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Pastorale Cittadina Padova Pontificia Basilica di S. Antonio Festa di Sant’Antonio Patrono della città di Padova P A D O VA 2 0 1 5 VENERDÌ 12 GIUGNO 2015 ORE 18.00 Pellegrinaggio del Capitolo della Cattedrale e dei fedeli della Città di Padova ORE 20.30 Rievocazione storica del Transito di Sant’Antonio al Santuario Antoniano dell’Arcella ORE 21.30 Concerto delle campane della Città SABATO 13 GIUGNO 2015 Solennità di Sant’Antonio di Padova Orario Sante Messe: 6.00 – 7.00 – 8.00 – 9.00 – 10.00 11.00 – 12.15 – 15.30 – 17.00 – 19.00 – 21.00 La Basilica resterà aperta dalle ore 5.30 alle ore 22.30 ORE 10.00 S. Messa per i Collaboratori e gli Associati al «Messaggero di sant’Antonio» Presiede p. Fabio Scarsato, Direttore Editoriale del Messaggero di sant’Antonio ORE 11.00 S. Messa Solenne Presiede S. E. Rev.ma Mons. Antonio Mattiazzo, Arcivescovo-Vescovo di Padova ORE 17.00 S. Messa Solenne Presiede p. Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali Processione e al termine discorso del Ministro Provinciale e del Sindaco e benedizione con la Reliquia del Santo Percorso della processione: piazza del Santo, via del Santo, via S. Francesco, Canton del Gallo, via Roma, via Umberto I, Prato della Valle, via B. Luca Belludi, piazza del Santo. PREGHIERA A SANT’ANTONIO DI PADOVA Sant’Antonio, camminiamo per le stesse strade che tu hai percorso con lo zelo dell’apostolo. Le nostre piazze custodiscono ancora viva l’eco della tua parola, che nasceva dal silenzio e per questo profumava di Dio ed entrava nel cuore della gente. Sant’Antonio, oggi le nostre strade sono mute di parole perché il rumore occupa ogni spazio, consumando una vita che non è più vita. È urgente un’ondata di santi che diano voce a Cristo con una esistenza piena di Vangelo e con parole cariche di gioia e di speranza. Sant’Antonio, entra nelle nostre case e metti olio nella lampada della nostra debole fede. Prega affinché i genitori si accendano di entusiasmo e trasmettano ai figli l’unica eredità che conta: la fede in Gesù! Sant’Antonio, prega per noi! Amen. Card. Angelo Comastri

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Pastorale CittadinaPadova

Pontificia Basilicadi S. Antonio

Festadi Sant’Antonio

Patrono de l la c i t tà d i Padova

P A D O V A 2 0 1 5

VENERDÌ 12 GIUGNO 2015ORE 18.00 Pellegrinaggio del Capitolo della Cattedrale e dei fedeli della Città di PadovaORE 20.30 Rievocazione storica del Transito di Sant’Antonio al Santuario Antoniano dell’ArcellaORE 21.30 Concerto delle campane della Città

SABATO 13 GIUGNO 2015Solennità di Sant’Antonio di PadovaOrario Sante Messe: 6.00 – 7.00 – 8.00 – 9.00 – 10.00 11.00 – 12.15 – 15.30 – 17.00 – 19.00 – 21.00 La Basilica resterà aperta dalle ore 5.30 alle ore 22.30

ORE 10.00 S. Messa per i Collaboratori e gli Associati al «Messaggero di sant’Antonio» Presiede p. Fabio Scarsato, Direttore Editoriale del Messaggero di sant’Antonio

ORE 11.00 S. Messa Solenne Presiede S. E. Rev.ma Mons. Antonio Mattiazzo, Arcivescovo-Vescovo di Padova

ORE 17.00 S. Messa Solenne Presiede p. Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei Frati Minori Conventuali

Processione e al termine discorso del Ministro Provinciale e del Sindaco e benedizione con la Reliquia del Santo Percorso della processione: piazza del Santo, via del Santo, via

S. Francesco, Canton del Gallo, via Roma, via Umberto I,Prato della Valle, via B. Luca Belludi, piazza del Santo.

PREGHIERA A SANT’ANTONIO DI PADOVA

Sant’Antonio, camminiamo per le stesse stradeche tu hai percorso con lo zelo dell’apostolo.Le nostre piazze custodiscono ancora vival’eco della tua parola, che nasceva dal silenzioe per questo profumava di Dioed entrava nel cuore della gente.

Sant’Antonio, oggi le nostre stradesono mute di paroleperché il rumore occupa ogni spazio,consumando una vita che non è più vita.È urgente un’ondata di santiche diano voce a Cristocon una esistenza piena di Vangeloe con parole cariche di gioia e di speranza.

Sant’Antonio, entra nelle nostre casee metti olio nella lampadadella nostra debole fede.Prega affinché i genitorisi accendano di entusiasmoe trasmettano ai figlil’unica eredità che conta: la fede in Gesù!Sant’Antonio, prega per noi! Amen.

Card. Angelo Comastri

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Tra le tante raffigurazioni del patrono della nostra città,Antonio di Padova, una è piuttosto attuale, quasiun’immagine parlante. Si tratta della rappresentazionedel Santo che tiene in una mano un libro e nell’altraun pane. Il libro è certo il volume a lui più caro: il Van-gelo, che accompagnò e segnò tutta la sua esperienzadi cristiano e di religioso sempre alla ricerca di Dio. Ilpane è invece simbolo di Antonio che cerca l’uomo,soprattutto il povero, l’affamato. Cercando Dio nellepagine del libro sacro, Antonio lo trova nascosto nelbisognoso, nell’orfano, nel mendicante.

Sant’Antonio nei suoi scritti ci spiega che c’è un paneper il corpo e un pane per lo spirito: il cibo della veritàsazia quanti non possono fare a meno di nutrirsi dipane materiale. Entrambi i nutrimenti sono necessari,se non s’intende ridurre l’uomo – come alcuni ancoroggi gradirebbero – alla sola dimensione orizzontale,esclusivamente corporea, chiusa a ogni trascendenza.Per questo Antonio, fedele agli insegnamenti di Gesù,ripeteva «Non di solo pane vive l’uomo», ma certo anchedi pane. Un pane che l’uomo sa spezzare e condividereinvece che consumare tutto solo: e in questo gesto ri-conosciamo che il mangiare insieme, facendo spazioall’altro, è umanamente e profondamente significativo:ciò che ho e possiedo è importante nella misura in cuiposso dividerlo con te, che sei più importante dellecose.

Mons. Daniele Prosdocimo Fra Enzo M. PoianaVicario per la Pastorale Cittadina Rettore della Basilica del Santo

Il Santo in uno dei suoi Sermoni ricorda che il pane vadisposto sulla tavola: la tavola rappresenta per lui unavita retta, una vita di giustizia. Come una tavola, perquanto bella e appariscente, è inutile e squallida senzail pane, così rischia di esserlo una vita che non haamore da offrire a chi si accosta ad essa. A volte si lavoratanto per la propria personale realizzazione, ma non cisi preoccupa a sufficienza del fine della propria vita:non capiti anche a noi, come singoli e come comunitàcittadina, di essere una tavola elegante, magari adornadi una tovaglia candida e raffinata, ma sprovvista dicibo da offrire a chi vi si accosta in cerca di amore enutrimento. Inoltre, suggerisce Antonio, un’esistenzasolida, un vissuto onesto, si può permettere di offrireagli altri non solo il pane che sazia, ma anche il panedi una parola autorevole e amica, che nutre le relazionicon il riconoscimento, l’insegnamento e, dove neces-sario, con la correzione.

Oggi, non nascondiamolo, molti padovani sono spa-ventati dai poveri e dagli affamati che approdano allenostre spiagge, li vedono come potenziali avversari onemici da cui difendersi, non tanto perché hanno fameo sono nel bisogno, ma perché hanno volti, lingue eculture estranee. Sono stranieri da evitare e con cui nonsi parla. Il timore ci fa forse dimenticare che l’uomodivenuto in tutto il mondo simbolo della nostra città,arrivò in Italia come straniero, imbarcatosi in Africa,approdato in Sicilia con l’esperienza di un naufragio?Come mai questa paura, almeno esagerata se non in-fondata, ha spento l’eco delle parole rivoluzionarie diGesù ripetute dalla voce ardente di Antonio nellepiazze di questa città: «“Se il tuo nemico ha fame, daglida mangiare, se ha sete, dagli da bere” (Rm 12,20)… Lacattiveria di una mente fredda, insensibile, si brucia alfuoco della carità quando si ama colui che nutre odio,quando si previene con atti di bontà colui che ci perse-guita»?

Davvero scomodo un Patrono come il nostro, a cuinon basta brandire la pagnotta per sfamare il povero,

ma continua a indicare anche il Libro da far rileggerea chi di pane ne ha in abbondanza. Quel libro ispi-rato da Gesù, anche su chi non vuole o non sa piùessere cristiano, esercita comunque un irresistibile fa-scino, perché contiene la farina di cui sono impastatii valori e gli ideali della nostra società: l’uguaglianzadi tutti gli esseri umani, il comune diritto alla vita,la fraternità universale, la solidarietà…

Oggi, dunque, Antonio sarebbe il primo a rimboc-carsi le maniche del saio per trovare vitto e alloggioa chi ha bisogno, certo, ma la sua non sarebbe un’af-fermazione politica, una presa di posizione umani-taria o un esperimento di multiculturalità.Continuerebbe a essere onestamente l’azione di chivuol diffondere i valori del vangelo e la conoscenzadi Gesù che motiva la vita del credente e unisce lepersone di buona volontà. Di chi sa bene che perfarsi ascoltare efficacemente da un’anima quando siparla d’amore e pace, bisogna prima far tacere il ru-more del suo stomaco.

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