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Esposizione storia RAPPORTO STATO-CHIESA Il rapporto tra Chiesa e Stato nel corso della storia fu sempre molto travagliato. Il Regno d’Italia proclamato nel 1861 aveva come costituzione lo Statuto Albertino, concesso da Carlo Alberto di Savoia al Regno di Sardegna nel 1848 ed esteso poi al Regno d’Italia. L’art. 1 dello Statuto stabiliva che la religione cattolica era la sola religione di Stato. I rapporti tra il Regno d’Italia e la Chiesa erano piuttosto tesi poiché i regni sotto il dominio del papa non si erano ancora unificati al nuovo Regno d’ Italia, questo perché Papa Pio IX non voleva perdere la sua sovranità temporale. Da qui si ebbe la cosiddetta “questione romana” detta anche Breccia di Porta Pia” che fu l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, decretando la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da Firenze a Roma. Il principio era quello della "libertà assoluta della chiesa" cioè la libertà di coscienza, assicurando ai cattolici l'indipendenza del pontefice dal potere civile. Inizialmente si ebbe l'impressione che questa trattativa non dispiacesse completamente a Pio IX e al cardinale Giacomo Antonelli, ma questi dopo poco, cambiarono atteggiamento e le trattative non ebbero seguito. Per compensare il Pontefice della perdita del potere politico venne approvata una legge “legge delle

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Esposizione storiaRAPPORTO STATO-CHIESA

Il rapporto tra Chiesa e Stato nel corso della storia fu sempre molto travagliato.

Il Regno d’Italia proclamato nel 1861 aveva come costituzione lo Statuto Albertino, concesso da

Carlo Alberto di Savoia al Regno di Sardegna nel 1848 ed esteso poi al Regno d’Italia. L’art. 1

dello Statuto stabiliva che la religione cattolica era la sola religione di Stato.

I rapporti tra il Regno d’Italia e la Chiesa erano piuttosto tesi poiché i regni sotto il dominio del

papa non si erano ancora unificati al nuovo Regno d’ Italia, questo perché Papa Pio IX non voleva

perdere la sua sovranità temporale.

Da qui si ebbe la cosiddetta “questione romana” detta anche “Breccia di Porta Pia” che fu

l'episodio del Risorgimento che sancì l'annessione di Roma al Regno d'Italia, decretando la fine

dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e un momento di profonda rivoluzione nella

gestione del potere temporale da parte dei papi. L'anno successivo la capitale d'Italia fu trasferita da

Firenze a Roma. Il principio era quello della "libertà assoluta della chiesa" cioè la libertà di

coscienza, assicurando ai cattolici l'indipendenza del pontefice dal potere civile. Inizialmente si

ebbe l'impressione che questa trattativa non dispiacesse completamente a Pio IX e al cardinale

Giacomo Antonelli, ma questi dopo poco, cambiarono atteggiamento e le trattative non ebbero

seguito. Per compensare il Pontefice della perdita del potere politico venne approvata una legge

“legge delle guarentigie” che gli riconosceva importanti prerogative: l’inviolabilità della persona, il

possesso dei palazzi del Vaticano e la piena libertà di svolgere la propria missione spirituale

nell’Italia e nel mondo. Il Papa non accettò ed, anzi, vietò ai cattolici di partecipare alla vita

politica; questa sua imposizione prese il nome di “non expedit” (1874). Il pontificato di Pio IX

terminò nel 1870 e fu considerato uno dei più lunghi. Nel 1878 prese il suo posto Papa Leone XIII.

La sua più famosa enciclica fu la Rerum Novarum (1891) con la quale per la prima volta la Chiesa

cattolica prese posizione in ordine alle questioni sociali e fondò la moderna dottrina sociale

cristiana. E’ un documento che incoraggia l’accordo reciproco tra lavoratori e datori di lavoro,

condanna come ingiusto uno sperpero eccessivo della ricchezza, ammette l’intervento dello Stato a

tutela dei lavoratori (riposo festivo, limitazioni dell’orario di lavoro ecc.) e riconosce la legittimità

delle organizzazioni operaie. (La dottrina sociale indica il complesso di principi, insegnamenti e

direttive della Chiesa cattolica intesi a risolvere, secondo lo spirito del Vangelo, i problemi socio-

politico-economici.)

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Dopo Papa Leone XIII prese il suo posto Papa Pio X e nello stesso periodo si sviluppò il

Modernismo, un movimento che vedeva come protagonista il rinnovamento sia nel campo

ideologico che nel campo strutturale e dei metodi, per adattarsi alle esigenze del mondo moderno.

Questo movimento fu fortemente criticato da Papa Pio X che condannò le sue tesi (considerate

eresie) nell’ enciclica “Pascendi Dominici Gregis” (1907) ; oltre all’ enciclica fu avviata una

repressione contro tutti i suoi esponenti.

Dopo Papa Pio X ci fu Papa Benedetto XV che nel 1919 abrogò il non expedit, favorendo, nello

stesso anno, la nascita del Partito Popolare Italiano (ispirato alla dottrina sociale della Chiesa

cattolica) fondato da Luigi Sturzo; esso rappresentò per i cattolici italiani il ritorno organizzato alla

vita politica attiva dopo lunghi decenni di assenza a causa del non expedit.

Nonostante ciò, per porre rimedio alla questione romana rimasta ancora irrisolta, furono promulgati

dei documenti detti Patti Lateranensi (1929), ossia degli accordi tra Stato e Chiesa che

prevedevano diversi cambiamenti, come il riconoscimento di Roma come capitale del Regno d'

Italia da parte del pontefice, il governo italiano assicurava alla Chiesa la piena sovranità sulla Città

del Vaticano, riconosciuta come un vero e proprio Stato indipendente, la religione cattolica diveniva

"Religione di Stato" e sarebbe stata insegnata obbligatoriamente in tutte le scuole del Regno, al

matrimonio religioso, celebrato da un sacerdote, veniva data anche validità civile e lo stato pagava

un indennizzo per risarcire la Città del Vaticano sottratta nel 1870.