VERONICA RICCARDO PAGAN PASE · 2020. 3. 11. · 17 Il Nuovo Piano Rifiuti 2020 - 2026 INTERVISTA A...

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ANNO 39 - 1/2020 Spedizione in abbonamento postale Poste Italiane SpA (costo 10 euro) • 70% DCB Milano • Proprietà di Confservizi Cispel Lombardia • Registrazione Tribunale di Milano n. 360 del 3/10/1981 VERONICA PAGAN Gender gap. Segnali positivi nelle aziende STEFANO POZZOLI La riforma Madia ora va semplificata RICCARDO PASE Approvato in Lombardia il Piano Rifiuti dei prossimi 6 anni A MANTOVA IL 23 MAGGIO PRIMO FORUM SOSTENIBILITÀ La proposta di un osservatorio sull’economia circolare GIORNATA DELL’ACQUA E CLIMATE CHANGE I progetti delle aziende per educare sulla crisi idrica FARMACIA DEI SERVIZI AL VIA IN PRIMAVERA Renato Acquistapace spiega come sarà il progetto TOP UTILITY: MM SPA È LA MIGLIORE Premiata per sostenibilità, trasparenza e comunicazione

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ANNO 39 - 1/2020

Spedizione in abbonamento postale Poste Italiane SpA (costo 10 euro) • 70% DCB Milano • Proprietà di Confservizi Cispel Lombardia • Registrazione Tribunale di Milano n. 360 del 3/10/1981

VERONICA PAGANGender gap. Segnali positivi nelle aziende

STEFANO POZZOLILa riforma Madiaora va semplificata

RICCARDO PASEApprovato in Lombardiail Piano Rifiutidei prossimi 6 anni

A MANTOVA IL 23 MAGGIOPRIMO FORUM SOSTENIBILITÀLa proposta di un osservatoriosull’economia circolare

GIORNATA DELL’ACQUA E CLIMATE CHANGEI progetti delle aziende

per educare sulla crisi idrica

FARMACIA DEI SERVIZI AL VIA IN PRIMAVERARenato Acquistapace spiega

come sarà il progetto

TOP UTILITY: MM SPA È LA MIGLIORE

Premiata per sostenibilità, trasparenza e comunicazione

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La formazione a serviziodell’impresa e dei lavoratori

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La formazione a serviziodell’impresa e dei lavoratori

SOMMARIO

CONFSERVIZI CISPEL LOMBARDIA

3 Le sfide del decennio: sostenibilità, innovazione, persone ALESSANDRO RUSSO

5 Dopo coronavirus. L’impegno delle nostre aziende in Zona Rossa GIUSEPPE VIOL A

7 Dossier Diversity e Top Management INTERVISTA A VERONICA PAGAN, PROJECT ASSISTANT CONFSERVIZI CISPEL LOMBARDIA

16 Lombardia. Verso l’economia circolare

17 Il Nuovo Piano Rifiuti 2020 - 2026 INTERVISTA A RICCARDO PASE

20 Piano rifiuti e lotta all’illecito. Parla Niccolò Carretta, presidente Commissione d’inchiesta rifiuti

22 Riforma Madia: dopo tre anni è tempo di semplificarla STEFANO POZZOLI

24 WorldWaterDay. Acqua e cambiamenti climatici. Le iniziative delle nostre aziende

28 La Farmacia dei servizi. Al via la sperimentazione dei prossimi tre anni RENATO ACQUISTAPACE

30 Piattaforme Pell, Sinfi e Data Base topografici per integrare Smart City e Smart Land EMANUELE MARTINELLI

31 Interoperabilità dei sistemi e informazioni di qualità INTERVISTA A GABRIELE CIASULLO, AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE

33 #buonacomunicazione con Giacomo Papi e Max Rigano. Modi di fare scrittura oggi

34 Cosa c’entra un cammello con il Project Manager A CURA DI MIRIAM CARBONE E FRANCESCA CERON, AREA FORMAZIONE CONFSERVIZI CISPEL LOMBARDIA

38 Il nuovo metodo tariffario di ARERA per i rifiuti. Un Help Desk per le imprese MASSIMO DI DOMENICO

39 A Mantova il primo Forum della Sostenibilità presentato da Massimiliano Ghizzi presidente TEA

40 La nostra associata MM Spa di Milano premiata come migliore Top Utility dell’anno

DIRETTORE RESPONSABILEBiagio Longo

DIRETTORE EDITORIALEGiuseppe Viola

COMITATO EDITORIALEBiagio Longo, Alessandro Russo,Giuseppe Viola

REDAZIONEBiagio Longo, Giuseppe Viola, Paola Busto

COLLABORATORIPresidenti, Direttori, Amministratori Delegati, Uffici Stampa e Comunicazione delle aziende di Confservizi Cispel Lombardia

GIUNTA ESECUTIVAPresidente: Alessandro RussoVicepresidente: Paolo FrancoConsiglieri: Renato Acquistapace, Gianantonio Arnoldi, Pierluigi Arrara, Elena Alda Bardelli, Lorella Alda Bigatti, Enrico Boerci, Piero Bonasegale,Loredana Bracchitta, Paolo Busnelli,Lelio Cavallier, Marco Luigi Cipriano,Fabio Danesi, Massimiliano Ghizzi,Enrico Pezzoli, Karin Eva Imparato, Alessandro Lanfranchi, Giuseppe Negri, Paolo Sabbioni

DIRETTORE GENERALEGiuseppe Viola

REDAZIONE E PUBBLICITÀConfservizi CISPEL LombardiaStrada 4 - Palazzo Q7 (4° piano)20089 RozzanoTelefono 02 [email protected]

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEEnergia Media Srlvia Soperga, 16 - 20127 Milano

STAMPASMART SERVICE s.r.l.Sede legale: Via Trecate, 11 - 28068 Romentino NO Sede Operativa, Uffici, Magazzino: Via Tangenziale Ovest 19 H - 28068 Romentino NO

Spedizione in abbonamento postale(costo 10 euro)70% DCB Milano • Proprietà di ConfserviziCispel LombardiaRegistrazione Tribunale di Milanon. 360 del 3/10/1981

Foto di copertina: Freepik.com

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3SERVIZI&SOCIETÀ 1/2020

SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE, PERSONE

LE SFIDE DEL PROSSIMO DECENNIO

Sostenibilità, innovazione, persone. Queste tre parole rappresentano il ma-nifesto 2020 di Confservizi.

La prima di queste tre parole può sem-brare ormai acquisita, e quasi desueta. Invece non è così e non potrebbe esser-ci errore più grande che crederlo. Il nuovo Governo dell’Europa, attraver-so una ridefinizione delle politiche di incentivo e sostegno ai Paesi membri, ha infatti già lanciato delle indicazioni per stimolare la crescita e per avanzare su quegli obiettivi di sostenibilità che l ‘Onu prevede di raggiungere entro il 2030: può sembrare una data lontana, ma le nostre aziende sanno che l’affida-bilità - nel raggiungimento di obiettivi così importanti - dipende soprattutto dalla capacità di pianificare nel lungo periodo. Pianificare bene non è soltanto una necessità tecnica della gestione inge-gneristica e finanziaria, bensì anche una condizione ineludibile per affron-tare la sfida a cui siamo chiamati prin-cipalmente noi operatori dei servizi di pubblica utilità: la sfida per rendere più consapevole la nostra utenza sull’uso di risorse comunque limitate e sulla intro-duzione di quelle buone pratiche che riescono ad incidere sui comportamenti quotidiani.

La nuova sensibilità dei movimenti giovanili per la salva-guardia dell’ambiente e del nostro pianeta ha caricato di una nuova responsabilità la classe manageriale e la comunità im-prenditoriale del mondo intero. Sia come Manager sia come Aziende saremo misurati sempre più sulla base della nostra capacità e competenza nei con-fronti della gestione di uno sviluppo sostenibile del territorio e dei settori industriali e di mercato in cui è inserito il nostro business. Non è un mistero come, da tempo, il raggiungimen-to di obiettivi ambientali e sociali influisca - ormai diffusa-mente in tantissime aziende - anche sulla remunerazione dei Top Manager. E non c’è impresa che non si renda conto di una cosa: farsi carico dei problemi ambientali e sociali non solo è indispen-sabile per acquisire e mantenere alta sul mercato la propria reputazione, ma è anche un modo di competere irrinunciabile di fronte ai nuovi orientamenti dei consumatori, degli stes-si investitori e dell’opinione pubblica in generale. Il mondo delle utilities su questo fronte si sente quotidianamente in prima linea. Oggi non è più la competizione con il settore privato a dover-ci preoccupare: redditività d’impresa, tassi di crescita, qualità dei servizi sono performance stabilmente assicurate anche dalle imprese di pubblica utilità, e sono alla base di tante posizioni di eccellenza del nostro comparto. Di ciò dobbiamo esserne consapevoli e orgogliosi. È tempo però di fare un passo avanti. Dobbiamo osare di più! La concretezza di tante iniziative delle imprese associate nei confronti dell’ambiente, i risultati raggiunti specialmente in Lombardia nello sviluppo sostenibile delle nostre imprese, possono e devono permetterci di fare un salto: quello verso un terreno stabile di pratiche innovative. È l’innovazione la nuova sfida. L’innovazione deve essere non

di Alessandro RussoPresidente di Confservizi CISPEL Lombardia

I risultati raggiunti dalle nostre aziende nei confronti dell’ambiente ci permettono di osare di più: uno sviluppo sostenibile con al centro l’innovazione e le persone

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4SERVIZI&SOCIETÀ 1/2020

soltanto il nostro orizzonte, quanto il terreno concreto - sia imprenditoriale, sia manageriale - della nostra attività industriale. Alla nostra capacità di innovare è affida-ta gran parte della ripresa dello sviluppo Green previsto dall’Unione europea an-che con la direttiva sull’economia circo-lare. Occorre promuovere ricerca e inno-vazione, sperimentando con intelligenza nuovi modelli di produzione, di servizio e di consumo che, nei loro processi, pri-vilegino la decarbonizzazione. Nella gran parte delle imprese di Conf-servizi posso dire di riscontrare un impe-gno costante, una tensione percepibile verso l’adozione di processi innovativi: che si tratti degli sforzi per economizza-re le risorse naturali per la produzione di energia, piuttosto che nel risparmio idrico e nella valorizzazione delle risor-se idriche; oppure della gestione dei ca-richi inquinanti (al suolo e in falda così come in atmosfera) e soprattutto nella gestione dei rifiuti. L’economia circolare va oltre la tecni-ca del riciclo efficiente delle materie di scarto della nostra civiltà dei con-sumi ed indica anzi una possibilità di sviluppo sostenibile, intendendo cioè la sostenibilità non solo come oppor-tunità di innovazione, ma anche come business essa stessa. Secondo rapporti recenti di accreditati Istituti di ricerca, negli ultimi due anni sono cresciuti del 34% gli investimenti verso iniziative sostenibili e Green, rag-giungendo sui cinque principali mercati del mondo una cifra complessiva di or-mai quasi 30 trilioni di dollari! Non meno significativa è l’attenzio-ne all’innovazione e alla ricerca nel Nord-Ovest e in Lombardia in partico-lare, come dimostra il recente FOCUS GREEN, Rapporto di Confservizi Lom-bardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Ao-sta, realizzato con Fondazione Utilitatis sulla gestione dei rifiuti. E la recente (gennaio 2020) approvazio-ne in Consiglio Regionale della Lombar-dia del “Piano verso l’economia circolare” contenuto nella Proposta di Atto di in-dirizzi (PDA n.26), come sottolineiamo all’interno di questo numero.

In questa possibilità nuova di sviluppo attraverso l’innovazio-ne, in questo New Deal della sostenibilità che darà forma e sostanza al prossimo decennio, la terza parola - persone - per me diventa la più significativa. Si ritorna infatti a sottolineare in ogni teoria dell’organiz-zazione come l’elemento centrale, che fa la differenza in ogni sfida e in ogni progetto, sia il fattore umano. Al centro dei cambiamenti della nostra epoca sono donne e uomini sempre più consapevoli del proprio ruolo e delle proprie responsabilità.Nel mondo delle imprese, spesso per esprimere la centralità del fattore umano, usiamo il termine dipendenti. Ecco, penso che quel termine sia ormai superato: la continua evoluzione dell’ organizzazione del lavoro lo ha reso già oggi un termine impreciso e privo di senso. La diffusione di tecnologie che aiutano ad aumentare e moltiplicare le potenzialità di ciascun individuo hanno già creato un ambiente produttivo con nuove e impensabili op-portunità: sempre meno l’uomo sarà una appendice esecu-tiva della macchina e sempre di più sarà possibile umaniz-zare le aziende. Il vecchio modello caratterizzato dall’ossessione per il con-trollo, dalla dipendenza esecutiva, dal voler imporre una di-sciplina a tutto, è ormai un modello superato perché finisce per limitare lo sviluppo. Troppe procedure da rispettare, rego-lamenti e prescrizioni sono la base della burocrazia. Sempli-ficazione, maggiore responsabilità, più libertà di pensiero e di azione, portano invece ad aggiungere valore ad ogni attività. La capacità di ciascuno di agire responsabilmente contribui-sce, mentre realizza il proprio talento, a dare esempio, a ren-dere complementare il gruppo, a far crescere le opportunità che portano a risultati positivi e di eccellenza per la soddisfa-zione di tutte le parti sociali coinvolte. Sarà sempre di più questo il mondo che verrà e che già oggi vediamo realizzarsi. Sarà certamente così il mondo del lavoro e delle imprese e il mondo delle organizzazioni. Si parla apertamente di nuovo paradigma di pensiero. Di po-tere collettivo del talento. Integrandosi sempre di più, capita-le umano e tecnologia diventano il fattore fondamentale di ogni successo. È così che nascono le startup. Credo che ad ogni nostro collaboratore dobbiamo infondere lo spirito delle ‘startup’; quello cioè che fa mettere tutte le proprie capacità, la propria creatività, la propria determina-zione a disposizione di un progetto che si propone di vin-cere le sfide della competizione globale. Al centro di questa teoria di valorizzazione del fattore umano, non possono che esserci le persone, uomini e donne, nella loro pienezza e diversità, come emerge dai dati della ricerca sulle “Gender e Diversity Quotas” ai quali diamo grande risalto in questo numero. Sostenibilità, innovazione, persone: è dal loro intreccio che dipenderà nel prossimo decennio l’esito della sfida per la crescita delle nostre imprese, delle nostre comunità e del nostro Paese.

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5SERVIZI&SOCIETÀ 1/2020

di Giuseppe Viola,Direttore Generale Confservizi CISPEL Lombardia

DOPO CORONAVIRUS

L’IMPEGNO DELLE NOSTRE AZIENDEIN ZONA ROSSA

Milano non si ferma! È questo l’impera-tivo lanciato in questi giorni dal Sindaco di Milano Beppe Sala. E mai l’hanno fat-to le nostre aziende dei servizi pubblici locali della Lombardia, aggiungiamo noi. In questi giorni di caos, notizie urlate e crisi di nervi sull’onda dell’emergenza coronavirus Covid-19, siamo stati co-stantemente in contatto non solo con le nostre associate lodigiane, che si trova-no e/o lavorano in zona Rossa, ma anche con tutte le altre nella zona immediata-mente prossima. Abbiamo avuto la dimostrazione - se mai ve ne fosse stata la necessità - della forte tenuta dei nostri gestori dei servizi pub-blici locali, dal management ai loro col-laboratori e della rete che si è mobilitata per chi era maggiormente in difficoltà. Le aziende pubbliche hanno dimostrato di saper assicurare continuità dei servi-zi e una capacità operativa anche in si-tuazioni di emergenza, sotto pressione, emotiva e mediatica. A tutti loro rivolgiamo il nostro grazie che, non dimenticandoci - passato il mo-mento - andrebbe esteso a ogni giorno dell’anno. Del resto, come abbiamo avuto modo di dire in diverse occasioni, le utility ga-rantiscono servizi per far muovere una metropoli e allo stesso modo un picco-lo Comune, operano 365 giorni all’anno, garantiscono servizi capillari, producono Pil e lavoro; gli investimenti in servizi pubblici locali ricadono sul territorio e

creano benefici ai cittadini, alle imprese e alla pubblica ammi-nistrazione. Oggi più che mai, esserci e continuare ad operare al meglio dà fiducia e positività all’agire quotidiano.

Eppure, a quattro anni di distanza dall’entrata in vigore del co-siddetto Decreto Madia, c’è chi ancora parla di flop e fallimenti di una razionalizzazione sbandierata e generalizzata. Pur animata da nobili intenzioni, la norma si è dimostrata uno dei provvedimenti più avversi alle utility e alle autonomie locali. Ha dimostrato debolezze di fondo nella strategia, con-siderando allo stesso modo tutte le partecipate, che invece, così come ci racconta anche la Corte dei Conti, con una re-cente e dettagliatissima analisi di oltre 350 pagine, non sono tutte uguali. La recente relazione dell’organo di costituzionale sugli orga-nismi partecipati dagli enti territoriali, che è stata diffusa nel-le scorse settimane, rileva che le performance delle società partecipate sono fortemente differenziate fra Centro-Nord e Centro-Sud. In Lombardia, ma anche nel Nord Ovest, queste società sem-pre più complesse, industriali, non si governano con meno istituzioni, ma con istituzioni migliori, cercando di coinvolgere stakeholders, rappresentanti delle imprese e dei cittadini. Non ostacolandole e ‘zavorrandole’ con adempimenti e vincoli pro-pri delle pubbliche amministrazioni. Sarebbe allora utile che il Parlamento, il Governo ed i Ministri competenti avviassero un aggiornamento al decreto Madia, sulla base dei risultati delle analisi della Corte dei Conti, e dedicando politiche industriali specifiche a ciascun gruppo di partecipate, tenendo conto che un settore così strategi-co per il Paese non può essere affrontato a colpi di ritocchi e emendamenti spot, ma in modo risolutivo nell’ottica della semplificazione, convinti che i Servizi pubblici locali sono il motore di quel cambiamento che, in termini di Sostenibilità, Innovazione e valore per le Persone rappresenta la risposta ad un bisogno ormai diffuso.

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I DATI PARLANO CHIARO:LA DIVERSITÀ FA BENE ALLE AZIENDE

DIVERSITY E TOP MANAGEMENT

Presentati i risultati della ricerca condotta da Confservizi CISPEL Lombardia in collaborazione on l’Università Milano Bicocca e REF Ricerche all’interno delle utility lombarde. La diversità (non solo di genere) è la leva decisiva per migliorare l’impresa, i luoghi di lavoro, la vita e le relazioni tra le persone. C’è molto ancora da lavorare in campo culturale per diffondere modelli, buone pratiche e scambiarsi esperienze. La testimonianza di Alessia Mosca firmataria della legge sulle ‘quote rosa’ (2011) prorogata nei giorni scorsi, la voce di donne al vertice e della rettrice Uni Mi-Bicocca Giovanna Iannantuoni.In queste pagine riassumiamo alcuni degli interventi più significativi della presentazione avvenuta a Milano il 29 gennaio in Università Milano Bicocca.

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8SERVIZI&SOCIETÀ 1/2020

“Le leggi da sole non bastano. Ma pen-siamo da dove siamo partiti 10 anni fa, quando la presenza femminile nei CdA delle aziende quotate (e nei Collegi sin-dacali) era al 3% e vediamo la portata di questo straordinario cambiamento in un tempo così ristretto, anche rispetto al resto d’Europa. Da Italia maglia nera per presenza femminile nei luoghi di massimo potere siamo diventati con il nostro 37% un modello di governance migliore. Un risultato ottenuto grazie anche alle sanzioni applicate in caso di inottemperanza”.

A parlare, è Alessia Mosca, segretario generale Italia ASEAM e vicepresiden-te Fuori Quota, intervenuta all’interno del convegno di restituzione della ri-cerca ‘Dalle gender quotas alle diver-sity quotas’ condotta da Confservizi CISPEL Lombardia in collaborazione con Università Milano Bicocca e REF Ricerche all’interno delle utility lom-barde, affiancata dai dati raccolti tra le aziende quotate e nelle Amministra-zioni pubbliche.Un’occasione in cui, annunciando la proroga della legge che porta anche il suo nome e che allunga a sei mandati per le quotate, non ha mancato di riba-dire quanto ancora ci sia da lavorare. “Il tema delle quote di genere - aggiun-ge Mosca - è quello che ha trainato e traina anche il tema delle diversity,

apre la strada ad altre riflessioni più ampie su altre diversi-ty e, soprattutto, fa bene a tutto il sistema. La proroga della legge si è resa necessaria per continuare un cambiamento culturale che non è ancora maturo. Al di là dei CdA del-le aziende pubbliche infatti il resto della società è ancora bloccato, la società non si è ancora modificata per sostenere il cambiamento”. “A proposito di gender quotas e, soprattutto, di diversity quotas, occorre avere la capacità di spostare la direttrice culturale oltre il mondo del lavoro, allargando lo sguardo all’intera società”, ha sostenuto il Presidente di Confservizi CISPEL Lombardia Alessandro Russo intervenuto al conve-gno in Università Milano-Bicocca, e che ha insistito sull’im-portanza di lavorare sul tema delle diversità (di età, forma-zione e estrazione…) come valore aggiunto, a partire dalle aziende di pubblica utilità che rappresenta. “Il tema delle diversità parte da quando nasciamo, se na-sciamo in una società di stereotipi, quelli vanno scalzati - aggiunge Russo - Pensando alla mia realtà di azienda che gestisce il servizio idrico integrato della Città Metropolita-na di Milano, spesso fatico ancora ad avere su certe aree, soprattutto nell’ambito ingegneristico, un personale donna, perché quando cerco un ingegnere trovo ancora un ambito ancora molto maschile”. E allarga il discorso: “Le aziende de-vono sapersi adeguare ai cambiamenti e alle trasformazioni del contesto sociale - aggiunge - affinché i servizi/prodotti che offrono rispecchino i bisogni di un tessuto sociale sem-pre più plurale. Pensiamo ad esempio al tema dell’aging e all’innesto di nuove figure giovani con capacità differenti in tema di tecnologia e innovazione. Occorre attivare politiche aziendali che sappiano far interagire al meglio entrambi ri-conoscendone il valore”.

LA DIVERSITY IN AZIENDAFA BENE A TUTTO IL SISTEMA

In Italia, nel 2011 è stata adottata la legge 120, la cosiddetta legge “Golfo-Mosca”, che ha imposto alle società quotate e alle controllate pubbliche un riparto degli amministratori e dei sindaci da eleggere basato su un criterio volto ad assicurare l’equilibrio tra i generi, dovendo il genere meno rappresentato (le donne) ottenere almeno un terzo degli amministratori/sindaci eletti.

Qui sopra:Alessia Mosca.A pagina 9: da sinistra Veronica Pagan, Alessia Mosca, Roberta Provasi, Monica D’Ascenzo e Paola Saracino

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9DOSSIER DIVERSITY E TOP MANAGEMENT

Come testimoniano i dati della ricerca fortemente voluta da Loredana Brac-chitta Avvocato Amministrativista e Presidente del Gruppo AEB, nonché nel-la Giunta di Confservizi CISPEL Lombar-dia, dati raccolti e presentati da Vero-nica Pagan Project Assistant Confservizi Cispel Lombardia insieme a Giuseppe Viola Direttore Generale Confservizi CISPEL Lombardia, Alice Mazzucchelli Ricercatrice dell’Uni Mi-Bicocca, Clau-dia Peiti Senior Economist di REF Ricer-che - la presenza femminile nei CDA è aumentata (fino a toccare il 40%), si è ridotta l’età media dei componenti, la presenza è più eterogenea in termini di età e di profili professionali, ci sono più laureati e con un titolo di studio post-laurea, sono aumentati gli effetti positivi sia sulle performance delle so-

cietà, sia sui temi della sostenibilità. È cresciuta l’adozione di misure di Diversity Management, ad oggi volte principalmente a favorire la conciliazione casa-la-voro dei dipendenti. “Nel 2019, nel settore delle utility e delle aziende che opera-no a livello locale nei settori di pubblica utilità in Lombardia emerge che, in linea con i dati Consob - entra nel dettaglio Veronica Pagan illustrando la ricerca condotta sulle utili-ty lombarde - La presenza femminile nei CDA è di circa 1/3. Nelle piccole imprese è poi del 37%, fino a raggiungere il 42% dei membri nelle imprese di più grande dimensione. Le donne presidenti di CDA rappresentano circa l’11% del totale, di cui 3/4 nelle imprese di piccole dimensioni e 1/4 di esse che occupa invece la presidenza nelle imprese più grandi. Nei collegi sindacali, la presenza femminile è in media del 35% e, come per i CDA, le donne presidenti rappresentano soltanto il 13% del totale”.Una situazione che si rispecchia anche all’interno della diri-genza delle società dove la presenza femminile è assestata sul 25%, con un 14% di direttori generali donna.

La presenza femminilenei Cda è aumentatafino a toccare il 40%.Cresce anche l’adozione di misure di Diversity Management

GENDER GAP.SEGNALI POSITIVI NELLE AZIENDE

Sopra nel tondo:a sinistra Loredana Bracchitta, a destra Veronica Pagan

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10SERVIZI&SOCIETÀ 1/2020

Dati ancora poco confortanti, allora? “In linea con gli studi realizzati da Consob e dalla Commissione Europea che rivelano quanto ancora ci sia da lavorare su questi temi, ma si comin-ciano a intravedere i primi segnali po-sitivi in un settore come quello delle utility che, non dimentichiamolo, è tra i più maschili per storia, retaggio cultu-rale, professioni. Grazie alla circolazio-ne di buone pratiche, alla maturazione di una cultura organizzativa e mana-geriale favorita da Confservizi CISPEL Lombardia e alle misure di sostegno alla parità di genere, il settore delle utility sta subendo un’importante tra-sformazione, facendo registrare, negli ultimi anni, un aumento della presen-za femminile nei ruoli decisionali”.

Ma la ricerca è andata oltre, ha fatto un passo avanti in tema di diversità indagando l’età anagrafica dei CdA, collegi sindacali e dei manager delle utility. Secondo i dati Consob, “l’anali-si effettuata sulle imprese associate a Confservizi CISPEL Lombardia - conti-nua Pagan - conferma che in presenza di presidenti di CDA o di collegio sin-dacale donna l’età media dei membri

dei rispettivi organi tende a ridursi. In particolare, quando il presidente del CDA o del collegio sindacale è donna il 42% dei membri tende ad avere un’età media inferiore ai 50 anni (contro a una media complessiva del 37%). L’ingresso di am-ministratrici donne ha contribuito inoltre non solo a ridurre l’età media dei membri del board, ma anche ad aumentare la diversità dei membri in termini di background professio-nale e di livello medio di istruzione”.

BEST PRACTICEMa quali sono le misure che incentivano le diversity? Quali i modelli e iniziative che potrebbero essere replicate anche in altre realtà? La ricerca ha posto l’accento su best practice che possano ispirare le politiche di gestione delle risorse umane e le scelte strategiche. “Abbiamo registrato che la gestione delle diversity quotas si fonda su modelli di welfare aziendale orientati al work-life balance, alla formazione, al sostegno delle esigenze fami-liari dei dipendenti, alla maternità e ai servizi alla persona. Infatti, le aziende del settore delle utility e dei servizi di pubblica utilità associate a Confservizi CISPEL Lombardia hanno avuto la capacità di valorizzare e di garantire il ri-spetto della diversità e delle pari opportunità sul luogo di lavoro mettendo al centro le persone, il capitale umano, grazie all’implementazione di strategie di diversity mana-gement incentrate prevalentemente su: occupazione fem-minile e conciliazione familiare, formazione e talent mana-gement e Welfare aziendale”.Nell’ottica di incoraggiare maggiormente politiche di diver-

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sity anche nella composizione dei CDA, le aziende pubbliche potrebbero do-tarsi, come avviene per le società quo-tate, di un “codice di autodisciplina”, tale da garantire all’organo deci-siona-le la possibilità di attingere a un patri-monio di competenze e professionalità

diversificato per pianificare e perseguire i propri obiettivi interni nel rispetto degli impegni assunti con i cittadini. Allo stesso tempo, coniugare e valorizzare sensibilità differenti costituirebbe un valore aggiunto nella capacità di leggere i bisogni del mercato e le esigenze delle comunità, missione condivisa da tutte le aziende partecipate che svolgono un servizio sul territorio.

DOSSIER DIVERSITY E TOP MANAGEMENT

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12SERVIZI&SOCIETÀ 1/2020

Esplorando gli organi di direzione, in una dimensione quantitativa e qualitativa che non si limita al genere ma adotta una visione che abbraccia più dimensioni, il segnale più positivo che si rileva riguarda comunque la presenza femminile.

La quota di donne nei CDA è in linea con le previsioni della Legge Golfo-Mosca, mostrando una quota nelle grandi imprese che addirittura trova riscontro nei nuovi parametri normativi (40%).

Gli altri attributi di diversity indagati nelle posizioni apicali restituiscono un’immagine degli organi di vertice e della dirigenza piuttosto omogenea. Segnali interessanti attengono alle evidenze sull’età anagrafica, che vedono

una composizione diversificata in particolare nelle imprese piccole e in quelle guidate da una presidenza femminile, nonché una buona commistione nei titoli di studio dei membri del CDA che include profili economici e giuridici ma anche profili con lauree umanistiche. Il background professionale evidenzia da un lato una dirigenza principalmente formata nel settore, dall’altro un CDA in cui invece non manca la valorizzazione di esperienze pregresse in settori diversi.

Dalle interviste emerge una crescente attenzione verso l’adozione di misure di Diversity Management, oggi volte principalmente a favorire la conciliazione casa-lavoro dei dipendenti.

I RISULTATI DELLA RICERCA IN PILLOLE

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LE PROPOSTE PER IL FUTUROUsare gli strumenti disponibili per af-fermare le diversità di genere e non solo (ad esempio le relazioni non fi-nanziarie), creare network femminili e scambiarsi esperienze, sostenere progetti che coinvolgano gli Ordini Professionali e nuove leve, mettersi in rete con le Associazioni (come Pro-fessional Women Network e Women’s White Collar Defense Association) che già svolgono un ruolo di apripista “per valorizzare le persone e dimostrare che la legge è utile, ma non indispen-sabile”, sono solo alcuni dei suggeri-menti emersi dall’interessante tavola rotonda moderata da Monica D’Ascen-zo, giornalista Il Sole 24 Ore Respon-

sabile Alley Oop, cui hanno partecipato Roberta Toniolo, Presidente PWN (Professional Women’s Network Milan); Marcella Caradonna, Presidente Ordine Dottori Commer-cialisti e degli Esperti Contabili di Milano; Francesca Chiara Bevilacqua, Co-presidente di WWCDA (Women’s White Col-lar Defense Association) e avvocato; studio Gianni Origoni Grippo; Cappelli & Associati; Loredana Bracchitta, Avvocato Amministrativista e Presidente AEB e Barbara Falcomer, Ma-naging Director Valore D. L’auspicio con cui si è chiusa la giornata resta quello con-densato nei saluti di Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’U-niversità Milano Bicocca. Un auspicio che è esteso a tutto il mondo delle imprese pubbliche e private: “Il mio desiderio è che le 40mila persone che quotidianamente frequentano il nostro ateneo possano sviluppare le proprie competenze in libertà, mossi da aspirazioni, senza limiti di genere, età, etnia, religione e orientamento sessuale”.

Ambiente Energia Brianza S.p.A A.S.Far.M (Induno Olona) Azienda Speciale Servizi Parabiago Azienda Territoriale Energia e Servizi S.r.l Acque Bresciane S.r.l Acsm-Agam S.p.A Aler Milano Amga Legnano S.p.A Azienda Multiservizi Comunali S.p.A (Gallarate) Azienda speciale Servizi Farmaceutici e sociosanitari (San Giuliano Milanese) Azienda Speciale Farmacia Multiservizi Comunale Bresso ASPM Energia SRL ASPM Servizi Ambientali SRL ASPM Soresina Servizi SRL Azienda Multiservizi Abbiatense Gestioni Ambientali S.p.AAzienda Servizi Municipalizzati S.r.l (Codogno) Azienda Servizi Municipalizzati S.r.l (Magenta) Azienda Speciale Servizi di Agrate Brianza Azienda Speciale Servizi Pubblici (Cardano al C.) Azienda Speciale Servizi Sanitari di Vergiate Azienda Speciale Solaro Multiservizi Brianza Energia Ambiente S.p.A

LE NOSTRE ASSOCIATE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA RICERCA

Brianzacque SRL Canturina Servizi Territoriali S.p.A CAP Holding S.p.A Cem Ambiente S.p.A Chiari Servizi S.r.l Consorzio dei Comuni dei Navigli Comodepur S.c.p.a Consorzio Recuperi Energetici S.p.A EURO.PA Service SRLFar.com S.r.l Farmacie Comunali Corsichesi S.p.A Gestione Servizi Municipali Nord Milano S.r.l Lario Reti Holding S.p.A Laveno Mombello S.r.l Metropolitana Milanesi S.p.A NED reti distribuzione gas S.r.l.Padania Acque S.p.APavia Acque S.c.a.r.l Prealpi Gas S.r.l Service 24 Ambiente S.r.l Società Acqua Lodigiana S.r.l Società Intercomunale Lecchese per l’Ecologia e l’Ambiente S.p.A Somma Patrimonio e Servizi S.r.l Uniacque S.p.A

DOSSIER DIVERSITY E TOP MANAGEMENT

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Poco più del 7 per cento nel 2011, 36 per cento nel 2018. Se il focus della ricerca si sposta sulle aziende quotate i dati parlano chiaro. Il balzo della presenza femminile nei CdA dall’entrata in vigore della Golfo-Mosca è di 5 volte tanto, come illustrato dal-la prof. Roberta Provasi e Murad Harasheh dell’Università Mila-no-Bicocca, nella cui ricerca ha indagato anche la correlazione tra presenza femminile e “migliori performance finanziarie”. O, per riassumere in uno slogan, come ha fatto Barbara Falcomer Managing Director Valore D, “La presenza femminile, la diversi-tà non solo di genere, fa guadagnare le aziende!”.

I RISULTATI• Esiste una sorta di relazione positiva tra le variabili di

gender e il rating di sostenibilità. I risultati possono essere diversi da un anno all’altro e anche la relazione si rivela molto forte nel settore “Industrial”

• La debole relazione con gli indicatori finanziari può essere dovuta al mantenimento della rappresentanza femminile vicino ai livelli minimi previsti dalla legge, un altro fattore

è che ci sono molti altri macro e micro fattori che influen-zano la performance finanziaria dell’azienda e l‘impatto della crisi è ancora persistente.

• La relazione positiva con la performance sostenibile è dovuta ai seguenti fattori: ricerche precedenti dimostra-no che le donne sono più etiche, più responsabili e sup-portano maggiormente la performance sostenibile delle imprese, ma è anche dovuta alla recente enfasi sulla di-chiarazione non finanziario (rendicontazione integrata/sostenibile) in cui le grandi aziende devono divulgare in-formazioni non finanziarie.

• È importante tenere presente che molti dei rating di soste-nibilità si basano principalmente sulla qualità dei report che non riflette necessariamente la realtà dell’azienda, ciò significa che il management può avere una maggiore in-fluenza sul loro rating sostenibile producendo report mi-gliori, ma hanno meno influenza sulla loro performance finanziaria che possono essere influenzati da molti fattori fuori dall’azienda.

Tutte le ricerche fin qui fatte dimostrano che le donne sono più etiche, più responsabili e più pronte a supportare la sostenibilità dell’impresa

È PROVATO CHE C’È UNA RELAZIONEPOSITIVA TRA LE VARIABILI DI GENDERE IL RATING DI SOSTENIBILITÀ

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E NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE?

Il trend della presenza femmi-nile è incoraggiante anche se la strada è ancora lunga. Secondo lo studio presentato da Paola Saracino, segnali interessanti ar-rivano anche in tema di diversity quotas, con sperimentazione di misure di Diversity Management, volte principalmente a favorire la conciliazione casa-lavoro dei dipendenti. Un esempio su tutti lo smart working che, secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Mila-no nel 2018, nelle PA ha ‘bucato’ solo nella misura del 9% (stabi-le rispetto all’anno precedente, ma con progetti più strutturati). Citati come casi di successo: il Comune di Torino, di Genova e la Regione Emilia Romagna con il Progetto VeLa.

DOSSIER DIVERSITY E TOP MANAGEMENT

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Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato nel gennaio di quest’anno, un nuovo ‘atto di indirizzi’ in materia di rifiuti, denominato “Piano verso l’econo-mia circolare”.Negli ultimi numeri di questa rivista abbiamo dato sempre spazio e atten-zione alla materia dei rifiuti. La gestio-ne del ciclo dei rifiuti urbani, proprio per l’importanza e l’impatto che deter-mina nella quotidianità dei cittadini, è infatti tra i servizi pubblici locali quel-lo che scatena il dibattito più acceso. Se questo è dunque oggi il servizio più ‘sentito’ dalla gente - più dell’acqua, più del gas o dell’elettricità - questo accade certamente in seguito ad una trasformazione ormai acquisita dagli utenti soprattutto nelle grandi città: da semplici produttori di rifiuti essi sono infatti diventati il primo anello della lunga e complessa catena di ge-stione del ciclo, con un coinvolgimento sempre più richiesto e partecipato in prima persona, sia in termini di atten-zione, sia in termini di consapevolezza

LOMBARDIA. VERSO L’ECONOMIA CIRCOLARE

concreta delle tematiche riguardanti la sostenibilità ambientale.

La gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti, oltre che elemento di dibattito pubblico, è anche argomento di numerose prese di posizione e di aggiornamenti legisla-tivi da parte di enti e istituzioni, sogget-ti decisori delle azioni utili a migliorare l’assetto del settore. Al livello delle isti-tuzioni regionali questo avviene anche in conseguenza delle recenti Direttive Europee che hanno introdotto obiettivi stringenti per l’avvio di quella ‘Circular economy’ con cui ci si propone di rag-giungere standard sempre più elevati di recupero e riciclo di materia tra i vari Stati membri dell’Unione.Purtroppo gli standard non sono uguali tra i vari Paesi; e soprattutto non sono uguali neppure tra le varie aree di uno stesso Paese.Per quanto riguarda l’Italia è sufficiente consultare il ‘Green Book’ di Utilitalia, e il ‘Focus Nord-Ovest: La gestione dei rifiuti’, realizzato in collaborazione con

Utilitatis, dalle ConfServizi di Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta e Liguria.I dati prodotti da questa ricerca, parla-no molto chiaro: c’è una netta spacca-tura tra la dotazione impiantistica e le performance del Nord, rispetto a Cen-tro e Sud del Paese. Questa differen-ziazione induce purtroppo altre condi-zioni di disparitá: infatti le regioni più ricche di impianti e tecnologicamente avanzate (la Lombardia prima fra tut-te) non soltanto sono quelle che rea-lizzano le performance migliori nella raccolta differenziata, ma sono anche quelle che evidenziano costi pro- capi-te e per famiglia molto inferiori rispet-to alle altre realtà.

La Lombardia si configura come re-gione trainante dell’intera area, sia in termini economici, sia in termini in-frastrutturali, garantendo con i propri impianti il soddisfacimento impian-tistico anche per altre regioni. Ma è fondamentale, lo abbiamo ribadito anche nel numero scorso, introdurre

Approvato dal Consiglio Regionale della Lombardia il nuovo atto di indirizzo per la gestione dei rifiuti nei prossimi sei anni.La nostra intervista a Riccardo Pase e Niccolò Carretta

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meccanismi economici che stimolino a risolvere le emergenze senza mettere in pericolo l’equilibrio economico delle nostre aziende lombarde.

Su questa base il nuovo ‘Atto di indi-rizzi’ appena approvato dal Consiglio regionale introduce il quadro entro cui costruire i prossimi obiettivi: il “Piano per l’economia circolare” oggi delinea-to impone un rilancio delle infrastrut-ture dirette alla valorizzazione ener-

Riccardo Pase è stato eletto in Con-siglio Regionale della Lombardia in quest’ultima legislatura come compo-nente della Lega Lombarda Salvini.Classe 1973, di Senago (MI), impren-ditore di professione con una azienda di impianti elettrici, ha iniziato a inte-ressarsi di politica già a 16 anni. Prima consigliere comunale di opposizione, poi Vicesindaco di Senago dal 2010 al 2012 con delega all’urbanistica, tre vol-te candidato sindaco sempre a Senago dove ancora è capogruppo della Lega. Eletto nel 2018 in Consiglio regionale ha subito ricoperto la Presidenza della VI Commissione (Ambiente e Protezio-ne Civile). È componente della III Com-missione permanente (Sanità e politi-che sociali e dal marzo 2019 è anche vicepresidente della Commissione spe-ciale d’Inchiesta sui rifiuti.Martedì 21 gennaio in Aula di Consi-glio ha espresso la sua piena soddisfa-zione per l’approvazione del PDA N.26, cioè l’Atto di indirizzi in materia di

programmazione della gestione dei rifiuti e delle bonifiche, significativamente titolato: Piano verso l’economia circolare. È un documento importantissimo per tutele nostre imprese.La rivalutazione del Programma Regionale di gestione dei Rifiuti (PRGR) ha infatti una programmazione che si svilup-pa in un arco temporale di 6 anni, il periodo cioè in cui l’Eu-ropa vedrà dispiegarsi l’economia circolare.In questa intervista il presidente Pase ne approfondisce gli obiettivi principali.

Presidente Pase, recentemente il Consiglio Regionale ha ap-provato la Proposta di Atto Amministrativo N.26. In che cosa consiste la sua importanza? Quali sono i suoi obiettivi?Il Piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche che abbiamo voluto chiamare visto l’obiettivo, Piano verso l’economia circolare, rappresenta lo strumento di pianifica-zione e programmazione per governare e gestire con ef-ficienza ed efficacia il ciclo dei rifiuti e delle bonifiche in Regione Lombardia. Il sistema dei rifiuti rappresenta un set-tore molto importante per la regione locomotiva d’Europa perché il rapporto tra sviluppo e ambiente dev’essere at-tentamente valutato e correttamente gestito attraverso atti come quello che abbiamo recentemente approvato. L’obiet-tivo principale, oltre ad una corretta gestione del ciclo del rifiuto, è quello di accompagnare i processi di gestione verso

getica dei rifiuti, al riciclo e riuso delle materie prime seconde, e sollecita un nuovo salto nell’utilizzo delle tecnolo-gie più innovative. In queste pagine ri-portiamo i punti più importanti del do-cumento regionale: una intervista con Riccardo PASE, presidente della Com-missione Ambiente e Protezione Civile del Consiglio Regionale della Lombar-dia, il quale dopo lunghi mesi di esame in Commissione, ha portato all’approva-zione in aula la Proposta di Atto Ammi-

nistrativo PDA N.26, che regolamenta il settore per i prossimi sei anni.Nel piano approvato c’è anche uno specifico capitolo titolato “Lotta all’il-lecito” sull’importanza del quale abbia-mo chiesto anche il parere di Niccolò Carretta, presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema di gestione dei rifiuti, una Commissione speciale costi-tuita nell’ambito del Consiglio regiona-le della Lombardia.

I principali obiettivi del Piano spiegati da Riccardo Pase, presidente della Commissione Ambiente e Protezione Civile

IL NUOVO PIANO RIFIUTI 2020 - 2026

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una vera Economia Circolare respon-sabilizzando i gestori degli impianti e favorendo l’attuazione della gerarchia di trattamento dei rifiuti: Riduci, Riusa, Ricicla, Recupera (anche energetico) e Smaltimento. In altre parole limitare al minimo l’uso delle discariche e fa-vorire la circolarità della materia che dovremmo riciclare.

Per quanto riguarda impianti di ge-stione e raccolta differenziata la Lom-bardia è in una situazione di eccellen-za tra le regioni italiane. Si può fare di più? Soprattutto sulle misure di conte-nimento e smaltimento della plastica?Regione Lombardia ha raggiunto e superato il 70% di raccolta differen-ziata, ma non è sufficiente. Non basta raccogliere, ma serve riciclare, cioè recuperare le materie prime seconde. Infatti ad oggi molti rifiuti raccolti con la differenziata vengono portati nei termovalorizzatori, ma questo rappre-senta uno spreco. Servono impianti per la selezione e trattare il rifiuto tra-sformandolo in risorsa da riutilizzare e recuperare. Misure di contenimento sono importanti e non lo diciamo solo noi, ma la stessa Europa quando mette in cima alla piramide azioni di riduzio-ne. Nella PDA recentemente approvata abbiamo, su mia iniziativa, predisposto un emendamento che facilità la rac-colta selettiva proprio per migliorare non solo la quantità ma la qualità del-la raccolta differenziata e favorire in questo modo il recupero della materia. Basti pensare ad esempio al PET delle bottiglie di plastica, materiale pregia-to e riciclabile numerose volte.Esistono ormai tecnologie in grado di recuperare anche quelle plastiche mi-ste che spesso non riescono ad essere recuperate. E visto il recente forte at-tacco ideologico alla plastica, vi pongo la domanda per una riflessione: se gli oceani sono pieni di plastica la colpa è della plastica o di coloro che han-no buttato tale materiale? Dovremmo lavorare, soprattutto in determinate parti del mondo, per migliorare oltre al senso civico di una corretta raccolta dei rifiuti, anche una sistema circolare di recupero di materia perché esistono le tecnologie e anche economicamen-te è sostenibile.

Quali sono le principali novità nella gestione dei rifiuti spe-ciali e dei fanghi da depurazione?Il tema dei fanghi è stato affrontato con grande senso civico da parte della Commissione che ho l’onore di presiedere, la quale ha approvato un’apposita Risoluzione per trovare quel giusto equilibrio tra smaltimento di fanghi provenien-ti dalla depurazione urbana e le preoccupazioni che parte dei territori lombardi sollevano nell’utilizzo di tali prodotti. I fanghi esistono, sono un prodotto derivante dalla corretta depurazione delle acque reflue e sono ricchi di sostanze mi-nerali utili per aumentare il potere fertilizzante dei terreni utili soprattutto in zone povere di zootecnia. La risoluzio-ne pone l’accento sulla qualità di questi fanghi che devono necessariamente essere idonei per l’uso in agricoltura po-nendo il vincolo di compatibilità tra le caratteristiche dei fanghi con quelli dei terreni trattati. Inoltre già un impianto, il CORE di Sesto San Giovanni, modificherà la propria linea di trattamento per iniziare a trattare i fanghi in eccesso non utilizzabili in altro modo. Questa è economia circolare. Fa-vorire il riciclo e recupero anche energetico di ogni forma di rifiuto non recuperabile in altro modo.

A parte la gestione dei rifiuti prodotti, c’è anche il proble-ma di una riduzione dei rifiuti. Avete previsto di incentivare questo aspetto?È presto per parlare di incentivazioni in quanto con la PDA abbiamo approvato le linee guida in base alle quali la giunta dovrà redigere il vero strumento di pianificazione. Ma già in queste linee guida la parola riduzione viene ripetuta più vol-te e pertanto sono sicuro che sapremo fornire strumenti e so-luzioni atti a promuovere e sostenere questa politica anche mediante l’applicazione, ove opportuno, della tariffa puntua-le. Serve inoltre una vera rivoluzione culturale e di sinergia tra produttori e cittadini nel premiare prodotti a facile riciclo.

Recentemente anche la Lombardia ha conosciuto il fenome-no dei roghi. Avete previsto delle misure particolari per la lotta all’illecito?Purtroppo i roghi negli ultimi anni sono aumentati, ma deri-vano da situazioni esogene come ad esempio la chiusura dei mercati asiatici all’importazione di determinati materiali o l’applicazione del famigerato articolo 35 del Decreto Sblocca Italia di cui chiediamo la modifica da molto tempo. I rifiuti esistono e devono essere gestiti non a parole, non procla-mando banalità tipo lo zero waste, ma in modo ragionato, ragionevole e incrementale. Ad oggi la grande quantità di rifiuti viene gestita in Regione Lombardia grazie ai 13 termo-valorizzatori e innumerevoli impianti di selezione e recupero attivi, la cui presenza garantiva autonomia nella gestione da parte di Regione Lombardia. Purtroppo è impensabile che sia la sola Lombardia a doversi fare carico di tutti i rifiuti del pae-se ormai da troppo tempo in emergenza senza risposte, serve che tutti i territori si dotino degli impianti necessari con un atteggiamento ragionevole e maturo, perché parlare di eco-nomia circolare non vuol dire certamente far circolare i rifiuti a migliaia di chilometri da casa. Proprio per la carenza di im-pianti e una cintura della differenziata non pienamente svi-

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luppata é sempre più difficoltoso trova-re un destino ai rifiuti in alcune regioni se non a prezzi esorbitanti, mettendo in crisi anche sistemi efficienti come quello Lombardo e facendo ricadere i costi di queste inefficienze sui cittadini. In tale contesto emergenziale con co-sti di smaltimento cresciuti in maniera esponenziale, la malavita organizzata si è mossa per trovare uno sbocco ad un mercato non capace di dare rispo-ste, banalmente trovando aree dismes-se per riempirle di rifiuti per poi dar-gli fuoco. In questa situazione i poteri regionali sono limitati ed è anche per questo motivo che chiediamo maggio-re autonomia per poter legiferare in materia di rifiuti e contrastare in modo più efficiente tali reati.

In Lombardia abbiamo un assetto di imprese per la raccolta e la gestione dei rifiuti, tra le migliori e più efficienti esistenti sul mercato. In vista dello svi-luppo di una economia circolare, quali sono i rapporti che la Regione ha con le aziende? È prevista una politica di in-centivazione della “circolar economy”?Assolutamente sì. Il nuovo piano dovrà porre molta attenzione al tema dell’E-conomia circolare e favorire, come viene richiamato anche dal titolo, una tran-sizione verso modelli più sostenibili di gestione dei rifiuti. Personalmente fac-cio visita settimanalmente a numerosi impianti che trattano rifiuti e raccolgo altrettante segnalazioni che poi traduco in atti normativi. Ad esempio, ho volu-to raccogliere numerose questioni, tra le quali il tema dei Combustibili Solidi Secondari da utilizzarsi nei cementifi-ci favorendo così la creazione di quote di mercato sul territorio lombardo, evi-tando l’esportazione nei paesi dell’Est; il tema della raccolta selettiva dei ma-teriali; il tema dell’utilizzo di materiali compostabili e biodegradabili per la raccolta dell’umido; il tema per favorire la produzione del biometano etc…Ma senza dubbio l’aspetto rivoluziona-rio che ho voluto fortemente inserire nel piano regionale è la limitazione di accesso ai termovalorizzatori di tutti quei rifiuti non differenziati e ricchi di materiali riciclabili nello spirito di premiare quei territori dove vi è una raccolta differenziata spinta e respon-

sabilizzare quelli che invece ancora oggi non comprendono quanto sia fondamentale il recupero di materia.Sono convinto che il ruolo del politico sia quello di pro-grammare e per fare questo è necessario ascoltare i bisogni di coloro che dedicano una vita alla gestione della loro at-tività e capire come risolvere i loro problemi che sono poi i nostri, in atti normativi che tendano a migliorare o sem-plificare i procedimenti e facilitare la crescita sostenibile di cui tanto si parla, ma che alla prova dei fatti viene spesso fermato dalla burocrazia. Sono convinto che solo con una forte sinergia con le aziende e un corretto approccio culturale dei cittadini, che veda por-tare avanti uno sviluppo sostenibile, potremo garantire alle future generazioni benessere sia sociale che ambientale.

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Con i suoi 28 anni appena compiuti è tra i più giovani componenti del Consiglio Regionale della Lombardia. Perdipiù da quasi un anno presiede una Commis-sione d’Inchiesta tra le più delicate.

A Niccolò Caretta, eletto nel Gruppo Lombardi Civici Europeisti, chiediamo innanzitutto cos’è questa Commissione e qual è il suo ruolo.“Non avendo ancora raggiunto i trent’an-ni d’età, per me è certamente un ruolo di grande responsabilità. Dopo la mia ele-zione, dalla quale non è passato anco-ra un anno, ho ringraziato della fiducia tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, garantendo di svolge-re il mio ruolo con serietà, imparzialità e coinvolgendo tutta la Commissione a partire dal suo Ufficio di Presidenza. Impegno che credo di aver mantenuto: con i colleghi Pase (Lega) e De Rosa (5S) e insieme agli altri Componenti della Commissione, abbiamo assunto il com-pito di tracciare un quadro completo che fosse utile a migliorare il sistema della gestione dei rifiuti da un punto di vista economico e ambientale ma an-che di legalità, vista l’emergenza roghi che fino all’anno scorso aveva colpito la Lombardia. Un mandato chiaro, per fare una panoramica a 360 gradi sulla situa-zione rifiuti, a partire da quella serie di episodi di incendi e roghi sul territorio lombardo nel 2018; oltre che su una serie di magazzini e aree non adibite a stoccaggio.Sei mesi di lavoro, che però non sono bastati per avere un quadro completo e sono stati perciò prorogati per altri sei

PIANO RIFIUTI E LOTTA ALL’ILLECITO

mesi. Abbiamo lavorato considerando fondamentale la colla-borazione approfondita e discreta con tutti gli attori coinvolti; procedendo con audizioni approfondite e con atti secretati. Abbiamo sempre operato facendoci carico dei problemi con senso di responsabilità, anche nazionale, ma soprattutto nei confronti dei nostri concittadini, per i quali lavoriamo con or-goglio. E quando, a fine marzo, termineremo il nostro lavoro, la Commissione renderà pubbliche le sue conclusioni e proporrà delle considerazioni politiche”.

Non le chiedo una anticipazione: so che non può farla. Ma le chiedo: quale è stata la vostra prima impressione?“Una cosa innanzitutto: nella materia rifiuti non c’è un confine amministrativo entro cui ci si muove; bensì, soprattutto nella si-tuazione di oggi, è obbligatorio ragionare come sistema Paese.La nostra gestione dei rifiuti è buona nei confronti di altre regioni, come anche nel benchmark europeo.Buona non vuol dire, però, che sia ottimale; e che non si siano accese delle spie, su punti di crisi che richiedono l’attenzione delle nostre istituzioni. Per come si configura tutto il ciclo dei rifiuti, vi sono aspetti di complessità a vari livelli di cui occor-re tener conto. Ne cito quattro.Si tratta innanzitutto di settori con molti lavoratori su più turni, aspetto questo molto delicato.La questione rifiuti riguarda tutti i cittadini, in diversi momenti della loro quotidianità: in casa, al lavoro, o in viaggio/mobilità.La parola “rifiuti” ormai fa rima con ambiente: è sempre più in aumento l’attenzione mediatica, anche perché il rifiuto è un agente che va ad intaccare il territorio e l’ambiente, sia diretta-mente sia quando è trattato tramite discariche e/o inceneritori.Ed infine, il rifiuto è una risorsa: ogni grammo di rifiuto ha un valore, perciò è tanto più importante che sia inserito in un sistema efficiente e legale, e non altro...”

Quale dovrebbe essere la finalità ultima di una attività di controllo così assidua.“Dobbiamo mettere in campo ogni utile accorgimento affinché ai cittadini sia assicurato un controllo di qualità sulla gestione e un buon prezzo finale per il servizio (cioè non avere tariffe alte). Per raggiungere questa finalità è indispensabile un coor-

Parla Niccolò Carretta, Presidente della Commissione d’Inchiesta sulla gestione dei rifiuti

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dinamento e una armonia tra gli attori del processo.Chi programma ( la Regione), chi gesti-sce ( le utility) e anche l’ultimo pezzo (il cittadino) devono essere coordinati per ridurre la materia consumata/ scartata/rifiutata: cioè, più aumenta la raccolta differenziata, tanto meglio lavora la uti-lity e gli organi di controllo e pianifica-zione”.

Il recente “Atto di indirizzi” appena ap-provato dal Consiglio è titolato come “Piano verso l’economia circolare”. Che cosa significa?“L’economia circolare è un obiettivo strategico, che dobbiamo perseguire e a cui dobbiamo puntare nei prossimi anni, noi e l’intera Europa.Per ora è difficile, mancano ancora strumenti: come i decreti nazionali, del ministero dell’ambiente: senza di essi è impossibile fare economia circolare.Ma a noi dispiace stare fermi. E così la Lombardia muove i suoi concreti pic-coli passi, per lavorare all’avviamento dell’economia circolare. Come riuscire-mo a farlo? Incentivando buone prati-che di cittadini e aziende, approntando strumenti per far crescere l’economia e la sostenibilità, assicurando soste-gno al cambio di approccio culturale richiesto ai cittadini. Certo, la politica deve fare il suo mestiere, ma anche noi tutti, in quanto cittadini, possiamo controllare i nostri atteggiamenti, mi-gliorare le nostre abitudini. Economia circolare vuol dire Energia, fare econo-mia dei beni, risparmio energetico, fare più con meno: questa sarà sempre di più la rivoluzione dei prossimi anni, se vogliamo salvare il pianeta”.

Tornando ai rifiuti, come è potuto succe-dere che una Regione indicata come ec-cellenza nella gestione di tutto il ciclo, si trovi invece spesso in emergenza?“No, non c’è emergenza. O meglio: l’e-mergenza non è creata dalla nostra si-tuazione regionale.Quello che possiamo dire è che ci sono, per esempio, cose come l’art.35 del De-creto “sblocca Italia” che ha reso libera la circolazione dei rifiuti; anche quelli speciali: si è invertita così la direzione del traffico rispetto a quella conosciu-ta: prima i rifiuti uscivano dal nord e

andavano al sud; oggi partono dal sud/centro e arrivano al nord. Perché succede questo? Perché non ci sono impianti nel Paese. Non ci sono impianti a sufficienza distribuiti sul territorio nazionale. E così grazie ai nostri impianti e alle no-stre imprese efficienti arrivano rifiuti, rifiuti che, ricordiamolo, sono anche e sempre più equiparabili a risorse vere.Le nostre capacità di smaltimento però sono limitate. C’è sta-to il China Act che ha bloccato l’export di materie plastiche; c’è quindi un accumulo di rifiuti che va attenzionato dal punto di vista impiantistico; e stiamo anche verificando un aumento di tariffe importanti: ovviamente, il ruolo della Commissione d’Inchiesta é un ruolo tecnico, di restituzione trasparente del-le analisi fatte ai cittadini, analisi che potranno essere anche di stimolo alle istituzioni”.

Appena un anno fa, si parlava della Lombardia come vera “terra dei fuochi”. È un rischio reale?“Non siamo la terra dei fuochi!! Certo per i motivi che ho detto prima, siamo esposti certamente a delle tensioni; ma possiamo migliorare.Il fatto verificatosi è che abbiamo avuto accumulo maggiore rispetto al passato.Magistratura, Forze dell’ordine, e tutti gli altri attori del siste-ma rifiuti devono prestare attenzione: quando vi sono incen-di, il rischio maggiore è l’ inquinamento in atmosfera. Questo è vero, ma non ci autorizza a fare generalizzazioni!Siamo una regione in cui i rifiuti sono gestiti in modo corretto.Abbiamo impianti che altri non hanno. Ci vuole certo una azione legislativa più attenta. Ma le nostre imprese, che ab-biamo audito con molta attenzione, stanno spingendo molto sull’innovazione. Lo voglio dire da ingegnere, con un certo orgoglio: c’è molta soddisfazione nel vedere così tante azien-de mettere risorse in ricerca e sviluppo, disporre aiuti e fondi consistenti per l’innovazione. Questa è la migliore condizione per sviluppare l’economia circolare, una economia che farà molto bene all’innovazione”.

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RIFORMA MADIA:DOPO TRE ANNI È TEMPODI SEMPLIFICARLA

Siamo ormai ad oltre tre anni dall’ap-provazione del Testo Unico sulle par-tecipate ed il clima, nel Paese, è or-mai sensibilmente mutato a riguardo dell’intervento pubblico in economia. Questo per le grandi crisi industriali che hanno coinvolto il Paese e per alcu-ne palesi inadeguatezze nella gestione privata delle concessioni pubbliche, è quanto mai necessario intervenire sulla disciplina delle società partecipate, ri-flettendo su alcune questioni di fondo.Anzitutto va messa in discussione la scelta, semplicistica, di traslare obblighi e adempimenti propri della pubblica amministrazione alle società pubbliche. Tutto ciò ha prodotto un superfetazio-ne di disposizioni, alcune francamente surreali, che costringono le società a sopportare irrazionali oneri aggiuntivi rispetto a quanto prescritto nella disci-plina comunitaria. Si tratta della mala prassi del «gold plating», che viene stigmatizzato da tempo dalla mede-sima Commissione Europea (Commis-sione Europea, Smart regulation in the European Union, COM (2010) 543 final, Bruxelles, 8 ottobre 2010) ma che viene largamente praticato nel nostro Paese, spesso quasi inconsapevolmente.Eppure anche il Consiglio di Stato, nel suo parere n. 855/2016 sul decreto le-gislativo del Codice appalti, metteva in guardia su questo problema, ricordan-do che l’articolo 1, comma 1, lettera a) della legge 11/2016 aveva stabilito, tra i principi direttivi per l’attuazione delle deleghe, proprio il divieto di in-

trodurre livelli di regolazione superiori a quelli imposti dal-le direttive europee. Considerazioni rimaste lettera morta, evidentemente.

La questione va ben al di là del Codice degli Appalti. Ed è chiaro che l’assimilazione, sotto il profilo dell’operatività, del-le società a quella delle Pa indebolisce la natura di impresa di queste aziende e le sovraccarica di costi aggiuntivi, che fi-niscono per pesare sui cittadini e sugli standard di efficienza dei servizi.

Gli esempi di questa mala prassi sono numerosi, e vanno dalla estensione delle regole di trasparenza nelle sue varie declinazioni (fino all’accesso civico) ed alla redazione delle regole della anticorruzione. La trasparenza, ad esempio, può rappresentare un problema di non poco conto a quelle aziende che, comunque, operano nel mercato, anche se seguono un regime in house providing. È il caso delle società e delle aziende speciali che gestiscono farmacie: di fatto inserire sul sito informazioni sugli acquisti di farmaci significa rendere pubbliche le proprie strategie di assortimento, e consentire ai concorrenti privati di poter dire al fornitore: “perché a lui fai quel prezzo ed a me no?”.La scelta di applicare le regole anticorruzione tout court poi comporta inevitabilmente il paradosso di dover individuare

di Stefano PozzoliProfessore Ordinario di Economia delle Aziende e delle Amministrazioni Pubbliche, Università di Napoli Parthenope

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un “dirigente” a ciò dedicato. E quante sono le aziende che hanno più di uno o due dirigenti? E chi mai dedicherebbe una risorsa di questo tipo alla produ-zione di carta? Sinceramente pare difficile trovare al-tro che pigrizia intellettuale in chi ha pensato di imporre tutto ciò a delle imprese.Ed in generale è contraddittorio richie-dere un intervento pubblico nell’eco-nomia, che in genere si rende neces-sario proprio a fronte dei fallimenti di mercato, salvo poi, quando si costitui-sce una società pubblica, inventarsi di tutto per rendere il suo operato inutil-mente gravoso?Un’altra problematica, anch’essa faccia della stessa questione, riguarda la pos-sibilità concreta di intervenire con lo strumento societario e nei processi di aggregazione. Il Tusp ha posto notevoli ostacoli non solo sulla tipologia delle attività, ma perfino nel processo costi-tutivo delle società, addirittura per le società di secondo livello. È ragionevole pretendere che una società di ambito, a cui partecipano magari 100 Comuni, per costituire una Srl debba passare per tutti i consigli comunali degli enti soci? Ed è davvero impossibile preve-dere delle norme per favorire i processi di aggregazione? È chiaro che le opera-zioni straordinarie, ed in particolare le fusioni, possano essere effettuate solo mediante trattative dirette e non per il tramite di procedure competitive. Il Tusp, in realtà, già lo ammette, ma for-se occorre essere più espliciti, vista la resistenza della burocrazia pubblica a percorrere strade inconsuete, anche se logiche e legittime.Al di là degli esempi, comunque, occor-re riflettere su quale sia la strada per poter ricorrere allo strumento societa-rio nel modo più efficace e semplice. Perché se azienda pubblica deve essere, e in certi casi è inevitabile che lo sia, almeno si deve essere certi che sia in condizione di operare davvero.Purtroppo, sembra di dover dire che ad oggi la strada che si insiste a prendere va spesso in senso contrario. Esempio recente e clamoroso è l’approvazione dell’emendamento 1.89 al DL 162/2019 (Milleproroghe 2020) all’art. 25 del D.L-gs. 175/2016, dove si ripropone per le

società a controllo pubblico, per tutto il triennio 2020-2022, per fortuna edulcorandone gli effetti (non c’è il blocco delle assunzioni), la ricognizione del personale in servizio, per l’in-dividuazione di eventuali eccedenze. Davvero in Italia, dopo i vari tentativi effettuati ed andati a vuoto, e soprattutto con il clamoroso fallimento dell’art. 25, esiste qualcuno che pensi che una disposizione del genere possa servire a qualcosa? Se una impresa ha delle eccedenze ha tutti gli strumenti per affrontare la questione, se non le ha a cosa serve costringerla ad una “ricognizione”?Sono scelte figlie sempre della medesima (sotto)cultura e del solito pregiudizio. Il dato “culturale” è la convinzione che que-ste società non siano imprese ma enti pubblici, e siano quindi estranee in qualche modo al perseguimento di risultati in-vece del tutto tangibili (banalmente l’acqua che sgorga dal rubinetto o la pulizia delle strade); il pregiudizio è che non si tratti comunque di aziende efficienti ma di baracconi, in cui il personale è, per definizione, sempre in eccedenza.

Occorre cambiare strada, e per farlo non servono certo gli in-terventi estemporanei come il citato emendamento, ma una riflessione collettiva ed una modifica del testo unico delle società partecipate che tenga conto di alcuni principi chiave, che si provano qui a sintetizzare:• Le società sono regolate dal codice civile e dalle dispo-

sizioni di legge di natura privatistica, è altresì chiaro che alcuni principi fondamentali (trasparenza, codice degli appalti, reclutamento, ecc.) debbano essere rispettati ma vanno pensati “a misura di impresa” e non essere sempli-cemente la riproposizione di quelli propri della Pubblica Amministrazione;

• Fermo quanto sopra, le società sottoposte a regolazione sono seguite dalle rispettive Autorità competenti e non si vede perché debbano seguire regimi vincolistici che si trovano spesso in palese contraddizione, o almeno rap-presentano duplicazioni, di quanto a loro già richiesto dal Regolatore. E questo deve valere anche per le società in house providing che hanno il dovere di fornire, ai sensi del codice degli appalti, i loro servizi secondo criteri di efficienza;

• A maggior ragione i vincoli per le aziende che hanno su-perato una procedura competitiva per l’affidamento del servizio dovrebbero essere minimi. A loro va riconosciuto un trattamento analogo a quello delle società quotate.

Occorre riflettere su quale sia la strada per poter ricorrere allo strumento societario nel modo più efficace e semplice. Perchè se azienda pubblica deve essere, e in certi casi è inevitabile che lo sia, almeno si deve essere certi che sia in condizione di operare davvero

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ACQUA E CAMBIAMENTI CLIMATICI:

LE INIZIATIVE DELLE NOSTRE AZIENDE

22 MARZO GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

Acqua e cambiamenti climatici. Attorno a questo tema, e alla stretta interconnessione tra i due, sarà costruita la Giornata Mondiale dell’Acqua 2020 - World Water Day - l’appuntamento promosso dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il 22 marzo per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla crisi idrica.

Il sottotitolo dell’edizione di quest’anno sarà focalizzato sull’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici sull’acqua, acqua che potrà salvaguardare la salute e salva-re vite. Su come l’uso più efficiente dell’acqua potrà ridurre i gas serra. Un invito su tutti: “Non possiamo permetterci di aspettare, ognuno con il proprio ruolo!”. Un ruolo che, le aziende del settore idrico lombardo, da anni hanno saputo tradurre in azioni concrete, mobilitandosi non solo con un’agenda di eventi dedicata, che in queste pagine cercheremo di raccogliere (segnaliamo gli eventi giunti in redazione), ma facendo della risposta ai cambiamenti clima-tici uno dei punti chiave del proprio piano aziendale. “È un fatto indiscutibile che i cambiamenti climatici stan-no generando profondi mutamenti ambientali. Nel settore idrico sappiamo che il perdurare delle siccità, nel lungo termine determinerà una sempre maggiore difficoltà a re-perire fonti di approvvigionamento di acqua dolce - scrive Alessandro Russo Presidente del Gruppo CAP nella lettera introduttiva al bilancio di sostenibilità dell’azienda anti-cipando e centrando il ruolo delle aziende pubbliche in questa battaglia culturale per la sostenibilità - Allo stes-so tempo l’impatto antropico sulle risorse naturali ha de-terminato un degrado ambientale tale che è ragionevole

aspettarci che non solo la quantità di acqua disponibile sarà messa in discussione, ma che nel prossimo futuro le riserve di acqua dolce disponibile saranno di peggiore qualità. Ciò come è evidente implica una responsabilità nella tutela della falda che nello sfruttarla l’azienda può e deve mettere in campo tutte le miglior tecnologie per proteggerla a beneficio di tutti…”La battaglia principale, condotta dalle nostre aziende in modo trasversale, è quella alla plastica incentivando nei più svariati modi l’utilizzo dell’acqua del rubinetto.

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L’agenda del WWD in LombardiaQui di seguito alcuni degli appuntamenti promossi dalle aziende del settore idrico lombardo segnalate alla nostra redazione.

ACQUE BRESCIANE. LA QUALITÀ DELL’ACQUA AL PRIMO POSTOLa Giornata Mondiale dell’Acqua diventa per Acque Bresciane “Settimana dell’ac-qua”. Con un calendario esteso dal 19 al 23 marzo e tocca i Comuni di Rovato, Cazzago San Martino ed Erbusco. Il filo conduttore, oltre al WWDay, è la valoriz-zazione dei Water Safety Plan.Giovedì 19 marzo, nel Municipio di Rova-to, è prevista “L’acqua sicura è quella di casa”, Presentazione pubblica del piano di sicurezza dell’acqua di Rovato-Cazza-go San Martino-Erbusco, uno strumento innovativo per ridurre i rischi e garantire la qualità dell’acqua potabile per mi-gliorare la sicurezza, prevenire i rischi e incrementare ulteriormente i livelli di qualità dell’acqua che beviamo: vieni a scoprire come è l’acqua di Corte Franca.A Cassago San Martino lunedì 23 mar-zo, alle 11.00, è prevista l’inaugurazio-ne della mostra “Oroblu” a cura della Fondazione Pinac di Rezzato (Bs), di-sponibile per visite scolastiche. Nella stessa giornata, a Erbusco, dalle 14.00 alle 16.00, è attivo lo sportello scuola di Acque Bresciane. In occasione della settimana dell’acqua, Acque Bresciane accompagna gli alunni delle scuole di Erbusco alla scoperta del ciclo idrico in-tegrato e del nuovo Piano di Sicurezza dell’Acqua di Erbusco.Per ulteriori informazioni contattate lo Sportello Scuola allo 030/7714643 oppure via mail [email protected]

BRIANZACQUE. UNA BATTAGLIA PER L’AMBIENTE A COLPI DI CLICK E ACQUA A KILOMETRO ZEROBrianzAcque è partner e main sponsor del concorso fotografico World Water Day Photo Contest 2020 promosso dal Lions Club Seregno AID che vivrà il suo momento clou con la premiazione del-le migliori 30 fotografie in concorso in programma a Seregno (MB) nell’audi-torium in piazza Risorgimento.Nel mese di dicembre l’azienda brianzo-

la è stata impegnata nella campagna ‘Più acqua per tutti’ che prevede l’installazione gratuita di erogatori di H2O alla spina in scuole, biblioteche, impianti sportivi, edifici della Pubbli-ca Amministrazione. Il progetto, che coinvolge il territorio dei 56 comuni serviti dal gestore dell’idrico brianzolo già da un anno e mezzo, è stato ufficialmente presentato nelle sue linee guida al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Monza, la cui sala mensa è stata recentemente dotata di un comodo e utile dispenser self service di acqua a <km. 0>. Già in funzione 45 pratici e utili dispenser. Nel 2020 toccheran-no quota 80. Come quella fornita dalla casette dell’acqua, la risorsa idrica che esce dai dispenser è la stessa del rubinetto di casa, ulteriormente affinata attraverso un filtro meccani-co che ne trattiene eventuali impurità grossolane, un filtro a carboni attivi per eliminarne possibili odori e/o sapori sgra-devoli e una lampada a raggi UV per una sanificazione finale prima della distribuzione. Ricordiamo che in cinque anni, le sessanta case dell’acqua sparse nei vari comuni dell’ambito territoriale di competenza, hanno consentito di tagliare la produzione di 18 milioni di bottiglie da un litro e mezzo con un risparmio per i brianzoli pari a 900 mila euro l’anno.

CON IL GRUPPO CAP LET’S GREEN! LA SOSTENIBILITÀ IN COMUNE. LE BUONE PRATICHE SI SFIDANOIn occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, il Gruppo CAP lancerà il 23 marzo il concorso Let’s Green! la sostenibili-tà in comune, un concorso a premi (rigorosamente green e di valore) promosso per coinvolgerle e premiare tutti i cittadini del territorio della Città metropolitana di Milano (e i comuni di MB e Pavia con alcune differenze) che compiono quotidia-namente buone pratiche di sostenibilità (riciclo corretto dei rifiuti, salvaguardia dell’acqua, utilizzo mezzi non inquinanti a titolo d’esempio), piccoli gesti concreti per il pianeta. L’area di interesse del concorso sarà quella della Città metro-

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politana Milano (escluso il capoluogo), 132 Comuni suddivisi in 8 zone omo-genee che ospiteranno le 7 tappe del roadshow tra aprile e maggio.Il concorso è aperto a tutta la cittadi-nanza delle aree territoriali interessate (tranne i Comuni di Monza e Brianza e Pavia per cui potranno partecipare solo le Scuole) che potrà partecipare come singolo privato o nucleo famigliare pre-sentando le buone pratiche sostenibili della loro quotidianità e partecipando alle attività proposte durante il road show; come Scuola (istituto o classe) e come Associazione presentando i propri progetti sul tema. I Comuni concorreran-no grazie alla partecipazione dei propri cittadini che ad ogni caricamento faran-no crescere la loro posizione nella clas-sifica totale. Il coinvolgimento sui temi green sarà il filo conduttore del concor-so che parte dall’iscrizione su un sito dedicato, a breve on line, in cui si pre-senterà la propria azione, si potrà diven-tare influencer testimoniando via video la propria azione, partecipando al road show ricco di attività e laboratori (i cit-tadini che parteciperanno dimostrando di volersi informare in modo più appro-fondito oltre che testimoniare le proprie azioni virtuose guadagneranno punti). Tutti quelli che non potranno parteci-pare alle tappe del roadshow potranno accumulare punti partecipando alle at-tività speciali presentate durante i due mesi di tour. Stay tuned, stay green!

ALLA SCOPERTA DEI PERCORSI IDRICI SOTTERRANEI. PRESENTAZIONE DELLA RICERCA DI LARIO RETI HOLDING Una giornata di studi con la presentazio-ne di una articolata ricerca scientifica. Lario Reti nel pomeriggio di venerdì 20 marzo, nella propria sede, organizza un convegno di presentazione dei risultati di uno studio condotto in collaborazio-ne con Federazione Speleologica Lom-barda, Parco Grigna, Università Bicocca e Comunità Montana Valsassina sulle sorgenti carsiche della Grigna.Il progetto, condotto nel corso del 2019, ha avuto come scopo la caratterizzazio-ne del sistema idrogeologico della Gri-gna Settentrionale attraverso lo studio approfondito delle sue principali sor-genti e la definizione dei percorsi idrici

sotterranei all’interno del massiccio. L’obiettivo finale è valuta-re la vulnerabilità dell’acquifero carsico e, quindi, la possibilità di migliorare e difendere la qualità delle acque di superficie e di quelle servite alla cittadinanza da Lario Reti Holding.

PAVIA ACQUE PREMIA LO SCATTO CHE IMMORTALA L’ACQUA E L’AMBIENTE Un concorso fotografico, rivolto a tutti gli appassionati, sul tema “Le forme dell’acqua - ambienti naturali e artificiali, fe-nomeni particolari e curiosità... a Pavia”, dove l’acqua è pro-tagonista. E’ l’iniziativa proposta dal CREA, il Centro Regio-nale di Educazione Ambientale – Assessorato all’Ambiente, in collaborazione con CeMAV, Centro di Ricerca sulle Acque dell’Università di Pavia e Amici dei Boschi aps e sostenuta da

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Pavia Acque. Il concorso è aperto a tutti e saranno valutate sia foto in B/N che a colori, in formato digitale e analogico.Inoltre nella settimana dal 16 al 20 marzo sono previsti per le scuole alcu-ni laboratori in aula ed escursioni gui-date negli ambienti d’acqua pavesi più interessanti: parchi della Sora e della Vernavola, lanche e sorgenti a Monte-bolone e Borgo Ticino. Nel pomeriggio del 17 marzo all’Orto botanico di Pavia si terrà un workshop sulla tutela del-la biodiversità autoctona, dove ci sarà spazio anche per le specie acquatiche.Domenica 22 marzo, Giornata Mondiale dell’Acqua, ci sarà un Open Day al CREA con l’esposizione delle foto selezionate per il Cotncorso: nella mattinata visita al Parco della Vernavola e laborato-ri didattici, nel pomeriggio, invece, si svolgerà la premiazione del Concorso fotografico con le borracce messe a di-sposizione da Pavia Acque.

SAL. “EASY WATER” PERCHÉ “NON C’È NULLA DI PIÙ SEMPLICE CHE BERE L’ACQUA DA UN RUBINETTO: FRESCA, SICURA, CONTROLLATAEntra nel vivo a metà marzo, in occasio-ne della Giornata Mondiale dell’Acqua, anche il nuovo progetto di SAL destina-to ai 10mila studenti delle scuole supe-riori del Lodigiano e che prevede l’in-stallazione di erogatori d’acqua di rete in tutti i 17 istituti della provincia. Un progetto battezzato “Easy Water” per-ché “non c’è nulla di più semplice che bere l’acqua da un rubinetto: fresca, si-cura, controllata e da quest’anno anche a portata di mano di tutti gli studenti delle superiori”, come spiega Giuseppe Negri, presidente di SAL. Il progetto coinvolge l’azienda idrica lodigiana in-sieme alla Provincia di Lodi e all’Ufficio d’Ambito e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico provinciale, e prevede – oltre all’installazione degli erogatori – anche la distribuzione di una borraccia in tri-tan a tutti gli studenti e al personale docente e non docente, e l’organizza-zione di specifici momenti formativi.L’obiettivo è la drastica riduzione del consumo di plastica usa e getta, tenendo presente che nelle scuole superiori della provincia di Lodi si bevono in un giorno circa 3.500 litri d’acqua, pari a 7.000 bot-tiglie da mezzo litro. La stima per l’intero

anno scolastico è di circa 800mila litri e 1.400.000 bottiglie.Il progetto destinato alle scuole superiori si aggiunge alle iniziative già collaudate da SAL: a partire da “Acqua e Vinci – Campionato dell’Acqua lodigiana”, la competizione rivolta alle classi quarte della scuola primaria che quest’anno (settima edizione) sta coinvolgendo un migliaio di alunni di 45 clas-si diverse e che vedrà la finalissima venerdì 20 marzo, per la prima volta nel capoluogo di Lodi, al PalaCastellotti. Una com-petizione sempre più eco-friendly, e non solo sul fronte idrico: con il trasferimento della sfida finale a Lodi, le classi sono state invitate a raggiungere il palazzetto dello sport con qualunque mezzo, purché… sostenibile. SAL rimborserà infatti il costo dei biglietti, premiando la scelta dei mezzi pubblici per ridurre ul-teriormente l’impatto ambientale della manifestazione.

UNIACQUE. TUTTI A TEATRO, VA IN SCENA LO SPETTACOLO ITINERANTE ‘AMARE ACQUE DOLCI’La sensibilizzazione sui temi ambientali e sul risparmio idrico passa soprattutto dai più giovani. E’ con questa convinzione che Uniacque che gestisce il servizio idrico integrato nella provincia di Bergamo, nella settimana precedente alla Gior-nata mondiale dell’acqua promuove lo spettacolo teatrale ‘Amare acque dolci’ di fronte a una platea di bambini delle scuole elementari.Lo spettacolo, scritto e realizzato da diversi anni dalla compa-gnia teatrale ERBAMIL di Ponteranica, che racconta in maniera semplice ma divertente quanto è preziosa la risorsa acqua e l’importanza di non sprecarla, sarà portato secondo un’agenda dettagliata a Ponte San Pietro, Antegnate, S.Omobono, Vilmi-nore di Scalve, Calusco e Spirano (www.uniacquebg.it) Sempre per questa giornata, Uniacque concretizzerà un pro-getto sviluppato nel corso del 2019, volto a una progressiva eliminazione della plastica e finalizzato a promuovere l’educa-zione alla sostenibilità ambientale e alla fiducia verso l’acqua di rubinetto. In collaborazione con l’Ufficio Territoriale Scola-stico della Provincia di Bergamo, saranno distribuite borracce in alluminio griffate Uniacque agli studenti delle classi quinte elementari iscritti agli Istituti Comprensivi dei comuni gestiti. L’iniziativa sarà ripetuta ogni anno, con le medesime modali-tà. Per l’edizione 2019-20, hanno aderito all’iniziativa circa la metà delle quinte della Provincia, per un totale di oltre 3.500 borracce in distribuzione in queste settimane.

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LA FARMACIA DEI SERVIZIAL VIA LA SPERIMENTAZIONEDEI PROSSIMI TRE ANNI

“Farmacia dei servizi” è una definizio-ne che nei prossimi mesi dovrà entrare nella quotidianità di tutte le farmacie italiane.È un progetto che nasce da lontano, basti pensare che il primo atto norma-tivo risale al 2010.Ma solo nei mesi scorsi, nell’ottobre del 2019, è stato sancito l’Accordo Sta-to-Regioni sulle “Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella Farmacia di Comunità” in cui si entra nel dettaglio. Regione Lombardia ha, quindi, recepito il contenuto di tale accordo nel dicem-bre dello stesso anno.Ma in cosa consiste questo progetto?È bene chiarire subito che si tratta di una sperimentazione della durata di tre anni che coinvolgerà tutte le regio-ni d’Italia e che per tale sperimenta-zione lo Stato ha messo a disposizione oltre 50.000.000 di euro.Solo per le farmacie della Lombardia lo stanziamento sarà di quasi 8.000.000 di euro per un triennio.I servizi oggetto della sperimentazio-ne saranno di tre tipi.Si partirà con le cosiddette analisi di prima istanza (screening per il tumo-re al colon retto, telemedicina, holter pressorio e cardiaco, Ecg).Un secondo ambito di intervento ri-guarderà i servizi di Front Office in

particolare la gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). L’attivazione, la consultazione e la modifica di tale fa-scicolo vedrà il contributo del farmacista.Un terzo ambito della sperimentazione atterrà ai cosiddetti servizi conoscitivi comprendenti l’aderenza terapeutica, la riconciliazione alla terapia farmacologica e il monitoraggio di alcune delle patologie più diffuse (BCPO, Diabete, Iper-tensione).Modi e tempi di questa sperimentazione saranno oggetto di incontri dedicati tra le regioni e le associazioni di categoria (Assofarm, Federfarma).

Regione Lombardia ha iniziato questi incontri alla fine del mese di gennaio ed entro la primavera del 2020 saremo probabilmente in grado di partire attivamente con la spe-rimentazione.Tutti questi servizi – alcuni dei quali già effettuati dalle no-stre farmacie - saranno rimborsati dal SSN e quindi vi sarà remunerazione anche per la farmacia.Occorre chiarire un aspetto fondamentale.L’adesione alla sperimentazione è un atto volontario da par-te della singola farmacia, che può aderire a tutti i servizi, solo ad alcuni oppure a nessuno di questi.Ritengo personalmente la scelta di aderire, un passaggio fondamentale per il servizio farmaceutico italiano e la rete delle farmacie comunali ma, soprattutto, per il Servizio sa-nitario nazionale e la tutela della salute.La sperimentazione dimostrerà finalmente quanto il farma-cista, collaborando con gli altri professionisti, possa contri-buire al potenziamento dell’assistenza territoriale, in par-ticolare per i pazienti cronici e quelli più fragili, in tema di accesso alle prestazioni del SSN, presa in carico dei pazienti cronici e prevenzione.Sono convinto che il futuro di tutto il sistema farmacia

di Renato AcquistapaceCoordinatore Regione Lombardia Confervizi/Assofarm

Finalmente sancito l’accordo Stato-Regioni sulle “Linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella Farmacia di Comunità”. Nei prossimi mesi inizierà un percorso che durerà tre anni

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passi attraverso questo importante appuntamento che rappresenta un’op-portunità ed una sfida che le farmacie pubbliche lombarde devono assoluta-mente raccogliere.Alle nostre aziende, ma soprattutto ai nostri farmacisti, non manca né la vo-lontà né la capacità di uniformare la loro pratica a questo modello.Troppo spesso, oggi, la farmacia è vi-sta come una semplice attività com-merciale di dispensazione di farmaci e prodotti sanitari e non come indi-spensabile strumento operativo del SSN sul territorio quale è realmente.Il punto forza e l’obiettivo della far-macia deve essere quello di ampliare ed evidenziare sempre di più il ruolo di presidio sanitario territoriale non derogabile che in effetti svolge, non solo relativamente al servizio farma-ceutico ma anche nell’espletamento di servizi complementari ed integrati-vi nel campo della salute in linea con i crescenti bisogni della collettività. Ecco perché il mio auspicio è quello che tutte le nostre farmacie comunali possano raccogliere questa nuova e determinante sfida.E sono certo che sapranno, come sem-pre, essere un punto di riferimento per tutti i cittadini.

Un finanziamento statale di 50 milioni di euro, di cui 8 milioni alla sola Lombardia. Si potrà fare direttamente in farmacia: screening al colon, Holter pressori e cardiaco, Ecg, e monitoraggio BCPO, Diabete, Ipertensione e altro

L’ACCORDO STATO REGIONI IN PILLOLE

9 Regioni coinvolte nella sperimentazione: Piemonte, Lazio e Puglia, Lombardia, Emilia Romagna e Sicilia; Veneto, Umbria e Campania, in aggiunta, per il 2020.L’adesione delle farmacie alla sperimentazione avverrà su base volontaria.

Si partirà con le cosiddette:• analisi di prima istanza (screening per il tumore al colon

retto, telemedicina, holter pressorio e cardiaco, Ecg, autospirometria in telemedicina).

• servizi di Front Office in particolare la gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). L’attivazione, la consultazione e la modifica di tale fascicolo avverrà con il contributo del farmacista.

• servizi conoscitivi comprendenti l’aderenza terapeutica, la riconciliazione alla terapia farmacologica e il monitoraggio di alcune delle patologie più diffuse (BCPO, Diabete, Ipertensione).

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Con il progetto ES-PA - Energia e Soste-nibilità per la Pubblica Amministrazio-ne – la divisione Smart Energy di Enea si è posta l’obiettivo di offrire strumen-ti adeguati di gestione ai Comuni che hanno avviato processi in ottica Smart City, qualunque sia la propria dimensio-ne. Il progetto Lumiére lanciato da Enea nel 2010 - con l’obiettivo di sviluppare un modello di management del servizio di pubblica illuminazione - conteneva il presupposto di una piena conoscenza dell’impianto, che potesse offrire dati qualitativi adeguati per un reale effi-cientamento dell’infrastruttura. A que-sto proposito nel 2018 si è sviluppata la piattaforma PELL, Public Energy Li-ving Lab, per la raccolta e gestione di

dati che diverranno sempre più interoperabili, cioè integrati pur se provenienti da più piattaforme. L’obiettivo complessivo è quello di fornire strumenti alla PA locale per una governance sempre più evoluta dei propri con-testi urbani e territoriali, al fine di fornire servizi sempre più evoluti ai propri cittadini.“Conoscere e condividere per gestire – ha dichiarato durante un recente incontro Laura Blaso, responsabile scientifico del PELL - sono principi chiave che stiamo traducendo in tools per i Comuni; a partire dal censimento degli impianti, strumen-to fondamentale per recepire e confrontarsi su dati concreti. Un’operazione che parte dall’illuminazione pubblica ma che stiamo aprendo a più ambiti; in questo senso diventa fonda-mentale raccogliere informazioni in maniera standardizzata, per capire il livello tecnologico delle infrastrutture, stimare i costi degli investimenti, anche in termini di riqualificazione energetica. Si tratta di favorire un processo di digitalizzazione, interoperabilità e trasparenza delle informazioni fondamenta-

ENEA SMART ENERGY NEL CUORE DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE DELLA PA LOCALE

di Emanuele Martinelli, Energia Media

PIATTAFORME PELL,SINFI E DATA BASE TOPOGRAFICI: PIENA INTEGRAZIONE PER LA COSTRUZIONEDI SMART CITY E SMART LAND

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le per l’evoluzione delle nostre città.La scheda censimento avviata nel 2012 con il progetto Lumiére, grazie al con-tributo di un network di stakeholder del settore illuminazione, ha dato il via a un percorso che si è rivelato complesso anche solo per individuare campi e con-tenuti e che si è evoluto nel tempo gra-zie anche al supporto di AgID. Agenzia per l’Italia Digitale che ha pubblicato in merito una specifica dal forte contenu-to tecnologico con un ultimo aggiorna-mento emanato il I° luglio 2019”.AgID che si è concentrata con grande impegno sui temi dell’interoperabilità dei dati geografici, integrati con quelli relativi all’anagrafe dei numeri civici e delle strade urbane. Una piattaforma che non prende in considerazione una sola banca dati, ma come un sistema integrato, fondamentale per la cono-scenza e una corretta pianificazione dei servizi del territorio. Uno stru-mento qualitativo che rappresenta un punto di partenza fondamentale per strutturare piano di efficientamento ampi, economici e di miglioramento di tutte le infrastrutture governate date pubbliche amministrazioni lo-cali, dall’illuminazione pubblica alle

Dottor Ciasullo, interoperabilità si lega a un concetto di “contaminazione” tra infrastrutture, frutto di processi di digi-talizzazione oggi sempre più pervasivi. Ritiene sia in corso un processo cultura-le in grado di rendere proficuo il rappor-to tra innovazione, dati e servizi o siamo ancora lontani dal renderlo concreto?Importante è aver preso coscienza che il punto di partenza per rendere possi-bili processi che portino alle Smart City sia proprio l’interoperabilità, da con-siderare sotto tanti aspetti. Per AgId è stato evidente partendo dall’analisi di data base topografici e di una serie di

scuole, agli impianti sportivi, agli edifici comunali.Una modellazione di dati organizzati il cui lavoro è partito dalle schede censimento nel 2012 del già citato program-ma Lumiére, integrando poi i contenuti con le specifiche del data base topografico e provvedendo alla georeferenziazione dei dati stessi. La struttura generale del data base geotopo-grafico divide il territorio in 11 strati raggruppati in modo omogeneo; le due piattaforme Sinfi e PELL sono state quin-di integrate unendo nuovi contenuti: per Sinfi l’integrazione ha riguardato dati relativi per esempio agli acquedotti o al voltaggio delle reti elettriche, ancora non contenuti nel data base topografico. Per il PELL il contenuto relativo all’illumi-nazione pubblica (che non era previsto nella topografia, se non come nodo delle rete elettrica) ha fornito un contribu-to chiave per l’allargamento dei servizi Smart City, rendendo esplicita la possibilità di utilizzare l’infrastruttura a sostegno per esempio di spot wi-fi, telecamere o rete 5G. Sappiamo bene infatti come in ogni Comune italiano sia in corso un processo di riqualificazione della rete I.P. non solo per un efficientamento che riduca i consumi e quindi i costi per i Comuni; ma come questa sia connotata come asse por-tante per trasformare città e territori in Smart City e Smart Land. E quindi ben si comprende come la mappatura di dette installazioni sia importante per aprire una serie di possibilità di gestione dell’area urbana. Il dialogo dunque tra data base e lo scambio di informazioni diventa bidirezionale; con la costruzione di una piattaforma che si pone come la frontiera più avanzata per consentire alle PA comunali di costruire progetti Smart City e Smart Land evoluti.

stati informativi che anche le Regioni stanno adottando. Oggi siamo in una fase avanzata di adozione e raccolta di informa-zioni geografiche da più fonti; un percorso nato con il Sinfi, Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture, che è stato agganciato al set di informazioni regionali che chiamiamo Data Base Geotopografico, fino alla messa in con-divisione del PELL. Altro elemento che si andrà ad agganciare a questo sistema è l’archivio dei numeri civici.La questione delle Smart City dunque si legge in questa chia-ve: il punto di partenza è l’interoperabilità dei sistemi. Che significa parlare la stessa lingua con informazioni che arriva-no da specifiche geografiche prodotte nel tempo e che con-tinuiamo a mantenere e ad aggiornare. Ripeto, tutto questo favorisce e agevola quello che chiamiamo Smart City o Smart Land Escape, creando i presupposti affinché tante azioni

Intervista a Gabriele Ciasullo, AgID - Agenzia per l’Italia Digitale

INTEROPERABILITÀ DEI SISTEMIE INFORMAZIONI DI QUALITÀ

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possano essere implementate e diver-si servizi possano essere messi a punto dalle varie amministrazioni regionali e comunali, utilizzando una base infor-mativa condivisa con un linguaggio che tutti capiamo. Una strada tracciata su cui si potranno agganciare dati provenienti da altri am-biti infrastrutturali. L’acqua, la mobilità, l’ambiente.Stiamo costruendo il pentagramma, la scala musicale su cui inserire i diversi segmenti legati ai servizi. È una strada tracciata che non si fermerà. Natural-mente si tratta di superare degli sco-gli iniziali, sia per quanto riguarda la promozione e la divulgazione di nuovi strumenti sia in merito a competenze anche digitali che vanno estese.Il punto chiave è sempre quello cultu-rale, perché si sta innescando qualcosa di diverso e nuovo rispetto per esempio alle carte tecniche di una volta che for-nivano informazioni ma con limiti evi-denti, legate alla stampa, alla fotografia di un segmento più che a una visione (e quindi gestione) omogenea.Stiamo semplicemente mettendo a si-stema la rappresentazione della realtà che ci circonda, che se vuoi governare deve diventare patrimonio di diversi livelli amministrativi, al fine di creare servizi per imprese e cittadini secondo principi sempre più smart. La complessità nella messa a terra è evidente. Si, ma la strada, come dicevo, è segna-ta. Il Paese viaggia a tante velocità, legate alle risorse di amministrazioni con strutture e competenze diverse. Ci sono Comuni con dimensioni ridotte e pochi dipendenti che hanno bisogno di mettersi in rete; e che possono dialoga-re con professionisti che si pongono a supporto delle azioni dei Comuni stessi. Tenendo sempre conto che è impos-sibile che ogni entità comunale abbia all’interno le risorse adatte per rispon-dere a tutte le attività da svolgere; tra l’altro un Comune di piccole dimensioni adempie agli obblighi e svolge, con le dovute proporzioni, l’attività di comuni più grandi, con tutte le complicazioni che questo comporta. Dico questo, per-ché quello che vogliamo evitare intro-

ducendo principi di interoperabilità è la ridondanza dei dati, e come sappiamo proprio le banche dati rappresentano una delle criticità emerse nel piano triennale per l’informatiz-zazione della PA. Il principio con cui ci muoviamo tra l’altro come AgID non è rivolto all’erogazione di servizi, ma a far si che mondo pubblico e mondo privato possano evolversi secondo una direzione virtuosa ed efficiente.Sia l’Agenda Digitale che elementi successivi hanno consen-tito di avviare un processo mirato alla creazione di sistemi interoperabili, ma è chiaro che lo sviluppo di progetti infor-matici necessiti di una base comune di riferimento, di un lin-guaggio condiviso e alla portata di tutti. Parliamo di condivisione a livello nazionale o europeo?I principi di modellizzazione dei dati che AgID ha portato a livello europeo sono stati molto apprezzati, tant’è che le no-stra proposta di affrontare il tema a livello comunitario ha dato avvio a un sondaggio europeo per capire quale sia lo stato dell’arte in merito, considerando tutti i paesi membri. Si quindi aperto un confronto costruttivo con altre esperienze internazionali che siamo certi porterà buoni frutti. Quali i prossimi passaggi? Dopo la chiusura di una prima indagine tuttora in corso, con-dotta con Enea e gli operatori di settore, sulla base delle ri-sultanze potremmo passare dall’illuminazione pubblica ad altri settori legati all’efficienza energetica per esempio, che tocca scuole ed edifici pubblici in generale.In ogni caso AgID continuerà a dare supporto a chi produ-ce dati geotopografici informativi (vedi geodati.gov.it) che le regioni stanno implementando in particolar modo legati ai servizi più strettamente legati direttamente ai cittadini.

Il punto chiave è ancora culturale. Stiamo mettendo a sistema la rappresentazione della realtà che ci circonda, che si vuole governare

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#buonacomunicazione DAL RACCONTO EMOTIVO E COINVOLGENTE, ALL’ETICADEL GIORNALISTA IMPARZIALE

Si è parlato di scrittura come intelli-genza emotiva. Ma anche dell’etica e del ruolo del giornalista-comunicatore. Della difficoltà di conciliare oggi i tempi della scrittura con quelli dell’informa-zione, sempre più digitale e multimedia-le. Ma anche di come il grande scrittore sia prima di tutto un grande lettore. E non è mancato un esperimento pratico, un laboratorio in cui ci siamo messi tutti alla prova. Il primo degli incontri de #labuonaco-municazione 2020, i corsi organizzati da Confservizi Lombardia per giornalisti e comunicatori delle nostre aziende asso-ciate (il 20 febbraio, alla Centrale dell’Ac-qua di Milano, negli spazi messi a dispo-sizione di MM), accreditati dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha aperto la strada a quello che sarà il filo condutto-re di tutto l’anno: il tema della scrittu-ra nelle sue varie forme. Dalle scritture maggiormente adeguate al mondo dei Social, per i circuiti radio televisivi, per le agenzie; la scrittura riguardante l’ambito economia-finanzia-aziende spesso uti-lizzata dalle utilities e, infine, la scrittura dedicata all’ambito delle presentazioni aziendali, della valorizzazione degli ar-chivi e il racconto della storia di ogni azienda. A confronto i diversi punti di vista di Max Rigano, reporter libero professio-nista, giornalista per video web e social, e Giacomo Papi direttore della scuola di Scrittura Belleville. Da un lato la velocità, i tempi dei social, le esigenze delle testate giornalistiche che “richiedono un racconto emotivo, empati-

co e coinvolgente. Il racconto dalla parte della gente, delle loro battaglie”, come ha sostenuto Rigano, dall’altro un invito da parte di Papi a “non prendere posizioni” e a interrogarsi sull’etica del giornalista attraverso la lettura di un articolo, gior-nalistico sì, ma distaccato, come quello di Dino Buzzati nella cronaca della tragedia di Albenga in cui, nel 1947, 44 bambini in colonia annegarono in mare. E proprio con Papi, passando attraverso una rapida carrellata storica, ci siamo chiesti come sia la scrittura oggi. “La usiamo per tutto: saper scrivere e comu-nicare è fondamentale, non solo per co-municatori e giornalisti. In passato avre-sti potuto vivere senza mai aver scritto, oggi… se non scrivi non esisti. Ci siamo adattati ed evoluti nell’uso della scrit-tura come relazione”, ha detto, entrando poi nel merito degli impatti del digitale sulla scrittura. “Spesso l’aggressività sui social è data dalla frustrazione dell’in-capacità di esprimersi e comunicare. La mole di informazioni che ci arrivano ci inducono ad avere un’attenzione spez-zettata. Oggi con uno smartphone scri-viamo in modo frammentato, girando

per la città, la scrittura ha le caratteristi-che della tradizione orale che si traduce in emoticon, interpunzione che modifica il significato e ‘tono’.

E a chi è alla ricerca della ricetta per scri-vere bene, Papi, riprendendo quanto ogni giorno ripete ai suoi allievi, dice: “Bisogna leggere bene. Una scuola di scrittura è soprattutto scuola di lettura. La scrittura è un mezzo per esprimerci non solo un lavoro. Impariamo a distinguere ed usa-re codici di scrittura diversi, quello per la cronaca, per le mail, il mattinale dei carabinieri… Oggi più che mai la qualità e lo stile sono indispensabili. La scrittura giornalistica e letteraria hanno più vici-nanze di quello che si pensi”. Lo abbiamo sperimentato anche at-traverso l’esercitazione proposta nel pomeriggio: “Bisogna apparire scompa-rendo, l’ostentazione di sé è la morte del giornalismo”… così come dello scrittore. “Quando ti ricordi di chi scrive, c’è ego-centrismo, non racconto”. Riflessioni e prove di scrittura che ap-profondiremo anche nei prossimi ap-puntamenti in fase di programmazione.

Da sinistra: Giacomo Papi, Biagio Longo e Max Rigano

Il successo del corso di scrittura nel confronto tra Giacomo Papi e Max Rigano

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Progettare significa realizzare un’inizia-tiva temporanea intrapresa per creare un prodotto, un servizio, o un risultato con caratteristiche di unicità. Come può un cammello entrare a far parte di que-sto processo? Non solo. Come può un cammello esserne il risultato finale?Questa è una delle tante domande a cui hanno trovato risposta i partecipanti al seminario “Il project management per il Responsabile Unico del Procedimen-to”, tenutosi mercoledì 22 gennaio 2020 nella Sala Conferenze di Anci Lombar-dia di via Rovello a Milano, organizzato da Confservizi CISPEL Lombardia in col-laborazione con anciLAB.Nel corso della mattinata ci si è sof-fermati, attraverso le testimonianze di alcuni professionisti, su come il project management possa rivelarsi uno stru-mento strategico anche a supporto del-le attività del RUP, non solo nel settore privato ma anche all’interno delle Utili-ty e delle P.A.Nello svolgimento delle proprie man-

COSA C’ENTRA UN CAMMELLOCON IL PROJECT MANAGEMENT?

sioni, infatti, il Responsabile Unico del Procedimento coordina l’intero ciclo di appalto avvalendosi di molteplici conoscen-ze; tra queste le tecniche di project management possono rappresentare un valido supporto.Il pomeriggio ha visto l’aula trasformarsi in un vero laborato-rio, con lo scopo di sperimentare in modo alternativo l’impor-tanza di alcuni concetti base che guidano l’attività dei Project manager. I partecipanti sono stati divisi in sei gruppi composti ciascu-no da otto persone. Il docente, con esperienza pluriennale nel Project manage-ment, ha presentato l’attività descrivendo in primis che cos’è un progetto, attività che nasce da un (bi)sogno, capace di por-tare un beneficio per il singolo ma nello stesso tempo per l’intero gruppo di lavoro.Così, quotidiani, riviste e nastro adesivo sono stati distribuiti tra i sei tavoli con una richiesta specifica: costruire un cam-mello che si sorreggesse da solo.Sono stati concessi 10 minuti per pianificare il lavoro di squa-dra, 7 minuti affinché ognuno, dopo essersi allontanato dal proprio tavolo, realizzasse in autonomia la parte del cammel-lo affidatagli (testa, zampe, coda, gobbe, piedi, corpo) e, infine, 5 minuti per assemblare tutti i pezzi dopo che i componenti delle squadre si fossero riuniti. Una piccola riproduzione, insomma, di quello che potrebbe

A cura di Miriam Carbone e Francesca Ceron, Area Formazione Confservizi CISPEL Lombardia

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essere il naturale iter di realizzazione di un qualsiasi progetto in ambito la-vorativo: un’esperienza stimolante, che come Area Formazione abbiamo vissu-to direttamente, affiancando i parteci-panti in qualità di tutor.È stato interessante osservare come tutte le squadre abbiano puntato istin-tivamente sulla velocità, cercando di distribuire i compiti e definire i criteri di realizzazione del cammello nel più breve tempo possibile, per poi avviare la costruzione delle parti prima ancora della scadenza dei 10 minuti a dispo-sizione.Nella seconda fase dei lavori, a debita distanza dai propri compagni, la quasi totalità dei partecipanti ha avuto poi necessità di confrontarsi, più o meno esplicitamente, con gli altri componenti del gruppo rispetto a dimensioni, forme, struttura e qualsiasi altro elemento ne-cessario a non fallire la fase successiva dell’assemblaggio.Il risultato finale sono stati 6 cammel-li molto diversi tra loro, perfettamente stabili ma con qualche elemento spro-porzionato al proprio interno. In un’ot-tica di problem solving, alcuni errori sono stati recuperati in extremis grazie ad alcuni quotidiani ancora disponibili sui tavoli.Il tutto si è svolto in un clima di grande allegria, collaborazione e giovialità ma l’esperienza è stata anche utile per sco-prire come spesso, pur avendo i giusti strumenti a disposizione, una mancata

corretta pianificazione potrebbe costringere i gruppi di lavo-ro a doversi confrontare nuovamente, recuperare in corsa e risolvere problematiche in dirittura di arrivo. Di questo consta il lavoro di Project Management che, se ben applicato, può fare la differenza.L’esperimento, perfettamente riuscito, ha fornito moltissimi spunti di riflessione che ci hanno convinto a voler proseguire l’approfondimento di queste tematiche anche per il futuro.

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FONSERVIZI

UN’OFFERTA FORMATIVA DI QUALITÀ Si arricchisce con iniziative mirate l’offerta formativa in Fon-servizi, Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazio-ne Continua nei Servizi Pubblici Industriali: un 2020 pensato per soddisfare le esigenze di tutte le aziende aderenti, dalle più grandi alle più piccole, attraverso un programma di fi-nanziamenti costante, continuativo e differenziato. Dopo una significativa fase di crescita del numero di aderenti, l’obiet-tivo prioritario del Fondo è quello di consolidare il trend di sviluppo positivo operando attraverso il rafforzamento di un percorso di fidelizzazione delle aziende già aderenti con ini-ziative mirate e garantendo nuovi impulsi e progettualità per le aziende “dormienti”, cioè per tutte quelle realtà in cui l’ade-sione al Fondo non si è automaticamente tradotta in richie-ste di finanziamento di piani formativi condivisi. Fonservizi si rivolge principalmente alle aziende appartenenti ai comparti delle public utilities, realtà che erogano servizi di pubblica utilità nei settori del trasporto pubblico locale, dell’igiene ambientale, dell’energia e dei servizi socio sanitari. Tutti set-tori dove la qualità del servizio offerto fa la differenza e dove la componente “risorsa umana” è fondamentale. Si tratta di un target di aziende molto specifico, diversificato e ad ele-vata settorialità che ha bisogno di risposte mirate soprattut-to quando si parla di formazione. Attualmente il numero di aziende aderenti a Fonservizi è pari a 4484 per un totale di 176.379 dipendenti, suddivisi in cinque comparti produttivi di riferimento: trasporto pubblico locale, acqua luce gas, igie-ne ambientale, socio sanitario, altri settori economici.

Fonservizi sviluppa la propria offerta formativa concentran-dosi su due canali di finanziamento: il Conto Formazione Aziendale e gli Avvisi pubblici.Il Conto Formazione Aziendale (CFA) consente alle aziende aderenti di accantonare le risorse versate per il finanziamen-to di piani formativi concordati. Nello specifico le aziende con CFA attivo possono optare in alternativa tra usufruire dell’80% oppure del 70 % del versato. La prima scelta com-porta, per l’azienda, l’esclusione dalla partecipazione agli Avvisi pubblici ed un periodo di disponibilità delle risorse, prima del disimpegno a favore del Fondo, pari a due anni. La scelta del 70 % del versato consente alle aziende di parte-cipare comunque agli Avvisi pubblici generalisti e un perio-do di disponibilità delle risorse pari a tre anni. L’attivazione del CFA è facoltativa da parte delle aziende aderenti e può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno: la presen-tazione di un piano formativo avviene nella modalità “a spor-

tello” e consente una diversificazione su quattro tipologie di Piani formativi: piani Aziendali, Multiaziendali, “di Gruppo” ed Individuali. I Piani Multiaziendali hanno la caratteristica di consentire a più imprese aderenti, non legate da vincoli so-cietari, di vedersi finanziati percorsi formativi comuni; i Piani “di Gruppo” invece, consentono alla Capogruppo, su preciso mandato di tutte e/o parte delle imprese controllate, di pro-grammare ed erogare percorsi formativi comuni.

Gli avvisi pubblici sono veri e propri bandi ad evidenza pubbli-ca che seguono le regole e le logiche di una procedura com-petitiva dove l’esito è formalizzato attraverso una graduatoria di merito. Fonservizi ad oggi ha emanato sia avvisi generalisti che avvisi a priorità tematica in base all’orientamento tematico degli interventi formativi da erogare. Mentre negli avvisi gene-ralisti le tematiche formative oggetto degli interventi formativi sono scelte liberamente dalle aziende beneficiarie in base ai fabbisogni espressi e rilevati, negli avvisi a priorità tematica vengono suggeriti alcuni temi per orientare le azioni formative delle aziende. Ad esempio di fronte agli sviluppi di “industria 4.0” le aziende hanno necessità di dotarsi di nuove capacità professionali per affrontare la sfida dell’ottimizzazione dei processi e rimanere competitive sul mercato. Entra quindi in gioco, la formazione come strumento di mantenimento delle competenze già acquisite, sviluppo di ulteriori conoscenze e di adattamento ai nuovi processi. Formazione, quindi, quale si-nonimo di miglioramento, crescita e migliore posizionamento delle aziende nella competizione internazionale.

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IN QUESTO NUMERONumero 1, anno 2020

Nicola Branzoli, Elena Pisano, Ernesto Zanfari, Giovanna Messina, Giacomo Ricotti La Tassazione del Risparmio: il Sistema Italiano e un confronto internazionale

Francesco Caprioli, Marzia Romanelli, Pietro Tommasino Discretionary Fiscal Policy in The Euro Area: Past, Present and Future

Paolo Costa Tra divisione del lavoro e affinità. La dialettica della solidarietà europea

Filippo PizzolatoEconomia globale e città: note introduttive su una dialettica centrale per le democrazie del XXI secolo

AGENDA DELLE UTILITY

Francesca Mazzarella Metodo Tariffario Servizio Integrato di gestione rifiuti. Gli aspetti principali introdotti dalla nuova regolazione

Donato Berardi, Michele Tettamanzi e Samir TrainiTariffa sostenibile: un ponte tra cittadini, operatori e regolatori

Per ricevere la rivista (anche singoli articoli) scrivere a: [email protected]

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IL NUOVO METODO TARIFFARIODI ARERA PER I RIFIUTI.UN HELP DESK PER LE IMPRESE

Con l’affidamento di regolazione del settore rifiuti inserita nella Legge di Bilancio 2018, Arera ha di fatto aggiunto alle proprie competenze anche questo ambito, oltre al servizio idrico ed energia. Una competenza significativa che, di fatto, porta il regolatore a definire regole che possano migliorare l’attuale servizio offerto agli utenti, consentire una maggiore omogeneizzazione tra aree diverse del Paese ancora molto diversificate, relazionare maggiormente i costi alla qualità del servizio e introdurre forme incentivanti per il necessario adeguamento infrastrutturale.Le recenti delibere 443/2019/R/rif1 concernente il Metodo Tariffario Rifiuti (MTR) e 444/2019/R/rif2 in materia di traspa-renza del servizio di gestione, introducono i primi importanti provvedimenti cui il settore sta prontamente adeguandosi. Nello specifico la delibera 443/2019/R/rif definisce i criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di inve-stimento per il periodo 2018-2021, adottando la rinnovata metodologia per il servizio integrato di gestione dei Rifiuti che riguardano, per il momento, i seguenti servizi:• spazzamento e lavaggio strade• raccolta e trasporto• trattamento e recupero dei rifiuti urbani• gestione tariffe e dei rapporti con gli utenti.

La regolazione che ha tra i propri obiettivi quelli di incen-tivare i sistemi locali del servizio a gestire integralmente il servizio dei rifiuti ha adottato un approccio asimmetrico, te-nendo conto delle iniziali condizioni di partenza imponendo, però, efficacia del nuovo MTR già a partire dal 2020. Tuttavia, con una modifica al Dl. n. 124/2019, per il 2020 il termine per l’approvazione dei Regolamenti e delle tariffe relative alla Tari e alla tariffa corrispettiva è stato sganciato dagli ordinari termini di approvazione dei bilanci di previsione, preveden-done l’autonoma scadenza al 30 aprile.Il percorso molto stretto per la predisposizione e successi-va approvazione del Piano Economico e finanziario da par-te dell’Ente territorialmente competente (Ente di governo dell’ambito, Regione, Provincia autonoma, Comune o altri) ha di fatto reso incalzante la necessità da parte dei soggetti ge-stori interessati, di produrre i dati che il nuovo MTR ha richie-sto di produrre. Pur con le proroga al 30 aprile 2020, i tempi

per applicare il metodo sono risultati molto stretti per molti operatori che oggi, si trovano in difficoltà.

Per venire incontro alle esigenze delle imprese che gestisco-no il servizio di igiene urbana, Utilitalia, in collaborazione con la fondazione Utilitatis e Confservizi CISPEL Lombardia, han-no messo a disposizione delle imprese associate un servizio di prima assistenza gratuito ed help desk per il calcolo del nuovo metodo tariffario sui rifiuti urbani che consenta, sulla base dei dati di input del gestore, di elaborare correttamente la tariffa e di calcolare delle analisi di sensitività sui parame-tri per i quali la delibera ha indicato un intervallo sui valori di riferimento.

Il supporto verrà principalmente offerto su:• Gestione del modello• Rielaborazione dei dati contabili da utilizzarsi, con input nel

calcolo della tariffa• Spiegazione del calcolo e dei meccanismi• Implementazione delle nuove logiche di calcolo

Il servizio di “Help Desk Tari” sarà disponibile:• ogni giorno attraverso il contatto mail

[email protected], previo appuntamento, presso le sedi Utilitatis.

• due giorni alla settimana presso gli uffici dellaConfservizi CISPEL Lombardia e, laddove necessario, presso le aziende. Per informazioni scrivere a:[email protected]

di Massimo Di Domenico,referente tecnico Settore Ambiente Confservizi CICPEL Lombardia

1 Delibera 31 ottobre 2019, 443/2019/R/rif, Definizione dei criteri di riconoscimento dei costi efficienti di esercizio e di investimento del servizio integrato dei rifiuti, per il periodo 2018-2021.2 Delibera 31 ottobre 2019, 444/2019/R/rif Disposizioni in materia di trasparenza nel servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati.

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IL 23 MAGGIO A MANTOVAARRIVA IL PRIMO FORUMDELLA SOSTENIBILITÀ

Presentato nelle scorse settimane il Primo Forum Sostenibi-lità Mantova, previsto per il 23 maggio 2020, nell’ambito del Food & Science Festival. Un primo lancio dell’iniziativa promossa dalla nostra as-sociata Gruppo Tea e patrocinata da Confservizi CISPEL Lombardia, con Utilitalia, Comune di Mantova e Provincia di Mantova, che anticipa i temi del Forum per creare una Rete virtuosa di imprese, associazioni, enti e scuole del territorio, capace di dare impulso al tema della sostenibilità e dello sviluppo responsabile.

Al presidente di Tea Massimiliano Ghizzi è andato il compito di introdurre gli obiettivi del Forum, lo scenario in cui la multiutility mantovana si posizionerà e il concorso rivolto alle scuole secondarie di secondo grado, alle imprese e agli enti locali per i progetti sulla sostenibilità. Marco Frey ha invece presentato i 10 anni di GreenItaly - un viaggio nelle imprese sostenibili che vincono la sfida dello sviluppo - e il Manifesto di Assisi. Marco Frey, presidente del Comitato scientifico di Fondazione Symbola, è professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, direttore

del gruppo di ricerca sulla sostenibilità (SuM) della Scuola Sant’Anna e direttore di Ricerca allo IEFE (Istituto di econo-mia e politica dell’energia e dell’ambiente); è inoltre presi-dente della Fondazione Global Compact Italia, organismo delle Nazioni Unite.A chiudere la giornata di presentazione del Forum Paolo Marcesini, direttore di Italia Circolare, con ‘Mantova Circo-lare’, un progetto promosso da Tea dedicato alle possibili-tà di crescita e sviluppo offerte dall’Economia Circolare al tessuto economico e sociale mantovano. Dall’uso, riuso e riciclo di materia e energia, alla creazione di materia prima seconda, all’efficientamento energetico, dalle nuove figure professionali (dai green jobs ai manager della circolarità), all’aggiornamento delle competenze in materia di sosteni-bilità nel processo produttivo.

Il FORUM DEL 23 MAGGIOIl Forum nasce per promuovere un modello di sviluppo sostenibile e responsabile orientato alla qualità, in cui tra-dizioni e territori sposano innovazione, ricerca, cultura e design, un modello che tenga insieme competitività, valo-rizzazione del capitale umano e rispetto dell’ambiente, pro-duttività e coesione sociale. Il Forum avrà il compito di portare sul territorio una rete di relazioni “attive” tra istituzioni pubbliche, imprese, centri di ricerca, sistema della formazione, università, startup e clu-ster al fine di diffondere le buone pratiche dell’Economia Circolare e della Sostenibilità nella filiera agroalimentare. La prima edizione del Forum promuoverà il progetto Man-tova Circolare e proporrà la creazione di un Osservatorio a Mantova di buone pratiche per l’Economia Circolare. QUANTO VALE L’ECONOMIA CIRCOLARE?Secondo la Commissione Europea saranno 875 i miliardi di investimenti in Europa da qui al 2025 (88 miliardi solo in Italia con un potenziale di 575 mila occupati) necessari per rendere circolare la nostra economia, ridefinire le filiere produttive, aggiornare le competenze, investire in ricerca e sviluppo. Stiamo parlando di risorse pubbliche e private e di fondi strutturali, diretti e indiretti.

Massimiliano Ghizzi, presidente TEA e Marco Frey di Symbola promuovono “Mantova Circolare” il progetto di Buone pratiche per lo sviluppo della Circular economy, per aggiornare le competenze, per investire in ricerca e sviluppo

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MILANO. LA NOSTRA ASSOCIATA MMPREMIATA COME MIGLIORETOP UTILITY DELL’ANNO

“Essere premiati per il lavoro svolto fa sempre piacere, soprattutto quando il ri-conoscimento viene attribuito in base a parametri oggettivi e misurabili, quindi su base scientifica come da sempre fa Al-thesys” ha dichiarato Stefano Cetti, Diret-tore Generale di MM SpA. “È un ricono-scimento che va alle donne e agli uomini di MM, per la competenza e la passione che tutti i giorni mettono a disposizione di MM per affermare sempre di più, con legittimo orgoglio di Azienda Pubblica, il nostro saper progettare, costruire, gestire opere e servizi pubblici. A loro, anche in questa occasione, dico grazie”. “Il settore dei servizi pubblici - commen-ta l’economista Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del grup-po di ricerca Top Utility - sta affrontando un momento di profondi cambiamenti sull’onda delle grandi sfide contempora-nee, quella climatica e quella tecnologi-ca, dove i colossi e i nuovi protagonisti sono chiamati a gestire complessità e standard di qualità crescenti. La corsa agli investimenti delle top utility, che si rivelano le più pronte, conferma un trend emerso già l’anno scorso e anche

oggi evidenziato dall’aumento della quota del fatturato desti-nato a questa voce, mentre ricerca e innovazione assumono un peso crescente”. “Lo studio di Althesys – spiega il Presidente di Utilitalia Giovan-ni Valotti – mostra chiaramente che più le imprese sono qua-lificate e orientate a un approccio industriale, più crescono gli investimenti e di conseguenza gli standard di qualità dei servizi ed i livelli di efficienza a vantaggio dei territori e dei cittadini. Siamo in un momento storico che ci pone davanti a sfide e op-portunità che non possiamo mancare: le utilities, che da sem-pre hanno nella sostenibilità una delle fondamentali ragion d’essere, potranno giocare un ruolo fondamentale nella reale implementazione del green new deal promosso dal Governo”. La misurazione e valutazione oggettiva e scientifica è avvenu-ta attraverso l’elaborazione di uno specifico modello di analisi sviluppato ad hoc. Il sistema di ranking unisce approcci e me-todologie differenti, come quelli del rating, del benchmarking e della balanced scorecard. Si definisce un set di indicatori che permettano di identificare e valutare gli elementi chiave nelle diverse aree (risultati eco-nomico-finanziari, prestazioni operative e qualità dei servizi, sostenibilità ambientale e sociale) che sono poi ricompresi in un sistema integrato di valutazione mediante un unico algo-ritmo. L’indagine ha considerato le aziende dei comparti energia, am-biente, trasporti e si fonda su fonti aperte. La valutazione è sta-ta condotta mediante griglie di analisi standard che potranno essere eventualmente integrate mediante la richiesta diretta di dati e informazioni alle aziende. La valutazione finale è stata effettuata sia per distinti ambiti che in una logica assoluta. Nell’ultimo bilancio di sostenibilità emerge che le attività di MM hanno prodotto un impatto economico pari a oltre 600 milioni di euro e un impatto occupazionale pari a circa 3524 posti di lavoro (FTEs). MM ha generato: • a livello di impatti diretti, circa 224 milioni di euro di valore

economico e un impatto sull’occupazione di oltre 1100 posti di lavoro.

• a livello di impatti indiretti, circa 223 milioni di euro di valore economico con oltre 1300 posti di lavoro.

• a livello di indotti, circa 154 milioni di euro di valore econo-mico e oltre 1000 posti di lavoro.

Particolare attenzione è stata data alla figura femminile che è ormai presente per il 33%, 414 sul totale dei dipendenti (nel 2010 erano il 20% con 142 unità) e ha raggiunto la percentua-le del 35% nelle posizioni apicali con 74 responsabili.

MM Spa è stata premiata come migliore TOP UTILITY ASSOLUTO, che premia le performance delle eccellenze dei servizi pubblici locali, come rifiuti, acqua, gas e luce, selezionata fra le 100 migliori in Ita-lia, sulla base del sistema multi-variabile definito, è risultata la prima classificata nell’anno rispetto alla valutazione com-plessiva con questa motivazione: “Per gli ottimi risultati ottenuti in tutte le aree oggetto di indagine, con particolare rife-rimento al rapporto con gli stakeholder, all’attenzione alla sostenibilità, alla tra-sparenza e alla comunicazione. MM ha inoltre saputo sviluppare un efficace rap-porto con i suoi consumatori, migliorando la qualità dei servizi offerti”.

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