioni Sociali Anno XIV N. 2/2015 F E B B R A I O

Transcript of Voce dalla Comunità FFFF GIORNALINO P ARROCCHIALE … · quello che si preannuncia come un evento...

Cari lettori, per raccontare il "perché" bisogna raccontare com'è nato. L'attività del giornalino parrocchiale nacque nel 2001 su richiesta del parroco del momento. E pensò a un modo per raggiungere tutti, per dire a tutti che la Parrocchia è vicina, che in essa ci si sforza di coltivare valori profondi, come l'amore per il prossimo e il rispetto per il creato, nei modi che Gesù ci ha insegnato con il suo sacrificio.

Prima di iniziare ad intraprendere la stesura del gior-nalino fu organizzato un concorso per la realizzazione del logo da inserire sulla prima pagina; fu scelto dal parroco il disegno di un giovane che raffigurava la facciata della no-stra chiesa. Successivamente fu composta la redazione che comprendeva appena cinque ragazzi di età tra i 14 e i 17 anni, le pagine del giornalino erano solo quattro e la prima stampa fu effettuata presso un centro di fotocopie.

La tiratura del giornalino, ovvero il numero di copie stampate per ogni numero, era di circa 100 mensile, a dif-fusione gratuita. Oggi, invece, le copie sono 300 mensili: la composizione e la stampa è in proprio, sempre a diffusione gratuita, e lo stesso viene anche inviato online a quelle persone che hanno fornito la loro email, nonché pubblicato sul sito della parrocchia.

Col passar del tempo e il susseguirsi dei parroci, il giornalino è stato ampliato, non solo grazie ad un numero maggiore di pagine, ma anche grazie alle nuove rubriche ideate da redattori provenienti dal mondo dei giovani ed adulti parrocchiani, dai catechisti e dai vari gruppi operanti in parrocchia. L’attività prosegue a tutt’oggi con tanta dedi-zione.

La redazione odierna è stabilmente formata dal nostro parroco don Ciro e dal preziosissimo contributo del Gruppo Comunicazioni Sociali, composto innanzitutto da persone che si mettono al servizio della comunità per favorire la condivisione ed animarla culturalmente. Ciò significa che, chi fa parte della redazione, innanzitutto «c’è», ed è parte integrante della comunità in tutti i suoi momenti di vita, a partire dalla celebrazione e dalla condivisione eucaristica, e che desidera essere promotore ed artefice di ciò che si fa!

Nella redazione si sono avvicendate, in questi quattor-dici anni, molte persone. Insieme al parroco, esse elabora-no le linee generali, stimolano anche persone esterne alla realtà parrocchiale a scrivere articoli che corrispondano a quelle linee.

Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino!Il perché di un giornalino! In ogni numero, dopo un incontro preliminare in par-

rocchia a cadenza mensile, si raccolgono gli articoli, com-presi quelli scritti da associazioni e singoli: tutti collaborano in maniera gratuita.

Sulle motivazioni del servizio per la parrocchia, oggi va detto che il giornalino è una realtà essenziale per mo-strare quello a cui si crede, quello che si progetta di fare, quello che impegna periodicamente ciascuno nella comu-nità: è un organo d'informazione, ma anche di forma-zione e crescita, atto ad ospitare eventi ed appuntamenti vicini, ma anche riflessioni, preghiere e pagine di approfon-dimento dei valori cristiani.

C'è in noi la profonda convinzione che il giornalino sia un veicolo per favorire la lettura e l'interesse dei parroc-chiani, ma anche per creare un coinvolgimento nelle varie realtà che vivacizzano gli ambienti cristiani locali.

La porta della nostra redazione è sempre aperta per trarre nuovi spunti, nuove idee, ma anche critiche costrutti-ve per crescere e maturare. Ne approfitto per ringraziare, da parte mia, e di tutta la redazione, i “fedelissimi” che leggono le nostre pagine con la speranza che il giornalino da noi creato sia davvero un mezzo utile e dilettevole per tutti, dal punto di vista culturale e spirituale.

Un altro nostro desiderio sarebbe quello di individuare un responsabile di rubrica, che curasse una rubrica specifi-ca del giornale per ogni uscita (vita della nostra città: politica, cronaca, cultura, l’angolo del buon umore ecc… sempre in coerenza con la pastorale parrocchiale).

Insomma, il nostro giornalino mensile vuole sempre migliorarsi e la sfida è aperta per chiunque voglia coglierla. Voce che si fa colloquio, proposta, testimonianza, dialogo in ogni comunità cristiana. A tutti, dunque, è aperta la pos-sibilità di conoscere la parrocchia per poter sentirsene par-te integrante e cogliere qualche occasione, rilevata appun-to dalle iniziative del giornalino, per ritrovarsi insieme.

Per informazioni e contatti, ma anche per l'invio degli articoli per chi lo desidera, scrivere a:

[email protected]

Un grazie di cuore a quelli che ci sosterranno, in primis con la preghiera! Girolamo SCARPA

Voce dalla Comunità GIORNALINO PARROCCHIALE

Piazza E. Cesaro, 27 - 80058 TORRE ANNUNZIATA (NA) - Telefono e Fax 0815362771 Responsabile Editoriale: Il Parroco - Redazione: Gruppo Comunicazioni Sociali

Anno XIV N. 2/2015

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potenzialità culturali, sociali ed ecclesiali, che fanno della nostra realtà un crocevia di complesse situazioni, ma di possibili soluzioni. La presenza del Santo Padre a Napoli, le parole che pronuncerà, i gesti che compirà, si porranno come ulteriori e significativi “segni” di speranza.

La lampada che troneggia nel presbiterio della nostra chiesa, con l’indicazione dei giorni che mancano alla venu-ta di papa Francesco nella nostra diocesi, ci è stata conse-gnata dal nostro Arcivescovo il 21 dicembre dello scorso anno e a lui sarà riconsegnata in occasione di una veglia di preghiera che si terrà nella Chiesa Cattedrale il prossi-mo 12 marzo.

La Diocesi ha preparato una serie di GADGETS (bandierine, cappelli, foulards, poncho anti-pioggia, felpe, bandiere in stoffa, gagliardetti plastificati, ecc. …) da ac-quistare e distribuire ai partecipanti alla Santa Messa pre-sieduta da Sua Santità e agli altri eventi della giornata.

Ad ogni pellegrino che parteciperà alla Santa Messa (compatibilmente con i posti disponibili), sarà consegnato un PASS per accedere ai settori riservati di piazza del Ple-biscito.

Dal gruppo di organizzazione della visita, sarà poi data indicazione dell’ora esatta in cui tutte le chiese della diocesi faranno suonare le campane a festa. In tal modo da tutta la diocesi si leverà un unico suono di festose cam-pane che saluteranno il Santo Padre.

Nunzio CIVALE

Santa Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di Gesù

Fervono i preparativi nel capoluogo partenopeo per quello che si preannuncia come un evento di gioia e di pace. Dalla Vigilia di Natale, uno striscione lungo 25 metri annuncia la visita di Papa Francesco a Napoli. Lo hanno notato migliaia di cittadini e turisti, accorsi in Città per le vacanze natalizie e a decine si fermano, sul Lungomare di Mergellina, per scattare foto e immortalarsi accanto alla gigantografia del Santo Padre.

Sono già due mesi che l’Arcidiocesi di Napoli ha atti-vato un sito web dedicato per la visita pastorale: qui è pos-sibile conoscere il programma, ottenere notizie riguardanti l’evento, prenotare i biglietti per la Santa Messa e per gli incontri con il Santo Padre. Lo stesso si potrà fare seguen-do l’account Twitter e la pagina Facebook ufficiali, aperti per l’occasione.

La parola d’ordine della visita di Giovanni Paolo II era stata “organizzare la speranza”, oggi di fronte alla fram-mentazione e frantumazione delle realtà religiose su uno stesso territorio l’invito pressante è a connettersi, ad ab-battere i muri, a stabilire ponti, dialoghi per convergere per la risposta ai bisogni sociali di singoli e famiglie e della più ampia comunità cittadina.

Quest’evento giunge come occasione di crescita, in quanto l’insegnamento del Successore di Pietro è, per un discepolo di Gesù, il principale stimolo a progredire nella fede e a essere sempre impegnato in una vita cristiana che sia sempre più espressione di una “Chiesa in uscita”. La Chiesa di Napoli, impegnata nell’annuncio del Vangelo, vive oggi quelle problematiche che impongono un nuovo stile che possa favorire l’attuazione delle istanze della “nuova evangelizzazione”.

Gli orientamenti che il nostro Arcivescovo in questi anni sta offrendo alla comunità diocesana contengono importanti criteri per poter agire con l’esigenza di annun-ciare Gesù Cristo, ma mettendo in atto una pastorale nell’-ottica dell’incarnazione, cioè pienamente consapevole del-la realtà e delle sue sfide. Napoli è la terra del sangue e della speranza, dei problemi che affiorano, ma anche del desiderio di un futuro migliore, in quanto ricca di singolari

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Arcidiocesi di NAPOLI Città di TORRE ANNUNZIATA (NA)

Parrocchia: Sacro Cuore di Gesù - Santa Teresa

Immacolata - Spirito Santo

Incontri Interparrocchiali in preparazione Incontri Interparrocchiali in preparazione Incontri Interparrocchiali in preparazione Incontri Interparrocchiali in preparazione alla vista di alla vista di alla vista di alla vista di Papa Francesco Papa Francesco Papa Francesco Papa Francesco

alla città di Napoli alla città di Napoli alla città di Napoli alla città di Napoli ---- sabato 21 marzosabato 21 marzosabato 21 marzosabato 21 marzo

Domenica 1 marzo Domenica 1 marzo Domenica 1 marzo Domenica 1 marzo

Pomeriggio di spiritualità ore 16.00/20.00 presso le Suore di Madre Remigia.

Lunedì 9, 16 e 23 marzoLunedì 9, 16 e 23 marzoLunedì 9, 16 e 23 marzoLunedì 9, 16 e 23 marzo

Incontri di riflessione: FAME di pane; FAME di giustizia e FAME di futuro. Alle ore 19.00 presso la Parrocchia di Santa Teresa.

Tutti Siete InvitatiTutti Siete InvitatiTutti Siete InvitatiTutti Siete Invitati

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Santa Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di Gesù 3

La Quaresima è un periodo di 40 giorni di preparazione alla Pasqua, tale periodo ha una ricchissima storia nella litur-gia. In un primo momento costituiva il tempo della definitiva preparazione dei candidati al Battesimo (catecumeni), ammi-nistrato la Vigilia di Pasqua. I riti legati a questa preparazione venivano chiamati «scrutini»; alla preparazione dei catecu-meni , prendeva parte la comunità dei credenti e, in questa maniera, la preparazione al Battesimo degli uni diventava per gli altri l'occasione per meditare sul proprio battesimo.

Il periodo di preparazione di quaranta giorni era un perio-do di penitenza, che, col tempo, fu ridotta principalmente al digiuno. Completavano il digiuno, la preghiera e l'elemosina.

• Come ci si preparava allora? • Non si celebravano matrimoni • Non si consumava carne il venerdì • Non si organizzava nessuna festa pubblica • Ci si impegnava a pregare più intensamente • Ci si dedicava amaggiormente alla carità per i poveri • Non ci si concedeva alcuna distrazione che disto-

gliesse dall’ascolto della parola di Dio.

L'idea di fare penitenza. Un giorno i discepoli di Giovanni s'avvicinarono a Gesù e

gli dissero: "Per qual motivo, mentre noi e i Farisei digiunia-mo spesso, i tuoi discepoli non digiunano? E Gesù rispose loro: Com'è possibile che gli amici dello sposo possano fare lutto finché lo sposo è con loro? Verranno poi i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto, ed allora digiuneranno" (Mt. 9, 14-15).

I primi cristiani si ricordarono di quelle parole di Gesù, e cominciarono molto presto a passare nel digiuno assoluto i tre giorni del mistero della Redenzione, cioè dal Giovedì San-to al mattino di Pasqua.

Fin dal II e III secolo abbiamo la prova che in parecchie Chiese si digiunava il Venerdì e il Sabato Santo.S. Ireneo, nella Lettera al Papa San Vittore, afferma che molte Chiese d'Oriente facevano la stessa cosa durante l'intera Settimana Santa.

Il digiuno pasquale si estese poi nel IV secolo, fino a che la preparazione alla festa di Pasqua, attraverso un periodo che divenne sempre più lungo fino a durare quaranta giorni, cioè Quadragesima o Quaresima. Perchè i giorni sono quaranta?

Alcuni numeri, nella Bibbia, acquistano un significato per gli avvenimenti del popolo di Dio ai quali sono connessi. Per questo diventano dei “segni”, e sono a loro volta veicoli di particolari messaggi. Genesi 7,12 : Nel racconto del diluvio universale la Genesi

dice: Cadde la pioggia sulla terra per 40 giorni e 40 notti. Esodo 24,18: Quando Il Signore stabilì l’Alleanza con il popo-

lo di Israele sul monte Sinai la Bibbia dice: Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rima-se sul monte 40 giorni e 40 notti.

Numeri 14,33: Il viaggio di 40 anni nel deserto del popolo ebreo: I vostri figli saranno nomadi nel deserto per 40 anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto.

1 Samuele 17,16: Golia sfida per 40 giorni gli Israeliti fino all’arrivo di Davide: Il Filisteo avanzava mattina e sera; continuò per 40 giorni a presentarsi.

1 Re 19,8: Elia proseguì nel deserto per 40 giorni con la forza del pane dato da Dio: Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per 40 giorni e 40 notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

Matteo 4,1-11: Gesù trascorse quaranta giorni nel deserto, digiunando, pregando, e resistendo alle tentazioni: Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser ten-tato dal diavolo. E dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti, ebbe fame.

Il numero 40 nella Bibbia misura un periodo di tempo durante il quale il popolo ebreo o un rappresentante del popolo ebreo viene messo alla prova (la tentazione). Questa prova da una parte saggia la sua fede dall’altra manifesta che solo in Dio vi è salvezza.

La Chiesa ci chiede di vivere la Quaresima dedicando particolare attenzione queste cose: Austerità e vigilanza - Ascolto e preghiera - Digiuno e conver-sione - Memoria del Battesimo - Carità e condivisione In Chiesa:

• I paramenti del sacerdote sono di colore viola, il colore della penitenza.

• L’altare è senza decorazioni floreali. • Durante la Messa non si canta il Gloria, né l’Alleluja.

La Quaresima oggi La Quaresima inizia il mercoledì detto “delle Ceneri”, gior-

no in cui ci rechiamo in chiesa e accettando l'imposizione delle ceneri, riconosciamo di essere peccatori: è questa una tacita confessione.

Il sacerdote mettendoci un po’ di cenere sulla testa dice: "Ricordati che polvere sei e in polvere ritornerai". In pratica, riconoscendo la nostra condizione di peccatori, noi accettia-mo anche il nostro castigo: la morte temporale.

Intanto, siccome Dio "non vuole la morte del peccatore", dobbiamo confidare nella sua misericordia per salvarci dalla morte eterna, e prendere all'inizio della Quaresima, la risolu-zione di lottare contro il peccato.

La Quaresima termina la sera del Giovedì Santo prima della Messa “In coena Domini”.

Il Tempo di Quaresima è segnato anzitutto: dal ricordo dei quaranta giorni di Gesù nel deserto, dalla sua lotta con il de-monio, dalla sua vittoria sul tentatore.

Nel deserto Gesù viene nutrito della Parola di Dio, e così supera ogni suggestione diabolica, scegliendo decisamente il cammino segnatogli dal Padre: la redenzione mediante l'umil-tà della croce.

Durante questo tempo, attraverso un ascolto più attento e volonteroso, dobbiamo accostarci anche noi alla Parola di Dio, per attingervi la forza di metterci in cammino sulla strada di Gesù Cristo. Don Salvatore ACCARDO

Storia e prassi della QuaresimaStoria e prassi della QuaresimaStoria e prassi della QuaresimaStoria e prassi della QuaresimaStoria e prassi della QuaresimaStoria e prassi della QuaresimaStoria e prassi della QuaresimaStoria e prassi della Quaresima

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Santa Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di Gesù 4

Quando si vuole evidenziare come gli elementi che compongono una realtà siano strettamente uniti l’uno all’al-tro e formino insieme una cosa sola, si usa spesso l’imma-gine del corpo.

Nel Libro di Ezechiele viene descritta una visione un po’ particolare, impressionante, ma capace di infondere fiducia e speranza nei nostri cuori.

Dio mostra al profeta una distesa di ossa, distaccate l’una dall’altra e inaridite. Uno scenario desolante. Dio gli chiede, allora, di invocare su di loro lo Spirito. A quel pun-to, le ossa si muovono, cominciano ad avvicinarsi e ad unirsi tra di loro, crescono prima i nervi, poi la carne e si forma così un corpo, completo e pieno di vita (Ez 37,1-14)…. Ecco, questo è la Chiesa!

È un capolavoro dello Spirito, il quale infonde in cia-

scuno la vita nuova del Risorto e ci pone l’uno accanto all’altro, facendo così di tutti noi un corpo solo, edificato dalla comunione e dall’amore, così la Chiesa si riconosce corpo di Cristo!

Al tempo di Paolo, la comunità di Corinto trovava molte difficoltà a questo riguardo, vivendo, come spesso anche noi, l’esperienza delle divisioni, delle invidie, delle incom-prensioni ed emarginazioni. Tutte queste cose non anda-vano bene, perché, invece di edificare e far crescere la Chiesa come corpo di Cristo, la frantumavano in tante par-ti, la smembravano …. Questo succede anche ai nostri giorni.

Pensiamo nelle comunità cristiane, in alcune parroc-chie, nei nostri quartieri, quante divisioni, quante invidie, come si sparla, quanta incomprensione ed emarginazione …. E questo cosa comporta? “Ci SMEMBRIAMO”. È l’ini-zio della guerra!

La guerra non incomincia sul campo di battaglia. Le guerre incominciano nel cuore, con incomprensioni, divi-sioni, invidie, con la lotta contro gli altri. La comunità di Corinto ne era un esempio, erano campioni in questo sen-so.

L’Apostolo Paolo ha dato ai Corinzi alcuni consigli con-creti che valgono anche per noi: non essere gelosi, ma apprezzare nelle nostre comunità i doni e le qualità dei nostri fratelli. Un cuore geloso è un cuore acido, un cuore che invece del sangue sembra avere l’aceto, è un cuore che non è mai felice, è un cuore che smembra la comunità …. Ma cosa devo fare allora?

Apprezzare nella nostra comunità i doni e le qualità degli altri, dei nostri fratelli, e quando mi viene la “gelosia” - perché viene a tutti, tutti siamo peccatori -, devo dire al Signore: “Grazie, Signore, perché hai dato questo a quella persona”. Apprezzare le qualità, farsi vicini e parte-cipare alla sofferenza dei più bisognosi, esprimere la pro-pria gratitudine a tutti. Il cuore che sa dire grazie è un cuo-re buono, è un cuore nobile, è un cuore che è contento.

E, in ultimo, il consiglio che l’apostolo Paolo dà ai Co-rinzi è: “non reputare se stessi superiori agli altri” …. Quanta gente si sente superiori agli altri!

Anche noi, tante volte diciamo, come quel fariseo della parabola: “Ti ringrazio Signore perché non sono come quello, sono superiore” …. Ma questo è brutto, non biso-gna mai farlo!

Quando stai per farlo, ricordati dei tuoi peccati, di quelli che nessuno conosce, vergognati davanti a Dio e dì: «Ma tu Signore, tu sai chi è superiore, io chiudo la bocca» …. E questo fa bene!

E sempre nella carità considerarsi membra gli uni degli altri, che vivono e si donano a beneficio di tutti.

Anna COZZOLINO

Chiesa corpo di CristoChiesa corpo di CristoChiesa corpo di CristoChiesa corpo di CristoChiesa corpo di CristoChiesa corpo di CristoChiesa corpo di CristoChiesa corpo di Cristo

Nella speranza della Risurrezione hanno raggiunto la casa del Padre:

• GESÙ ANNA SOLIMENO • SALVATORE VISCIANO • ANTONIO SARTORATO • ROSARIO GUERRIERA • MARIA ANNA IORIO • MARIO CAPALDO • FILIPPO CANGIANO • ANGELO DELICATO • ANNA ROSA PERNA

«…. chi crede nel Figlio ha la vita eterna, dice il Signore, e io lo risusciterò nell’ulti-mo giorno» (Gv 6,40).

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Santa Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di Gesù 5

Nazareth ai tempi di Gesù, non era che un povero villaggio della Galilea, che non viene nemmeno menzio-nato nell’Antico Testamento. Si trova ai piedi di una col-lina, sopra i fianchi della quale si aprivano numerose grotte, alcune delle quali, con qualche elementare co-struzione, potevano servire anche da abitazione. Come in tutti gli insediamenti antichi, non mancava una fonte pubblica di acqua, che serviva sia per gli uomini che per gli animali. La fonte più tardi sarebbe stata chiamata “fontana della Madonna”.

In una di queste modeste abitazioni viveva una ver-gine fidanzata ad un uomo di nome Giuseppe, del casa-to di Davide, e la vergine si chiamava Maria. Anche Ma-ria apparteneva al casato di Davide.

Tra gli evangelisti, soltanto Matteo e Luca riportano gli eventi legati alla nascita di Gesù. Il racconto di Matte-o è più breve. La narrazione di Luca, scrittore colto, non ebreo, ma originario di Antiochia, città della Turchia, che era capitale, allora, della provincia romana della Siria, è più ricca e accurata.

Era tempo di pace, sotto l’imperatore Augusto, “ai giorni di Erode re della Giudea”, così comincia il raccon-to di Luca, e un angelo del Signore apparve a un sacer-dote del Tempio di nome Zaccaria, che aveva per mo-glie una donna di nome Elisabetta, parente di Maria, che non avevano figli ed erano ambedue avanzati in età. L’angelo disse a Zaccaria: “non temere, Zaccaria, tua moglie partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni”. Grande fu la meraviglia di Zaccaria, che disse all’Ange-lo: “Come è possibile questo se io sono vecchio e anche mia moglie è avanzata in età?”. E l’angelo gli rispose: “Tutto è possibile a Dio”. il figlio che nascerà sarà Gio-vanni il Battista.

Sei mesi dopo, lo stesso angelo, che si chiamava Gabriele, fu da Dio inviato a Nazareth, da Maria, ed en-trato da lei disse: “Salve, piena di grazia! Il Signore è con te!”. A queste parole Maria si turbò, ma l’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia davanti a Dio. Ecco tu concepirai e partorirai un figlio, a cui porrai nome Gesù. Egli sarà grande, e sarà chiama-to figlio dell’Altissimo, e il Signore il Dio gli darà il trono di Davide, suo padre, e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe, e il suo regno non avrà mai fine”. E Maria disse all’Angelo: “Come avverrà questo, poiché io non conosco uomo?”. E l’Angelo rispose: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti a-dombrerà, e perciò il Bambino sarà santo e sarà chiamato figlio di Dio”. E benché ella non l’avesse chiesto, aggiunse come prova: “Ed ecco anche Elisabet-ta, tua parente, ha concepito un figlio nella sua vec-chiaia, lei che era chiamata sterile, e già si trova al sesto mese; poiché nulla è impossibile a Dio”. E Maria disse: “Ecco la schiava del Signore. Si faccia di me secon-do la tua parola”.

Come si vede, Maria, benché eletta ad esser madre del Messia, si dichiara “schiava” del Signore. E Dante commenterà la “umiltà” di Maria con due splendidi versi:

“Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura ...“

(Par. Canto XXXIII, 1-2)

Poco tempo dopo Maria, che aveva appreso dall’An-gelo ciò che era avvenuto ad Elisabetta, volle andare a visitare la sua parente. Per recarsi da Nazareth a Geru-salemme, anche in carovana, si impiegavano allora cir-ca tre giorni. Ella andò da sola perché, secondo l’uso del tempo, non era andata ancora a convivere con Giu-seppe. Tuttavia il viaggio non dovette essere molto fati-coso per lei che era appena ai primi giorni di gravidan-za.

“Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, sobbalzò di gioia il bambino che era nel suo seno, ed ella fu ripiena di Spirito Santo e disse: - Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno. E donde a me que-sto, che venga a me la madre del mio Signore? –“ (Lc 1,41-45). E Maria, in quell’ora di giubilo, si mostrò poetessa e, ispirandosi forse alle Scritture, soprattutto al “cantico di Anna” (I Samuele,2), intonò il suo “Magnificat”: “L’anima mia magnifica il Signore ….”.

(continua)

L’annunzio a MariaL’annunzio a MariaL’annunzio a MariaL’annunzio a MariaL’annunzio a MariaL’annunzio a MariaL’annunzio a MariaL’annunzio a Maria

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Santa Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di Gesù 6

Presso Elisabetta, Maria rimase tre mesi, poi tornò a casa poco prima che Elisabetta partorisse.

Probabilmente fu dopo il ritorno di Maria dalla visita a Elisabetta che Giuseppe si accorse della gravidanza di lei. Questa volta è Matteo che ci avverte che “Giuseppe essendo giusto e non volendo esporla, deli-berò di ripudiarla segretamente”. Ma ecco che un An-gelo del Signore gli apparve in sogno, e disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria con te, perché ciò che in lei è generato è o-pera dello Spirito Santo. Ella partorirà un figlio e lo chiamerai Gesù, perché egli salverà il suo popolo dai suoi peccati”.

Giuseppe, svegliatosi dal sonno, fece come l’Ange-lo gli aveva comandato, e prese con sé la sua sposa.

L’appartenenza di Giuseppe e della sua famiglia al casato di Davide ebbe ben presto una conseguenza in occasione del censimento ordinato da Augusto, mentre Quirino era governatore della Siria. Tutti andavano a dare il nome nella propria città di origine. Anche Giu-seppe, dalla città di Nazareth, in Galilea, salì in Giudea alla città di Davide che si chiamava Betleem, con Maria sua sposa, che era al nono mese di gravidanza.

Il viaggio in carovana dovette essere piuttosto spossante per Maria. Giunti a Betleem trovarono con-dizioni ancora peggiori. Il villaggio era pieno di gente che era là per lo stesso motivo. E Luca ci fa sapere che per essi non c’era posto nell’”albergo”. In realtà, quello che Luca chiama “albergo” era, forse, come era d’uso in quel tempo, un “caravanserraglio”, e cioè un modesto spazio a cielo scoperto al centro, per gli ani-mali, circondato lungo i lati da un muro piuttosto alto. Lungo i lati correva un portico di riparo, dove i viaggia-tori potevano ricoverarsi alla meglio per passare la not-te.

“E avvenne che, mentre essi erano là, si compirono per Maria i giorni del parto, e partorì il suo figlio primo-genito e, avvoltolo in fasce, lo pose a giacere in una “mangiatoia” (Luca 2,6-7).

Luca parla solo di una “mangiatoia”, ma è chiaro che la mangiatoia doveva trovarsi in una stalla, forse anche con animali, situata in qualche grotta sul fianco di una delle colline nei pressi della città, dove Giusep-pe, mentre calava la notte, avrà trovato riparo con la moglie, in attesa del parto che appariva imminente.

E così una mangiatoia fu la culla del re del cielo e della terra! dr. Gaetano IOVINO

Le ricette della nonnaLe ricette della nonnaLe ricette della nonnaLe ricette della nonna (a cura del gruppo Simeone e Anna)

Zeppole di San GiuseppeZeppole di San GiuseppeZeppole di San GiuseppeZeppole di San Giuseppe

Ingredienti: Crema:

Procedimento: Versare l’acqua in una pentola con il sale, la buccia di limone e il burro e mettere sul fuoco. Quando incomincia a fare le bollicine (non deve bollire) togliere la buccia di limone, togliere la pentola dal fuo-co, versare la farina setacciata tutta in una volta e gira-re subito; rimettere la pentola sul fuoco, continuare a girare fino a quando l’impasto non si stacca dalla pen-tola.

Togliere l’impasto dal fuoco e metterlo a raf-freddare su un piano leggermente unto (gi-rarlo di tanto in tanto). Quando l’impasto è freddo trasferirlo in una ciotola capiente e ag-giungere una alla volta le uova amalgamando bene.

Far riposare l’impasto così ottenuto almeno un’oretta in frigorifero. Con la siringa per le zeppole dare all’impasto la tipica forma delle zeppole di San Giuseppe su fogli di carta oleata unti di olio e cuocerle in abbondante olio di semi girandole spesso. Tolte dal fuoco metterle su carta assorbente. Preparare la crema sbattendo in una ciotola i due tuorli con due cucchiai di zucchero, aggiungere poco alla volta la farina setacciata e il latte caldo. Trasferire il tutto in un pentolino e mettere sul fuoco aggiungendo la buccia di limone. Portare la crema a bollore girando sempre. Togliere la buccia di limone e far bollire la crema qualche minuto. Toglierla dal fuoco e metterla a raffreddare girandola spesso per evitare che si formi la pellicina in superficie. Passare le zeppole nello zucchero a velo e con la sirin-ga per la crema formare dei fiocchi di crema sulle zep-pole. A piacere si possono aggiungere delle amarene sciroppate. Rosa

4 bicchieri di farina 4 bicchieri di acqua Buccia di limone Un pizzico di sale Un pezzetto di burro 8 uova Zucchero a velo Amarene sciroppate

½ litro di latte 2 tuorli d’uovo 2 cucchiai di zucchero 2 cucchiai di farina Buccia di limone

F E B B R A I OF E B B R A I OF E B B R A I OF E B B R A I OF E B B R A I OF E B B R A I OF E B B R A I OF E B B R A I O

Santa Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di GesùSanta Teresa di Gesù 7

Nata a Trento nel 1920, Chiara Lubich, nel 1943, donan-dosi totalmente a Dio, con i voti di povertà, castità e obbe-dienza, dà vita al Movimento dei Focolari.

Sullo sfondo di odio e distruzione pro-vocato dalla guer-ra, alla domanda se esista un ideale che non possa essere distrutto, Chiara Lubich av-verte nel cuore una risposta: sì, è Dio. Con un primo grup-po di compagne decide di seguire Lui, che in mezzo al furore della guer-ra si manifesta per quello che è: Amo-re. Iniziano a met-tere in pratica le parole del Vangelo, letto nei rifuggi

antiaerei durante gli allarmi. Un piccolo appartamento in piaz-za Cappuccini, dove va ad abitare con alcune delle sue com-pagne, diventerà, di fatto, il primo “focolare”.

Con i poveri di Trento iniziano a condividere quanto han-no e verificano l’attuarsi delle promesse evangeliche. Risco-prono come legge di vita il Comandamento Nuovo di Gesù e cercano di attuarlo. Percepiscono quale deve essere la misu-ra di questo amore guardando Gesù morente sulla croce che grida “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Nel suo testamento, “Che tutti siano uno”, colgono la ragione e lo scopo della loro vita. Si delinea così una nuova corrente spiri-tuale, la spiritualità dell’unità, spiccatamente collettiva, ricono-sciuta poi dalla Chiesa cattolica e da altre Chiese come uno dei carismi suscitati dallo Spirito Santo in questo tempo.

Giovani, operai e professionisti, famiglie e religiosi si uni-scono al primo gruppo. Dopo pochi mesi, in 500 sono coin-volti in una comunione spontanea di beni materiali e spirituali, sul modello della comunità dei primi cristiani. Nel 1948 inizia il primo focolare maschile a Trento. Nel settembre 1948 Chia-ra incontra a Roma, in Parlamento, l’on. Igino Giordani, depu-tato, scrittore, giornalista, studioso, pioniere dell’ecumenismo. Sarà il primo focolarino sposato. Lo considererà cofondatore del Movimento per il suo contributo all’incarnarsi nel sociale della spiritualità dell’unità. Nell’estate del 1949, in un periodo di riposo sulle Dolomiti trentine insieme alle sue compagne, comincia per Chiara un periodo di illuminazione e contempla-zione, in cui, per una particolare grazia, comprende il proget-to che Dio ha sul Movimento e i futuri sviluppi di esso.

Nelle estati successive a Chiara e ai primi compagni si uniscono un numero sempre maggiore di persone di diverse estrazioni e condizioni. Nasce così la Mariapoli, la città di Maria, che nel 1959 vedrà passare a Fiera di Primiero più di 10 mila persone, provenienti da 27 Paesi.

Nel corso degli anni Chiara si trova a fondare diverse diramazioni; focolarini sposati, sacerdoti diocesani, religiosi e religiose, i volontari di Dio impegnati nei vari ambiti della so-cietà; quindi le nuove generazioni. Dal 1977 vi si uniscono anche vescovi interessati alla spiritualità di comunione, desi-derosi di realizzare con il papa, fra loro e con gli altri vescovi, la «collegialità effettiva ed affettiva» auspicata dal Concilio Vaticano II. Si sviluppano diramazioni ad ampia diffusione quali i movimenti famiglie nuove, umanità nuova, giovani per un mondo unito e ragazzi per l’unità, il movimento sacerdota-le e quelli dei religiosi e delle religiose e i movimenti parroc-chiale e diocesano. Nascono le cittadelle o Mariapoli perma-nenti, centri abitati di varia dimensione, i cui abitanti di tutte le generazioni cercano di attuare nel lavoro e in ogni aspetto della vita, l’amore evangelico, che si dimostrano luoghi signi-ficatici di testimonianza Ad oggi sono 24 in 20 Paesi. Per enucleare e diffondere la cultura dell’unità, Chiara fonda un Centro studi interdisciplinare, la Scuola Abbà, e l’Istituto Uni-versitario Sophia. Dalla fine degli anni ’50 è attivo il comples-so editoriale Città Nuova: (ad oggi 38 edizioni in 23 lingue). Sono in funzione centri di produzione audiovisiva, siti web.

Negli anni, si sviluppano in particolare alcuni dialoghi: all’interno delle singole Chiese; fra le Chiese; con i seguaci delle altre religioni; con persone senza un preciso riferimento religioso. Oggi il Movimento intrattiene rapporti di comunione con circa 500 movimenti, associazioni, nuove comunità della Chiesa cattolica, a dimensione internazionale e locale. Il dia-logo interreligioso si sviluppa in molti atri Paesi, anche con fedeli ebrei e persone di altre tradizioni religiose, tra cui indù, taoisti, sikh, animisti. Sono circa 7.000 i fedeli di altre religioni appartenenti al movimento. Il Movimento si apre anche al dialogo con persone che non fanno riferimento ad una fede religiosa, e che si concretizza in una fattiva collaborazione al componimento della fraternità, promuovendo l’essere umano in tutti i suoi valori. All’incirca 10.000 persone di convinzioni non religiose aderiscono oggi al Movimento.

Il 14 marzo 2008, Chiara Lubich si spegne nella sua abi-tazione a Rocca di Papa all’età di 88 anni, attorniata dalla sua famiglia spirituale. Il funerale si svolge il 18 marzo, nella Basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, presieduto dal Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, concelebrato da altri 16 cardinali, 40 vescovi e centinaia di sacerdoti. Tra le migliaia di persone di ogni età, numerose personalità politi-che di vari partiti, rappresentanti di molte Religioni e di diver-se Chiese, di movimenti cattolici.

Loreta SOMMA

Chiara Chiara Chiara Chiara Chiara Chiara Chiara Chiara LLLLLLLLUBICHUBICHUBICHUBICHUBICHUBICHUBICHUBICH Fondatrice del Movimento dei Focolari (1920-2008)

Agenda di

M A R Z OM A R Z OM A R Z OM A R Z O

Nei venerdì di QUARESIMA

Pio esercizio della Via CRUCIS nelle zone: 1ª zona ore 18.45 nella chiesa parrocchiale 2ª zona ore 17.00 inizio Viale Succursale LICEO al Corso

UMBERTO I (ex CRISTO RE) 3ª zona ore 17.00 Via Dante - Parco GENOVESE 4ª zona ore 17.00 Proprietà CARBONE-FIORENZA (nei pres-

si della pasticceria Lettieri) ► DOMENICA 01 Domenica di solidarietà fraterna con le ne-

cessità della parrocchia - ciascuno contri-buisce, secondo la propria disponibilità, con libera generosità Ore 16.00/20.00 presso le Suore Apostole del Rosario (Madre Remigia) ritiro di Qua-resima per E.P.A.P. - Consigli Pastorali - operatori pastorali presieduto da Mons. Lemmo Vescovo Ausiliare di Napoli.

► LUNEDÌ 02 “SUFFRAGIO PARROCCHIALE MENSILE” La S. Messa delle ore 18.00 viene celebra-ta in memoria di tutti i fratelli defunti appar-tenuti alla famiglia parrocchiale.

► MERCOLEDÌ 04 Ore 18.00 S. Messa, catechesi e celebra-zione della penitenza.

► VENERDÌ 06 Primo Venerdì del mese - Ore 18.00 San-ta Messa.

► GIOVEDÌ 19 San GIUSEPPE, sposo della B. VERGINE MARIA. Solennità. Patrono della Chiesa Universale - Festa del papà - Ore 18.00 Celebrazione Eucaristica.

► DOMENICA 22 Ore 09.00 Ritiro Spirituale parrocchiale di "Quaresima" (vedi locandina).

► MERCOLEDÌ 25 ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE Ore 17.15 Santo Rosario. A seguire cele-brazione dei Vespri - ore 18.00 S. Messa.

► SABATO 28 Alle ORE 03.00 Lancette dell’orologio AVANTI di 1 ORA - torna l’ORA LEGALE.

► DOMENICA 29 DOMENICA delle PALME e della PASSIONE di NOSTRO SIGNORE - INIZIO DELLA SETTI-MANA SANTA - 30ª Giornata della Gioven-tù (celebrazione nelle Diocesi) Ore 09.30 benedizione dei rami di ulivo e processione.

► LUNEDÌ 30 Inizio della SETTIMANA SANTA Ore 18.45 celebrazione comunitaris del-la penitenza con la partecipazione di di-versi confessori

► MARTEDÌ 31 Ore 19.00 Via Crucis parrocchiale all’in-terno dell’ex ospedale.

Il Bollettino mensile e tutte le informazioni Parrocchiali sono redatte grazie al prezioso contributo del

GRUPPO COMUNICAZIONI SOCIALI

Mensile a diffusione interna - Composizione e stampa in proprio - Copia gratuita

SANTE MESSE FERIALE:

Ore 18.00 Celebrazione S. Messa vespertina.

FESTIVO:

Ore 08.30 - 10.30 - 12.00 - 18.00 Terza domenica del mese la S. Messa delle ore 12.00 viene celebrata in Lingua Latina

Una Comunità che pregaUna Comunità che prega

Puoi pregare con la comunità ogni giorno feriale

Ore 17.15 S. Rosario. A seguire i Vespri Ore 18.00 S. Messa vespertina

Ultimo Martedì, ore 18.00 Celebrazione del SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE

Ogni Giovedì, eccetto il primo ore 18.30 Adorazione Eucaristica comunitaria

1° Venerdì Adorazione prolungata fino alle 21.00

Il Parroco riceve tutti i giorni: ore 17.30/20.00

OORARIORARIO delle delle CCELEBRAZIONIELEBRAZIONI

CCATECHESIATECHESI P PARROCCHIALEARROCCHIALE 2014/2015

SACRAMENTO DEL BATTESIMO

Si celebra ogni quarta Domenica del mese (prenotarsi in segreteria 15 giorni prima)

CATECHISMO DEI RAGAZZI

Ha luogo il LUNEDÌ ore 17.00 / 18.15 e il Sabato ore 16.30/18.30 nell’ambito dell’A.C.R.

CATECHESI DEGLI ADULTI

Ha luogo il Lunedì alle ore 18.45

LECTIO EVANGELII

Lettura - Meditazione - Confronto Esistenziale Ha luogo il: 2° e 4° Venerdì alle ore 19.45

SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE (Cresima)

Il corso di preparazione ha luogo il Sabato ore 19.00 e la Domenica ore 11.00

SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

Ha luogo la Lunedì alle ore 20.00

La Segreteria Parrocchiale è aperta nei seguenti giorni e orari: LUNEDÌ, MERCOLEDÌ e SABATO ore 18.00 / 19.00

OORDINERDINE F FRANCESCANORANCESCANO S SECOLAREECOLARE

Durante la Quaresima si riunisce il II e IV lunedì del mese, alle ore 17.30