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GLI SI FECE VICINO E SI PRESE CURA DI LUI (Lc 10, 34) PRIMA PARTE Canto di esposizione Invito all’adorazione (insieme) Signore Gesù,tu sei disceso dalla Gerusalemme celeste alla Gerico terrestre e sei caduto nelle mani dei briganti, che siamo noi peccatori. Ti abbiamo portato via tutto: ti abbiamo percosso a sangue e ce ne siamo andati via, lasciandoti mezzo morto. Ma tu non ti sei vendicato di noi: hai mostrato la tua compassione e, affinché potessimo trovare cure e comprensione, ci hai ristorati e ci hai fatto trovare riposo presso il tuo Padre celeste. Egli è quell’albergatore al quale Tu continui a ripetere: “Abbi cura di lui, e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno”. Hai speso la tua stessa Vita e hai versato il tuo sangue per prenderti cura di noi: “Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri,

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GLI SI FECE VICINO E SI PRESE CURA DI LUI(Lc 10, 34)

PRIMA PARTE

Canto di esposizione

Invito all’adorazione

(insieme)

Signore Gesù,tu sei discesodalla Gerusalemme celestealla Gerico terrestree sei caduto nelle mani dei briganti,che siamo noi peccatori.

Ti abbiamo portato via tutto:ti abbiamo percosso a sanguee ce ne siamo andati via,lasciandoti mezzo morto.

Ma tu non ti sei vendicato di noi:hai mostrato la tua compassionee, affinché potessimo trovarecure e comprensione,ci hai ristoratie ci hai fatto trovare riposopresso il tuo Padre celeste.

Egli è quell’albergatoreal quale Tu continui a ripetere:“Abbi cura di lui,e ciò che spenderai in più,te lo rifonderò al mio ritorno”.

Hai speso la tua stessa Vitae hai versato il tuo sangueper prenderti cura di noi:“Voi sapete che non a prezzodi cose effimere,come argento e oro,foste liberati dalla vostra vuota condotta,ereditata dai padri,ma con il sangue prezioso diCristo” (lPt 1,18-19).

Manda ancora il tuo Spiritodi pietàe di misericordia,affinché susciti ancoraSamaritani compassionevoli,che sappiano dirigersi decisamente

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verso tutte le periferiedella storia e dell'umanità:abbiano lo sguardo acutoper vedere i fratelli feritie malcapitati;

siano pronti a farsicarico personalmentedi tutti i fallimentidegli sfiduciati;condividano veramentele lacrime dei sofferenti;siano appoggio sicuroper tutti i derelitti. Amen.

SECONDA PARTE

Proclamazione della Parola

Dal Vangelo secondo Luca(10, 25-37)

Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse:«Hai risposto bene: fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?» Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto,lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Adorazione silenziosa

Canto

TERZA PARTE

Riflessione

1. Meditazione della Parola con gli Scritti di S. Annibale M. Di Francia“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto,lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto”.Io un giorno andavo verso casa, nei primi tempi anzi nei primi giorni che cominciavo l'opera.Quando mi incontro in un gruppo di persone che facevano circolo attorno a qualche cosa: era un ragazzo scemo, tutto lurido, con le labbra piene di bava e le vesti a brandelli e sudicio; e quella gente ne faceva uno spettacolo.

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“...un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino,gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino … lo portò a una locanda e si prese cura di lui”.Io n’ebbi pietà, presi quel ragazzo per mano, lo condussi con me a casa. Lo presi, lo ripulii, gli detti da mangiare e lo misi a letto. Poi, considerando in quel poveretto Nostro Signore, secondo la sua divina parola, mi accostai per baciarlo, intendendo baciare Gesù. In quel momento sparì dai miei occhi quel ragazzo scemo: io vidi coricato Nostro Signore Gesù Cristo, vidi il volto di Nostro Signore Gesù Cristo con sguardo reale,penetrante, che mi colpì, m’intenerì: baciai e ribaciai il volto di Nostro Signore Gesù.

“Il giorno seguente estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno”.Poi tutto tornò allo stato di prima. Lo provvidi di tutto e lo rimandai. Da quel momento io ebbi un trasporto maggiore per i poveri.

2. Le periferie esistenziali“Bisogna uscire a sperimentare la nostra unzione, il suo potere e la sua efficacia redentrice: nelle periferie dove c'e sofferenza…”

[Papa Francesco, Messa del Crisma - Basilica Vaticana Giovedì Santo, 28 marzo 2013]

Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa è una prova chiara. Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota:per esempio, quando esce dalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l’unzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l’olio di Aronne fino ai bordi della realtà, quando illumina le situazioni limite, “le periferie” dove il popolo fedele è più esposto all'invasione di quanti vogliono saccheggiare la sua fede.La gente ci ringrazia perché sente che abbiamo pregato con le realtà della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze. E quando sente che il profumo dell’Unto, diCristo, giunge attraverso di noi, è incoraggiata a daffidarci tutto quello che desidera arrivi al Signore: “preghi per me, padre, perché ho questo problema”, “mi benedica, padre”, “preghi per me”, sono il segno che l’unzione è arrivata all’orlo del mantello, perché viene trasformata in supplica, supplica del Popolo di Dio. Quando siamo in questa relazione con Dio e con il suo Popolo e la grazia passa attraverso di noi, allora siamo sacerdoti, mediatori tra Dio e gli uomini.Ciò che intendo sottolineare è che dobbiamo ravvivare sempre la grazia e intuire in ogni richiesta, a volte inopportuna, a volte puramente materiale o addirittura banale — ma lo è solo apparentemente — il desiderio della nostra gente di essere unta con l’olio profumato, perché sa che noi lo abbiamo. Intuire e sentire, come sentì il Signore l'angoscia piena di speranza dell’emorroissa quando toccò il lembo delsuo mantello. Questo momento di Gesù, in mezzo alla gente che lo circondava da tutti i lati, incarna tutta la bellezza di Aronne rivestito sacerdotalmente e con l’olio che scende sulle sue vesti. È una bellezza nascosta che risplende solo per quegli occhi pieni di fede della donna che soffriva perdite di sangue. Gli stessi discepoli — futuri sacerdoti — tuttavia non riescono a vedere, non comprendono: nella “periferia esistenziale” vedono solo la superficialità della moltitudine che si stringe da tutti i lati fino a soffocare Gesù (cfr Lc 8,42). Il Signore, al contrario,sente la forza dell'unzione divina che arriva ai bordi del suo mantello.Così bisogna uscire a sperimentare la nostra unzione, il suo potere e la sua efficacia redentrice: nelle “periferie” dove c’è sofferenza, c’è sangue versato,c’è cecità che desidera vedere, ci sono prigionieri di tanti cattivi padroni. Non è precisamente nelle auto-esperienze o nelle introspezioni reiterate che incontriamo il Signore: i corsi di auto-aiuto nella vita possono essere utili, però vivere la nostra vita sacerdotale passando da un corso all'altro, di metodo in metodo, porta a diventare

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pelagiani, a minimizzare il potere della grazia, che si attiva e cresce nella misura in cui, con fede, usciamo a dare noi stessi e a dare il Vangelo agli altri, a dare la poca unzione che abbiamo a coloro che non hanno niente di niente.

Adorazione silenziosa

Canto

SUPPLICHE PER LE VOCAZIONI

Guida

La compassione del samaritano ci interpella profondamente e ci spinge a dirigerci coraggiosamente verso tutte le periferie intorno a noi.Chiediamo la grazia a Gesù, Buon Samaritano, di rendere acuto il nostro sguardo e compassionevole il nostro cuore.

Ad ogni invocazione ripetiamo: Rendici compassionevoli, o Signore.

Lettore 1: Donaci, Signore Gesù, il tuo sguardo profondo per vedere le necessità dei fratelli:Ass.: Rendici compassionevoli, o Signore.

Lettore 2: Donaci, Signore Gesù, il tuo amore viscerale per farci commuovere dalle ferite degli altri:Ass.: Rendici compassionevoli, o Signore.

Lettore 3: Donaci, Signore Gesù, le tue mani protese per rialzare ogni fratello caduto e giacente a terra:Ass.: Rendici compassionevoli, o Signore.

Lettore 4: Donaci, Signore Gesù, i tuoi piedi zelanti per portare subito al riparo ogni fratello ammalato:Ass.: Rendici compassionevoli, o Signore.

Lettore 5: Donaci, Signore Gesù, la tua pietosa generosità per comprometterci in prima persona nell’ aiuto fraterno:

Ass.: Rendici compassionevoli, o Signore.

QUINTA PARTE

Benedizione Eucaristica

Canto

PREGHIERA PER GLI AMICI

Signore,tu ci hai comandatodi amare tutti gli uominiin te e per te:per tutti imploro la Tua clemenza.

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Ci sono però molti per i qualiTu hai impresso nel mio cuoreun affetto più intimo e familiare:a loro voglio bene con più ardore,per loro voglio pregare con più intensità.Abbracciali nel Tuo amore,Tu che sei la fonte dell’amore,Tu che mi comandi di amartie insieme me ne dai la capacita.Se la mia preghiera non valead ottenere per loro dei vantaggiperché ti è offerta da un peccatore,valga almeno perchénasce in risposta ad un Tuo comando.Per te, dunque, che sei l’autoree la fonte dell'amore, per Te,e non per me,continua ad amarli,e fa’ che essi pureTi amino con tutto il cuore,con tutta la mente, con tutta l'anima,così che possano volere,dire e fare solo quanto piace a Tee gioca al loro bene.La mia preghiera è troppo tiepida,poiché debole è la fiamma del mio amore,ma Tu, che sei ricco di misericordia,non misurare i doniche Ti chiedo per gli amicisul torpore delle mie invocazioni,ma come la Tua benignitàsupera ogni amore umano,così la Tua risposta trascendalo scarso fervore della mia supplica.Fa’ per loro e con loro, Signore,quanto li aiuta a procedere nel camminoche hai tracciato per loro,così che siano sempre e ovunqueguidati e protetti da Te,fino a che raggiunganola sicurezza gloriosa del cielo.(S. Anselmo)