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Venga un angelo e annunci la gioia! Omelia dell’Arcivescovo Mons. Mario Delpini - 25 marzo 2020 - Solennità dell’Annunciazione 1. Manda, Signore, l’angelo dell’annunciazione! Abbiamo bisogno di una annunciazione, di un angelo di Dio che entri nelle case della solitudine smarrita, della convivenza noiosa, della frustrazione prolungata, del soffrire solitario, dell’impegno frenetico e logorante, del morire senza una carezza. Abbiamo bisogno di un angelo di Dio, un angelo dell’annunciazione, che raggiunga ogni donna anche se non si chiama Maria, anche se non abita a Nazaret. Manda, Signore, l’angelo della annunciazione che ripeta le antiche parole: rallegrati, il Signore è con te! 2. L’angelo dell’annunciazione per chi è morto senza una carezza. Manda, Signore, l’angelo della annunciazione per dare una carezza a quelli che sono morti in ospedale: noi non abbiamo potuto stringere la mano nel momento estremo, non ci è stato possibile raccogliere le ultime confidenze, scambiare un bacio per perdonarci. Le incombenze della pietà verso i morti, la sosta silenziosa per ricordare una vita intera, lo scambio consolatorio delle condoglianze, tutto si è trasformato in una desolazione struggente, in un insensato senso di colpa, in una impotenza imbarazzata. ANNO 8 - NUMERO 7 - DAL 30 MARZO AL 12 APRILE 2020 1

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Venga

un angelo

e annunci

la gioia!

Omelia dell’Arcivescovo

Mons. Mario Delpini -

25 marzo 2020 -

Solennità dell’Annunciazione

1. Manda, Signore, l’angelo dell’annunciazione!

Abbiamo bisogno di una annunciazione, di un angelo di Dio che entri nelle case della

solitudine smarrita, della convivenza noiosa, della frustrazione prolungata, del soffrire solitario,

dell’impegno frenetico e logorante, del morire senza una carezza. Abbiamo bisogno di un

angelo di Dio, un angelo dell’annunciazione, che raggiunga ogni donna anche se non si chiama

Maria, anche se non abita a Nazaret. Manda, Signore, l’angelo della annunciazione che ripeta

le antiche parole: rallegrati, il Signore è con te!

2. L’angelo dell’annunciazione per chi è morto senza una carezza.

Manda, Signore, l’angelo della annunciazione per dare una carezza a quelli che sono morti

in ospedale: noi non abbiamo potuto stringere la mano nel momento estremo, non ci è stato

possibile raccogliere le ultime confidenze, scambiare un bacio per perdonarci. Le incombenze

della pietà verso i morti, la sosta silenziosa per ricordare una vita intera, lo scambio

consolatorio delle condoglianze, tutto si è trasformato in una desolazione struggente, in un

insensato senso di colpa, in una impotenza imbarazzata.

ANNO 8 - NUMERO 7 - DAL 30 MARZO AL 12 APRILE 2020 1

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Manda, Signore, l’angelo della annunciazione e ci sia una luce, là dove noi vediamo solo un

abisso insondabile e si apra una porta là dove noi avvertiamo solo un irrimediabile chiusura. Man-

da, Signore, l’angelo della annunciazione e ciascuno dei nostri morti accolga il saluto che invita

alla gioia: rallegrati! Ciascuno dei nostri morti si senta trasfigurato dalla grazia, la grazia non me-

ritata, la grazia che alcuni non hanno neppure chiesto, la grazia che si effonde anche oltre i gesti

della Chiesa, anche oltre la prossimità dei familiari. Ciascuno dei nostri morti si senta chiamato

con un nome nuovo: avvolta dalla grazia, riempita dalla grazia, piena di grazia.

Manda, Signore, l’angelo della annunciazione non solo per i nostri morti, ma anche per i morti

che in questo tempo non fanno notizia, che non fanno mai notizia: i bambini che non sono nati,

chi era atteso e non è venuto e nessuno sa dove sia, i morti che non sono pianti da nessuno,

quelli che forse hanno vissuto soli e sono morti soli, quelli che non contano niente per nessuno. Li

raggiunga il tuo angelo, li chiami per nome, perché al tuo cospetto tutti hanno un volto, una sto-

ria, e un desiderio di felicità. Li raggiunga il tuo angelo per annunciare l’abbraccio: il Signore è

con te.

3. L’angelo della annunciazione per quelli che hanno solo domande.

Manda, Signore, l’angelo della annunciazione per tutti noi, che siamo rimasti con le nostre do-

mande, con il vuoto dell’assenza dei nostri cari, che non siamo riusciti a dare aiuto, non siamo

stati capaci di guarire, non abbiamo potuto dire le parole per consolare, non abbiamo dato

l’ultimo bacio per dire a-Dio, arrivederci.

Manda, Signore, l’angelo della annunciazione alle persone desolate, alle coppie che aspettava-

no un bambino che non è nato, a quelli che aspettavano un amore che non s’è compiuto.

Manda, Signore, l’angelo dalla annunciazione che possa dar conforto a chi vede partire i morti

degli altri, dopo tanto lavoro e tanta scienza per cercare rimedio, manda un angelo per gli infer-

mieri e i medici che sia per loro come un fratello e dica loro: siete anche voi angeli della annun-

ciazione, anche a voi è affidato il messaggio per dire a ciascuno che soffre e si inquieta: il Signore

è con te.

Manda, Signore, l’angelo della annunciazione presso

ciascuno di noi, in ogni casa, dappertutto, e ciascuno pos-

sa sentirsi ispirato a imitare le parole e l’offerta di Gesù:

Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo mi hai

preparato… allora ho detto: “Ecco, io vengo per fare, o

Dio la tua volontà”.

Manda, Signore, il tuo angelo e ci convinca a fare la

tua volontà, a dire come Maria, avvenga per me secondo

la tua parola (Lc 1,38), sia fatta la tua volontà, perché tu

vuoi solo la nostra gioia, tu vuoi solo quell’amore, quel

servire, quello sperare che è principio dell’invincibile gioia:

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te.

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La

Pasqua

verra’…

La Pasqua verrà! Questa certezza è

un faro e ci impone di portare tutti in-

sieme le fatiche e le angosce di coloro

che vivono “in prima linea” questo mo-

mento di emergenza: i tanti malati, soprattutto coloro per i quali la Pasqua sta avvenendo o è già

avvenuta, nella solitudine di una camera sterile; gli operatori del mondo sanitario, a cui va la no-

stra gratitudine e il nostro incoraggiamento, per la dedizione e lo stile vocazionale con cui vivono

il loro lavoro in questo tempo così particolare; le tante persone che vivono con fatica questa con-

dizione di restrizione e clausura imposta, che va a sommarsi ad altri impedimenti e motivi di fatica

(pensiamo in particolare ai nostri anziani, a quelli ricoverati in residenze e strutture sanitarie).

La Pasqua verrà anche nella celebrazione della Chiesa universale, in comunione con Papa

Francesco che ci sta confermando nella fede; in comunione con tutte le Chiese particolari che vi-

vono in contesti di persecuzione, di guerra, di carestia, di insignificanza.

La Pasqua verrà anche nelle nostre celebrazioni che quest’anno avranno un andamento straor-

dinariamente diverso dalla nostra bella e gloriosa tradizione, diverso da quanto già avevamo pro-

grammato e sognato di vivere insieme. Insieme con i giovani e i catecumeni per consegnare il

Simbolo della fede; insieme con tante persone vicine o lontane dalle nostre chiese, ma desiderose

di avere in casa il segno dell’ulivo; insieme tra presbiteri per ascoltare l’Arcivescovo, rinnovare le

nostre promesse sacerdotali, portare nelle nostre comunità il Crisma che unge e conferma i nostri

fratellini più piccoli - lo stesso Crisma unge le mani dei preti novelli nel rito di ordinazione - e gli

Olii per rafforzare il cammino dei catecumeni e per sostenere la fede di malati e infermi.

La Pasqua sarà celebrata in modo straordinariamente diverso perché non ci raduneremo in As-

semblea.

Dobbiamo dirci che, forse un po’ timidamente, abbiamo sperimentato anche un’altra forma di

comunicazione durante le Domeniche di Quaresima. Anche in questo modo abbiamo custodito nel

cuore quella “voglia di comunità” e soprattutto quel desiderio di celebrazione eucaristica domeni-

cale, di cui tutti avvertiamo la mancanza.

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Vorremmo perciò vivere i giorni della “settimana santa” e in particolare del Triduo Pasquale e-

sprimendo nello stesso tempo il legame con il Vescovo e con il presbiterio delle nostre Comunità

Pastorali, e il legame “domestico” della famiglia, delle piccole comunità di vicinato; ed anche il le-

game fraterno con chi è ammalato e solo: ciascuno e ciascuna famiglia, soggetti responsabili della

celebrazione del mistero pasquale in un’intimità domestica che respira secondo il cuore di Dio.

Raccolti i suggerimenti del popolo di Dio e le indicazioni della Congregazione per il Culto Divino e della Conferenza Episcopale Italiana, si stabiliscono queste direttive:

- L’Arcivescovo celebra la Settimana Santa ed il Triduo Pasquale in Cattedrale. Per offrire ai fedeli la possibilità di unirsi in preghiera, le celebrazioni liturgiche saranno tra-smesse in diretta su Chiesa Tv (canale 195 digitale terrestre), www.chiesadimilano.it, Radio Mar-coni, Radio Mater e sul canale YouTube chiesadimilano.it Gli orari delle celebrazioni sono i seguenti: Domenica delle Palme (ore 11.00); Messa nella cena del Signore (ore 17.30); Celebrazione della Passione del Signore (ore 15.00); Veglia Pasquale (ore 21.00); Pasqua di Resurrezione (ore 11.00). - La celebrazione domestica del mistero pasquale. Il Servizio per la Pastorale Liturgica prepara e diffonde attraverso il Portale www.chiesadimilano.it una sussidiazione per la celebrazione nelle case della Domenica delle Palme, del Giovedì santo, del Venerdì santo, della Veglia Pasqua- le e della Domenica di Pa-squa. L’emergenza di questi giorni può rappresentare l’occasione per apprendere uno stile di pre-ghiera in famiglia, tra genitori e figli, sperimentando la responsabilità battesimale, nella gioia di essere “chiesa domestica”. Carissimi fratelli e sorelle, “la Pasqua verrà”. Nelle nostre chiese domestiche, nelle diverse comunità ecclesiali, nelle chiese parrocchiali, nella testimonianza quotidiana di amore, di responsabilità, di ricerca e di servizio di donne e uomini. Insomma nella “Chiesa dalle genti” che lo Spirito santo ci ha fatto e continua a farci scoprire, la Pasqua verrà! E pur in modi diversi dal solito ascolteremo con gioia l'annuncio pasquale: “il sacerdote con apo-stolica voce oggi a tutti proclama: Cristo Signore è risorto! Rendiamo grazie a Dio!”

Buona Pasqua!

Uniti nella preghiera…

i Vostri Sacerdoti Don Emidio, Don Matteo, Don Luigi,

Don Tarcisio e le Reverende Suore

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TEMPO PER TE

di Paolo Curtaz

Lavati spesso le mani

Ma non come faceva Ponzio Pilato: prendi a cuore la situazione: Se ti viene chiesto di osserva-

re dei comportamenti particolari che ti costano fatica, come limitare i tuoi movimenti, è per

proteggere i soggetti deboli e ammalati che non sopporterebbero le conseguenze del virus.

Resto a casa perché mi stai a cuore, chiunque tu sia.

Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute

Ma fai sentire a tutti la tua presenza: se sei a casa inattivo o lavori da casa prova a scrivere

una mail o a fare una telefonata alle persone che da tanto tempo non senti. Fai tu il primo

passo, vinci la pigrizia.

Il Coronavirus è pericoloso, ma la solitudine è letale.

Evita di abbracciare e di stringere le mani, mantieni la distanza di almeno 1 metro

Ma puoi abbracciare con lo sguardo e accarezzare il cuore con un sorriso. E la distanza che ora

dobbiamo osservare non limita l’unione delle anime. Ci sono abbracci e strette di mano super-

ficiali e di circostanza e sguardi che ti fanno volare in attesa di assaporare nuovamente la gioia

del contatto.

Non uscire di casa se non per motivi gravi di lavoro o di salute

Riscopri la gioia di avere del tempo, organizzati la giornata facendoti un programma da rispet-

tare, scandisci il tuo tempo con attività diverse. Fai quel lavoretto di manutenzione che rimandi

da sempre, riprendi in mano un libro, dedica del tempo alla preghiera e alla meditazione, gioca

con i tuoi figli, parla con chi ti sta accanto.

Fai diventare questa prova un’opportunità

Certo mica ce l’aspettavamo una cosa del genere e vogliamo prendere molto sul serio le indicazioni

che ci vengono rivolte per contenere l’epidemia di Coronavirus.

Ma, anche, non farci prendere dal peggiore dei virus: quello della paura e dell’egoismo.

Chissà che questa severa situazione non diventi una grande opportunità per riscoprire cosa ci è

veramente essenziale, cosa determina la grandezza della nostra vita?

Non possiamo ritrovarci a celebrare la Cena del Signore, o per approfondire la Parola con le

lectio insieme, o per meditare la Passione con la Via Crucis, è vero.

Ma, come le prime comunità, possiamo tenerci in contatto con la preghiera,

con i social, con la voglia di leggere quanto succede alla luce della Parola.

Fare della nostra casa un tempio, fare delle nostre giornate un ritiro spirituale,

fare della nostra quarantena la più autentica Quaresima della nostra vita.

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SEGRETERIA PARROCCHIALE CORNATE

Martedì 9.30-11.30

Mercoledì 15.30-18.30

COLNAGO

don Emidio: Lunedì 10.00-11.30

don Luigi: Mercoledì 9.30-11,30 e Giovedì 18.30-19.30

PORTO

RIPOSANO NEL SIGNORE

Cornate: Butti Franco anni 77

Colnaghi Giuseppe anni 78

Valtolina Angela anni 79

Gerlinzani Luca anni 48

Sala Umberto Ignazio anni 89

Vitali Carla anni 87

Arlati Renato anni 82

Colnaghi Serafino anni 79

Colnago: Calvi Luigi anni 84

Monzani Ernesto anni 75

Vittori Maria

039.2182514

039.2182514

Don Emidio Rota Don Luigi Didoni Don Matteo Albani