Vivere D'Arte Numero 20

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Numero 20 Bollettino dell’Associazione Nazionale Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada "La nostra natura è creativa e, nell’esprimerla noi generiamo costantemente sempre più entusiasmo e creatività, stimolando e accrescendo in noi la capacità di godere del mondo che ci circonda. Lavorare volentieri, al colmo dell’energia e dell’entusiasmo, è Il nostro modo di contribuire alla vita. (…)” Tarthang Tulku “Mezzi idonei” Anno 2011

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Numero 20

Bollettino dell’Associazione Nazionale Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada

"La nostra natura è creativa e, nell’esprimerla noi generiamo costantemente sempre più entusiasmo e creatività, stimolando

e accrescendo in noi la capacità di godere del mondo che ci circonda. Lavorare volentieri, al colmo dell’energia e dell’entusiasmo, è

Il nostro modo di contribuire alla vita. (…)” Tarthang Tulku “Mezzi idonei”

Anno 2011

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Bollettino dell’Associazione Nazionale Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada

Redazione a cura dei “Selvatici” Via Piazze 16 15010 Cremolino (AL)

3491578435—3314191279 [email protected]

L’Associazione A.R.M.E.S.M.A. (Associazione Nazionale

Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada) ha un proprio sito che potete visitare e contattare a questo indirizzo web: http://www.armesma.it

Materiali contenuti in questo numero:

- Pag. 3 Redazionale - Eventi e Manifestazioni partecipate - Bravo, Maestri di Qualità, Castello di Belgioioso (PV) - Pag. 4 “ La Manualità Incontra L’AQUILA” 28 e 29 Maggio 2011

- Pag. 6 “Quo Vadis”: Sulle orme dell’arte 19-20 /8/11 Montecatini - Pag. 7 Interventi al convegno di Torino, 21 Maggio 2010: Thomas Lussi, Andrea Negro, Enzo Sottili, Erica Agazzani - Pag. 18 Convegno: Arti a mano e creatività …. Una proposta per il futuro. - Pag. 20 Bandi, mercatini e Opere dell’Ingegno a Roma - Pag. 21 Mestierando va a scuola - Pag. 22 Opere dell’ingegno: sconfitta, successo o immobilità? - Pag. 26 Spazio Libero Arte Manuale

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Redazionale

All’incontro di Villa Martini a Calci del 15-16-17 febbraio 2011 è stato deciso di dare vita ad una versione telematica di Vivere D’Arte la cui redazione è a cura di Renato e Manù

(Selvatici). La versione telematica affiancherà quella cartacea curata come sempre dalla Associazione Animanagramma. Questa versione del giornalino è rivolta, oltre che ai soci, anche a tutti gli artigiani manuali e creativi, alle associazioni, agli enti, alle amministrazioni e a tutte le perso-ne che hanno interesse, curiosità e attenzione per i lavori manuali, creati-vi ed artistici. Il Giornalino ha una sua casella di po-sta elettronica a cui potete inviare ri-chieste, commenti, articoli, notizie su avvenimenti e mercatini, immagini e quanto altro riteniate utile e interes-

sante. Durante l’incontro, ricco di spunti ed interventi è emersa la necessità di designare, per le future assemblee, un moderatore. Questo per agevolare e facilitare il dibattito e lo scambio di informazioni durante gli incontri, cosa prevista dallo Statuto, che, peraltro, ne-cessita di modifiche perché evidentemente A.R.M.E.S.M.A. da Associazione di Associazioni si è trasformata nel tempo in Associazione di singoli soci ( oltre 140 soci a fronte di 6 Asso-ciazioni iscritte ) Altro punto da esaminare collettivamente è la possibilità che A.R.M.E.S.M.A. partecipi ad eventi e manifestazioni organizzate da enti, amministrazioni ecc. per ottenere maggiore visibilità e condizioni favorevoli ai soci. Altra decisione importante è stata quella di richiedere obbligatoriamente l’iscrizione all’Associazione per partecipare a eventi organizzati

Eventi e Manifestazioni partecipate

Bravo Maestri di Qualità Sabato 26 e domenica 27 Mar-zo 2001 al Castello di Belgioio-so (PV) si tiene la Mostra Mer-cato Bravo, Maestri di Qua-lità a cui partecipano, per la prima volta, alcuni artigiani aderenti all’Associazione Na-zionale A.R.M.E.S.M.A. che e-sporranno in due salette a loro riservate. Per info: Emanuela Abadie [email protected]

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L’Associazione Nazionale Arti e Mestieri Creativi di Strada organizza un Evento Mostra-Mercato

“ LA MANUALITA’ INCONTRA L’AQUILA”

28 e 29 Maggio 2011

L’Associazione Nazionale “Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada” in collabora-zione con l'Associazione “Comitato 3e32” sono lieti di organizzare un Evento “Mostra mercato” nella Città dell’Aquila, al fine di valorizzare il patrimonio artistico culturale di uno dei centri storici più belli d’Italia attraverso la rappresentazione del

mondo dei Mestieri Manuali e dell’Ingegno Creativo. L’idea nasce dal desiderio di “voler fare”, contribuire “con quel che sono i nostri valori e le nostre capacità” alla riqualificazione e al recupero del tessuto sociale della Città dell’Aquila, luogo così compro-messo dal terribile evento naturale di due anni fa. Crediamo che il legame tra Noi Arti-giani e l’Aquila sia molto stretto: en-trambi rappresentanti di un patrimo-nio artistico culturale nazionale comu-ne. L’Associazione Nazionale “Arti e Me-

stieri Manuali Creativi in Strada” è da anni attiva, attraverso il lavoro di Associazioni locali distribuite sul territorio Nazionale, e raccoglie Artigiani e Operatori del Pro-prio Ingegno che ogni giorno con il loro mestiere “e con le proprie mani” attraversa-no i cambiamenti della società e affrontando i temi dell’integrazione culturale per mezzo della creatività. Intendiamo rappresentare cosa contraddistingue un Artigia-no Manuale e Creativo da chi effettua attività di pura compravendita e/o imprendi-toria artigianale. Gli artigiani Manuali e Creativi hanno come scelta principale quella di esporre solo merci realizzate dal loro lavoro. Questi oggetti sono il frutto di lavorazioni sul singo-lo pezzo, realizzati direttamente e unicamente dall’artigiano che le crea, non esistono quindi intermediari e/o speculatori, nè even-tuali possibilità di sfruttamento di bambini o persone sottopagate. Perché creare un even-to? Il fine è di uscire dall’anonimato dei pic-coli mercatini che, sicuramente ci danno pa-ne e reddito ma che non risolvono i nostri problemi alla base … accendiamo i riflettori sulla nostra realtà iniziando un percorso che ci rimetterà al centro del dialogo sull’artigianato, esponendoci in vetrine d’interesse storico e culturale, mostrando tutta la nostra voglia e capacità di affermarci

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con orgoglio e dignità nel mondo del lavoro … La scelta di L’Aquila è legata sicuramente alla solidarietà nei confronti di una città di-strutta dal sisma. Attual-mente il centro storico è pre-sidiato da militari, circo-scritto all’interno di una zo-na rossa e completamente disabitato; nei giorni norma-li vi si può accedere dal cor-so centrale, che raggiunge la grande Piazza del Duomo -luogo dell’iniziativa- ma sol-tanto di giorno e a piedi, la

sera poi c’è il coprifuoco. Questa bella città storica messa in ginocchio dal terremoto vive un momento particolare: oramai le macerie sono state sgombrate e tutti gli edi-fici puntellati per la messa in sicurezza, cominciano i restauri dei palazzi più impor-tanti (le banche in primis) ma le case, le botteghe, sono lì, ancora diroccate e abban-donate senza la possibilità di accedervi e la gente -stanca di due anni di attesa- non sa se rientrerà più nelle proprie abitazioni, se ritornerà mai alle proprie radici.

Quello che possiamo Fare noi è quello che sappiamo Fare meglio, cioè parte-cipare con il nostro lavoro e realizzare due belle giornate di Mercato, ma soprattutto di vita, proprio all’interno di quel centro storico militarizzato e abbandonato.

Ridare vita a quelle piazze, a quelle vie, che tanto gli aquilani desiderano rive-dere e rivivere con momenti belli e naturali, dove c’è qualcosa da vedere o qualcuno da incontrare. L’idea è che le Piazze e le vie coinvolte da questo evento accoglieranno

l’esperienza del lavoro creativo, di produttori provenienti da tutta l’Italia e in primis dalle realtà ar-tigiane locali tradizionali e con-temporanee, ritornando quindi a svolgere quella naturale e neces-saria funzione sociale d’incontro e di scambio. L’Evento avrà luogo Sabato 28 e Domenica 29 dalle 8 alle 20,00 con l’esposizione di oltre 80 lavo-razioni Manuali e Creative, attra-verso una mostra-mercato che si distinguerà dal “solito mercatino” avendo come caratteristica prin-cipale le dimostrazioni dal vivo

delle tecniche di lavorazione. Nel corso delle due giornate saranno presenti inol-tre Laboratori Interattivi, Ritendales, Parata della Murga, Istallazione scultorea di M. Pesce, Spettacoli teatrali e performance artistiche, Animazione per bambini, Area ristoro a cura delle realtà gastronomiche locali.

Andrea Ceccherini Per maggiori informazioni: [email protected], 3496065706

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Le orme dell’arte Nei giorni 19 e 20 agosto 2011 si svolgerà a Montecatini Val di Cecina (Pisa) Quo Vadis: sulle orme dell’arte, festa dell’arte di strada, organizzata dall’associazione a.s.d culturale Lotus in collaborazione con la Pro Loco di Montecatini Val di Ceci-na, una festa che accoglie varie forme d’arte il cui palcoscenico o vetrina sarà ca-ratterizzato dalle vie di un magico borgo. In tempi come questi, in un terzo millennio avviato, tutto scorre secondo i ritmi della velocità, della fretta e di un consumo rapido e incolore. Difficilmente oggi acquistiamo prodotti vari sapendo con certezza da dove provengono e il modo in cui sono stati fatti. Certo, possiamo chiedere informazioni o leggere alcune eti-chette ma la consapevolezza immediata di cosa è davvero ciò che abbiamo nelle nostre mani non fa parte del meccanismo sociale dei tempi attuali così accelerati. Si è creata, nel corso del tempo, una distanza tra produttore e acquirente che è en-trata a far parte della nostra quotidianità. Questa stessa distanza, nel corso dell'ultimo secolo, ha contaminato anche il modo di fruire le espressioni artistiche da parte del pubblico, in particolare l'arte di stra-da: i saltimbanchi, i giocolieri, gli acrobati, i narratori, i mimi, i cantastorie, gli illu-sionisti, i danzatori e i musicisti il cui palcoscenico è la strada, la via di un borgo o

un marciapiede e, quindi, il contatto immediato, stretto, senza pareti, stretto e dal vi-vo con lo spettatore. L’intento di Quo Vadis è proprio quello di riavvicina-re tali distanze in modo che si mantenga nel tempo il principio del contatto diret-to, consapevole e senza filtri con quello che vediamo, a-scoltiamo, mangiamo, bevia-mo e indossiamo. I protagonisti della festa saranno artigiani artistici,

giocolieri, acrobati, attori, danzatori, illusionisti, mimi, clown, cantastorie, attori, danzatori, musicisti, ma anche pittori, scultori, fotografi e disegnatori. Inoltre la parte enogastronomica renderà la festa ancora più particolare, ponendo l’attenzi-one su prodotti da agricoltura biologica e locale, secondo il principio del contatto diretto tra produttore e acquirente rivolgendosi, in questo senso, anche ai vegetari-ani, ai vegani e ai celiaci. Lo staff della festa si propone di offrire all’arte lo spazio e la libertà che si merita. Oggi è difficile parlare di libertà. Ma forse questo momento così soffocante e fati-coso è proprio quello giusto per Resistere artisticamente: dobbiamo proporre, cre-

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are e fare più di prima. E’ questo il momento giusto per porre l’arte al centro dell’attenzione: non dobbiamo sottometterci a questa situazione e lasciare che le cose spariscano. Per questo Quo Vadis sostiene la resistenza dell’arte e della cul-tura. Per mandarci le vostre proposte e i vostri progetti consultate il nostro sito: www.sulleormediquovadis.it. Vi aspettiamo il 19 e 20 agosto a Montecatini Val di Cecina! Rimanete sulle nostre orme….

Interventi al convegno di Torino, 21 Maggio 2010

Thomas Lussi, presidente di A.R.M.E.S.M.A. Un caloroso benvenuto a tutti i presenti a questa giornata di discussione proposta dall’Associazione Nazionale “Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada” e che con l’importante contributo dell’Amministrazione siamo riusciti a portare a compimen-to. Da più di una decina di anni le attività della nostra Associazione lavora per accende-re la curiosità su di un mondo di mestieri manuali poco conosciuto. Io ho incontrato l’Associazione Nazionale nel suo pellegrinare per l’Italia con le sue

riunioni tra i rappresentanti delle Associazioni Locali che ne costitui-scono la struttura portante ed i soci che ne rappresentano la linfa vitale. Il lavoro in questi anni è stato fon-damentale nel ragionare su quali requisiti che un Artigiano creativo possiede. Come Associazione Nazionale in questi anni abbiamo dato assistenza a varie situazioni di verbali e seque-stri in giro, abbiamo indagato sulle normative che governano le nostre opportunità di lavoro. Nei prossimi interventi troverete molte indicazioni sul panorama

normativo e fiscale che viviamo e quale etica ci contraddistingue. Sono nate in questi anni Associazioni un po’ ovunque, con l’intento di superare gli ostacoli che le Amministrazioni pongono, la nostra associazione è un insieme di di-verse di queste diverse esperienze, che tenta di dare una voce ad un mondo che non si riconosce nell’impresa, ma in quello che è l’iniziativa creativa fatta in un certo modo.

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Bisogna mettere in luce alcuni aspetti: essendo l’artista/artigiano l’ideatore e l’esecutore del proprio lavoro, oltre a garantire l’originalità ed unicità del proprio prodotto, porta con se quel bagaglio culturale costruito in anni di ricerca nozionisti-ca e pratica manuale, approfondendo la conoscenza tecnica quasi quotidianamente.

Si parla di persone che mantengono tut-te le fasi della costru-zione di un oggetti. Siamo i progettisti e gli ideatori degli og-getti che proponia-mo, incentriamo la nostra ricerca princi-palmente nella tra-sformazione della

materia e nel cambiamento di destinazione d’uso (riciclo) degli oggetti che troviamo ed attraverso costanti studi e sperimentazioni realizziamo i nostri manufatti. In una fase successiva ci trasformiamo in comunicatori della nostra lavorazione per poter portare alle persone i nostri oggetti, divenendo venditori e comunicatori. Perciò abbiamo in noi tutte le fasi della trasformazione. Noi partiamo dalla ricerca, per arrivare alla sperimentazione all’ingegnerizzazione e la realizzazione manuale, con lavorazione sul singolo pezzo, per passare dalla comu-nicazione alla vendita. Comunque manteniamo completo tutto il ciclo di trasforma-zione. Ci sono artigiani che partono dalla coltivazione per arrivare ad un oggetto. Per differenziarci da chi effettua la sola compra vendita di oggetti, abbiamo cercato in questi anni di portare sempre più spesso la nostra lavorazione in piazza, questa sarà obbligatoria nell’affiancare le nostre esposizioni nei prossimi due giorni dando-vi l’opportunità di incontrarle e di sperimentarne alcune, perché è nostro convinci-mento che la trasmissione di queste nostre conoscenze legate al “saper fare” (savoir faire), siano il cardine di un mondo manifatturiero che si sta estinguendo sempre più. Il titolo del nostro incontro “arti a mano e creatività... una proposta per il futuro” è per noi un punto fondamentale, perché noi viviamo costantemente questo apparente anacronismo storico. Mentre tutto si muove verso la globaliz-zazione, difendiamo questi mondi fatti di piccole cose. Trasmettendo ogni giorno la passioni e le curiosità verso una tradizio-ne che ci appartiene. Un punto distintivo delle nostre lavora-zioni è la cura sul pezzo singolo e non sul-la serialità della produzione industriale. Abbiamo una ridotta capacità produttiva dettata del non utilizzare macchinari che sostituiscano il nostro lavoro manuale.

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Questo motivo ci pone all’esterno dei canali di distribuzione tradizionali ma questo non ci pesa, sono le normative che ci relegano troppo spesso all’esterno dei luoghi di interesse turistico, questa difficoltà però ci rende difficile sopravvivere. Il nostro intento attraverso questo dibattito è quello di riuscire ad accendere il lume della curiosità di tanti per portare alla semplificazione di accesso alle piazze di inte-resse turistico perché pensiamo che quello sia il naturale luogo dove ha origine la nostra storia. I mercati tematici con una sola data mensile, sono si una grande opportunità ma non possono garantire la sopravvivenza di un individuo come neppure quello di un nucleo famigliare.

Lo sperimentale “Registro OPI” offre questa opportunità al singolo di esporre i propri oggetti. Ci auspichiamo che non rimanga una sperimentazione ma che si consolidi co-me strumento forte per il domani, sicura-mente è perfezionabile, ma stiamo cer-cando di esportarlo come strumento, fa-cendo presente ad altre città che esiste questa opportunità. La trasmissione del sapere è parte inte-grante del nostro lavorare, perché incon-

triamo costantemente intuizioni, nuove idee ed è su questo che si fonda la ricerca che non si ferma mai. Tradizione ed innovazione convivono benissimo in questo am-bito. Il nostro invito è quello di visitare le nostre esposizioni nei prossimi giorni, perché quelle sono le parole più determinanti e la dimostrazione più alta di quello che sia-mo. Intervento di Andrea Negro Mi chiamo Andrea Negro e sono iscritto all’albo degli Operatori dell’Ingegno di Tori-no, io sono un operaio in cassa integrazione, la fabbrica in cui lavoravo non produce più da due anni, l’ammortizzatore sociale che accompagna la mia vita in questi ulti-mi anni, mi ha consentito di appro-fondire e di sviluppare la mia passio-ne per la manualità, ed è così che ho potuto conoscere più da vicino la re-altà degli Operatori dell’Ingegno e dei produttori di Artigianato Artisti-co. Lontano dalla fabbrica sento comun-que un sentimento di appartenenza al movimento operaio, malgrado oggi la fabbrica sia lontana. Il sistema industriale che ha fatto la

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fortuna in questo territorio, agli inizi dell’ottocento incominciava a prelevare braccia e menti, in nome del progresso, oggi rigetta brandelli di umanità alienata, in nome del profitto. Oggi gli operai in occidente più che dentro le fabbriche sono sulle fabbriche... sui tet-ti... e davanti ai cancelli chiusi... insomma un disastro. Ebbene io penso che rispetto a questa situazione, ci si ritrovi ad un bivio, o arrender-si alla precarietà e alla schiavitù del mercato del lavoro, o recuperare la dignità e la coscienza di sapersi rigenerare costruendo un alternativa a questo stato di cose. Farei quindi un passo indietro nella storia per raccontare cos’era il movimento ope-raio alle sue origini. Dalla sua storia io intravedo la possibilità in questo particolare momento storico, di ricreare le condizioni per uno sviluppo dell’artigianato manuale come vera alternati-va produttiva e culturale in grado di rimpiazzare il vuoto che sta generando con la delocalizzazione di tutto il sistema manifatturiero.

Quando si parla di origini del movimento operaio biso-gna evitare di considerarlo come qualcosa di unitario, monolitico, insomma come un esercito compatto di ope-rai di fabbrica. La composizione sociale del-la classe operaia della prima rivoluzione industriale era largamente fatta di artigiani, lavoratori a domicilio, sal-tuari, di contadini che face-vano anche gli artigiani, ol-tre che di veri e propri ope-rai di fabbrica. Anche le prime organizza-

zioni operaie, nacquero non già per iniziativa degli operai di fabbrica, bensì per ini-ziativa degli artigiani, dei lavoratori a domicilio, che lottarono con la forza della di-sperazione per non diventare anch’essi operai di fabbrica, per difendere la qualità e la dignità del lavoro. Inoltre poiché spesso essi erano legati al villaggio nel quale vivevano, la loro fu an-che una lotta per difendere l’ordine tradizionale con i suoi costumi e la sua cultura contadina contro le forze della città, della fabbrica del progresso, che disgregava le comunità. La comunità oggi è decisamente disgregata, a volte non si conosce neanche il vicino di casa... Detto ciò non credo ad un mondo senza industria, senza fabbriche, ma penso che si possa ripensare ad un sistema produttivo in grado di mettere al centro l’uomo, la sua dignità e la sua professionalità. Questa esperienza che sto vivendo come Operatore dell’Ingegno (e non come hobbi-

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sta, come erroneamente qualcuno ci definisce) mi ha consentito di conoscere perso-ne straordinarie e complete di tutte le caratteristiche che il mondo artigiano incarna nei suoi valori. In queste persone ed in questa Associazione Nazionale, vedo la lotta che i liberi arti-giani fecero già dai primi dell’800, quella storia che oggi ha la sua capacità di resiste-re e che proprio per quello che merita il giusto riconoscimento. Chiedo quindi a chi oggi amministra il nostro futuro, di valutare seriamente le no-stre proposte e di creare le condizioni materiali e culturali per la valorizzazione delle nostre capacità al fine di resituire all’operaio artigiano, manuale e creativo, il giusto valore e il giusto posto per valorizzare il nostro territorio e per poter affrontare il fu-turo con più serenità ed ottimismo. Intervento di Enzo Sottili

Opere del proprio ingegno. Da dove vengono e che cosa sono? Sulla spinta culturale del 1968, in varie città italiane sono comparsi i “tappetari” poi divenuti

“ liberi artigiani”, che rifiutando il lavoro salariato, subordinato e d'impresa, scel-sero come forma di lavoro, le arti ma-nuali creative, producendo in proprio e vendendo informalmente e direttamente in strada, aprendo dei nuovi spazi e mer-cati improvvisati, tra i più importanti, a Roma in P. Navona e a Firenze in Ponte Vecchio, fenomeno poi allargatosi ai mercati esistenti in tutt' Italia . A fianco dei liberi artigiani, comparvero prima Italiani che commerciavano arti-gianato di altri paesi, poi altri piccoli commercianti provenienti da altre Na-zioni, dove l'economia informale è am-piamente diffusa, commercianti abusivi che in breve tempo monopolizzarono gli spazi, suscitando contrasti e proteste specie con il commercio fisso, quindi controlli e repressione con multe e se-questri. Le Amministrazioni Comunali nella ri-cerca di modalità di regolamentazione di

questi fenomeni di autolavoro, la trovarono parzialmente concedendo per la vendi-ta, autorizzazioni individuali con l'ex art 121 del RD 18/6/1931, n.773 “dei mestieri girovaghi e di alcune classi di rivenditori”, autorizzazione usata per lo più per la ven-dita nei mercati già esistenti. Ora non è più applicata, decaduta dicono i Comuni. La concessione dell'autorizzazione del suolo pubblico con le opere del proprio inge-gno per “l'esposizione e vendita” in strada è venuta dalla Amministrazione di Bolo-gna, che ha voluto trovare soluzione per chi non faceva commercio abusivo in strada, ma proponeva dei propri manufatti, spesso creativi che trovavano rispondenza con la popolazione non solo giovanile e che applicò, prima in Italia nel 1984 l'ex art 61 del DM 375/88. La date del DM e l'applicazione del Comune di Bologna non coinci-

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dono in quanto le opere del proprio ingegno, ci sono già da prima: “il 10 comma dell'art 41 del DM 28.4.1976 dispone la non applicabilità della Legge 11.6.1971 n. 426 “disciplina sul commercio” a chi vende o espone per la vendita le proprie opere dell'ingegno di carattere creativo per cui l'esercizio di tale attività non risulta subor-dinato ad alcuna autorizzazione amministrativa.”(delibera 789 del 23.5.88 Comune di Perugia). Ciò ha permesso ad alcune Amministrazioni più sensibili alle problema-tiche giovanili, intese anche come lavoro, di dare una soluzione legislativa e autoriz-zativa al fenomeno della vendita diretta di manufatti e oggetti di fantasia di propria esclusiva produzione, bypassando le Leggi sull'artigianato. Da allora ad oggi, anche grazie al nuovo decreto Bersani art 4, comma 2, lettera h, D.L. 114/98, alla delega alle Regioni di “normare” il commercio e all' Ass. Naz. Arti e Mestieri Manuali Crea-tivi in Strada, “le proprie opere dell'ingegno” hanno fatto il giro dell'Italia, trovando applicazione in modo diverso in ogni Amministrazione: le più autorizzano Associa-

zioni locali per mercati a cadenza mensile; alcune altre danno autorizza-zioni individuali mensili, poi ci sono le autorizzazioni temporanee stagio-nali, le autorizzazioni occasionali....... Oggi ci troviamo qui, a Torino con la Delibera sperimentale del Registro Opi, che continua a cercare soluzione alle stesse problematiche di lavoro e reddito..... e di separazione del commercio abu-sivo dagli Artisti/Artigiani. Salutiamo con favore questa “sperimentazione”. La nascita e l'applicazione del Regi-stro OPI ha fatto così individuare le aree pubbliche, ove avere una conces-sione individuali di suolo pubblico di 30 giorni rinnovabili e i requisiti di accesso per gli Artisti/Artigiani com-provati da foto dei manufatti creati dagli stessi. Una scelta importante è mantenere l'accesso per chi ne ha i requisiti e dove sorgano dubbi e per-plessità tra la documentazione pro-dotta e quanto posto in vendita, atti-

vare controlli effettuati dai vigili urbani: il Registro Comunale OPI è in fondo una “riedizione” del Registro dei mestieri ambulanti dell'art 121 di cui abbiamo parlato all'inizio, per cui è il Comune che attraverso gli organi preposti, può farsi carico de-gli accertamenti sulla veridicità delle autoproduzioni poste in esposizione e vendita. Un ulteriore passo avanti per la categoria è quello dei mercati settimanali: al di là che ci sono anche produzioni che possono essere effettuate, al momento in strada, l'Artista/Artigiano produce nella propria abitazione o in laboratorio, poi.... ha il bi-sogno di esporre per tentare di vendere 2,3 giorni a settimana. Aldilà delle buone pratiche di alcune Amministrazioni, ........è comunque un opera dell'ingegno, vivere del proprio lavoro manuale e creativo, oggi nell'era industriale. Non si capisce e va-luta il valore di cultura e lavoro le arti a mano siano, specie se fatte con creatività e ingegno, sono il futuro dell'arte e dell'artigianato.

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Ma interessa a qualcuno tutelare e sviluppare l'ARTIGIANATO? Cosa sono le OPERE del PROPRIO INGEGNO? Quale è il confine tra l'arte e l'arti-gianato e l'ingegno? ARTIGIANATO è l'unione tra l'arte e l'ingegno, la conoscenza delle materie prime ed il fare, distinguere quanto è l'uno quanto l'altro è impossibile essendone l'insieme. Oggi invece, nel sistema giuridico ed economico essendo in concorrenza e confuso l'artigiano con l'impresa industriale-commerciale per finalità ed oneri, l'artigiano d'arte sta estinguendosi; stiamo perdendo un patrimonio di arti e mestieri, di lavori, di saperi, di cultura nell'indifferenza più totale......nella patria dell'artigianato...... ARTI A MANO. ARTI-GIA'-NATE. LIBERO LAVORO DELL'UOMO DA PRIMA E OLTRE L'IMPRESA. CHE IMPRESA ESSERE IMPRESA SE NON SI E' IMPRESA. ARTIGIANATO MANUALE INDIVIDUALE ARTISTICO E TRADIZIONALE LIBERI LAVORI. LIBERE ARTI. LIBERA L'INGEGNO. LIBERO ARTIGIANATO. LIBERI MERCATI Costituzione art 33: "L' arte e la scienza sono liberi e libero ne è l'insegnamento" art35: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le forme e applicazioni"

art45: "la Legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato" Provvedere:" Far fronte ad una situazione mediante il reperimento dei mezzi ne-cessari od opportuni o l'a-dozione di misure idonee:il padre deve provvedere al mantenimento dei figli Tutela: "Funzione protetti-va o difensiva, salvaguar-

dia.( Dal vocabolario Devoto Oli) - Artigianato artistico e tradizionale un mondo di arti e mestieri manuali e creativi in estinzione. Perché? - Perché pur essendo previsto dalla Costituzione si lascia che gli artigiani artistici e tradizionali scompaiano e con loro la cultura dei materiali e del saper fare? - Chi è l'artigiano oggi? - Le differenze non riconosciute:l'artista-artigiano manuale e d'ingegno è l' impresa artigiana? Proposte per provvedere alla tutela dell'artigianato: lavoro autonomo, liberi mercati, sinergia con il turismo, previdenza. Siamo ancora lontani dalla individuazione e attuazione di quanto stabilito dalla Co-stituzione, per il lavoro, per l'artigianato, per l'arte, e l'ingegno come liberi lavori! Senza l'applicazione reale de "la Legge provvede alla tutela" individuando chi sono i soggetti da tutelare e come tutelarli, non si potrà che continuare verso l'estinzione dell'artigianato, delle arti e mestieri artistici e tradizionali, come si è fatto finora, al di la di enunciazioni di principio, che sono valide...... se accompagnate da Leggi e at-tuazioni ancora non proposti ne visti. Se non interessa, non si conosce. Se non si conosce......... non si può intervenire. La prima Tutela proposta dall'Ass. Naz. Arti e Mestieri Manuali Creativi in Strada è a livello legislativo nazionale, differenziando l'artigiano dall'impresa come da Codice Civile, in quanto il lavoro di artigianato manuale artistico e tradizionale fatto in for-

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ma individuale, non è l'impresa. Nel Codice Civile, art 2083: sono artigiani i "piccoli imprenditori" .."coloro che eser-citano una attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia". Art:2082: Chi ha una attività professionale economi-ca organizzata (con lavoro subordinato) e' "IMPRESA",.... anche quella artigiana. Tra le 2 definizioni la differenza è nella parola “economica” ed è per questa ragione che il Cod. Civ. norma 2 figure, l'imprenditore e il piccolo imprenditore. Sono quin-di 2 le figure, una definita dall'art 2083, rientrante nella categoria del piccolo arti-giano individuale e familiare e sottratta dallo stesso Cod. Civ. alle norme sull'impre-sa anche commerciale, particolare questo molto importante, nonché da altri obbli-ghi istituiti per le imprese. Tutto questo ad oggi non è riconosciuto e applicato, con grave danno per gli artigiani individuali che sono inseriti nella logica e meccanismi d'impresa con la "Legge-quadro" 443/1985, rientranti anche nelle normative del

commercio, appena usciti dal proprio laboratorio, questo porta chi lavora a mano ad e-stinguersi non potendo com-petere certo con la produttività dell'impresa artigiana-industriale e con il libero com-mercio. Tutelare è distinguere prima di tutto chi è da tutelare ed i per-ché della tutela, E' basilare capire che sono gli artisti-artigiani, i destinatari della tutela dell'artigianato, è chi produce con le mani con l'arte e con l'ingegno, con at-trezzi semplici, colui da pro-

teggere e tutelare, come patrimonio culturale vivente, che non ha logiche e obbiettivi d'impresa, cioè produzione massiva e organizzazione del lavoro per il massimo pro-fitto. L'artigianato artistico e tradizionale è fatto a mano, è un libero lavoro autono-mo d'arte; potrà tornare ad essere e diventare una attività economica per il proprio sostentamento se riconosciuti i diritti, protetti e tutelati dalla Legge dell'artigianato nazionale come da Costituzione: sono lavori di nicchia possibili, se messi in sinergia con il turismo specie se culturale e d'arte, perché è al turismo che si rivolgono gran parte dei manufatti d'uso e d'arte realizzati dagli Artisti/Artigiani, mentre purtroppo oggi chi opera con il lavoro manuale e del proprio ingegno raramente riesce a vive-re del proprio lavoro essendone poco chiara la figura ed il diritto. E' compito prima di tutto dello Stato riconoscere il diritto all'arte e all'artigianato come lavoro, rimuo-vere gli ostacoli e promulgare "la Legge provvede alla tutela" per il lavoro manuale di artigianato artistico e tradizionale: è/sarebbe una prima forma di tutela pratica per gli artisti artigiani mettere in atto la differenziazione così da non essere classificati come imprese, applicando tutte le tutele previste dal Codice Civile, semplificazioni burocratiche e fiscali, no alle Leggi sul commercio. Qualcosa in parte ha fatto l'ulti-mo governo Prodi per i contribuenti minimi e marginali, finalmente niente Iva, niente studi di settore, reddito netto comprensivo di detrazione dei contributi Inps., qualcosa si è fatto....per chi lavora da solo... senza operai....ovvero per chi non è Im-presa. Rimane lo scoglio previdenziale: €2.800 fissi per gli artigiani, anche a reddi-

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to 0 (zero) mentre quello come Artista è il 23 per cento sul reddito netto, spese comunque alte per chi produce a mano con l'arte e con l'ingegno. Per chi pro-duce a mano, far reddi-to, ovvero vendere i propri manufatti non è ovvio ne semplice, quindi anche già solo le spese previdenziali mettono in grossa diffi-coltà gli artisti/artigiani.....oggi. Quindi occorre una tutela e a-iuto da parte dello Stato

anche su ciò ....noi proponiamo un’ aliquota previdenziale che comunque non supe-ri il 10 per cento... sul netto dei redditi e una classificazione di lavoratore autonomo per l'individuo artigiano artistico. Dopo aver chiarito con lo Stato che una cosa è l'artigiano (artistico), un'altra è l'im-presa, e che il nostro lavoro non è mai commercio ma esposizione e vendita di ma-nufatti, la tutela degli artigiani manuali passa(dovrebbe passare) alle Regioni e ai Comuni (come preziosa risorsa territoriale culturale e storica). La seconda importante richiesta di tutela che avanziamo, e che dovrebbe essere at-tuata dai Comuni, è di garantire sul territorio la realizzazione di laboratori e l'indivi-duazione di aree da valorizzare e il favorire l'accesso al suolo pubblico anche con la creazione di mercati specifici in piazze e vie dei Centri Storici, nei percorsi turistici, perché è ai turisti che si rivolgono gran parte dei manufatti realizzati dagli Artisti-Artigiani di oggi, così da garantirne la sinergia e avere uno sbocco economico reale, quindi lavoro che possa produrre reddito per il sostentamento proprio e della fa-miglia. Arti a mano per la ricerca, la creazione e lo sviluppo dell'artigianato di oggi nell'era industriale. Queste sono le tutele che l'Associazione Nazionale Arti e Mestieri Ma-nuali Creativi in Strada propone per il riconoscimento del diritto al lavoro e all'arte. Libero Artigianato dall'impresa. Liberi mercati per l'artigianato e l'arte.

Intervento di Erica Agazzani Come Armesma, nel 2007 avevamo pensato di partecipare ad una Conferenza Inter-nazionale sull' Artigianato organizzata a Strasburgo dalla Comunità Europea . Per informarmi ho cercato su Internet maggiori chiarimenti . Il linguaggio col quale si presenta la figura dell' artigiano è IMPRESA.

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Tutto verte su questa parola che è ormai cardine nella terminologia di un certo tipo di produzione che ha invece ben più antiche origini, da noi artigiani manuali creativi perpetuata. Non credo di dover ritenere l'artigiano che realizza a mano il suo prodotto un ana-cronista, una persona fuori dal tempo, eppure è quello che si evince dalla lettura di questa presentazione del Congresso di Strasburgo, che sottolinea quanto sia impor-tante per l'impresa artigiana mettersi al passo con la globalizzazione e quindi tecno-logizzare sempre più i sistemi produttivi per stare al passo con la produzione orien-tale. “ L'artigianato negli stati membri ha bisogno di conformarsi alle direttive europee.

Esse devono modernizzare la loro produzione e i loro macchinari( ! ) e poter ottenere accessi alla finanza. L'artigianato deve far fronte all'in-combente competitività e ha bisogno di incrementare la propria ricorren-do all'innovazione tecnologica, ai corsi di aggiornamento e professio-nali. “ ... “ Sarà un'opportunità per analizzare le carenze di competitività degli artigiani e delle piccole impre-se, di identificare quali input e siste-mi competitivi utilizzare x aiutare il settore e trarne vantaggi dalle offerte del commercio del singolo merca-to.” E continua “ Mentre c'è in Euro-

pa una definizione per le micro, piccole e medie imprese, non c'è ancora una defini-zione europea per le imprese artigiane... Il criterio di definizione stabilisce per le mi-cro imprese dieci dipendenti, per la piccola e media impresa ne indica quaranta o cinquanta. Le imprese artigiane non sono ancora state definite SOPRATTUTTO PER IL LAVORO SOMMERSO CHE LE CARATTERIZZA IN TUTTI I PAESI DELLA CO-MUNITA' EUROPEA.” A questo congresso non abbiamo partecipato: forse non ci avrebbero preso molto in considerazione , ci avrebbero chiesto, come fan tutti, "ma quanti siete?" Quando si parla di ARTIGIANATO MANUALE CREATIVO si alza un gran polvero-ne, sembra che ormai sia una realta' fuori dal tempo. Noi, o almeno la maggior parte di noi, non accendiamo mutui, non investiamo in tecnologie, non cerchiamo la com-petitivita' con la produzione in serie, e rimaniamo nel sommerso proprio perche' è meglio rimanere nel sommerso fin quando non potremo uscire ufficialmente ricono-sciuti con una legge adeguata alle nostre esigenze. Esigenze di considerazione della nostra attitudine a realizzare manufatti con poca spesa di materiale , forse, ma molta manodopera. A questo punto penso che sia arrivato il momento per essere riconosciuti come enti-ta' lavorativa che perpetua stili di vita e di produzione a misura d'uomo. Il contesto sociale ce lo fa intuire. La bramosia di potere economico sta distruggendo tutto ciò che di naturale e vivibile esiste su questa Terra. Forse qua e là qualcuno se ne sta accorgendo.

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Addirittura ho sentito dire da industriali veneti di modificare il sistema di costruzio-ne degli stabilimenti e capannoni per evitare lo choc da impatto ambientale che que-sti procurano. A fatica si cerca di ritessere le maglie di una tela che si sta forando, convincendo l'o-pinione pubblica che un altro mondo è possibile, che l'iperproduzione crea molti scarti e rifiuti e che anche la produzione deve ritrovare un'etica un senso e un com-mercio che sia sostenibile per tutti. Insomma in questo contesto storico che si sta interrogando finalmente, facendo un punto della situazione attuale, noi artigiani creativi manuali dobbiamo a nostra volta prendere consapevolezza della nostra dignità di esistere e del valore dei nostri me-stieri che stanno in realtà scomparendo gradatamente. Dobbiamo rammentare alla politica in generale, l'importanza delle piccole botteghe artigiane e dei piccoli produttori senza bottega che nel loro piccolo contribuiscono a perpetuare tecniche di lavorazione, metodi, tempi e materiali che pochi ormai conti-nuano ad utilizzare e anzi denigrano. Ed oltre alla realtà etica e culturale che va estinguendosi, scompare anche quella for-ma di arte creativa che ha sempre contrassegnato le CIVILTA' proprio perchè CIVIL-TA' più antiche. Infatti non si parla più di civiltà ma di inciviltà , poiché fino a che si incentiveranno solo le grandi opere le GRANDI infrastrutture, le GRANDI imprese, i piccoli valori umani verranno sempre più soffocati in tutto il loro bagaglio di esperienze, capacità, inventiva che han sempre fatto bella la ns. esistenza. Non sono di sicuro i ponti , le autostrade , i capannoni industriali, i palazzoni da 30 piani, a rendere gradevole la nostra esistenza e se ne stanno rendendo conto molte persone, andando alla ricerca ossessiva di posti tranquilli, belli da vedere che rilassi-no gli occhi e la mente dal bailamme di tutti i giorni. Quindi noi artigiani dobbiamo farci sentire, dobbiamo rivendicare quei posti nei centri storici, storicamente adibiti al commercio di prodotti artigianali e agricoli, che sono stati occupati non si sa bene con quali criteri, da rivenditori di merci senza sen-so, oggetti senza etica, realizzati probabilmente da manovalanza sottopagata o schia-vizzata. Noi abbiamo banchi carichi di energia positiva, di cultura del bello, dell'originale, dell'innovativo o anche della tradizione. NOI SIAMO ETICI e abbiamo tutti i diritti per venir considerati col giusto rispetto. Guardate i problemi che sorgono nei centri balneari rispetto all'organizzazione dei mercatini estivi: fino a che si propongono oggetti che non siano in competizione con i commercianti locali non ci sono problemi. Il problema è quando nel” mercatino” si trovano esattamente gli stessi prodotti che si trovano nei negozi. Questa è scorrettez-za o furbizia all'italiana, che compromette il lavoro a tutta una serie di persone che di questa attività di vendita estiva ne fa un motivo di sopravvivenza economica. Morale: il mercatino non si fa più.

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Il nostro lavoro consiste quindi nell'essere consapevoli della nostra originalità e farlo presente ai Comuni ai quali chiediamo ospitalità. Insistere sulla diversità che proponiamo utilizzando materiali visivi, elencando le

attività già svolte, e secondo me proponendo i laboratori interattivi che sono la base della tra-smissione manuale della nostra attività. Purtroppo all'interno dei comuni raramente tro-viamo persone competenti nel distinguere crite-ri di produzione di un oggetto artigianale, anche perché non hanno mai dovuto sottoporsi ad un distinguo di materiali per, ad esempio, sistema-re i banchi in una fiera. Anche nelle fiere noi do-vremmo essere invitati come produttori , so-prattutto se locali, senza doverci sottoporre alle questioni burocratiche che prevedono l'inseri-mento in una graduatoria di spunta tramite do-manda in carta da bollo ecc. Così come per gli apicoltori. Ogni Associazione locale organizza i propri mer-cati ma spesso ci affidiamo ad organizzatori di eventi che in realtà prendono soldi e in cambio non danno niente, né coerenza sui prodotti, né posti decenti, né servizi primari. Siamo abituati a pagare per lavorare sperando sempre di ven-dere. Purtroppo a volte va male, però ormai ab-biamo pagato e chi si è fatto la giornata è solo l'organizzatore!

Concludo dicendo che secondo la mia modesta opinione, la rinascita dell'artigianato artistico, manuale e creativo in Italia può avvenire solo con un'apertura totale e sen-za limitazioni burocratiche. Ci vuole però un serio intervento legislativo che riconosca la figura dell'operatore dell'ingegno e del piccolo artigiano e che ne tuteli la sua sopravvivenza.

21 maggio 2010 Convegno: Arti a mano e creatività …. Una proposta per il futuro. Mi chiamo Cristiana Zanirato, sono artigiana. Creo manufatti in vetro utilizzando una tecnica di formatura conosciuta come Vetrofusione. Il mio Atelier si trova a Torino in borgo Vanchiglia. Faccio parte dell’Associazione torinese di artigiani e creativi “Itinerart”, con la quale partecipo e organizzo mercatini e mostre mercato di artigianato artistico da 10 anni.

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La mia formazione professionale è di natura artistica; dopo l’Accademia di belle Arti a Torino, ho iniziato a sperimentare l’uso di diversi materiali, sia in modo autonomo che frequentando dei corsi sulle lavorazioni della ceramica e del vetro. (Lo Studio delle forme e ricerca sul gusto estetico li ho sviluppati attraverso l’incontro e il confronto con pittori e scultori, che mi hanno ospitata nei rispetti-vi studi.) Mi affascina da sempre l’abilità manuale, in ogni sua espressione. Ho scelto un mestiere che potesse unire creatività e manualità e diventasse un lavoro autonomo. In conseguenza, 10 anni fa il mio laboratorio di speri-mentazione si è trasformato in un atelier di manufatti artistici CUORE di VE-

TRO. Per cui, con non poche difficoltà, tra cui l’identificazione della mia categoria non esistente negli e-lenchi della Camera di Commer-cio, ho aperto la mia ditta indivi-duale. Oneri fiscali e spese di gestione del laboratorio, sono state molto pesanti all’inizio dell’attività, ma l’idea di crearmi un lavoro cucito

su misura per me, mi ha aiutata a superare gli ostacoli. Dopo un po’ di anni è entrata in vigore la legge che mi ha permesso di rien-trare in un regime più consono al reale andamento della mia attività: “regime dei minimi”. Questo mi ha permesso di continuare a mantenere la mia posizione fiscale, minacciata prima, dagli studi di settore creati per delle vere Industrie che per realtà (di piccola bottega) come la mia. Malgrado ciò, la gestione fiscale attuale non si adatta ancora alle mie neces-sità. Vorrei portare l’attenzione non solo sull’inquadramento fiscale, ma sulle motivazioni culturali ed artistiche che mi hanno stimolata ad inventare e so-stenere il mio lavoro. TEMPO DEL FARE, DEL RECUPERO DELLA MANUALITA’ DELL’UOMO, ROTTURA CON L’OMOLOGAZIONE, RICERCA DELL’ORIGINALITA’ E DELL’UNICITA’, RECUPERO DELLA STORIA E DELLA MEMORIA. Questo per me, piccola artigiana è il messaggio che vorrei trasmettere con le mie creazioni. Stare fuori da una logica di mercato economico sempre più prepotente ed ag-gressivo, che tende ad uniformare tutto, anche la creatività

E’ IL MIO OBIETTIVO.

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Bandi, mercatini e Opere dell’Ingegno a Roma

a cura dell’Ass. Prendi l’Arte

L’associazione culturale e artistica Prendi L’Arte è oggi al suo settimo anno di vita. Dalla necessità di poter esporre a Roma i nostri lavori senza i rischi e i traumi dell’abusivismo (molti di noi hanno subito sequestri della merce e multe di 5000 eu-ro), o ricorrere al pagamento di cifre astronomiche per partecipare a iniziative orga-nizzate da altri (sono arrivati a chiederci anche 250 euro per esporre in un solo gior-no di mercato) abbiamo trovato la forza di organizzarci e auto determinarci come categoria..l’unione fa veramente la forza … Dopo anni di lavoro, di esperienza sul campo, di contatti con artigiani, di riunioni associative sulle strade da percorrere, colloqui con gli amministratori dei municipi a cui sembravamo dei marziani e decine di progetti presentati sul tema delle “opere del proprio ingegno”, siamo oggi riusciti finalmente ad essere considerati a pieno titolo ed inseriti nella logica di vita di molti quartieri della nostra città. Molte sono le amministrazioni (Roma ha più di venti municipi) che vogliono e con-templano l’istituzione di mercatini per “Opere dell’Ingegno” arrivando a deliberare dei bandi di concorso per l’organizzazione di mercati specifici per la nostra categori-a. Oggi dopo diverse fasi di collaborazione con le amministrazioni e una migliore orga-nizzazione dei compiti all’interno della nostra associazione abbiamo vinto un bando nel VI Municipio che ci ha aggiudicato due piazze nel territori di pertinenza: In via del Pigneto, zona popolare semi centrale - oggi fiorente luogo di aggregazione giovanile, ricca di locali serali, vinerie, botteghe artigiane e altre iniziative culturali-

realizziamo un bel mercatino la seconda domenica di ogni mese. Espongono 45 artigia-ni tutti rigorosamente con laboratorio di lavorazione dal vivo, inoltre ad ogni edizione inseriamo sempre uno spet-tacolo di artisti di strada o un particolare laboratorio d’artigianato interattivo. Sia-mo alla V edizione. L’altra piazza vinta sempre con lo stesso bando è L.go Agosta. Piazza molto grande, situata in uno dei quartieri più popolati di Roma “Centocelle”, oltre 200 000 abitanti. Non è un luogo sto-

ricamente votato alla realizzazione di mercatini di artigianato artistico, ma lo stiamo sperimentando. Realizziamo anche qui, oltre alle esposizioni con i laboratori, che sottolineo sono veramente il valore aggiunto dei mercatini che ci riguardano perché ci contraddistinguono dagli altri (il mercato è degli artigiani e non dei prodotti arti-gianali), piccoli spettacoli di arte di strada che aiutano ad attrarre l’interesse dei pas-

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santi. Poi pubblicità locandine e comunicati stampa fanno il resto. Altro progetto che ci preme particolarmente e che vogliamo continuare a realizzare è il nostro oramai acquisito mercatino di L.go S. Giovanni De Matha in Trastevere, nel centro storico, luogo di fruizione turistica e meta delle uscite serali del pubblico ro-mano e non, pieno di trattorie e locali. Nel marzo 2007 partecipammo al Bando per organizzare un mercato a Trastevere, dopo una lunga trattativa con il municipio per far inserire la categoria specifica delle “opere del Ingegno" all’interno della delibera. Presentammo il nostro progetto e vin-cemmo. Per due anni ogni secondo fine settimana del mese abbiamo fatto un merca-tino, purtroppo solo per 15 posti, quelli che ci concessero, dando però la possibili-tà a chiunque di potervi partecipare. Nel 2009 scade il bando, l’amministrazione prima di emanarne uno nuovo volle ri-vedere e modificare i termini di partecipazione nell’attesa, sempre su nostra pressio-ne, andammo varie volte in massa al consiglio comunale e ottenemmo la proroga del mercato dal presidente stesso, fino all’uscita del nuovo bando. Sono passati due anni e il bando non è ancora pronto. Abbiamo lavorato continuativamente richiedendo le proroghe tutti i mesi fino allo scorso gennaio, poi a febbraio, per contrasti politici all’interno della maggioranza, sono state bloccate le proroghe provocando in noi l’immediato intervento al consiglio per premere sull'emanazione in tempi brevi della nuova delibera e contemporaneamente per chiedere il rilascio di nuove proroghe fino all’espletamento del bando. Oggi dopo una serie d'interventi in Consiglio municipale, abbiamo il bando bloccato in attesa dell’ultima votazione che speriamo si concluda martedì 2 marzo al prossi-mo consiglio, ma fino a quando non sarà operativo, potremo richiedere nuovamente le proroghe, per realizzare il mercato di Trastevere con i parametri della nuova deli-bera , quindi ben due volte al mese… per adesso ci possiamo accontentare… Quanto impegno e pazienza richiede la necessità di affermare i propri diritti, ma con l’ausilio di molti e la giusta determinazione, pian piano i risultati si posso-no ottenere ...Viva gli artigiani!

Andrea Ceccherini Ass. Prendi l’Arte Roma marzo 2011

MESTIERANDO VA A SCUOLA

L’Italia è conosciuta nel mondo anche per il suo artigianato. Ultimamente pe-rò i mestieri manuali ed artigianali hanno purtroppo visto una grande decadenza in favore di lavori di serie, tutti uguali in tutto il mondo.

Sembra quasi che la creatività, la fantasia di ognuno di noi si siano spente, adattandosi ad un modo di vivere, di vestire, di agire tutti allo stesso modo.

Eppure ogni oggetto realizzato a mano è diverso, anche se di poco, da tutti gli altri: può essere molto bello o avere dei difetti, può piacere ad alcuni e ad altri no, ma resterà sempre un oggetto costruito con amore, con impegno e passione. Anzi, le inevitabili imperfezioni lo rendono un capo unico e pregiato. L’associazione Mestierando, presente da anni nel territorio di Pisa e Provincia, raggruppa da sempre artigiani di antichi e nuovi mestieri manuali, organizzando e-venti che hanno in comune l’importanza della continuità dell’arte, del lavoro e della creatività attraverso la manualità. Uno degli scopi principali dell’Associazione è infatti quello di mantenere in vita la realtà dell’artigianato perché, anche grazie ad essa, possiamo salvaguardare le no-

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stre tradizioni e le radici della nostra cultura. Per questo, oltre ad organizzare manifestazioni, Mestierando, per av-vicinare i ragazzi alla scoperta e alla bellezza della manualità e della crea-tività, propone e realizza anche pro-getti e laboratori nelle scuole, gli ulti-mi tenuti proprio presso le scuole elementari di Calci. Il primo, per gli scolari più pic-coli, ha riguardato l’insegnamento della pittura sui sassi ed è stato con-dotto da Bruna Lupetti. Bruna ha preso per mano i bimbi e li ha con-dotti, attraverso i segreti di questo artigianato artistico, alla realizzazio-ne di una insolita pittura, partendo da quattro principali concetti: l’osservazione, la fantasia, le legge-rezza e la pazienza. I ragazzi hanno recepito in pieno questi concetti e hanno realizzato simpatici oggetti, manifestando al termine del labora-torio il desiderio di ripetere l’esperienza. Il secondo progetto, destinato a scolari più evoluti, ha toccato temi che affondano le radici nel medioevo e nel rinascimento. Sotto la guida di Guido Sargentini, che ha spiegato il

cammino delle varie tecniche che hanno condotto l’umanità dal manoscritto alla stampa a caratteri mobili, gli scolari si sono improvvisati prima amanuensi e poi stampatori allievi di Johann Gutenberg. Al termine dei laboratori le classi erano quindi tappezzate non solo di belle pagine di manoscritto realizzate con pennini a inchiostro, ma anche di xilografie stampate con un torchio manuale dai ragazzi stes-si. Notizie negative sui mercatini ci arrivano dall’Associazione Prendi l’Arte di Roma:

Opere dell’ingegno: sconfitta, successo o immobilità?

Il Consiglio del I Municipio del 2 marzo ha bloccato una delibera che, grazie anche alla campagna stampa degli scorsi giorni, si temeva potesse portare all’invasione di “bancarelle” e “paccottiglia” nel centro di Roma. Si trattava, in realtà, della concessione di spazi per “mostre mercato” riservate a ca-

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tegorie molto diverse, dal biologico all’antiquariato, dal collezionismo alle opere dell’ingegno. Questa ultima categoria è quella che noi rappresentiamo, difendiamo e promuoviamo: ci potremmo semplicemente considerare artigiani, se questo termine non avesse da tempo perso il suo significato originario. Con la nostra passione, crea-tività e manualità realizziamo piccole produzioni di oggetti artistici, pezzi unici e irripetibili , lavorati singolarmente con la cura e l’attenzione che caratterizzano il

tanto decantato “made in Italy”. Non potendo compe-tere con le produzioni indu-striali, l’unica possibilità di commercializzazione dei no-stri prodotti è la vendita di-retta, che effettuiamo nelle mostre mercato da noi stessi organizzate. Malgrado i riconoscimenti ottenuti sul campo e le pac-che sulle spalle dell’amministrazione, nel I Municipio gli spazi a noi ri-servati si sono progressiva-mente ristretti, fino a ridursi ad una mostra mercato al mese, di 15 postazioni in Largo S. Giovanni de Matha, ottenuta vincendo un bando ormai scaduto da due anni. Ora delle associazioni di Cit-tadini e di commercianti del centro storico fanno pressio-ne perché anche questo spa-zio ci venga tolto. Siamo consapevoli che la cri-si economica ha aggravato la situazione delle botteghe ar-tigiane del centro, portando-le a sfratti, fallimenti o a tra-sformarsi in negozi di artico-li d’importazione, spesso re-alizzati da lavoratori sfrutta-ti, ma non vogliamo essere noi il capro espiatorio da sa-

crificare, nella speranza di una sorte migliore. La presenza delle nostre mostre mer-cato nel Centro Storico non costituisce una concorrenza per le botteghe, bensì una testimonianza dell’esistenza in vita dell’artigianato a Roma, in contrapposizione, questo sì, alla paccottiglia che straripa dagli innumerevoli negozi e chioschi di sou-venir che noi per primi troviamo quantomeno degradanti.

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La presenza per 4 giorni in un mese di 15 creatori di opere dell’ingegno che lavorano sul posto e offrono artigianato di qualità non può arrecare danno ne’ alle botteghe ne’ ai residenti; può invece essere occasione di riscoperta di una realtà che sta spa-rendo, un modo per far vivere luoghi tradizionalmente legati all’artigianato, e che, in nostra assenza sono comunque, nella migliore delle ipotesi, scenario della tanto te-muta “movida”. Nel consiglio municipale di oggi questi concetti sono stati accolti da quasi tutti i con-siglieri, indipendentemente dall’orientamento politico. Le sole resistenze raccolte, per quanto riguarda la nostra realtà, sono venute da chi vuole imbalsamare il centro storico per pre-servarlo da un degrado che in realtà alimentano eliminando ogni forma culturale non omologata. Visto l’ampio con-senso circa la ne-cessità di trovare una soluzione alla nostra situazione, anche svincolan-dola da altre real-tà che poco hanno a che fare con noi, sono stati presi impegni perché venga creato un nuovo bando spe-cifico per la nostra realtà. In questi anni abbiamo ascoltato tante promesse; la nostra unica merce di scambio la qualità del nostro lavoro e speriamo che questa volta pos-sa bastare per essere trattati con dignità. Sabato 19 e domenica 20 a Trastevere, in L.go S. Giovanni de Matha si svolgerà la mostra mercato organizzata dall’Associazione Culturale “Prendi l’Arte”. Cogliamo l’occasione di questa mostra mercato per presentarci alla stampa, che nelle scorse settimane, nella cronaca cittadina, ha parlato di noi usando parole evidentemente dettate da altri. Vi chiediamo, se non l’avete mai fatto, di venirci a visitare e vedere da vicino, con i vostri occhi, la nostra realtà. Intanto vi spieghiamo come è nata la nostra associazione. Siamo creatori di opere di ingegno creativo, persone che realiz-zano con le proprie mani e la propria creatività manufatti unici con un certo valore artistico, lontani dalle forme di produzione commerciale. Per questo la nostra unica possibilità di vivere del nostro lavoro è la vendita diretta senza intermediari ( che siano negozi o organizzatori di mercati commerciali). Il percorso intrapreso con le amministrazioni ci ha portato ad assumere un altro ruolo: in forma di associazioni siamo diventati promotori e organizzatori senza profitto di mostre mercato riservate alla nostra categoria. Abbiamo ottenuto piccoli spazi, non sufficienti a soddisfare tutte le richieste, ma con pazienza e tenacia abbiamo continuato a lavorare nella convinzione che il riconoscimento e l'apprezzamento ottenuti dal pubblico potessero risuonare presso le amministrazioni facendo loro riconoscere il valore culturale delle

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nostre attività. Ciò è effettivamente accaduto in altre realtà, sia a livello cittadino che nazionale. Nel Primo Municipio di Roma, dove la presenza di artigiani in strada fa parte della storia e della tradizione dei quartieri, l'unico modesto spazio rimasto per questa realtà è questo mercato in Largo de Matha di quindici posti, per pochi giorni al mese (3 o 4 in tutto). Arriviamo ora alla situazione attuale: il Municipio dovrebbe indire un nuovo bando per l’assegnazione di aree per mostre mercato per la nostra e altre categorie, ma nell’impeto della lotta al degrado ci sono associazioni di Cittadini e di commercianti del centro storico che fanno pressione perché anche questo spazio ci venga tolto. Noi crediamo che la nostra presenza si armonizzi con la realtà del quartiere e lo arricchisca. Non vediamo degrado nelle mani che lavorano, nelle idee che prendono forma, nella gioia di poter fare il lavoro che si ama e portarlo in stra-da... Siamo consapevoli che la crisi economica ha aggravato la situazione delle botte-ghe artigiane del centro, portandole a sfratti, fallimenti o a trasformarsi in negozi di articoli d’importazione, spesso realizzati da lavoratori sfruttati, ma non vogliamo es-sere noi il capro espiatorio da sacrificare, nella speranza di una sorte migliore. La presenza delle nostre mostre mercato nel Centro Storico non costituisce una concor-renza per le botteghe, bensì una testimonianza dell’esistenza in vita dell’artigianato a Roma, in contrapposizione, questo sì, alla paccottiglia che straripa dagli innumere-voli negozi e chioschi di souvenir che noi per primi troviamo quantomeno degradan-

ti. La presenza per 4 giorni in un mese di 15 creatori di opere dell’ingegno che lavora-no sul posto e offrono artigianato di qualità non può arrecare danno ne’ alle botteghe ne’ ai residenti; può invece essere occasione di ri-scoperta di una realtà che sta sparendo, un modo per far vivere luoghi tradizionalmente legati all’artigianato, e che, in nostra assenza sono comunque, nella migliore delle ipotesi,

scenario della tanto temuta “movida”. Detto ciò vi chiediamo di impiegare qualche decina di minuti del vostro fine settimana per venire a vedere da vicino e giudicare obiettivamente: . accetteremo qualsiasi critica, consiglio, o complimento basta che questo non venga dal pregiudizio o dal calcolo politico.

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"La fascinazione dell'oggetto artigianale deriva dal fatto che è passato per le mani di qualcuno che vi ha lasciato un segno col suo lavoro; è la fascinazione di ciò che è stato creato e che per questo è unico, dal momento che il "momento" della creazione è irripetibile". (J. Baudrillard – Il sistema degli oggetti)

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Spazio Libero Arte Manuale La carovana SLAM è un progetto nuovo...così nuovo che non si riesce a dargli un preciso contesto...oppure è un progetto così vecchio che sembra rispolverato dai tempi dei tempi. E' il punto d'incontro tra l'esigenza della società moderna con la parte più primitiva di essa. E' un'esperienza multi sensoriale che attraverso la pazienza e la concentra-zione rende ad ognuno un grado di autostima maggiore. Come vari popoli l'artigiano ormai rappresenta una tribù in estinzione che si sposta per tramandare le tecniche di trasformazione della materia. Il progetto prevede che ciascun artigiano progetti e costruisca una capanna al cui interno si svolgeranno i laboratori dimostrativi e didattici arricchiti dall'esposizione dei propri manufatti. In questo modo l'artigiano vende quello che sà e non solo ciò che fà. Insomma per capire realmente cosa stà arrivando, gli abbiamo incontrati. Cos'è in concreto la carovana slam? E' un'insieme di artigiani il cui obbiettivo è quello di proporsi non solo singolarmen-te ma in maniera collettiva offrendo oltre la costruzione della capanna e la lavorazio-ne sul posto, laboratori didattici aperti a tutti. A chi è rivolto questo progetto e che vantaggi ne trae il committente? E' rivolto agli enti, alle istituzioni ed alle varie associazioni che organizzano festival in spazi aperti. Crea una risorsa per le persone, bambini o adulti che siano, svilup-pando iniziative che stimolino contemporaneamente capacità manuali,ingegno e fantasia. Dopo questa esperienza cosa resta ai fruitori? I fruitori sono due: il committente ed il pubblico. Il committente và a proporre un progetto innovativo nella tutela dell'ambiente e dei valori della tradizione manuale, il pubblico è direttamente partecipe e viene stimolato nell'ingegno e nella fantasia attivando la proprio creatività. Il progetto è aperto a tutti...progettate le vostre ca-panne, la carovana è in viaggio e aspetta il vostro contributo. Per saperne di più scri-vete a [email protected].

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E-

Animanagramma - Thomas Lussi - Via delle Primule, 44 10151 Torino 011 7396131—340 7468647— [email protected]

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