Vite da casa. uno spettacolo di Simona Lisi La distanza tra Oslo e il Congo: La distanza tra Oslo e...
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Transcript of Vite da casa. uno spettacolo di Simona Lisi La distanza tra Oslo e il Congo: La distanza tra Oslo e...
vite da casa
uno
spettacolo
di
Simona Lisi
•
““La distanza tra Oslo e il Congo:La distanza tra Oslo e il Congo:
tanti sono i chilometri che percorre in un tanti sono i chilometri che percorre in un annoanno
una casalinga media nella sua cucina”.una casalinga media nella sua cucina”.
da “Kitchen da “Kitchen stories” di Bent Hamerstories” di Bent Hamer
H o u s e l i f e ! vite da casa
una produzione Castadeassociazione in collaborazione con Dark Camera
realizzato con il contributo dell’ IMAIE
con Valeria Andreozzi e Simona Lisi
computer grafica e montaggio video di Massimo Ciccolini
scene e costumi di Cristiana Agostinelli e Maurizio Moretti
collaborazione alla coreografia Valeria Andreozzi
luci di Gianni Staropoli
Ideazione e regia Simona Lisicon la collaborazione artistica di Jacob Olesen
Due persone all’interno di una cucina iperreale.
Una casalinga dipana le sue azioni che sono delle danze tra le cose.
In un angolo c’è un trespolo su cui un’altra persona osserva e annota meticolosamente ogni spostamento.
Scopo dell’osservazione: segnalare i movimenti che una casalinga fa abitualmente all’interno della sua cucina.
Questo perché la fabbrica di cucine che ha incaricato la ricerca, possa incrementare e migliorare la produzione.
Non c’è relazione, inizialmente, ma solo osservazione.
Simboli di un fare che non chiede, ma esegue e controlla.
Anime umane, la cui unica aspirazione è far bene il proprio lavoro, nel quale, per quanto umile, riversano tutto il loro amore.
Ulla e Vinke si sono incontrate
ognuna occupata nella sua mansione,ognuna pressochè perfetta.
Note di regia_
E’ uno spettacolo sull’amicizia e sul valore della quotidianità, dei piccoli gesti fatti con cura. I gesti di una casalinga sono una sorta di danza tra le cose, una danza concreta a cui abbiamo tolto il concreto cercando di segnarne il ritmo, la necessità interna. I nostri corpi imparano milioni di gesti, le nostre prime coreografie, su cui passano silenziosi sguardi e umori del quotidiano. E’ un lavoro di confine tra teatro-danza, mimo e cinema muto. Per questo non parliamo di coreografia nel senso stretto del termine ma di teatro gestuale, riferendoci più a un genere che riferiamo a quello del cinema muto e a grandi attori–danzatori come Jacques Tati, Charlie Chaplin, Buster Keaton.
Lo spettacolo è liberamente ispirato al film “Kitchen Stories” di Bent Hamer.
Contatti: Simona Lisi mob. +393385643469 e-mail: [email protected]
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