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LA CASA DI DIO Fino dal 1097 la città di Padova, prima in Italia, ebbe un ospitale pei trovatelli. Presso il Pio Istituto si conserva ancora un atto notarile steso su pergamena e rogato dal notaio Bello fu Torneo Pelattiero, dal quale risulta che in data 31 dicembre 1097 Zuanne fu Sampietro governatore della Casa di Dio dava in affitto a certo Piero Strato di Cadoneghe un molino detto della Crosara al Ponte Molino in Padova. Questa è una prova che il Pio Ospedale esisteva fin da quell'epoca. A quel tempo la chiesa e gran parte dei locali di ricovero erano di legno, che con l'uso non solo divennero insensibili, ma insufficienti ad accogliere gli abbandonati. Nel 1271 i Reggitore del Comune anche impressionati per i numerosi neonati che spesso si rinvenivano annegati nei canali, decise di erigere un locale più confacente allo scopo. Questo fu edificato nella contrade che poi fu chiamata Casa di Dio Vecchia, ora Via S. Sofia, e fu colà che scavando le fondamenta venne trovata la tomba così detta d'Antenore della quale abbiamo già parlato. Resosi insufficiente anche quel locale l'Istituto venne nel 1.784 traslocato nel soppresso convento di S. Giovanni di Verdara, nella via dello stesso nome. Quando nella prima metà del secolo scorso, il Governo austriaco concesse questo locale ai Padri Gesuiti, il Pio Luogo degli Esposti venne trasferito in contrade Ognissanti dove attualmente si trova. LA RUOTA DEGLI ESPOSTI Con le leggi ecclesiastiche napoleoniche, la chiesa di Ognissanti assorbì le parrocchie di San Massimo e santa Maria Iconia. Adiacente ad essa vi era il monastero dei Benedettini, il quale rimase abbandonato sino al 1818, quando Maria Serafini Rossi lo acquistò per aprirvi un collegio femminile. Esso divenne poi sede delle Dame del Sacro Cuore. Nel 1852, Maria Serafini Rossi, trasformò il monastero dei Benedetti, installandovi l'istituto degli esposti ove pose in opera la ruota degli esposti (vedi foto ). Essa aveva lo scopo di accogliere i piccoli neonati delle famiglie indigenti, ma non solo, i quali venivano deposti nella ruota, che poi veniva girata verso l’interno ( vedi foto), pur di non abbandonarli o peggio morissero di fame. La povertà in quel periodo era diffusa e molte giovani madri ricorrevano a questo

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LA CASA DI DIO

Fino dal 1097 la città di Padova, prima in Italia, ebbe un ospitale pei trovatelli. Presso il Pio Istituto si conserva ancora un atto notarile steso su pergamena e rogato dal notaio Bello fu Torneo Pelattiero, dal quale risulta che in data 31 dicembre 1097 Zuanne fu Sampietro governatore della Casa di Dio dava in affitto a certo Piero Strato di Cadoneghe un molino detto della Crosara al Ponte Molino in Padova. Questa è una prova che il Pio Ospedale esisteva fin da quell'epoca.A quel tempo la chiesa e gran parte dei locali di ricovero erano di legno, che con l'uso non solo divennero insensibili, ma insufficienti ad accogliere gli abbandonati. Nel 1271 i Reggitore del Comune anche impressionati per i numerosi neonati che spesso si rinvenivano annegati nei canali, decise di erigere un locale più confacente allo scopo. Questo fu edificato nella contrade che poi fu chiamata Casa di Dio Vecchia, ora Via S. Sofia, e fu colà che scavando le fondamenta venne trovata la tomba così detta d'Antenore della quale abbiamo già parlato.Resosi insufficiente anche quel locale l'Istituto venne nel 1.784 traslocato nel soppresso convento di S. Giovanni di Verdara, nella via dello stesso nome. Quando nella prima metà del secolo scorso, il Governo austriaco concesse questo locale ai Padri Gesuiti, il Pio Luogo degli Esposti venne trasferito in contrade Ognissanti dove attualmente si trova.

LA RUOTA DEGLI ESPOSTI Con le leggi ecclesiastiche napoleoniche, la chiesa di Ognissanti assorbì le parrocchie di San Massimo e santa Maria Iconia. Adiacente ad essa vi era il monastero dei Benedettini, il quale rimase abbandonato sino al 1818, quando Maria Serafini Rossi lo acquistò per aprirvi un collegio femminile. Esso divenne poi sede delle Dame del Sacro Cuore. Nel 1852, Maria Serafini Rossi, trasformò il monastero dei Benedetti, installandovi l'istituto degli esposti ove pose in opera la ruota degli esposti (vedi foto ).Essa aveva lo scopo di accogliere i piccoli neonati delle famiglie indigenti, ma non solo, i quali venivano deposti nella ruota, che poi veniva girata verso l’interno ( vedi foto), pur di non abbandonarli o peggio morissero di fame. La povertà in quel periodo era diffusa e molte giovani madri ricorrevano a questo espediente pur di far sopravvivere i piccoli; ma non solo, vi erano anche bambini nati a seguito di fatti delittuosi o di violenze sulle donne.Ancora oggi, è in essere una specie di ruota degli esposti denominata però “ culla per la vita “, poco distante da quella antica.