Villa Arconati a Castellazzo di Bollate
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VILLA ARCONATIA
CASTELLAZZO
DI BOLLATE
STAMPE DEL 1743 DI:
MARC’ANTONIO DAL RE
FOTO DEL 2015 DI:
LUCIO ANDREETTO
Teatro di Diana
Corte di ingressoCorte nobile
Grande parterre
Scalinata dei DraghiTeatro Grande delle Quattro Stagioni
Teatro di Pompeo
Parco dei cervi
(bosco di querce e carpini)
Voliera
Cancello estFontana dei Tritoni
Teatro di Andromeda
Teatro d’Ercole
Agrumeto
Limonaia
Labirinto
Piazza d’Ercole
Torre delle acque
Fontana del Delfino
Pianta generale del Palazzo e Giardino - Marc’Antonio dal Re (1743)
Marc’Antonio dal Re (1743) Google Maps (2015)
N
Viale dei leoni
(Quattro leoni in pietra all’inizio del viale)
Portone finto.
Costruito per mantenere la simmetria della facciata.
Facciata monumentale voluta
da Giuseppe Antonio Arconati
(1698-1763) e realizzata
probabilmente da Giovanni
Ruggeri
Salone delle feste con
affreschi dei fratelli
Galliari, pittori e scenografi
Teatro alla Scala di Milano.
Affreschi eseguiti alla metà
del '700 che raccontano il
Mito di Fetonte e l’Allegoria
del Tempo.
Il Carro del Sole
guidato da Apollo,
affresco nel Salone
delle Feste.
Nel mito, Fetonte
chiese al padre Apollo
di fargli guidare il
carro, ma per
inesperienza ne perse
il controllo, bruciò un
tratto del cielo
creando la via Lattea
e devastò la Libia che
divenne deserto. Fu
fermato da un
fulmine di Zeus.
Due monocromi nel salone
biblioteca, realizzati con la
tecnica del finto quadro
appeso, attribuiti al pittore
ottocentesco Francesco
Podesti per i Busca:
una Sacra Famiglia, rovinata
dall’esposizione alla luce,
e un Gesù presentato al
popolo da Pilato, ancora molto
ben conservato.
Il trompe l’oeil dello scalone d’onore,
voluto dal Marchese Antonio Marco
Busca, è attribuito a
Giocondo Albertolli (1742-1839)
I Brusca diventano proprietari della
villa nel 1772
I giochi d’acqua nella Cancellata d’Onore, come gli altri che c’erano nel giardino, furono ispirati
dagli studi di idraulica del Codice Atlantico di Leonardo che era conservato nella villa.
Con gli agrumi
coltivati nella
limonaia, e il
ghiaccio e la neve
stivati nella
ghiacciaia (che
stava dietro la
limonaia) gli
Arconati potevano
offrire delle fresche
granite al limone.
Torre delle Acque (1743)
Nella torre c’erano i meccanismi che regolavano gli scherzi
d’acqua collocati nei vari teatri del giardino e le fontane. Un’opera
di ingegneria idraulica d'avanguardia che probabilmente Galeazzo
Arconati aveva ripreso dagli studi di Leonardo da Vinci.
Il Teatro di Andromeda,
iniziato nella prima metà del
XVII secolo e risistemato nel
1710, racchiude nel suo
pavimento a mosaico uno dei
famosi giochi d'acqua della
villa: il soggetto dello scherzo,
costituito da piccoli zampilli
da terra, fu codificato da
Leonardo da Vinci nel Codice
Atlantico.
I giochi d'acqua erano
destinati alle dame, gli uomini
invece si incontravano per le
loro conversazioni intorno al
Teatro d’Ercole.
Andromeda, figlia di Ammone, è incatenata a una costa
rocciosa per espiare le colpe della vanitosa madre.
Salvata da Perseo (in sella al cavallo alato Pegaso) rapito
dalla fragile bellezza e dall’angoscia della fanciulla che
altrimenti sarebbe stata divorata da un mostro marino.
Perseo ebbe da Andromeda sei figli, compreso Perse,
progenitore dei Persiani, e Gorgone, madre di Tindaro e
Icaro che furono re di Sparta.
Particolare da stampa di Marc’Antonio dal Re
Il Teatro di Diana fu
costruito nel 1624 da
Galeazzo Arconati secondo
l'uso della nobiltà del
tempo che affidava al
“teatro” costruito nel verde
il ruolo di spazio simbolico
di conoscenza e di cultura.
Il teatro fu sede di vere e
proprie rappresentazioni.
Con i sui meccanismi
idraulici, offre ancora una
summa dei diversi giochi
d'acqua presenti nel
Giardino.
La Fontana dei Tritoni è
attribuita a Camillo
Procaccini.
Statua romana di Tiberio
Acquistata a Roma da
Galeazzo Arconati, fu portata al
Castellazzo nel 1627
In passato fu interpretata come
la statua di Pompeo Magno ai
cui piedi morì, trafitto dalle
pugnalate dei congiurati, Gaio
Giulio Cesare nel 44 a.C.
Gli Arconati investirono molto sul Castellazzo, che divenne una delle più
prestigiose e rinomate "ville di delizie" del milanese.
Il disegno attuale della villa è del conte Giuseppe Antonio Arconati
che iniziò i lavori nel 1742. Aggiunse alla villa l'ala sud-ovest e modellò
la facciata ovest e la nuova facciata sud in stile tardo-barocco lombardo.
I giardini furono rimodellati dal precedente stile italiano allo stile
francese, costruendo un parterre davanti alla nuova facciata sud.
Nel 1772 la villa passò alla famiglia Busca e nel novecento ai Crivelli.
Nel 1990 il complesso fu acquistato da una società immobiliare.
Villa Arconati si sviluppa intorno a un nucleo precedente a partire dal XVII secolo e raggiunge il suo massimo splendore nel XVIII.
Principale artefice della villa fu il conte Galeazzo Arconati, celebre collezionista, proprietario del Codice Atlantico di Leonardo e
della statua romana di Tiberio.
Attualmente è sede della Fondazione Augusto Rancilio, impegnata, oltre che nella promozione di attività culturali e didattiche, in un
importante progetto di restauro e riconversione culturale.
Villa Arconati, in località Castellazzo di Bollate, è raggiungibile seguendo una breve deviazione
dalla ciclabile del canale Villoresi. Lungo la ciclabile si incontrano altre importanti ville, come Villa
Litta a Lainate e la Bagatti-Valsecchi a Varedo, per non parlare della Villa Reale di Monza non
lontana dalla ciclabile del Villoresi.
La ciclabile é documentata in www.sempreinbici.com/villoresi
Editing e foto di Lucio Andreetto