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COMUNE DI ARCORE (MB) PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO “AREA EX - FALCK - VIA BESTETTI” VERIFICA DI ASSOGGETTABILTÀ ALLA V.A.S. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO PRELIMINARE AGOSTO 2010

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COMUNE DI ARCORE (MB)

PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO “AREA EX - FALCK - VIA BESTETTI”

VERIFICA DI ASSOGGETTABILTÀ ALLA V.A.S. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

RAPPORTO PRELIMINARE

AGOSTO 2010

Comune di Arcore - P.I.I. “Area ex-Falck - Via Bestetti” Verifica di assoggettabilità alla V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica

Rapporto Preliminare

INDICE

1. INTRODUZIONE 1

I. SCOPO DEL DOCUMENTO 1

II. RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA 1 La Direttiva europea e legislazione nazionale in relazione alla verifica di

assoggettabilità alla VAS 1 La normativa della Regione Lombardia 2

III. METODOLOGIA ADOTTATA 3

IV. FONTI UTILIZZATE 5

2. QUADRO DI RIFERIMENTO 6

I. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ INTERNAZIONALI E NAZIONALI 6

II. OBIETTIVI DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA 8 PTR Piano Territoriale Regionale 8 PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 9 Rete natura 2000 9

3. PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO 10

I. CRITERI GENERALI DEL P.I.I. 10 Obiettivi del programma 10

II. IDENTIFICAZIONE DELL’AMBITO DI INTERVENTO 10 Inquadramento territoriale e sistema infrastrutturale 10 Il Sistema paesistico-ambientale 10 Consistenza dello stato di fatto 12 Previsioni della Variante di PRG vigente per l’area di intervento 15 Sistema dei vincoli 17 Il ruolo urbano 18 L’assetto morfologico e tipologico 18 L’articolazione funzionale e i servizi previsti. 19 Il sistema del verde e degli spazi pubblici 19 Il sistema infrastrutturale 20 Il sistema della sosta 20

III. DATI URBANISTICI 22 Dati quantitativi di progetto 22 Aree a standard richieste 23 Aree astandard di progetto 23 Parcheggi privati richiesti (ex art. 9 delle nta) 24 Parcheggi privati di progetto 24

IV. LA STRATEGIA ENERGETICA E LE RISORSE NATURALI 24

V. GESTIONE DELL’INTERVENTO 28

4. SUOLO E SOTTOSUOLO 29

I. UBICAZIONE DELL’AREA 30

II. GEOLOGIA 32

III. IDROGEOLOGIA 36

5. IMPIANTISTICA GENERALE E BILANCIO ENERGETICO 39

6. INFRASTUTTURE TECNOLOGICHE E URBANIZZAZIONI 42

I. RIFERIMENTI LEGISLATIVI 42

II. ANALISI DELLE SCELTE PROGETTUALI 43 Premessa 43 Rete di fognatura acque nere 43 Rete di fognatura acque di precipitazione meteorica 44 Rete di acquedotto 44

7. IMPATTO ACUSTICO 45

8. TRAFFICO E VIABILITÀ 52

9. COERENZA DEL PROGRAMMA 54

DEFINIZIONE DEI CRITERI DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE 54

10. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 71

11. ALLEGATI TECNICI 73

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1. INTRODUZIONE

I. SCOPO DEL DOCUMENTO

Il lavoro risponde alla finalità generale di affiancare in modo utile le tradizionali esigenze della pro-grammazione urbanistica con quelle di un governo integrato dell’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, al fine di verificare la necessità di sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica il Programma Integrato proposto. Il modello proposto è quello di un’analisi di tipo integrato, ovvero di un processo di valutazione de-gli impatti, diretti e indiretti, rispetto allo stato dell’ambiente e agli obiettivi e le azioni del P.I.I. Programma Integrato di Intervento “AREA EX-FALCK - VIA BESTETTI” per opere di edilizia re-sidenziale e per altre funzioni compatibili in Comune di Arcore, provincia di Monza e Brianza, de-finendo per quanto necessario un quadro di riferimento per eventuali interventi di miglioramento ambientale per le successive fasi progettuali.

II. RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA

La normativa sulla valutazione ambientale strategica ha come riferimento principale la Direttiva 2001/42/CE. A livello nazionale si è di fatto provveduto a recepire formalmente la Direttiva Euro-pea solo il 1 agosto 2007, con l’entrata in vigore della parte II del D.lgs 152/2006 (VIA, VAS e IPPC) e delle sue successive integrazioni. Tale norma fornisce indicazioni principalmente sulla va-lutazione a livello di pianificazione statale, rinviando alle norme regionali la regolamentazione del percorso di valutazione per la pianificazione a livello degli enti locali. La definizione completa vie-ne rimandata al recepimento del Decreto da parte delle Regioni. La Regione Lombardia, facendo riferimento alla propria Legge n. 12 del 2005, “Legge per il gover-no del territorio”, agli “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi” ap-provati da Consiglio regionale il 13 marzo 2007, atto n. VIII/351, oltre che al provvedimento, ap-provato in prima lettura in data 27 luglio 2007 dal Consiglio dei Ministri, “Scherma di decreto legi-slativo recante ulteriori disposizioni correttive ed integrative alla Parte prima e seconda del D.lgs n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale”, con la Delibera della Giunta n. 8/6420 del 26 12 2007 “Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e programmi – VAS” (successivamente integrato dalla Delibera di Giunta Regionale n. 8/10971 del 30 dicembre 2009) ha anticipato i contenuti del D.lgs n. 4 del 2008 che ha effettivamente modificato il D.lgs 152 del 2006.

LA DIRETTIVA EUROPEA E LEGISLAZIONE NAZIONALE IN RELAZIONE ALLA VERI-FICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA VAS

L’obiettivo generale della Direttiva 2001/42/CE è quello di “…garantire un elevato livello di prote-zione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibi-le, ... assicurando che ... venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e program-mi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”. Afferma per altro che per i piani e i programmi generalmente soggetti alla procedura di VAS, allor-ché determinino l’uso di piccole aree a livello locale o riguardino modifiche minori di piani e pro-

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grammi, la valutazione ambientale è necessaria solo se gli Stati membri determinano che essi pos-sono avere effetti significativi sull’ambiente. Il decreto legislativo 152 del 2006, recependo quanto dettato dalla Direttiva, afferma che per i piani e i programmi che determinano l'uso di piccole aree a livello locale o modifiche minori dei piani e dei programmi, la valutazione ambientale è necessaria qualora l'autorità competente valuti che pos-sano avere impatti significativi sull'ambiente.

LA NORMATIVA DELLA REGIONE LOMBARDIA

La VAS sui piani viene introdotta in Lombardia dall’art 4 della LR 12/2005. L’articolo fornisce al-cune indicazioni di riferimento, che vengono poi specificate nei criteri attuativi approvati dal Con-siglio Regionale il 13 marzo 2007 con la Deliberazione 8/351. I criteri attuativi relativi alla VAS contengono una dettagliata serie di indicazioni, in attuazione di quanto previsto dall’art 4 della legge regionale sul governo del territorio. Come diretta conseguenza di questi criteri dettati da Consiglio regionale, la Giunta ha approvato la Delibera n. 8/6420 del 26 12 2007 “Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e programmi – VAS” (successivamente integrata dalla Delibera di Giunta Regionale n. 8/10971 del 30 dicembre 2009) che tra gli allegati contempla (Allegato 1m bis) un “Modello meto-dologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS)” specifico per un programma integrato di intervento, comportante variante urbanistica per Program-mi Integrati di Intervento senza rilevanza regionale. Al punto 5 di tale modello viene trattata la procedura per la verifica di assoggettabilità alla VAS.

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III. METODOLOGIA ADOTTATA

Il Rapporto preliminare assume come modello di riferimento per le sue analisi e valutazione la pro-spettiva dello sviluppo sostenibile, ove uno dei presupposti della nozione di sostenibilità è l’integrazione della questione ambientale all’interno delle politiche settoriali e generali e dei relativi processi decisionali. Solo tramite un’effettiva interrelazione tra le diverse dimensioni (sociale-culturale, economico, fisi-co-ambientale) che compongono un dato territorio è possibile perseguire obiettivi di sostenibilità, ricercando una esplicita e programmata evoluzione tra sviluppo economico e sociale, trasformazioni territoriali e uso delle risorse ambientali. La predominanza di un sistema sugli altri porta a disequi-libri complessivi.

Per la messa a punto della metodologia da adottare per la redazione del quadro conoscitivo per gli aspetti ambientali e di valutazione strategica, si sono adottate, per le esigenze specifiche, le princi-

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pali linee guida già emerse a livello regionale, nazionale ed internazionale, sia precedenti all’approvazione della Direttiva CE/42/2001, sia successive, ovvero: Resource Manual to Support Application of the UNECE Protocol on Strategic Environmental As-sessment. UNECE & Regional Environmental Center for Central and Eastern Europe (2007); Attuazione della Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati Piani e Programmi sull’ambiente – Studio DG Ambiente CE (2004); Progetto EnPlan - Linee guida (http://www.interreg-enplan.org/linee.htm) (2004). Nello spirito della Direttiva e seguendo le prassi tecniche italiane ormai sempre più consolidate, è stata prodotta un’analisi ambientale organizzata tenendo conto dell’Allegato I della Direttiva 2001/42/CE, così come ripreso dall’Allegato 1m bis alla Delibera regionale. Lo studio è sviluppato, quindi, in riferimento ai seguenti contenuti, valutati in relazione all’effettiva caratterizzazione dei luoghi oggetto di proposta di trasformazione: a) obiettivi principali del PII e del rapporto con altri pertinenti Piani; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione

del PII; c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al PII, ivi compresi in particolare quelli re-

lativi ad aree di particolare rilevanza ambientale; e) possibili effetti significativi sull’ambiente; f) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli even-

tuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del PII;

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IV. FONTI UTILIZZATE

Per la redazione del presente elaborato si sono utilizzate come fonti: elaborati della pianificazione a livello regionale, provinciale e settoriale; Ortofoto; PRG vigente; Relazione e allegati del Programma Integrato di Intervento; sito web della Regione Lombardia, Provincia di Milano, ARPA Lombardia; altre fonti di potenziale interesse reperibili sul web.

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2. QUADRO DI RIFERIMENTO Il capitolo costituisce un quadro di riferimento utile alle successive valutazione, costituito da riferi-menti di sostenibilità, obiettivi e criteri verso cui il PII in oggetto dovrà relazionarsi.

I. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ INTERNAZIONALI E NAZIONALI

Un insieme di criteri da utilizzare per le valutazioni di sostenibilità derivano da documenti interna-zionali e nazionali specifici. Particolarmente importanti come riferimento per il PII in oggetto sono: - Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali UE (Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998); - gli obiettivi della Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia (Delibera CI-PE, 2 agosto 2002). Di seguito si riportano gli obiettivi di sostenibilità presi come riferimento: Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali UE (Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998):

• ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; • impiego di risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; • uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolo-

si/inquinanti; • conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesag-

gi; • conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche; • conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali; • conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; • protezione dell’atmosfera; • sensibilizzazione alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in

campo ambientale; • promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo com-

patibile. Strategia d'azione per lo sviluppo sostenibile in Italia (Del. CIPE 2.8.2002): In Italia il riferimento nazionale principale in materia di sviluppo sostenibile è dato dalla Delibera-zione n. 57 del 2 agosto 2002 del CIPE “Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, promossa a seguito della prima strategia dell'UE in materia di sviluppo sostenibile adottata dal Consiglio europeo di Göteborg (2001) e completata dal Consiglio europeo di Barcellona del 2002. Presupposti della strategia erano quelli che “la protezione e valorizzazione dell'ambiente van-no considerati come fattori trasversali di tutte le politiche settoriali, delle relative programmazioni e dei conseguenti interventi”, e che “le pubbliche amministrazioni perseguiranno gli obiettivi previ-sti nel precedente comma nei limiti delle risorse finanziarie autorizzate a legislazione vigente e de-gli stanziamenti di bilancio destinati allo scopo”. Obiettivi principali della Delibera CIPE n. 57 del 2 agosto 2002, di riferimento per il Rapporto Am-bientale:

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• conservazione della biodiversità; • protezione del territorio dai rischi idrogeologici; • bonifica e recupero delle aree e dei siti inquinati; • riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e fo-

restale; • riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e mantenimento delle concentrazioni di in-

quinanti al di sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi e al patri-monio monumentale

• riequilibrio territoriale ed urbanistico; • migliore qualità dell'ambiente urbano; • uso sostenibile delle risorse naturali; • riduzione dell'inquinamento acustico e della popolazione esposta; • miglioramento della qualità delle risorse idriche; • miglioramento della qualità sociale e della partecipazione democratica; • conservazione o ripristino della risorsa idrica; • riduzione della produzione, recupero di materia e recupero energetico dei rifiuti.

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II. OBIETTIVI DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

Al fine di affrontare adeguatamente il processo di programmazione, vengono di seguito indicati gli obiettivi della pianificazione sovraordinata che incide sull'ambito del PII in oggetto e sugli aspetti di competenza del territorio indagato. PTR Piano Territoriale Regionale; PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Gli obiettivi evidenziati sono stati selezionati in riferimento al contesto in cui si inserisce il PII in oggetto.

PTR PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Il Consiglio Regionale ha adottato con deliberazione n.874 del 30 luglio 2009 il PTR, Piano Territo-riale Regionale.

Obiettivi alla scala di riferimento Sistema degli obiettivi del PTR (dal Documento di Piano, luglio 2009, punto 1.4, conformi agli o-biettivi del PTR approvato nel 2002) I numeri indicati tra parentesi fanno riferimento al numero dell’obiettivo del PTR come elencato nei documenti di Piano..

• (Ob. 5) Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria: contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconosci-bili, attraverso: o la promozione della qualità architettonica degli interventi; o la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici; o il recupero delle aree degradate; o l’integrazione funzionale; o il riequilibrio tra aree marginali e centrali.

• (Ob. 7) Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico.

• (Ob. 8) Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla pre-senza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e so-stenibile del suolo e delle acque.

• (Ob. 16) Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il per-seguimento dello sviluppo attraverso l’ utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riu-tilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti.

• (Ob. 17) Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata

• (Ob. 20) Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi de-rivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qua-lità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati.

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• (Ob. 21) Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio co-me fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio.

PTCP PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

Il PTCP è stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n. 55 del 14 ottobre 2003

Obiettivi alla scala di riferimento Indirizzi di trasformazione. Art. 20 NTA

• Ob 01. Compatibilità ecologica e paesistico-ambientale delle trasformazioni • Ob 02. Integrazione tra sistema insediativi e della mobilità • Ob 04. Compattazione della forma urbana • Ob 05. Innalzamento della qualità insediativa

RETE NATURA 2000

Da una verifica dell’eventuale presenza sul territorio comunale di Siti appartenenti al programma di tutela delle aree e dei siti di particolare valore ambientale compresi nell’elenco allegato alla D.g.r. 8 agosto 2003 n. 7/14106, non risulta alcuna presenza di aree SIC o ZPS che interessi il territorio di Arcore.

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3. PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO

I. CRITERI GENERALI DEL P.I.I.

OBIETTIVI DEL PROGRAMMA

La Proposta Preliminare di Programma Integrato di Intervento relativo all’“Area ex-Falck - Via Be-stetti” interpreta ed elabora nei propri assunti tematici gli obiettivi e le linee di sviluppo auspicate per riorganizzare qualitativamente il futuro assetto territoriale di questo cospicuo ambito della città di Arcore. Il progetto elaborato per l’area di intervento si propone di configurare una nuova centralità, indivi-duando per l’area - oggi intesa in termini di marginalità dal contesto urbano - un sostanziale ribal-tamento di significato volto a restituire alla città un intero settore urbano cui demandare il ruolo di rifondare un impianto relazionale, funzionale e morfologico di grande chiarezza e permeabilità. Nel contempo, l’intervento costituirà un nuovo punto di contatto con la città a Nord della Ferrovia ricu-cendo quanto oggi appare disgregato e costituendo un ambiente riconoscibile e continuo. Al fine di conseguire tali obiettivi, il progetto affronta i seguenti temi: - la definizione di uno spazio urbano interessato da un mix di funzioni volte a garantire un alto tasso di intensità d’uso sociale nel più ampio intervallo temporale; - la costituzione di uno spazio pubblico articolato. Il progetto proposto identifica come centrali tra le problematiche assunte quelle relative alla “quali-tà” dello spazio abitativo, inteso nella sua accezione più estesa, fondata cioè sui servizi proposti, su-gli spazi “progettati”, sui capisaldi funzionali a carattere “collettivo” (soprattutto il “sistema del verde e degli spazi pubblici” con connotazione urbana), sull’articolazione funzionale introdotta (l’Hotel come servizio alla città, il commercio di differenziata tipologia di vendita, funzioni compa-tibili) quali veicoli su cui fondare (ed in seguito presidiare), alle diverse scale cui interagisce il pro-getto, la trasformazione del luogo. Residenza, funzioni compatibili, commercio, ricettivo, verde e spazi pubblici: sull’integrazione di queste categorie funzionali e sulle loro conseguenti declinazioni tipologiche si fonda il “senso del luogo” che viene sintetizzato nel progetto attraverso la costruzione di un tessuto urbano articolato, vario e complesso nelle relazioni interne, continuo e lineare nei rapporti con il contesto.

II. IDENTIFICAZIONE DELL’AMBITO DI INTERVENTO

INQUADRAMENTO TERRITORIALE E SISTEMA INFRASTRUTTURALE

L’ambito urbano interessato dal progetto è situato in prossimità del centro della città di Arcore, a circa 20 Km a Nord- Est di Milano, agevolmente collegato alle reti ferroviarie, stradali ed autostra-dali. Esso è delimitato a Nord-Ovest dall’asse ferroviario Milano-Lecco-Bergamo, a sud-Ovest dalla Via Cesare Battisti, strada provinciale, e a Nord-Est dall’insediamento industriale Dalmine. Il settore urbano si colloca al centro di un sistema di importanti parchi e sistemi ambientali a livello sovracomunale quali il Parco della valle del Lambro, di cui fa parte il Comune di Arcore, il Parco della Cavallera (PLIS in progetto) e il Parco dei Colli Briantei (PLIS in fase di riconoscimento).

IL SISTEMA PAESISTICO-AMBIENTALE

Il settore urbano oggetto di intervento si colloca a Nord-Est della cintura metropolitana di Milano, fortemente urbanizzata, e allo stesso tempo si trova al centro di un sistema di aree naturali di alto valore paesistico-ambientale.

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Tra queste, la più importante è costituita dal Parco della valle del Lambro, di cui fa parte il Comune di Arcore, che si estende ad Ovest lungo un tratto di 25 km del fiume Lambro e la cui attuale super-ficie è di 8.107 ettari, di cui 4.080 a parco naturale. Oltre alla presenza del Parco regionale, l’istituzione dei PLIS (Parchi locali di interesse sovracomu-nale) sul territorio Nord-Est della Provincia di Milano consente la creazione di una dorsale verde costituita da estesi ambiti a verde collegati tra loro per dare luogo a parchi locali che assumono così forte rilevanza anche a livello provinciale e regionale. Tra questi, il Parco della Cavallera, a Sud-Est dell’ambito di intervento , assume il ruolo di corri-doio ecologico di connessione delle diverse aree protette ad Ovest (Parco del Lambro) e ad Est (PLIS del Molgora). Esso occupa un’area di circa 650 ettari ed interessa un territorio pianeggiante a vocazione agricola costituito da campi coltivati e nuclei rurali uniti fra loro da strade poderali già u-tilizzate come percorsi ciclopedonali. Il Parco dei Colli Briantei, a Nord del Comune di Arcore, si estende per 550 ettari ed è caratterizza-to da rilievi collinari e fasce boscate alternate a zone agricole. La sua posizione strategica all’interno del reticolo delle aree protette garantisce la connessione Est-Ovest tra il Parco della valle del Lam-bro e il PLIS del Molgora (e, ancora più ad Est, al PLIS del Rio Vallone) e il collegamento a Nord ai Parchi Regionali della Provincia di Lecco, dando luogo a un’area protetta di diverse migliaia di ettari. Infine, ad Est, oltre al Parco della Cavallera e al confine con il Comune di Vimercate, il Parco del Molgora si sviluppa lungo il torrente Molgora su una superficie di 993 ettari caratterizzata da emer-genze di interesse storico-architettonico, paesaggistico e naturale. Il Comune di Arcore è dunque immerso in un territorio di alto valore paesaggistico-ambientale ricco di testimonianze storiche e culturali vive ed in continua evoluzione. Una grande importanza e attenzione è rivolta quindi, oltre alla tutela del paesaggio, allo sviluppo e alla valorizzazione dei percorsi ciclo-pedonali, strade poderali e sentieri più frammentati, che con-sentono, attraverso la connessione dei diversi ambiti naturalistici, il potenziamento delle attrattive storico-ambientali e la loro corretta fruizione. A tale scopo si determina la necessità di integrare e di creare nuovi corridoi verdi attrezzati per favorire la comunicazione delle aree ambientali diffuse sul territorio, in linea con le recenti elaborazioni di proposte e di progetti per lo sviluppo della ciclabili-tà, tra cui si evidenzia la proposta di una “Rete Ciclabile Regionale” lombarda. Il progetto, che pone la Lombardia allo stesso livello di altre regioni europee all’avanguardia nella diversificazione dei sistemi di mobilità, ha come assunto fondamentale quello di considerare l’intera regione come potenziale bacino turistico-escursionistico favorendo le aree più marginali del territo-rio, i cui itinerari possono costituire, insieme a quelli prioritari paralleli ai grandi fiumi, la maglia fondamentale di connessione della rete regionale.

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I principali sistemi eco-ambientali: Parchi di interesse sovra comunale

CONSISTENZA DELLO STATO DI FATTO

Nei primi anni del ‘900 l’area era parte della più famosa industria aeronautica Bestetti a cui era an-nesso un “aeroscalo” inaugurato nel 1921. Nel secondo dopoguerra l’industria Falck estese i suoi stabilimenti fino ad inglobare l’area per la produzione di tubi in acciaio mediante l’utilizzo di tecniche avanzate. La proprietà è costituita da un’area pianeggiante di 89.025 mq all’interno dalla quale si trovano edi-fici industriali dimessi, aree scoperte destinate principalmente a viabilità interna e piazzali, vaste a-ree a verde. I corpi di fabbrica presenti sull’area hanno caratteristiche costruttive eterogenee: gli edifici indu-striali sono realizzati in parte con strutture in cemento armato e in parte con strutture in acciaio. Verso la via Cesare Battisti i corpi di fabbrica si sviluppano su più livelli. In posizione quasi baricentrica e tangente il confine con la ferrovia sull’area si trova l’Hangar dell’areoscalo preesistente, edificio a doppia volta a botte, considerato elemento di interesse storico paesaggistico riferito all’archeologia industriale. L’edificio occupa una superficie di circa 1.700 mq di S.l.p. e riveste il ruolo di memoria storica dell’area, a testimonianza delle attività che hanno inci-so così profondamente sul tessuto storico e sociale della città. Sull’area insiste complessivamente una volumetria di circa 173.000 mc, per una superficie coperta di circa 21.000 mq e una superficie di 22.700 mq di S.l.p. Estendendosi su quasi 90.000 metri quadrati, l’area rappresenta il più rilevante complesso industria-le dismesso presente sul territorio comunale, per il quale le direttive contenute nei documenti di piano hanno riservato un ruolo strategico nella strutturazione di una nuova centralità.

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L’area -

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L’Hangar dell’areoscalo Bestetti

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PREVISIONI DELLA VARIANTE DI PRG VIGENTE PER L’AREA DI INTERVENTO

L’ambito oggetto della Proposta di Programma rientra fra quelli individuati dalle Norme Tecniche di attuazione della Variante Generale al P.R.G. del Comune di Arcore quali “Zone di ridefinizione urbanistica RU” (art. 30) ed è inserita nella Zona RU1 , Comparto RU1/A a destinazione prevalen-temente residenziale con una quota di volumetria destinata al terziario direzionale, al commercio o ad attività produttive. Lo standard sviluppato dalle funzioni insediate è stabilito dalle N.T.A. della variante in misura non inferiore 18.000 mq, oltre allo standard sviluppato dalle attività produttive. Non possono essere computate a Standard le aree comprese in fascia di rispetto ferroviario, tranne i parcheggi pubblici, e le fasce alberate (circa 6 mt per lato) laterali al viale esistente, definito dalle tavole di Piano come percorso alberato da tutelare. Inoltre, le trasformazioni inerenti tale comparto dovranno assumere le seguenti problematiche: - Mantenimento e valorizzazione del viale alberato esistente, individuato sulle tavole del P.R.G., quale spazio destinato alla viabilità pubblica di elavato valore estetico-ambientale; - Massima possibile salvaguardia del sistema di alberature di alto fusto esistenti sull’area, svilup-pando un progetto specifico del verde che ne preveda la ridefinizione attraverso interventi di com-pensazione dell’assetto esistente; - Recupero dell’edificio contrassegnato come “edificio da conservare” (Hangar esistente); - Organizzazione delle funzioni commerciali e terziarie attorno ad uno spazio di uso pubblico facil-mente accessibile anche dagli abitanti di zone esterne al nuovo insediamento; - Realizzazione in sottosuolo delle autorimesse private al servizio della residenza . Gli obiettivi di sviluppo fissati dalla Variante di Piano si fondano dunque su due componenti prin-cipali: - la creazione di una nuova centralità, con particolare attenzione al tema della mobilità, della fruibi-lità, dell’integrazione e dei collegamenti con il tessuto urbano esistente; - la tutela del patrimonio esistente costituito dal sistema del verde e dall’archeologia industriale. La volumetria insediabile prevista è di 67.400 mc articolati in 38.000 mc di residenza (di cui alme-no 8.000 mc di edilizia convenzionata), 5.400 mc a destinazione terziario o commercio e 24.000 mc per attività produttive.

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Estratto dalla Variante generale di P.R.G.: Zona di ridefinizione urbanistica RU 1, Comparto RU 1/A

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SISTEMA DEI VINCOLI

Uno dei principali vincoli che gravano sulla porzione di territorio compresa nel perimetro della Pro-posta di P.I.I. riguarda la presenza della Ferrovia Milano-Lecco-Bergamo, tangente l’ambito a Nord-Ovest. Essa determina la delimitazione di una fascia di rispetto non edificabile larga 30 mt a partire dal primo binario: le aree comprese in fascia di rispetto dovranno essere destinate, secondo la normativa vigente, a verde pubblico non computato come Standard urbanistico e vi potranno tro-vare sede anche parcheggi pubblici. Un ulteriore vincolo è rappresentato dal percorso alberato parallelo al confine Sud-Ovest del peri-metro di intervento: il viale, come individuato con apposito simbolo grafico sulle tavole di Piano, con le relative alberature, è considerato spazio da tutelare di rilevante valore estetico e ambientale e destinato alla viabilità pubblica. Anche tale problematica è stata recepita dalla Proposta di Programma, che prevede il mantenimento del viale alberato e l’integrazione delle alberature nel più vasto sistema del verde e degli spazi pub-blici che caratterizza il progetto urbano. Altro aspetto vincolante riguarda l’edificio di archeologia industriale presente sull’area e soggetto alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Pro-vincia di Milano (ex art. 39) quale elemento di interesse storico-paesaggistico. La Proposta di P.I.I. recepisce questa indicazione riqualificando la struttura esistente, valorizzando l’impianto tipologico/strutturale e integrandola funzionalmente con il tessuto urbano circostante come memoria storica dell’area.

Il viale alberato

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IL PROGETTO

IL RUOLO URBANO

L’occasione di “ristrutturare” un così esteso settore urbano rende possibile attuare la definizione di una modalità insediativa che globalmente affronti tematiche nevralgiche per l’abitare, in nome di una nuova qualità: ecco che allora i servizi, il verde, gli spazi aperti, le infrastrutture, più in generale l’insieme dell’articolazione funzionale introdotti dal progetto sono gli elementi base su cui costruire un programma realizzativo concreto, esteso nelle interazioni e fondativo di nuove sinergie tra parti di città individualmente consolidate. Al progetto spetta allora il compito non solo di “costruire un brano di città”, ma anche quello di “ri-cucire il contesto”, colmando la frattura con la realtà urbana circostante e costituendo un nuovo punto di contatto con la città.

L’ASSETTO MORFOLOGICO E TIPOLOGICO

Il Progetto di recupero dell’ambito “Area ex-Falck - Via Bestetti” si propone come intervento di completamento e rafforzamento urbano, in grado di dare individualità ed identità alla parte di città posta a Sud-Est della Ferrovia. Coerentemente con il ruolo urbano che l’area trasformata sarà chiamata a svolgere, il progetto pro-pone un assetto spaziale ed ambientale volto a configurare una nuova centralità per la città di Arco-re. L’impianto di progetto dell’area ex-industriale si fonda sulla realizzazione di un sistema di piazze e spazi verdi pubblici e di uso pubblico dove il verde funge non solo da elemento qualificante lo spa-zio urbano circostante ma anche a livello più generale veicolando il collegamento con i più vasti corridoi ecologici caratterizzanti il territorio, costituendo anche elemento di mitigazione degli im-patti ambientali causati dalla presenza della ferrovia e degli stabilimenti industriali presenti ai con-fini del comparto. Il disegno urbano è caratterizzato e tematizzato dalla presenza degli edifici di nuova costruzione e dalla presenza sull’area della edificio storico esistente che verrà recuperato come spazio eventi, quale memoria delle attività che hanno inciso profondamente sul tessuto storico e sociale della città. Le architetture determinano un sistema spaziale e funzionale volto da un lato a dialogare con gli af-facci della città consolidata, dall’altro a formare l’ambito rappresentato dallo spazio pubblico del verde e delle piazze, compreso all’interno dell’impianto ma fortemente correlato con il contesto. L’articolazione del tessuto residenziale è fondata sul tipo in linea e attraverso diversificate configu-razioni determina il disegno degli spazi aperti dando luogo a corti, piazze, giardini a sviluppo longi-tudinale. La tipologia costruttiva delle residenze è impostata su corpi in linea prevalentemente su pilotis, provvisti di un basamento continuo ai piani bassi. Gli edifici, a tipologia multipiano, mantengono il piano terreno prevalentemente libero per garantire la percezione e la continuità degli spazi aperti, ad eccezione degli edifici che prevedono al piano terreno funzioni commerciali di dettaglio e un picco-lo supermercato di circa 1.000 mq di slp (media superficie di vendita), funzionale ai bisogni pre-gressi degli attuali abitanti del quartiere e ai futuri che si insedieranno. Per quanto concerne le “misure” e gli “allineamenti” che scandiscono l’impianto, questi si sono de-finiti a partire dalla valutazione complessiva dell’ambito di intervento. Gli edifici si sviluppano ai lati di un asse rettore centrale, longitudinale e parallelo alla ferrovia su cui si articola il sistema degli spazi pubblici; tale asse, tangente l’edificio industriale, penetra ad Ovest in un sistema di spazi di uso pubblico caratterizzati dalla presenza delle unità commerciali al piede degli edifici. La forma urbana risultante è scandita dalle strade di arroccamento agli ambiti di pertinenza delle funzioni in-sediate che delimitano trasversalmente gli isolati. Il Piano recepisce inoltre i temi del risparmio energetico e della salvaguardia ambientale.

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L’ARTICOLAZIONE FUNZIONALE E I SERVIZI PREVISTI.

In rapporto al nuovo ruolo che l’area sarà chiamata a svolgere, il progetto propone un assetto spa-ziale, ambientale e funzionale articolato e calibrato. La tematica dell’insieme funzionale introdotto sul territorio riveste nel progetto un ruolo di assoluta preminenza. Il mix funzionale previsto dal Programma Integrato di intervento è volto a garantire un alto tasso di intensità d’uso sociale nel più ampio intervallo temporale (ore del giorno e della sera). Le funzioni private previste consentiranno in questo modo di garantire, per questa area di espansione, un uso “urbano” del luogo, evitandone la monofunzionalità e la relativa esclusione dalle dinamiche cittadi-ne. Nell’area di intervento si intrecciano, interagendo, attività rivolte al consumo del tempo libero lega-te al sistema del verde a cui si integra in stretta correlazione la grande articolazione tipologica della residenza, da quella privata (variamente differenziata per tipologia, target e dimensione), a quella convenzionata (alla quale si riservano spazi e servizi al pari di quella privata). La residenza prevista ammonta complessivamente a 32.000 mq di S.l.p. (96.000 mc) di cui una quo-ta parte (circa il 30%) sarà di tipo convenzionato. L’ambito planimetrico destinato alla residenza è caratterizzato dall’essere riservato e protetto da co-spicue fasce a verde dalla Ferrovia e dagli stabilimenti industriali in funzione adiacenti, e la trama relazionale introdotta garantisce la perfetta accessibilità a tutte le unità abitative. Le tipologie proposte instaurano uno stretto rapporto con le aree verdi di pertinenza, oltre che con il parco ed i giardini pubblici antistanti e sono disposte planimetricamente in modo da favorire il so-leggiamento della restante residenza. Le attività commerciali si articolano in piccole unità di vendita e in una media struttura di vendita. Le piccole unità di vendita, localizzate al piano terra degli edifici residenziali, si specificano in strutture destinate al commercio al dettaglio, ad attività di servizio, di ristoro, bar, ecc.. al fine di co-stituire un ambiente confortevole e socialmente presidiato nell’intero arco della giornata; quale ulte-riore elemento di connessione e di servizio con i quartieri esistenti, è prevista la realizzazione di su-permercato di circa 1.000 mq di slp, che determina con le altre unità commerciali in progetto un ric-co sistema di funzioni compatibili, utili alla valorizzazione dell’intero comparto urbano interessato. Nell’organizzazione spaziale e funzionale dell’impianto un ruolo rilevante è svolto dalle attività ri-cettive. L’introduzione, nell’ambito dell’area urbana recuperata, di una struttura ricettiva di 7.000 mq di S.l.p., con circa 150 camere, aree e attrezzature comuni, consente di offrire un servizio ulteriore alla città ampliandone le capacità ricettive, in una posizione strategica in quanto perfettamente collegata alla vicina stazione ferroviaria e quindi in diretta connessione con Milano (20 minuti per percorrere la tratta Arcore - Stazione Milano Porta Garibaldi), e anche rispetto alla fruibilità dell’area, prossi-ma al centro storico e ai principali sistemi di connessione viabilistici e urbani. L’hangar esistente sarà recuperato quale attrezzatura di interesse generale, per eventi artistici, so-cio–culturali e di intrattenimento e per congressi, definendo uno spazio di ampio respiro funzional-mente destinato a manifestazioni pubbliche. La Proposta di PII prevede inoltre la realizzazione di un asilo nido, localizzato in fregio a via Cesare Battisti, facilmente accessibile anche dai residenti esterni all’ambito di intervento, dotato di uno spazio verde pertinenziale, piantumato e attrezzato; l’asilo è dimensionato per ospitare tre aule di 15 bambini l’una.

IL SISTEMA DEL VERDE E DEGLI SPAZI PUBBLICI

Il sistema del verde contribuisce ad attivare o rimarcare i rapporti morfologici con il contesto ed a segnalare la qualità ambientale introdotta realizzando una nuova immagine, alla cui formazione so-no chiamati a contribuire simultaneamente elementi di progetto e strutture consolidate.

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L’articolazione degli spazi pubblici si traduce in un ricco sistema funzionale-rappresentativo costi-tuito da piazze, percorsi, giardini, parterre, che svolge il ruolo di connettivo per le diverse funzioni che si articolano, integrano o si autonomizzano nel nuovo disegno. Lungo il perimetro adiacente alla ferrovia – a nord - si sviluppa il sistema dei parcheggi pubblici, riccamente piantumati, di rilevanza strategica nell’ambito dell’intervento; infatti sarà direttamente e funzionalmente collegato alla stazione - quale parcheggio di interscambio - e all’edificio Hangar destinato ad eventi e manifestazioni pubbliche. È prevista la realizzazione di un nuovo percorso ci-clabile che consentirà il collegamento tra la stazione ferroviaria, il centro storico e il Parco di Oreno in connessione col sistema ciclopedonale esistente. Sarà inoltre realizzato un rilevato artificiale verde piantumato, che si sviluppa lungo il lato orientale dell’area di intervento a confine con l’area Dalmine, con funzione di barriera acustica, rispondendo all’esigenza di abbattere le emissioni sonore prodotte dall’adiacente stabilimento. Il progetto, in accordo con le richieste espresse dai documenti di Piano, presta particolare attenzione al mantenimento del viale alberato, quasi parallelo al confine Sud-Ovest dell’area e definito come percorso da tutelare di elevato valore estetico-ambientale. La conservazione del tracciato e delle re-lative alberature, ma anche delle principali essenze ad alto fusto presenti in tutta l’area di intervento, è parte integrante del progetto di riqualificazione urbana ed ambientale che ne prevede non solo la salvaguardia e la valorizzazione, ma anche una ulteriore compensazione volta a ridefinire l’assetto esistente in un progetto specifico del verde. Il viale si snoda come proseguimento della Via Bestetti fino ad attestarsi come ingresso alberato al parterre verde della struttura ricettiva. Il sistema del verde e degli spazi pubblici interessa complessivamente una superficie di circa 45.000 mq (includendo i parcheggi di superficie alberati, piantumati e realizzati con prato armato), pari a più della metà della superficie totale di intervento.

IL SISTEMA INFRASTRUTTURALE

L’impianto è fondato su di un cospicuo sistema infrastrutturale che ne governa la qualità e la fruibi-lità globale e ne garantisce il collegamento con la città consolidata e il suo territorio. L’intervento, infatti, si propone come obiettivo principale di costituire un nuovo punto di contatto con la città a Nord della Ferrovia attraverso la razionalizzazione e il potenziamento del sistema re-lazionare tra Arcore ed il suo territorio. La viabilità prevista per il nuovo comparto struttura l’impianto urbano mediante la creazione di una viabilità principale, sul confine meridionale dell’area, che collegherà via C. Battisti – strada provin-ciale - a quella in previsione a sud dell’area Dalmine, e a una viabilità locale di arroccamento ai fondiari che si attesta sul sistema del parco lineare. Il percorso ciclo pedonale previsto sarà ulteriore elemento di connessione con il centro di Arcore ed elemento di continuità con quello di Oreno.

IL SISTEMA DELLA SOSTA

L’articolazione funzionale e spaziale prevista dal progetto trova supporto in un cospicuo sistema di parcheggi pubblici che si dispone coerentemente rispetto alle funzioni insediate e a servizio delle zone esterne al nuovo insediamento, al fine di dotare le attrezzature pubbliche e private degli ade-guati standard a parcheggio in linea con le vigenti normative. Il sistema della sosta di tipo privato è risolto prevalentemente attraverso la realizzazione di par-cheggi interrati pluripiano, volti a garantire la massima fruizione degli spazi pubblici a verde attrez-zato. I parcheggi pubblici sono previsti in superficie – anche per esigenze di sicurezza e controllo – diret-tamente e funzionalmente legate alla stazione ferroviaria a ovest e adiacenti all’edificio storico, fun-zionali alle manifestazioni pubbliche che qui si svolgeranno; i parcheggi pubblici in superficie sa-ranno protetti da una alberatura che non solo ne consenta l’ombreggiatura ma anche sfrutti

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l’occasione di incrementare il complessivo effetto benefico del volume di vegetazione sul comparto insediativo, sia in termini percettivi che ambientali.

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III. DATI URBANISTICI

La superficie territoriale dell’area di intervento è di circa 89.025 mq, comprensiva della fascia di ri-spetto ferroviario. La Proposta Preliminare prevede la realizzazione sull’area di un mix funzionale così articolato:

DATI QUANTITATIVI DI PROGETTO

Superficie territoriale d'intervento (S t) 89.025 mq Superficie lorda di pavimento edificabile Slp 40.333 mq Volume 121.000 mc così suddivisa : Residenza 32.000 mq 96.000 mc di cui : Residenza libera 23.000 mq 69.000 mc 72% della Residenza totale Residenza convenzionata 9.000 mq 27.000 mc 28% della Residenza totale Commercio 1.333 mq 4.000 mc Ricettivo 7.000 mq 21.000 mc Totale Slp . 40.333 mq 121.000 mc Quantificazione peso insediativo (100 mc per abitante) al fine del calcolo dello standard (ex art.3 NTA) 32.000 x 3 / 100 960 ab. A fronte dello standard complessivo richiesto, prodotto dalle funzioni sopra descritte - quantificabi-le in 33.773 mq per aree a verde e a servizi e in 7.047 mq per parcheggi pubblici - il progetto preve-de la dotazione di standard (aree per spazi pubblici e servizi, asilo nido, standard aggiuntivo) per 33.080 mq e di parcheggi pubblici per un totale di 8.040 mq, che soddisfano la richiesta di standard dovuto.

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AREE A STANDARD RICHIESTE

Residenza 25.440 mq 960 abitanti x 26,5 mq Commercio 1.333 mq 100% della Slp Ricettivo 7.000 mq 100% della Slp Totale 33.773 mq Di cui per parcheggi: Residenza 2.880 mq 960 abitanti x 3 mq Commercio 666 mq 50% dello standard Ricettivo 3.500 mq 50% dello standard Totale parcheggi: 7.046 mq Totale aree a standard richieste 33.773 mq Così articolate: Verde e servizi 25.727 mq Parcheggi 7.047 mq

AREE ASTANDARD DI PROGETTO

P1. Parcheggi pubblici in superficie 4.260 mq P2. Parcheggi pubblici in superficie 3.780 mq totale 1 8.040 mq > 7.047 mq di mq 983 A. Aree in cessione - Asilo nido 4.433 mq B. Aree in asservimento – piazze e giardini 14.293 mq totale 2 18.726 mq C. Standard qualitativi Asilo Nido: slp mq 650 x €/mq 1.020 = € 663.000 / €/mq 105 = 6.314 mq eq totale 3 6.314 mq eq Aree a standard reperite A+B+C+P1+P2 33.080 mq > 33.773 mq di mq -693 Attrezzature di interesse generale Spazio Eventi (recupero Hangar esi-stente) 1.700 mq di slp Viabilità e nodi stradali 16.526 mq

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PARCHEGGI PRIVATI RICHIESTI (EX ART. 9 DELLE NTA)

Residenza 12.800 mq 1/2,5 della Slp Commercio 667 mq 1/2 della Slp Ricettivo 2.800 mq 1/2,5 della Slp TOTALE 16.267 mq

PARCHEGGI PRIVATI DI PROGETTO

Residenza 17.000 mq Commercio 800 mq Ricettivo 3.000 mq TOTALE 20.800 mq

IV. LA STRATEGIA ENERGETICA E LE RISORSE NATURALI

Nella fase preliminare del PII, è stata delineata una strategia energetica per lo sviluppo urbano delle aree ex-Falck. La strategia energetica, di cui nello sviluppo del progetto dovrà essere verificata la fattibilità tecnico-economica, è fondata sulla realizzazione di una centrale di cogenerazione, sul possibile utilizzo dell’acqua di falda e sulle energie rinnovabili, aumentando l’efficienza della pro-duzione di energia rispetto ad una generazione convenzionale. Il rispetto dei concetti e delle caratteristiche del progetto, la minimizzazione dell’impatto degli im-pianti, l’indipendenza energetica del sito rispetto alle esistenti aree urbane limitrofe, l’utilizzo delle risorse esistenti in loco, l’efficienza dei sistemi energetici, la riduzione dei consumi e delle emissio-ni inquinanti, la flessibilità e quindi l’adattabilità ai veloci cambiamenti delle tecnologie energetiche sono i principali input nella delineazione della strategia energetica. L’acqua di falda si trova ad una temperatura approssimativamente constante di circa 15°C. L’acqua di falda rappresenta una risorsa energetica geotermica, quindi di per se alternativa, e potrà essere u-tilizzata dalle pompe calore per la produzione simultanea del caldo e del freddo, con rendimenti maggiori rispetto alle pompe di calore ad aria. L’uso delle energie rinnovabili sarà tarato ad una percentuale da valutare del fabbisogno energetico. La strategia energetica prevede comunque una flessibilità ad una maggiore implementazione e lega-ta ad uno sviluppo delle tecnologie. L’energia rinnovabile (sistemi fotovoltaici,etc.) verrà utilizzata per sistemi comuni come l’illuminazione delle strade, …. etc. Oltre al fabbisogno energetico più in generale anche altri aspetti della strategia ambientale sono stati individuati e saranno più approfonditamente analizzati nelle successive fasi di progettazione come il risparmio di acqua potabile per usi non potabili, il beneficio del verde, la scelta di materiali ricicla-bili e riciclati….. La progettazione del tessuto urbano del futuro insediamento è stata affrontata anche in relazione ai dati geo climatici del luogo (soleggiamento, venti dominanti,…) e in ogni caso la progettazione ar-chitettonica troverà sviluppo anche attraverso una verifica del bilancio energetico dei consumi in funzione della riduzione degli stessi.

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La progettazione architettonica terrà conto dei temi della sostenibilità attraverso una corretta distri-buzione degli spazi interni, la riduzione della dispersione di calore e l’ottimizzazione del rendimen-to dell’impianto di riscaldamento e/o raffrescamento. Il progetto terrà conto anche di un uso corretto dell’acqua al fine di contenerne i consumi, sia per ciò che concerne la gestione degli spazi aperti sia per la gestione degli alloggi. Particolare attenzione sarà posta agli aspetti di tipo biologico, mirando ad una riduzione di qualsi-voglia forma di inquinamento (campi elettromagnetici, rumore, distorsioni nell’utilizzo di luce arti-ficiale,…)

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planivolumetrico

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sostenibilità ambientale

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V. GESTIONE DELL’INTERVENTO

Considerata l’ubicazione dell’area di intervento a sud est del territorio comunale, perimetrata a nord ovest dalla ferrovia e ad est dall’insediamento industriale della Tenaris, individuabili come vincoli alla programmazione degli interventi in merito alla loro acclarata inaccessibilità, l’accesso operativo alle aree in fase di cantiere potrà avvenire esclusivamente da lato sud ovest attraverso la via Cesare Battisti. Tale condizione di accessibilità esclude qualsiasi interferenza con la viabilità urbana del centro abi-tato consentendo un basso impatto con la vita cittadina degli abitanti. Di fatto la accessibilità in entrata e in uscita dall’area di intervento indirizza ogni veicolo operativo verso la viabilità periferiche che si connette direttamente alle infrastrutture viabilistiche sovracco-munali che collegano alle strutture di approvvigionamento dei materiali e ai luoghi di discarica. Un particolare accorgimento dovrà essere attuato nella definizione programmatica degli orari di percorrenza dei mezzi di trasporto dei materiali. Onde evitare sovrapposizioni di traffico, si dovranno escludere accuratamente, in modo particolare, gli orari di entrata e di uscita degli scolari al fine di non congestionare la rete viabilistica. I trasporti delle macerie e dei materiali di scavo in uscita dai cantieri e il conferimento dei materiali di costruzione e degli inerti in entrata ai luoghi di lavoro verranno inoltre effettuati con l’utilizzo di adeguati mezzi di trasporto che garantiranno il minor impatto ambientale in termini di rumore e di emissione di polveri e gas. Ai fini di una riduzione dell’utilizzo di risorse ambientali non rinnovabili, oltre alle attenzioni rela-tive ai consumi energetici a cui si farà fronte attraverso le moderne tecnologie, si procederà alla se-lezione e al riutilizzo dei materiali di scavo nell’ambito del cantiere, riducendo sia il trasporto alle discariche che l’acquisto da cave per inerti. Ciò favorito anche dalla circostanza che le aree risultano bonificate con intervento preventivo ese-guito dalla precedente proprietà dell’area.

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4. SUOLO E SOTTOSUOLO Le considerazioni qui riportate sono basate sulle informazioni acquisite o disponibili al momento dell’indagine e sono condizionate dai limiti imposti dalla tipologia e dalla consistenza dei dati uti-lizzabili, dalle risorse fruibili per il caso in questione, nonché dal programma di lavoro concordato con il Cliente. Le leggi italiane e altre normative menzionate in questa relazione sono fornite a solo scopo informa-tivo e le valutazioni contenute in questo rapporto sono state elaborate da tecnici e pertanto rivestono un carattere esclusivamente tecnico, non costituendo in alcun modo parere o raccomandazione lega-le. Gli Autori rispondono unicamente al Cliente circa la rispondenza del rapporto emesso agli obiettivi delle ricerche definite nell’ambito dell’incarico. Qualsiasi parte terza può avere interessi, scopi e motivi diversi da quelli della Committente relati-vamente alle valutazioni riportate nello studio. L’utilizzo dello studio in questione da parte di qualunque parte terza, o qualunque affidamento o decisione intrapresa sulla base di esso, sono responsabilità di tale parte terza. Et@ s.r.l. non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni sofferti da una parte terza risul-tanti da decisioni intraprese o azioni eseguite sulla base di questo studio.

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I. UBICAZIONE DELL’AREA

1.1 – INQUADRAMENTO GEOGRAFICO L’area ex Falck – Lotto B è un’area industriale di-smessa della superficie di 87.000 mq situata nel territorio del Comune di Arcore (MI), a nord-est della città di Monza, ad una quota di circa 196 m s.l.m.

Figura 1 – Ubicazione dell’area occupata dall’ex stabilimento Falck di Arcore (C.T.R. Scala 1:10.000 – Regione Lombardia - Fornitura: Lombardia Informatica S.p.A. – Edizione: Marzo 1998)

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1.2 – VISTA DA SATELLITE

Figura 2 – Vista da satellite, estratto da mappe Google Earth

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II. GEOLOGIA

2.1 – GEOLOGIA REGIONALE Il territorio del Comune di Arcore (MI) è caratterizzato a grande scala dall’affioramento di depositi fluvioglaciali e fluviali di età quaternaria risalenti alla glaciazione Wurm, costituiti prevalentemente da GHIAIE E SABBIE (fig. 3, retino verde tenue con sigla 5b). A Nord-Ovest di Arcore si rinvengono depositi fluvioglaciali, fluviali e lacustri Mindel, costituiti da GHIAIE, LIMI E ARGILLE FORTEMENTE FERRETTIZZATE del Pleistocene inferiore (fig.3, retino giallo con sigla 7b) mentre ad Est affiorano depositi fluvioglaciali, fluviali e lacustri Riss co-stituiti da GHIAIE, SABBIE E ARGILLE FERRETTIZZATE del Pleistocene medio (fig. 3, retino marrone con sigla 6b).

Fig. 3: Inquadramento geologico (tratto da “Carta Geologica della Lombardia” Scala 1:250.000 – Servizio Geologico Nazionale – 1990)

La geologia dell’area in oggetto può essere descritta utilizzando il concetto di Unità Allostratigrafi-che, definite e distinte in funzione dei litotipi, delle caratteristiche sedimentologiche e dell’ambiente di deposizione, senza considerare la classica correlazione temporale dei sedimenti (le Unità Allo-stratigrafiche risultano quindi tempo-trasgressive e non direttamente collocabili all’interno di una scala cronostratigrafica). L’Unità Fluvioglaciale Wurm costituisce il cosiddetto livello fondamentale della Pianura Padana e si rinviene fino ad una profondità massima di circa 13 m. Da un punto di vista litologico si tratta di

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sedimenti costituiti da ghiaie e sabbie; i clasti, di dimensione variabile da pochi centimetri fino a ciottoli decimetrici, ben arrotondati, sono di natura prevalentemente sedimentaria ed intrusiva. L’Unità Alluvionale antica affiora ad ovest di Arcore, in corrispondenza del Fiume Lambro ad una quota più bassa rispetto al livello fondamentale della pianura. Si tratta di depositi di alveo fluviale costituiti da alternanze di ghiaia e sabbia, privi di alterazione superficiale. Le alluvioni risultano particolarmente importanti da un punto di vista idrogeologico poiché presentano una discreta per-meabilità che favorisce l’infiltrazione e l’alimentazione della falda. Alla base del Fluvioglaciale Wurmiano si hanno l’Unità Fluvioglaciale Riss e l’Unità Fluvioglaciale Mindel Auct. che, nell’area in oggetto, presentano uno spessore ridotto a causa di processi erosivi post-deposizionali. L’Unità Fluvioglaciale Riss affiora ad est di Arcore, dove costituisce un terrazzo allungato in dire-zione nord-sud da Velasca a Concorezzo, posto a quota più elevata rispetto al Fuvioglaciale Wur-miano. Da un punto di vista morfologico costituisce delle piane che si raccordano al livello princi-pale della pianura attraverso un piano inclinato appena percettibile, soprattutto in corrispondenza dei lembi meridionali. La superficie è piatta e uniforme, in contrasto con quella dei depositi appar-tenenti all’Unità Fluvioglaciale Mindel, sempre leggermente ondulata: Rispetto a quelli, inoltre, si immerge a meridione con una inclinazione leggermente inferiore, superiore in ogni caso a quella del livello principale della pianura. Dal punto di vista litologico l’Unità Fluvioglaciale Riss è costituita da ghiaie con matrice sabbiosa di colore giallastro; i ciottoli, ben arrotondati, hanno composizione granitica, dioritica, porfiroide e, più raramente, calcarea. Il processo di alterazione superficiale che interessa questi depositi conduce alla formazione di depositi argillosi di colore variabile dal rossa-stro al giallo chiaro, con caratteristiche analoghe al Ferretto. Tali orizzonti riducono l’infiltrazione verticale delle acque favorendone il ruscellamento superficiale. L’Unità Morenica del Mindel affiora a nord-ovest di Arcore, dove costituisce un ampio cordone di colline disposte ad arco da Triuggio fino a Lesmo e Camparada. Tali depositi presentano caratteri-stiche morfologiche nettamente distinte da quelle delle aree circostanti: da un paesaggio tipico di bassa collina si passa, infatti, ad un esteso altopiano ferrettizzato degradante verso sud fino ad Arco-re. Da un punto di vista litologico si tratta di sedimenti costituiti da clasti inglobati caoticamente in una matrice argillosa; i clasti, poligenici, eterometrici (da 1 a 60 cm di diametro), ben arrotondati, risultano fortemente alterati da fenomeni di ossidazione, decalcificazione ed argillificazione; la ma-trice argillosa è di colore rosso mattone o giallastra, a causa del contenuto di Fe2O3 (circa il 10%). In perforazione lo spessore accertato per tali litologie varia da 45 m nei dintorni di Correzzana a 40 m nei pressi di Lesmo. Il deposito è ricoperto da uno strato di alterazione estremamente compatto e poco permeabile all’infiltrazione noto in letteratura con il nome di Ferretto, costituito da argilla di tipo caolinica, plastica, di colore variabile dal rossastro al giallo chiaro. L’Unità Fluvioglaciale Mindel affiora a sud di Lesmo e Camparada, formando un triangolo il cui vertice, rivolto verso sud, si estende fino ad Arcore. Tale area è separata dal Torrente Molgora dai lembi diluviali presenti nei pressi di Ronco Briantino e Carnate, a nordovest di Arcore. Tali depositi costituiscono i ripiani altimetricamente più elevati rispetto all’Unità Fluvioglaciale Wurm. Il pas-saggio è contrassegnato da scarpate morfologiche che si fanno sempre meno ripide ed elevate spo-standosi da nord a sud. L’Unità, attribuita al Pleistocene medio, è costituita da orizzonti di ciottoli arrotondati e ben selezionati, immersi in una matrice sabbioso-argillosa color ocra rossiccia. Essi sono interessati dalla tipica alterazione denominata Ferretto che ne ricopre la superficie con oriz-zonti più uniformi rispetto a quelli osservati al di sopra delle morene mindeliane. Tali depositi di al-terazione affiorano ai bordi della strada Arcore-Camparada, immediatamente a monte del cavalca-via ferroviario di Cascina Misurato, con spessori di circa 2 metri, ma, in profondità, tendono a ri-dursi e talora anche a scomparire. Alla sommità, può essere talvolta presente un deposito limoso (loess) di probabile origine eolica che limita, insieme al Ferretto, l’alimentazione della falda e favo-risce il deflusso superficiale delle acque.

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Tale Unità si appoggia in continuità stratigrafica sull’Unità Conglomeratica. Non si hanno affiora-menti nel settore di interesse, ma, dall’osservazione delle stratigrafie dei pozzi pubblici, tale litotipo costituisce degli orizzonti lateralmente discontinui. In corrispondenza dell’area di interesse, si rin-viene, ove presente, a partire dalla profondità massima di circa 213 m con uno spessore massimo di circa 10 m. L’Unità Conglomeratica è costituita da lenti di conglomerato e arenaria passanti lateralmente a zone aventi minor grado di cementazione. Si tratta di un orto conglomerato con matrice interstiziale are-nacea a cemento calcareo; i clasti, di diametro inferiore a 10 cm, ben arrotondati, hanno composi-zione prevalentemente calcarea e talora cristallina. Dal punto di vista idrogeologico, tale Unità con-sente l’accumulo e il deflusso sotterraneo delle acque, grazie alla discreta permeabilità per fessura-zione e alla porosità primaria e secondaria. L’Unità Villafranchiana è costituita da depositi limoso-sabbiosi che si rinvengono al di sotto dell’Unità Conglomeratica. Poiché le stratigrafie dei pozzi pubblici ad uso potabile non risultano abbastanza profonde, nel settore di interesse non risulta possibile individuare il limite di base di tale Unità; il tetto si ritrova invece a partire da una profondità di circa 30 m da piano campagna. La por-zione sommitale di questa Unità è costituita da sedimenti argillosi e limosi di colore grigio-giallo contenenti lenti sabbiose mentre la porzione basale è formata prevalentemente da limi di colore gri-gio-azzurro. Questa transizione in sostanza segna il passaggio da un ambiente marino (la cosiddetta litozona argillosa basale, ricca di fossili marini, attribuita al Pleistocene inferiore), ad un ambiente transizionale e continentale (litozona sommitale sabbioso-argillosa). Al di sotto dell’Unità Villafranchiana è presente il substrato roccioso, costituito da diverse forma-zioni sedimentarie di età variabile che costituiscono il basamento (poco permeabile) su cui poggia-no i terreni quaternari. 2.2 – GEOMORFOLOGIA DI DETTAGLIO Il lotto B dell’area Ex Falck è situato a nord-est dell’abitato di Arcore, sui terrazzamenti fluvio-glaciali prospicienti alla serie di archi morenici della zona del lago di Como, ad una quota di circa 196 m slm. La morfologia, prevalentemente pianeggiante, all’interno della cinta industriale è caratterizzata da modesti dislivelli fra le diverse aree dello stabilimento conseguenti alle operazioni di regolarizza-zione delle superfici interne come adeguamento alle esigenze logistiche della produzione. Il lato po-sto a nord ovest confinante con la linea ferroviaria Milano-Lecco-Bergamo e ospitante la linea fer-roviaria interna allo stabilimento, risulta morfologicamente più rilevato rispetto alla superficie dello stabilimento.

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2.3 – LITOSTRATIGRAFIA DI DETTAGLIO I numerosi carotaggi effettuati da FINTECNA all’interno dell’area ex Falck entro i primi 30 m di profondità (vedi stratigrafia tipo in allegato), hanno consentito di individuare 4 principali litozone superficiali (fig. 4): ? ?Litozona 1: caratterizzata da prevalenti li-velli ghiaiososabbiosi talora debolmente li-mosi; si tratta di sedimenti alluvionali insaturi rinvenibili fino ad una profondità variabile tra 7,5 e 10,5 m da p.c. ? ?Litozona 2: caratterizzata prevalentemente da limi sabbiosi talora inglobanti ghiaia e ciottoli e lenti di limo e argilla di colore da marrone a rosso. Frequenti orizzonti costituiti da conglomerati poligenici e da ghiaie e sab-bie in abbondante matrice limosa. I depositi appartenenti a questa litozona risultano altera-ti da fenomeni pedogenetici e costituiscono verosimilmente la porzione più superficiale dell’unità del Ceppo. Il letto di tali depositi si rinviene a profondità variabile tra 8 e 20 m. ? ?Litozona 3: costituita prevalentemente da conglomerati poligenici alternati a ghiaie e sabbie da sciolte a debolmente cementate, spesso in abbondante matrice limosa. Local-mente all’interno di questa unità, stratigrafi-camente attribuibile all’unità conglomeratica del Ceppo Auct., si rinvengono livelli scarsa-mente permeabili costituiti da limi e limi sab-biosi con spessori variabili da pochi decimetri a qualche metro. ? ?Litozona 4: caratterizzata dagli orizzonti li-moso-argillosi che costituiscono la base del primo acquifero contenente la falda principa-le, si rinviene a partire dalla profondità di 27-28 m.

Fig. 4: Litozone e falde acquifere

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III. IDROGEOLOGIA

3.1 – IDROGEOLOGIA REGIONALE Da un punto di vista idrogeologico i depositi di natura fluvioglaciale riconducibili all’epoca glaciale Wurm costituiscono l’Unità Idrogeologica Ghiaioso-Sabbiosa. Tale Unità risulta essere un ottimo serbatoio per le acque sotterranee e costituisce la parte su-periore del cosiddetto Primo Acquifero (Francani e Pozzi, 1981), detto anche Acquifero superficiale (in fig. 5 la carta della soggiacenza relativa a settembre 2007, a cura della Provincia di Milano).

Fig.5: Inquadramento idrogeologico (tratto dalla Carta della Soggiacenza Settembre 2007 - Scala originale 1:80.000 - Provincia di Milano)

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La ricarica di tale acquifero, caratterizzato dalla presenza di sole falde libere, avviene direttamente dall’infiltrazione di acque meteoriche o dai corsi d’acqua naturali ed artifi-ciali. Le stratigrafie dei pozzi pubblici indicano che la base di tale acquifero è posto alla pro-fondità di circa 10 m da piano campagna, laddove, localmente, si evidenzia la comparsa di orizzonti di limo, caratterizzati da un valore più basso di permeabilità relativa. Al di sotto dell’Unità Idrogeologica Ghiaioso-Sabbiosa, fino ad una profondità di circa 30 metri da p.c., si rinviene l’Unità Idrogeologica Sabbioso-Ghiaiosa e Conglomeratica, che corrisponde alle Unità Allostratigrafiche Fluvioglaciali Riss, Mindel e Conglomera-tica. Questa Unità Idrogeologica può costituire, insieme all’Unità sovrastante, un unico corpo acquifero indistinto, caratterizzato dalla presenza di una falda libera, oppure, laddove invece l’Unità Sabbioso-Ghiaiosa e Conglomertaica risulta separata da quella sovrastan-te dagli orizzonti limosi, costituisce la porzione basale del Secondo Acquifero (Francani e Pozzi, 1981). In questo caso il Secondo Acquifero risulta caratterizzato dalla presenza di falde semiconfinate, collegate con la falda più superficiale ed aventi un valore del li-vello piezometrico inferiore di qualche metro rispetto a quello della falda freatica. Il deflusso regionale del sistema Falda freatica - Secondo Acquifero ha direzione Nord-Sud. Più in profondità si distingue l’Unità Idrogeologica Argilloso-Sabbiosa, corrispondente alla Unità Allostratigrafica Villafranchiana. Le lenti sabbiose presenti in tale unità for-mano acquiferi con falde confinate denominati globalmente Terzo Acquifero (Francani, 1980; Francani e Pozzi, 1981) o Acquiferi Profondi.

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3.2 – IDROGEOLOGIA DI DETTAGLIO Gli studi effettuati dalla società incaricata da Fintecna consentono di schematizzare la presenza di una falda principale e di una falda sospesa (vedi tavole in allegato) di esiguo spessore. L’orizzonte acquifero contenente la falda sospesa è stato rilevato a profondità variabili tra 10,5 e 15 m mentre la lente limoso-argillosa che ne costituisce la base si rinviene ad una profondità variabile tra 14 e 18,5 metri. Mediamente lo spessore della falda si atte-sta sui 2-3 m anche se in condizioni di scarsa piovosità tale spessore può ridursi a meno di 1 metro, fino al completo prosciugamento in alcuni settori. Le prove di emungimento effettuate nei piezometri posti nel settore sud dell’area ex-Falck hanno permesso di cal-colare per l’acquifero contenente la falda sospesa una conducibilità idraulica di 4,5x10-4 m/s. La falda acquifera principale si rinviene all’interno dei depositi costituiti da conglome-rati poligenici alternati a ghiaie e sabbie da sciolte a debolmente cementate, spesso in abbondante matrice limosa (litozona 3). Si tratta di una falda semi-confinata, limitata a tetto dai discontinui depositi limo-argillosi che, laddove esistenti, costituiscono la base della falda sospesa e inferiormente confinata dai livelli limoso-argillosi che si rinvengo-no alla profondità di 27-28 m. Le prove di emungimento effettuate nei piezometri posti nel settore sud dell’area hanno permesso di calcolare una conducibilità idraulica di 1,7*10-3 m/s. Entrambe le falde sono contraddistinte da una direzione NE-SW e NNE-SSW sostan-zialmente coincidente con l’andamento regionale della falda in questo settore di pianura. La soggiacenza misurata da EG srl varia tra -12,5 m e – 14 m da p.c. con un gradiente idraulico medio pari a 0,8%.

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5. IMPIANTISTICA GENERALE E BILANCIO ENERGETICO Dallo lo studio di fattibilità per la realizzazione della miglior soluzione tecni-co/economica per la fornitura e distribuzione di energia termica per riscaldamento e ac-qua calda sanitaria, per il nuovo Complesso Residenziale che sorgerà nell’area “Ex-Falck Lotto B“, si sono peste in evidenza lacune problematiche e altrettante soluzioni. Al fine di migliorare i processi di trasformazione dell'energia, di ridurre i consumi di energia e di migliorare le condizioni di compatibilità ambientale dell'utilizzo dell'ener-gia a parità di servizio reso e di qualità della vita, la legge 10 del 1991 favorisce ed in-centiva l'uso razionale dell'energia, il contenimento dei consumi di energia nella produ-zione e nell'utilizzo di manufatti, l'utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia, la ri-duzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi. Ai fini della presente legge sono considerate fonti rinnovabili di energia o assimilate: il sole, il vento, l'ener-gia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei ri-fiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali e sono considerate altresì fonti di ener-gia assimilate alle fonti rinnovabili di energia la cogenerazione, intesa come produzione combinata di energia elettrica o meccanica e di calore. La soluzione proposta

Si intende proporre una soluzione con produzione centralizzata di energia termica e di-stribuzione del calore a tutti gli edifici del Complesso attraverso un sistema di teleri-scaldamento interno. Il calore generato sarà prodotto in una centrale termica unica posizionata in prossimità all’edificio centrale adibito a unità ricettiva e distribuito mediante un fluido vettore at-traverso un sistema di tubazioni interrate opportunamente coibentate e dimensionate a singole sottostazioni di scambio termico poste in prossimità o all’interno dei singoli corpi residenziali. All’interno delle sottostazioni tramite opportuni scambiatori il calore sarà quindi ceduto dalla rete di distribuzione primaria all‘'impianto di distribuzione secondaria esistente nei singoli edifici.

I vantaggi della soluzione

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Realizzare nella centrale termica un sistema di cogenerazione ad alto rendimento che consente la produzione combinata e simultanea di calore ed energia elettrica partendo dalla medesima fonte primaria il gas naturale e comportando sia un evidente risparmio energetico conseguente al minor consumo di combustibile rispetto ai sistemi tradizio-nali di produzione separata di elettricità e calore, sia una riduzione dell’impatto am-bientale grazie alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) ed altri gas responsabili dell'effetto serra nonché di sostanze inquinanti come ossidi di azoto (NOx) e di zolfo (SOx) e di monossido di carbonio (CO) e sia minori perdite di trasmissione e distribuzione per il sistema elettrico conseguente alla localizzazione degli impianti in prossimità dei bacini di utenza. La soluzione centralizzata proposta offre inoltre una serie di vantaggi significativi ri-spetto ai tradizionali impianti termici collocati nei singoli edifici. Una maggior sicurezza a seguito dell'assenza di combustibili e fiamme libere all'interno dei singoli appartamenti, essendoci una combustione centralizzata presso la centrale di cogenerazione, ubicata in luogo lontano dalle abitazioni e comunque sotto il controllo di personale specializzato. Una maggior affidabilità per le utenze in quanto gli scambiatori ubicati nelle sottosta-zioni di scambio hanno un livello di affidabilità superiore rispetto ai generatori di calo-re. La comodità di eliminare l'onere di acquisto del combustibile, acquistando direttamente i kWh di energia termica necessari al fabbisogno energetico di ogni singola abitazione. Il risparmio economico per l’inquilino a seguito dell’eliminazione dei costi di manuten-zione e di verifiche periodiche in conformità con le normative vigenti. Tutti questi vantaggi si traducono in una valorizzazione del singolo immobile e di tutto il Complesso. Soluzione Impiantistica

a. Ipotesi di progetto

Il complesso di edifici è costituito da complessivi 121.000 mc riscaldabili cosi suddivi-so:

• 78% residenziale • 4% commerciale • 18% ricettivo

Gli edifici sono considerati come realizzati in classe energetica B prevedendo un fabbi-sogno termico specifico di 20 kWh/m3 anno.

b. Fabbisogno termico Totale e Fabbisogni termici mensili

Sulla base delle ipotesi di progetto ed ipotizzando prestazioni sostanzialmente in linea con gli standard dettati dalle nuove norme, si è determinato che il Complesso richiederà come carico termico in centrale termica al lordo delle perdite di distribuzione del siste-ma:

• 2.286 MWh/anno di energia termica per il riscaldamento degli ambienti a 20°C • 942 MWh/anno di energia termica per il riscaldamento dell’acqua calda a 40°C

c. Centrale termica

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Al fine di consentire il maggior numero di ore di funzionamento dei cogeneratori realiz-zando la corretta flessibilità di funzionamento, è stata individuata la seguente configura-zione ottimale per la centrale che comprende un impianto in cogenerazione ad alto ren-dimento e delle caldaie ad integrazione:

Ø 3 cogeneratori da 201 kWe e 282 kWt cadauno

Ø 3 caldaie ad acqua calda da 800 kWt cadauna

d. Prestazioni dell’impianto

Si riportano di seguito i principali dati rappresentativi in termini di prestazioni e rispar-mi energetici conseguiti.

• Produttività termica: 3.712 MWt

• Produttività elettrica: 1.508 MWhe

• Utilizzo energia elettrica prodotta: Cessione in rete

• Indice di risparmio in energia IRE: 0,27

• Limite termico LT: 0,42

• Combustibile utilizzato: gas naturale (PCI 34,53MJ/Sm3)

• Risparmio in combustibille rispetto la soluzione tradizionale a caldaie: 30%

• Risparmio in emissioni di CO2 rispetto la soluzione tradizionale a caldaie: 630 ton CO2 anno

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6. INFRASTUTTURE TECNOLOGICHE E URBANIZZAZIONI

I. RIFERIMENTI LEGISLATIVI

Legge 5 Gennaio 1994 n. 36 (Legge Galli) La legge Galli stabilisce un nuovo assetto nazionale per l’organizzazione dei servizi pubblici di acquedotto, fognatura e depurazione attraverso l’introduzione del servizio integrato con il fine di perseguire l'efficienza, l'efficacia, l’economicità, l’uso razionale ed il risparmio dell'acqua nella gestione delle risorse idriche. Questa legge, introducendo il sevizio integrato, si conforma agli orientamenti della poli-tica comunitaria sulle acque. Inoltre l'articolo 7 dispone le modalità di recepimento ed attuazione della direttiva comunitaria 91/271/CEE attraverso decreti del Ministro del-l'Ambiente. Dlgs 3 Aprile 2006 n. 152 e s.m.i. l principali temi affrontati dal Testo Unico sulle acque riguardano:

• individuazione e perseguimento dell'obiettivo di qualità ambientale per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, le acque di balneazione, le acque dolci idonee alla vita dei pesci e le acque destinate alla vita dei mollu-schi;

• tutela dei corpi idrici e disciplina degli scarichi: tutela quantitativa - risparmio idrico; tutela qualitativa- disciplina degli scarichi, tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici;

• strumenti di tutela: piani di tutela delle acque, autorizzazione agli scarichi, con-trollo degli scarichi; In particolare vengono enunciati i criteri generali per le ac-que di prima pioggia e di lavaggio di aree esterne, stabilendo che le regioni deb-bano disciplinare i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne non recapitanti in reti fognarie siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari stabilimenti nei quali vi sia il rischio di deposizione di sostanze pericolose sulle superfici im-permeabili scoperte.

Regione Lombardia – Legge Regionale 12 Dicembre 2003 n. 26, modificata ed in-tegrata dalla Legge Regionale 8 Agosto 2006 n. 18 Stabilisce la disciplina dei servizi locali di interesse economico generale; norme in ma-teria di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche. Regione Lombardia – Regolamento Regionale 24 Marzo 2006 n. 2 Disciplina l’uso delle acque superficiali e sotterranee, l’utilizzo delle acque a uso dome-stico, il risparmio idrico ed il riutilizzo dell’acqua, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera c) della Legge Regionale 12 Dicembre 2003 n. 26. Regione Lombardia – Regolamento Regionale 24 Marzo 2006 n. 3 Stabilisce la disciplina ed il regime autorizzatorio degli scarichi di acque reflue dome-stiche e di reti fognarie, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della Legge Regionale 12 Dicembre 2003 n. 26.

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Regione Lombardia – Regolamento Regionale 24 Marzo 2006 n. 4 Stabilisce la disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio del-le aree esterne, in attuazione dell’articolo 52, comma 1, lettera a) della Legge Regionale 12 Dicembre 2003 n. 26. Regione Lombardia – Programma di Tutela e Uso delle Acque (P.T.U.A.) – Ap-provato con DGR 29 Marzo 2006 n. 8/2244 Il P.T.U.A. fornisce:

• la sintesi del quadro conoscitivo relativamente al controllo quali-quantitativo delle acque superficiali e sotterranee;

• gli obiettivi della pianificazione; • le elaborazioni a supporto delle decisioni; • le misure di intervento.

Oltre ad identificare le cosiddette aree sensibili, il P.T.U.A. stabilisce i vincoli da rispet-tare per assicurare sia il controllo quantitativo (riduzione dei valori di portata scaricati recependo le indicazioni fornite dal P.R.R.A., Piano Regionale di Risanamento delle Acque) che quello qualitativo (riduzione dei carichi inquinanti).

II. ANALISI DELLE SCELTE PROGETTUALI

PREMESSA

Nei successivi paragrafi si procede alla descrizione delle scelte progettuali adottate. Per quanto riguarda la fognatura interna al comparto, la scelta è ricaduta sull’utilizzo di una rete separata (acque nere e acque di precipitazione meteorica) che, pur ammettendo il medesimo recapito finale (rete di fognatura comunale) consente sia di perseguire gli obiettivi di protezione idraulica ed ambientale del territorio imposti dalla legislazione vigente che di favorire il miglioramento delle economie gestionali. Si osserva, infine, che tutti i dettagli progettuali di futura elaborazione saranno preventi-vamente discussi e concordati con gli Enti gestori di riferimento.

RETE DI FOGNATURA ACQUE NERE

Gli scarichi delle acque nere (derivanti, ad esempio, dai servizi igienici, dalle cuci-ne/cotture e dai lavandini), essendo la zona in oggetto servita da pubblica fognatura, sa-ranno assoggettati all’obbligo di allaccio alla medesima, così come stabilito dal D.Lgs. n.152/2006 e successive modifiche e integrazioni. Le caratteristiche tecniche degli allacciamenti dovranno ottemperare alle indicazioni dettate dal Manuale Tecnico del Regolamento Locale di Igiene e dal Regolamento di Fognatura. In particolare, si utilizzeranno tubazioni in gres ceramico che forniscono un’elevata garanzia di durabilità e di resistenza all’azione aggressiva delle acque. Il calcolo della massima portata nera di punta da inviare al recapito finale (rete di fogna-tura comunale), è stato effettuato facendo riferimento a testate formule di letteratura sul-la base del numero degli abitanti equivalenti e della destinazione d’uso dei futuri inse-diamenti.

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RETE DI FOGNATURA ACQUE DI PRECIPITAZIONE METEORICA

I criteri progettuali garantiscono il raggiungimento degli obiettivi legati alla protezione idraulica ed ambientale del territorio. La limitazione dell’impatto idraulico sulla rete di fognatura comunale esistente, può ge-neralmente essere ottenuta identificando quale recapito finale delle acque meteoriche gli strati superficiali del sottosuolo ed, o in alternativa, effettuando la laminazione delle portate drenate mediante l’utilizzo di vasche volano. Per la porzione di territorio interessato dall’intervento, i risultati delle valutazioni idro-geologiche hanno evidenziato valori della permeabilità del terreno non compatibili con il corretto funzionamento di sistemi di dispersione. Come tale, la scelta progettuale si è obbligatoriamente concentrata sull’adozione di idonei invasi artificiali di laminazione. Le caratteristiche costruttive della vasca dovranno essere tali da garantire un valore massimo della portata da recapitare nella rete comunale non superiore a 20 l/s per ettaro di superficie impermeabile afferente, in ottemperanza a quanto stabilito dal P.T.U.A. della Regione Lombardia. Numerose elaborazioni eseguite simulando con il metodo ci-nematico la serie completa delle precipitazioni registrate a Milano nel periodo 1971 - 1992, senza cioè introdurre piogge sintetiche dedotte dalle curve di possibilità pluvio-metrica, inevitabilmente incerte dal punto di vista probabilistico, conducono ad una va-lutazione approssimata del volume d'invaso necessario. Per tempi di corrivazione infe-riori all'ora, con tempo di ritorno compreso fra 5 e 20 anni, l'ordine di grandezza dei vo-lumi d'invaso è pari a 300 ÷ 500 m3/ha se la laminazione deve contenere le portate mas-sime uscenti entro valori dell'ordine di 20 ed i 40 l/s/ha. Sulla base delle future indicazioni provenienti dall’Ente gestore della fognatura comu-nale, sarà valutata la necessità di effettuare interventi volti alla limitazione dell’impatto qualitativo. Gli invasi destinati al controllo ambientale degli scarichi, denominati vasche di prima pioggia, devono far fronte alla frequente successione degli sfiori che dalla fognatura fuoriescono verso i ricettori ogni qualvolta la portata veicolata supera quella compatibi-le con i processi biochimici dell'impianto di depurazione; il loro scopo è principalmente quello di evitare lo sfioro di portate con alte concentrazioni di inquinanti. Il dimensionamento dei suddetti impianti, laddove necessari, sarà eseguito nel rispetto delle indicazioni fornite dal Regolamento Regionale 24 Marzo 2006 n° 4.

RETE DI ACQUEDOTTO

La rete demandata all’approvvigionamento idropotabile sarà realizzata effettuando una derivazione da quella comunale. I risultati dello studio idrogeologico hanno infatti evidenziato l’esistenza di falde acqui-fere con caratteristiche qualitative non idonee alla costruzione di pozzi di emungimento in loco. Riguardo alle caratteristiche costruttive della rete, si evidenzia che l’Ente gestore dell’acquedotto comunale fornirà direttamente tutti i parametri progettuali di riferimen-to.

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7. IMPATTO ACUSTICO Il sito in interesse, in territorio comunale di Arcore, risulta inserito nel contesto di segui-to descritto:

a) fronte nord–ovest: tracciato ferroviario della linea Milano – Carnate – Lecco e Milano – Carnate – Bergamo;

b) fronte nord–est: insediamento produttivo della Tenaris; c) fronte sud–est e sud: quartieri residenziali; d) fronte sud–ovest: via Battisti.

L’area in oggetto era a destinazione d’uso produttivo, un tempo facente parte del com-pendio confinante a nord–est oggi di proprietà della Tenaris, un tempo del gruppo Falck. Il recupero abitativo in progetto presuppone una revisione degli strumenti di pianifica-zione urbanistica connessi. Dal punto di vista acustico, il progetto presenta i seguenti aspetti critici:

1) coerenza tra nuova destinazione d’uso prevista e piano di zonizzazione acustica vigente;

2) rumorosità dell’infrastruttura ferroviaria presente lungo il confine nord–ovest dell’area;

3) rumorosità delle infrastrutture stradali, alla luce anche delle modifiche viabilisti-che previste e del traffico autoveicolare indotto dall’intervento;

4) rumorosità prodotta dalla ditta Tenaris al confine nord–est dell’area.

Piano di zonizzazione acustica del territorio

Il piano di classificazione acustica del comparto si riferisce ad un contesto funzionale (area con attività produttive) che non è più conforme con la destinazione d’uso prevista dal progetto. Occorre tuttavia che si proceda con modifiche razionali e non radicali, in modo da per-seguire una compatibilità tra progetto e piano di classificazione acustica senza stravol-gere, considerata anche l’estensione dell’area interessata, l’impianto complessivo del piano. In quest’ottica, emerge immediatamente come i due edifici destinati ad edilizia residen-ziale convenzionata ricadano in area attualmente classificata come area prevalentemen-te industriale (classe V). Tale area si estende, a partire della zona VI esclusivamente in-dustriale presente ad ovest, per una profondità di ca. 140 m, fino ad includere i capan-noni produttivi dismessi. Tale profondità può essere ridotta ad una zona di transizione tra fascia VI e fascia IV di ampiezza pari a ca. 45 m, in modo che i futuri edifici resi-denziali ricadano in classe IV di intensa attività umana. Si vedano in proposito i se-guenti dettagli a confronto.

Classificazione acustica attuale Nuova proposta di classificazione acustica

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Un secondo aspetto meritevole di attenzione è la realizzazione di un asilo nido prevista nella porzione sud dell’area, in zona attualmente classificata come IV di intensa attività umana. Premesso che non risulta realistico prevedere una zona di massima tutela (classe I aree particolarmente protette), considerata la vicinanza con via Battisti, è comunque opportuno attribuire quantomeno una classe inferiore all’attuale (quindi una classe III di tipo misto) al futuro complesso dell’asilo. Si propone quindi la modifica di seguito illu-strata.

Classificazione acustica attuale

Nuova proposta di classificazione acustica

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Rumorosità dell’infrastruttura ferroviaria

La valutazione del traffico ferroviario è stata eseguita attraverso un monitoraggio fono-metrico effettuato in due postazioni in corrispondenza della futura collocazione degli edifici maggiormente esposti. I rilievi si sono protratti per 24 ore, a partire dal pomeriggio di martedì 7 aprile u.s. Sono stati riconosciuti n° 119 transiti in periodo diurno e 14 transiti in periodo notturno. La prima postazione, denominata con la sigla M2, è collocata verso il confine setten-trionale dell’area, mentre la seconda, indicata come M3, è circa a metà del fronte nord-occidentale. I valori del livello di pressione sonora riconducibili al traffico ferroviario sono riassunti nella seguente tabella:

Ltrain Day Night

M2 60.0 dBA 53.0 dBA M3 58.0 dBA 50.0 dBA

Limiti DPR 459/98 70 dBA 60 dBA

I valori riconducibili all’infrastruttura ferroviaria sono ampiamente al di sotto dei limiti previsti dalla normativa vigente: tale situazione consente di presumere un rispetto di tali prescrizioni anche a fronte di un futuro prevedibile incremento dei transiti ferroviari, sia in periodo diurno che notturno. La presenza dell’infrastruttura ferroviaria, caratterizzante indubbiamente il clima acusti-co dell’area, non costituisce quindi elemento ostativo per il progetto in analisi, constata-to il rispetto degli specifici valori limite previsti dalla normativa vigente. Rumorosità delle infrastrutture stradali, alla luce anche delle modifiche viabilistiche previste e del traffico autoveicolare indotto dall’intervento dell’infrastruttura ferro-viaria Sono state considerate le infrastrutture stradali presenti, dimensionandone i flussi di traffico in base al Rapporto redatto nel dicembre 2009 dall’ing. Alberto Rossi di Cre-mona. I valori utilizzati sono riassunti nella seguente tabella, relativamente ai segmenti stradali riportati nello schema.

Flussi di traffico, scenario ex–ante (somma delle due direzioni di marcia)

Giorno tipo feriale (veicoli/h) SEZIONE PERIODO Mezzi leggeri Mezzi pesanti

Diurno 1267 40 A

Notturno 379 5 Diurno 1267 40

B Notturno 379 5 Diurno 1267 40

C Notturno 379 5 Diurno 1267 40

D Notturno 379 5 Diurno 1127 40

E Notturno 337 5

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Giorno tipo feriale (veicoli/h) SEZIONE PERIODO Mezzi leggeri Mezzi pesanti

Diurno 41 0 F

Notturno 12 0 Diurno 369 0

G Notturno 87 0 Diurno 802 7

H Notturno 189 1 Diurno 802 7 I Notturno 189 1 Diurno 84 0 L

Notturno 20 0 Diurno 711 7 M

Notturno 167 1 Per l’identificazione delle sezioni, si veda la seguente rappresentazione schematica.

L’analisi dello stato attuale ha individuato quale asse stradale di maggiore criticità acu-stica per il comparto in oggetto quello di via Battisti. I recettori prossimi all’area ed in-teressati da modifiche previste dal progetto (abitazioni con accesso da via Foppa, quar-tiere confinante a nord-ovest) risentono in misura più importante della rumorosità pro-dotta dall’asse stradale di via Gilera, che determina già nelle attuali condizioni qualche singola criticità. Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti opere di riassetto viabilistico: • viale Bestetti: verrà prolungata lungo tracciato della strada esistente un tempo asser-vita alle funzioni produttive insediate nell’area. Costeggiando il confine orientale, si spingerà fino alla prossimità del confine settentrionale ove sarà realizzata una rotatoria sulla confluiranno altre 4 strade (prolungamento di via Baracca, strada di collegamento con la viabilità esistente ad est del comparto con sedime lungo la cinta sud dell’attuale

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insediamento Teneris Dalmine, strada di accesso all’edificio residenziale in edilizia con-venzionata, strada di accesso al sottopasso della ferrovia); • viabilità interna: realizzazione delle strade interne al comparto che garantiscano l’accesso alle funzioni residenziali, commerciali, ricettive e di servizio, nonché ai due parcheggi in progetto sul fronte ferrovia. Per quanto riguarda i flussi di traffico, ci si è riferiti alle previsioni sviluppate nel citato studio redatto dall’ing. Alberto Rossi. Sono ovviamente rilevanti gli incrementi previsti lungo la viabilità interna al comparto (ad oggi ovviamente caratterizzati dall’assenza di transiti). In linea generale si possono esporre le seguenti notazioni: 1. occorre distinguere tra situazioni preesistenti al progetto e situazioni connesse con l’intervento di riqualificazione in esame. Nella prima categoria rientrano via Gilera e via Battisti, per le quali non sono previste variazioni apprezzabili. Via Bestetti è in una si-tuazione particolare perché ad oggi è a fondo cieco, con traffico inesistente, mentre in futuro sarà la via privilegiata di accesso al comparto. Questo asse viario è quello che su-birà le variazioni più significative con l’attuazione degli interventi in progetto, mante-nendo comunque livelli sonori coerenti con le vigenti prescrizioni normative; 2. quanto a via Baracca, la sua connessione con il nuovo sistema viario ne farà la princi-pale alternativa a via Bestetti per l’accesso al comparto. Quindi, è del tutto prevedibile un incremento del traffico, anche se non si prevedono significativi superamenti dei valo-ri limite normativi.

Rumorosità dell’attività della ditta Tenaris

I valori rilevati nel corso dei diversi monitoraggi hanno evidenziato il rispetto dei valori limite di immissione in periodo diurno e notturno, il rispetto dei valori limiti di emissio-ne in periodo notturno ed un limitata superamento (+0.5 dB) di quest’ultimo limite in periodo notturno. Tuttavia, la realizzazione di edifici caratterizzati da altezza rilevante (6 piani fuori terra) e ad uso abitativo, comporterà valori in quota superiori a quelli rilevati a 4 m (altezza standard delle postazioni fonometriche) e soprattutto la necessità di rispettare i valori limite differenziali di immissione. In tal senso l’obiettivo potrà essere raggiunto con ra-gionevole certezza nella misura in cui i livelli di rumore ambientale all’interno degli ambienti abitativi, a finestre aperte, non eccedano i 50 dBA di giorno ed i 40 dBA di notte. A fronte di questa oggettiva criticità, la progettazione ha affrontato le segnalate proble-matiche adottando le seguenti misure: 1. arretramento degli edifici rispetto al confine: nel planivolumetrico di progetto l’edificio più vicino risulta arretrato di circa 40 m rispetto al confine e di circa 70 m dal fronte del capannone ove si svolge l’attività della confinante Tenaris; 2. realizzazione di misure di mitigazione: questa striscia di terreno profonda circa 30 m consentirà di realizzare misure di mitigazioni quali rilevati terrosi con eventuale pian-tumazione fitta di mascheramento;

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3. orientamento degli edifici: i due fabbricati maggiormente esposti saranno orientati lungo l’asse nordest – sudovest, esponendo in questo modo alla sorgente sonora il fronte di minore superficie; 4. progettazione architettonica: infine la redazione del progetto architettonico, in parti-colare la definizione del layout interno degli alloggi ed il dimensionamento dei requisiti di isolamento acustico di facciata, terranno conto delle esigenze di proteggere i futuri recettori sensibili dalla presenza delle sorgenti sonore di tipo industriale nella confinante proprietà Tenaris. Conclusioni L’analisi del Programma Integrato di Intervento avente quale oggetto la Riqualificazio-ne dell’area ex Falck di Via Bestetti, 7 ad Arcore (MB), ha evidenziato alcune criticità dal punto di vista acustico che sono state adeguatamente valutate e risolte come da schema riassuntivo seguente. N Descrizione Azioni intraprese Esito 1 Classificazione acu-

stica inadeguata ri-spetto alla nuova destinazione d’uso prevista per l’area

Proposta di una revisione della classificazione acustica del comparto che risolva i conflitti segnalati. L’Amministrazione Comunale recepirà la proposta mo-dificando il proprio strumento urbanistico

Criticità risolta

2 Rumorosità prodotta dall’infrastruttura ferroviaria

Verifica fonometrica della rumorosità prodotta dall’infrastruttura, mediante l’allestimento di due posta-zioni sul fronte più esposto attive per 24 ore. L’elaborazione dei dati raccolti ha permesso di asserire il rispetto dei valori limite previsti dalla normativa vi-gente, con margine sufficientemente ampio da risultare cautelativo anche rispetto a futuribili scenari che preve-dano incrementi significativi del numero dei convogli in transito

Criticità risolta

3 Rumorosità prodotta dalle infrastrutture stradali

L’analisi di questa problematica si è basata sugli speci-fici studi presentati in una relazione tecnica del dicem-bre 2009 dall’ing. Alberto Rossi di Cremona. Sono stati analizzati sia lo scenario attuale sia quello futuro, con-siderando anche le modifiche viabilistiche introdotte dal progetto ed il traffico autoveicolare indotto. Tali verifi-che hanno evidenziato un generalizzato rispetto dei di-versi limiti normativi previsti per l’area di interesse, con alcune isolate criticità già presenti allo stato attuale e non aggravate dall’intervento analizzato. Le variazione più rilevanti, ma senza che siano prevedi-bili supermenti significativi dei limiti normativi, sono stimate lungo il nuovo asse stradale via Bestetti.

Criticità risolta

4 Rumorosità prodotta dall’attività confi-nante a nord–est (Tenaris)

La rumorosità prodotta è stata dapprima monitorata at-traverso l’allestimento di una postazione fonometrica attiva in due periodi distinti (dal 3 al 7 aprile e dal 6 al 7 maggio). La verifica ha dato esito positivo rispetto ai valori limite assoluti di immissione e di emissione, ma ha evidenzia-to potenziali problematiche per quanto riguarda il ri-spetto dei valori differenziali di immissione, specie in

Criticità risolta

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N Descrizione Azioni intraprese Esito periodo notturno. Sulla base di tali risultanze, la progettazione ha adottato le seguenti misure: 1. allontanamento, per quanto possibile, degli edifici

dalla sorgente sonora; 2. creazione di una fascia di territorio a disposizione

per eventuali interventi di mitigazione (rilevati ter-rosi di mascheramento);

3. ottimizzazione dell’orientamento degli edifici, in modo da limitare le superficie di facciata esposte alla sorgente sonora.

In una fase più avanzata della progettazione, si potrà in-tervenire sul layout interno degli alloggi e sulle caratte-ristiche di isolamento acustico delle facciate in modo da minimizzare ulteriormente gli impatti.

Per quanto riguarda infine la realizzazione di un asilo nido in fregio a via Battisti, i li-velli sonori previsti su tale area sono conformi ai limiti normativi vigenti. Tuttavia, al fine di ottimizzare la fruibilità della struttura, in fase di progettazione architettonica sa-ranno approfonditi i seguenti aspetti: Ø definizione del layout interno, in modo da evitare che ambienti di riposo siano esposti verso i fronti di maggiore rumorosità; Ø dimensionamento delle prestazioni di isolamento acustico di facciata, conformemente alle indicazioni del DPCM 5.12.1997. Per quanto riguarda gli spazi pertinenziali esterni, saranno attrezzati considerando le di-verse caratterizzazioni acustiche emerse da questo studio e privilegiando le zone meno rumorose. Se necessario, potranno essere ipotizzate soluzioni schermanti atte a creare specifiche zone di ombra acustica in porzioni del giardino ove si intenda garantire un maggiore comfort acustico.

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8. TRAFFICO E VIABILITÀ Allo scopo di verificare l’impatto viabilistico indotto dal comparto, è stato incaricato una studio specializzato per affrontare il tema del traffico a livello dell’intero territorio comunale (vedi relazione allagata). Ciò per offrire un quadro più ampio del problema che, già a livello di analisi superficiali, vedeva uno stato di congestione preesistente alla quale solo una programmazione comunale poteva dare risposta. Per far fronte alle esigenze emerse, ne è quindi sortita una valutazione a lungo periodo dove anche all’interno del comparto potevano essere ipotizzati interventi collaborativi di sostegno alla permeabilità est / ovest del territorio. Il documento di impatto veicolare contiene indicazioni relative alla probabile “risposta” della rete stradale urbana a fronte della nuova domanda di mobilità, intendendosi per “nuova” la totalità degli spostamenti presenti nel territorio comunale, somma di quelli riconducibili allo stato di fatto (i.e. esistenti) e di quelli dovuti alle nuove esigenze inse-diative di Arcore (futuri). L’analisi condotta trova origine nella “perimetrazione” di una parte del territorio comu-nale di Arcore, utile ad individuare con ragionevole attendibilità le aree in cui maggiore può essere l’impatto sul traffico; all’interno di tale perimetro, pertanto, sono state utiliz-zate le arterie stradali già esistenti e quelle previste, senza in alcun modo prevedere mo-difiche infrastrutturali. La simulazione modellistica, infatti, si pone come “strumento” utile per valutare la plau-sibilità (dal punto di vista della viabilità) delle scelte urbanistiche. Nel caso del PII “ex Falck” la valutazione del traffico indotto, prima, e la simulazione con il modello informatico, poi, hanno evidenziato due aspetti di sintesi fondamentali, legati alla differente ipotesi progettuale: § il primo (ipotesi di realizzazione di un sottopasso ferroviario in via Foppa, al

momento non previsto dagli strumenti urbanistici e di programmazione econo-mica del Comune), da cui emerge, con ragionevole probabilità, la capacità della rete stradale di assorbire l’attuale e la nuova domanda di spostamento dell’intero territorio comunale, pur in presenza di un oggettivo elemento di criticità indivi-duabile nella intersezione Foppa – Gilera;

§ il secondo (che non tiene conto della realizzazione del sottopasso ferroviario) da cui, per contro, appare con altrettanta evidenza la congestione pressoché unifor-me della rete stradale comunale presa in esame.

Dall’analisi risulta evidente come la necessità della realizzazione del sottopasso non è direttamente connessa alle previsioni insediative programmate dal PII in oggetto, ma risponde ad esigenze dell’intero territorio comunale consentendo un efficace collegamento tra due brani di città storicamente separati dall’asta ferroviaria. Se, dunque, nel primo caso si può affermare che il reticolo stradale, combinazione della viabilità esistente e di quella di progetto, può funzionare a condizione di risolvere pro-blemi puntuali purché in maniera coordinata con il resto della viabilità, nello scenario alternativo occorre affermare che la ricerca di una sostenibilità obbliga ad ampliare l’area in studio al fine di trovare percorsi alternativi utili alla eliminazione delle situa-zioni di congestione. L’idea di cercare itinerari alternativi per il superamento della ferrovia, va sicuramente verificata e, forse, anche valutata dal punto di vista della opportunità tecnico economica.

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Non vi è dubbio che, se si volesse/dovesse limitare o escludere l’attraversamento a raso della ferrovia, che il modello giudica insufficiente a fronte del traffico indotto, tutti i veicoli provenienti da nord (che sono attualmente indirizzati all’attraversamento del passaggio a livello negli scenari “TER” del documento) dovrebbero proseguire ancora più a sud fino a via Benedetto Croce, per poi risalire lungo via De Gasperi; idem per il percorso contrario. Ciò potrebbe ragionevolmente presupporre ad interventi di riqualificazione presso i nodi Casati- Croce e De Gasperi-Battisti, che devono però essere simulati e verificati. Se con il sottopasso ferroviario si tratta di trovare soluzione in nodi ben definiti, qualora esso non si realizzasse bisognerebbe pianificare il traffico su un’area più vasta. Ciò, non significa escludere a priori l’esistenza di una situazione soddisfacente di equi-librio anche per questo scenario (senza sottopasso) ma, al di là dell’impegno tecnico ne-cessario alla calibrazioni dei parametri della simulazione che, in quanto “micro”, detta-glia al massimo livello gli output, ma necessita di altrettanta precisione nei dati di par-tenza, presuppone una operazione che non può avvenire senza specifiche e condivise li-nee guida da parte della Amministrazione Comunale. L’ampliamento tanto a sud quanto a nord della rete obbliga, infatti, ad ipotizzare inter-venti viabilistici che potrebbero non necessariamente risolversi in provvedimenti ammi-nistrativi (ordinanze sulla circolazione stradale), ma tradursi in progetti infrastrutturali di adeguamento dei nodi e degli archi stradali ai nuovi volumi di traffico da proporre nella sede adeguata del Piano di Governo del Territorio. A conclusione e riprendendo quanto detto all’inizio, ricordiamo che la microsimulazio-ne utilizza una rete stradale ben definita, sia perché esistente sia perché di progetto; na-turalmente è pur sempre possibile, in sede di modello, ipotizzare interventi viabilistici puntuali e alternativi (rotatorie, semafori, sensi unici, ecc.) utili al miglioramento delle condizioni del traffico. È da osservare che le molteplici combinazioni tra la rete stradale e la domanda di mobi-lità che già ora compongono i numerosi scenari di simulazione affrontati, si propongono di delineare le difficoltà più prevedibili da affrontare in sede decisionale; si pensi per esempio alla “scissione” del traffico indotto nelle due ipotesi in cui è presente o assente il contributo fornito dallo spazio eventi, la cui incidenza è numericamente sostanziale come indicato nel documento. In questo caso specifico, ciò ha posto in giusta luce l’interrogativo legato alla gestione dei movimenti veicolari dovuti alla presenza di spet-tacoli pubblici, che dovrà probabilmente essere affrontata con piani speciali provvedi-menti amministrativi ad hoc sul traffico (e in questo senso la microsimulazione potrebbe ulteriormente aiutare con una analisi di maggiore dettaglio). Non vi è dubbio che la estrapolazione di una porzione di area urbana dal suo contesto rappresenti una operazione delicata, dal momento che ciò implica la necessità di con-centrare l’attenzione su una parte (della rete stradale) di fatto collegata ed interdipen-dente dal resto; ciò è già stato evidenziato nella relazione prodotta, ove è stato rimarcato che questa fase è sempre preliminare alle analisi di pianificazione del traffico, per qual-siasi territorio da esaminare. Le ragioni che spingono a definire un limite territoriale sono sempre e solo di natura tecnica; ciò, naturalmente, in assenza di input diversi forniti dagli Enti Pubblici e Privati a vario titolo coinvolti che, viceversa, potrebbero essere interessati ad investigare aree non direttamente contigue al luogo dell’intervento.

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9. COERENZA DEL PROGRAMMA

DEFINIZIONE DEI CRITERI DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE

In questa verifica di assoggettabilità alla VAS si è simulata una condizione di analisi che prevedesse le classiche parametrazioni della valutazione ambientale. Ciò ha consentito di definire i caratteri dell’intervento per dar modo all'autorità compe-tente di valutare gli impatti sull’ambiente, così come dettato dalla normativa statale e regionale, al fine di oggettivamente stabilire la assoggettabilità o non assoggettabilità al-la procedura della VAS. L’”analisi di coerenza” verifica la congruenza tra gli intenti perseguiti dal PII in oggetto con un sistema di riferimento assunto, definito in criteri di compatibilità, costituito dall’insieme di obiettivi di sostenibilità e programmatici sovraordinati. Per definire il quadro di coerenza si sono utilizzate matrici a doppia entrata, in cui i gra-di di congruità sono espressi qualitativamente. Di seguito si individuano i Criteri di compatibilità ambientale scelti al fine di poter ef-fettuare le valutazioni di coerenza del PII. N. Criterio di compatibilità ambientale.

1 Tutelare e contenere il consumo di suolo

2 Contenere l'impermeabilizzazione del suolo

3 Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano

4 Compattare la forma urbana

5 Incentivare il risparmio energetico, sia come efficienza di utilizzo sia come ridu-zione dei consumi

6 Miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee e contenimento dei consumi

7 Migliorare e tutelare la qualità dell'aria

8 Migliorare il clima acustico

9 Migliorare il sistema viabilistico e della mobilità

10 Proteggere la salute e migliorare il benessere dei cittadini

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Di seguito si descrivono i singoli Criteri di compatibilità ambientale.

1. Tutelare e contenere il consumo di suolo Il suolo è una fonte naturale non rinnovabile e necessaria che può essere ridotta per con-sumo o alterata per fenomeni di inquinamento diretto o indiretto. La sua tutela è in con-trasto con lo sviluppo insediativo E’ fondamentale contenere il consumo del suolo ed in particolare del suolo non edificato (agricolo, forestale, ecc.) attraverso uno sfruttamento più razionale del suolo già urbanizzato, la salvaguardia delle aree agricole e la defini-zione di interventi compensativi di rinaturalizzazione. Il criterio di tutela della qualità del suolo è connesso in particolare al risanamento dei siti inquinati da attività produttive che originano dalla dismissione di aree industriali; problematica che interessa princi-palmente le aree urbane.In tutti i casi dove è possibile si dovrà prioritariamente prevede-re il riuso del suolo già urbanizzato. L’ottimizzazione dell’uso di suolo non è solo con-nessa con la minimizzazione del suo consumo, ma anche con la limitazione della fram-mentazione delle superfici. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ra-gionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispet-tando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. Nella compilazione delle matrici, la tutela della qualità del suolo e sottosuolo è connessa a: - bonifica di siti contaminati; - difesa dal percolamento di sostanze inquinanti; - mantenimento di aree permeabili in profondità; - difesa del suolo libero e individuazione di limiti allo sviluppo insediativo; - limitazione della frammentazione del suolo libero;

2. Contenere l’impermeabilizzazione del suolo L’obiettivo di contenere l’impermeabilizzazione ha assunto un’importanza decisiva in quanto è una delle concause delle acute criticità che si manifestano attualmente sul ciclo dell’acqua. L’obiettivo è perseguibile attraverso misure di regolazione urbanistica in grado di incidere sulle quantità e/o sui tempi di afflusso delle acque meteoriche nei si-stemi di raccolta (es. mantenere aree permeabili in profondità anche all’interno del tes-suto urbanizzato; mantenere un rapporto equilibrato tra aree permeabili ed impermeabi-li). Nella compilazione delle matrici, la tutela della qualità del suolo e sottosuolo è connessa a: - contenimento dei quantitativi degli inerti necessari alla costruzione dei manufatti. - equilibrio tra aree permeabili e impermeabili.

3. Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano L’obiettivo è rendere più vivibile il tessuto edilizio esistente attraverso il miglioramento qualitativo degli edifici secondo criteri di ecosostenibilità, l’utilizzazione in via priorita-ria delle aree residue o intercluse non edificate o di quelle dismesse, la riqualificazione degli spazi urbani, la regolamentazione del traffico ecc. Il patrimonio storico e culturale è costituito da risorse finite che, una volta distrutte o danneggiate, non possono più essere sostituite. Come accade per le fonti non rin-

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novabili, i principi che ispirano il concetto di sviluppo sostenibile prevedono che ven-gano preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione, rappresenta-tivi di un determinato periodo o aspetto, che forniscano un particolare contributo alle tradizioni e alla cultura di una zona. Nella compilazione delle matrici, la tutela e valorizzazione dei beni storici e architetto-nici è connessa a: - tutela dei beni storico-architettonici, singoli o a sistema, quali gli edifici di pregio, i manufatti dell’archeologia industriale, i monumenti. - inserimento pesistico, ossia rapporto tra i beni storico-architettonici e il contesto.

4. Compattare la forma urbana Un rapporto equilibrato tra aree edificate ed aree libere e nel contempo la conservazione e valorizzazione delle aree di maggior pregio naturalistico o paesistico o ambientale consentono di mantenere e conservare la qualità dell’ambiente locale. Sono possibili in-terventi diretti ed indiretti volti sia a definire la forma urbana sia a ricostruire un margi-ne tra le aree urbane e la campagna. L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e aree libere, e garantire la conservazione delle aree di maggiore pre-gio naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e future. Si dovranno comunque evitare nuovi insediamenti isolati, che non siano per una parte significativa del proprio perimetro fisicamente connessi con il perimetro urbano edifica-to esistente. Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità dell’ambiente locale che assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, in particolare di quelli localizzati in zone periferiche o di cerniera dove talvolta si presentano elementi di degrado urbano e sociale. Nella compilazione delle matrici, il recupero equilibrio tra aree edificate e spazi aperti è connesso a: - definire la forma urbana; - evitare la frammentazione degli insediamenti; - porsi in relazione con il sistema del verde.

5. Incentivare il risparmio energetico, sia come efficienza di utilizzo sia come riduzione dei consumi L’impiego di fonti non rinnovabili, quali i combustibili fossili, i giacimenti minerari e gli aggregati, riduce le risorse disponibili per le future generazioni. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso delle risorse energetiche, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le pos-sibilità riservate alle generazioni future. La produzione di energia risulta strettamente associata alla qualità dell’aria, che subisce modificazioni conseguenti alle emissioni de-rivanti dal funzionamento dei grandi impianti termoelettrici. Il modo in cui viene pro-dotta energia e in cui viene impiegata, nonché le conseguenti immissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della qualità ambientale dell’ambiente urbano. La maggiore efficienza del consumo energetico è connessa sia ad un miglior impiego di tecniche di risparmio energetico, nelle tecniche costruttive e nella migliore gestione de-gli edifici, sia all’incentivazione di forme di spostamento a basso impatto energetico (pedonale, ciclabile), ma anche all’utilizzo e/o incentivazione di forme di produzione energetica alternative ai combustibili fossili.

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Nella compilazione delle matrici, la maggiore efficienza nel consumo e produzione dell’energia è connesso a: - impiego di tecniche di risparmio energetico nelle tecniche costruttive e nella gestione degli edifici; - incentivazione di forme di spostamento a basso impatto (bicicletta, pedonalità); - utilizzo multiplo dell’energia (cogenerazione, teleriscaldamento, ecc).

6. Miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee e conteni-mento dei consumi Le risorse idriche sono fonti naturali rinnovabili essenziali per la salute e il benessere umani, ma che possono subire perdite dovute all’estrazione o all’inquinamento. Il prin-cipio cui attenersi è pertanto la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già degradate L’eccessivo prelievo di risorse naturali ed il basso livello di efficienza con cui tali risor-se vengono utilizzate hanno generato profonde alterazioni; in particolare hanno compor-tato la riduzione dei margini di rinnovabilità delle risorse stesse. Una maggiore efficien-za di utilizzazione si ottiene sia contenendo i consumi sia chiudendo il ciclo per quanto riguarda gli output (riutilizzo e valorizzazione). Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici at-tività umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e quali-tativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolar-mente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e indu-striali, traffico). Nella compilazione delle matrici, il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee e contenimento dei consumi è connesso a: - difesa e miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee; - difesa dal percolamento di sostanze inquinanti; - mantenimento di aree permeabili in profondità per garantire la ricarica della falda; - opere di difesa del suolo.

7. Migliorare e tutelare la qualità dell'aria L’inquinamento atmosferico rappresenta uno dei principali problemi che caratterizzano le aree urbane, in cui il traffico veicolare, il riscaldamento domestico, nonché le attività industriali contribuiscono al peggioramento della qualità dell’aria. Il contenimento degli inquinanti atmosferici assume un ruolo determinante al fine del miglioramento della qualità della vita. Nonostante i successi ottenuti nella riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell’aria rappresenta ancora uno dei problemi principali delle città. Azioni che contribuiscono, sebbene in maniera indiretta al contenimento dell’inquinamento atmosferico possono essere l’impiego di tecniche costruttive a basso impatto (bioarchitettura), l’utilizzo di fonti energetiche domestiche meno inquinanti e di sistemi di riscaldamento più efficienti, la realizzazione di fasce vegetate atte a contenere l’inquinamento veicolare, nonché l’ampliamento delle piste ciclopedonali allo scopo di limitare lo spostamento su mezzi motorizzati, il miglioramento della funzionalità degli assi stradali, l’allontanamento del traffico dai centri urbani, favorire lo scambio gom-ma/ferro.

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Nella compilazione delle matrici, il contenimento di emissioni in atmosfera è connesso a: - modalità e necessità di spostamenti casa – lavoro - tempo libero - turismo; - emissioni derivanti da insediamenti industriali; - emissioni derivanti da consumi domestici.

8. Migliorare il clima acustico Con la diminuzione dell’inquinamento acustico si intende migliorare la qualità ambien-tale, che assume la massima importanza nei luoghi residenziali. L’inquinamento acusti-co in ambiente urbano è dovuto principalmente al traffico veicolare e alle attività indu-striali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può es-sere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica. Un clima acu-stico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane. Al fine di contenere le emissioni sonore le azioni possibili sono legate alla definizione di idonee zonizzazioni acustiche, alla localizzazione di attività produttive in ambito e-xtra-urbano, all’ampliamento del sistema ciclopedonale allo scopo di limitare lo spo-stamento su mezzi motorizzati, nonché alla realizzazione di fasce vegetate affianco ad infrastrutture lineari di trasporto. Nella compilazione delle matrici, il contenimento dell’inquinamento acustico è con-nesso a: - presenza di strade e ferrovie e di fonti di emissioni sonore puntuali; - difesa dei bersagli sensibili.

9. Migliorare il sistema viabilistico e della mobilità Il traffico costituisce uno dei fattori più importanti per la qualità della vita reale e perce-pita nei centri urbani. I criteri fondamentali di riferimento possono essere: migliorare la mobilità delle persone e delle merci; permettere alle persone di potersi muovere il più liberamente possibile e alle aziende insediate sul territorio di affrontare la sfida dei mer-cati globali con sempre maggiore competitività. Ciò può essere perseguito: favorendo l’integrazione modale dei sistemi di trasporto, il miglioramento della funzionalità degli assi stradali, l’allontanamento del traffico dai centri urbani, attraverso l’ampliamento delle piste ciclopedonali, favorendo la mobilità delle persone disabili.. Nella compilazione delle matrici, la maggiore efficienza nel consumo e produzione dell’energia è connesso a: - incentivazione di forme di spostamento a basso impatto (bicicletta, pedonalità); libertà di movimento e disponibilità di alternative di modalità di spostamento; miglioramento delle connessioni viabilistiche tra parti della città e tra la città e il conte-sto.

10. Proteggere la salute e migliorare il benessere dei cittadini La salute e il benessere della popolazione fanno riferimento a diversi elementi che van-no dall’accesso ai servizi e alle strutture, nonché alla qualità ambientale complessiva di un luogo.

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Riguardo all’accesso a servizi e strutture, ci si riferisce alla possibilità da parte degli u-tenti di accedere a servizi sanitari, strutture culturali, a diverse possibilità di spostamen-to, ecc. Riguardo al benessere dei cittadini, invece, ci si riferisce a tutto ciò che è inerente alla salute umana, come la qualità dell’aria, delle acque, ecc. L’ambiente urbano è una entità territoriale particolarmente critica dal punto di vista del-la sanità pubblica a causa delle elevate concentrazioni di attività antropiche inquinanti in uno spazio limitato. I cittadini sono esposti, insieme a tutti gli altri organismi animali e vegetali presenti, a miscele di agenti fisici e chimici potenzialmente dannosi. Un posto prioritario spetta senz’altro agli inquinanti atmosferici derivanti in prevalenza dal traffi-co, ma non bisogna trascurare altri tipi di inquinamento come quello acustico, elettro-magnetico, idrico e quello connesso allo smaltimento dei rifiuti. In particolare nelle città, i fattori di rischio principali sono: - l’inquinamento atmosferico (fattore che rappresenta una gran parte dei problemi di sa-lute della popolazione, in termini di riduzione dell’attesa di vita, qualità della vita e nu-mero di persone affette); - l’inquinamento da rumore; - l’inquinamento negli ambienti confinati (comprendente Radon, umidità e fumo passi-vo); - l’elettrosmog. La salubrità dell’ambiente urbano ha inoltre influenza sulla componente psichica degli individui. Per proteggere la salute e migliorare il benessere della popolazione, azioni possibili so-no:

• delocalizzazione delle aree produttive esternamente ai centri abitati; • distanze dei nuovi edificati dalle reti di distribuzione elettrica (maggiori di quan-

to è richiesto per le fasce di rispetto) e/o delocalizzazione delle linee elettriche lontane da recettori sensibili;

• riorganizzazione dell’assetto viario e incremento delle piste ciclopedonali per facilitare gli spostamenti e favorire l’impiego di mezzi di trasporto ecologici;

• realizzazione di barriere e fasce a verde atte a contenere l’inquinamento acustico e le emissioni di inquinanti in atmosfera dovute principalmente al traffico veico-lare;

• recupero di aree degradate allo scopo di realizzare strutture al servizio dei citta-dini

• ampliamento delle aree a verde in modo da aumentare il rapporto rispetto alla superficie edificata;

• realizzazione di una rete ecologica in ambito comunale atta a migliorare la frui-zione delle aree naturalistiche presenti.

Nella compilazione delle matrici, la protezione della salute e del benessere dei cittadini è connessa a:

• - benessere psico-fisico, salute; • - senso di sicurezza; • - piacevolezza e salubrità dell’ambiente urbano; • - disponibilità di servizi e infrastrutture; • - accesso alla casa e al lavoro;

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• - libertà di movimento e disponibilità di alternative di modalità di spostamento; • - senso di appartenenza alla comunità; • - concreta possibilità di crescita culturale.

L’elenco degli 10 criteri assunti discende direttamente dall’analisi degli obiettivi di so-stenibilità e programmatici sovraordinati presentati da documenti ufficiali, linee guida, nonché dal quadro pianificatorio (PTR e PTCP) precedentemente descritto (Cap. 2.1 e Cap. 2.2). La tabella seguente (Tab. 10.1) riporta la relazione tra obiettivi di sostenibilità pro-grammatici precedentemente evidenziati ed i criteri di compatibilità assunti, verso cui il PII deve relazionarsi.

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Tabella 9.1 – Criteri di compatibilità assunti

CC 01 CC 02 CC 03 CC 04 CC 05 CC 06 CC 07 CC 08 CC 09 CC 10 Criteri di Compatibilità ambientale

(CC) Obiettivi di Sostenibilità e programmatici sovraordinati (OSP) T

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UE 01 ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; X X

UE 02 impiego di risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; X X

UE 03 uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti; X

UE 04 conservare e migliorare lo stato della fauna e della flo-ra selvatiche, degli habitat e dei paesaggi; X X X X X

UE 05 conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle ri-sorse idriche; X X X X X X

UE 06 conservare e migliorare la qualità delle risorse stori-che e culturali; X X

UE 07 conservare e migliorare la qualità dell’ambiente loca-le; X X X X X X X X X

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CC 01 CC 02 CC 03 CC 04 CC 05 CC 06 CC 07 CC 08 CC 09 CC 10 Criteri di Compatibilità ambientale

(CC) Obiettivi di Sostenibilità e programmatici sovraordinati (OSP) T

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UE 08 protezione dell’atmosfera; X X X X X

UE 09 sensibilizzazione alle problematiche ambientali, svi-luppare l’istruzione e la formazione in campo ambien-tale;

X X

UE 10 promuovere la partecipazione del pubblico alle deci-sioni che comportano uno sviluppo compatibile. X

CIPE 01 conservazione della biodiversità; X X X X CIPE 02 protezione del territorio dai rischi idrogeologici; X

CIPE 03 riduzione della pressione antropica sui sistemi natura-li, sul suolo a destinazione agricola e forestale; X X X X X X X

CIPE 04 riequilibrio territoriale ed urbanistico; X X X X X X CIPE 05 migliore qualità dell'ambiente urbano; X X X X X X X CIPE 06 uso sostenibile delle risorse naturali; X X

CIPE 07 riduzione dell'inquinamento acustico e della popola-zione esposta; X X X X

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CIPE 08 miglioramento della qualità delle risorse idriche; X X X

CIPE 09 miglioramento della qualità sociale e della partecipa-zione democratica; X X

CIPE 10 conservazione o ripristino della risorsa idrica; X X

CIPE 11 riduzione della produzione, recupero di materia e re-cupero energetico dei rifiuti. X X X

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PTR 01

(Ob. 5) Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria: contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili, attraverso: la promozione della qualità architettonica degli interventi; la riduzione del fabbi-sogno energetico degli edifici; il recupero delle aree degradate; l’integrazione funzionale.

X X X

PTR 02

(Ob. 7) Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la preven-zione e il contenimento dell’inquinamento delle ac-que, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico.

X X X X X X X X X X

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i

PTR 03

(Ob. 8) Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (i-drogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque.

X X X X X

PTR 04

(Ob. 16) Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti e-nergetiche) indispensabili per il perseguimento dello svi-luppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle ri-sorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei ri-fiuti.

X X X X X X

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PTR 05

(Ob. 17) Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti e-cologiche, la riduzione delle emissioni che alterino il clima ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamen-to delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata

X X X X X X X

PTR 06

(Ob. 20) Promuovere l’integrazione paesistica, am-bientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tra-mite la promozione della qualità progettuale, la miti-gazione degli impatti ambientali e la migliore conte-stualizzazione degli interventi già realizzati.

X X X X X

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PTR 07

(Ob. 21) Realizzare la pianificazione integrata del ter-ritorio e degli interventi, con particolare attenzione al-la rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualifica-zione progettuale e di valorizzazione del territorio.

X X X X

PTCP 01 Ob 01. Compatibilità ecologica e paesistico-ambientale delle trasformazioni X X X X X X X X

PTCP 02 Ob 02. Integrazione tra sistema insediativi e della mo-bilità X X X

PTCP 03 Ob 04. Compattazione della forma urbana X X X PTCP 04 Ob 05. Innalzamento della qualità insediativa X X X

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Esiti dell’analisi L’”analisi di coerenza” verifica la congruenza tra gli intenti perseguiti dal PII in ogget-to. La coerenza tra il PII ed i Criteri di compatibilità ambientale è presentata nella seguente tabella nella quale sono state utilizzate le seguenti notazioni: Coerente 5 Parzialmente coerente 4 Non coerente 3 Coerenza da verificare nelle successive fasi di progettazione 2 Indifferente 1 Tabella 9.2 – Matrice di Coerenza tra Obiettivi del PII e Criteri di Compatibilità am-bientale

Obiettivi e Azioni di PII Criteri di compatibilità ambientale PII

Tutelare e contenere il consumo di suolo 5 Contenere l'impermeabilizzazione del suolo 5 Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano 2 Compattare la forma urbana 4 Incentivare il risparmio energetico, sia come efficienza di utilizzo sia come ri-duzione dei consumi 5

Miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee e contenimen-to dei consumi 2

Migliorare e tutelare la qualità dell'aria 4 Migliorare il clima acustico 2 Migliorare il sistema viabilistico e della mobilità 4 Proteggere la salute e migliorare il benessere dei cittadini 5

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Effetti del Programma Nella scheda seguente vengono sintetizzate le possibili implicazioni ambientali delle scelte del PII, comprese le indicazioni di riduzione dell’impatto potenziale atteso. Categorie di pressione Pressioni attese Impatti poten-

ziali Considerazioni

Consumi

Consumi idrici Consumi energetici

Incremento del consumo di ri-sorsa

Il PII prevede criteri costruttivi di risparmio energetico degli edifici. Dovrà prevedere le migliori tecno-logie per la riduzione anche del consumo idrico. Gli allacciamenti alla rete degli im-pianti gas, energia elettrica, acqua e fognatura dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti gestori.

Emissioni

Emissioni in atmosfera Emissione: da riscalda-mento Emissione: da traffico indotto Scarichi idrici Rumore da traffico in-dotto

Peggioramento dei livelli di inquinamento atmosferico, idrico e acusti-co

Il contenimento dell’incremento dei livelli di inquinamento da riscal-damento e la riduzione dei volumi di acque usate generate devono es-sere attuate attraverso l’assunzione nel progetto delle migliori pratiche. Il recupero di superfici permeabili rispetto alla situazione attuale con lo smantellamento dei manufatti industriali esistenti (edifici e piaz-zali) comporta una riduzione dei volumi di acque meteoriche da smaltire. L’aumento dei residenti (vedi an-che interferenze) e delle disponibi-lità di parcheggi potrà comportare un incremento locale del traffico veicolare, attenuato dalla realizza-zione di percorsi ciclopedonali e dalla loro riqualificazione che con-sentirà il collegamento funzionale tra la città, il nuovo insediamento e le zone residenziali poste ad est della ferrovia.

Rifiuti Rifiuti solidi urbani Aumento della produzione

L’aumento della produzione è lega-to all’incremento dei residenti nel comune, indotto dalla nuova dispo-nibilità abitativa.

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Categorie di pressione Pressioni attese Impatti poten-

ziali Considerazioni

Ingombri Volumi fuori terra delle opere edili

Modifica del quadro morfo-logico dell’ambito

L’intervento proposto si svilupperà su un’area industriale attualmente dismessa, pertanto comporterà so-stanziali modifiche degli ingombri paesistici, delle altezze, dell’andamento dei profili di sezio-ne trasversale urbane/cortile, dei rapporti pieni/vuoti, degli allinea-menti tra aperture e superfici piane e dell’articolazione dei volumi.

Interferenze

Aumento presenze u-mane Impermeabilizzazione suolo

Esposizione della popola-zione insedia-bile a fattori di disturbo

Il PII non comporta l’incremento delle superfici impermeabili. Si propone comunque l’impiego di materiali permeabili (ove compati-bile) per le pavimentazioni (par-cheggi e percorsi), la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque di pioggia potenzial-mente non inquinate di dilavamento delle superfici non permeabili.

La nuova destinazione d’uso può comportare la potenziale esposizio-ne degli abitanti a fattori di disturbo generati dal traffico stradale che può essere mitigato (in parte) tra-mite strutture arboreo – arbustive e rimodellamento del terreno.

Le stesse dovranno essere funzio-nalmente collegate alle sistemazio-ni delle aree verdi pertinenziali alle quali è richiesto di concorrere (as-sieme alla qualità formale finale degli edifici) alla riduzione dell’impatto paesistico.

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10. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE La sintesi delle considerazioni di natura ambientale derivanti dalla proposta progettuale sono sintetizzate nel quadro che segue.

Effetti ambientali positivi attesi Effetti ambientali negativi attesi

Localizzazione di carattere strategico ri-spetto alla politica amministrativa del bene casa, con inserimento dell’edificato previ-sto in edilizia in zona già urbanizzata; in-fatti l’ubicazione dell’intervento consente di recuperare un area degradata e di prose-guire l’edificazione in espansione, in una logica di continuità urbana e morfologica, come da indicazioni di P.R.G. Il PII prevede criteri costruttivi di rispar-mio energetico degli edifici. I necessari allacciamenti alla rete degli impianti gas, energia elettrica, acqua e fo-gnatura rispettano tutte le norme e prescri-zioni previste dai soggetti gestori. La realizzazione dei percorsi ciclopedonali consente la realizzazione di un ulteriore tratto delle piste ciclo-pedonali funzional-mente collegato ai percorsi di livello inter-comunale previsti negli intenti del piano provinciale per la formazione e la riquali-ficazione dei percorsi ciclo-pedonali e consentirà il collegamento funzionale tra la stazione ferroviaria, il nuovo quartiere residenziale e le aree del Parco di Oreno. Aumento della superficie a verde in ambi-to urbano. Aumento della disponibilità di parcheggi di zona.

Aumento di residenti insediati e conse-guente aumento del consumo di risorse e di generazione di inquinanti generati dal comparto rispetto all’attuale assetto. La nuova destinazione d’uso può compor-tare la potenziale esposizione degli abitanti a fattori di disturbo generati dal traffico stradale che può essere mitigato (in parte) tramite strutture arboreo - arbustive. L’aumento dei residenti e delle disponibi-lità di parcheggi potrà comportare un in-cremento locale del traffico veicolare.

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Prescrizioni

Il progetto dovrà prevedere tutti i provvedimenti tecnici necessari al massimo conteni-mento dei consumi di risorse ambientali

Il progetto dovrà prevedere tutti i provvedimenti tecnici per la massima riduzione della generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti dei servizi.

Al fine di ridurre le superfici impermeabili, il PII dovrà prevedere l’impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le pavimentazioni (percorsi e parcheggi), l’utilizzo di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque di pioggia potenzialmente non inquinate di dilavamento delle superfici non permeabili La nuova destinazione d’uso può comportare la potenziale esposizione degli abitanti a fattori di disturbo generati dal traffico stradale che può essere mitigato (in parte) tramite strutture arboreo - arbustive. Le stesse dovranno essere funzionalmente collegate alle sistemazioni delle aree verdi pertinenziali alle quali è richiesto di concorrere (assieme alla qualità formale finale degli edifici) alla riduzione dell’impatto paesistico

Al fine di consentire la programmazione comunale di un’infrastruttura stradale che con-sentirà di superare la barriera determinata dalla linea ferroviaria, ipotesi che dovrà esse-re valutata in sede di PGT e di Programma delle Opere Pubbliche, dovrà essere riservata e lasciata libera per tale opera una porzione dell’area di intevento.

Il PII colma un vuoto urbanistico creato dalla dismissione e relativo abbandono dell’area industriale “ex Falck”, risolvendo anche un problema di inquinamento origina-to dalle pregresse attività; inoltre propone soluzioni tecniche adeguate per migliorare la sostenibilità ambientale dell’intervento. Connette formalmente due brani della città, sto-ricamente separati dalla linea ferroviaria. Le funzioni progettualmente previste consen-tono di rendere attrattiva la scelta urbanistica in relazione alla loro diversificazione e complessità. Si ritiene che una maggiore sostenibilità complessiva dell’intervento possa essere otte-nuta attraverso un miglioramento delle performance ambientali del programma acco-gliendo le prescrizioni individuate. L’analisi qui condotta evidenzia che l’intervento non pone trasformazioni ambientali negative rispetto allo stato di fatto: al contrario produce, come detto prima, una serie di effetti positivi nel recupero e riqualificazione di un sito industriale abbandonato, avente una rilevante superficie impermeabile e avulso dalla vita della città e dal contesto urba-no.

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11. ALLEGATI TECNICI Al presente Rapporto Preliminare è allegato il “Rapporto di impatto veicolare a suppor-to della procedura di verifica di assoggettabilità alla VAS”.