1 MODULO E1 ANTICIPAZIONE VECCHI ISCRITTI · modulo e1 – anticipazione vecchi iscritti edizione 2018
Vecchi e nuovi modelli organizzativi dell’azione volontaria
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Vecchi e nuovi modelli organizzativi dell’azione
volontaria
Bologna, 10 novembre 2010
Lo scenarioDecompartimentalizzazione dei bisogni
Le nuove povertà degli anni 70 diventano le povertà diffuse del nuovo secolo
Onda di ritorno del welfare
Gli ultimi sono sacrificati ai penultimi si reimpone la logica del votante mediano
Individualizzazione del rischio
I sistemi di welfare indeboliscono le solidarietà sociali attraverso i programmi di acquisto individualizzati
Meccanismi di attivazione di risorse obsoleti
Il meccanismo di finanziamento pubblico del welfare si è inceppato
Di cosa abbiamo disperatamente bisogno
Interpretare e rispondere al cambiamento
Ricollocare il focus sui nuovi bisogni – decostruire le vecchie categorizzazioni
Trasformare i bisogni in risorse
Socializzare le risorse rompere le culture dell’assistenzialismo
Ricostruire alleanze sociali
costruire interventi che uniscono gli attori sociali in alleanze inedite
Attivare nuovi meccanismi di coordinamento delle risorse
Valorizzare l’economa sociale di comunità (pubblico/mercato/comunità)
• “un dollaro investito in un’impresa con finalità sociali è assai più efficace di un
dollaro dato in beneficenza. Il dollaro dato in beneficenza viene consumato una sola volta, mentre quello investito in un’attività d’impresa continua a ripetere senza fine,
come ogni altro capitale di impresa, il proprio ciclo produttivo creando benefici
per un numero sempre crescente di persone”
I modelli organizzativi del terzo settore sono adatti a affrontare l
sfide dell’innovazione?
L’imperativo innovativo
• “…dobbiamo assolutamente uscire dalla morsa delle gare di appalto che ci stanno strozzando. Abbiamo messo in piedi due gruppi di lavoro tra i soci lavoratori per pensare a nuove idee. Ci è venuta in
mente quella di fornire servizi di derattizzazione che sembrava un settore dove non c’è molta concorrenza e stiamo
pensando anche a altre idee.”
Cosa è l’agire volontario?
È un’agire gratuito con finalità sociali
Dove si trova il volontariato? Secondo i dati del Censimento ISTAT del nonprofit
del 1999, il numero totale dei volontari in Italia era pari a 3.221.185. Di questi, 63.226 (2.0%)
operavano in fondazioni, 38.743 (1.2%) nei comitati, 19.119 (0.6%) in cooperative sociali e
61.009 in altre forme di non profit. La maggioranza pari a 3.039.088 (94,3%) volontari
operava in associazioni. Il censimento delle organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali effettuato da ISTAT nello stesso anno ci dice che i volontari presenti in esse erano
670.826, pari al 20.8% del numero dei volontari presenti nello stesso anno nel non-profit.
I trend di sviluppo recenti • Secondo l’ultima rilevazione della Fivol del 2006
su un campione di 12.686 organizzazioni risulta che:
• i) rispetto al 1997 le organizzazioni composte esclusivamente da volontari erano diminuite del 18,5%,(attestandosi al 15,5% del totale) e quelle con anche personale retribuito erano aumentate di 13 punti percentuali (portandosi al 25,3% del totale).
• Ii) La presenza di personale remunerato era così rilevante da far venir meno il requisito della prevalenza del lavoro volontario nell’8,5% delle organizzazioni considerate.
• Iii) operatori in vario modo retribuiti: nel 2006 essi raggiungevano le 46.300 unità - di cui 16.600 circa con un rapporto di lavoro alle dipendenze.
Il volontariato e il terzo settore
Associazioni volontarie
Associazioni volontarie che controllano enti commerciali
Cooperative o IS con basi sociali multistakeholder
Cooperative o IS che collaborano con associazioni volontarie
Cooperative sociali
Associazioni volontarie con retribuiti
Le aree della crisi
Associazioni volontarie
Associazioni volontarie che controllano enti commerciali
Cooperative o IS con basi sociali multistakeholder
Cooperative o IS che collaborano con associazioni volontarie
Cooperative sociali
Associazioni volontarie con retributi
I motivi della crisi
Dipendenza finanziamenti pubblico Riduzione finanziamenti pubblici
FSN 2013 44 milioniIsomorfismo
Appiattimento professionale Grandi providerMercati saturi
FrammentazioneDifficoltà di finanziamento
Difficoltà a gestire attività complesseRiduzione incentivi alla partecipazione
Problemi di governanceIdentità instabili
Le tipologie dell’innovazione per il terzo settore
Incrementale Lavorare con gli stessi gruppi di beneficiari e gli stessi servizi ma migliorando piano piano gli stessi
Espansiva Lavorare con nuovi gruppi di beneficiari ma con gli stessi metodi e servizi
Evolutiva Lavorare con gli stessi gruppi di beneficairi ma fornendo nuovi servizi
Totale Lavorare con nuovi gruppi e nuovi metodi di lavoro e servizi
L’innovazione per le OTSs in Italia
Nessun innovazione 40,4
Incrementale 41,6
Espansiva 24,5
Evolutiva 16,2
Totale 14,7
Perché è così difficile
fare innovazione?
Servono professionalità
Servono idee
Servono capitali
Servono alleanze
Serve flessibilità
Servono persone
Le caratteristiche delle TSOs che fanno innovazione totale
Focus non solo interno ma anche esterno
******
Nuove organizzazioni *****
Modelli di governance ****
Specialisti *****
Politiche pubbliche *****
Networking ******
Un terzo settore per comparti stagni o con maggiore capacità di problem solving ?
La logica dei comparti stagni
Ciascuno fa la sua parte
Volontariato e professionalizzazione rimangono separati
La logica dell’aumento della capacità di problem solving
Volontariato e professionalizzazione cercano nuove interazioni e modelli più flessibili
Il rischio è che il sistema rimanga ingessato e che la capacità ideativa dei diversi soggetti si impoverisca in un quadro di ambiguità e incomprensioni crescenti
Favorire la trasformazione delle associazioni di volontariato in imprese sociali
Promuovere l’interazione e la collaborazione tra volontariato e cooperazione sociale
Promuovere progetti congiunti
Promuovere le TSOs multistakeholder