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La bugia del pianostrategico dellaCittà Metropolitana

Lo scorso 19 ottobre si è svolto aGioiosa Jonica l’incontro “Costruiamo

insieme la nostra CittàMetropolitana”. Grande assente il

sindaco dell’Ente, GiuseppeFalcomatà, impegnato a inaugurare

una scuola a Reggio.

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

Ho partecipato all’incontro “Costruiamo insieme la nostra CittàMetropolitana” svoltosi a Gioiosa Jonica il 19 ottobre scorso. Dopo averascoltato la relazione del consigliere delegato Fabio Scionti e quelle dei tec-nici mi sono reso conto che si stava celebrando una grande bugia. Devodire che ci sono stati anche gli interventi di Salvatore Fuda come sindacoospitante, oltre che consigliere, e quello di Stefano Raschellà, sindaco diMammola e presidente dell’Unione dei Comuni del Torbido, mentre quasitutti si sono lamentati dell’assenza del sindaco Giuseppe Falcomatà, che aquanto pare era impegnato a inaugurare una scuola a Reggio. Ho chiestola parola, ho dovuto aspettare l’intervento degli altri sindaci della vallata,ma poi alla fine mi è stato consentito di intervenire. Inizio con una consi-

derazione: la Città metropolitana è stata costituita nell’agosto del 2016,sono passati 3 anni di assenza totale nel territorio, nonostante esista ancheun consigliere metropolitano che ha la delega alla Locride che è CaterinaBelcastro. Purtroppo dobbiamo anche considerare che la stessa cosa nonè successa a Reggio Calabria, dove questo ente ha utilizzato molti finanzia-menti, finanche per la festa della Madonna.Il 6 giugno del 2017 con la delibera n°21 iniziava il percorso del Piano stra-tegico (pubblicizzato anche con un volumetto - foto accanto) che indicavale linee guida e anche un cronoprogramma di 26 mesi per la fase di studioe partecipazione. Ora i 26 mesi sono passati ad agosto del 2019. Ho chie-sto quel giorno perché non è pronto il piano strategico. Perché solo ora ini-zia la fase di partecipazione? L’unico incontro di cui si parla nel sito inter-net è del 2 maggio 2018 a Condofuri, organizzato dal consigliere Scionti. Il

quale mi risponde ma senza convincermi; più chiara la risposta di uno deitecnici responsabili, l’ingegnere Foti, che mi dà ragione, ma il cronopro-gramma è stato prorogato per motivi burocratici e per la difficoltà incon-trata. Bene, anzi male. Vediamo nei prossimi incontri, ne sono previsti altri4 nella Locride, cosa dirà il sindaco Falcomatà a riguardo, e soprattutto sei nostri sindaci sapranno far valere le loro ragioni e si informeranno su que-sto piano che è di straordinaria importanza per il nostro territorio. Hoinformato, inoltre, i tecnici che molti sono stati i progetti di sviluppo realiz-zati nel nostro territorio dal “Patto territoriale” del governo Prodi, cheportò un investimento dello Stato di circa 100 miliari delle vecchie lire al“Locride 2015” realizzato dal Consorzio Locride Ambiente. Io li conservotutti in una casetta che ormai chiamo la “cassetta dei sogni”.

La Città metropolitana è stata costituitanell’agosto del 2016, sono passati 3 annidi assenza totale nel territorio.

Il 6 giugno del 2017 conla delibera n°21

iniziava il percorso delPiano strategico che

indicava le linee guida eun cronoprogramma di26 mesi per la fase di

studio e partecipazione.Ora i 26 mesi sono

passati ad agosto del2019, perché il piano

strategico non è pronto?

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www.larivieraonline.com Rattualità

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QUISQUILIE

Non è stata accolta con grande entusiasmo la presentazione del libro “Calabriamalata. Sanità l’altra ‘ndrangheta”, scritto dall’ex commissario alla sanità calabre-se Massimo Scura, che si è svolta lo scorso 25 ottobre presso il salone del Caritasdiocesana a Locri. Con un duro comunicato il segretario provinciale della Uil-FplNicola Simone ha accusato Scura di aver “travisato la storia, disinvoltamenteriscritta”. “Si deve essere particolarmente cinici – sostiene il sindacalista - per avere il corag-gio civile e morale di presentarsi a Locri e pensare di confrontarsi con una popo-

lazione condannata a soffrire e morire di sanità, anche a causa delle responsabi-lità dell’ingegnere oramai plasticamente dimostrate. Sarebbe utile che il sindacodi Alfadena spiegasse, intrattenendo i cittadini sul fenomeno malavitoso, qualidenunce abbia sporto alle autorità competenti sugli ‘ndranghetisti e i massoni chehanno saccheggiato la sanità. Sicuramente ai cittadini della Locride poteva esse-re evitata tale caduta di stile. Non si abusi - conclude Simone - della antica civiltàe senso di ospitalità del popolo locrese”.

In un intervento di alcune settimane addietro - sia pure scaturito da un episodio di mode-sta intensità politica - Rosario Condarcuri si poneva, e rivolgeva anche agli altri, la doman-da riguardante il futuro dell’Associazione dei Comuni della Locride. In discussione è nontanto una sua qualunque forma di sopravvivenza quanto la sua effettiva capacità di elabo-rare accurate analisi dei bisogni del territorio e di individuare i percorsi e gli strumenti, ingran parte di natura politica e amministrativa, per dare a essi risposte efficaci. È ovvio chequalora quest’ultimo e decisivo obiettivo non risultasse alla portata dell’Associazione, lastessa esistenza di questa si svuoterebbe di significato. La questione, pertanto, è di fonda-mentale importanza e la maggioranza dei Sindaci ne ha piena consapevolezza. Ancheperché passando in rassegna le vicende delle quali da ormai più di due decenni essi sonostati protagonisti, talora da spettatori rabbiosamente ininfluenti, emergono le difficoltà egli ostacoli incontrati: a volte di natura interna, più frequentemente provenienti dal disim-pegno o dai numerosi e impuniti (le nostre colpe!) tradimenti della politica nazionale eregionale. Questa è la storia con la quale bisogna fare i conti. Da questa storia, inoltre,viene fuori un bilancio che mette in luce la sproporzione non solo tra le potenzialitàdell’Associazione (per anni l’unica della Calabria) e i risultati concreti ottenuti, ma anchetra l’impegno di suoi presidenti - come, tra gli altri, l’ecumenico Imperitura e l’appassio-nato Ammendolia - e le risposte degli interlocutori istituzionali.Nonostante queste criticità l’Associazione dei Comuni, bene o male, è sopravvissuta; epenso che questo sia in fin dei conti positivo, soprattutto perché in linea di principiorimangono inalterate tutte le sue potenzialità. Le quali possono essere rafforzate da unadiagnosi rigorosa dei motivi di varia natura e provenienza, che hanno determinato la spro-porzione sopra accennata. Questo comporta anche il coraggio di non chiudere gli occhisulle debolezze e fragilità interne, che hanno consentito, ripeto, impunemente a gover-

nanti di ogni ordine e grado di disattendere gli impegni assunti.Negli ultimi anni a queste criticità se ne è aggiunta un’altra, di tale pericolosità da rappre-sentare una malattia mortale per il futuro dell’Associazione: l’appartenenza partitica.Interpretata non come visione alternativa di politica del territorio, con mappe progettua-li adeguatamente motivate e, nel caso fossero competitive, pur sempre suscettibili di sin-tesi più ricche delle loro singole parti. Interpretata invece come schieramento, come unnoi contro un loro, che non produce dialettica ma contrapposizione fittizia, inevitabilmen-te paralizzante e quindi mortifera. Lo schema amici-nemici tanto caro a C. Schimd. Loscopo degli schieramenti, storicamente, è sempre stato quello di esercitare un potere inquanto tale e non come servizio alla comunità. Sono convinto che l’Associazione nonabbia assolutamente bisogno di contrapposizioni artificiose, caratterizzate da un formali-smo privo di contenuti. Nel contempo, anche se non richiesto, mi permetto di ricordareche nelle dinamiche di gruppo le diversità sono una risorsa da utilizzare, ma gli obiettivi siraggiungono se si cammina tutti insieme. È quello che abbiamo sperimentato in anni chesembrano ormai lontani nella Conferenza dei Sindaci, quando abbiamo salvato, tra l’al-tro, l‘autonomia dell’ASL n° 9 e il trasferimento a Crotone dell’elisoccorso. Ma in presen-za dei guastatori, qualunque sia il loro spessore culturale e la loro autorevolezza, il rischiodella destrutturazione del gruppo, se non si corre ai ripari, è reale. Qui, come in econo-mia, vale la legge che “la moneta cattiva toglie quella buona”. Cesare Deleo, come delresto altri Sindaci, queste cose le conoscono bene per le loro competenze e la loro espe-rienza. Guardando al futuro, come un qualunque cittadino della Locride, mi auguro undeciso cambio di marcia sia per quanto riguarda la velocità che i traguardi da raggiunge-re.

Antonio Scordino

Hanno protestato per due giorni consecuti-vi i lavoratori di Locride Ambiente, lasocietà che gestisce la raccolta dei rifiuti delcomprensorio. Su iniziativa della SlaiCobas, unico sindacato presente, martedìscorso sono partiti da contrada Pantanizzi aSiderno, hanno proseguito lungo la Statale106, percorso il corso Garibaldi, via deiColli, via Cesare Battisti, via Conciliazionee corso della Repubblica, per poi fermarsidi fronte alla sede di Locride Ambiente. Ilgiorno successivo il sit-in ha proseguitodavanti alla sede dell’azienda. Il motivodella protesta è quello di sensibilizzate leistituzioni coinvolte sul grave disagio che ilavoratori stanno vivendo a causa delle inef-ficienze della società sotto il profilo retribu-tivo, determinate dal reiterato ritardo nelpagamento di ben quattro stipendi. Oltre apatire le inadempienze retributive, i dipen-denti di Locride Ambiente, vivono quoti-dianamente un clima di tensione: “Ognivolta che i lavoratori aprono bocca – dichia-ra uno di loro - ricevono una lettera discipli-nare, volta a intimidirli”. Una drammaticasituazione che calpesta la dignità di tantipadri di famiglia.

Si è conclusa domenica 27 ottobre a Ferruzzano la secondatappa della fase autunnale del progetto “La via dei borghi”.Ferruzzano è un paese le cui singolari attrattive lo rendonoparticolare anche a confronto con i limitrofi borghi aspro-montani. Qui la narrazione si concentra prevalentemente sul-l'elemento antropico e su come l'uomo si è saputo adattare aquesto territorio.Il progetto, nato dalla sinergia tra le associazioni KalabriaExperience e Il giardino di Morgana, si è avvalso dei patroci-ni della Città Metropolitana di Reggio, del ConsiglioRegionale della Calabria, del Comune di Ferruzzano e dellapreziosissima collaborazione dell'associazione Rudina.Il percorso si è snodato tra i vicoli del borgo con le sue abita-zioni quasi abbandonate improvvisamente dai residenti inter-vallate da panorami mozzafiato sulla vallata sottostante.Il racconto è stato arricchito dalla partecipazione di SantinoPanzera e di Orlando Sculli dell'associazione Rudina.Importante la collaborazione con l'azienda agricola Panzera,

che ha saputo accogliere sintetizzando al meglio i sapori, i vinie la squisita ospitalità di queste contrade. Si conferma anche a Ferruzzano uno degli obiettivi de “La viadei borghi” che è quello di irrobustire la rete sinergica di col-laborazione con giovani che decidono di investire concreta-mente sul territorio calabrese.Durante il percorso, all'altezza dell'asilo, è stato dato ampiospazio all'incredibile figura di filantropo di Umberto ZanottiBianco con delle letture dei racconti confluiti nel libro "Tra laperduta gente" che hanno catapultato i visitatori nella realtàbellissima e disgraziata di queste contrade dopo il terremotodel 1907.Dopo pranzo gli escursionisti hanno fatto vela verso la casamuseo Zephyros dell’Artista scultore e mosaicista DomenicoCarteri che ha saputo coinvolgere tutti con la sua straordina-ria carica umana.Grande l'apprezzamento per le opere custodite in questameravigliosa villa affacciata sullo Ionio.

L’ultimo abuso di Massimo Scura e la storia riscritta della sanità calabrese

L’associazione dei comuni . Qual futuro?

SIDERNO

La protesta dei lavoratoridi LocrideAmbiente peril ritardo neipagamentidegli stipendi

CONTE, DAL LATINO COMPTUS,“CURATO”, “GARBATO”,

“APPROPRIATO”

CRISI DELLA SINISTRA: AUTO BLU ASECCO

ATTENTI A ZINGARETTI: È L’UNICODEL GRUPPO CHE NON TEME DI

PERDERE LA POLTRONA

VINCENZO AMIDEI

La via deiborghi nelmeravigliosocentro diFerruzzano

SIDERNO

Perché alcuni sonoesonerati dal rispettodelle norme cheregolano la raccoltadei rifiuti?Tutte le mattine, dinanzi a un notolocale di Siderno, si assiste allo spetta-colo indecoroso che vedete in foto.Montagne e montagne di spazzaturavengono abbandonate sul marciapiedein barba alle più basilari norme igien-iche e alle prescrizioni dettate dalla rac-colta dei rifiuti da parte di LocrideAmbiente. Aspetto ancora più ingiusto,per i residenti, è il fatto che questocumulo di spazzatura venga periodica-mente ritirato esonerando completa-mente i titolari dal rispetto delle normedi civiltà.

Una residente

DIAVOLO NERO

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Novità a Siderno nel campo del bartending, la tecnicaamericana che permette al barman o bartender dicreare, con la massima professionalità, eccellenticocktail in modo divertente e spettacolare. Il notobarman del TOP di Siderno, Nicolò Bolognino - chesi è già brillantemente distinto per la sua passione sia

sul panorama nazionale che internazionale, tanto da essereincoronato campione mondiale 2017 di Rum Frontiers, concor-so di mixology svoltasi in Nicaragua - ha deciso di aprire unaScuola per Barman che fa capo al centro di formazionenazionale Bartenders Bar Academy. Sarà il primo polo dellaprovincia di Reggio Calabria e consentirà di ricevere una for-mazione nel campo del food & beverage a 360°."L'obiettivo - ha dichiarato Nicolò - è quello di formare i futuriaddetti alla miscelazione, sia che tu voglia diventare un bar-tender partendo da zero, sia che tu sia già un professionista delsettore e abbia voglia di aggiornarti per rimanere sempre alpasso coi tempi. Grazie all'innovativo metodo di insegnamentoscientifico della Bartenders Bar Academy, i corsisti alle prime

armi diventano professionisti ancor prima della conclusione delcorso. Stando ai dati, negli ultimi anni quasi tutti gli allievihanno trovato lavoro in Italia o all’estero entro 3 mesi dallaconclusione di un corso organizzato dall'Accademia".Si potrà scegliere tra più percorsi professionali completi, diver-si in base al tipo di locale in cui si intende lavorare e alla carri-era a cui si aspira. Il prossimo 11 novembre partirà il corso di I°livello di American Bartending della durata di 40 ore. Saranno,inoltre, attivate master class gratuite e a pagamento a cui pren-deranno parte i migliori barmen nazionali e internazionali. Lafrequentazione delle master class prevede il rilascio di attestativalidi a livello internazionale: si tratta, infatti, di una qualificaeuropea riconosciuta dalla F.B.A (Flair BartenderAssociation). Un'ottima occasione per gli aspiranti barman della Locride chepotranno finalmente formarsi a un passo da casa. E questo gra-zie all'intraprendenza e alla lungimiranza di Nicolò Bologninoche, ancora una volta, batte tutti sui tempi.

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È tornato in libreria “Lo scandalo delle OMC”, volume che narra la storia dell’ingegnere di Grotteria Vincenzo Bruzzese che, all’inizio del secolo scorso, fondò a Locri un’industriametalmeccanica che in poco tempo sarebbe stata vista con timore dalle sue contropartitorinesi e milanesi. Per ripercorrere questo glorioso quanto colpevolmente dimenticatocapitolo della storia del nostro comprensorio, abbiamo incontrato l’autore, Salvatore Futia,per parlare del libro, della sua importanza e del perché tutte le occasioni di riscatto dellaLocride sono state vittima della cosiddetta “Strategia della Crisi”.

JACOPO GIUCA

L’opinione pubblica, anchequella comprensoriale,dimentica troppo spesso lastoria delle OfficineMeccaniche Calabresi.L’opportunistico oblio di unadelle pagine maggiormentegloriose della storia dellaLocride ha contribuito adiffondere il ritratto di uncomprensorio povero e indo-lente che, dopo i fasti dell’an-

tichità, avrebbe nascosto opportunisticamente lapropria incapacità di mettersi al passo del più pro-duttivo settentrione d’Italia dietro l’oppressionedella ‘ndrangheta e la crudeltà di uno Stato tiran-no che aveva un occulto interesse ad asservirlo.Eppure, la storia dell’ingegnere VincenzoBruzzese, trentenne di Grotteria che, dopo esserestato impiegato nella Diatto di Torino, aveva deci-so nel 1924 di fondare un’azienda metalmeccani-ca a Locri, dimostra che la gloria di un futuroindustriale, all’inizio del secolo scorso, era davve-ro dietro l’angolo per il nostro comprensorio.Come troppo spesso è accaduto nella Locride,tuttavia, anche la storia delle OMC si sarebbeprematuramente conclusa a causa di un’accusainfamante dietro la quale si nascondeva con ogniprobabilità la tessitura di chi, in quella fabbrica,vedeva un nemico da combattere anziché un’op-portunità di sviluppo. L’accusa rivolta all’ingegne-re di aver sottratto i 6 milioni di lire che fecerofallire la Banca Popolare di Gerace avrebberoconvinto la magistratura a eseguire un arresto ingrado di condurre al fallimento delle Officine inpoche settimane, e a nulla sarebbe servita la ria-bilitazione di Bruzzese, quattro anni dopo, peropera del Tribunale di Salerno per salvare unabarca ormai affondata.Le OMC erano state vittime di un disegno per-verso che avrebbe garantito ai suoi autori nonsolo di vedere morire la fabbrica, ma persino chela sua storia venisse totalmente dimenticata, get-tando nel più nero sconforto le generazioni che,da quel momento in poi, avrebbero creduto piùfacilmente alla storia che nella Locride non si èmai saputo investire piuttosto che in quella diun’officina la cui concorrenza sarebbe stata vistacon timore dalle sue controparti torinesi e mila-nesi.Fortunatamente a ricordarci questa storia e tuttii suoi risvolti ci pensa “Lo scandalo delle OMC”di Salvatore Futia, un libro oggi giunto alla terzaedizione grazie alla ristampa recentemente con-cessa dal professore alla casa editrice P Libreriedella Libreria Pedullà che, curata da GabrielePolito, vanta la nuova prefazione di AntonioRuggia, autore di una tesi di laurea sull’argo-mento, utile a introdurre brevemente ma congrande efficacia questa vicenda su cui le istituzio-ni sono sempre rimaste in colpevole silenzio.Per ripercorrere anche noi la storia delleOfficine e capire l’importanza di questa ristam-pa, questa settimana abbiamo intervistato il pro-fessore Futia.Torniamo alla genesi del libro. Come le viene l’i-dea di raccontare lo scandalo delle OMC?Il libro è stato pubblicato per la prima volta dal-l’editore Barbaro di Oppido Mamertina nel 1993e ne sono state fatte due ristampe e tre edizioni.Si tratta di un volume bene o male noto in tuttaItalia ma, anche se in questo periodo si fannomolti film e si scrive tanto sulla Calabria, a nes-suno è mai venuto in mente di raccontare meglioquesta storia. All’epoca pensaci di approfondirlaperché frequentavo un signore di Locri,Pasquale Napoli, poi morto nei primi anni ’90 a105 anni, che aveva lavorato da giovane propriopresso le Officine. Questi era uno degli ultimioperai rimasti sul nostro territorio, perché lamaggior parte dei dipendenti delle OMC, dopola chiusura, erano andati al nord, dove avevanopreso lavoro in posizioni apicali presso le indu-strie più fiorenti della seconda metà del ‘900. Adifferenza degli operai della Fiat, ad esempio,che sapevano solo lavorare presso la catena dimontaggio, questi nostri manovali erano infattiabili nel portare a termine più compiti e veniva-no trattati come veri e propri jolly da inserireovunque ci fosse bisogno di loro dai capi delle

industrie settentrionali. Questo Napoli comin-ciò a parlarmi della storia delle Officine dopoaver visto, un pomeriggio, un giovane cheimpennava con la moto e, a partire da quel gior-no, per tutto il mese successivo, mi raccontò tuttii dettagli che oggi si possono leggere sul miolibro. La mia abitazione, inoltre, apparteneva auna delle dipendenti delle OMC, che credofosse l’unica fabbrica d’Italia, all’epoca, ad averassunto delle donne e ad avere un dopolavorocompletamente dedicato ad esse. Non è uncaso, infatti, se questa signora raccontava diessere stata a lungo scambiata per una prostitu-ta a causa del suo turno di lavoro notturno.Sono questi due elementi, come la storia dell’in-gegnere Francesco Franco, di cui riporto un’in-tervista alla fine del libro, ad avermi fatto fattovenire l’idea di approfondire questa vicenda.Perché, a distanza di quasi un secolo, ritieneimportante continuare a mantenere vivo ilricordo di questa vicenda e perché, di conse-guenza, ha voluto dare nuovamente alle stampeil suo libro?Perché negli ultimi cinquant’anni anni abbiamoassistito spesso all’apertura di stabilimenti indu-striali di grandi marchi lontano dalle sedi centra-li e, alla stessa velocità con cui questi centri sonosorti, spesso sono stati anche chiusi, dato che gliinteressi delle multinazionali si concentravanoovviamente sulle sedi principali. Le OMC, inve-ce, sono forse ancora oggi l’unico esempio direaltà industriale completamente nata all’inter-no di un comprensorio grazie allo sforzo di per-sone che erano del posto e ci tenevano a far sor-gere una realtà di questo tipo nel proprio terri-torio. Ad eccezione dei fari e delle gomme dellemotociclette, infatti, tutto veniva prodotto nellaLocride come da volontà dell’ingegnereBruzzese, che riuscì in poco tempo a realizzareun centro metalmeccanico che avesse lo stessosuccesso delle grandi industrie del nord pur par-tendo da una base lavorativa completamentedifferente. È pur vero che si trattava di un perio-do storico in cui il nord, pure lontano, non sem-brava così difficile da raggiungere come sarebbeinvece avvenuto in seguito alla Seconda GuerraMondiale. L’assetto industriale impostato daiBorbone ancora sopravviveva e una fabbricacompletamente concepita, nata e sviluppata dastudiosi e operai della Locride era il modo idea-le di mantenere a galla la forza economica cheancora potevamo vantare.Qual è stata la chiave del repentino successodelle Officine?Bruzzese, ex vicedirettore della Diatto, industriache costruiva locomotive a Torino, sfruttò l’e-sperienza di ingegneri del nord Italia disposti atrasferirsi sui nostri lidi per avviare il proprioprogetto nella sua terra natìa. La fortuna delcomprensorio fu proprio il desiderio dell’inge-gnere di tornare in Calabria, dove scelse Locriper aprire la sede delle OMC in virtù dellaconformazione del territorio. Qui Bruzzeseavviò una collaborazione con un meccanico delposto, Melandri, che gli permise di entrare in

Salvatore Futia“La storia de ci insegna che il ri

“Grazie all'idea di Gabriele Polito (cha ha curato meravigliosamente la grafica) e alla disponibilità delProfessore Futia, abbiamo deciso di ristampare il tanto richiesto libro sulle Officine Meccaniche Calabresi.È troppo importante fare conoscere alle nuove generazioni quello che poteva essere e non è stato. Sevogliamo costruire un futuro importante dobbiamo conoscere e non commettere nuovamente gli erroridel passato. La storia sulle OMC ha sempre destato in me enorme interesse e passione, forse la stessa pas-sione che nutro per la mia terra, per la mia Locri. Ringrazio ancora il professore Futia per aver fortementevoluto, per questa nuova ristampa, una mia prefazione, forse perché avrà visto in me lo stesso interesseche lui ha sempre avuto per questa storia”.

Antonio Ruggia

“La ristampa del libro sulle OMC nasce dalla volontà di dare un seguito e una testimonianza all’unicarealtà industriale presente a Locri. Nessuna istituzione, nessuna rappresentanza regionale o provinciale siè mai proposta di dare il giusto valore a questa realtà. L’esempio, come sempre, lo hanno dato i pochi, isemplici cittadini che li troviamo nel professore Futia, in Antonio Ruggia e in qualche altro studente cheha voluto omaggiare un glorioso passato con tesi universitarie, e con testimonianze raccolte nel tempo.Oggi si è deciso di andare oltre risvegliando, nel nostro piccolo, quel fuoco che arde ancora per questaterra, distaccati da certe logiche e con la mente al miglioramento quotidiano, proprio come l’ingegnerVincenzo Bruzzese, un giovane trentenne che senza troppe chiacchiere si mise in gioco e mise in atto lasua idea. Idea e azione fecero un capolavoro inimitabile. Questo mi ha spinto a contribuire alla ristampadi questa splendida testimonianza, splendida e tremenda allo stesso tempo, perché segna fino a oggi moltevisioni della nostra terra: all’epoca futuristico fu il messaggio di Bruzzese. Mai più, ricordatevelo... conquesto il mio più grande ringraziamento va al professore Futia, che mi ha omaggiato dei diritti di stampa,e ad Antonio Ruggia per la preziosa collaborazione”.

Gabriele Polito

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affari rettificando pezzi di ricambio per le pocheautovetture e motociclette che circolavano incittà, un piccolo stabilimento che, presto, sisarebbe specializzato nella produzione di bullo-ni di grande qualità. A partire da quel momen-to, il lavoro dell’ingegnere e della sua piccolacatena di montaggio venne conosciuto e apprez-zato nell’ambiente siderurgico nazionale, tantoche la prima grande commessa per il suo stabi-limento fu la produzione dei bulloni per il tran-satlantico Rex, poi affondato dagli inglesidurante la guerra. La lungimiranza di Bruzzesegli permise poi di riuscire ad adattarsi ai tempiche cambiavano. Dopo aver prodotto pezzi diricambio per auto e bulloni per navi l’ingegnerestava già ragionando sulla produzione di un uninnovativo motore per aereo e sul primo elicot-tero quando la crisi del ’29, che colpì ovviamen-te anche le periferie, lo convinse a dedicarsi alsolo assemblaggio delle moto, di cui si sarebbeoccupato fino all’improvvisa chiusura dello sta-bilimento.Quali sono stati gli anni di attività dell’aziendae quanti gli impiegati?L’inizio della collaborazione tra l’ingegnere eMelandri risale al 1924 e contava sul lavoro diquattro operai. Già quando si passò alla produ-zione dei bulloni il numero aumentò, ma è statocon la catena di montaggio per le motocicletteche le OMC vantavano 150 operai fissi che, aseconda delle commesse, potevano arrivare finoa 300 unità, per lui facilmente reperibili perchéera un grande esperto di marketing. Non è uncaso, infatti, se il logo delle Officine era di chia-ra matrice futurista e se riuscì a prevenire la crisidel ’29 accogliendo i suggerimenti di chi stavaconsigliando agli industriali di concentrarsi sullaproduzione delle motociclette, che avevano unlargo impiego militare e, con i venti di guerrache si cominciavano a percepire in quegli anni,sarebbero certamente state richiestissime di lì apoco. Naturalmente da noi non c’erano mano-valanze qualificate e fu per questa ragione cheBruzzese avviò i lavori grazie al contributo dialcuni tecnici torinesi, delegati a insegnare ainostri come svolgere il proprio lavoro, che veni-va periodicamente testato, cronometro allamano, per assicurarsi che rispettassero le tempi-stiche tenute dagli operai di Torino.Questo repentino successo e le condizioni dilavoro assicurate dall’ingegnere, naturalmente,non furono viste da tutti di buon occhio…Ovviamente no. I grandi proletari non accetta-vano la presenza di grandi industrie per dueragioni: perché non erano lungimiranti e perchél’industrializzazione gli toglieva la manovalanzache potevano impiegare a buon prezzo presso ipropri campi. L’apertura delle Officine, anzi,creò una vera e propria crisi sociale, nel nostrocomprensorio, perché i braccianti che lavorava-no dall’alba al tramonto per quattro lire al gior-no, spesso si resero disponibili a prestare servi-zio gratuitamente presso le OMC per interimesi pur di avere assicurato, da lì a qualchetempo, un impiego alle condizioni concesse da

Bruzzese, che prevedevano otto ore lavorati-ve dal lunedì al venerdì per ben quattordici liregiornaliere.Insomma, da parte dell’ingegnere c’era unaconcezione progressista del lavoro che, purtrop-po, ancora oggi non è facile riscontare nelnostro comprensorio (e in tantissime altre partid’Italia). Non pensa che i datori di lavoro cheancora non danno il giusto peso all’attività deipropri dipendenti sia uno dei fattori che habloccato sul nascere tutte le pretese di sviluppodella Locride?Sì, ed è proprio per questo che ho fatto stampa-re nuovamente il libro con la speranza che possaarrivare a quei ragazzi che se ne vanno lamen-tandosi che qui non c’è lavoro. La storia dell’in-gegnere ci insegna che il nostro territorio, forsepiù di altri, ci offre la possibilità di inventarnecento, di lavori e che noi possiamo ripetere quil’esperienza di centinaia di giovani che, nel cen-tro e nel nord Italia, hanno messo da parte lapropria laurea per riprendere tra le mani i lavo-ri dei padri e dei nonni, dando nuova linfa vita-le a un settore primario che, fino all’inizio deglianni 2000, sembrava caduto in una crisi irrever-sibile. Se sono riusciti a farlo loro con territoriche danno determinate opportunità, si pensicosa si potrebbe produrre da un territorio che,come il nostro non gode di colture estensive madi un microclima diverso ogni 15 km, fattoreche ci permette di avere una varietà di coltureimpressionante. Si tratta solo di sfruttare le con-dizioni date e, ove possibile, creare un lavoro dazero, proprio come fece Bruzzese.Ma sarebbe possibile, oggi, riuscire a realizza-re un’operazione come quella della OMC?Sarebbe necessario che si ripresentassero lecondizioni di quel periodo. In quegli anni, nondobbiamo dimenticarlo, i nobili accettarono l’a-pertura di una fabbrica di quel tipo a Locri con-vinti che si trattasse di una vezzo della moder-nità che poco avrebbe cambiato lo status quodel comprensorio. Oggi siamo lontani da quelperiodo di grandi intuizioni inaugurato daRocco Scaglione e dalla sua idea di fondare ilpaese di Gerace Marina, un evento che avrebberappresentato la fondazione di una nuovasocietà non più basata sullo sfruttamento e sullecolonìe, ma sugli investimenti. Il nucleo origina-le di Locri, dal momento della sua ideazione,venne costruito in appena tre anni. Come si fa apensare che questa operazione si possa realizza-re anche oggi se, per restaurare il Municipio, dianni ce ne hanno messi venti? O che si possarealizzare qualcosa in un periodo storico in cuitutta la Calabria non ha nemmeno una Societàper Azioni come lo erano le industrie di cui stia-mo parlando, in cui la gente aveva creduto eaveva voluto scommettere. Certo, Scaglione,come Bruzzese, aveva studiato fuori ed era cer-tamente più lungimirante di altri che, invece, glifecero palese ostruzionismo.Volendo quindi provare a riproporre questomodello, oggi chi pensa che potrebbe fare que-sta differenza?Chi si accultura, chi studia fuori con l’intento diritornare, chi vive realtà lavorative funzionanti ele assurge a modello per uno sviluppo delnostro territorio. La Regione Calabria, anzi,dovrebbe incentivare questo genere di opera-zioni prevedendo lo stanziamento di fondi perchi ritorna con un progetto da realizzare in loco.È solo così che la Calabria potrà mettere fine aquella che io chiamo la “Strategia della Crisi” incui si trova da decenni. Nel nostro territorio,all’incirca ogni cinquant’anni, siamo andati vici-nissimi a un’occasione di riscatto poi malamen-te sprecata e sostituita da un periodo di crisi. Miriferisco alla rivoluzione che avevano avviato iMartiri di Gerace, a quella sociale innescata daBruzzese, all’opera del vescovo Luigi Perantoni.Ognuna di queste esperienze è terminata bru-scamente proprio la “Strategia della Crisi”,inaugurata sempre da quei ribaldi che, dallacrisi, hanno sempre avuto da guadagnarci.

elle OMC iscatto è possibile”

“L’oscurantismo geracese”vero motivo del mancatosviluppo della Locride

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

Nei miei articoli ho citato spesso “l’oscurantismo geracese”, espressioneconiata da Turi Futia, che rappresenta benissimo il mancato sviluppo diquesta terra chiamata Locride. Nella trilogia Futia parla di 3 grandi occa-sioni che il territorio che sembrava essere sul punto di svolta, non ha colto,colpa appunto di queste famiglie che per conservare il loro potere anticohanno fatto di tutto per non far decollare queste tre ipotesi di sviluppo. Latrilogia riguarda l’esperienza del vescovo Pierantoni, la missione di unasuora e appunto le Officine Meccaniche Calabresi di cui parliamo in que-sto numero. Lo sviluppo della Locride per me rappresenta uno dei grandienigmi della storia, perché questa terra, come ho scritto molte volte, hatutto per emergere ma ogni volta non riesce. In questi tempi la mia convin-zione è che si riuscisse a costruire una governance del territorio e questainiziasse a capire le peculiarità, riuscendo a tradurle in una seria program-mazione di azioni e interventi, la Locride potrebbe iniziare a sperare in unfuturo migliore. Rimane il fatto che l’esperienza dell’ingegnere Bruzzeseraccontata nel libro di Futia dovrebbe essere letta da tutti i nostri giovaniper capire che si può fare, si possono realizzare anche qui i propri sogni,bisogna solo crederci.

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Questa settimana abbiamo conosciutomeglio alcuni dei candidati delle due liste che concorreranno alle

elezioni amministrative del prossimo 10 novembre.

Perché hai decisodi dare il tuo

sostegno alla lista?

Quale sarà il tuo contributoqualora la vostra lista dovesseuscire vincente dalle urne?

Cosa avete in più deivostri avversari?

VITTORE ASPROMONTE

1. Ho deciso di entrare a far parte di questa avventura dopo che con l’amico e nostrocandidato a sindaco Giuseppe Belcastro negli anni ci siamo trovati in accordo su tema-tiche a me care e sulla visione della nostra Marina di Gioiosa.

2. Il mio impegno è rivolto nel settore sociale e disabilità, ed è mio obiettivo far sì chel’inclusione (diritto fondamentale che prescinde dalla condizione e dalla capacità indi-viduali) sia aperta a tutti, rispettando le diversità. Il bene delle persone è il bene dellacomunità. Sarà compito nostro (se ci verrà data la fiducia) realizzare questo bene,dando la direzione e iniziando sin d’ora ad ascoltare i loro bisogni.

3. Non è cosa abbiamo di più o di meno, nè una rincorsa a “vincere” a tutti i costi. Nellanostra lista civica “Marina di Gioiosa Jonica - cittadini solidali e attivi per il bene di tutti”c’è un progetto/programma con al centro quel “bene” che riguarda la collettività. Dicarattere non amo il duello tra due fazioni; a me, come agli altri candidati della lista,interessa il bene della collettività, e dopo anni duri la democrazia sta tornando nellemani dei cittadini. Io porterò le mie conoscenze e la mia sensibilità a sostegno di tuttaMarina di Gioiosa e come me tutta la lista. Mettersi insieme è un inizio, rimanere insie-me è un progresso, lavorare insieme è un successo.

MARIA PANETTA

1. Sono molti anni che collaboro con Giuseppe Belcastro in vari progetti, svolgendo ilServizio Civile presso l’Associazione Amici della Terra, e in seguito tutor inMedAmbiente seguendo molti volontari e volontarie in vari progetti giovanili, tra cuiquello presso la Madonna dello Scoglio di Placanica.

2. Ho deciso di candidarmi per il Consiglio Comunale con la speranza che la nostra cit-tadina torni ai livelli che da sempre merita, con nuovi servizi per gli anziani ammalati.Proprio per questo vorrei dare il mio contributo nell’area rivolta al mondo degli anzia-ni. Gli interventi specifici a loro favore saranno un approccio alla persona con program-mi d’intervento individualizzati e continuativi. Promuoverò interventi prioritari per glianziani non autosufficienti con gli assistenti sociali, attivando e potenziando i servizi diAssistenza domiciliare integrata in modo da assistere molti nuovi anziani. A livellocomunale, mediante apposite iniziative e procedure, cercherò misure atte a favorire lapermanenza degli anziani in famiglia, favorendo la formazione degli operatori a varilivelli e con nuovi interventi di sostegno domiciliare.

3. Nel nostro programma, abbiamo un progetto di rinnovamento prima di tutto, anchenelle modalità di vivere e interpretare la funzione sociale e pubblica del nostro paese.Giuseppe Belcastro, nostro candidato a Sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, è noto pertutto l’impegno e la dedizione che ha messo in tanti anni di lavoro nel mondo sociale,nel mondo sociale, nel volontariato e nel settore ambientale.

VINCENZO TAVERNESE1. Marina di Gioiosa Ionica ha necessità del ritorno a una vita pubblica locale di spiritodemocratico. Mi è capitato di leggere proprio sulla vostra testata la lettera di un concitta-dino che si era sentito “escluso” dalle liste: questo tipo di atteggiamento, passivo e ritroso,risente della perdita di familiarità con la democrazia politica che la nostra comunità hasubito. Dobbiamo avere tutti ben chiaro che non si viene né esclusi né inclusi da nessuno,semplicemente si esce allo scoperto, si parla, ci si confronta e, se si è d’accordo con un buonnumero di persone, si presenta una lista elettorale comune. “Per Marina di Gioiosa Ionica2025” nasce da un percorso che, almeno nel mio caso, ha avuto uno svolgimento lungo.Ho ritenuto di proseguirlo fino alla mia candidatura con Geppo Femia perché ritengo che,alle condizioni date e vista la larga disaffezione alla politica da parte dei miei concittadini,questa fosse la miglior lista che si potesse comporre.

2. Certamente vivrei l’esperienza amministrativa in continuità con la mia precedente vita,dedicata alle cose di cui mi occupo professionalmente, cioè salute e cultura, e a quelle percui nutro un vivo interesse, come il governo del territorio e le attività produttive.Ovviamente mantenendo la consapevolezza che il ruolo di ciascuno deve essere rispetto-so di quello degli altri.3. Prima, riferendomi alla nostra come “lista migliore”, non intendevo minimamente espri-mere valutazioni sulle persone e sulle qualità individuali: un gruppo non è una semplicesomma di singoli. Direi che presi singolarmente non abbiamo nulla “in più” degli avversa-ri, ma certamente siamo diversi: a mio parere, abbiamo sensibilità, storie ed esperienzeche, nella loro varietà e complementarità, ci preparano più adeguatamente ai difficili com-piti che ci attenderanno.

ALESSANDRA MINA1. È stata una scelta ponderata ma, senz’altro, fortemente voluta. Nonostante fino a pocotempo fa questa esperienza politica non rientrasse nei miei progetti imminenti, ho decisodi concretizzarla quando ho capito quanto fosse necessario intervenire tempestivamenteper il bene di Marina di Gioiosa Jonica. La mia cittadina versa, com’è tristemente noto, inuno stato di profondo degrado, quindi ho dato la mia disponibilità perché convinta di esse-re affiancata da persone tanto diverse tra loro quanto animate da un obiettivo comune: larinascita della comunità.

2. Attivarmi! Infatti sono stata spinta ad abbracciare questo progetto dalla voglia di far tra-pelare un messaggio significativo e profondo, ovvero che se si crede in qualcosa, bisognametterci la faccia. Questo prelude una concreta assunzione di responsabilità, perché perriprendere le redini del nostro paese è obbligatorio non rimanere inermi, non interrogar-ci su cosa fa la società per noi ma casomai cosa facciamo noi per la società. L’attivismo poli-tico è anche questo: non assistere passivamente al progressivo declino del nostro contor-no. Non devono essere gli altri a intervenire ma noi stessi, non lasciando tutto nelle manidi una politica autoreferenziale distante anni luce dai bisogni del cittadino.

3. Abbiamo una competenza e un’esperienza che potrebbero favorirci all’atto pratico. Nelnostro gruppo ci sono figure che hanno già “vinto” il difficile confronto con la politica econ il pubblico, perché anche la pratica fa la differenza. In ogni caso ognuno di noi nonfinirà mai di imparare. La realizzazione dell’obiettivo comune che abbiamo ci porterà,senza dubbio, a mostrare e a mettere in campo le competenze e le peculiarità di ognunodi noi. Sarebbe superfluo sostenere la superiorità dei componenti della nostra lista rispet-to all’altra, quindi quello che faremo è impegnarci a dimostrarlo con i fatti qualora, comesperiamo, i cittadini ci diano la loro fiducia.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Ci siamo quasi! Domenica 10 novembre i cittadi-ni di Marina di Gioiosa eleggeranno il loro nuovosindaco. Un appuntamento molto atteso tantoche non passa giorno senza che all'interno dellacomunità venga aperto un dibattito, dai toni orapacati, ora più accesi, relativo alle diverse proble-matiche di Marina di Gioiosa che dovranno esse-re affrontate da colui che dalle urne uscirà vincen-te. Ambizioni e speranze fanno da contraltare amancanza di fiducia e disincanto, questi ultimi sin-tetizzati nell'espressione pericolosa quanto ingiu-sta "tanto sono tutti uguali, fanno solo i loro inte-ressi". A noi, i due candidati a sindaco sono sem-brati entrambi motivati e qualificati e, ciò che piùconta, animati da buone intenzioni. Questa setti-mana abbiamo deciso di conoscere meglio alcunidei loro candidati (non potendo intervistare tutti,la scelta tra loro è stata affidata a un sorteggio) perfornire agli elettori un quadro più completo.

Elezioni a Marina di Gioiosa Ionica,

il rush finale1 2 3

Lista civica “Marina di GioiosaJonica - cittadini solidali e attivi per il bene di tutti”

Lista civica “Per Marina di Gioiosa Ionica

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0 Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti ocomplimentarti con noi, fare

segnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci fotodegli scorci del tuo paese o

video se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di rispondertipubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visibil-

ità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

realtà

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Benestare: Conclusi in tempi record i lavori presso la Scuola Media

In ricordo di Nicola Calderazzo

Sappiamo che non ci haiabbandonato Con la sconfitta del nazifascismo si era riconquistata

la libertà, ma bisognava affrontare un’altra guerra dicarattere sociale: la fame. La povera gente non sape-va come sfamare la propria famiglia, si viveva nellecapanne, in case fatiscenti, senza fogne, acqua, e luce.I loro vestiti erano indigenti e costretti a camminarescalzi, inoltre la maggioranza dei cittadini era analfa-beta, impossibilitati di andare a scuola per andare alavorare. Questa era la realtà che aveva lasciato laguerra in modo particolare in Calabria. Chi non abbia sofferto la fame non riuscirà mai acomprendere cosa significa esseri poveri.Nonostante il regime fascista fosse stato sconfitto conla guerra di liberazione nazionale, gli agrari deteneva-no il potere economico. La proprietà terriera era concentrata nelle mani diduchi, marchesi e latifondisti che, data la bassa reddi-tività dovuta a una gestione arretrata, conservavano iloro privilegi con continui soprusi nei confronti deibraccianti. Molti lavoratori dopo aver servito in gioventù i padro-ni, invecchiando camminavano curvi con la faccia cheguardava a terra, o presi dalla disperazione di nonessere in grado più di procurarsi da mangiare finiva-no con sintomi di pazzia, poiché i propri figli nonerano nelle condizioni di aiutarli dalla terribile mise-ria. Il governo di unità nazionale guidato dal Presidentedel Consiglio Ferruccio Parri, espressione della lottaantifascista del dopoguerra, aveva nominato Ministrodell’agricoltura il calabrese Fausto Gullo, il qualeaveva compreso che il desiderio di tanti contadini eradi avere un pezzo di terra da coltivare, per procurarsiil cibo necessario per sfamare la propria famiglia. Il decreto legge del 29 maggio 1944 N°141 delMinistro dell’agricoltura Fausto Gullo all’’art. 1 reci-tava: “Le associazioni dei contadini regolarmente

costituite in cooperative possono ottenere la conces-sione dei terreni di proprietà privata o di enti pubbli-ci che risultano non coltivati o insufficientemente col-tivate alle loro qualità, alle condizioni agricole delluogo e alle esigenze culturali dell’azienda in relazio-ne con le necessità della produzione agricola naziona-le “.Il movimento sindacale di Giuseppe Di Vittorio,impegnato a sindacalizzare la marea umana di conta-dini, aveva saputo conquistare la fiducia dei lavorato-ri, sviluppando un grande movimento di lotta cherivendicava: “la terra a chi lavora”.Si diede inizio all’occupazione delle terre in tutto ilMeridione.La risposta dei latifondisti era stata violenta, in quan-to consideravano la riforma del Ministro FaustoGullo soltanto un furto e i contadini degli usurpatori.Le donne erano battagliere e grandi lavoratrici chevivevano ogni giorno i disagi personali e quelli dellafamiglia, dove i bambini erano scalzi e denutriti e iloro vestiti pieni di rattoppi.A guidare in un clima festoso l’occupazione dellaterra a “Calabricata” era proprio una donna:Giuditta Levato.Aveva due figli ed era incinta da sette mesi quando sirecò nel suo pezzo di terra che aveva dissodato edeffettuata la semina. L’agrario Pietro Mazza, presodalla collera, ordinò a un ignobile servo al suo servi-zio di aprire il fuoco, uccidendo Giuditta.A Melissa le terre del feudo di contrada Fragalàerano incolte da oltre venti anni, appartenevano aldemanio comunale che il barone Luigi Berlingeriaveva usurpato. Il 24 ottobre del 1949, iniziò l’occupazione della terraa Melissa, un corteo di uomini e donne si snodavalungo il percorso verso “Fragalà”, portando le attrez-zature di lavoro per dissodare il terreno, sventolando

le bandiere rosse, innalzando verso l’alto zappe e ron-cole e gridando: “La terra a chi lavora; pane nonguerra!“.Ad animare l’occupazione della terra era Carrubba,un contadino analfabeta che sapeva parlare diretta-mente al cuore della gente. I contadini di Melissa,giunti a Fragalà, iniziarono la quotazione del terrenoe, nel contempo, la pulitura e l’aratura, con la speran-za di porre fine a tante sofferenze.La mattina del 29 ottobre del 1949, le Forzedell’Ordine sollecitate dai latifondisti e inviate dalMinistro degli Interni Mario Scelba, irruppero nelterreno occupato, dove i braccianti erano intenti alavorare la terra. Improvvisamente iniziano a sparare all’impazzatauccidendo Giovanni Zito di anni 15, Francesco Nigrodi 29 e Angelina Mauro di 23, provocando il ferimen-to di oltre 15 persone. Una vera tragedia, provocata da latifondisti privile-giati, inerti e passivi! La strage di Melissa ebbe la solidarietà dei lavoratoridel Nord, che fecero sentire il loro sdegno e la lorovoce, con scioperi nelle fabbriche, e manifestazioni dimassa nelle piazze.Sono trascorsi 70 anni dalla strage di Melissa e anco-ra in Calabria vi sono centinaia di ettari di terreniagricoli incolti, di cui gli agrari non hanno interessi arenderli produttivi e competitivi sul Mercato .Essi si accontentano di percepire i fondi erogatidall’Unione europea.L’importante è conservare i propri privilegi, incurantidello spopolamento dei paesi e dei tanti giovani chelasciano la propria terra.Ancora una volta la borghesia agraria, non ha la capa-cità di creare ricchezza e assolvere a una funzionenazionale e morale.

Giorgio Castella

Prosegue incessantemente l’opera di sviluppo per ilComune di Benestare frutto di un’azione ammini-strativa efficace, rapida e concreta quella dell’ammi-nistrazione guidata dal Sindaco Avv. DomenicoMantegna e dalla sua giovane squadra, che questasettimana ha concluso i lavori di messa in sicurezzadei bagni e della nuova aula multimediale dellaScuola Media di Benestare."La sinergia con i vari livelli istituzionali, con i volon-tari, e con la nostra gente, ci ha consentito di raggiun-gere quello che per noi rientra tra le priorità delnostro programma elettorale, ossia la messa in sicu-rezza di tutti i nostri istituti scolastici del territorio"sono queste le parole del sindaco DomenicoMantegna. “Un altro obbiettivo raggiunto in pochissimo tempo,voluto da tutta la mia amministrazione, ma un ringra-ziamento particolare - prosegue il sindaco Mantegna- per la passione e la dedizione, il grande spirito disacrificio ed il senso di appartenenza a questaComunità, va al Vicesindaco Pietro Brancatisano ealla Vicepresidente del Consiglio Simona Musolino

che insieme al Capogruppo Maurizio Macri, hannocurato la progettazione fino alla concreta realizzazio-ne di questo importante intervento, svolgendo unlavoro serio e attento e dimostrando il nostro interes-se e la nostra determinazione verso i nostri giovanistudenti benestaresi. "Il nostro dovere morale era quello di garantire ainostri ragazzi, che rappresentano il nostro futuro -afferma il Vicesindaco Brancatisano - un ambientescolastico sano nel quale apprendere e imparare congioia". "Questi risultati si ottengono perché conosciamo ilsacrificio e sappiamo fare squadra tra tutti noi" - pro-segue la Vicepresidente del Consiglio ComunaleMusolino, infine anche il Capogruppo Macri intenderivolgere parole di apprezzamento "siamo orgogliosie contenti che oggi la Scuola Media di Benestare siapiù accessibile e vivibile per i nostri giovani studenti"."Non dimenticatevi mai dei primi maestri, nondimenticatevi mai della scuola. Perché sono le radicidella vostra cultura”. (Papa Francesco)

Caro papà, sembra ieri ma è già trascorsoun lungo e interminabile anno da quando,nel pomeriggio del 4 novembre ci hailasciato. Impossibile dimenticare queimomenti strazianti. Sei volato in cielo e seipassato in un mondo migliore dove regnala pace e la serenità. Per te è iniziata una nuova vita e da lassùcontinui a vegliare su ognuno di noi, ilnostro incolmabile e incommensurabiledolore non trova nessuna medicina per farrimarginare questa ferita ancora aperta eche, pensiamo, non si chiuderà mai.L’eredità che ci hai lasciato è la testimo-nianza che abbiamo avuto nelle ore succes-sive la tua tragica dipartita, quella di uomobuono e onesto e di marito, padre e nonnoamarevole ed esemplare.Questo era, anzi è Nicola Calderazzo chelascia un ricordo ancora vivo nei suoiparenti e amici. La grande ricchezza che cirimane e che conserveremo sempre neinostri cuori è il suo esempio.Grazie papà per quanto hai trasmesso atutti noi e che speriamo di trasmettere ainostri figli, tuoi adorati nipoti.Come diceva S. Agostino “tu non sei anda-to via, sei nella stanza accanto”, sappiamoche non ci hai abbandonato anzi, neimomenti difficili abbiamo avuto la consa-pevolezza della tua vicinanza e siamo certiche continuerai a darci, come sempre haifatto, la tua protezione.Grazie Papà.Tua moglie, i tuoi figli e i tuoi adorati nipoti

a perenne ricordo

PANE NONGUERRA:

VOGLIAMOLA TERRA

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"Il futuro dell'Europa" è il tema attorno al quale sisono sviluppati i lavori della tre giorni dell’AnnualGeneral Meeting (AGM) 2019 della rete EuropeDirect europea, organizzato dalla Direzione gene-rale "Comunicazione" della Commissione euro-pea. Praga è stata la sede prescelta per gli eventi,che dal 9 all'11 ottobre hanno visto partecipi oltre500 referenti dei centri di informazione sparsi intutti i 28 paesi dell'UE. All'ordine del giorno sisono susseguiti sessioni plenarie, workshop tema-tici di approfondimento ed occasioni per lo scam-bio di esperienze fra centri di tutte le regioni euro-pee. Per la Calabria non poteva mancare la pre-senza dell’Europe Direct Calabria&Europa diGioiosa Jonica con il suo referente AlessandraTuzza. Tra le tematiche prioritarie lo sviluppo deicinque pilastri della nuova Commissione Europea

che prenderà il via il prossimo 1° Novembre sottola presidenza di Ursula Von der Leyen. Il pro-gramma della Von der Leyen ha proposto in par-ticolare obiettivi più audaci nel campo ambienta-le e sulle emissioni nocive, con una riduzione dal50% al 55% entro il 2030. La nuova rappresentan-te della CE si è impegnata a presentare, nei suoiprimi 100 giorni di mandato, un piano per un“accordo verde per l’Europa” e una legge euro-pea sul clima. Ha inoltre annunciato dei piani perinvestimenti europei sostenibili al fine di fornire1.000 miliardi di euro di investimenti in un decen-nio. La presidenza della CE ha detto che queigiganti della tecnologia che conducono (e dovreb-bero continuare a farlo) la loro attività in Europama non ripagano i cittadini europei per il loroaccesso al capitale umano e sociale dell’UE,

dovrebbero iniziare a farlo. La Commissione haribadito quindi l’impegno a favore di una più equi-librata presenza di genere, supportando l’impe-gno di rendere la violenza contro le donne un cri-mine iscritto nei trattati europei, parallelamente alcompletamento dell’adesione dell’UE allaConvenzione di Istanbul. Quindi l’attenzione afavore dello Stato di diritto come valore europeo,con l’intenzione di istituire un meccanismo dimonitoraggio a livello UE, parallelo alle misureesistenti. Ancora una volta la Commissione haribadito il sostegno a un “nuovo patto sulla migra-zione e l’asilo” e alla riforma del regolamento diDublino, aggiungendo che intende garantire cheFRONTEX sia dotato di 10.000 guardie di fron-tiera entro il 2024 e non entro il 2027, e che tutti ipaesi si debbano far carico della loro parte equa di

oneri basata sul principio di solidarietà europea. Su tutti questi temi si svilupperà l’azione di comu-nicazione delle reti Europe Direct per il prossimoperiodo 2019 e 2020 con eventi, dialoghi e con-fronti con le popolazioni degli stati membri confocus prioritario puntato sulle nuove generazionie sulle scuole. Proprio a queste ultime verrà pre-stata particolare attenzione per diffondere almeglio le priorità dei nuovi programmi diEducazione Civica Europea che stanno prenden-do piede in molte regioni d’Europa. La Calabriaha portato il proprio contributo con l’interventodel direttore della EDIC “Calabria&Europa”dedicato a costruire nuove strategie di dialogo conla cittadinanza anche in vista della Conferenzapan-europea della prossima Primavera 2020.

Si è tenuto il 31 ottobre dalle ore 10.00 l’even-to "L'Europa viene in Calabria"- Focus sui pro-grammi realizzati grazie alle risorse infrastrut-turali. Il meeting strutturato come un dialogoaperto con i giovani delle scuole superiori dellaLocride ha fatto il punto sulle politiche di coe-sione presso l’aula Magna del Liceo ScientificoZaleuco. L’Iniziativa rientra tra le azioni dicomunicazione rivolte, alla cittadinanza ed inparticolare ai giovani, che il Centro EDIC“Calabria&Europa” di Gioiosa Jonica sta rea-lizzando grazie alla call of proposal finanziatadalla DG Comm.L’evento "L'Europa viene in Calabria"- Focussui programmi realizzati grazie alle risorseinfrastrutturali, ha voluto sottolineare le realiz-zazioni effettuate grazie ai fondi strutturalinella Regione Calabria. Per intavolare il dialogo si è utilizzato e divulga-to il sito web www.opencoesione.it e l'iniziativa#UE in My Region. Un percorso misto tra dia-logo e scoperta digitale dei fondi Europei edelle priorità di sviluppo alla base delle politi-che di coesione sviluppatasi a più voci con lapresenza dell’Università della Calabria con ilprofessore ordinario di Economia FrancescoAiello, esperto in materia di fondi strutturali edi open coesione grazie anche all’iniziativagiornalistica e di ricerca da lui fondata OpenCalabria. Al fianco del mondo accademico ilcollegamento via skype con la Rappresentanza

in Italia della Commissione Europea e con l’e-sperto della stessa con Paola Bocchia, che hadissertato su ruoli e compiti delle istituzioniEuropee soprattutto la Commissione e il suofunzionamento come protagonista esecutivodello scenario di governo UE. In apertura dei lavori, coordinati dal responsa-bile dell’EDIC “Calabria&Europa”Alessandra Tuzza, i saluti della dirigente delLiceo Zaleuco di Locri la prof.ssa SerafinoCarmela subito disponibile ad ospitare l’eventoper approfondire i temi dello sviluppo integra-to e dell’utilizzo dei fondi europei in un istitutoda anni protagonista del percorso di A scuoladi Open coesione con molteplici gruppi di gio-vai open journalist vincitori della sfida naziona-le di Asoc. Quindi le autorità locali rappresen-tate dall’assessore alla cultura ed all’istruzionedella città di Locri, Anna Sofia, sempre attivaprotagonista al fianco dei giovani. Quindi lepolitiche di genere sono state approfondite daRaffaella Rinaldis direttore di Fimmina TV.Naturalmente gli esperti di EDICCalabria&europa si sono occupati di affianca-re i relatori esterni coordinando l’evento e inta-volando il dibattito con i giovani protagonistidel territorio locrideo da anni campioni diricerca e attivi investigatori per la conoscenza eil monitoraggio dei progetti realizzati graziealle politiche di coesione in ambito regionale.

Sono scadute il 21 Ottobre i termini per can-didare la propria scuola, con una o più classi,alla maratona di monitoraggio civico e openjournalism “A scuola di Opencoesione”. Ilpercorso iniziato dal 2014 vede docenti e stu-denti partecipi del progetto con il sostegnodelle reti territoriali ASOC, formate dai cen-tri EDIC e CDE, le organizzazioni degli“Amici di ASOC” e i referenti territorialiIstat, e tutti concorrono all’assegnazione dipremi e riconoscimenti, tra cui viaggi di istru-zione a Bruxelles presso le istituzioni euro-pee, visite guidate al Senato della Repubblicao agli studi RAI, oltre a opportunità formati-ve, libri, riviste, dotazioni tecnologiche emolto altro grazie alle collaborazioni regiona-li e al sostegno dei numerosi partner del pro-getto. Al termine di ogni anno scolastico imigliori team sono coinvolti in un evento fina-le a Roma che è a sua volta occasione di visi-ta, scambio e formazione, durante il qualel’intera community viene premiata. ASOCnasce nel 2013 nell’ambito dell’iniziativaOpenCoesione, coordinata dal Nucleo divalutazione e analisi per la Programmazione(NUVAP) del Dipartimento per le politichedi coesione della Presidenza del Consiglio deiMinistri, in collaborazione con il Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca(MIUR) e la Rappresentanza in Italia della

Commissione Europea. Il primo ciclo di spe-rimentazione del progetto ASOC si è svolto inItalia, complessivamente, nelle 7 edizioni giàrealizzate, sono stati coinvolti oltre 20.000studenti e 1.500 docenti. Il progetto ha ricevu-to specifici riconoscimenti nell’ambitodell’Open Government Partnership quale ini-ziativa esemplare di coinvolgimento della cit-tadinanza nei processi di policy. L’anno scola-stico 2019-2020 vede la prima sperimentazio-ne europea di ASOC con il sostegno della DGRegio della Commissione Europea e il coin-volgimento di Bulgaria, Croazia, Grecia,Portogallo e Spagna. Nella Locride e inCalabria tanti sono stati i team, che nel corsodegli anni, si sono misurati con le sfide delmonitoraggio dei fondi di Coesione tra loromolti primi posti nazionali e regionali. Unasfida che anche quest’anno è stata colta daben 202 team in ambito nazionale, in rappre-sentanza di 152 scuole che hanno presentatola propria candidatura richiedendo il soste-gno di Edic per consentire agli studenti di sco-prire l’universo delle politiche di aiuto aglistati membri dell’UE da protagonisti.Calabria&Europa resta ancora una volta alfianco delle scuole per permettere di costrui-re nuovi percorsi di monitoraggio e cittadi-nanza attiva.

"Il futuro dell'Europa”: se ne è discusso a Praga con le reti di comunicazione EDIC

Allo Zaleuco: "L'Europaviene in Calabria"-Focus sui programmirealizzati grazie allerisorse infrastrutturali

Ben 202 le scuolecandidatisi per#Asoc 2019/20

SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde: 800 678 910 11800 678 910 11

INDIRIZZO INDIRIZZO Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione

Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int - www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i

nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa IonicaTel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022

email associazioneeurokom@tiscali. itwww.eurokomonline.eu

“ CALABRIA & Europa”“ CALABRIA & Europa”

ÌBANDI E PROGRAMMI IN SCADENZA Bando comunitario: "Sostegno a misure di informazione relative alla Politica di Coesione dell’Ue".Avrà scadenza il 10 Dicembre 2019, l’invito a presentare proposte sul bando “Sostegno a misure di informazione relative alla Politica di Coesione dell’Ue”, che ha come scopo quello di selezionare ipotenziali beneficiari per l’attuazione di alcune misure di informazione cofinanziate dall’Unione europea. Lo stesso vuole quindi fornire sostegno alla produzione e alla diffusione di informazioni e con-tenuti relativi alla Politica di coesione dell’Ue nel rispetto della completa autonomia editoriale degli attori coinvolti.Di seguito le due Azioni principali:*Azione 1: “Sostegno alla produzione e alla diffusione di informazioni e contenuti relativi alla Politica di Coesione dell’Ue da parte dei media e di altri soggetti ammissibili (cfr.: «Richiedenti ammissi-bili»)”;*Azione 2: “Promozione della Politica di Coesione dell’Unione europea da parte di Università e altri Istituti d’istruzione”.I richiedenti potranno inoltrare una sola domanda per un’Azione nell’ambito di questo Invito a presentare proposte. Info su https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/uri=CELEX:C2019/344/04&from=IT http://ec.europa.eu/regional_policy/it/newsroom/fundingopportunities/calls-for-proposal/

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Belmonte Calabro, grazioso borgo del cosentino arroc-cato su una collina rocciosa a forma di schiena d'asino,è rinato qualche anno fa grazie all'idea di un gruppo disette amici che ha deciso di trasformarlo in un albergodiffuso, salvandolo così dall’abbandono e dal rischio didiventare l'ennesimo paese fantasma. Senza neanche uneuro di sostegno pubblico o di fondi europei ma contan-do solo sulle proprie forze e su un mutuo trentennale, igiovani calabresi hanno ridato vita al borgo medievale.E questo grazie a un modello di ospitalità nuovo attua-to ristrutturando, secondo i principi della bioarchitettu-ra, quattordici casette del centro storico, alcune abban-donate da oltre un secolo. L'esempio dei sette amici èstato, poi, seguito dai compaesani che hanno messo adisposizione le proprie case disabitate, ristrutturandolegrazie al coinvolgimento degli artigiani locali che hannoutilizzato materiali tipici del territorio. Inoltre, sono staticostruiti due parcheggi per consentire ai visitatori dilasciare l’auto e di muoversi liberamente a piedi nel cen-tro, lungo le viuzze strette e le ripide scalinate. Con larinascita del borgo hanno ripreso vita anche un orto,una piccola vigna, alcuni negozi di prodotti tipici, unatrattoria, un piccolo museo dell’arte della filanda e,soprattutto, la memoria storica del borgo cosentino.Decidere di trascorrere qualche giorno a BelmonteCalabro è, dunque, più che un semplice soggiorno: sitratta di un nuovo stile di vita, dal momento che gli ospi-ti entrano in relazione con i residenti, diventandone perun po’ vicini di casa. La rinascita di Belmonte ha fatto rapidamente il giro delmondo attirando l'attenzione della stampa internazio-

nale, dall'Inghilterra al Giappone. In particolare, unagiornalista del "The Guardian", Isabel Choat, che si èrecata a Belmonte Calabro nell’estate del 2017 per tra-scorrevi una vacanza insieme al compagno e al figlio, neè rimasta talmente affascinata che al suo ritorno ha rac-contato l'esperienza sul noto giornale britannico. Lo hadefinito uno dei luoghi più magici in cui sia mai stata, unvillaggio in cui ci si sente come in una grande famiglia.«Un posto senza auto - racconta la giornalista - dove lecase sono accatastate e collegate da vicoli larghi appenaun metro. Gli archi di pietra rivelano improvvisamentepiccoli cortili pieni di fiori; gradini dipinti conduconodietro angoli ombrosi. I vecchi detti calabresi sonodipinti su pareti e porte... "Il cielo limpido non ha pauradi un piccolo tuono"».«La pace era disturbata solo dalle campane della chiesa- continua Isabel Choat - e dai frammenti di una soapopera televisiva. Senza piscina e senza altre famiglie,temevo che nostro figlio si sarebbe annoiato, ma gli pia-ceva correre liberamente per il villaggio, dicendo chesembrava "essere in una fiaba".»Durante il suo soggiorno Isabel ha incontrato Elvira,un'anziana signora che ricordava quando il villaggioospitava centinaia di bambini che correvano continua-mente dentro e fuori dalle case degli altri. «Ora, a 85anni, è felice di vedere le porte aperte, i fiori che sboc-ciano e i bambini che giocano di nuovo».Dunque, un esperimento perfettamente riuscito quellodel gruppo di amici che ha salvato Belmonte dall'oblio eche potrebbe essere preso a modello da tanti paesinidell'entroterra calabrese, Locride inclusa.

Belmonte Calabro, il borgocelebrato dal "The Guardian"La rinascita negli ultimianni del piccolo paesinoin provincia di Cosenza

ha fatto il giro del mondoattirando l'attenzione

della stampainternazionale,

dall'Inghilterra alGiappone. In particolare,una giornalista del "TheGuardian", Isabel Choat,

lo ha definito uno deiluoghi più magici in cui

sia mai stata.

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Quante volte ci siamo affidatia Pirandello per descrivere illento procedere di una societàmeridionale poco avvezza alla

modernità, poco incline a procedere secondoil passo del tempo legata com’è ad un conser-vatorismo che non è solo di classe ma è il pro-dotto di una mentalità diffusa? Ma, soprattut-to, quante volte siamo ricorsi al nobile scritto-re siciliano per sostenere osservazioni su per-sonaggi singolari che nell’interpretare se stessialla fine si pongono alla ricerca di chi li accre-dita? Di un autore che li possa legittimare agliocchi del popolo? Non si può certo non osser-vare come e quanti personaggi siano nati ognivolta nelle pieghe della vita politica calabrese,quanti di loro siano stati così solerti da ricer-carsi dominus a cui riferirsi e attraverso i qualigarantirsi una dignità elettorale, possiamodire, sostenuti a volte da sponsor efficaci espesso poco credibili. Per non smentirci, anche

in questi giorni, in queste ore, la corsa all’au-torappresentazione di sé diventa un esercizioquotidiano. Una prova diretta a valutare chi sidovrebbe candidare a Presidente e chi, purindicato, dichiara la sua volontà di restarenelle comode poltrone romane. Tutto questo siconsuma nelle litigiosità interne alla galassiastellata - dove tra autocandidati e prove tecni-che di liste si disperde tutto il mantra pseudo-rivoluzionario e legalitario. Si celebra nelremake senza investitura questa volta didemocrat poco inclini alla tradizione di unasinistra movimentista che ha abbandonato datempo il senso popolare del suo messaggio perassumere una fisionomia similpopulista all’oc-correnza. Si chiude nelle intemperanze di unadestra, se tale categoria politica ha un senso inCalabria, che per non essere da meno si divideanch’essa tra autocandidature e investiturearcoriane poi subito smentite. ProbabilmentePirandello non credeva di lasciare una simile

eredità. Forse pensava di descrivere un suotempo ma non si rese conto, o forse si, di avercolto l’intimo di ogni uomo che alla vanitàattribuisce un valore per il quale la ricerca e lacreazione, una volta trovato o autocostruito, ilpersonaggio il mantenerlo diventa il veroscopo del proprio agire credendo che l’autore,o chi lo ha creato, alla fine possa spendersi peresso. Per Pirandello si tratta di un modo diessere attraverso il quale poter acquistaresubito una tale indipendenza anche dal suostesso autore, che può esser da tutti immagina-to in tant’altre situazioni in cui l’autore nonpensò di metterlo, e acquistare anche, a volte,un significato che l’autore non si sognò mai didargli! Ecco, credo che alla fine non vi sia rin-vio migliore per il quale la Calabria oggi è ilpalcoscenico migliore per dei personag-gi, appunto, in cerca di autore.

Giuseppe Romeo

A SPASSO PER LA CALABRIA a cura di Maria Giovanna Cogliandro

Eppure Pirandello non era calabreseCALABRESE PER CASO

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GIUDIZIARIA

Negli ultimi giorni si è aperto un dibattitoacceso sulle sentenze relative alla “boccia-tura” del carcere ostativo in Italia. Tutto hainizio con la decisione della “Grande camera

della Corte europea per i diritti umani” la “CEDU”,che da Strasburgo ha invitato l’Italia a rivedere la leggeche prevede l’ergastolo “ostativo”. In altre parole, è ilcarcere per sempre. La CEDU aveva già bocciato lalegge una prima volta e, nei giorni scorsi, ha respinto ilsuccessivo ricorso del Governo Italiano.All’origine del caso vi è un ricorso (n. 77633/17) pro-posto contro la Repubblica italiana da un cittadino diquesto Stato, il Signor Marcello Viola (“il ricorrente”),il quale, il 12 dicembre 2016, ha adito la Corte, ai sensidell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardiadei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (“laConvenzione”). Il primo processo promosso, tra glialtri, contro il ricorrente, il c.d. “processo MarcelloViola + 24” (n. 144/92), ricomprendeva fatti interve-nuti tra gennaio 1990 e marzo 1992. Il procedimentopermise, in particolare, di identificare i responsabili diquattro omicidi avvenuti il 3 maggio 1991 (“il venerdìnero”) e di scoprire le ramificazioni delle due cosce, inlotta per conquistare il controllo della città diTaurianova e dei territori limitrofi. Il 16 ottobre 1995,la Corte di Assise di Palmi condannò il ricorrente auna pena di quindici anni di reclusione per associazio-ne di stampo mafioso, ritenendo come circostanzaaggravante il fatto che l’interessato fosse il promotoredelle attività criminali della cosca. Con sentenza n. 3del 10 febbraio 1999 (depositata il 29 marzo 1999), laCorte di Assise di Appello di Reggio Calabria con-fermò la condanna del ricorrente, riducendo la pena adodici anni di reclusione. Il ricorrente non ricorse incassazione. Il secondo processo promosso, tra gli altri,nei confronti del ricorrente, il c.d. “processo Taurus”(nn. 1/97 – 12/97 – 18/97), aveva ad oggetto altri fattirelativi alle attività criminali condotte a Taurianovadalle due cosche. Il 22 settembre 1999, la Corte diAssise di Palmi, con sentenza n. 10/99, condannò ilricorrente all’ergastolo. La decisione fu confermatadalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria il5 marzo 2002. In particolare, il ricorrente fu ricono-sciuto colpevole del delitto di associazione di stampomafioso ai sensi dell’articolo 416 bis del codice penale(CP), oltre che di altri delitti (omicidio, sequestro cheaveva provocato la morte della vittima e detenzioneillegale d’armi da fuoco), aggravati dalle circostanzec.d. “di tipo mafioso”, previste dall’articolo 7 del decre-to-legge n. 152 del 13 maggio 1991, convertito in leggeil 12 luglio 1991 (legge di conversione n. 203/1991). Neiconfronti del ricorrente fu, inoltre, riconosciuta la cir-costanza aggravante dell’assunzione del ruolo di capodell’organizzazione criminale e di promotore delle sueattività. Le domande di Viola erano sempre state rifiu-tate, proprio sulla base dell’articolo 4-bis: Viola nonaveva mai collaborato (anzi, si è sempre dichiaratoinnocente) e, dunque, per l’ordinamento penitenzia-rio italiano non poteva accedere ad alcun beneficio oalla liberazione condizionale. Viola si era infine rivoltoalla Corte europea dei diritti umani, che si era pronun-ciata a suo favore e contro l’ergastolo ostativo.Sulla decisione della CEDU e quella successiva dellaConsulta l’avv. Eugenio Minniti, presidente dellaCamera Penale di Locri “G. Simonetti” e responsabi-le dell’osservatorio “Doppio binario e giusto proces-so” dell’Ucpi, sottolinea: «La ratio è quella di poterchiedere i permessi e sarà compito del giudice valuta-re se è o meno concedibile, è uno spiraglio per moltidetenuti, ma è soprattutto un principio importante chenon incide negativamente sulla sicurezza dei cittadini,come sembra emergere impropriamente da certi slo-gan di un certo giustizialismo, ma demolisce quellaostatività che troppo spesso diveniva un modo percedere alle tentazioni repressive che mal si concilianocon il nostro sistema di recupero del detenuto». «Indefinitiva – conclude il responsabile dell’osservatorionazionale dell’Ucpi – la Corte ha aperto una stradaper un percorso di civiltà giuridica, pur con dei palettida osservare, per superare quel “fine pena mai” inse-rito nell’ordinamento penitenziario in un momentostorico particolarmente triste per le istituzioni e la sto-ria italiana dei primi anni Novanta, che ad oggi riten-go possa considerarsi superato, tanto che sul temadella riforma dell’ergastolo ostativo si è discusso anchenel 2014 da una commissione ministerialee nel 2015 dagli Stati generali dell’esecu-zione penale».

Sancisce un lusinghiero successo del vigneto-Calabria la premiazione di “Vitae-La Guida Vini2020” dell’Associazione Italiana Sommelier gui-data da Antonello Maietta che ha visto il rossoArmacìa 2018 della cantina Criserà di Catona diReggio Calabria entrare nella rosa dei 22 vini acui i sommelier dell’AIS hanno attribuito il pre-mio speciale Tastevin, un prestigioso trofeo con-segnato a Franco Tramontana contitolare dell’a-zienda calabrese, da Umberto Gambino.Ma nella guida dell’Ais la migliore Calabria eno-logica è presente con ben sei vini di altrettantecantine della regione collocati al vertice dell’ec-cellenza italiana da quella che si conferma la piùgrande e completa guida enologica del panora-ma nazionale. Con 15.000 etichette di oltre due-mila cantine raccontate in un volume giuntoormai a contare quest’anno 2200 pagine, Vitae2020 batte, infatti, ogni record nell’editoria delsettore.La presidente dell’AIS Calabria, Maria RosariaRomano presente a Roma alla manifestazionerende noti in anteprima i vini calabresi ai quali isommelier AIS hanno assegnato l’eccellenzadelle 4Viti e gli altri riconoscimenti della Guida.Si tratta del rosso Terraccia 2016 della cantinaSerracavallo di Bisignano (CS), del Cirò Riserva2016 della Caparra Siciliani di Cirò Marina (KR),del Mantonico 2017 delle Cantine Statti diLamezia Terme, del passito bianco Collimarini2017 dei Poderi Marini di San Demetrio Corone(CS), del rosato Terre Lontane 2018 dellaLibrandi e del rosso Armacìa 2018 di Criserà -premiato anche col Tastevin. “Con questo specia-le riconoscimento attribuito quest’anno allaCriserà – sottolinea la presidente Romano – lanostra guida premia quei vini che hanno contri-buito a imprimere una svolta produttiva al terri-torio di origine, testimoni, a prescindere dalnumero di bottiglie prodotte, di una rivoluzioneche fa oggi dell’Italia una delle aree vinicole mon-diali al top in termini di qualità e biodiversità”.Il successo calabrese non si ferma qui. Nellanuova guida Vitae, la Calabria non sfigura nep-pure per gli altri riconoscimenti altrettanto lusin-ghieri. L’Aeternum 2017 Calabria IGP dellaBaroni Capoano e il Federico II 2016 CalabriaIGT della Cantine Lento hanno avuto attribuitoil titolo di vini Cupido (amore al primo sorso, il“coup de coeur” dei francesi) e altri quattro vinicalabresi, il Cirò Rosato Prima Luce 2018 DeMare, il Cirò Rosso Etichetta Oro 2017 Enotria,il Donna Giuliana 2018 Calabria IGPGiraldi"Giraldi e il Critone 2018 Val di Neto IGTdi Librandi sono stati insigniti col Salvadanaioche segnala in guida i vini col miglior rapportovalore-prezzo.Sfogliando la nuova guida dell’Ais, si scopre, inol-

tre quanto siano nutrite sia lapattuglia di cantine presenti chela batteria di etichette “madein Calabria”: ben 41 aziendeillustrate e circa 200 vini sele-zionati e recensiti rigorosa-mente in degustazioni pub-bliche “alla cieca” curate daisommelier DegustatoriUfficiali dell’AIS.Si conferma, insomma, Vitae2020, una guida che accende i

riflettori anche su un’enologia comequella calabrese che Maria RosariaRomano definisce “da anni, ormai, avvia-ta decisamente su un percorso di crescitae di qualità del prodotto, puntando contecniche moderne sul territorio con le sueantiche tradizioni e sulla riscoperta e lavalorizzazione di un ampio e preziosissi-

mo patrimonio di vitigni autocto-ni salvato dall’estinzione”.

Sonia Cogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

Una buona idea può venire anche da destra,intendiamoci. Ma non da questa destra:xenofoba, razzista, fascista. La peggioredestra di tutti i tempi, che vince perché pre-vale l’ignoranza. Chi vorrebbe il ritorno ditempi bui come quelli di 80 anni fa? Solo chinon ha neppure letto una riga su cosa avven-ne davvero. Chi, in nome di Dio, è capace diinsultare una donna anziana sopravvissuta aicampi di sterminio come Liliana Segre, chipuò augurare la morte ad Emma Marroneperché ha gridato “aprite i porti!”, chi haaugurato a Carola Rackete di essere sevizia-

ta da chi portava in salvo, se non un brancodi ignoranti che si proclamano leghisti?Ovviamente questi grandissimi eroi al con-trario erano fomentati dal “capitano”xenofobo in persona. Se prima la gente siguardava bene dall’esternare certe oscenità,adesso si può fare tranquillamente perchè cisono “onorevoli” in parlamento che consen-tono questo scempio. Io non ho colore poli-tico, nessuno rappresenta me e le mie idee.Eppure quando sento che in qualche regionedella penisola prevale la destra mi vengono ibrividi. Figuriamoci quando sento che in

Calabria c’è qualcuno che riesce a votarelega NORD che fino a un anno e mezzo fa ciha insultati e derisi a gran voce. Ma che cosadiamine sta succedendo? Non avevamo giàtoccato il fondo? Evidentemente c’è ancorada scavare, chissà quante schifezze verrannoa galla. Votare lega, che assurdità. Votarelega al sud, un suicidio. Nessun partito vuolesalvare il sud, e il sud non può sollevarsi senon arriverà una piena conoscenza storica. Ilpopolo deve sapere cosa è successo in questeterre, dall’inizio dei tempi fino ad oggi. Lastoria nelle scuole va studiata tutta, non solo

quella che “conviene” insegnare. Per poteressere obiettivi e scegliere in libertà chi vota-re bisogna essere coscienti di ogni singolagoccia di sangue versato. Bisogna sapere chiha versato sangue e chi ha voluto che fosseversato; chi lo ha fatto sul campo e chi tene-va i fili. Eppure c’è ancora tanta paura che leverità vedano la luce. Io un’idea del perchéce l’avrei.

Brigantessa Serena Iannopollo

Sulla sentenzadell’ergastolo ostativo

CONVERSANDO

SORBUS DOMESTICA LFAMIGLIA ROSACEE

Da tempo con il mio amico Angelo Gligora, lerare volte che c’incontriamo parliamo di argomen-ti riferiti al mondo contadino ormai perduto persempre, di cui sempre più sbiadiscono persino iricordi. Nelle ultime volte che ci siamo incontrati abbiamoparlato del mulino ad acqua che era ubicato sullafiumara tra Africo e Casalnuovo, di cui si serviva-no ambedue le comunità, gestito dalla famiglia disua suocera, originaria di Roghudi, transitando suun ponte di legno che scavalcava il torrente.Personalmente ero passato a piedi da bambino suquel ponte in quanto nell’immediato dopoguerraalcune famiglie di Ferruzzano e altre di Bruzzanousavano partire con una teoria di asini piena diprodotti alimentari che dovevano durare una ven-tina di giorni e raggiungere Santa Maria, una mon-tagna ricadente forse nel comune di Roghudi.Si partiva da Ferruzzano e da Bruzzano la sera e indue ore , a piedi si raggiungeva la contrada Ascetinel comune di Africo, dove nei pressi dell’aia dellafamiglia Alagna ci si accampava per essere prontiai primi chiarori dell’aurora a ripartire, facendo itornanti della mulattiera delle Coste di Barili,rasentando il rifugio forestale di Agrame e attra-versando la strettissima mulattiera che orlava iprecipizi del Passo della Zita, fino al Passo diFicara dove una scorciatoia ripidissima portava aCasalnuovo e dove tutti i viandanti si fermavanoper far riposare gli asini e per rifocillarsi con unpezzo di pane ed un sorso d’acqua.Si ripartiva e arrivati a Furchi per andare a SantaMaria si prendeva a destra la strada in costruzioneallora per Casalnuovo, mentre a sinistra si andavaper i Campi di Bova.Arrivati a Casalnuovo si continuava passando sulponte di legno e si continuava per Africo, passan-do vicino all’asilo e poi vicino al cimitero, dove sisvoltava a sinistra e si proseguiva fino alla monta-gna, attraversando la contrada Carruso.Dopo circa trenta e passa Km a piedi , nel pome-riggio inoltrato si arrivava sfiniti e gli uomini con-ficcavano in una radura pali di legno su cui veloce-mente stendevano una tenda per il primo riparo; ilgiorno seguente per ogni famiglia veniva comple-tata una capanna di felci.Si soggiornava per venti giorni, con le donne inten-te alle faccende domestiche, mentre gli uominiandavano a caccia illegalmente, perché si portava-no i fucili.L’ultimo volta ci siamo incontrati con Angelo perandare a visionare una particolare pianta di sorboe prima abbiamo ripreso a conversare sull’originedi Africo e Casalnuovo.Africo era stato casale di Bova fino alle leggi ever-sive della feudalità del 2 agosto del 1806, ma era

stato fondato attorno al mille da coloni diAmendolea, quindi greci, a cui si aggiunsero inseguito alla cacciata nel 1492, degli ebrei dallaSpagna, i Maviglia ,originari dell’Andalusia men-tre Casalnuovo, casale di Bruzzano assieme aFerruzzano e Motticella, era stato popolato, forsefondato da profughi provenienti dall’Albania nel-l’ultimo scorcio del 400, dopo la morte avvenutanel 1468 di Giorgio Castriota Scanderbeg che intante battaglie aveva vinto i turchi ; solo dopo lasua morte i turchi occuparono l’Albania.Agli inizi del 500, al tempo di Ferdinando ilCattolico, marito di Isabella di Castiglia, la comu-nità di Casalnuovo fu arricchita da elementi arabi( i Morabito, i Modaffari, i Talia) provenienti dallaTripolitania ( Libia ) che erano pirati( secondo latradizione orale del territorio) catturati su unafeluca abbordata dagli spagnoli ( essi avevano con-quistato l’Italia meridionale e la Lombardia) e lacomponente albanese divenne minoritaria, oraattestata solamente dai Mollica; naturalmenteaccanto alla componente araba o albanese aCasalnuovo c’è anche quella greca come i Gligorae i Palamara, mentre i Priolo e i Moio sono d’ori-gine siciliana e ovviamente i Bruzzaniti sono origi-nari di Bruzzano.Terminato l’argomento storico, con Angelocominciammo a parlare di agricoltura, di fagioli, dipeperoncini piccanti e specialmente di sorbi inquanto in un campo di sua suocera, ricadente sullasinistra idrografica della fiumara La Verde, nelcomune di Bianco, esiste un esemplare isolato emaestoso di tale varietà di pianta, i cui frutti pochiormai li conoscono o mangiano.Bisogna fra l’altro saperli mangiare, dopo averlicolti al momento giusto e poi riporli in un postici-no riparato dalla luce; nel passato li conservavanosu un’incannicciata di canne, stesi a maturare tra lapaglia.Era preziosissimo il legno di sorbo in quanto daesso venivano ricavati i tronchetti filettati ( fusi )che servivano a comporre il sistema pressorio deipalmenti, mentre per uso religioso dalle piantepluricentenarie talvolta venivano ricavate le statuedei santi.Ci recammo alla fine a visitare la pianta bellissima,che ormai aveva pochi frutti e di essi alcuni eranocaduti sull’erba.Angelo raccolse per me due tre manciate, di quel-le ancora acerbe, mentre contemporaneamenteconsumammo quelle mature, succhiandole.Effettivamente i frutti risultarono portentosi, bellida vedere, dalla forma regolare quasi sferica, dalcolore giallo paglierino con lievi sfumature rosate,che fotografai su una foglia di cavolo.Alla fine, dopo qualche altra annotazione di carat-tere ambientale, ci lasciammo, salu-tandoci affettuosamente.

Orlando Sculli

Il Sorbo di Angelo

La Guida dei sommelierpremia la Calabria del vino

BRIGANTI

Il cesso sta sempre in fondo a destra

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www.larivieraonline.com R02 Novembre-16 società

Poste Italiane incontra 4 mila sindaci. Presente anche la Locride

In occasione del secondo incontro “Sindaci d’Italia”,lunedì scorso si è svolto a Roma, presso il Centro

Congressi “La Nuvola”, l’evento “Sindaci d’Italia”organizzato da Poste Italiane e giunto alla sua seconda

edizione. Alla presenza del Presidente del ConsiglioGiuseppe Conte, di ministri e istituzioni,

l’amministratore delegato ha presentato i nuovi impegniper i piccoli Comuni: arrivano gli automezzi “green”,

i POS in comodato gratuito, i nuovi servizi informativi, i programmi di educazione finanziaria e digitale.

L’amministratore delegatoDel Fante: “Siamo la rete

per collegare il territorio alleistituzioni”. Già realizzati

14mila interventi per ipiccoli comuni grazie alla

dedizione delle persone chelavorano in azienda e allaproficua collaborazione

instaurata con il territorio econ le istituzioni locali.

Poste Italiane ha riunito, lo scorso 28 ottobre, aRoma i Sindaci dei piccoli Comuni d’Italia perannunciare l’introduzione di nuovi servizi dedicatialle realtà locali con meno di 5.000 abitanti e rinno-vare, a distanza di un anno dal loro primo incontro,il dialogo diretto e permanente sulle esigenze speci-fiche del territorio.Dimostrazione tangibile di come l’azienda sia la retepiù capillare d’Italia per collegare il territorio alle isti-tuzioni e ai servizi centrali del Paese.All’incontro, svolto alla presenza del Presidente delConsiglio Giuseppe Conte, il Ministrodell’Economia Roberto Gualtieri, il Ministro delLavoro Nunzia Catalfo, il Ministro della CulturaDario Franceschini, il Ministro dell’InnovazionePaola Pisano, il Ministro per gli Affari RegionaliFrancesco Boccia, il Ministro per il Sud e la CoesioneTerritoriale Giuseppe Provenzano e il Presidentedella Regione Lazio Nicola Zingaretti, e promossoin collaborazione con ANCI e UNCEM, hanno par-tecipato oltre 4.000 Sindaci, ai quali il Presidentedella Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto perve-nire un messaggio di saluto.“Poste Italiane - ha detto l’AD Matteo Del Fante - harealizzato gli impegni assunti nel 2018 con i piccoliComuni grazie alla dedizione delle persone che lavo-rano in azienda e alla proficua collaborazione instau-rata con il territorio e con le istituzioni locali. Siamoconsapevoli dell’importanza strategica della presen-za capillare di Poste e della nostra capacità di colle-gare i territori alle istituzioni e ai servizi erogati cen-tralmente: la nostra azienda accorcia le distanze, age-vola le relazioni, direi che è una sorta di intermedia-rio tra le diverse aree del Paese. È giunto ora ilmomento di compiere una nuova tappa, arricchendole iniziative realizzate e confidando nel fatto che iprogressi conseguiti costituiscono una testimonianzadella comune capacità di lavorare al serviziodell’Italia, favorendone lo sviluppo, la coesionesociale e territoriale”.

Del Fante ha illustrato gli obiettivi del nuovo piano diPoste Italiane per i piccoli Comuni, che comprendetra l’altro: l’avvio di programmi di educazione finan-ziaria e digitale; POS gratuiti ai Comuni per i servizidi pagamento digitale; l’uso di mezzi “green” per ilrecapito della posta; l’installazione di locker neiComuni privi di ufficio postale, per semplificare leoperazioni di consegna dei pacchi e il pagamento deibollettini; l’installazione di cassette postali smart atecnologia digitale; l’attivazione di servizi di informa-zione per i cittadini; la realizzazione di nuovi eventifilatelici per meglio valorizzare le tradizioni e lerealtà del territorio.All’indomani del primo incontro con i “Sindacid’Italia”, risalente al 26 novembre 2018, PosteItaliane ha realizzato tutti gli obiettivi a suo tempopresentati. Oltre a mantenere la promessa di nonchiudere alcun ufficio postale, infatti, nel corso del-l’ultimo anno sono stati realizzati 900 incontri conamministratori locali, coordinati dal nuovo ufficioistituito a Roma con il compito di mantenere apertoe costante il dialogo tra Poste e le comunità sul terri-torio; sono stati installati 614 ATM Postamat; attiva-ti servizi a domicilio e presso esercizi convenzionatinei Comuni privi di ufficio postale; collegati 5.688spot WI-FI negli uffici postali di 5.051 Comuni; eli-minate 574 barriere architettoniche in 549 Comuni;potenziati 219 uffici postali in 211 centri turistici;installate 3.751 nuove cassette postali e 3.793 impian-ti di video sorveglianza; attivati 119 servizi di tesore-ria; donati 13 immobili ai Comuni per attività di inte-resse collettivo; realizzati 15 murales per migliorareil decoro urbano degli uffici postali periferici. L’incontro di lunedì scorso segna una nuova tappanel dialogo e nel confronto avviati l’anno scorso eavvicina ancora di più Poste Italiane al territorio ealle sue comunità, lungo un percorso fatto di impe-gni reali, investimenti, nuovi servizi e opportunitàconcrete, al servizio della crescita economica e socia-le del Paese.

Una giornatastorica per i

piccoli comuni “Si è svolto a Roma, presso il CentroCongressi “La Nuvola”, l’evento“Sindaci d’Italia” organizzato da PosteItaliane e giunto alla sua seconda edi-zione. Ho preso parte a questo incon-tro perché potrebbe essere una gior-nata storica per i piccoli comuni,anche del nostro territorio: PosteItaliane sta svolgendo un’importanteiniziativa che si propone di non chiu-dere gli uffici postali nelle aree menodensamente abitate e in particolarenei Comuni con meno di 5.000 abitan-ti.“Nessuna azienda vive e conosce il ter-ritorio come Poste Italiane, da quiparte la sfida per il futuro” – sono statele parole di presentazione del presi-dente Maria Bianca Farina. È statadata, quindi, la parola al Sindaco diBari, presidente dell’ANCI AntonioDecaro, che ha sottolineato come nonsempre ci sia stato un rapporto idealecon Poste “ma per fortuna da qualcheanno si cammina insieme per un futu-ro migliore”.Nessun ufficio postale dei piccolicomuni sarebbe stato chiuso – questala promessa assunta un anno fa, e cosìè stato. In meno di un anno PosteItaliane ha fornito servizi essenziali econsolidato la sua presenza nei piccoliComuni, aiutando a invertire la ten-denza allo spopolamento e rafforzan-do la vocazione sociale dell’azienda.Interessante l’intervento del ministrodell’Economia Roberto Gualtieri, cheha fornito alcuni dati della recentemanovra economica, soprattutto perquel che riguarda la voce “comuni”,investimenti previsti per lo spopola-mento e per le aree in difficoltà. “Lavolontà di questo governo è quella diascoltare i piccoli comuni, ricostruireuna politica meno social e più concre-ta” - ha concluso il Ministrodell’Economia.Infine, è arrivato il momento più atte-so della manifestazione, ovvero l’inter-vento del Presidente del Consiglio deiMinistri Giuseppe Conte che, fattauna disamina sui piccoli comuni esulla loro importanza strategica, harivolto un plauso al ruolo di PosteItaliane nell’economia nazionale. Inchiusura il Presidente ha affermatoche nelle prossime manovre economi-che ci saranno interventi a favore deipiccoli comuni che non devono piùessere la cassa del governo. “Bisognalavorare insieme per rifare le opereinfrastrutturali nazionali, 4 miliardi emezzo saranno destinate alle opere darealizzare” – ha concluso il premier,invitando tutti a lavorare insieme per ilfuturo di questo Paese.

Rosario Vladimir Condarcuri

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www.larivieraonline.com Rcultura02

Nov

embr

e18

Mimmo Cavallaro conferma sempre di più il pro-prio ruolo di ambasciatore della musica calabresenel mondo. Dopo aver fatto scatenare il VecchioContinente con il suo progetto della “Europa chedanza” e aver attraversato l’Atlantico, i ritmi travol-genti del chimico della tarantella sono infatti sbar-cati negli scorsi giorni sulle frastagliate coste delPacifico, dove Mimmo e la sua band, composta daifidati Andrea Simonetta, Gabriele Albanese,Francesco Carioti, Silvio Ariotta e ValentinaDonato, hanno stupito l’esigente pubblico giappo-nese. Dallo scorso mercoledì, infatti, la band èimpegnata in una quartetto di concerti che, dopo iprimi due appuntamenti presso lo ShowcaseGrandi Magazzini Hankyuha di Osaka, prosegui-

ranno oggi e domani presso l’Auditorium Umedadella metropoli giapponese. Ma queste date saran-no solo un riscaldamento se paragonate agli appun-tamenti che, nei prossimi giorni, terranno impegna-ti Cavallaro e i suoi in Australia fino al 17 novembre.Un vero e proprio tour del Pacifico che mai nessunartista calabrese aveva tentato prima e che, dopoOsaka, raggiungerà i lidi di Adelaide (6 novembre),Melbourne (10 novembre), Wollongong (15novembre) e Sydney (16 e 17 novembre), dove lanostra musica non solo risulterà certamente fami-gliare alle nutrite comunità calabresi presenti sulterritorio, ma sarà sicuramente una piacevole sco-perta anche per gli australiani che non hanno origi-ni europee.

Giovedì 24 ottobre, nella Chiesa di SantaCaterina d’Alessandria a Gioiosa Jonica, haavuto luogo l’interessante e partecipata pre-sentazione del libro “Tra novene e tradizioni”di Don Roberto Corapi. Un evento unico nelsuo genere, grazie alla sapiente scelta di unalocation “insolita” per il tipo di manifestazione,ma tanto cara ai presenti e che ben si sposavacon il messaggio del libro. “Tra novene e tradi-zioni”, infatti, riscopre la pietà popolare delSud e ce la fa guardare da un’altra prospettiva.La religiosità popolare è una caratteristicadevozionale del Sud in cui s’intreccia il gridoorante del popolo e l’elevazione di un animoche si abbandona alle verità divine. La vera ric-chezza di un popolo è, infatti, nascosta nelletradizioni, che rappresentano un risveglio dellafede (professata, testimoniata e vissuta). Unvero e ricco patrimonio di tradizioni che l’auto-re è andato a riscoprire, attraverso le testimo-nianze degli anziani, fonte di sapienza e saggez-za. Un lavoro meticoloso e attento, che l’haportato a raccogliere i ricordi, le tradizioni reli-giose e la fede di un popolo. Tutto grazie allasua innata capacità di ascolto. In questo libro èriscoperto e valorizzato il vissuto culturale, reli-gioso e sociale di un tempo, povero material-mente ma allo stesso tempo ricco di valore esentimenti. I fatti, poi, ci dimostrano che larealtà popolare tradizionale non è per nientesul viale del tramonto ma, anzi, vive di unanuova fiamma ardente e vitale. Dice bene DonRoberto quando sottolinea che c’è la necessitàdi educare i fedeli ad avere come riferimentoCristo, rafforzando quindi la forza della fede dipari passo con le tradizioni e facendo riscopri-re sempre di più il vissuto di un popolo.Durante la presentazione si sono alternate inuna ricca staffetta d’interventi, diverse perso-nalità illustri della cultura calabrese, introdottemagistralmente dall’organizzatore dell’evento:il Presidente del Club per l’UNESCO diGioiosa Jonica, Nicodemo Vitetta, ha dappri-ma salutato gli ospiti, da buon padrone di casa,per poi passare a un’interessante analisi fra letradizioni religiose “gioiosane” e quelle dellaparrocchia di Stalettì, vera protagonista dellibro. A lui si sono susseguiti nei saluti il parro-co di Gioiosa Jonica, Don Francesco Passarellie l’Assessore alla Cultura Lidia Ritorto.Entrambi hanno espresso il loro apprezzamen-

to nei confronti di un’iniziativa che ha saputoconiugare la fede, che è insita in ognuno di noi,all’amore per la riscoperta delle tradizioni, conun occhio di riguardo alla valorizzazione dellepiccole realtà quali Stalettì e Gioiosa stessa. Sisono poi susseguiti negli interventi, i vari rela-tori. Impossibile non citare la straordinariaanalisi dell’uomo e dell’opera realizzata daun’attenta e sempre preparata BrunaFilippone, che ha coinvolto il pubblico con unarelazione “appassionata” e variegata, spazian-do dalla letteratura alla storia, passando per igrandi poeti del passato. Magistrale anche l’in-tervento di Rosarina Madia, Presidente delCapitolo Pallade di Catanzaro, che ha più voltesottolineato la straordinaria capacità espressivadi Don Roberto. Gli basta, infatti, un sorrisoper conquistarsi l’affetto e la stima di tutti i pre-senti, rimasti ammaliati dal suo carisma e dellasua sincera e continuativa invocazione al“Cristo Regni”. Ultima, ma non per importan-za, la relazione dell’avvocato GianfrancoProcopio. Anch’egli ha dato dimostrazione delsuo valore, donando ai presenti una vera e pro-pria lectio magistralis. Entusiasta e partecipati-vo è stato, poi, il pubblico, proveniente dallepiù disparate zone della nostra Regione:Catanzaro, Soverato, Serra San Bruno,Chiaravalle, Davoli, Simbario, Stalettì, Riace,Siderno, San Giovanni di Gerace, Mammola,Ferruzzano, Bova, Locri, Monasterace e tantialtri ancora. Un vero e proprio plebiscito diconsensi si è levato dal pubblico nei confrontidi Don Corapi, che si è dimostrato essere sem-pre gioviale e aperto all’ascolto di tutti coloro iquali hanno “lasciato” i banchi della Chiesaper alzarsi a dire la propria sull’Altare.Incoraggiante e degna di nota, la presenza didiversi giovani, prime fra tutti le Volontarie delServizio Civile in servizio presso la Pro Loco diGioiosa Jonica, che si sono fatte notare eapprezzare per l’attento e puntuale lavoro fina-lizzato alla realizzazione dell’evento. Un incon-tro riuscitissimo e lodevole, che ha messo inluce come la fede non sia fine a se stessa, ma sirafforzi donandosi agli altri. La pietà popolareva quindi inserita in un progetto più ampio,partendo da piccole ma grandi iniziative comequella appena svoltasi, che mira alla purifica-zione, risvegliando la fede grazie all’autenticitàdella parola del Vangelo.

Il chimico della tarantella e lasua band sono impegnati inquesti giorni in un tour che,dopo Osaka, li porterà adAdelaide, Melbourne,Wollongon e Sydney, inAustralia per un tour del

Pacifico che conferma il ruolo diambasciatore della musicacalabrese del mondo ormai

rivestito da Cavallaro.

Mimmo Cavallaro impegnatoin un grande tour del Pacifico

Don Roberto Corapi conquista il pubblicocon il suo libro “Tra novene e tradizioni”

“Ira”, la scommessa vincentedi una Calabria che credenelle produzioni a basso costo

Il locreseAnnunziatoGentiluomo e

ArtInMovimentoproducono, assiemea Systemout il terzolungometraggio di

Mauro RussoRouge, una pellicolasperimentale e abasso costo chenarra con grande

raffinatezza tecnicala storia semplice edrammatica di duegiovani rimasti

bloccatinell’angosciantedesolazione delleperiferie d’Italia.

La Calabria che crede nel cinema non è soloquella delle grandi produzioni che si stannorealizzando sul nostro territorio in queste set-timane, ma anche quella che dà fiducia nellepellicole sperimentali e a basso costo. Vieneinfatti proiettato in questi giorni in diversicinema della nostra Penisola “Ira”, terzo lun-gometraggio di Mauro Russo Rouge, ideato-re e direttore artistico del TorinoUnderground Cinefest, prodotto dal giorna-lista locrese Annunziato Gentiluomo, dalleassociazioni ArtInMovimento e Systemout edistribuito da Mescalito Film.“Ira” è la storia parallela di due giovani senzanome. Lei, entrata in un tunnel di dissoluzio-ne dopo la morte dei genitori, la notte si pro-stitusce per cercare di sopravvivere un giornoin più. Lui lavora in un mercato del rione piùperiferico e degradato di una grande città ita-liana. In una notte di pioggia, i due si incon-treranno quasi per caso, spezzando per laprima volta una routine miserevole e ango-sciante, cui finalmente farà da contraltare unperiodo di timida serenità. Il rapporto tra idue, basato su complici giochi di sguardi efloridi sorrisi, sarà presto viziato dalla cru-deltà della vita, che risucchierà i due in unaspirale di violenza ingenerata dal vizio capita-le che dà il nome alla pellicola.Il basso costo e l’assenza di una sceneggiatu-ra non sono certo in grado di viziare la qua-lità di questo film. La tecnica narrativa diMauro è infatti fortemente evocativa e capa-ce di trasmettere allo spettatore con immen-sa efficacia le emozioni provate dai protago-nisti, interpretati da Silvia Cucco e SamueleMaritan, attori presi dalla strada e letteral-mente catapultati in un processo creativounico nel suo genere.Russo si rivela fin dalle prime inquadrature

un narratore discreto, un personaggioaggiunto che letteralmente segue, conabbondante utilizzo della camera a mano, iprotagonisti che si muovono in paesaggidesolati e prevalentemente lugubri, se nonproprio notturni. Il riguardoso voyeurismodel regista ci regala una delle più grandi col-lezioni di inquadrature di spalle che potreteosservare in una qualunque pellicola, amato-riale o mainstream, con i primi piani che sitrasformano ben presto in una coraggiosaricerca del dettaglio. Per la sua narrazione,infatti, il regista preferisce inquadrare mani,occhi, o labbra che si increspano in esitantisorrisi ai dialoghi, ridotti davvero all’osso.Una tecnica raffinata, la cui eleganza siriscontra anche nella distinzione che Russofa tra le scene di sesso della protagonista coni propri clienti, sempre mostrate attraversoinquadrature lontane e fuori fuoco, e quellein cui invece fa l’amore con la sua contropar-te maschile, messe in scena grazie a giochi diluce e ombra o mostrando solo alcuni detta-gli dall’esterno di un’auto o attraverso losquarcio presente su un telo di plastica.Proprio la luce e l’ombra, cui abbiamo giàfatto riferimento in precedenza, giocano unaltro ruolo fondamentale, nel film: l’angosciadel lungo prologo, in cui seguiamo i protago-nisti durante la loro vita quotidiana, è ampli-ficata dall’utilizzo di scene che si svolgono innotturna o, al massimo, durante le uggiosealbe d’inverno. Al buio di questa meschinaquotidianità, che tornerà prepotentementenell’ultima parte della pellicola, faranno tut-tavia da contraltare scene di quasi accecanteluminosità in corrispondenza dei momenti incui i protagonisti impareranno a conoscersimeglio. Inquadrature in cui il sole e i paesag-gi luminosi saranno personaggi in grado dimuoversi sulla scena, gli unici che riescono asimpatizzare con i giovani protagonisti.Non spetta a noi dire in questa sede se l’ulti-ma inquadratura del film sia caratterizzatadall’oscurità o dalla luce, ma ci sembraopportuno sottolineare quanto il coraggio diMauro Russo Rouge abbia giocato un ruoloimportante nella realizzazione di un proget-to di grande qualità tecnica e di sicuro inte-resse sociale dal punto di vista della trama.Una pellicola sulla quale la Calabria puòvantare di aver avuto il coraggio di scommet-tere grazie alla produzione di Gentiluomo eArtInMovimento e che dimostra come ilcinema possa essere di grande qualità anchequando non supportato da grandi produzio-ni.

Jacopo Giuca

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Il 9 e 10 novembrePiazza Padre Pio,

a Portigliola, si trasformerà nel

mercato agroalimentaredella Locride, con standed espositori da parte

delle aziende produttrici,degli artigiani, degli

agricoltori e deiristoratori locali. Sarà

una festa perpromuovere

le produzioni tipichelocali e la nostrabellissima terra.

La manifestazione,fortemente volutadall’associazione

pensionati bianchesi,darà spazio alla

degustazione di prodottitipici e attingerà a pienemani nella tradizionecon l’organizzazione digiochi popolari e una

sezione completamentededicata ai bambini.

Il GAL Terre Locridee e il comune di Portigliolapresentano la 1ª edizione di PortigliOlio

Domenica prossima si aspetta San Martinocon la 1ª Sagra della Mostarda

BIANCO

Il GAL Terre Locridee organizza, insieme al Comune diPortigliola, la prima edizione della manifestazione“PortigliOlio”, festa degli antichi sapori della Locride efesta di San Leonardo, patrono di Portigliola e degliAgricoltori.L’idea di questo appuntamento nasce dalla volontà di uncomune come quello di Portigliola e di un agenzia di svi-luppo come il GAL, che pensano che da queste iniziativepossa nascere qualcosa di positivo per il territorio. L’olio,insieme al maiale nero d’Aspromonte, sono infatti i prota-gonisti di questo evento, ma l’idea è quella di continuare ilpercorso di rilancio dei prodotti agroalimentari dellaLocride, costituito da piccole e grandi realtà di eccellenzanon sempre conosciute al grande pubblico.La manifestazione inizierà nel pomeriggio di sabato 9novembre per concludersi domenica 10.Due prodotti del territorio in grande crescita saranno presia emblema di una manifestazione che, accanto alla possi-bilità di degustare e conoscere le eccellenze agroalimenta-ri della Locride, permetterà anche di effettuare un percor-so relativo alla storia e alle proprietà benefiche del nostrocibo grazie a dibattiti, degustazioni guidate e rassegne chescandiranno la festa.Il 9 e 10 novembre Piazza Padre Pio, a Portigliola, si tra-sformerà nel mercato agroalimentare della Locride, constand ed espositori da parte delle aziende produttrici, degliartigiani, degli agricoltori e dei ristoratori locali. Sarà unafesta per promuovere le produzioni tipiche locali e lanostra bellissima terra.Questa iniziativa sostenuta con entusiasmo dal presidentedel GAL Terre Locridee Francesco Macrì, è stata possibi-le grazie al lavoro svolto dal CdA e dalla struttura delGAL, che crede in questo tipo di iniziative in grado di pro-muovere il buono della Locride.

L’associazione pensionati bianchesi “Ins. A.Versace”, nelle persone di Melissa Luppino, PinaBevilacqua, Assunta Messina, Rosa Versace, MarioSoldano, Ciccio Scundi e Sarà Papasergio, organiz-za la 1ª Sagra della Mostarda, che vi da appunta-mento presso la via Garibaldi di Bianco la prossimasettimana, domenica 10 novembre 2019. La manife-stazione avrà inizio con una rassegna di giochipopolari che vi aspetta alle ore 15, per poi continua-re, alle ore 17, con una parentesi completamentededicata ai bambini, con la presenza di gofiabili,truccabimbi, zucchero filato, pop corn, musica e lamanifestazione Masterchef Baby. Alle ore 19:30,dunque, aspettando San Martino a Cavallo, sientrerà nel vivo della manifestazione con l’aperturadella degustazione della mostarda accompagnatadal Vino Greco DOC di Bianco, zeppole e caldar-roste, cui seguirà l’apertura di stand enogastronomi-ci con prodotti tipici locali. La serata sarà dunqueallietata da balli, canti e Muttette Calabresi e si con-cluderà, alle ore 21, con la cerimonia di premiazio-ne dei vincitori delle gare svoltesi durante il pome-riggio. Un appuntamento da non perdere per fareun tuffo nelle tradizioni e nei sapori più peculiari delnostro comprensorio.

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando

Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo,Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca,Franco Martino, Franco Crinò, Antonio Scordino,

Giovanni Pittari.

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE: 0964342198

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Direttore responsabile:MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

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Le COLLABORAZIONI non precedute dallasottoscrizione di preventivi accordi tral’editore e gli autori sono da intendersigratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati allaredazione, anche se non pubblicati, non

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territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimonogiudizi o riflessioni personali, sono daritenersi direttamente responsabili.

QUESTA SETTIMANA A TAVOLACON L’ATTRICE, CANTANTE ECONDUTTRICE TV SERENAROSSI E IL SUO PIATTO NAPO-LETANO

FRITTATADI SPAGHETTI ALLA NAPOLETANA

Tempo preparazione: 20 MIN.Tempo cottura: 60 MIN.Difficoltà: FACILE Costo: BASSO DOSI: 8 PERSO-NE INGRADIENTI: 500 Gr. DI SPAGHETTI; PARMI-GIANO 100 gr.; LATTE INTERO100 Gr.; 8 UOVA, SALE PEPEOLIO Q.B.; PANCETTA ACUBETTI 200 Gr. 1 LITRO DISUGO AL POM.

PREPARAZIONE :

1) PREPARATE UN SEMPLICESUGO AL POMODORO.2) LESSATE GLI SPAGHETTI ALDENTE, SCOLATELI E VERSATE-LI IN UNA CIOTOLA.3) MESCOLATE ACCURATA-MENTE.4) SBATTETE LE UOVA,AGGIUNGETE FORMAGGIO,LATTE ,SALE ,PEPE; MISCELATEIL TUTTO.5) VERSATE IL COMPOSTOSULLA PASTA, MESCOLATEBENE, VERSATE UN GIRO D’O-LIO IN UNA PADELLA DI 30CM. SCALDATE E VERSATE ILTUTTO.6) CHIDETE CON UN COPER-CHIO E LASCIATELA CUOCEREX 10 MIN.7) GIRATE LA FRITTATA E PRO-SEGIUTE LA COTTURA DAL-L’ALTRO LATO X 10 MIN.8) LA VOSTRA FRITTATA DÌSPAGHETTI ALLA NAPOLETA-NA E’ PRONTASERENA ROSSI E BLUETTECATTANEO Vi AUGURANOBUON APPETITO !!

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R02 Novembre- 20 intervistawww.larivieraonline.com

Durante la nostra piacevole chiacchierata, Beppe Convertini attore, con-duttore televisivo e radiofonico, oltre che ex modello, ha affermato come,dietro lo sfavillante mondo dello spettacolo, ci siano enormi sacrifici e unalunga preparazione. Ecco cosa ha raccontato il conduttore di “LineaVerde”, nato a Martina Franca (Puglia) il 20 luglio 1971.Quali aggettivi useresti per descriverti?Penso che sia più giusto chiedere agli altri come mi vedano, ma se devo farloio, direi di essere deciso, attivo e sorridente. Un mio difetto, invece, è quel-lo di essere troppo preciso.Come descriveresti la tua esperienza, come conduttore, nel programma“Linea Verde”?Esperienza straordinaria. Questo programma ti permette di conoscere, inmaniera speciale l’Italia, le tradizioni gastronomiche e quelle dei piccoliborghi, la storia di grandi uomini e di grandi donne che hanno contribuitoallo sviluppo dell’agricoltura. È tutto un’immensa meraviglia.Quando farete tappa in Calabria?Nei prossimi mesi saremo in Calabria, terra che conosco bene, per far cono-scere e apprezzare le sue bellezze ai nostri telespettatori.Quale parte della Calabria hai avuto modo di conoscere e quali sensazio-ni ti ha lasciato?Adoro Scilla, penso sia il posto più romantico del mondo; ma anche Pizzo,Tropea, Roseto Capo Spulico, la Sila; sono stato anche a Polistena,Taurianova e Siderno. Credo sia una delle Regioni più belle al mondo, hatutto: mare e montagna, non le manca nulla. Senza contare delle bontà culi-narie presenti nel territorio, sono rimasto particolarmente colpito dalla‘nduja, dal peperoncino e dal gelato di Pizzo.Il mio paese, Siderno, che impressioni ti ha dato?La chiesa di San Carlo Borromeo e Palazzo Falletti sono davvero moltobelli e poi ci sono tante altre chiese magnifiche. È una cittadina con tantipalazzi storici. Sono rimasto particolarmente colpito da Siderno Superiore,è davvero un gioiello.Da uomo del Sud quali sono, secondo te, i pro e i contro del Meridione?Ci sono solo pro, il Sud è una terra bellissima. Dal punto di vista paesaggi-stico, è la più bella del mondo. La gente è sempre ospitale, sorridente, titratta come se ti conoscesse da sempre. Occorrerebbe sfruttare di più il turi-smo affinché sia conosciuta di più, in modo da essere apprezzata comemerita.Ritornando indietro nel tempo, a 17 anni hai perso tuo padre. Da quelmomento è cambiato il tuo modo di vedere la vita?Da quel momento è cambiato tutto, perché ho perso la mia guida morale.Sono diventato l’uomo di casa, essendo l’unico maschio dovevo pensare amia madre e alle mie sorelle, ho avuto maggiori responsabilità. Ho iniziatoad avere una visione della vita più pratica e razionale.Sei molto vicino alle missioni umanitarie, forse la perdita di tuo padre ti hasensibilizzato ancora di più?Per sette mesi mio padre ha lottato contro un tumore ai polmoni, in quelperiodo sono stato colpito da due cose: mia madre che per tutto quel temponon ha dormito per assistere 24 al giorno mio padre e alcuni medici volon-tari che venivano ad assisterlo, facendo opera di carità. Sono stati straordi-nari, Io li definivo “Angeli”. Il loro esempio mi ha spinto a dedicarmi aglialtri, soprattutto da quando sono diventato famoso. Trovo, infatti, che sia undovere morale per chi fa il mio stesso mestiere, altrimenti che senso avreb-be la popolarità se non quella di sposare delle cause importanti? Io ne hosposate diverse in questi anni, ho sostenuto la donazione degli organi, gliospedali oncologici pediatrici, infine la federazione nazionale “Terre deshommes”, impegnata nella difesa dei diritti dei bambini nella promozionedi uno sviluppo equo, senza alcuna discriminazione.Cosa conta davvero, per te, nella vita?La mia famiglia in primis: mia madre, le mie sorelle, i miei nipoti, i mieibisnipoti e i miei amici. Al primo posto da sempre e per sempre gli affetti,le persone che mi amano e che amo.Quali saranno i tuoi prossimi progetti? Fino a giugno sarò impegnato con la conduzione di “Linea Verde”, pro-gramma che sta piacendo moltissimo al pubblico. Poi ci sono dei progettiche spero di realizzare al più presto.

Rosalba Topini

Beppe Convertini: “La Calabria è una delle Regioni più belle al mondo”

Questa settimana abbiamointervistato il conduttore di

“Linea Verde” che più volte èstato in Calabria, dove ha avutomodo di visitare anche Siderno,

rimanendo affascinato dallachiesa di San Carlo Borromeo e

Palazzo Falletti.

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Pausa postaleVincenzo Franscà e la sua collegaAnna Chiara De Rosa, responsabiledell’ufficio stampa delle Postedella Campania, si godono unmomento di pausa dopo aver par-tecipato attivamente a una dellepiù intense fasi dell’incontro cheorganizzato a Roma con i rappre-sentanti dei piccoli comuni d’Italia.

Pecoroni sidernesiLa mattina presto, a Siderno, sifanno strani incontri. Quandoancora le saracinesche dei bar

sul corso della Repubblica sonoabbassate, infatti, può capitareche si incontrino dei pecoroni apasseggiare sul marciapiede.

Portigliola nazionaleLa capitana della nazionale fem-minile di Calcio BarbaraBonansea, dopo un infortunio, hapensato bene di trascorrere qual-che giorno di relax assieme adalcuni amici a Portigliola. In que-sta foto eccola mentre posa assie-me al consigliere comunaleDaniele Ferro.

Amministratori postaliUn sorridente quanto slanciato sindaco diMartone Giorgio Imperitura abbraccia laconsigliera di Carlopoli Maria Antonietta

Sacco durante l’incontro che Poste Italianeha organizzato a Roma con i rappresentanti

dei piccoli comuni d’Italia.

Saluti settentrionaliPer la rubrica “A volte ritor-nano” questa settimana viproponiamo questo bel

selfie di Vincenzo Lizzi, checi manda i suoi saluti da

Milano assieme al suo stu-dente Matteo.

Dentro la newzFabio Papalia, del sitonews.it, prende alacremen-te appunti per il suo repor-tage sull’incontro che PosteItaliane ha organizzato aRoma con i rappresentantidei piccoli comuni d’Italia.

Una nonna davvero… Fortunata!I migliori auguri di buon complean-no a nonna Fortunata dai suoi amatinipoti Giuseppe, Antonella, Simonee Immacolata.

A un passo dal sognoQuesta settimana Matteo, giovaneiscritto al programma degli SpecialOlympics, ha cominciato a lavorarepresso il rinomato locale maratone-te di Pino Trimboli. Un piccolo suc-cesso che lo avvicina di un passo al

suo sogno di sposarsi!

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02 Novembre- 22

I Bronzi di BerlinoEcco come i nostri Beni Culturali ven-gono sfruttati all’estero: al Museodell’Antichità Pergamone di Berlino, inquesti giorni, i Bronzi di Riace sonoprotagonisti di una mostra che dà unarilettura tutta teutonica della storiadella nostra bella Penisola.

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