Vento largo (113) Of Woman, che già nel titolo lascia intuire il senso ultimo di un lascito...

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dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. Vento largo (gennaio 2018) (libri) Margaret Drabble, La piena, Bompiani Seguendo le odissee quotidiane di Francesca Stubbs, che ispeziona case di riposo e istituti per anziani, Margaret Drabble costruisce un romanzo corale che spazia dalla campagna inglese a Lanzarote, un esilio dorato che comunque, come altro luogo, rischia di essere travolto perché La piena non concede nulla. Un romanzo pieno di voci mature e femminili che Margaret Drabble orchestra con grande tatto. (libri) Natsume Sōseki, Raffiche d’autunno, Lindau Nell’incontro di tre personaggi, un professore che abbandona l’insegnamento per dedicarsi alla scrittura (Shirai Dōya) e due neolaureati in lettere (Nakano Kiichi e Takayanagi Shūsaku), Natsume Sōseki racconta, nella bellezza delle sue descrizioni, l’evoluzione di un universo culturale, quello del Giappone, con un linguaggio raffinato e perfetto per i più giovani, ma adatto a tutti. (libri) Irwin Shaw, L’amore in una strada buia, Mattioli 1885 Irwin Shaw introduce così L’amore in una strada buia: “In una raccolta di storie puoi essere tutti gli uomini, o frammenti di uomini, degni e indegni, che in ogni stagione si susseguono in te. E’ un lusso da non sottovalutare”. I dieci racconti rispecchiano benissimo la sua definizione a partire dalla perfezione di L’uomo che sposò la ragazza francese, ambientato in una Parigi inquieta, ambigua e fumosa. Da riscoprire. (libri) Gianrico Carofiglio, Le tre del mattino, Einaudi Padre e figlio si ritrovano in un pomeriggio di giugno di trent’anni fa a Marsiglia, dove staranno insieme per due notti insonni e altrettanti giorni movimentati nel contorno dei paesaggi marini, nella cui cornice Gianrico Carofiglio inserisce un racconto in cui confluiscono i temi ricorrenti delle illusioni, dei rimpianti, degli equivoci che il tempo ingarbuglia e che solo la scrittura riesce a liberare. (libri) Julien Gracq, La riva delle sirti, L’Orma Da trecento anni la repubblica di Orsenna, è sospesa tra una guerra mai finita, l’enorme bagaglio di tradizioni e un futuro incerto, avvolto in una “fantasmagoria di brume”. L’attesa, senza speranza, consuma i protagonisti, a partire dal giovane Aldo e tra la brulicante vita cittadina e i paesaggi bucolici lungo una frontiera inquietante, Julien Gracq racconta la decadenza di un’intera civiltà. Molto acuto. (libri) Joy Williams, L’ospite d’onore, Black Coffee Ammirata da Raymond Carver, John Cheever, Grace Paley e Anne Beattie, Joy Williams è una scrittrice spigolosa e precisa, a partire dalla constatazione che “la vita è grottesca e piena di crudeli e inutili distrazioni. La nostra ignoranza non ha confini”. Lo stile già visto in I vivi e i morti (Nutrimenti) è l’elemento trainante e unificante dei racconti raccolti, nell’arco di cinquant’anni, in L’ospite d’onore. 113 Anche se alcuni fatti pertinenti vanno sottolineati, l’impressione generale che desidero trasmettere è quella di un portello laterale che si spalanchi mentre la vita è in pieno volo, e di una raffica di tempo nero e ruggente che soffochi con il suo vento sferzante il grido di una catastrofe solitaria. (Vladimir Nabokov)

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dal 2007 la newsletter di Zig Zag, libera e indipendente. Vento largo (gennaio 2018)

(libri) Margaret Drabble, La piena, Bompiani

Seguendo le odissee quotidiane di Francesca Stubbs, che ispeziona case di riposo e istituti per anziani, Margaret Drabble costruisce un romanzo corale che spazia dalla campagna inglese a Lanzarote, un esilio dorato che comunque, come altro luogo, rischia di essere travolto perché La piena non concede nulla. Un romanzo pieno di voci mature e femminili che Margaret Drabble orchestra con grande tatto.

(libri) Natsume Sōseki, Raffiche d’autunno, Lindau

Nell’incontro di tre personaggi, un professore che abbandona l’insegnamento per dedicarsi alla scrittura (Shirai Dōya) e due neolaureati in lettere (Nakano Kiichi e Takayanagi Shūsaku), Natsume Sōseki racconta, nella bellezza delle sue descrizioni, l’evoluzione di un universo culturale, quello del Giappone, con un linguaggio raffinato e perfetto per i più giovani, ma adatto a tutti.

(libri) Irwin Shaw, L’amore in una strada buia, Mattioli 1885

Irwin Shaw introduce così L’amore in una strada buia: “In una raccolta di storie puoi essere tutti gli uomini, o frammenti di uomini, degni e indegni, che in ogni stagione si susseguono in te. E’ un lusso da non sottovalutare”. I dieci racconti rispecchiano benissimo la sua definizione a partire dalla perfezione di L’uomo che sposò la ragazza francese, ambientato in una Parigi inquieta, ambigua e fumosa. Da riscoprire.

(libri) Gianrico Carofiglio, Le tre del mattino, Einaudi

Padre e figlio si ritrovano in un pomeriggio di giugno di trent’anni fa a Marsiglia, dove staranno insieme per due notti insonni e altrettanti giorni movimentati nel contorno dei paesaggi marini, nella cui cornice Gianrico Carofiglio inserisce un racconto in cui confluiscono i temi ricorrenti delle illusioni, dei rimpianti, degli equivoci che il tempo ingarbuglia e che solo la scrittura riesce a liberare.

(libri) Julien Gracq, La riva delle sirti, L’Orma

Da trecento anni la repubblica di Orsenna, è sospesa tra una guerra mai finita, l’enorme bagaglio di tradizioni e un futuro incerto, avvolto in una “fantasmagoria di brume”. L’attesa, senza speranza, consuma i protagonisti, a partire dal giovane Aldo e tra la brulicante vita cittadina e i paesaggi bucolici lungo una frontiera inquietante, Julien Gracq racconta la decadenza di un’intera civiltà. Molto acuto.

(libri) Joy Williams, L’ospite d’onore, Black Coffee

Ammirata da Raymond Carver, John Cheever, Grace Paley e Anne Beattie, Joy Williams è una scrittrice spigolosa e precisa, a partire dalla constatazione che “la vita è grottesca e piena di crudeli e inutili distrazioni. La nostra ignoranza non ha confini”. Lo stile già visto in I vivi e i morti (Nutrimenti) è l’elemento trainante e unificante dei racconti raccolti, nell’arco di cinquant’anni, in L’ospite d’onore.

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“Anche se alcuni fatti pertinenti vanno sottolineati, l’impressione generale che desidero trasmettere è quella di un portello laterale che si spalanchi mentre la vita è in pieno volo, e di una raffica di tempo

nero e ruggente che soffochi con il suo vento sferzante il grido di una catastrofe solitaria”. (Vladimir Nabokov)

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Vento largo (gennaio 2018)

(dischi) Glen Hansard, Between Two Shores, Anti

La conferma definitiva di un cantautore e un interprete appassionato e coinvolgente: in Between Two Shores, Glen Hansard, oltre a ricordare i suoi punti di riferimento (Bob Dylan, Van Morrison e quello che li ha miscelati meglio di tutti, Bruce Springsteen), sorprende per la squillante energia, che si rivela negli arrangiamenti ricchi di ritmo, fiati e chitarre a tutto volume. Senza eccessi, con molta grazia.

(dischi) Billy Bragg, Bridges Not Walls, Cooking Vinyl

Dopo una lunghissima carriera, costellata di dischi se non belli (uno su tutti: Don’t Try This At Home), sempre dignitosi e coerenti con le proprie (solidissime) idee, capace di collaborare tanto con i Wilco (i due volumi di Mermaid Avenue, indispensabili) o Joe Henry, Billy Bragg riesce ancora a stupirci con un piccolo e pertinente breviario dedicato alla confusione dei nostri tempi. Ispirato, lucido e brillante.

(dischi) Sharon Jones & The Dap-Kings, Soul Of Woman, Daptone Records

L’ultimo disco di Sharon Jones, una grandissima voce arrivata a incidere a più di quarant’anni, rivelando non soltanto le sue straordinarie doti di interprete, ma anche tutta una sensibilità maturata in mille esperienze diverse. Soul Of Woman, che già nel titolo lascia intuire il senso ultimo di un lascito spirituale ha anche il pregio di ricordare il lavoro dei Dap-Kings, altrettanto egregi nel seguirla a vista.

(dischi) Ronnie Earl & The Broadcasters, The Luckiest Man, Stony Plain Records

Pur giunto al suo venticinquesimo album, Ronnie Earl (gran chitarrista) continua ad affrontare la vita e il suo blues con immutata passione riunendo per l’occasione parte degli originali Broadcasters con gli attuali Bluetones, tra cui vanno segnalati almeno Sugar Ray Norcia alla voce e all’armonica e Mike Welch alla chitarra, strumento offerto anche agli ospiti Nicholas Tabarias e Peter Ward. Generoso.

(dischi) Barney Bentall, The Drifter & The Preacher, True North Records

Artigiano canadese, raffinato, umile e discreto, Barney Bentall ha coltivato con scrupolo e parsimonia una sua carriera discografica, lontano dalla luci della ribalta, ma sempre con risultati apprezzabili. The Drifter & The Preacher vale qualcosa di più: le sue canzoni sono sospese tra John Prine e Jackson Browne, il suono è un impasto che, dalla Band (compresi i fiati), diventa uno stile molto personale. Notevole.

(dischi) Jazzmeia Horn, A Social Call, Concord Records

Tra standard jazzistici e superbi rhtyhm and blues, con una voce la cui intensità rimanda a Sarah Vaughan e Betty Carter, Jazzmeia Horn si rivela con A Social Call una cantante a suo agio sia con i classici sia con un gruppo di validissimi musicisti (Victor Gould, piano; Ben Williams, basso; Jerome Jennings, batteria; Stacy Dillard, sassofono; Josh Evans, tromba; Frank Lacy, trombone). Da scoprire.

(promemoria) Ricordiamo i prossimi appuntamenti dello Zig Zag Social Club (sempre alle ore 17, puntuali) : sabato 27 gennaio, l’omaggio a Blade Runner; sabato 10 febbraio la presentazione del libro di Robert Palmer, Deep Blues; e sabato 24 febbraio la retrospettiva dedicata agli Allman Brothers a cura di Mauro Zambellini. Nel frattempo, buona lettura e buon ascolto.

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Vento largo (gennaio 2018)