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G www.regione.veneto.it PRODOTTI DA FORNO E INDUSTRIA DOLCIARIA VINO: CONSUMI ANCORA LIMITATI MA IL MERCATO STA CRESCENDO VENDITE AL DETTAGLIO IN CALO MA I SUPERMERCATI RESISTONO E INVESTONO Un anno difficile ma il Paese ha le risorse per ripartire BRASILE Veneto Glob @ l I.P. IDROCARBURI E BIOCARBURANTI UN OFFSHORE RICCO DI PROMESSE MOBILITÀ “SOSTENIBILE”, UNA SFIDA DA 23 MILIARDI DI DOLLARI

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dossier a cura di

Settembre 2015

I.P.

www.regione.veneto.it

Veneto Glob@l

IL PORTODI VENEZIASi torna ai commerci e alle rotte intercontinentali

DOGANE, MENO BUROCRAZIA MENO COSTI MONTEBELLUNA LO SPORTSYSTEM HA CAMBIATO PELLE CANADA: GLI ACCORDI CON L’EUROPA RIAPRONO IL MERCATO ALL’ITALIAN FOOD

www.regione.veneto.it

Prodotti da forno e industria dolciaria

Vino: consumi ancora limitati ma il mercato sta crescendo

Vendite al dettaglio in calo ma i suPermercati resistono e inVestono

un anno difficile ma il Paese ha le risorse per ripartire

brasile

Veneto Glob@l

I.P.

idrocarburi e biocarburanti un offshore ricco di Promesse

mobilità “sostenibile”,una sfida da 23 miliardi di dollari

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portinuovi mercati

perchè il brasile

Crollo nei prezzi delle materie prime e tensioni politiche hanno fatto emergere alcune fragilità dell’economia brasiliana. Il Paese ora ha bisogno di investimenti e tecnologie per essere più competitivo. E vuole rafforzare i rapporti istituzionali e di business con il Veneto

per le quali il Paese è uno dei prin-cipali esportatori mondiali. Sotto questo profilo, il Brasile risente attualmente delle incertezze della congiuntura internazionale. Come spesso accade in economia, l’in-debolimento di un anello finisce per mettere in maggior evidenza anche altri punti fragili del sistema. Che, nel caso del Brasile, riguar-dano differenti aspetti: la fiscalità estremamente complessa, oltre che onerosa. Un costo del dena-ro particolarmente elevato. Una politica commerciale caratterizza-ta da un forte protezionismo che non favorisce la competitività. Un sistema politico caratterizzato da

un intreccio complesso di allean-ze, interessi e compromessi. La presenza di squilibri strutturali nel sistema pensionistico.Era infondato quindi l’entusiasmo con cui (quasi) tutti gli esperti guardavano al Brasile come a uno dei futuri protagonisti dell’econo-mia mondiali collocandolo nel plo-tone di testa insieme Cina, Russia e India? La risposta è no. Semplice-mente alcune inevitabili debolezze stanno venendo al pettine. E que-sto non solo in Brasile. Ma ciò non significa che i grandi punti di forza del Paese siano crollati. Sono, tra gli altri, la straordinaria dotazione di risorse naturali ed energetiche.

Per le imprese venete ci sono due modi di guardare oggi al Brasile. Il primo tiene conto dell’attua-le fase economica del Paese, in significativo rallentamento per una serie di motivi che derivano sia dal contesto mondiale, sia da quello interno. Il secondo, invece, continua a guardare al Paese co-me a una delle principali economie emergenti dei prossimi decenni. In realtà, entrambi gli sguardi sono fondati: si tratta solo di collegarli. Una parte significativa del boom brasiliano degli ultimi anni deriva dalla crescita della domanda e del-le quotazioni delle materie prime (minerali di ferro, cereali, petrolio)

Ora il Brasile ha bisogno di partnerIl Paese si colloca oggi all’ottavo posto tra le economie mondiali. Il rallentamento attuale, dovuto a vicende politiche contingenti in aggiunta a innegabili ritardi nelle infrastrutture non deve trarre in inganno: l’economia brasiliana mantiene un potenziale intatto grazie alle dimensioni del mercato, alla dotazione di risorse naturali e a un’imprenditoria dinamica, disposta, oggi più che nel passato a sviluppare rapporti di partnership commerciali, produttive e tecnologiche con l’estero. E il “Sistema Veneto” dispone di tutte le carte necessarie a cogliere queste opportunità

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nuovi mercati

cune indicazioni utili per affrontar-li. Convinti che spesso i momenti più opportuni per ottenere ascol-to e stringere legami solidi con un Paese e con i suoi operatori, sono quelli in cui la controparte si trova in difficoltà, e può avere bisogno di noi. E in questo momento sia la classe politica che gli impren-ditori brasiliani sono concordi su un punto: il Nuovo Brasile per riprendere il suo cammino di cre-scita in modo più stabile ed equi-librato ha bisogno di una crescita della produttività. Una sfida quin-di che riguarda le tecnologie, gli

investimenti pubblici e privati, le infrastrutture, la formazione delle risorse umane. è questa la porta che si apre anche a un importan-te rafforzamento dei rapporti del Sistema Veneto, nelle sue diverse componenti, con il Brasile. Dove - e non è un aspetto trascurabile - esiste una fortissima comunità emigrata dalla nostra Regione, in diverse epoche, localizzata soprat-tutto (ma non solo) negli Stati più dinamici del Sudest del Paese e di cui fanno parte anche eminenti personalità del mondo imprendi-toriale, politico e scientifico.

I grandi progressi nella politica di riduzione della povertà persegui-ta con convinzione dai Governi dell’ultimo decennio. La forte cre-scita del mercato interno e di una vasta classe media di consumatori con esigenze crescenti e non sem-pre soddisfatti dell’offerta locale. La presenza di imprese di rilevanza mondiale in tutti i settori dell’eco-nomia: agroindustria, metallurgia, meccanica e industria dell’auto, fi-liera tessile, chimica, informatica, industria aeronautica. L’incidenza tutto sommato ridotta del debito pubblico. In questo dossier cer-chiamo di approfondire l’insieme di questi aspetti con un approccio il più possibile operativo. Indican-do sia le opportunità esistenti e il modo più efficace per valutarle, sia i problemi che inevitabilmente do-vrà affrontare chi intende affacciar-si su questo mercato. Fornendo al-

““Il Nuovo Brasile, per riprendere il suo cammino di crescita in modo equilibrato, ha bisogno di un aumento della produttività

Istituzioni solide e l’interesse verso l’Italia e l’Unione europea sta crescendoIn un’intervista esclusiva per VenetoGlob@l, l’Ambasciatore d’Italia in Brasile, Raffaele Trombetta parla della nuova fase politica che si è aperta in Brasile e che potrebbe portare a una serie di cambiamenti nella gestione economica e amministrativa del Paese con aspetti positivi nel medio e lungo termine

serie di cambiamenti nella gestione economica e politica del Paese? Il So-le 24 Ore lo ha chiesto per Veneto Glob@l a Raffaele Trombetta, amba-sciatore d’Italia a Brasilia.

Ambasciatore, com’è la situazio-ne in questo clima di incertezza?Il contesto politico presenta indub-biamente delle incognite. Ma dalle difficoltà del Brasile sta emergendo un messaggio importante per gli im-prenditori che guardano a questo Pa-ese: oggi, a differenza di un passato non lontano, le istituzioni brasiliane appaiono molto solide. Il sistema giudiziario sta dando prova di grande trasparenza nell’affrontare questioni sensibili come i diversi processi per

corruzione. E bisogna dare atto al Governo di rispettare pienamente questa autonomia. Aggiungo un’ulte-riore osservazione: le manifestazioni di malcontento popolare hanno con-tribuito a mettere in discussione il quadro politico, questo è indubbio. Ma hanno anche fatto emergere un “protagonismo” nuovo dell’opinione pubblica. E questo è un cambiamento importante, in quanto si traduce in una forza di pressione anche positiva e di controllo dell’operato dei Go-verni. In passato c’erano più inerzia e fatalismo, inframezzati da episodi sporadici di protesta.Il Paese, quindi, è maturato.Infine i cosiddetti “fondamentali eco-nomici” del Brasile restano solidi e il

Grande mercato emergente del secondo millennio con Cina, India, Russia. E modello econo-

mico di inclusione sociale. Questo, il giudizio sul Brasile dei maggiori “think tank” dell’economia mon-diale, fino a tempi recenti. Oggi l’immagine è cambiata.C’è stato un crollo dei prezzi delle materie prime agricole e minerarie di cui il Brasile è un importante esportatore. L’econo-mia del Paese ha cessato di crescere. Si sono aggiunte manifestazioni di scontento della popolazione nei suoi diversi strati e sono emersi diversi scandali per corruzione, che hanno aperto un clima di incertezza politi-ca. Si apre quindi una fase di stagna-zione? O è piuttosto è l’inizio di una

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nuovi mercati

ese vuole essere competitivo. Questo mutato atteggiamento si sta tradu-cendo in minori ostacoli burocratici e anche in una crescente disponibilità verso gli investitori esteri. Il motivo risiede anche nell’urgente bisogno di forti investimenti nelle infrastrutture e nell’energia. I primi risultati li ve-diamo nelle ultime gare pubbliche: più trasparenti, con minori vincoli di “localizzazione” per le imprese estere che partecipano. E non è soltanto lo Stato a lanciare segnali in questa dire-zione. Anche le imprese brasiliane si sono rese conto di aver bisogno di un forte apporto esterno di tecnologia per restare competitive. Per questo motivo, stanno guardando all’Euro-pa con maggiore interesse rispetto al passato. Ne abbiamo avuto una prova recente in occasione della visita del ministro Gentiloni a seguito della quale abbiamo aperto un tavolo di lavoro congiunto di lavoro fra Italia e Brasile a cui partecipano anche i rap-presentanti delle nostre aziende che operano nei settori via via interessa-ti. Il tavolo di lavoro sta focalizzando

l’attenzione sui settori individuato dai Presidenti Renzi e Rousseff come prioritari: energia, porti e aeroporti, autostrade, ferrovie, settore aerospa-ziale, in particolare nella filiera, dei microsatelliti spaziali. Ma lo stesso approccio può essere esteso anche a settori più tradizionali come la mec-canica, la filiera tessile e altre ancora. E c’è molto interesse da parte delle imprese brasiliane anche per colla-borazioni nel settore dell’interior design e la filiera del mobile. Sotto questo profilo il momento di tran-sizione che sta passando il Paese si rivela particolarmente favorevole per chi intende affrontare questo mercato.

Le imprese che iniziano a opera-re in Brasile hanno spesso diffi-coltà a identificare il luogo in cui collocarsi?L’Ambasciata sta sviluppando da al-cuni anni un programma di rafforza-mento dei rapporti con i diversi Stati del Brasile. Lo facciamo, organizzan-do cosiddette “missioni di sistema” in cui siamo accompagnati dalle nu-merose imprese italiane già localiz-zate nel Paese e da altre provenienti direttamente dall’Italia. E abbiamo sempre raccolto un interesse molto elevato da parte delle controparti brasiliane, incluse le organizzazioni imprenditoriali locali.

Paese dispone anche di massicce ri-serve valutarie che in caso di necessi-tà o di pressioni speculative, lasciano importanti margini di manovra.

Per rendere più competitivo il Paese e far ripartire lo sviluppo, però, servono riforme economi-che difficili da avviare soprattut-to dovesse procedere la richiesta di impeachment della presidente Roussef.Se questo dovesse avvenire, il Tribu-nale Federale ha chiarito molto bene quale sarebbe il processo istituziona-le, inclusa, eventualmente l’assun-zione della carica di capo dello Stato da parte dell’attuale vicepresidente. Quindi: nessun rischio di instabilità istituzionale. Per quanto riguarda l’economia sottolineo due aspetti. Da parte dei responsabili politici c’è comunque una forte volontà di migliorare il contesto normativo in cui operano le imprese. Si aggiunge una diffusa consapevolezza che il tradizionale protezionismo, non ha prospettive a lungo termine se il Pa- ““Oggi le istituzioni brasiliane appaiono molto solide. E il sistema giudiziario sta dando prova di grande trasparenza

Gruppo di Lavoro bilaterale nell’ambito del Protocollo d’Intesa sugli investimenti II Ministro della Pianificazione Economica brasiliano Nelson Barbosa e il Ministro Gentiloni firmano l’accordo. Il Gruppo di Lavoro ha lo scopo di approfondire le opportunità di business tra imprese brasiliane e italiane in diversi settori

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nuovi mercati

Presenza italiana in Brasile

L’Italia è il secondo partner commerciale europeo del Brasile, dopo la Germania, e l’ottavo a livello mondiale. Consistenti anche gli

investimenti italiani nel Paese (oltre 5 miliardi di dollari) che si concentrano per circa il 30% nel settore dei servizi e delle telecomunicazioni e per un altro 30% circa nel settore automobilistico. Complessivamente le aziende italiane con attività produttive in Brasile sono più di 500. Includono sia grandi gruppi come Fiat, Pirelli, Prysmian, Telecom, Enel, Saipem, sia un gran numero di Pmi.

L’Ambasciatore Raffaele Trombetta (a destra)con il Presidente di Pirelli Brasile Paolo Dal Pino

Ministro Gentiloni a San Paolo, ad esempio, abbiamo organizzato un incontro proprio con la comunità lo-cale degli imprenditori italo-brasilia-ni. L’evento ha riscosso un altissimo gradimento e un forte desiderio di trovare nuovi canali di collaborazio-ne. Queste persone, esprimevano anche un forte ottimismo sul futuro a medio e lungo termine del Paese. Vedevano, quindi le difficoltà attuali come un fatto momentaneo.Aggiun-go che questa stessa comunità con-tinua a fornirci un grande supporto nell’azione di diffusione della nostra cultura e della nostra immagine in Brasile. Nel 2014 abbiamo lanciato l’idea di una vera e propria “tour-née” italiana in concomitanza con la Coppa del Mondo di calcio(“Italia na Copa”) interamente autofinanziata, quindi senza alcun contributo a ca-rico dello Stato italiano, con un pro-gramma che comprendeva oltre un centinaio di eventi e che ha coper-to tutto il Paese: spettacoli teatrali,

programmi musicali, cinema, fiere gastronomiche ma anche incontri bilaterali su temi tecnici e scientifici e di business con la partecipazione di imprenditori, istituzioni economi-che, università, progettisti ed esper-ti di design di entrambi i Paesi. Ha contribuito anche a promuovere i nostri prodotti, la nostra immagine, le nostre capacità. In tutto questo la comunità italiana in Brasile ha dato un grandissimo contributo in termi-ni di entusiasmo e partecipazione oltre che di supporto economico.

Quali sono le istituzioni del Si-stema Italia presenti nel Paese e come si coordinano?L’Ambasciata con sede a Brasilia se-gue principalmente i rapporti con le Istituzioni sia a livello federale che di singoli Stati, inclusi alcune dossier tecnico-economici legati a investimento e interscambio. Re-centemente, ad esempio, abbiano ottenuto risultati molto positivi per

Questo ci ha aperto dei canali im-portanti per raccogliere ulteriori informazioni e coltivare rapporti. Il quadro che si propone in questo contesto è molto articolato. Posso proporre alcuni esempi. San Paolo, resta uno dei motori trainanti del Paese e ha appena lanciato un am-bizioso piano di infrastrutture che offre diverse opportunità di coinvol-gimento anche ad aziende italiane. Il Rio Grande do Sul, in cui è localizzata una forte immigrazione dall’Italia, in particolare dal Veneto, ha un tessuto produttivo e imprenditoriale molto simile al nostro, compresi numero-si imprenditori di origine italiana, estremamente recettivi a proposte provenienti dal nostro Paese. Nello Stato di Santa Catarina esiste un forte interessamento nei nostri confronti da parte del settore navale e cantie-ristico. Gli Stati del Nord e Nordest, Pernambuco, Bahia, Rio Grande do Norte e altri, offrono grandi oppor-tunità nel settore delle energie rin-novabili, con particolare riguardo a solare ed eolico. E poi c’è l’immenso potenziale agricolo e agroindustriale degli Stati interni come Mato Gros-so, Tocantins con milioni di ettari da gestire in modo più produttivo attraverso interventi di meccaniz-zazione agricola e delle attività di prima lavorazione e trasformazione dei prodotti. Che sono settori in cui l’offerta italiana può essere molto competitiva

L’immigrazione italiana, e la pre-senza di numerosi personalità di origine italiana nel mondo im-prenditoriale e politico brasilia-no sono una risorsa da sfruttare? Bisogna intendersi: se pensassimo che queste persone possano costi-tuire una “testa di ponte” disposta a privilegiare l’Italia nei rapporti eco-nomici, sbaglieremmo. “Business is business”, come dicono gli anglosas-soni. Però è innegabile che questo legame si traduce in una capacità di comprensione e in un capitale di simpatia reciproca, difficile da defi-nire nelle sue singole componenti ma che ha grande valore e che l’Am-basciata è impegnata a coltivare. In occasione della recente visita del

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nuovi mercati

creando ulteriore valore. La stessa esperienza di “Italia na Copa” ci ha confermato che a volte basta pro-porre un filo conduttore coerente per aggregare iniziative e manifesta-zioni che in parte erano già previ-ste ma che, grazie al contesto in cui sono state inserite, hanno assunto maggiore consistenza, riscuotendo un successo e un’attenzione supe-riori a ogni aspettativa.

Nel 2016 è prevista una ripre-sa dei negoziati per un accordo economico allargato tra l’Unio-ne Europea e il Mercosur, il Mer-cato Comune del Sudamerica, in cui il Brasile ha peraltro una posizione dominante.Il Mercosur è indubbiamente una realtà importante. Ma un’economia, come quella brasiliana, con un im-portante apparato industriale e forti ambizioni anche sul piano tecnologi-co e dell’innovazione, ha bisogno di altri spazi di crescita per esprimere il suo potenziale. In questa rincorsa il Paese comincia ad avvertire un certo ritardo che non è più compensato dal boom nei prezzi delle materie prime. Di qui un interesse crescen-te verso il rapporto con l’Unione Europea che, oltre a costituire un mercato di sbocco importante, può offrire al Brasile anche altre cose. Ad esempio un apporto tecnologico per aumentare la competitività del Paese e programmi comuni nel cam-po dell’innovazione e della ricerca. Questo sia attraverso rapporti istitu-zionali, sia attraverso forme diverse di cooperazione tra imprese.

l’eliminazione di alcuni vincoli nor-mativi all’esportazione delle nostre specialità alimentari nel Paese. Sul territorio abbiamo una buona rete consolare con sedi a Sao Paolo, Rio de Janeiro, Porto Alegre (Rio Gran-de do Sul), Belo Horizonte (Mina-sGerais), Curitiba (Paranà), Recife (Pernambuco) che in molti casi si occupa anche di fornire un sup-porto agli imprenditori interessati a operare nel Paese. Che invece è la missione specifica a cui è preposto l’Ufficio dell’Agenzia Ice (Istituto del Commercio Estero) localizzato a San Paolo che mette a disposizione delle nostre imprese una gamma comple-ta di servizi per la ricerca di partner, l’approfondimento di tematiche normative e fiscali e che dispone di uno staff di analisti di mercato. Si aggiungonole Camere di Commer-cio italo-brasiliane, localizzate anche queste a San Paolo, Rio de Janeiro, Porto Alegre, Fortaleza, Belo Hori-zonte, Curitiba oltre a Florianopolis

(Santa Catarina) con un importante rete di contatti nel territorio, e gli Istituti Italiani di Cultura, con sede a San Paolo e Rio de Janeiro che presiedono all’attività di promo-zione culturale. In questo contesto l’Ambasciata si adopera soprattutto di dare sistematicità ai programmi e alle iniziative dei diversi soggetti,

pEr sapErNE dI pIùIce La sezione dedicata al Brasile ospita una Guida Paese per gli operatori economici, diverse schede sul mercato e link utili a istituzioni pubbliche e private.www.ice.gov.it/paesi/america/brasile/

ambasciata d’Italia a BrasiliaIl sito riporta numerose informazioni sui rapporti economici bilaterali di cooperazione con il Brasile. Indica link e indirizzi delle sedi consolari e Camere di commercio italiane in Brasile, e dell’Istituto Italiano di

cultura. La pagina “fare affari in Brasile” riporta il link a un documento realizzato in collaborazione con Kpmg e Confindustria sulla presenza di aziende italiane in Brasilewww.ambbrasilia.esteri.it/

Infomercati Esteri La sezione dedicata al Brasile riporta analisi economiche e di mercato, news su opportunità di business, documenti di approfondimento e linkwww.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=38

A sostegno delle imprese L’ambasciata italiana a Brasilia ha recentemente organizzato una Tavola Rotonda sulla cooperazione nel settore aerospaziale con l’Amministratore Delegato di Finmeccanica e Telespazio (foto in alto) e ha ospitato la riunione tra una Delegazione di imprenditori italiani con il Ministro pro tempore della Pianificazione Nelson Barbosa (qui sopra)

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consumi

Il commercio al dettaglio ha risentito della crisi, ma il momento difficile è visto dalla Grande Distribuzione Organizzata come un’opportunità per lanciare nuovi formati. Obiettivo: una maggior vicinanza al cliente anche negli acquisti quotidiani. Calibrando l’offerta su acquirenti sempre più attenti al rapporto qualità-prezzo e alle azioni di promozione. E l’e-commerce vola

Vendite al dettaglio in calo, ma i supermercati resistono e inVestono

l 2015 è stato un anno in-dubbiamente negativo per il commercio al dettaglio in Brasile, ma il peggio dovrebbe essere passato. Secondo gli ultimi dati della Cnc (Confederaçao

Nacional do Comercio) che coprono un po’ meno della metà del settore, l’anno potrebbe chiudere con un calo delle vendite attorno al 7%, per un fatturato complessivo attorno ai 400 miliardi di dollari. Cnc registra anche la cessazione di numerose at-tività marginali e la perdita di posti di lavoro. Le categorie merceologi-che più colpite sono informatica e quelle dei beni semidurevoli: ma-teriali da costruzione con un calo superiore al 14% seguiti da auto ed elettrodomestici (-11%). In sostanza i brasiliani hanno ridotto gli acquisti meno urgenti. I fattori di maggiore preoccupazione, secondo l’indice di confidenza dei consumatori elabo-rato da Cnc, riguardano l’aumento del costo del denaro, la sicurezza del posto di lavoro e le incertezze della situazione politica. Ci sono però se-gnali di una graduale stabilizzazione: cala, sia pure di pochi punti percen-tuali, l’indice di indebitamento delle famiglie e diminuiscono i ritardi di pagamento e le insolvenze. Il dato è rilevante in quantol’aumento del costo del credito al consumo, già elevato, ha inciso fortemente sulla capacità di spesa dei consumatori. Ma la situazione differisce soprat-tutto a seconda dei canali presi in considerazione. Le catene della grande distribuzione ad esempio,

meglio attrezzate per fronteggiare la situazione con adeguate politiche di prezzo, selezione dei prodotti, contenimento dei costi e riduzione del personale (15mila licenziamenti nel 2015) hanno registrato un calo delle vendite contenuto: -1,56% su base annua in ottobre secondo l’indice elaborato da Abra, l’asso-ciazione brasiliana della Grande Di-stribuzione Organizzata. L’indice, in ripresa ormai da tre mesi (in agosto era sceso dal 4%) è calcolato al netto dell’inflazione Il che indica che i fat-turati sono è comunque aumentati (+ 7,5% su base annua). E infatti i maggiori gruppi operanti nel Paese (Carrefour, Casino, Condor, Muffa-to) ma anche Coop (settore panifica-zione e drogheria) e catene locali di dimensione più contenuta (Sonda, Rena, Confiança, Giassi) continua-no a investire nell’apertura di nuovi negozi. Espansione che è affiancata, peraltro da un crescente numero di campagne promozionali e da una riconfigurazione dei formati con particolare enfasi sui supermercati di quartiere: Carrefour Express, Ex-tra (Pão de Açúcar ), TodaDia (Wal-

mart). “Puntiamo a una maggior vi-cinanza al consumatore anche negli acquisiti quotidiani”, spiega Laurent Cadillat, responsabile dell’insegna Extra. “La crisi ha indubbiamente inciso sui comportamenti d’acqui-sto: ormai anche in Brasile, avremo a che fare con un pubblico sempre più attento ai prezzi e al rapporto prez-zo qualità”, riassume Alvaro Furtad, presidente dell’Associazioone dei commercianti del settore alimentare di Sao Paulo.

I

pEr sapErNE dI pIùConfederação Nacional do Comércio è un’importante associazione che riguarda anche il settore servizi e turismo. Il sito è molto ricco di informazioni (aspetti normativi, iniziative ecc) e di link ad altre organizzazioni locali e settoriali associate. Consente anche di scaricare i dati aggiornati dell’indice mensile dell’andamento del settore (incluse aspettative dei consumatori e degli operator) realizzato da CNCwww.cnc.org.br

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porti

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consumi

GDO, i 10 maggiori gruppi coprono il 65% del fatturato Accanto ai giganti internazionali del settore, presenti con sigle e formati diversi, operano anche diversi gruppi locali, spesso a controllo famigliare, che ormai coprono l’insieme del territorio

alimentare, abbigliamento, articoli sportivi e diversi, affiancati da cate-ne a controllo locale e dal gruppo ci-leno Cencosud, cresciuto nel Paese con l’acquisizione di insegne locali. I primi dieci operatori coprono una quota pari al 65% del fatturato com-

plessivo del settore, pari a circa 259 miliardi di real. Carrefour, Walmart e Muffato sono presenti anche in molti distributori di carburante. Quasi tutti i maggiori gruppi, in particolare Ca-sino e Muffato, sono attivi anche con canali di commercio elettronico B2C.

I l settore della Grande Distribu-zione Organizzata in Brasile è dominato da tre grandi gruppi

internazionali (Casino, Carrefour e Walmart) che gestiscono anche un consistente portafoglio di marchi propri (private label) nei settori

I maggiori operatori della grande distribuzione in Brasile

Società Fatturato 2014 (in mld di real)

Punti vendita Formati Insegne specializzate Focus regionale

CBD (gruppo Casino)

72,8 2.159 Supermercati e Ipermercati (Extra), Cash&Carry (Assai) Centri commerciali (Conviva)

Casas Bahia e Ponto Frio (Elettromestici e casalinghi) farmacie

Carrefour 37,9 258 Supermercati (Carrefour Bairro), Ipermercati, Convenience stores (Carrefour Express)Cash&Carry (Atacadão, Supeco)

Carrefour Drogarias (farmacie)

Walmart 29,6 544 Supermercati (Bom Preço, Mercadorama, Nacional, Todo Dia, Sam’s Club)Ipermercati (Wal-Mart, BIG, Bom Preço)Centri Ingrosso (Maxxi Atacado)

Farmacia Walmart, Big Sabor (ristorazione)

Cencosud Brasil Comercial *

9,8 360 Bretas, Barbosa, Prizunic, Mercantil Rodriguez

Perini (dolci) Minas Gerais, Pernambuco, Rio de Janeiro

Zaffari ** 4,2 37 Supermercati (Zaffari, Bourbon)Cen-tri commerciali (Bourbon Shopping)

Muffato ** 3,7 50 SupermercatiCentri ingrosso (Muffato Max), Centri Commerciali (Punta Grossa)

Condor ** 3,6 40 IpermercatiSupermercati

Supermercados BH ** 3,4 127 Supermercati

Sonda ** 2,9 36 Supermercati (Sonda, Cobal)

SDB Comércio de Alimentos

2,9 51 Supermercati (Comper) Cash&Carry (Fort Atacadista)Centri/distribzione Ingrosso (Bate Forte, Ponto Choc)

* controllata dall’omonimo gruppo cileno ** controllo famigliare localeFonti: Abras e Brasilbusiness.com

pEr sapErNE dI pIùassociação Brasileira de supermercados è l’associazione di riferimento della GDO brasiliana. Il sito riporta notizie aggiornate sulle iniziative del settore. A richiesta è possibile anche ottenere il numero speciale della rivista Superhiper con la classifica delle prime 500 imprese del settore.www.abrasnet.com.br

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consumi

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49,4 milioni di operazioni (+2,4%). In calo (-7%) il numero degli acquirenti, che ammonta a 17,6 milioni di perso-ne, ma che è più che compensato dalla crescita (+13%) del ticket medio pari a 376 real (97 dollari). E la fine anno ha dato ulteriori segnali di recupero. In particolare, l’andamento dei saldi di fine novembre (Black Friday Cy-berMonday) registra una crescita del 44% rispetto al 2014, con 5,4 milioni di acquisti (+24%) e un valore medio di 376 real (382 dollari) in crescita del 16%. Nella graduatoria degli acquisti il Brasile si distingue per la percen-tuale particolarmente elevata del set-tore moda, dove opera con particolare aggressività Global Fashion Group www.dafiti.com) che ha recentemente acquisito due siti specializzati: Tricae (bambini e neonati) e Kanoui (articoli sportivi).

Non c’è crisi, anzi, per i canali e-commerce brasiliani. Il Paese con una popolazione di “intrernauti” valutata in 75 milioni di persone van-ta ben 51 milioni di acquirenti online (di cui il 10% attraverso cellulare) e figura dal 2014 al decimo posto nel-la classifica dei mercati e-commerce mondiali. Il primo semestre 2015 si è chiuso con un fatturato pari a 18,5 miliardi di real (4,8 miliardi di dollari) con un aumento su base annua su-periore al 15% per un totale di quasi

Crescita a due cifre per l’e-commerceIl Brasile al decimo posto nella classifica mondiale del settore. Ticket medio di 97 dollari. Forte interesse per hi-tech e moda

I Prodotti più acquistati Operazioni di acquirenti abituali

nell’arco di tre mesi

Elettronica 86%

Moda 75%

Elettrodomestici 70%

Servizi 79%

Musica e giochi 62%

Cosmetici 62%

Outdoor 49%

Arredo 48%

Fonte: AT Kearney 2014

Dove vince l’acquisto online

Settori Quota e-commerce sulle vendite totali

Moda 75%

Elettrodomestici 70%

Cosmetici 79%

Telefonia cellulare 62%

Libri 62%Fonte: e-bit 2015

Graduatoria dei siti e-commerce brasilianiSito Visitatori Unici

(giugno 2015)

MercadoLivre 27.104.000

B2W Digital 19.461.000

Nova PontoCom 13.312.000

NetShoes Group 13.092.000

Buscape 12.967.000

Wal-Mart 11.143.000

Alibaba.com 10.929.000

Lojasrenner 10.301.000

UOL Shopping 9.943.000

MagazineLuiza 7.441.000

Fonte: comScore

pEr sapErNE dI pIùe-commerce news Informazioni sul commercio elettronico con news aggiornate e interviste di approfondimento a operatori del settorehttp://ecommercenews.com.br/

Quora Ha redatto una classifica dei 50 migliori siti di e-commercewww.quora.com/What-are-the-top-50-eCommerce-companies-in-Brazil

Forum e-commerce Brasil Il principale evento del settore e-commerce (Convegno ed Esposizione) www.ecommercebrasil.com.br/ forum2015/

Le maggiori difficoltà, per chi inten-de operare attraverso questo canale, riguardano la logistica, condizionata anche dall’insoddisfacente stato del-le infrastrutture del Paese, la scarsa qualità dei fornitori di servizi (in par-ticolare gli spedizionieri), la difficoltà nel trovare personale specializzato soprattutto nell’area delle relazioni coi social media, del software e del monitoraggio del mercato. Va valutata infine la forte tendenza dei consuma-tori brasiliani verso gli acquisti a rate.

I migliori siti per categoriaCategoria Società

Diversi Americanas.com

Food&Drink Pão de Açúcar(gruppo CBD/Casino)

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Casa e arredo Tok&Stok

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Libri Saraiva

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Salute NetFarmaFonte: (indagine e-bit su 400 mila acquirenti

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nuovi mercatinuovi mercati

Vino: consumi ancora limitati ma il mercato sta crescendo

Gdo e ristorazione sono i principali canali di commercializzazione. Produzione vinicola ancora limitata ma con una forte impronta di origine italiana. Nelle fasce a basso prezzo predominano i vini da tavola locali e quelli importati da Cile e Brasile. L’Italia si colloca in quarta posizione tra i fornitori esteri di “vinhos finos”.

prevalentemente sul cosiddetto vinho de mesa, cioè vino da tavo-la, generalmente di bassa qualità. Ma le cose stanno cambiando e alcuni coltivatori locali hanno iniziato anche a esportare i loro prodotti (soprattutto spumanti). Ma soprattutto stanno cambiando i consumatori con un crescente consumo di prodotti di maggiore qualità presso le famiglie di clas-se medio alta. Di conseguenza, il prodotto, che inizialmente era consumato principalmente nei ristoranti e nei locali pubblici, ha iniziato a comparire anche sugli scaffali delle catene della GDO che ormai effettuano i maggiori

volumi di vendita. Complessiva-mente il numero dei consumatori brasiliani di vino è stato valutato da Wineintelligence di 22,4 mi-lioni di persone: circa un deci-mo della popolazione totale. Lo spazio di crescita, quindi, rimane estremamente elevato.In questo contesto gli esperti di marketing tendono anche a di-stinguere due categorie princi-pali. Sono una fascia cosiddetta “off trade”, che effettua acquisti in maniera sporadica, senza cercare caratteristiche specifiche di pro-dotto (in pratica, si basa su prez-zo, etichetta, suggerimenti etc.) e che han un disponibilità massima

Il mercato delle bevande alcoliche in Brasile è tuttora caratterizzato dalle modalità di consumo tipiche delle Regioni tropicali. Prevalgono quindi la birra e, tra i superalcolici, la Cachaça, usata principalmente per cocktails. In questo contesto però anche il vino sta trovando crescente apprezzamento. Per di-versi motivi. Innanzitutto il Paese ha una tradizione vitivinicola che risale alla prima colonizzazione portoghese e che ha avuto un grosso impulso successivamente grazie anche a una massiccia emi-grazione italiana. Le superfici col-tivate sono relativamente ridotte (80 mila ettari circa) e concentrate

Serra Gaucha regione collinare situata nel Rio Grande do Sul è la principale regione vitivinicola del Brasile. Altre regioni produttrici di vino sempre nel Rio Grande do Sul sono Campo de Cima de Serra, Serra do Sudeste e Campanha Gaucha quest’ultima ai confini con le regioni vinicole dell’Uruguay. Si aggiungono, più a nord, il Planato Catarinense nello Stato contiguo di Santa Catarina e la Vale do Sao Francisco nel Nordest del Brasile (Stato di Pernambuco)

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nuovi mercatinuovi mercati

zione fa capo a un numero limitato di grandi società operanti a livello federale (vedi box). Si aggiunge un elevato numero di piccoli operato-ri indipendenti. Un esempio tipico di questa categoria è il ristoratore che inizia ad importare per conto proprio e poi allarga la propria atti-vità, pur mantenendo sempre una dimensione locale.

prOmOzIONESono ancora poche le manifesta-zioni dedicate espressamente ai prodotti enologici. Questo può essere considerato sia come un limite sia, all’opposto, come una interessante opportunità di cresci-ta. I distributori che si sono impe-gnati nell’organizzazione di eventi dedicati al vino, infatti, hanno vi-

di spesa attorno ai 12 euro per bot-tiglia. In sostanza sono consuma-tori che non hanno ancora assun-to un rapporto sofisticato con il prodotto. Prediligono i rossi (circa il 90% dei volumi), sono orientati tendenzialmente verso vini dolci con aggiunta di zucchero (vinhos suaves) di gusto poco complesso, come ad esempio molti vini pro-dotti in Cile. Distinta da questa è invece una fascia di consumatori “on trade” che invece acquistano in modo più selettivo informando-si anche attraverso pubblicazioni e siti gastronomici. E questa, evi-dentemente la fascia più interes-sante per gli esportatori italiani. Da rilevare infine un significativo consumo di vini liquorosi.

ImpOrtazIONI Secondo i dati di Uvibra, l’associa-zione brasiliana dei produttori eno-logici le importazioni brasiliane di vini di qualità ammontano (2014) a circa 70 milioni di litri. Comples-sivamente coprono una quota pari all’80% del mercato dei vini di qua-lità (esclusi quindi i vinhos de me-sa). Il restante 20% è coperto invece dalle produzioni locali. Tra i forni-tori esteri il Cile si situa, in termini di bottiglie vendute, nettamente in prima posizione (vedi tabella) con una quota attorno al 45-48 per cen-to seguito dall’Argentina. L’Italia si colloca in quarta posizione dietro al Portogallo. La prevalenza di Cile e Argentina si spiega anche con il regime fiscale punitivo del Brasile, da cui i produttori di questi Paesi sono in parte alleggeriti grazie agli accordi commerciali del Mercosur, il Mercato Comune del Sudamerica. Le importazioni dall’Europa invece, per le sole imposte di dogana e Iva, subiscono già un aggravio valutabi-le intorno al 50%. A cui si aggiungo-no i margini generalmente elevati degli importatori-distributori locali che operano in un sostanziale regi-me di oligopolio. Il risultato è che a volte una bottiglia può arrivare a co-stare oltre 5 volte il prezzo pagato al produttore. L’attività di importa-

“soprattutto stanno cambiando i consumatori con un crescente acquisto di prodotti di maggiore qualità

Importatori/distributori di viniGraNd CrU è la maggiore catena brasiliana di importazione distribuzione di vini con oltre o 40 negozi diretti o gestiti in franchising. Recentemente acqui-sita da un fondo di private equity, punta a una rapida espansione.www.grandcru.com.br/WOrLd WINE Opera a Sao Paulo con diversi negozi in aggiunta a 1 filiale a Rio de Janeiro e negozi affiliati in 15 Stati del Paese.www.worldwine.com.br/mIstraL Opera a Sao Paulo: Dispone di filiali a Rio, Brasilia, Belo Horizonte e ha una rete con una trentina di rappresentanti in tutto il Paesewww.mistral.com.br/ WINE Localizzata a Serra, nello Stato di Espirito Santo con centro logistico a Palmas, nel Tocantins, ha avuto una rapida crescita grazie anche a un aggiornato sito B2b (Wine2b). Gestisce un club di amatori/intenditori e una rivista. Ha iniziato a operare anche nel settore a birre e caffèwww.wine.com.brCasaFLOra Localizzata nello Stato di Sao Paulo dispone di una solida rete di rappresentanti che copre tutto il Paesewww.casaflora.com.brdECaNtEr Localizzata nello Stato di Santa Catarina con filiali a Sao Paulo e rappresentanti nei diversi Stati del Paesewww.decanter.com.br/

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la Serra Gaucha dello Stato del Rio Grande do Sul, che resta tut-tora la prima regione produttrice del Paese. In pratica: la wine val-ley brasiliana (Vale dos Vinhedos) con qualità prevalenti, Merlot, Pi-not Nero, Chardonnay per quanto riguarda i vini di qualità (vinhos finos). La produzione di “vinhos finos” però, in Brasile, copre solo una parte minore della superfici vitivinicole (circa 10mila ettari). L’attività fa ca-po a circa 150 aziende alcune del-le quali di dimensioni consistenti, con una produzione complessiva di circa 20 milioni di litri. Questo ulti-mo dato include anche una quota di spumanti, apprezzati all’interno del Paese soprattutto in ragione del prezzo contenuto, ma che in parte

sono anche esportati (circa 2 mi-lioni di bottiglie) La maggior parte delle aree vinicole del Paese però è tuttora dedicata alla produzione dei cosiddetti “vinhos de mesa” (vini da tavola) non regolamentati ricavati da vitigni americani (rupe-stris, concorde, niagara, labrusca) per un totale di oltre 200 milioni di litri. In questo settore invece, pre-dominano i piccoli produttori con proprietà che non superano i due ettari. Da rilevare

““La maggior parte delle aree vinicole del paese è tuttora dedicata alla produzione dei cosiddetti “vinhos de mesa”

sto crescere esponenzialmente le proprie vendite in un breve lasso di tempo: è il caso ad esempio di Carrefour, che ha raddoppiato il fatturato in pochi mesi dopo al-cuni eventi nei suoi punti vendita principali.

prOdUzIONESi stima che in Brasile circa 90 mila ettari siano destinati alla coltivazio-ne della vigna per la produzione di vino. Le prime impiantazioni (sedi-cesimo secolo) risalgono alla colo-nizzazione portoghese e ai monaci a cui si deve anche una radicata tra-dizione di produzione e consumo di vini liquorosi (tipo Porto). Ma a dare un boom alla produzione vinicola è stata soprattutto l’im-migrazione italiana nell’ottocento con la fondazione di tre “colonie” (Garibaldi, Benito Gonçalvez and Caixas do Sul) nella regione del-

Importazioni brasiliane di vino (milioni di litri)

Paese 2014 Gennaio-settembre 2015

Cile 35,5 26,5

Argentina 12,7 9,2

Portogallo 9,7 6,6

Italia 8,3 5,5

Francia 3,2 2,4

Spagna 2,5 2,1

pEr sapErNE dI pIùUniao Brasileira de Viticultura è l’organizzazione dei produttori brasiliani di vini di qualità. Il sito è ricco di informazioni utili (legislazione) e dati statistici aggiornati e riporta i link con i principali produttoriwww.uvibra.com.br

asociacion Brasileira de Enologia è la principale associazione di enologia Brasiliana. Utile il calendario

di eventi e attività riportato sul sito. Sotto la voce “fornecedores” sono riportati anche i nomi di fornitori/importatori di attrezzature e tecnologie per la filiera vincola www.enologia.org.br/

ExpovinisPrincipale fiera vinicola dello Stato di Sao Paulo. Si tiene dal 5 al 7 aprilewww.expovinis.com.br/en/

nuovi mercati

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consumi

Pane e dolci per tutti i gustiSono mercati tuttora in crescita ed è in corso un processo di concentrazione delle imprese. Prodotti di migliore qualità , più diversificati, con un packaging più attraente, richiedono tecnologie e macchinari che anche le industrie venete sono in grado di fornire.

- Panetterie/panifici “gourmet”, con superfici attorno ai 300 m2 e un’offer-ta che include oltre a diverse varietà di pane, pizze e prodotti alimentari come ortofrutta, cibi pronti e caffet-teria- Panetterie di medie dimensioni, la cui caratteristica rispetto alle prime è una minore scelta di prodotti- Negozi di vicinato, che in genere acquistano il pane, anche congelato, all’esterno affiancando la vendita ad altri generi alimentari- Boutiques, con negozi di piccole dimensioni ma un’offerta di prodotti molto selezionata. In questo contesto, l’industria della panificazione si trova a dover affron-tare diverse sfide. Deve fare fronte alle nuove esigenze dei consumatori, con la proposta di prodotti realizzati con diversi tipi di farine e di processi, inclusi quelli a fermentazione lenta. Ma deve anche aumentare la produt-tività dei dipendenti (oltre il 50% dei costi del settore sono imputabili alla manodopera), adempiere ai requisiti sanitari con relative certificazioni, ri-durre i consumi energetici e di acqua per contenere i costi e sviluppare i processi di surgelazione per bilan-

ciare le fluttuazioni della domanda. Tutto ciò si traduce nella necessità di nuovi macchinari lungo tutta la filiera: impastatrici, forni, sistemi di abbatti-mento e surgelazione rapida, banchi refrigerati, confezionatrici. Considerazioni analoghe valgono per il settore dolciario, tuttora molto frammentato anche se è in atto un processo di aggregazione a livello re-gionale. Nella fabbricazione industria-le di biscotti e cracker operano 600 produttori. A livello nazionale le due aziende leader sono M.Dias Brancos e il gruppo Perdura/Bauducco. Affiancate, anche nel settore ciocco-lata e merendine da marchi control-lati da grandi multinazionali: Garotos (Nestlé), Lacta (Kraft), Toddy (Pepsi Cola). Presente anche l’italiana Fer-rero con diversi prodotti (Kinder, Ro-cher, Tic Tac). Infine, un mercato che ha registrato una costante crescita con un raddoppio dei consumi negli ultimi anni (attualmente ammonta-no a oltre 1 miliardo di litri/anno) è quello dei gelati, dominato, a livello industriale da Kibon, (Unilever), Ne-stlé, Parmalat, Danone e dal gruppo locale Jundià. Si aggiungono circa 8 mila gelaterie artigianali.

Il settore dolciario e del-la panificazione occupa un ruolo di primo piano nell’industria alimentare brasiliana con un fatturato valutato in circa 22 milioni di dollari annui e com-plessivamente copre una quota pari a circa il 2% del Pil. Dopo un decennio di crescita a due cifre, l’aumento del-le vendite è significativamente calato ma resta positivo, attorno al 5-8% annuo. Il prodotto più venduto è il cosiddetto pane francese seguito dal “pane dolce” e da numerose tipologie con forme, lavorazioni, ingredienti di-versi. Il consumo medio per abitante è di 34 Kg anno, ma varia fortemen-te a seconda delle località. Aumenta nelle grandi aree urbane, ad esempio, a Sao Paulo sale a 45 Kg. La media è però nettamente inferiore ad altri Paesi come il Cile o l’Argentina. C’è quindi ancora ampio spazio per un’ul-teriore sviluppo. Attualmente nel Pa-ese operano più di 60mila panetterie con 800mila dipendenti diretti e 1,5 milioni nell’indotto. Si calcola che l’industria serva 52 milioni di clienti al giorno. Le dinamiche del settore riguardano in primo luogo la pro-duzione, con un crescente numero di imprese industriali - affiancate da produttori specializzati di preparati per l’industria dolciaria e della pani-ficazione - che sostituiscono la pro-duzione artigianale, anche se questa resta dominante. Ma stanno mutan-do anche i canali di vendita: a fronte della sfida proposta dalla grande di-stribuzione infatti, un numero con-sistente di panificatori artigianali ha iniziato a estendere l’offerta di pro-dotti e servizi, con formule ibride che li avvicinano ai negozi di vicinato e di fast food. Aibp (Associação Brasileira da Indústria de Panificação e Confei-taria), l’organizzazione che raggruppa le imprese del settore e che ha svolto un ruolo di primo piano nel promuo-vere questa evoluzione, in un recente studio sulle prospettive del settore identifica quattro tipologie:

Niente “Madunina”

Oggi il maggior produttore mondiale di panettoni è il gruppo Pandurata,

fondato da un ex-pasticcere piemontese, Carlo Bauducco, emigrato in Brasile nel secondo dopoguerra, e dal figlio Luigi, che proprio sui panettoni, un prodotto che si adatta perfettamente ai gusti dei brasiliani, hanno costruito la loro fortuna. Oggi Pandurata esporta in tutta l’Amercia Latina e sta avviando anche una fabbrica in Florida. Le linee di produzione del Gruppo sono in grado di sfornare 180 panettoni al minuto. www.bauducco.com.br/

L’imprenditore italiano Luigi Bauducco, famoso per i suoi panettoni. Nella foto in un suo negozio, tutto a marca Bauducco

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Con i giacimenti a grande profondità degli strati geologici “pre salt” il Brasile disporrà di riserve valutabili attorno ai 50 miliardi di barili. Le vicende di Petrobras stanno rallentando i

massicci programmi previsti per il loro sfruttamento. In cambio un

nuova finestra si apre per le aziende straniere interessate a investire.

un offshorericco di promesse

di barili a giorno entro il 2020. Col nuovo management la rotta è cam-biata. Restano investimenti per 130 miliardi di dollari quasi interamente focalizzati sull’attività di esplorazio-ne e produzione dei nuovi giacimen-ti. L’obiettivo al 2020 è ridimensiona-to a 2,8 milioni di barili giorno (3,7 includendo le attività all’estero). In parallelo è già stato avviato un pia-no di taglio dei costi e dismissione di attività non prioritarie (trasporto,

raffinazione, impianti di bioetanolo) e cessione parziale o totale di asset (concessioni in portafoglio) per ol-tre 40 miliardi in modo da riportare la leva finanziaria del gruppo, in cui debiti attualmente superano i 100 miliardi di dollari, su livelli sosteni-bili (40%). Ma il “passo indietro” di Petrobras, che comunque a fine 2015 ha riportato in positivo il cash flow, è anche un opportunità per altri ope-ratori, locali e stranieri, interessati da

I

gas & petrolio

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l Brasile dispone di grandi risorse di idrocarburi (petrolio e gas naturale) grazie soprattutto alle recenti sco-perte offshore nei cosiddetti strati “pre-salt” a oltre 2mila metri di pro-fondità, che però richiedono tuttora massicci investimenti per essere pie-namente sfruttate, con tecnologie particolarmente complesse. Il setto-re fa capo principalmente al gruppo Petrobras, recentemente coinvolto in uno scandalo per corruzione che ha portato alla sostituzione del top management. La vicenda ha provoca-to la revisione di un ambizioso piano di investimenti a tutto campo di oltre 200 miliardi di dollari che avrebbe dovuto portare la produzione (inclu-dendo il gas naturale) a 4,2 milioni

Lula oil field Precedentemente noto come “Tupi”,è un importante giacimento di petrolio offshore brasiliano situato nel bacino de Santos, 250 kilometri al largo di Rio de Janeiro. Il giacimento contiene sia petrolio sia gas naturale e le riserve sono stimate tra 5 e 8 miliardi di barili. Nella foto, la cerimonia di inaugurazione della piattaforma

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tempo ad entrare sul mercato, che ora possono anche contare sulla svolta politica del Governo di Brasi-lia. Si è, infatti, iniziato a indire gare aperte agli investitori stranieri, anche per i giacimenti pre-salt, con l’obiet-tivo di non ritardare eccessivamente lo sfruttamento delle nuove risorse. La prima concessione è stata attribu-ita a un pool di società che include Shell, Total e le cinesi Cnpc e Cnooc. Lo sviluppo dei giacimenti pre-salt ha promosso l’insediamento in Bra-sile di numerose attività indotte di elevato contenuto tecnologico (piat-taforme e relativa impiantistica) che il Governo continua a supportare con agevolazioni finanziarie e inter-venti in campo formativo. Diversi anche le società italiane coinvolte, tra cui Saipem, Prysmian, e la Te-chint del gruppo Rocca.

pEtrOLIO La produzione giornaliera pari a 2,2 milioni di barili al giorno si colloca, nel Continente americano, subito

dopo Stati Uniti e Canada. L’80% dei giacimenti del Paese è localizzato of-fshore. Lo Stato più importante in termini di produzione, attualmente, è Rio de Janeiro. Le riserve sono at-tualmente valutate in 16 miliardi di barili il Brasile ma una forte crescita è prevista con l’ulteriore azione di esplorazione degli strati pre-salt, che comunque hanno già consen-tito una crescita della produzione nell’ultimo anno di 500 mila barili al giorno. Le stime attuali sul possibile incremento variano dai 15 ai 30 mi-liardi di barili. E’ previsto che già a partire dal 2020 il Brasile diventi pie-namente autosufficiente per la co-pertura del fabbisogno petrolifero.

Gas NatUraLE Consistenti anche le riserve di gas naturale, valutate in oltre 450 miliar-di di metri cubi anno a fronte di una produzione di 32 miliardi e consu-mi pari a 40 miliardi. Anche per il dato delle riserve di gas è previsto un forte aumento con l’ulteriore

esplorazione dei bacini pre-salt. Nel Paese operano tre terminali per l’importazione di gas liquefatto. La quota restante delle importazioni è coperta dalla Bolivia.

BIOEtaNOLO Il Brasile è il secondo produttore mondiale di bioetanolo dopo gli Stati Uniti per un totale di 16,7 milioni di tonnellate nel 2014, in crescita del 5% su base annua. è anche uno dei mag-giori consumatori, poiché le sue nor-mative prevedono un contenuto del 27% di etanolo nella benzina. L’attivi-tà si è sviluppata a partire dagli anni 70 con il duplice obiettivo di limitare le importazioni di petrolio e di assor-bire il surplus di produzione di canna da zucchero. Le esportazioni, dirette in prevalenza in Usa ammontano a 25mila barili petrolio equivalenti al giorno Il Paese è anche un importan-te produttore di biodiesel (59 mila barili petrolio equivalenti al giorno) che entra nella composizione del car-burante con una quota del 5%.

Mobilità sostenibile, una sfida da 23 miliardi di dollari Una legge varata nel 2012 obbliga le maggiori città brasiliane a redigere dei piani mirati a promuovere un maggior utilizzo dei mezzi pubblici e a conseguire obiettivi di riduzione delle emissioni, gestione ottimale del traffico, miglioramento delle infrastrutture collegate ai trasporti

A livello federale gli obiettivi sono de-finiti da una legge del 2012 (Politica Nacional de Mobilidade Urbana) la cui implementazione da capo al Mini-stero dello sviluppo urbano(Ministe-rio das Cidades). Questo Ministero ha recentemente redatto un documento (PlanMob) che fornisce indicazioni dettagliate riguardanti la valutazione e misurazione degli obiettivi, e le pos-sibili soluzioni in materia di infrastrut-ture e tecnologie, legislazione locale, modalità di finanziamento. Ma, di fatto, l’attuazione concreta degli interventi è una responsabilità che ricade sulle singole Municipalità. In particolare tutte le città con oltre 500mila abitanti sono tenute a redige-re un piano specifico per i trasporti,

rientrante nel cosiddetto Piano di Svi-luppo urbano (Plano Diretor) che le Amministrazioni urbane dovrebbero aggiornare almeno ogni 10 anni.

arEE pEdONaLI: sono ancora poco diffuse nel Paese. Le principali sono localizzate a Sao Paolo, Curitiba, Por-to Alegre.

BICICLEttE L’impiego delle biciclette (circa 60 milioni di utenti) è polarizzata tra i ceti poveri, soprattutto nelle cit-tà minori (indicativamente: fino a 60mila abitanti) localizzate nel cen-tro del Paese e sprovviste di servi-zi di trasporto pubblico. Il Brasile, con 5 milioni di biciclette costruite

Il Brasile è un Paese con un tasso di urbanizzazione superiore all’80%. E’ il più elevato tra i cosiddetti

BRICS. A parità di tassi di crescita tra 15 anni, supererà il 90%. In questo contesto il tema della mobilità urba-na, intesa come miglioramento dei sistemi di trasporto pubblico, rego-lazione del traffico , diminuzione dei tempi di percorrenza e dell’impatto ambientale, corrisponde in primo luogo a una richiesta generalizzata della società brasiliana, in tutte le sue componenti. Una sfida allo stesso tempo economica e politica, quindi. Su cui si innestano diversi progetti in tutto il Paese, valutati complessi-vamente in 90 miliardi di real, equi-valenti a oltre 23 miliardi di dollari.

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ogni anno è il quarto produttore mondiale. In alcune città sono stati introdotti anche servizi di bike sha-ring. Gli obiettivi proposti sono lo sviluppo di piste ciclabili, la crescita della sicurezza, la lotta ai furti. “São Paulo’s Ciclovia SP plan” è una re-te di 400 kilometri di piste ciclabili, che l’amministrazione cittadina ha in programma di implementare en-tro la metà del 2017.

mOtO è il mezzo di trasporto a motore più diffuso e anche quello più vantaggio-so in termini di costi e tempi di per-correnza. I motociclisti sono anche le principali vittime degli incidenti stradali che in Brasile provocano ogni anno più di 40 mila morti.

aUtOBUsCoprono l’87% della domanda di trasporto pubblico. Sono circa 40 milioni i brasiliani che quotidiana-mente si spostano in autobus che Il parco dei mezzi è composto da oltre 96mila unità a prevalente trazione diesel. Sono circa 2.000 le città con servizi di trasporto urbano gestiti da 1.800 aziende con 537 mila dipen-denti. Una soluzione a cui il Brasile guarda con interesse sono i sistemi BRS (Bus rapid Services)e BRT (Bus Rapid Transport)che prevedono nel primo caso la creazione di corsie privilegiate lungo il percorso e di fasce orarie per gli autobus urbani e suburbani e nel secondo caso vere e proprie corsie dedicate. A Rio de Janeiro i sistemi BRS hanno consen-tito di (quasi) raddoppiare la veloci-tà media di percorrenza da 13 a 24 km ora. Sistemi BRT sono operanti da tempo a Curitiba (il primo nella storia dell’America Latina) e Goiania e più recentemente a Belo Horizon-te e Rio.

mEzzI sU rOtaIa Nelle città brasiliane sono diffusi soprattutto i treni suburbani, al-cuni dei quali con brevi tratte sot-terranee. Sono linee che spesso attraversano quartieri densamente abitati con forti rischi di incidenti. Vere e proprie metropolitane sono in funzione a Sao Paolo (5 linee), Rio De Janeiro (2 linee), Brasilia (2 linee),Belo Horizonte (1 linea). In molte città “resistono” singole linee tranviarie ma non ci sono vere e proprie reti di copertura urbana. A Sao Paulo opera anche una linea su monorotaia.

traspOrtO VIa aCQUa Servizi idroviari sono diffusi nelle città dell’Amazzonia, a Rio de Janei-ro e in altre città marittime (Santos, Vitoria ecc)

FINaNzIamENtI FEdEraLI

Il Governo Federale gestisce alcuni fondi mirati al cofinanziamento

di programmi innovativi di mobilità sostenibile presentati dalle diverse Amministrazioni Municipali. programa pro-transporte: copre interventi mirati all’estensione e miglioramento dei mezzi pubblici in modo da promuoverne l’utilizzo da parte di Comuni con oltre 20 mila abitanti (circa 5mila in tutto il Paese) che presentino progetti specifici. Sono inclusi anche obiettivi di sostenibilità tariffaria per fasce sociali svantaggiate e accessibilità.

programa de aceleraçao do Crecimiento (paC2): co-finanziamenti per interventi di miglioramento del contesto urbano (reti, pavimentazione, risanamento). Coprono anche le infrastrutture di trasporto con particolare riguardo a sviluppo dei mezzi pubblici con preferenza a quelli a trazione elettrica. Prevedono la cooperazione tra istituzioni pubbliche e private.

pEr sapErNE dI pIùItdp Brasil La filiale brasiliana dell’ITDP Institute of Transports and Development Policies opera in Brasile e soprattutto nei progetti BRT e di programmazione della mobilità di diverse cittàhttp://itdpbrasil.org.br/

WrI Brasil è un’Istituto di ricerca con sede in Porto Alegre che fornisce supporto a diverse città brasiliane nella redazione dei Piani di Mobilità Urbana.http://embarqbrasil.org/

planmov Documento redatto dalla direzione Trasporti e Mobilità Urbana del Ministero dello Sviluppo urbano (Ministerio das Cidades) che definisce obiettivi e modalità di attuazione dei Piani di Mobilità urbana in Brasilewww.cidades.gov.br/images/stories/arquivossE/planmob.pdf