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UMANESIMO E RINASCIMENTO

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UMANESIMO E RINASCIMENTO

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Medioevo e Umanesimo a confronto

la visione del mondo

LA VISIONE DEL MONDO MEDIEVALE:

1) Il principio di auctoritas.

2) L’interpretazione allegorica della realtà (mentalità analogica).

3) Teocentrismo.

PRINCIPIO DI AUCTORITAS

Convivio I, 1.

Sì come dice lo Filosofo nel principio della Prima Filosofia, tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere. La ragione di che puote essere [ed] è che ciascuna cosa, da providenza di prima natura impinta, è inclinabile alla sua propia perfezione; onde, acciò che la scienza è ultima perfezione della nostra anima, nella quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti.

Medioevo: la scienza e il ragionamento come dimostrazione delle tesi aristoteliche.

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L’INTERPRETAZIONE ALLEGORICA DELLA REALTÀ (MENTALITÀ

ANALOGICA).

INTERPRETAZIONE DELLA NATURA

BESTIARO MEDIOEVALE

Un bestiario, o bestiarum, è un testo che descrive gli animali. Nel medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali (reali ed immaginari) accompagnate da spiegazioni moralizzanti e riferimenti tratti dalla Bibbia

Nei bestiari medioevali si dice che il leone: quando partorisce, si dice che il cucciolo nasce morto; dopo tre giorni e tre notti viene svegliato, scosso dal ruggito e dal brontolio del padre che sopraggiunge; così Cristo, morto da tre giorni, fu risuscitato da Dio padre.

INTERPRETAZIONE DEL MONDO CLASSICO

il poeta romano Virgilio (70 a.C – 19 a.C.) era considerato nel Medioevo un profeta che aveva previsto la nascita di Gesù, perché in una sua opera, Le Bucoliche, aveva parlato di un bambino che sarebbe nato presto e avrebbe salvato il mondo. Ma il bambino era solo il figlio della persona a cui Virgilio aveva dedicato l’opera.

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TEOCENTRISMO

Papa Innocenzo III, L’uomo è «abominevole e inutile» È un brano tratto dal De contemptu mundi, sive de miseria conditionis humanae (“Sul disprezzo del mondo, ovvero sulla miseria della condizione umana”) scritto nei primi anni del Duecento da Lotario di Segni, un importante cardinale che sarebbe diventati papa Innocenzo III.

Non c’è nessuno che possa vantare la purezza del suo cuore, poiché «tutti pecchiamo in molte cose»1 . [...] Ecco, «tra i santi nessuno è tale da non poter cambiare, i cieli non sono puri al Suo2 cospetto; perfino nei Suoi angeli ha trovato malvagità». Quanto più abominevole e inutile è l’uomo, che beve l’iniquità come fosse acqua? Non per nulla «Dio si pentì di aver creato l’uomo in terra, tanta era la malvagità degli uomini sulla terra, e tutti i pensieri dell’uomo volti in ogni momento al male: allora, preso da dolore nel profondo del cuore, distrusse l’uomo che aveva creato»3 . Certo «l’iniquità ha passato il segno, e si è raffreddata la carità di molti». «Tutti hanno tralignato, sono diventati inutili, non c’è chi faccia il bene, non ce n’è nemmeno uno». Quasi tutta la vita dei mortali è piena di peccati mortali, tanto che è difficile trovare uno che non inclini alla sinistra4 , che non si converta in vomito, che non imputridisca nello sterco. Preferiscono «gloriarsi delle malefatte ed esultare nelle azioni peggiori», «ripieni di ogni iniquità, malizia, fornicazione, avarizia, depravazione, pieni di invidia, omicidi, contese, inganni, malignità, maldicenti, calunniatori, odiosi a Dio, insolenti, superbi, gonfi, inventori di nuovi mali, disubbidienti ai genitori, sconsiderati, sfrontati, senza affetti, senza lealtà né misericordia». Di tali persone e di peggiori è pieno questo mondo [...]. Certo, «come si dissolve il fumo si dissolveranno, e come si scioglie la cera di fronte al fuoco, così i peccatori periranno al cospetto di Dio».

Tutto ruota intorno a Dio e l’uomo è fragile e peccatore

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UMANESIMO E RINASCIMENTO

Open mind for a different view ...(Nothing else matters- Metallica)

Con l’Umanesimo matura una nuova visione del mondo, che pone al centro della realtà non Dio, bensì la razionalità dell’uomo. L’importanza attribuita alla ragione crescerà nei secoli successivi al Rinascimento, fino a trovare il suo apice nella cultura illuministica del XVIII sec. Con l’Umanesimo si apre, quindi, una nuova fase della storia del pensiero occidentale.

L’evento fondamentale che ha prodotto un tale mutamento di prospettiva è il seguente:

1453I Turchi conquistano Costantinopoli: fine dell’impero romano d’Oriente

La caduta di Costantinopoli causò la fuga di una serie di studiosi bizantini che portarono con sé numerosi codici greci con opere mai pervenute in Europa o conosciute solo attraverso traduzioni latine o arabe.

Molti di questi intellettuali si rifugiarono in Italia. Soprattutto Roma, Firenze, Milano, Bologna e Venezia, ospitarono esuli greci, per lo più appartenenti all’aristocrazia; e il fatto che essi si guadagnassero da vivere non solo insegnando la lingua greca, ma anche tenendo corsi universitari del più alto livello, testimonia quale fosse la qualità intellettuale della classe dirigente bizantina. Importante il ruolo di Firenze: qui Giovanni Argiropulo tiene i suoi corsi su Platone, che affascinano la classe colta della città. Egli fu tra i primi promotori della riscoperta degli antichi nel mondo occidentale. Divenne insegnante della lingua e cultura greca in Italia, ed ebbe tra i suoi migliori allievi Angelo Poliziano.(appartenente alla cerchia di Lorenzo de medici)

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Il grande apporto della filosofia greca alla civiltà si può condensare nel concetto di logos, che segnala l’omogeneità tra la razionalità implicita nella realtà, nelle cose, nella natura e la razionalità propria della mente, dell’intelletto dell’uomo: tra l’oggetto e il soggetto, tra la natura e la mente umana ci sono elementi in comune.

CONCETTO CHIAVE

La razionalità presente nella natura si rispecchia nella razionalità dell’uomo; di conseguenza l’uomo può conoscere la natura e, con la tecnica, può dominarla.

Questo è il grande patrimonio che la Grecia ci ha lasciato e senza il quale la civiltà europea occidentale e la civiltà mondiale stessa non sarebbero quali sono.

I Greci ci hanno insegnato che la mente è perfettamente in grado di capire la realtà, che è logica, razionale. I Greci quindi ci hanno dato il contributo della teoria. Per i più grandi filosofi greci l’ideale supremo era un ideale di carattere conoscitivo.

Il motto di Socrate era: “Conosci te stesso”. Per Platone l’ideale cui l’uomo deve tendere è la contemplazione delle idee. In Aristotele non soltanto l’uomo deve aspirare al conoscere come supremo ideale,

ma Dio stesso è pensiero di pensiero.

Questa eredità del mondo greco è stata assorbita dagli umanisti e ha prodotto: una rivalutazione della figura dell’uomo e della sua centralità nel mondo = Antropocentrismo (l’uomo al centro del mondo)

Nel medioevo, invece, tutto era segno di Dio: teocentrismo.

LA NUOVA VISIONE ANTROPOCENTRICA HA RIFLESSI E CONSEGUENZE IN TUTTI GLI AMBITI DELLA VITA DELL’UOMO

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1) DAL TEOCENTRISMO ALL’ANTROPOCENTRISMO NELLA LETTURA DEI CLASSICI

CAMBIA l’atteggiamento con cui gli intellettuali leggono i classici latini e greci.

Li leggono per porsi come interlocutori dei grandi del passato. I testi dei classici non vengono più deformati dall’interpretazione allegorica ma studiati per la lingua e per i valori UMANI (terreni) non religiosi che gli autori classici avevano esaltato.

Una volta liberati dall’interpretazione in chiave religiosa i classici latini e greci potranno restituire il loro originario messaggio e trasformeranno radicalmente la visione del mondo.

Soprattutto grazie alla filologia (vedi Petrarca preumanista) i testi classici venivano riletti, studiati e confrontati, dato che spesso c’erano più versioni dello stesso testo. In questo modo si si cercava di ricostruire (recuperare) il testo originario.

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DAL TEOCENTRISMO MEDIOEVALE

ALL’ANTROPOCENTRISMO UMANISTICO RINASCIMENTALE

MEDIEOVO RINASCIMENTO

VISIONE TEOCENTRICA: al centro dell’universo c’è Dio.

Al centro di questo quadro c’è un’immagine sacra. Dio è il centro della vita del’uomoSimone Martini 1315

VISIONE ANTROPOCENTRICA: al centro dell’universo c’è L’UOMO

Uomo vitruviano di Leonardo 1490

Visione dell’arte

L’arte deve rappresentare soggetti

Visione dell’arte

L’arte deve esaltare la bellezza, deve deve essere gradevole.

Venere di Botticelli 1400.

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sacri

VISIONE DEL CORPONel medioevo il corpo era fonte di peccato. Contava solo l’anima.

Dante: donna angelo, non descritta fisicamente, Beatrice era solo “gentile, onesta, umile”. Solo virtù, solo la bellezza interiore.

Beatrice

Visione del corpo

Il corpo umano era considerato bello, era molto apprezzato, era anche studiato dagli artisti, il corpo era esso stesso un’opera d’arte . Bellezza esteriore.

Natura

La natura è opera di Dio. La natura è osservata in base a quello che dice la Bibbia (esempi: il leone partorisce cuccioli morti che il terzo giorno risuscitano come Gesù - nella Bibbia c’è scritto “fermati o sole!” quindi è il sole che gira intorno alla terra)

Natura

I filosofi greci dicevano che la ragione è la cosa più importante per l’uomo. Quindi nel Rinascimento gli uomini credevano che con la ragione si possa studiare la natura. Fare ricerche scientificheLeonardo Da VinciGalilei.Questi intellettuali con la ragione hanno fatto nuove scoperte.

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Visione della scienza

Ipse dixit

Visione della scienza

Studio razionale dei fenomeni

Rapporto con il mondo classico (con la cultura greca e romana)

Interpretazione allegorica dei testi: qualsiasi testo (anche del mondo latino e greco) contiene una verità religiosa

La Chiesa dominava completamente la cultura e interpretava in chiave religiosa tutta la cultura greca e romana.Es:

1) il poeta romano Virgilio (70 a.C – 19 a.C.) era considerato nel Medioevo un profeta che aveva previsto la nascita di Gesù, perché in una sua opera, Le Bucoliche, aveva parlato di un bambino che sarebbe nato presto e avrebbe salvato il mondo. Ma il bambino era solo il figlio della persona a cui Virgilio aveva dedicato l’opera.

2) Nel medioevo si credeva che Il filosofo Seneca si fosse convertito al cristianesimo e che la sua filosofia anticipasse quella dei santi cristiani

Rapporto con il mondo classico (con la cultura greca e romana)

Secondo gli uomini del Rinascimento, i testi del mondo greco e romano non devono essere letti in chiave religiosa (allegorica) ma:

1) secondo la ragione, cioè studiati dal punto di vista linguistico e stilistico (filologia: correggendo gli errori di trascrizione presenti nei manoscritti)

2) Considerando il messaggio umano contenuto nei testi greci e romani. Cioè studiando gli insegnamenti sull’uomo e sulla vita che gli scrittori del passato potevano offrire

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Fonti

Le uniche fonti per il medioevo erano:La BibbiaI testi dei padri della ChiesaAristotele interpretato da S. Tommaso

Questi testi erano considerati espressione di una verità che non poteva essere contraddetta (ipse dixit)

Fonti

Gli artisti, i filosofi e gli scrittori del mondo classico (greco e latino)

Questi autori potevano essere studiati e imitati. Dallo studio e dall’imitazione di questi autori potevano nascere nuove opere: Classicismo

Es: Filippo Brunelleschi riuscì a costruire la cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze imitando il Pantheon di Roma.

1471 126 d. C

Orazio: carpe diem (cogli l’attimo)

Molte opere letterarie si ispirano a questi versi di Orazio (65 a.C. – 8 a.C.)

Visione dell’uomo

Fragilità dell’uomoL’uomo è un essere fragile, un peccatore che tornerà ad essere polvere dopo la morte. L’uomo

Visione dell’uomo

Dignità dell’uomoL’uomo è un essere dotato di ragione che può comprendere con la sua mente i segreti della natura ed è “Faber fortunae

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deve accettare il disegno divino. suae”. Cioè è artefice del proprio destino.

Centri di produzione- Le corti dei castelli- Il comune- Il monastero

Centri di produzione- Le stamperie- Le accademie filosofiche- Le botteghe degli artigiani

- Le signorie ( I medici a Firenze, Gli Estensi a Ferrara) diventano corti cittadine in cui vengono accolti gli artisti.

I Medici e gli estensi (come anche altri signori) diventano mecenati degli artisti: cioè proteggono e finanziano gli artisti e le loro opereEs: I medici: Leonardo, Botticelli, Raffaello, Michelangelo

Visione della vita: teocentrismo

L’unica vera vita è solo quella dopo la morte. Tutto ciò che ha a che fare con la vita sulla terra è fonte di peccato.

Visione della vita: antropocentrismo

L’uomo è al centro della vita. Sono importanti i piaceri dell’uomo: l’arte, la bellezza, l’amore, il cibo, gli svaghi, la gioia di vivere, la vita di corte ecc.Edonismo: Orazio carpe diem

Anticipatori del rinascimento

Petrarca e Boccaccio: cercavano e studiavano i testi greci e romani senza interpretarli in chiave religiosa.

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APPROFONDIMENTI

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Contesto storico

L’umanesimo è un momento ideologico e culturale

(un movimento intellettuale-una fase nella storia del pensiero occidentale)

Tra Trecento e Quattrocento

Mentre in Francia, Inghilterra e Spagna si consolidavano gli stati nazionali, in Italia riuscirono ad affermarsi solo Stati Regionali. Al termine del processo che fra Trecento e Quattrocento portò alla crisi dei comuni e all’affermarsi delle Signorie, i più importanti Stati italiani erano il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, la repubblica di Firenze, il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa.

Situazione politico –culturale in Italia: frammentazione politica e culturale.

Date e avvenimenti fondamentali

Umanesimo

1420: Brunelleschi inizia la costruzione della cupola di Santa Maria del fiore a Firenze

1453: I Turchi conquistano Costantinopoli: fine dell’impero romano d’Oriente. Dal 1469 al 1492 Lorenzo de’ Medici signore di Firenze. 1492: morte di Lorenzo de’ Medici e scoperta dell’America.

Rinascimento

-1517: Martin Lutero affigge le 95 tesi sulla porta della Chiesa di Wittenberg.

-1527: Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi di Carlo V.

-1545-1563: Concilio di Trento

Periodizzazione: Umanesimo e Rinascimento

-Umanesimo civile: dalla fine del Trecento al 1469

-Umanesimo cortigiano: dal 1469 al 1492

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-Rinascimento maturo: dal 1492 al 1527 (sacco di Roma)

UMANESIMO

Eredità del mondo classico: La razionalità presente nella natura si rispecchia nella razionalità dell’uomo; di conseguenza l’uomo può conoscere la natura e, con la tecnica, può dominarla.

L’uomo è grande soprattutto per le sue realizzazioni, l’uomo costruisce continuamente nuove realtà, è una sorta di secondo creatore È libero artefice. (macchine di Leonardo)

ESEMPIO: Pico della Mirandola (la dignità dell’uomo)

«Già il Sommo Padre, Dio creatore, aveva foggiato secondo le leggi di un’arcana sapienza questa dimora del mondo quale ci appare, tempio augustissimo della divinità. Aveva abbellito con le intelligenze la zona iperurania, aveva ravvivato di anime eterne gli eterei globi, aveva popolato di una turba di animali d’ogni specie le parti vili e turpi del mondo inferiore. Senonché, recato il lavoro a compimento, l’artefice desiderava che ci fosse qualcuno capace di afferrare la ragione di un’opera sì grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la vastità. Perciò, compiuto ormai il tutto, come attestano Mosè e Timeo, pensò da ultimo a produrre l’uomo. Perciò accolse l’uomo come opera di natura indefinita e postolo nel cuore del mondo così gli parlò: ‘Tu invece, da nessun angusto limite costretto, determinerai da te la tua natura secondo la tua libera volontà, nel cui potere ti ho posto. Ti ho messo al centro del mondo perché di lì più agevolmente tu possa vedere, guardandoti intorno, tutto quello che nel mondo esiste. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché tu, come se di te stesso fossi il libero e sovrano creatore, ti plasmi13 da te secondo la forma che preferisci.’

Pico della Mirandola (la dignità dell’uomo, 1485)

L’uomo non ha un posto preciso attribuito da Dio ma è faber fortunae suae nel senso piú alto del termine. L’uomo è faber fortunae suae, cioè artefice del proprio destino, ma non solo nel senso che ognuno, come diceva Leon Battista Alberti, può crearsi il proprio destino e può vincere la fortuna, bensí nel senso che l’uomo si crea da sé la propria collocazione nel creato, addirittura Dio gli dà il mandato in bianco di scegliersi quale posto del creato vuole occupare.

MEDIOEVO

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L’intera natura appare come un libro scritto da Dio, che manifesta attraverso i fenomeni e le creature sensibili i segni della sua volontà.

Ugo di san Vittore (teologo del XII sec.): tutto questo mondo sensibile è infatti come un libro scritto dalle mani di Dio e le singole creature sono come figure, non inventate dall’arbitrio dell’uomo ma istituite dalla volontà di Dio. Il sapiente da ciò che vede all’esterno scorge il profondo pensiero della sapienza divina.

La svalutazione della natura umana: Lotario Diacono (XII-XIII sec.) (la miseria della condizione umana o disprezzo del mondo, vedi pag. 37)

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LA NUOVA VISIONE DEL MONDO E IL RIFLESSO NELL’ARTE E NELLA LETTERATURA

Solo partendo da questo NUOVO RAPPORTO CON I CLASSICI e da questa RIVALUTAZIONE DELL’UOMO possiamo comprendere la nuova visione del mondo e dell’arte del 1400 e del 1500.

Dalla ritrovata dignità dell’uomo e dall’antropocentrismo discendono queste conseguenze nell’arte e nella letteratura:

RIVALUTAZIONE:

1) Del corpo umano e degli aspetti terreni della vita (non solo di quelli spirituali)

Nella prospettiva antropocentrica che assegna all’uomo un primato nel mondo, il corpo non è più sottoposto al severo giudizio della Chiesa, che lo vedeva peccaminoso in sé, giudicandolo un’insidia per la salvezza dell’anima. Materia e spirito, ora sono colti nella loro interdipendenza naturale ed armonica.

Esempio: la Venere di Botticelli

Nel quadro di Botticelli la carnalità esibita di Venere oltrepassa i confini della realtà fisica e si risolve in una dimensione ideale di grazia e perfezione assoluta. Si ripropone così esattamente la concezione classica della bellezza, vista come equilibrio e proporzione non solo delle caratteristiche fisiche ma fra queste e le virtù dello spirito.

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2) Della bellezza estetica

La bellezza della donna –dea rappresenta i principi della filosofia neoplatonica, la purezza dell’anima, e l’amore, non più in contrasto con la salvezza dell’anima, rappresenta anzi il principio vitale del mondo, la forza motrice della natura. (Eros accomuna tutto l0universo e agisce come impulso spirituale e strumento di elevazione morale)

La bellezza estetica non solo non è colpevole espressione demoniaca ma strumento di elevazione umana e la passione terrena è sottoposta a un processo di nobilitazione.

3) Della Natura e della vita terrena che diventano realtà positive, campi di esplorazione e studio che gli artisti si sforzano di capire, ricostruire e dominare. Tutto ciò che è materiale e deperibile non è più, cioè, segno di corruzione morale; la consapevolezza della sua transitorietà si trasforma semmai nell’invito a goderne – come hanno fatto i classici –con equilibrio e misura prima che sia troppo tardi.

La delicatezza di rappresentazione della venere e del paesaggio, l’assenza di evidente realismo e la consistenza eterea del quadro stanno appunto ad esprimere la necessità che questa nuova etica del piacere sensibile venga ribadita con forza ma anche sottoposta ad un esercizio di controllo razionale ed elevazione morale.

4) Della mitologia classica

La Venere dea pagana: simbolo di rinascita, purezza, semplicità. (nella Divina Commedia i personaggi del mondo pagano sono trasformati in demoni)

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-dignità del corpo umano

- dignità della bellezza estetica

- dignità della natura

- dignità della vita terrena

- dignità del piacere

Dalla ritrovata dignità dell’uomo :

Nuovo ruolo dell’artista, non solo artigiano ma intellettuale per eccellenza grazie alle sue capacità di ridar corpo e visibilità all’armonia del creato. Imparare, sapere, scoprire inventare divenatno, in sintesi, l’imperativo diu unn uomo per cui la conoscenza coincide con la ricerca e la sperimetntazione.

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Il pensiero razionalistico greco ha favorito:

L’INVENZIONE DELLA PROSPETTIVA

Grazie alla capacità di dominio razionale, e partendo dalla propria percezione sensoriale, l’artista rinascimentale si riappropria definitivamente dello spazio che lo circonda. È consapevole di poterlo misurare e riprodurre secondo regole matematiche e geometriche.

L’INVENZIONE DELLA PROSPETTIVA non è solo una conquista tecnico-formale, ma rappresenta il nuovo modo di vedere la realtà.

Valori del cosiddetto Umanesimo civile ereditati dal mondo classico:

Vita attiva: L’umanista fa per gli altri non per sé.

- In letteratura fiorisce la trattatistica (Leon battista Alberti, Machiavelli, Giovanni della Casa..)

- L’artista non solo studia il mondo classico ma opera una interpretazione e una rielaborazione creativa ( IMITAZIONE –EMULAZIONE)

Filippo Brunelleschi riuscì a costruire la cupola di Santa Maria del Fiore imitando il Pantheon di Roma.

Socialitas: La politica è intesa in senso platonico, è la ricerca del bene comune a tutta l’umanità, a tutti gli uomini.

Libertas: libertas di Atene, di Roma repubblicana. Tiranno peggior nemico comunità.

Dignità dell’uomo.

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L’adesione spirituale al mondo classico si tradusse anche in una ripresa (sia in letteratura che nell’arte) dei canoni o criteri estetici dell’antichità:

- compostezza, senso della misura, proporzione e armonia delle parti- eleganza e raffinatezza formale- rifiuto degli eccessi e scelta di una vita mediana: la virtù sta nel mezzo- l’equilibrio delle forme viene ad esprimere, all’esterno, ciò che sta all’interno, ovvero

la serenità dell’animo, intesa come sorridente distacco dalle passioni (spetterà al romanticismo incarnare virtù ben diverse (tensione verso l’infinito, forza dell’istinto, entusiasmo, passione ecc.)

PAROLE CHIAVE