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Per un Natale… Magnificat! Avvento in famiglia Cari fedeli della diocesi di Como, un cordiale saluto e un augurio di bene nel Signore che vive in mezzo a noi! Entro ancora una volta nelle vostre case, bussando con fiducia per chiedere permesso, attraverso questo agile sussidio. È il frutto del lavoro di un gruppo di persone che, secondo diverse competenze, vorrebbero aiutarci a preparare bene le feste del prossimo Natale del Signore. Non voglio fare subito “la predica” per rimproverare chi si lascia prendere dall’affanno dei regali o dalle luci della pubblicità, state tranquilli! Né tanto meno limitarmi a superficiali esortazioni per “essere più bravi” almeno in questi giorni. Il Natale di Gesù è una cosa seria, troppo bella e profonda per rischiare di banalizzare o ridurre tutto a pochi eventi esteriori. Ecco il senso di queste pagine, pensate per le famiglie, per voi genitori coi vostri figli, ma anche per chi vive da solo o in situazioni difficili. Qualche breve momento di riflessione, una preghiera fatta insieme, un piccolo gesto di attenzione reciproca: atteggiamenti che dovrebbero essere normali, quotidiani, gioiosi. Ma non sempre è così, chissà perché… Permettete che il Signore, venuto per portarci la gioia, possa davvero rischiarare questi giorni, benedire il nostro cammino, a volte faticoso, sostenere ogni proposito di verità e di bene. Possiate sperimentare che in Gesù, nato a Betlemme, Dio ha mostrato il volto della sua misericordia, così che tutti possiamo essere a nostra volta “testimoni e annunciatori” di questo mistero d’amore.

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Per un Natale… Magnificat! Avvento in famigliaCari fedeli della diocesi di Como, un cordiale saluto e un augurio di bene nel Signore che vive in mezzo a noi!

Entro ancora una volta nelle vostre case, bussando con fiducia per chiedere permesso, attraverso questo agile sussidio. È il frutto del lavoro di un gruppo di persone che, secondo diverse competenze, vorrebbero aiutarci a preparare bene le feste del prossimo Natale del Signore.

Non voglio fare subito “la predica” per rimproverare chi si lascia prendere dall’affanno dei regali o dalle luci della pubblicità, state tranquilli! Né tanto meno limitarmi a superficiali esortazioni per “essere più bravi” almeno in questi giorni. Il Natale di Gesù è una cosa seria, troppo bella e profonda per rischiare di banalizzare o ridurre tutto a pochi eventi esteriori.

Ecco il senso di queste pagine, pensate per le famiglie, per voi genitori coi vostri figli, ma anche per chi vive da solo o in situazioni difficili. Qualche breve momento di riflessione, una preghiera fatta insieme, un piccolo gesto di attenzione reciproca: atteggiamenti che dovrebbero essere normali, quotidiani, gioiosi. Ma non sempre è così, chissà perché…

Permettete che il Signore, venuto per portarci la gioia, possa davvero rischiarare questi giorni, benedire il nostro cammino, a volte faticoso, sostenere ogni proposito di verità e di bene. Possiate sperimentare che in Gesù, nato a Betlemme, Dio ha mostrato il volto della sua misericordia, così che tutti possiamo essere a nostra volta “testimoni e annunciatori” di questo mistero d’amore.

È il mio sincero augurio di pastore di questa santa Chiesa e, insieme, di cristiano che cammina con voi.

Con la mia benedizione, unito nel Signore

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IntroduzioneIl Tempo di Avvento e di Natale hanno un loro preciso significato da riscoprire nella propria verità, senza stravolgimenti che riducano questo tempo così prezioso a contenitore di altro. Per aiutare le comunità a vivere questi tempi in modo salutare diventa allora prezioso il tentare di definire alcune linee portanti. Innanzitutto i testi liturgici ci aiutano a definire due periodi abbastanza precisi: dalla prima domenica di Avvento fino al 16 dicembre è posto in maggior evidenza l’aspetto escatologico orientando verso l’attesa della venuta gloriosa di Cristo. Dal 17 al 24 dicembre, invece, i testi ci richiamano alla venuta storica di Gesù e quindi alla preparazione per questo incontro, con particolare attenzione al modello di attesa che è Maria. L’Avvento ricorda la dimensione storico-sacramentale della salvezza: il Dio della storia si è pienamente manifestato per la salvezza dell’uomo in Gesù di Nazaret, nel quale si rivela il volto del Padre (Gv 14,9). La dimensione storica della rivelazione ricorda la concretezza della salvezza piena dell’uomo, di tutto l’uomo, di tutti gli uomini. L’Avvento è anche il tempo nel quale viene fortemente evidenziata la dimensione escatologica del mistero cristiano. Cristo è venuto nella nostra carne, si è manifestato come risorto, dopo la morte, agli apostoli, apparirà glorioso alla fine dei tempi. La Chiesa, nel suo pellegrinaggio terreno, vive la tensione del già della salvezza tutta compiuta in Cristo e il non ancora della sua attuazione in noi e della sua piena manifestazione nel ritorno glorioso del Signore Giudice e Salvatore. Pertanto un tempo che ci richiama l’impegno missionario della chiesa e di ogni cristiano per l’avvento del Regno di Dio. Così la comunità cristiana durante l’Avvento vive l’attesa nella vigilanza e nella gioia, confidando nella fedeltà di Dio all’uomo che è stata promessa e anticipata in Cristo: celebra il Dio della speranza e si affida a Lui. Ma l’amore incondizionato di Dio mette continuamente in causa l’uomo e, in Cristo, lo chiama a continua conversione: la novità del vangelo è una luce che richiede un pronto e deciso risvegliarsi dal sonno; e la predicazione del Battista richiama anch’essa alla conversione e a preparare le vie del Signore per accogliere il Signore che viene. I veri modelli che incarnano lo spirito dell’Avvento sono quei ‘poveri di Jahvé’, miti e umili che Gesù ha proclamato beati. Proprio questo deve spingere le comunità cristiane e i singoli credenti a porsi come segno alternativo in una società dove la disperazione (cioè il non-senso dell’esistere) sembra più vasta della fame e del sottosviluppo; la dimensione escatologica della vita cristiana deve accrescere l’impegno per redimere la storia e far ritrovare all’uomo la speranza: per rendere più umana anche la vita terrena (cfr. GS 38). Il tema dello ‘scambio mirabile’ di Dio che si è fatto uomo affinché l’uomo diventasse Dio è, invece, al centro di tutta la liturgia del tempo di Natale. Il primo atto di questo scambio si opera nell’umanità di Cristo che assume la nostra umanità; il secondo atto dello scambio consiste nella nostra intima partecipazione alla natura divina del Verbo: il Salvatore del mondo ci ha rigenerati come figli. Da qui anche l’orientamento pasquale del mistero dell’incarnazione: il Figlio di Dio assume un corpo per offrirsi al Padre con un sacrificio esistenziale e personale (cfr. Eb 10,5-10). Inoltre la generazione di Cristo rappresenta l’origine di tutto il popolo cristiano perché con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito ad ogni uomo; anzi ha assunto in sé tutto il creato per reintegrarlo nel disegno del Padre. Pertanto la spiritualità del Natale è la spiritualità dell’adozione a figli di Dio; la spiritualità della partecipazione dell’uomo alla vita divina, alla vita della Grazia: non tanto imitare Cristo, ma vivere Cristo che è in noi. Vivere la propria dignità di salvati: vivi ciò che sei!

Le 4 settimane di AvventoSenza stravolgere quanto affermato precedentemente, è possibile scandire il cammino dell’Avvento attraverso quel ‘segno’, diventato ormai tradizionale anche nelle nostre comunità, della corona d’Avvento. Pensando ad una valorizzazione catechistica della medesima, nella comunità ma soprattutto in famiglia, si è ritenuto opportuno utilizzare le quattro candele per richiamare quattro elementi importanti della liturgia cristiana, specie quella eucaristica. Nella convinzione che per educare alla partecipazione eucaristica adulti e piccini sia opportuno valorizzare e richiamare l’attenzione su elementi e riti che fanno parte del nostro vissuto quotidiano perché esprimano sempre di più e meglio il loro significato sacramentale, specialmente quando sono utilizzati e interpretati attraverso una Parola che orienta verso tale significato storico-salvifico. Per questo, nell’ordine, il richiamo all’assemblea liturgica, alla Parola, al pane/vino e al tempo liturgico.

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Tenendo presente che quest’ anno la quarta domenica di Avvento è la vigilia di Natale, quindi la quarta settimana si protrarrà durante tutto il tempo di Natale.

Le indicazioni liturgiche per quel che riguarda la celebrazione eucaristica nelle domeniche di Avvento le potete trovare on line sul sito http://www.liturgiacomo.org/home/. A questo indirizzo è possibile trovare anche altri materiali di animazione liturgica per il tempo di Natale, oltre a quanto proposto nel presente sussidio.

Il CalendarioIl materiale che vi trovate tra le mani e che consegnerete alle famiglie si compone di più elementi. Ecco come utilizzarlo:

- Il calendarietto: a fogli removibili. Simboleggia la candela che per ogni settimana di Avvento verrà accesa nella corona. Ogni settimana avrà un colore diverso.

- Ogni settimana: il foglietto, che indica la settimana e la parola che la caratterizza, andrà staccato e incollato nel box a destra, dedicato alla Preghiera a Tavola, il cui testo è scritto sul retro.

- Per ogni giorno: ogni foglietto, prendendo spunto dalla Parola del giorno, propone, sul retro, una semplice preghiera da vivere in famiglia, in dialogo tra genitori e figli.

- La Novena: dal 16 dicembre inizierà il periodo della Novena.Il testo di riferimento è la preghiera del Magnificat, che trovare scritta integralmente a sinistra del calendario. La preghiera proposta sul retro di ogni giorno prende spunto da un versetto. Inoltre viene proposta una storia, riportata anche sul sussidio per le famiglie, che può aiutare i bambini ad accostarsi più semplicemente al tema proposto.

- Adesivi: per ogni giorno della Novena celebrato in parrocchia, verrà consegnato un adesivo. A completamento del puzzle, incollando gli adesivi sul riquadro numerato corrispondente, si comporrà l’immagine di una Madonna con Bambino circondata dalle raffigurazioni dei versetti del Magnificat che sono stati meditati.

- Tempo di Natale: il calendario non si esaurisce con il 25 dicembre, come un tradizionale calendario dell’Avvento, ma vuole accompagnare le famiglie lungo tutto il tempo del Natale. Con lo stesso stile si propongono preghiere e dei brevi testi di riflessione per le ricorrenze che caratterizzano questo tempo: Santo Stefano, La Sacra Famiglia, Maria Madre di Dio con la giornata Mondiale per la Pace, L’Epifania del Signore con la Giornata Missionaria dei ragazzi e il Battesimo di Gesù.

La corona dell’AvventoLa grafica del calendario vuole riprendere e valorizzare un simbolo che tradizionalmente è presente nelle nostre chiese, ma acquista una valenza importante per il cammino in avvento anche nelle case delle famiglie della nostra comunità. Invitiamo quindi ogni famiglia a realizzare una Corona di Avvento: posta nelle case di ciascuno, e non solo collocata in chiesa, ha lo scopo di ricordarci che il periodo di preparazione al Natale è suddiviso in quattro settimane. È un vero cammino a tappe, in cui viene alimentato e accresciuto il desiderio di incontrare il Signore. Collocata al centro della tavola, o appesa in un luogo centrale per la vita della famiglia, la Corona è segno di vittoria: a Natale Cristo, luce del mondo, trionfa sulle tenebre del peccato e illumina la notte dell’uomo. I quattro ceri, da accendere uno a settimana, sono il simbolo della luce di Gesù che si fa sempre più vicina e intensa: la piccola comunità della famiglia l’accoglie con gioia nella preghiera e nella vigilanza, con un itinerario spirituale che coinvolge piccoli e grandi. (Buona Notizia 2, guida)

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I settimana di avvento Elemento indispensabile alla celebrazione cristiana essa rimanda, per i credenti, a quel popolo di Dio che Egli ha scelto e con cui ha stabilito un’alleanza; oppure a quel Corpo vivente di Cristo che è la comunità cristiana. Il Concilio Vaticano II afferma che “Cristo è sempre presente nella

sua chiesa e in modo speciale nelle azioni liturgiche” (SC 7); e aggiunge che Cristo è presente “quando la chiesa prega e loda, lui che ha promesso: ‘Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo a loro’ (Mt 18,20). L’assemblea liturgica cristiana partecipa della natura di segno proprio della liturgia cristiana stessa. Questa infatti è un complesso di segni per mezzo dei quali vengono significati e realizzati la santificazione dell’uomo e il culto di Dio (cfr. SC 7). Uno di tali segni, tra i più vistosi e appariscenti, è appunto l’assemblea. E’ segno commemorativo del popolo dell’antica alleanza; è segno dimostrativo della chiesa presente nella storia; è segno escatologico della futura chiesa del cielo; è segno impegnativo di uno stile di vita che esprime quello che celebra, e cioè la santificazione dell’uomo e la glorificazione di Dio. Certo non basta trovarsi in un luogo in tanti per essere autenticamente assemblea: è necessario gradualmente favorire l’unione di coloro che si sono riuniti, far prendere loro coscienza del mistero della presenza di Cristo e del mistero della chiesa radunata che si realizzano nell’assemblea, introdurre il loro spirito alla contemplazione del mistero che sarà oggetto della celebrazione. Per realizzare questa ‘educazione’ ogni assemblea deve essere riconosciuta come particolare e unica e ha bisogno di interventi specifici e calibrati per la sua crescita. Nota particolare: non ci sarà vera assemblea se in essa non emergeranno attori differenti (ministeri) con ruoli differenti!

II settimana di avventoIl Vaticano II insiste sul presupposto del parallelismo esistenziale tra mensa della Parola di Dio e mensa eucaristica. Da entrambe le mense deriva al fedele nutrimento per la sua vita cristiana. Da qui la accentuata importanza data alla Parola nella celebrazione liturgica. Con varie sottolineature: nell’annuncio celebrativo della Parola di Dio è presente Cristo; nella Parola proclamata nell’azione liturgica parla Cristo; liturgia della Parola e liturgia eucaristica sono un solo atto di culto dove le due componenti si illuminano reciprocamente. Ciò significa che la Parola di Dio celebrata è azione di culto cioè raggiunge le finalità per cui è proclamata, rivelata, celebrata. Per questo il nesso fra rito e Parola è così intimo da dover recepire che ogni proclamazione della Parola deve portare al rito e che il rito non è comprensibile se non in rapporto alla Parola di Dio. In pratica il Vaticano II ci offre la chiave interpretativa del rapporto tra Parola di Dio e celebrazione liturgica: la Parola di Dio si fa celebrazione e la celebrazione è Parola di Dio attualizzata nel massimo dei modi; la Parola di Dio prepara la celebrazione del sacramento e la celebrazione attualizza la Parola.

III settimana di avventoNell’alimentazione abbiamo bisogno che qualcosa o qualcuno dia la vita per noi; la nostra nutrizione avviene a spese di altri esseri viventi sacrificati per noi. In ogni atto di nutrizione c’è dunque presenza di vita e di morte, lotta della vita contro la morte, sacrificio di una vita a beneficio di un’altra. Inoltre, pane e vino, elementi diffusi in tutto l’ambiente mediterraneo (un po’ meno in altri ambienti culturali e urbani), non si trovano

direttamente in natura, ma sono il frutto di un lavoro fatto dall’uomo e in favore dell’uomo. Per fare il pane è necessario un tempo di gestazione: per questo esso è carico del simbolismo della vita umana e implica

Assemblea

Parola

Pane e Vino

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l’immagine della morte e risurrezione (cfr. Gv 12,24). “Frutto della terra e del lavoro dell’uomo”, il pane comporta anche che i molti grani di cui è composto (cfr. Didaché 9,4) siano macinati, impastati, cotti. Finalmente, dopo che tante mani sono intervenute, esso diviene il simbolo del lavoro e dell’alimentazione essenziale. Il simbolismo del vino non è meno ricco. Pane e vino insieme sono complementari: il pane risponde alla fame, il vino alla sete; il pane assicura l’esistenza il vino ne oltrepassa i limiti; il pane viene assimilato e trasformato, il vino ha il potere di trasformare l’uomo, di farlo divenire un altro. Pane e vino insieme esprimono il quotidiano e la festa e la loro antitesi è segno della totalità. Per non dire della presenza di questi elementi nella letteratura biblica, specialmente nel NT. Certo oggi questi ‘segni’ si fatica a riconoscerli nella celebrazione eucaristica, a motivo delle tante ‘riduzioni’ che rendono monco il linguaggio globale.

IV Settimana di Avvento e Natale Altro ‘segno’ liturgico importante è quello del tempo, da valorizzare in quest’ultima settimana in cui viviamo anche il passaggio al nuovo anno. Il tempo, per la vita del fedele, non è semplicemente un insieme di coordinate che, come una cornice, inquadrano i suoi propri atti. Il tempo fa parte dell’esistenza della persona. Questa vi è immersa, con tutto il creato, in un alternarsi di giorni, di anni, di secoli. Il Verbo, assumendo la natura umana, incarnandosi, ha assunto tutto il creato e lo restaura, santificandolo, infondendovi la possibilità di rendere piena e perenne gloria al Padre. Così anche il tempo è diventato ‘sacramento’ ossia segno efficace dei misteri che Cristo vi ha compiuto. L’anno liturgico trasfigura, elevandoli, tutti i tempi dei fedeli, rendendoli strumenti di efficace conformazione a Lui, il Signore che vive e regna nei secoli dei secoli. Per questo la costituzione liturgica del Vaticano II asserisce che “le ricchezze delle azioni salvifiche e dei meriti del Signore” sono resi “presenti a tutti i tempi, perché i fedeli possano venire a contatto ed essere ripieni della grazia di salvezza” (SC 102). Con ciò viene posta l’attenzione sull’attuazione e l’attualizzazione del mistero che è Cristo. Lui prosegue nel tempo il cammino di misericordia iniziato nella sua vita mortale. Mediante la liturgia tutta la chiesa con Cristo può compiere, anno dopo anno, il proprio cammino fino alla vittoria finale, conformandosi progressivamente all’immagine di Lui.

Tempo

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Novena di NataleIl titolo e il tema che accompagna l'intero cammino d'Avvento e di Natale - per un Natale Magnificat - trova il suo culmine nei giorni della Novena che ci apprestiamo a vivere, nelle famiglie e in modo speciale nella comunità. Nove passi verso il Natale accompagnati da Maria, dal suo cuore colmo di grazia e gioia, dalle sue parole traboccanti d'amore e di tenerezza, dai suoi gesti che realizzano con fede quello che Dio ha compiuto in lei e donato a lei per tutti. L'anima della preghiera è, quindi, la celebrazione della grazia divina che ha fatto irruzione nel cuore e nell'esistenza di Maria, rendendola la Madre del Signore.

"L'intima struttura del suo canto orante è, allora, la lode, il ringraziamento, la gioia riconoscente. Ma questa testimonianza personale non è solitaria e intimistica, puramente individualistica, perché la Vergine Madre è consapevole di avere una missione da compiere per l'umanità e la sua vicenda si inserisce all'interno della storia della salvezza. E così può dire: "Di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono" (v. 50). La Madonna con questa lode del Signore dà voce a tutte le creature redente che nel suo "Fiat", e così nella figura di Gesù nato dalla Vergine, trovano la misericordia di Dio . " (Benedetto XVI, udienza generale, 15 febbraio 2006)

Verso il mistero del Natale, nell'incontro con il Dio con Noi, rileggendo la storia di Dio che si fa uomo nella vicenda di Maria, nella sua vita, unico grande e umile canto di lode a Dio. Dio cosa ha fatto in Maria, in tutta la storia della salvezza? Cosa sta facendo in noi, e nella storia di oggi? "Ha spiegato la potenza... ha disperso i superbi... ha rovesciato i potenti... ha innalzato gli umili... ha ricolmato di beni gli affamati... ha rimandato i ricchi... ha soccorso Israele".

"In questo settenario di opere divine è evidente lo "stile" a cui il Signore della storia ispira il suo comportamento: egli si schiera dalla parte degli ultimi. Il suo è un progetto che è spesso nascosto sotto il terreno opaco delle vicende umane, che vedono trionfare "i superbi, i potenti e i ricchi". Eppure la sua forza segreta è destinata alla fine a svelarsi, per mostrare chi sono i veri prediletti di Dio: "Coloro che lo temono", fedeli alla sua parola; "gli umili, gli affamati, Israele suo servo", ossia la comunità del popolo di Dio che, come Maria, è costituita da coloro che sono "poveri", puri e semplici di cuore. È quel "piccolo gregge" che è invitato a non temere perché al Padre è piaciuto dare ad esso il suo regno (cfr Lc 12, 32). E così questo canto ci invita ad associarci a questo piccolo gregge, ad essere realmente membri del Popolo di Dio nella purezza e nella semplicità del cuore, nell'amore di Dio". (Benedetto XVI, udienza generale, 15 febbraio 2006)

Come ci ricorda Sant'Ambrogio "Sia in ciascuno l'anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio; se, secondo la carne, una sola è la madre di Cristo, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio... L'anima di Maria magnifica il Signore, e il suo spirito esulta in Dio, perché, consacrata con l'anima e con lo spirito al Padre e al Figlio, essa adora con devoto affetto un solo Dio, dal quale tutto proviene, e un solo Signore, in virtù del quale esistono tutte le cose" (Esposizione del Vangelo secondo Luca, 2, 26-27: SAERMO, XI, Milano-Roma 1978, p. 169).

Che questa novena di Natale possa aiutare tutti noi a far si che "nella nostra anima e nella nostra vita il Signore trovi una dimora. Non dobbiamo solo portarlo nel cuore, ma dobbiamo portarlo al mondo, cosicché anche noi possiamo generare Cristo per i nostri tempi. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a magnificarlo con lo spirito e l'anima di Maria e a portare di nuovo Cristo al nostro mondo". (Benedetto XVI, udienza generale, 15 febbraio 2006)

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PER UN NATALE… MAGNIFICAT !Articolazione della celebrazione

- Canto inizio: alcuni canti sono proposti nel sito dell’Ufficio Liturgico Diocesano, altri ancora legati alla tradizione della Novena, ne suggeriamo un paio che potete trovare on line: Tutta la terra attende (di F. Baggio, F. Buttazzo, D. Ricci, D. Semprini) Emmanuel Tu sei (di F. Buttazzo)

- Saluto iniziale- Dialogo di inizio: è il momento iniziale di preghiera che si svolge in forma di dialogo

tra solisti e assemblea, con l’intento di aprire il cuore, accogliere il dono dello spirito che illumina e guida l’ascolto, la preghiera, l’esperienza che si vive nel trovarsi insieme.

- Introduzione: vedi versetto del Magnificat, commento e tema del giorno - Lettura Biblica: dalla liturgia del giorno (il commento quotidiano è a cura del

celebrante)- La storia: è uno strumento semplice che può aiutare a rileggere e presentare ai

bambini nel corso della Novena (e in famiglia) la parte del Magnificat che fa da filo conduttore dei nove giorni. Sono storie diverse, scollegate l'una dall'altra, che vanno da quelle classiche a quelle di fantasia. Si può realizzarla in forma di scenetta, rappresentazione e o narrazione con voce, immagini, ecc…

- Breve riflessione (viene suggerito qualche spunto)- Silenzio- Preghiera conclusiva: canto del Magnificat- Benedizione- Canto finale

Alcune Note finali circa alcuni strumenti inseriti nella proposta:- il commento che trovate dopo la storie vuole essere un semplice suggerimento che intende aiutare a fare un collegamento più ampio e approfondito tra il Magnificat, la Storia e la Parola del giorno (nel testo trovate alcune parti in grassetto riferite al tema del giorno).- il “suggerimento per cambiare il cuore”: è un tentativo di indicare concretamente qualche impegno e/o modalità di vivere quanto ascoltato, ricevuto e celebrato.

Saluto inizialeCel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito SantoTutti: Amen

Cel. Il Signore sia con tutti voiTutti. E con il tuo Spirito

Dialogo inizioS. Vieni Signore GesùT. Vieni non tardare

S. Vieni nelle nostre case, nei nostri cuori e in ogni gesto T. rendici capaci di accoglienza e fraternità

S. Vieni luce per tutti i popoliT. Apri i nostri occhi alla gioia dell’incontro con Te

S. Vieni Parola che si fa carneT. Donaci il coraggio e la generosità di Maria per dire il nostro sì quotidiano

S. Vieni Signore Dio con noi, abita la nostra vita come hai abitato quella di MariaT. Vieni e resta con noi per sempre

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Cel. Signore Gesù, Dio con noiLuce che illumina il nostro cammino,tutta la Chiesa ti attende, e chiede con l’intercessione di Maria e Giuseppela gioia dell’incontro con Te,la disponibilità ad accoglierti ancora,il coraggio di testimoniarti in ogni momento della vita.A Te lode e benedizione, oggi e sempre.

T. Amen

MAGNIFICATL'anima mia magnifica il Signore *e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva.  *D'ora in poi tutte le generazionimi chiameranno beata.Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente  *e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia  *si stende su quelli che lo temono.Ha spiegato la potenza del suo braccio,  *ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;ha rovesciato i potenti dai troni,  *ha innalzato gli umili;ha ricolmato di beni gli affamati,  *ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo,  *ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri,  * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.Gloria al Padre e al Figlio  *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre  *nei secoli dei secoli. Amen.

BenedizioneCel. Il Signore sia con voiTutti. E con il Tuo SpiritoCel. Dio Padre protegga i vostri passiTutti AmenCel. Gesù, Parola fatta carne, vi accompagni sempreTutti. AmenCel. Lo Spirito Santo porti frutti generosi e abbondanti nella vostra vita Tutti. Amen

Cel. E la benedizione di Dio Onnipotente+ Padre e Figlio e Spirito Santodiscenda su di voi e con voi rimanga sempreTutti. Amen

Cel.La gioia del Signore sia sempre con voi. Andate in pace.Tutti Rendiamo grazie a Dio

Canto finale

Sabato16 dicembre

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Dal Magnificat: L'anima mia magnifica il Signore *e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore Tema: L’inizio del Magnificat ci rivela immediatamente la gioia grande che il cuore di Maria non riesce a contenere ed esplode in un canto di lode e di gratitudine profonda. È l’anima che riconosce la grandezza del Signore, è lo spirito che esulta! È la parte più profonda, più intima, più vera di Maria che esprime la gioia per quanto il Salvatore ha fatto. ParolaDal libro del Siracide (Sir 48,1-4.9-11)

In quei giorni, sorse Elìa profeta, come un fuoco;la sua parola bruciava come fiaccola.Egli fece venire su di loro la carestiae con zelo li ridusse a pochi.Per la parola del Signore chiuse il cieloe così fece scendere per tre volte il fuoco.Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!E chi può vantarsi di esserti uguale?Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,su un carro di cavalli di fuoco;tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,per placare l’ira prima che divampi,per ricondurre il cuore del padre verso il figlioe ristabilire le tribù di Giacobbe.Beati coloro che ti hanno vistoe si sono addormentati nell’amore.

STORIA - La pioggia di stelleC’era una volta una bambina, che non aveva più né babbo né mamma, ed era tanto povera, senza una stanza dove abitare né un lettino dove dormire. Insomma, non aveva che gli abiti in dosso e in mano un pezzetto di pane, che un’anima pietosa gli aveva donato. Ma era buona e pia. E siccome era abbandonata da tutti, errò qua e là per i campi, fidando nel buon Dio. Incontrò un povero che disse: “Ah, dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame!”. Ella gli porse subito tutto il suo pezzetto di pane e disse: “Tieni! Ne hai più bisogno tu in questo momento” e continuò la sua strada. Poi venne una bambina, che si lamentava e le disse: “Ho tanto freddo alla testa! Regalami qualcosa per coprirla”. Ella si tolse il berretto e glielo diede. E dopo un po’ ne venne un’altra, che non aveva indosso neanche un giubbetto e gelava; ella le diede il suo. E un po’ più in là un’altra le chiese una gonnellina, ed ella diede la sua. Alla fine giunse in un bosco e si era già fatto buio; arrivò un’altra bimba e le chiese una camicina; la buona fanciulla pensò: “È notte fonda, nessuno ti vede, puoi ben dare la tua”. Se la tolse e diede anche la camicia. E mentre se ne stava là, senza più niente indosso, tutta povera e infreddolita, d’un tratto avvenne una cosa straordinaria: caddero le stelle dal cielo come tante monetine d’oro. Cadendo a terra risuonavano, come tante campanelline, e splendevano di luce soave brillando con mille colori. E in quella festa di luci e suoni, benché avesse dato via la sua camicina, ecco che ella ne aveva una nuova, che era di finissimo lino. Fu colma di gioia e si consolò. Anche se aveva dato via ogni cosa e non possedeva più niente di suo, il cielo le aveva dato tutto.

CommentoDio è vicino a tutti. Ma ha una particolare predisposizione per chi è povero, per chi non ha più nulla ed è nella condizione di poter solo ricevere. A colui che è nella miseria offre la sua consolazione, e offre il dono più grande: la sua Presenza, che riempie di gioia, di festa, di ogni dolce consolazione. Questo è l’atteggiamento di Dio con noi. Anche nella lettura del giorno la figura del profeta Elia si propone come uno dei testimoni che aiutano e facilitano a ricevere, conoscere e vivere la felicità, la beatitudine e a far riposare nell’Amore di Dio chi a lui si affida.

Suggerimento per allenare il cuore:Oggi provo a trovare e ricordare esperienze che mi hanno reso contento, colmo di gioia non passeggera ma piena, duratura, viva. Può essere un saluto sincero, una buona parola, un gesto

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d'amore e d'affetto inaspettato. Di questo ringrazio perché dove c'è la gioia vera lì c'è Dio che passa.

III Domenica di Avvento

Dal magnificat:perché ha guardato l'umiltà della sua serva.  *D'ora in poi tutte le generazionimi chiameranno beata.Tema: Maria accoglie l'annuncio dell'angelo con umiltà, atteggiamento concreto che la rende felice (beata) nel dire e vivere il sì a Dio

Paroladal Libro del profeta Isaia (Is 61,1-2.10-11)

Lo spirito del Signore Dio è su di me,perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione;mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,a proclamare la libertà degli schiavi,la scarcerazione dei prigionieri,a promulgare l’anno di grazia del Signore.Io gioisco pienamente nel Signore,la mia anima esulta nel mio Dio,perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,mi ha avvolto con il mantello della giustizia,come uno sposo si mette il diademae come una sposa si adorna di gioielli.Poiché, come la terra produce i suoi germoglie come un giardino fa germogliare i suoi semi,così il Signore Dio farà germogliare la giustiziae la lode davanti a tutte le genti.

STORIA - L’asino e il bueMentre Giuseppe e Maria andavano Betlemme, l’Angelo radunò gli animali per scegliere i più adatti a stare nella stalla. Per primo parlò il leone: “Io mi piazzerò all’entrata della stalla e sbranerò tutti cattivi che useranno avvicinarsi al bambino!”. Ma l’angelo non fu convinto e disse: “Sei troppo violento”. Arrivò allora la volpe e con aria furba insinuò: “Per il Figlio di Dio io ruberò tutte le mattine il miele più dolce e il latte è più profumato!” Ma l’angelo non fu convinto e disse: “Sei troppo disonesta”. Arrivò infine il pavone che aprì orgoglioso la sua magnifica coda come ruota colorata e disse: “Io trasformerò questa povera stalla in una bellissima reggia!”. Ma ancora una volta l’angelo non fu convinto e disse: “Sei troppo vanitoso”. L’Angelo non si scoraggiò e continuò la sua ricerca. Arrivato nel campo di un contadino vide l’asino e il bue che lavoravano senza posa con la testa bassa. Li chiamò dicendo: “E voi non avete niente da offrire?”. L’asino e il bue alzarono la testa e risposero: “Noi abbiamo imparato solo l’umiltà e la pazienza… Però potremmo, di tanto in tanto, cacciare le mosche con le nostre code e riscaldare la stalla con il nostro fiato”. L’angelo si rallegrò e disse: “Voi siete quelli giusti!”.

CommentoDio sceglie chi umilmente si fa trovare pronto e disponibile nel vivere ciò che è chiamato a compiere. L’umiltà di Dio è compresa, ripresentata e testimoniata da Maria come stile di vita che annuncia e vive la presenza di dio in lei. È quello che anche nella lettura del profeta Isaia sentiamo: Dio, il Signore, riveste e abita il cuore e la vita del profeta e fa germogliare da lui e in lui parole e azioni di Dio.

Suggerimento per allenare il cuore:

17 dicembre

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Oggi guardo attorno a me quelle persone che vivono con umiltà la loro vita e lo stare con gli altri. Riconosco in loro le piccole cose quotidiane, i gesti e le parole, la cura e l'attenzione, la generosità e l'accoglienza. Tutto vissuto con l'umiltà della serva del Signore. Scelgo di mettermi alla scuola dell'umiltà di Maria e di persone che vivono come lei.

Lunedì

Dal magnificat:Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *e santo é il suo nome Tema: Maria e Giuseppe si scelgono, ognuno dice sì a Dio e all'altro, per vivere un progetto di vita insieme realizzando la volontà d’Amore di Dio

Paroladal vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-24)

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

STORIA - Gli gnomi Un calzolaio era diventato così povero che non gli restava altro se non un pezzo di cuoio per fabbricare un paio di scarpe. Le tagliò di sera per farle il giorno dopo; e siccome aveva la coscienza pulita, andò tranquillamente a letto, si raccomandò a Dio e si addormentò. Al mattino, dopo aver detto le sue preghiere, volle mettersi al lavoro; ed ecco che le scarpe erano sulla tavola bell’e pronte. Egli non seppe che dire dalla meraviglia e, quando si avvicinò per osservarle, vide che erano fatte magistralmente: non c’era un punto sbagliato; un vero capolavoro. E quello stesso giorno venne pure un compratore, al quale le scarpe piacquero tanto che le pagò più del dovuto; così con quella somma il calzolaio poté‚ acquistare cuoio per due paia di scarpe. Le tagliò la sera per mettersi al lavoro di buon mattino, ma non ne ebbe bisogno poiché‚ quando si alzò, erano già pronte e non mancarono neanche i clienti che gli diedero denaro a sufficienza per comprare cuoio per quattro paia di scarpe. Egli le tagliò di nuovo alla sera e le trovò pronte al mattino; e si andò avanti così: quello che egli preparava la sera, al mattino era fatto, sicché‚ ben presto egli divenne un uomo benestante con tutto il necessario per vivere. Ora accadde che una sera, verso Natale, l’uomo aveva appena finito di tagliare il cuoio e, prima di andare a letto, disse a sua moglie: “Che ne diresti se stanotte stessimo alzati, per vedere chi ci aiuta così generosamente?”. La donna acconsentì e accese una candela; poi si nascosero dietro gli abiti appesi negli angoli della stanza e stettero attenti. A mezzanotte arrivarono due graziosi omini con le orecchie a punta, vestiti poveramente con stracci rattoppati; si sedettero al tavolo del calzolaio; presero tutto il cuoio preparato e con le loro piccole dita incominciarono a forare, cucire, battere con tanta rapidità, che il calzolaio non poteva distogliere lo sguardo, tutto meravigliato. Non smisero finché‚ non ebbero finito e le scarpe non furono bell’e pronte sul tavolo; poi, prima che spuntasse il giorno, se ne andarono via saltellando. Il mattino dopo la donna disse: “Gli omini ci hanno fatti ricchi, dovremmo mostrarci riconoscenti. Mi rincresce che se ne vadano in giro così miseramente, senza niente di caldo da indossare. Sai cosa farò? Cucirò loro un camicino, una giubba, un farsetto e un paio di calzoncini nuovi, e farò un paio di calze per ciascuno; tu aggiungici un paio di scarpette”. L’uomo fu ben contento e la sera, quando ebbero terminato tutto, misero sul tavolo i regali al posto del cuoio; poi si nascosero per vedere che faccia avrebbero fatto gli omini. A mezzanotte giunsero di corsa tutti e due e volevano mettersi subito a lavorare, ma quando videro i vestiti

18 dicembre

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mostrarono una gran gioia. Li indossarono in fretta e furia, poi fecero capriole, ballarono e saltarono fino a quando uscirono dalla porta. Da allora non tornarono più, ma il calzolaio se la passò bene tutta la vita.

CommentoAssieme, il calzolaio e sua moglie, compiono un gesto di amore, di aiuto, verso chi ha bisogno. Scelgono insieme di non pensare solo a se stessi ma di prendersi cura di chi ha bisogno, di chi è accanto, di chi visita la loro casa, di chi è povero. Maria e Giuseppe, protagonisti nel vangelo di oggi, insieme riconoscono quello che Dio compie nella loro vita. Imparano a guardare insieme nella loro storia e a tenere Dio vicino per compiere ogni passo. Anche questo un bel modo di cantare le grandi cose che Dio compie nella loro vita.

Suggerimento per allenare il cuore:La famiglia per Gesù è stato il luogo dove ha vissuto per più tempo, costantemente accompagnato nella crescita da Maria e Giuseppe che l’hanno educato con amore fedele, affidandosi totalmente alla volontà di Dio. Pensiamo ai genitori e alle famiglie che, per come sono, testimoniano scelte coraggiose d'amore vero, generoso e promettente di fecondità di vita. Oggi mi fermo a pensare e ricordare tutte le famiglie, dalla mia a quelle attorno a me. Ricordo in modo speciale quelle che vivono una sofferenza particolare, un tempo di fatica, la lontananza da casa, situazioni di bisogno e povertà di ogni tipo.

martedì

Dal magnificat:di generazione in generazione la sua misericordia  *si stende su quelli che lo temono.

Tema: Maria colma di grazia vive la Misericordia di Dio andando in fretta a visitare la cugina Elisabetta. Il dono della vita di Dio che abita in lei muove a compiere opere di amore, attenzione, cura verso altri.

Paroladal vangelo secondo Luca (Lc 1,5-25 )

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

19 dicembre

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STORIA - Il cappotto rossoC’era una volta, in un villaggio di montagna, un bambino che viveva felice coi suoi genitori. Il suo nome era Carletto. Era un bambino gioioso e allegro. Ogni tanto, nella sua vivacità, ne combinava una grossa: come quella volta che assieme ai suoi compagni tirò una pallonata nella direzione sbagliata, rompendo una finestra alla casa del sindaco. Aiutava volentieri in casa e i suoi genitori erano contenti di lui. Arrivò l’inverno in quel villaggio di montagna, freddo e gelido come sempre. La neve imbiancò in poco tempo ogni casa e ogni giardino. A Carletto piacevano i lavori manuali e quando tornava da scuola andava spesso in giardino a tagliare la legna. Un giorno mentre tagliava un grande ceppo si strappò la giacca che indossava, era una vecchia giacca dalle cuciture ormai logore e consunte. “Chissà come si arrabbierà la mamma quando vedrà cos’è successo!” pensò Carletto. Ma quando rientrò in casa la mamma fece finta di niente e non disse nulla. Carletto rimase stupito e salì in camera sua rosso dalla vergogna. La mamma pensò tra sé: “Il Natale è ormai vicino, cucirò per Carletto un cappotto nuovo e gli farò una bella sorpresa!” Si mise subito all’opera e confezionò con cura un bellissimo cappotto rosso. La mattina di Natale Carletto scese di corsa in salotto e trovò entrambi i genitori che lo aspettavano. La mamma gli porse il suo regalo, lo aprì e quando vide il nuovo cappotto rosso fu pieno di gioia. Lo indossò subito e andò in giardino a giocare con la neve. Trascorse quel giorno contento per il suo nuovo cappotto, lo mostrava agli amici e camminava fiero per le vie del villaggio. Ma mentre passeggiava qualcosa lo colpì: vide in ad un vicolo un bambino povero, della sua età, che stava rannicchiato a terra. Indossava un maglioncino logoro e tremava dal freddo. Cercava di scaldarsi con l’aria calda che usciva da una piccola griglia, sul retro di un ristorante. Allora Carletto ebbe compassione e si avvicinò al povero bambino… I suoi genitori lo aspettavamo a casa per cena. Quando rientrò sua mamma rimase stupita. “Che fine ha fatto il cappotto rosso che ti abbiamo regalato? Non si sarà per caso strappato!” disse la mamma a Carletto. Aspettava da lui una spiegazione, e Carletto disse “Mi dispiace mamma per il cappotto, so che ti è costato molto impegno e mi piaceva davvero tanto! Ma nel villaggio ho incontrato un povero bambino che tutto infreddolito non aveva nulla per proteggersi dal freddo… gli ho regalato il mio cappotto rosso.” La mamma scoppiò in lacrime, abbracciò suo figlio e disse “Carletto non sono arrabbiata, anzi sono fiera di te! Stamattina papà ed io ti abbiamo fatto un regalo di Natale, ma tu stasera col tuo gesto di amore ci hai fatto il regalo più bello che potevamo ricevere!”.

CommentoLa storia conclude con queste parole: "Col tuo gesto di amore ci hai fatto il regalo più bello che potevamo ricevere". Quali gesti viviamo ogni giorno? La storia ci invita a compiere gesti di carità, opere di misericordia diremmo noi con un’espressione evangelica, ad uscire da noi stessi e correre verso l’altro con spirito di servizio, motivati come Maria dall’annuncio e dono ricevuto, con gli occhi aperti a riconoscere che quello che Dio sta facendo e chiedendo a me lo fa anche ad altri (vedi vangelo del racconto della storia di Zaccaria ed Elisabetta che nella loro vecchiaia sono guardati da Dio per essere genitori di Giovanni Battista).

Suggerimento per allenare il cuore:Oggi scelgo verso chi andare, verso chi farmi prossimo e condividere un po’ del mio tempo, chi può avere bisogno di un gesto o una parola di sostegno e conforto. Provo a voler bene a qualcuno in modo particolare con un’azione concreta di misericordia e carità: i miei nonni, i genitori, i miei fratelli, i miei vicini casa, un ammalato, un mio compagno di scuola, ecc…

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mercoledì

Dal magnificat:Ha spiegato la potenza del suo braccio,  *ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

Tema: Dio stende il suo braccio con la potenza dell'amore (il suo Spirito) che è capace di confondere i potenti (Erode) e allo stesso tempo far diventare una stella luce per tutti gli uomini e segno di una gioia grande, e una piccola donna, Maria, stella luminosa nel firmamento dell'umanità, madre di Dio e della chiesa.

Paroladal vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38 )

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

STORIA - L’illusione del girasoleQuesta è la storia di un girasole vanitoso: non era molto alto, né il suo fiore era molto grosso. Forse anche per questo gli riusciva facile seguire il corso del sole fino al tramonto, e si trovava pronto prima dell’alba, quasi toccasse a lui svegliare il sole e regalarlo alla terra! Proprio di questo si faceva bello di fronte agli altri fiori del giardino e alle verdure dell’orto. Anzi, ne era così orgoglioso che diventava sempre più intrattabile: “Non statemi a seccare – diceva – voi, piante da nulla: io ho da fare; che farebbe il sole senza di me?”. E quando si arrabbiava perché la rosa era più ammirata di lui o i piselli erano trattati con maggior cura dal giardiniere, allora ricorreva alle minacce: “Ma che credete?! State a vedere che non faccio sorgere il sole: son curioso di sapere come si ridurrà quella smorfiosa!”. A questo punto tutte le piante cercavano di calmarlo: “Dai, non prendertela!”. “Per carità, non lasciarci domani senza sole…”. E lui, rabbonito, tornava al compito essenziale di dirigere il sole. Senonché, in quei giorni, il padrone del giardino fece costruire lì accanto un muro altissimo, non si sa per quale ragione. E il povero girasole rimase all’ombra!La mattina seguente, all’alba, il sole si presentò senza che il girasole fosse lì a guidarlo e continuò a correre per il cielo fino al tramonto, proprio come se conoscesse la strada. E così i fiori del giardino e le verdure dell’orto si resero conto che il sole si muoveva da sé, senza che alcuno lo guidasse. Da quel giorno il povero girasole, forse a causa dell’umidità o per la grande umiliazione, non alzò più la testa.

CommentoMaria è colei che interpreta con umiltà ciò che Dio le chiede, affida a lei e sta realizzando con lei. Non si vanta, non si gonfia, non cerca il suo interesse. Custodisce nel suo cuore i pensieri e la volontà di Dio. Si fa strumento della grazia e della presenza del Signore in lei. Non rischia di fare come il girasole che pensandosi il centro del mondo e colui che comandava tutto, addirittura il sole, si ritrova con la testa ripiegata e sempre più umiliato dai suoi stessi pensieri vanitosi e da un semplice muretto che gli faceva ombra.

Suggerimento per allenare il cuore:

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Oggi provo a vedere attorno a me situazioni dove la logica dei potenti è contrastata con una testimonianza e uno stile di vita nuovo, che ha il sapore del Vangelo di Gesù. Penso al coraggio di prendere posizione a favore della verità verso gli indifesi, di coloro che sono giudicati o esclusi, diffamati o maltrattati. A scuola, tra amici, nel gruppo non mi nascondo, ma con coraggio mi metto dalla parte del bene e delle persone.

giovedì

Dal magnificat:ha rovesciato i potenti dai troni,  *ha innalzato gli umili Tema: Dio che guarda ed esalta gli umili lo troviamo all'opera con stupore in tanti personaggi della storia della salvezza, nella Bibbia e nei suoi personaggi come attorno a noi. Nel mistero del Natale e nei nostri presepi i pastori ne sono un esempio. Piccoli e poveri, esclusi e poco considerati diventano i primi a ricevere l'annuncio della nascita di Gesù e a diventarne i primi che corrono e annunciano la gioia. Come Maria che umile e piccola corre e porta un saluto di gioia ad Elisabetta.

Paroladal vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45 )

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

STORIA - Il re e la moscaC’era una volta in un paese molto lontano un re superbo e cattivo. Era ricco e potente, e tutti lo temevano nel suo regno. Tutti i sudditi dovevano ubbidirgli senza mai aprire bocca: lui aveva sempre ragione. Intorno a lui c’erano sempre tante persone: cavalieri e dame, ministri e segretari, buffoni di corte e saggi scienziati… e tuttavia non aveva neppure un amico. Per la sua arroganza nessuno gli voleva bene ma stavano presso il suo trono solo per paura o interesse. Sapeva di essere solo anche in mezzo a tutta quella gente. Egli però non si rattristava ma, anzi, si arrabbiava e si insuperbiva ancora di più. Temeva addirittura che un giorno qualcuno gli si rivoltasse contro e gli facesse del male. Per questa ragione una sera decise di avere sempre con sé una guardia del corpo che lo proteggesse in ogni istante, anche quando dormiva.Ebbene, le mosche si sa non hanno riguardo per nessuno, neanche per il re. E così, una sera, quando il re andò a riposare, una mosca entrò dalla finestra e cominciò a ronzargli attorno. Una mosca, per quanto piccola, riesce a diventare insopportabile col suo continuo ronzio. Di tanto in tanto si fermava, appoggiando le zampine sul viso del re. Allora il re si svegliava e si colpiva energicamente la faccia con uno schiaccia mosche. “Ahi! Che male!” gridava il re frustrato. Ogni volta infatti il piccolo insetto era più veloce di quanto lo fosse lui con lo schiaccia mosche. Esasperato domandò alla guardia del corpo che stava in piedi vicino alla porta: “Sai dirmi perché Dio ha creato le mosche?”. La guardia, che era molto sapiente, rispose: “Dio ha creato le mosche perché coloro che agiscono da prepotenti si sentano impotenti di fronte ad una cosa tanto piccola, e si castighino con le loro stesse mani”.

CommentoDio ha creato le mosche perché coloro che agiscono da prepotenti si sentano impotenti di fronte ad una cosa tanto piccola. Questa è una storia semplice e fantasiosa. Ma forse aiuta a metterci nella prospettiva di Dio e nel suo sguardo e pensiero per vedere come Lui agisce e per saper leggere con fiducia e viverla la storia quotidiana, dando risposte concrete con stili di vita di mitezza, mansuetudine, umiltà, rispetto degli altri, stima e valorizzazione di chi è diverso, di chi non capisco, scommessa sul nostro prossimo.

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Suggerimento per allenare il cuore:Oggi provo a coinvolgere chi vedo escluso e poco considerato attorno a me. Cerco di volergli bene e dargli spazio e valore, conoscendolo e condividendo se possibile momenti, interessi, lo spazio del divertimento o dei compiti, ecc…

venerdì

Dal magnificat:ha ricolmato di beni gli affamati,  *ha rimandato i ricchi a mani vuote.Tema: Dio si prende cura, sazia e sfama i piccoli e poveri e i bisognosi che hanno fame di pane, di affetto e di amore, di vita vera. Nella tradizione nel presepe non mancano mai le figure degli offerenti che portano doni a Gesù, a Maria e a Giuseppe. Frutto della terra e del lavoro dell'uomo diventano dono per altri e per l'Altro, il Dio con noi.

Paroladal primo libro di Samuele (1 Sam 1,24-28 )

In quei giorni, Anna portò con sé Samuèle, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

STORIA - Il chicco di grano.C’era una volta un povero mendicante che tutti giorni andava a chiedere l’elemosina lungo il viale. Si toglieva il cappello, lo teneva nella mano destra e, ad ogni passante lo sporgeva, senza dire nulla. Chi passava di lì, lungo il viale, provava compassione e gli gettava qualche chicco di grano. Ma un giorno, mentre aspettava, vide in fondo al viale una grande carrozza. Il poveretto non volle credere ai suoi occhi: era la carrozza del re! “Oh, quest’oggi sono proprio fortunato! Il re mi farà la sua bella, grande offerta!”. Aspetta, aspetta, e finalmente la carrozza reale arrivò proprio davanti a lui. Il povero allungò, tremando, la mano con il cappello. Ma accadde una cosa strana: il re si alzò, scese dalla carrozza, andò incontro al poveretto e allungò la sua mano, come per chiedergli qualcosa! Il povero non sapeva più che dire, tanto era confuso. Ma il re continuava a tenere la mano aperta, aspettando qualcosa. Allora il mendicante prese un chicco di grano dal mucchietto che quel giorno era riuscito a raccogliere per sé, e lo mise nella mano del re. Il re ringraziò cordialmente e se ne andò. Il mendicante fu assai deluso: “che colpo fallito!”, pensò. Alla sera, tornato nella sua capanna, rovesciò sul tavolo i chicchi di grano che gli erano rimasti. Ad un tratto ebbe un sussulto! Uno dei chicchi era diventato una gemma preziosa! Il poveretto la prese tra le mani e la guardò incantato. Più la guardava e più si convinse che la forma era esattamente uguale al chicco di grano che quel mattino aveva dato al re. Allora si mise a piangere amaramente e gridò: “perché non ho avuto cuore di dargli tutto quel che possedevo…?”.

CommentoCiascuno è chiamato a dare quanto può dare, secondo le proprie capacità. Anche nella povertà si può offrire quel poco che si ha, (come la vecchia vedova al tempio), come i pastori (poveri), i re magi (ricchi). Dio provvede sempre. Tocca a noi crederci e fare della nostra vita e nella nostra vita un luogo in cui il provvedere di Dio si vede e sia indicato con uno stile che esprime la fiducia in Lui. È quanto accade nella lettura del giorno quando Anna presenta con fiducia a Dio il suo Figlio Samuele, con gratitudine per il dono di un figlio chiesto con una preghiera incessante e come segno di fiducia per quello che Dio potrà chiedere a lui.Suggerimento per allenare il cuore:Oggi mi accorgo di chi non ha da mangiare, ha fame, magari muore anche a causa della povertà. Mi informo se vicino a me, in parrocchia o in una vicina ci sono persone che svolgono

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un servizio di assistenza e aiuto a chi ha fame, non ha da mangiare. Cosa posso fare io? Inizio dal non sciupare cibo, penso a come aiutare chi ha bisogno…

Sabato

Dal magnificat:Ha soccorso Israele, suo servo, *ricordandosi della sua misericordia

Tema: il nostro Dio nella sua infinita Misericordia offre possibilità a tutti di incontrarlo , conoscerlo, stupirsi, lasciarsi amare e suscita e sostiene scelte di vita nuova e piena. Bello pensare che tutti i popoli, di ogni cultura, nazionalità, possano trovare strade e persone che conducono all'incontro con Gesù. Il gregge di pecore è simbolo di quel desiderio di Dio di radunare tutti a sé, affinchè tutti siano una cosa sola.

Paroladal libro del profeta Malachia (Ml 3,1-4.23-24)

Così dice il Signore: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.Ecco, io invierò il profeta Elìa prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore:egli convertirà il cuore dei padri verso i figlie il cuore dei figli verso i padri,perché io, venendo,non colpiscala terra con lo sterminio».

STORIA - il figlio più saggioMolto tempo fa c'era un uomo che aveva tre figli ai quali voleva molto bene. Non era nato ricco, ma con la sua saggezza e il duro lavoro era riuscito a risparmiare un bel po' di soldi e a comperare un fertile podere. Divenuto vecchio cominciò a pensare a come dividere tra i suoi figli ciò che possedeva. Un giorno decise di fare una prova per capire quale dei tre figli fosse il più saggio. Li chiamò al capezzale e diede a ciascuno cinque soldi e chiese loro di comperare qualcosa che riempisse la sua stanza che era vuota e spoglia. Ciascuno dei figli prese il denaro e uscì per esaudire i desideri del padre. Il figlio più grande pensò che era un lavoro facile. Andò al mercato e comperò la prima cosa che gli capitò sotto gli occhi: un fascio di paglia. Il secondo figlio pensò per qualche minuto, poi girò per tutte le bancarelle dei mercato e alla fine comperò delle bellissime piume. Il figlio più piccolo rifletté a lungo sul problema e si chiedeva: «Che cosa c'è che costa solo cinque soldi e che può riempire una stanza?». Solo dopo aver pensato per un bel po' di tempo trovò quel che faceva al suo caso e il suo volto si illuminò. Andò in un piccolo negozio e comperò con i suoi cinque soldi una candela e dei fiammiferi. Tornando a casa era felice e si domandava cosa avessero comperato i suoi due fratelli. Il giorno seguente, i tre figli si presentarono al padre. Ognuno portò il suo regalo. Il più grande sparse la paglia sul pavimento, ma era così poca che fu appena sufficiente per coprire un angolo. Il secondo mostrò le sue piume, ma riempirono appena due angoli. Il padre era molto deluso dei suoi due figli maggiori. Allora si rivolse al più piccolo: «E tu che cosa hai comprato?». Il ragazzo accese la candela con un fiammifero e la luce di quell'unica fiamma si diffuse per la stanza e la riempì.   Tutti sorrisero. Il vecchio padre fu felice del regalo del figlio più piccolo. Gli diede tutti i suoi averi, perché aveva capito che quel ragazzo era abbastanza intelligente per farne buon uso ed avere cura dei suoi fratelli.

Commento

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Dio si ricorda nella sua misericordia. Porta nel suo cuore tutti, a iniziare dai più piccoli che per Lui sono i più sapienti e saggi, autentici e veri, capaci di prendersi le proprie responsabilità e di mettersi a servizio. Una possibilità per tutti di incontrarsi con questo Dio. Un compito bello per la Chiesa intera e ogni discepolo: essere messaggero che annuncia buona notizia, che fa fare esperienza di Dio che abita la vita di ciascuno (come la luce che riempie la stanza nella storia riportata), che vive con chi si ha accanto nella vita con cura e responsabilità fraterna.

Suggerimento per allenare il cuore:Oggi provo a vedere dove si vive il perdono tra persone, segno della Misericordia di Dio: conosco qualcuno che ha perdonato? cerco storie semplici e concrete, vicino a me o presenti nel mondo, di perdono vissuto e donato ad altri nel nome di Gesù.

IV domenica di Avvento

Dal magnificat:come aveva promesso ai nostri padri,  * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.Tema: Dio mantiene sempre le sue promesse. Non manca mai di mostrarsi fedele a noi. e a tutti. Maria con il suo sì riconosce la fedeltà di Dio e vive fidandosi in ogni momento della sua vita. Vede realizzarsi la sua promessa prima di tutto in lei , nella nascita di Gesù, nell'Emmanuele, il Figlio di Dio, di cui lei sarà madre e prima discepola. Il per sempre di Dio abita la vita di Maria e oggi la nostra.

Paroladal vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

STORIA - Dio che bussa alla porta dell’animaC’era una volta un re che chiese al pittore di corte di realizzare un nuovo dipinto per il suo palazzo. Il Re era molto credente, per questo disse al pittore: “Tu sei molto abile coi colori e i pennelli, e sei anche il più creativo fra gli artisti di questo regno. Fai per me un nuovo quadro, per abbellire il mio palazzo.” “Certamente sire” rispose il pittore “cosa vuoi che raffiguri questo quadro?” Il re disse subito: “Il tema per il quadro è molto semplice ed è questo: Dio che bussa alla porta dell’anima”. Il pittore torno alla sua bottega per preparare il quadro. Era felice di essere stato scelto dal re per un compito tanto importante. Ma era assai preoccupato perché non sapeva cosa disegnare! Pensava tra sé: “Come posso disegnare Dio che bussa alla porta dell’anima?” Tuttavia non si perse d’animo e si mise all’opera.Quando il quadro fu completato andò tutto contento dal re e gli disse: “Sire, ho finito il quadro che mi avevate chiesto. Domani lo porterò a corte per mostrarvelo!”. Il re fu subito entusiasta e radunò all’indomani tutta la corte, assieme anche ai migliori artisti e i critici d’arte del paese. Quando tutti furono radunati il pittore mostrò il quadro che aveva realizzato. Era una tela meravigliosa, dipinta con grande maestria: raffigurava Dio che giunge alla porta dell’anima e bussa. I dettagli erano curatissimi, le proporzioni perfette. Partì immediatamente un grande applauso, tutti erano pieni di stupore e anche il re era soddisfatto. Ma un critico d’arte, dall’aria sospettosa, si fece avanti e disse: “Scusate, signor pittore, ma io trovo un difetto nel vostro

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quadro: avete dimenticato la maniglia a quella porta! Come fa Dio a entrare?” Gli occhi di tutti si posarono sul pittore in attesa di una spiegazione. Ma il pittore, tranquillo, rispose: “La porta dell’anima alla quale Dio bussa si apre solo dal di dentro: Dio entra solo se l’uomo accetta”.

CommentoDio entra solo se l’uomo accetta, abita dovunque lo si faccia entrare. Eccomi. Tocca a te aprire la porta del tuo cuore per accogliere il Dio con noi che viene vicino a te e bussa alla porta. Lui vuole entrare e stare con te. Vuole realizzare ancora oggi la sua promessa di fedeltà a tutti gli uomini. Tu cosa vuoi fare? la maniglia è nelle tue mani: gli vuoi aprire o preferisci vivere un altro natale e un'altra festa?

Suggerimento per allenare il cuore:Oggi mi preparo al Natale, ad accogliere Gesù, il Dio con Noi, facendogli spazio nel mio tempo e nelle mie attenzioni. Lui che vuole abitare la mia vita mi chiede accoglienza gioiosa e generosa. Attorno a me vedi persone vicine e lontane che si preparano al Natale aprendo il cuore: qualcuno sceglie di dare un po' del suo tempo per la preghiera, altri si dedicano al servizio di carità e di attenzione a chi può avere più bisogno, altri ancora curano con la pace e la riconciliazione alcuni rapporti che ultimamente sono stati difficili e pensanti. Io da dove ricomincio per vivere un vero e sereno nuovo Natale?

Lunedì

Dal Vangelo di Giovanni (1,14)

E il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio

unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

L’incarnazione ci spinge a confessare che Gesù di Nazaret è l’umanità di Dio: divenire umani a immagine di Gesù di Nazaret è il compito del credente. E riguarda certamente anche l’esperienza matrimoniale, luogo di incontro, di amicizia, di servizio, di amore, dedizione radicale all’altro/a.

25 dicembreNatale del

Signore

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Domenica

“Davanti ad ogni famiglia si presenta l’icona della famiglia di Nazaret, con la sua quotidianità fatta di fatiche e persino di incubi, come quando dovette

patire l’incomprensibile violenza di Erode, esperienza che si ripete tragicamente ancor oggi in tante famiglie di profughi rifiutati e inermi. Come i magi, le famiglie sono invitate a contemplare il Bambino e la Madre, a prostrarsi e ad adorarlo (cfr Mt 2,11). Come Maria, sono esortate a vivere con coraggio e serenità le loro sfide familiari, tristi ed entusiasmanti, e a custodire e meditare nel cuore le meraviglie di Dio (cfr Lc 2,19.51). Nel tesoro del cuore di Maria ci sono anche tutti gli avvenimenti di ciascuna delle nostre famiglie, che ella conserva premurosamente. Perciò può aiutarci a interpretarli per riconoscere nella storia familiare il messaggio di Dio.” (Amoris laetitia di Papa Francesco, n. 30)

Indicazioni per la S. Messa del mattino Saluto del celebranteLa pace, la carità e la fede da parte di Dio Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. E con il tuo spirito.

Una famiglia saluta l’assemblea Fratelli e sorelle, voi tutti componenti delle famiglie cristiane, piccole chiese domestiche, che arricchite con la vostra presenza questa assemblea, siate i benvenuti: vi salutiamo con gioia nel nome del Signore. Papa Francesco, nell’Esortazione sulla gioia dell’amore che si vive in famiglia, ci esorta con queste parole: “Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa.” (AL325). È con questo desiderio che ci siamo raccolti in questa chiesa, nella domenica della Sacra Famiglia, per rinnovare il nostro amore, fondato nel sacramento nuziale e continuamente reso concreto nella vita della famiglia. Affidiamoci con gioia alla grazia del Signore.

Atto penitenziale Celebrante: Fratelli e sorelle, in questa festa della Famiglia disponiamoci a celebrare il grande mistero dell’amore confessandoci innanzitutto bisognosi della misericordia di Dio. - Figlio di Abramo, obbediente al Padre: Signore, pietà (Kyrie, eleison).- Figlio di Maria, atteso da Anna, cantato da Simeone: Cristo, pietà (Christe, eleison).- Figlio di Dio, luce, risurrezione e futuro del mondo: Signore, pietà (Kyrie, eleison).

Preghiera dei fedeli Fratelli e Sorelle, rivolgiamo a Dio nostro Padre la preghiera che nasce dalla fede.

Diciamo: Ascoltaci, Signore! Per il Papa e per i Vescovi: il servizio compiuto ai fratelli sia guidato dallo spirito di comunione, al

servizio di tutte le famiglie. Preghiamo. Per le autorità pubbliche del nostro Paese: attuino una politica familiare responsabile e coerente,

guardando al vero bene della società. Preghiamo. Per tutte le famiglie e soprattutto per quelle che attraversano momenti difficili: considerino la fede un

dono grande e il Vangelo ispiri la loro vita quotidiana. Preghiamo. Per i coniugi che si sono separati, perché non si sentano esclusi dalle nostre comunità e possano

sanare le loro ferite nella misericordia del Signore. Preghiamo Per i giovani: scoprano la bellezza di un amore fedele e sappiano prepararsi a vivere la gioia del dono di

sé nella famiglia. Preghiamo.

31 dicembreFesta della Santa

Famiglia

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O Dio, che in Gesù, Giuseppe e Maria ci hai dato una viva immagine della tua eterna comunione di amore, rinnova in ogni casa le meraviglie del tuo Spirito, perché le nostre famiglie possano sperimentare la continuità della tua presenza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Processione offertoriale Alcuni membri di una famiglia apparecchiano l’altare stendendo il corporale e deponendo i fiori. Altre famiglie portano il pane, il vino e i doni per i poveri che vengono accolti dal sacerdote.

Prima che inizi il canto alla presentazione dei doni si può leggere la seguente monizione:

“All’altare del Signore portiamo oggi la nostra vita di famiglie, con le gioie e i desideri più profondi, ma anche con i nostri fallimenti, le sofferenze e le incomprensioni che a volte ci feriscono. Confidiamo nella grazia del Signore che sa trasformare il pane e il vino nel corpo e sangue di Gesù e che può rendere anche le nostre famiglie un segno vivo dell’amore trinitario”.

Dopo la s. Comunione:

Preghiera alla Santa Famiglia (Papa Francesco)

Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo.

Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazaret, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito.

Santa Famiglia di Nazaret, fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen.

Giornata mondiale della Pace

Per la comunità cristiana, per le nostre parrocchie, per le nostre famiglie, si propone un cammino che faccia di ogni scelta quotidiana un piccolo seme di pace. Che va gettato nella terra

fertile dell’incontro personale; che va curato durante il periodo sotto terra nei silenzi quando mi faccio carico dell’altro; che va sostenuto quando si affaccia come piccola piantina alla vita incoraggiando e promuovendo, prima ancora di criticare o escludere. La pace è dono di Dio. Ogni dono è prezioso perché ricevuto nella gratuità e nella gioia. Ma che va condiviso. Perché non resti “soprammobile teorico” della nostra vita. Nella comunità dei credenti la pace è alimentata da rapporti di autenticità e rispetto vissuti con fede nella liturgia, nella catechesi, nella formazione. Ambiti dove tutti siano sempre accolti e integrati.Celebrare nella pace di Cristo significa vivere ogni giorno come “liturgia della pace”. Dove le azioni, i pensieri, i sentimenti, sono ordinati per mostrare il volto di uomini e donne che creano e costruiscono pace. Perché la pace si costruisce nelle nostre comunità se riconosciamo che “il principio pastorale” è quello che prevede che “il tempo è superiore alla spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte”. (EG 222-237)

“In piedi costruttori di pace”.

Questo invito, che mons. Tonino Bello rivolgeva all’assemblea di Verona nel 1989, ha ancora una sua valenza e attualità, in un tempo in cui addirittura la minaccia nucleare ritorna alla ribalta quale strumento di “realpolitik” basata su giochi di forza e di potere.

1 gennaio 2018 Maria Madre di Dio

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Partiamo da questa esortazione di un grande testimone di pace, nonché vescovo e pastore della Chiesa, perché in questo giorno in cui ancora una volta facciamo memoria dell’impegno come cristiani di essere uomini e donne di pace, ritorna forte il richiamo dell’apostolo perché “la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo”. (Col 3, 15). Ovvero, come comunità dei credenti, uniti in Cristo, siamo chiamati ad essere cuore e corpo della pace. Perché soltanto se siamo testimoni di pace possiamo chiedere al mondo di ascoltare la voce narrante di una “chiesa in uscita” che annuncia che il nostro tempo sarà “pacificato” se tutti gli abitanti della terra vivranno nella “pace messianica” dove “giustizia e pace si abbracceranno” (Sal 85) frutto di un cammino di verità, riconciliazione, accoglienza.

“In alto”. Ci si alza per vedere meglio la storia e i suoi fenomeni; ci si alza per farsi vedere, per prendere posizione, per dire “io ci sono” per la pace; ci si alza perché stando seduti le cose non cambiano e non si può aspettare che lo faccia qualcuno al posto nostro.“Costruttori”. Perché la pace, frutto di scelte concrete di giustizia, di verità, di diritti, di legalità, è un processo “in itinere”, è un work in progress.“Di pace”. Perché essere donne e uomini della pace è necessariamente uno stile di vita che va a generare un circolo virtuoso sulle scelte quotidiane. Essere donne e uomini di pace nelle relazioni; nell’uso del tempo e del denaro; nelle scelte che comportano prese di posizione sull’idea di umanità che pensiamo di contribuire a costruire; nelle scelte di accogliere, aprire, integrare chi “è diverso da me”.Per questo, facciamo nostre le parole di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium:“Le rivendicazioni sociali, che hanno a che fare con la distribuzione delle entrate, l’inclusione sociale dei poveri e i diritti umani, non possono essere soffocate con il pretesto di costruire un consenso a tavolino o un’effimera pace per una minoranza felice. La dignità della persona umana e il bene comune stanno al di sopra della tranquillità di alcuni che non vogliono rinunciare ai loro privilegi. Quando questi valori vengono colpiti, è necessaria una voce profetica. La pace «non si riduce ad un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini». In definitiva, una pace che non sorga come frutto dello sviluppo integrale di tutti, non avrà nemmeno futuro e sarà sempre seme di nuovi conflitti e di varie forme di violenza. (EG 218-219).

Significato PastoralePer la comunità cristiana, per le nostre parrocchie, per le nostre famiglie, si propone un cammino che faccia di ogni scelta quotidiana un piccolo seme di pace. Che va gettato nella terra fertile dell’incontro personale; che va curato durante il periodo sotto terra nei silenzi quando mi faccio carico dell’altro; che va sostenuto quando si affaccia come piccola piantina alla vita incoraggiando e promuovendo, prima ancora di criticare o escludere. La pace è dono di Dio. Ogni dono è prezioso perché ricevuto nella gratuità e nella gioia. Ma che va condiviso. Perché non resti “soprammobile teorico” della nostra vita. Nella comunità dei credenti la pace è alimentata da rapporti di autenticità e rispetto vissuti con fede nella liturgia, nella catechesi, nella formazione. Ambiti dove tutti siano sempre accolti e integrati.Celebrare nella pace di Cristo significa vivere ogni giorno come “liturgia della pace”. Dove le azioni, i pensieri, i sentimenti, sono ordinati per mostrare il volto di uomini e donne che creano e costruiscono pace. Perché la pace si costruisce nelle nostre comunità se riconosciamo che “il principio pastorale” è quello che prevede che “il tempo è superiore alla spazio; l’unità prevale sul conflitto; la realtà è più importante dell’idea; il tutto è superiore alla parte”. (EG 222-237)

A breve verrà divulgato il testo del Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale per la Pace

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Indicazioni per la S. Messa

INTRODUZIONE DA LEGGERE PRIMA CHE INIZI LA CELEBRAZIONE

In questa giornata in cui ricordiamo la maternità di Maria guardiamo a Lei che rappresenta davvero un testimone vivo di pace e giustizia, chiediamo allo Spirito che anima i cuori dei fedeli, il dono di azioni e pensieri di pace per guardare al tempo che viviamo con fiducia e speranza.

Atto penitenziale - Figlio dell’Altissimo, Signore del tempo: Signore, pietà (Kyrie, eleison).- Figlio di Davide, re della pace: Cristo, pietà (Christe, eleison).- Figlio di Maria, solidale con la nostra storia: Signore, pietà (Kyrie, eleison).

Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, poiché nel grembo della Vergine l’eternità si è unita al tempo, la divinità all’umanità, gridiamo la nostra umile preghiera, affinché penetri le nubi e la provvidenza dell’Eterno si prenda ancora cura di noi, nello scorrere fragile dei giorni.

Diciamo: Dona ai nostri giorni la tua pace, Signore!

- Per tutti i credenti, perché abbiano la sapienza di Maria e interpretando la storia e gli eventi alla luce delle Scritture, conservino nel loro cuore la memoria delle parole e dei fatti attraverso i quali Dio si rivela, preghiamo.

- Per quanti hanno il compito di guidare le nazioni, perché, come la Madre del Re, il Figlio di Davide, siano aperti alla voce dello Spirito che li guida a costruire progetti di pace, preghiamo.

- Per quanti lottano per un mondo più giusto, perché non si scoraggino nell’ora della prova, ma edifichino con pazienza, giorno dopo giorno, nuove solidarietà e fraternità, preghiamo.

O Dio, che vivi in eterno senza principio e senza fine, e sei l’origine di ogni creatura, fa’ che nell’anno nuovo, di cui ti consacriamo gli inizi,viviamo giorni prosperi e sereni e portiamo frutti abbondanti di buone opere.Per Cristo nostro Signore.

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Giornata missionaria dei ragazzi

“Guardàti dall’amore”

Nella solennità dell'Epifania del Signore tutte le comunità cristiane celebrano la Giornata Missionaria dei Ragazzi (GMR) conosciuta anche come Giornata dell'Infanzia Missionaria. Il Vangelo dell'Epifania ci racconta la manifestazione di Gesù a tutti i popoli del

mondo ed è l'occasione migliore per confermare l'impegno missionario dei nostri piccoli discepoli. Il dono di Dio che è Gesù è per tutti. Il dono ricevuto invita a condividerlo con tutti. Ad essere annunciatori. Lo slogan "i bambini aiutano i bambini" assume concretezza in questa giornata speciale: bambini e ragazzi diventano protagonisti dell'azione missionaria della Chiesa sostenendo, spiritualmente e materialmente, i loro coetanei residenti in terre lontane e in attesa di incontrare Gesù. Se la preghiera per i vari continenti che si è sviluppata nelle quattro settimane di avvento, ha riacceso in noi l’attesa del Regno di fraternità per tutti i popoli, oggi ringraziamo il Signore che viene, umile bambino, a coinvolgere tutti, dai più piccoli ai più grandi, nell’annuncio di questa gioia. Rinnoviamo con i bambini lo slancio a prendere l’iniziativa, a coinvolgerci, ad aiutare il prossimo e raccontare la gioia della presenza di Gesù tra noi.

Significato Pastorale

«Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra». La lettera agli Efesini parla di un «mistero» manifestato attraverso il ministero degli apostoli e dei profeti, secondo cui «le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo» (Ef 3,6). Di fronte al Signore che viene, ciò che conta non è la razza o la cultura o la prudenza umana, ma soltanto la disponibilità della fede e l'attenzione ai segni dei tempi. Il senso dinamico della fede si esprime nella chiamata a rendere testimonianza, ad annunziare a tutti la salvezza sperimentata, come i Magi nel loro ritorno da Betlemme (Mt 2, 1-12). La buona novella del Vangelo è indirizzata a tutti.

Nel giorno dell’Epifania è opportuno dunque far emergere il significato Missionario dell’incarnazione.

Nel primo scorcio del terzo millennio cristiano, la Chiesa è animata da una consapevolezza nuova della missione salvifica ricevuta da Cristo. «L'Epifania è la manifestazione di Gesù come Messia d'Israele, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. Insieme con il battesimo di Gesù nel Giordano e con le nozze di Cana, essa celebra l'adorazione di Gesù da parte dei “magi” venuti dall'Oriente. In questi “magi”, che rappresentano le religioni pagane circostanti, il Vangelo vede le primizie delle nazioni che nell'Incarnazione accolgono la Buona Novella della salvezza. La venuta dei magi a Gerusalemme per adorare il re dei giudei mostra che essi, alla luce della stella di Davide, cercano in Israele colui che sarà il re delle nazioni.

Due significati da sottolineare con adulti e bambini- Gesù è un dono per tutti- la nostra vita è testimonianza del dono ricevuto per tuttiQuella dei regali in occasione del Natale è una tradizione da vivere nel suo più autentico significato cristiano. Il riferimento fondamentale è quello della «“spiritualità del dono”, propria del Natale: «è nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato» (cf. Is 9, 5), dono che è espressione dell’infinito amore di Dio, che «ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio» (Gv 3, 16)» ( Direttorio Pietà Popolare 108). Il dono è un gesto umano che assume molti significati: fa sperimentare la gioia del dare gratuitamente, senza condizioni; manifesta l’amore di chi regala; celebra un legame e lo rafforza; sono un segno della presenza del donatore, per chi li riceve; in tutto questo i doni fanno comprendere l’agire di Dio: i regali di Natale son gesti che imitano l’agire di Dio che ha donato suo Figlio al mondo (cfr. G. Venturi, Avvento e Natale).

6 gennaio Epifania del

Signore

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Come fare un dono? Un bel regalo è inatteso e personalizzato: la sorpresa è una componente importante che sa emozionare chi riceve e chi dona; l’attenta osservazione dell’altro porta alla scelta di un dono che corrisponde davvero ai gusti e alle caratteristiche originali della persona, facendola sentire riconosciuta nella sua identità. In famiglia i doni vengono posti accanto al presepio o all’albero di Natale: è utile che i genitori ricolleghino i doni con il “Dono” che Dio fa all’umanità: quello del suo Figlio. «Tra i doni posti sotto l’albero di Natale non dovrà mancare il dono per i poveri: essi fanno parte di ogni famiglia cristiana» (cfr. Direttorio Pietà Popolare, 109).

Non è raro, nella vita delle famiglie, lasciare immaginare ai bambini che i doni di Natale siano portati da qualcuno esterno alla famiglia: vedi le tradizioni legate a Santa Lucia, a Gesù Bambino, a Babbo Natale, ai Re Magi. Questi riferimenti ben si innestano sull’immaginario fantastico dei bambini, tuttavia non sono privi di rischi in riferimento all’autentico annuncio del Vangelo. Ciò avviene soprattutto quando il portatore dei doni è identificato con Gesù in persona, cioè Gesù bambino, che opera una evidente ingiustizia, donando molto a chi ha già molto, poco a chi ha poco, nulla a chi è misero. Gesù deve sempre essere identificato come IL DONO, fatto persona e presenza per ogni uomo. In questo senso è decisamente più opportuno accompagnare la crescita dei bambini nel loro mondo fantastico con l’immagine di Babbo Natale, superando l’immagine pubblicitaria che a volte lo caratterizza, per ricondurlo alla sua origine “europea”: colui che chiamiamo Babbo Natale in realtà storicamente è San Nicola di Bari, il vescovo che portava realmente doni ai bambini poveri. Di grande significato e assai evocativa è la tradizione dei Magi, quali sapienti e ricchi capaci di portare doni simbolici e di rappresentare in se stessi sia l’uomo che cerca Dio, sia la chiamata universale alla salvezza. Non si perda l’occasione di ricordare le tradizioni che vedono il passaggio delle spoglie dei tre Magi da Milano a Colonia attraverso la nostra Diocesi.

I Bambini aiutano i Bambini

Nella solennità dell'Epifania del Signore tutte le comunità cristiane celebrano la Giornata Missionaria dei Ragazzi (GMR) conosciuta anche come Giornata dell'Infanzia Missionaria. Il Vangelo dell'Epifania ci racconta la manifestazione di Gesù a tutti i popoli del mondo ed è l'occasione migliore per confermare l'impegno missionario dei nostri piccoli discepoli. Il dono di Dio che è Gesù è per tutti. Il dono ricevuto invita a condividerlo con tutti. Ad essere annunciatori.

Lo slogan coniato dalla Poim (Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria) "i bambini aiutano i bambini" assume concretezza in questa giornata speciale: bambini e ragazzi diventano protagonisti dell'azione missionaria della Chiesa sostenendo, spiritualmente e materialmente, i loro coetanei residenti in terre lontane e in attesa di incontrare Gesù.

(http://www.missioitalia.it/video.php?id_art=2153&sito=Ragazzi&da=Ragazzi#.Wfg8UXZryUk)

Per la preparazione e l’animazione

Potrà esser utile riferisti al sito http://www.centromissionariocomo.it dove trovare idee già sperimentate per l'animazione.

Indicazioni per la S. Messa

INTRODUZIONE DA LEGGERE PRIMA CHE INIZI LA CELEBRAZIONE

Nella solennità dell'Epifania celebriamo l'incontro tra il Gesù e il mondo intero. Le figure dei Magi protagonisti del Vangelo di questa giornata rappresentano tutti i popoli della Terra: gente in cammino per incontrare Gesù e testimoniare la bellezza del Suo sguardo d'amore. In questo evento importante per la Chiesa Universale si celebra anche la Giornata Missionaria dei Ragazzi detta dell'lnfanzia Missionaria tutti i bambini e ragazzi del mondo sono chiamati a sostenere, con la preghiera e con offerte materiali, i loro coetanei che abitano in terre lontane e far conoscere loro Gesù.

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È questo il senso dello slogan scelto per la GMR 2018 "Guardàti dall'amore" la cui illustrazione invita ad aprire le porte di ogni cuore al mondo per guardarlo con amore attraverso il rispetto e la cura delle creature che vi abitano. Anche il nostro vescovo Oscar ci invita a essere per tutti testimoni e annunciatori della misericordia di Dio, che in Gesù ha voluto nascere come uno di noi.

Atto penitenziale

Sac. Risplenda sulle tenebre del nostro male la luce della misericordia di Dio e confessiamo a lui e gli uni agli altri il nostro peccato.

- Tu, che ti sei manifestato nella carne: Signore, pietà (Kyrie, eleison).- Tu, che sei stato annunciato ai popoli: Cristo, pietà (Christe, eleison).- Tu, che ti rivelerai nella gloria: Signore, pietà (Kyrie, eleison).

PREGHIERE DEI FEDELI PER UN INCONTRO POMERIDIANO DI PREGHIERA CON I RAGAZZI

Nella festa della manifestazione di Gesù a tutti i popoli, ad ogni invocazione diciamo: Signore, donaci il tuo sguardo d'amore

- Signore Gesù, nel mondo molti bambini sono infelici perché non hanno cibo a sufficienza e non hanno cure necessarie; affinché non vengano mai lasciai i soli a se stessi, ti preghiamo. - Signore Gesù, molti ragazzi non sanno cosa significa divertirsi perché lavorano molte ore al giorno per aiutare la loro povera famiglia; illumina i grandi della politica affinché trovino un rimedio. Preghiamo. - Per tutti noi Qui riuniti affinché possiamo essere testimoni contagiosi della gioia del Vangelo, quali veri missionari, in tutti gli ambienti che frequentiamo. Preghiamo.

ALTRI FORMULARI DI PREGHIERE DEI FEDELI

A) 1 Lettore: Dice il Signore: «Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa».2 Lettore: Per la Chiese dell'Africa e per i popoli di questo vasto continente: perché tutti i battezzati di questa terra maturino il senso della missione e della testimonianza, e i figli dell'Africa, colpiti da molte ferite, ritrovino le risorse e la dignità della loro umanità, supplichiamo il re dei popoli.

1 Lettore: Dice il Signore: «Lo Spirito del Signore mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio».2 Lettore: Per le Chiese e le nazioni del grande continente americano: perché i fedeli dell'America del Nord e quelli dell'America Latina vivano in profondità la fede e servano Cristo nei loro fratelli di ogni razza e cultura, supplichiamo il re dei popoli.

1 Lettore: Così cantano i salmi: «Ti lodino i popoli, Dio. La nostra terra ha dato il suo frutto».2 Lettore: Per la Chiesa e i variegati popoli dell'Asia: perché i cristiani divengano testimoni del Vangelo facendo fronte alle immense sofferenze causate dalle guerre, dalla povertà, dalla discriminazione, supplichiamo il re dei popoli.

1 Lettore: Dice il Signore: «Cantate al Signore un canto nuovo, lo celebri il mare con quanto esso contiene, le isole con i loro abitanti».2 Lettore: Per le Chiese in Oceania e per i popoli della vasta e disseminata regione: quanti credono nel Verbo fatto carne, proclamino in mezzo a quei popoli il Vangelo della vita, perché si realizzi per ogni uomo la giustizia del Regno supplichiamo il re dei popoli.

1 Lettore: Così dice il Signore: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te».

Page 27:  · Web viewL'anima di Maria magnifica il Signore, e il suo spirito esulta in Dio, perché, consacrata con l'anima e con lo spirito al Padre e al Figlio, essa adora con devoto affetto

2 Lettore: Per la Chiesa in Europa e per tutti i cittadini europei: tutti i credenti alimentino la speranza che non delude e non si chiudano nello scoraggiamento, tutti collaborino a far maturare sogni e opere di pace, di dignità umana e di bellezza, supplichiamo il re dei popoli.

B) Fratelli e sorelle, avvolti dalla luce del Bambino, che Maria offre all’adorazione dei magi d’Oriente, nel suo nome innalziamo al Padre, la supplica per la Chiesa e per il mondo intero.

Preghiamo dicendo: Illumina il tuo popolo, Signore! - Per il papa Francesco, per tutti i vescovi e i ministri della chiesa: presentino Cristo ai fratelli

conducendoli ad aderire al suo vangelo di pace e di speranza, preghiamo.- Per ogni uomo e ogni donna: attraverso gli strumenti dell’umana conoscenza si aprano al trascendente

fino ad accogliere la novità di Cristo, preghiamo.- Per i credenti di ogni religione: siano sempre cercatori dell’assoluto, disponibili a mettere in gioco sé

stessi e le loro convinzioni per poter incontrare Dio, preghiamo.- Per la nostra comunità: sia la casa dove gli uomini possano ricevere in dono l’evangelo di Gesù ed

accoglierlo quale stella che orienta il cammino della vita, preghiamo.O Dio, presente nel cuore di ogni uomo, rivèlati a quanti sono nelle tenebre e nell’ombra di morte, perché nella tua luce riconoscano l’altissima vocazione di tuoi figli, da te eternamente scelti, chiamati alla grazia e destinati alla gloria. Per Cristo nostro Signore.

ALLA PRESENTAZIONE DEI DONI

Non offriamo i doni dei Magi, ma tra i frutti della terra e del lavoro presentiamo il pane e il vino. Diventino segno della nostra vita trasformata dalla luce della fede, ma soprattutto, segno di Cristo nostra vita.

Quando si usa l’incenso: L’incenso che offriamo con i nostri doni ci richiama l’adorazione che dobbiamo a Dio, Signore del mondo. Anche noi saremo incensati con il pane, il vino, l’altare. Anche la nostra assemblea, infatti, è segno della presenza di Cristo nel mondo. Insieme a lui noi siamo sale e luce della terra.

Le offerte raccolte in tutto il mondo nella solennità dell'Epifania del Signore possono essere destinate alla POIM (Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria) per il finanziamento dei progetti del Fondo Universale di Solidarietà. In tal caso si avvisi prima.Dopo la comunione si può pregare insieme la preghiera dell’Immaginetta (disponibile su prenotazione al Centro missionario diocesano)

Siamo qui Gesù,vogliamo parlare con te,alziamo gli occhi perché Tu possa stare sempre vicino a noi.Guardati dal tuo amorecresciamo sicuri chemai ci lascerai,il migliore Amico sempre Tu sarai.Ascolta la nostra preghiera:fa’ che nel mondo intero ci sia pace e bontà.Inonda il nostro cuore perché guardiamo l’umanitàcon infinito amore.Aiutaci, Signore!

Alunni della 1/D - I.C. Giovanni XXIII - Martina Franca - TA

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Canto finale: GUARDÀTI DALL'AMORE

Inno della GMR disponibile sul nostro sito www.missioitatia.it

Per la benedizione dei bambiniÈ tradizione in molte parrocchie nel pomeriggio dell’Epifania, celebrare la benedizione dei Bambini. Rimandiamo per questo momento al Benedizionale nr 582, richiamando il dono del Dio-bambino come Segno eloquente per ogni persona della tenerezza di Dio per l’umanità intera, e la chiamata per ogni bambino a essere artefice di tenerezza e costruttore di fraternità con ogni prossimo, specie di altre culture.

Può essere utile la distribuzione, in questa occasione, della matita missionaria, come invito a ciascun bambino ad esser una “matita nelle mani di Dio”

Se possibile si preveda un momento di animazione e di festa. Invitiamo a inviare gli scatti e un resoconto della vostra GMR. Si provvederà a pubblicare alcuni dei contenuti sul sito e su "Il ponte d’oro, mensile dei ragazzi missionari