Varie Psicologia Analogica

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Spunti tratti da internet su gesti e psicologia analogica

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  • Introduzione alla Psicologia Analogica

    Valter Gentili

    Seguendo le intuizioni dello Psicologo e caposcuola Stefano Benemeglio, vogliamo in queste pagine offrire i fondamenti della teoria della PSICOLOGIA ANALOGICA.

    Una straordinaria e innovativa disciplina che studia le leggi e le regole che governano il comportamento emotivo delluomo.

    Il pensiero logico e il pensiero emotivo convivono, proprio grazie al loro eterno conflitto, nella mente delluomo condizionandone la personalit, le scelte, i comportamenti. La Psicologia Analogica giunge a studiare la nostra parte emotiva, altrimenti irraggiungibile, attraverso losservazione dei segnali emessi inconsciamente.

    Quali segnali emettiamo? Uninfinit, e di vario genere. Gestuali innanzitutto. Anche se tentiamo di controllarci il nostro corpo assume posture, compie gesti, si sposta senza un apparente significato. Eppure ognuno di noi ha una gestualit caratteristica, cosa significa? E la comunicazione non verbale, frutto diretto del nostro inconscio che, attraverso questo linguaggio, dichiara al mondo la propria esistenza. E tutto questo senza lintervento della nostra parte logica che non assolutamente in grado di controllare la parte emotiva. Sono ben riconoscibili segnali di tensione, di gradimento o di rifiuto, che possono essere tranquillamente negati dalla parte logica.

    Comunichiamo anche segnali importantissimi che esprimono le conflittualit vissute, i turbamenti, le sindromi che ci affliggono. La nostra personalit, insomma.

    Tutti questi segnali, involontari per la parte logica, sono linguaggio della parte emotiva: il nostro inconscio.

    La Psicologia Analogica studia questo linguaggio, attraverso il quale riesce ad accedere alla parte pi profonda del nostro Io.

    Perch cos importante conoscere il nostro inconscio? La parte logica della nostra mente comunica in modo tradizionale attraverso la parola. La parola espressione del nostro pensiero logico ma quello che dichiariamo veramente ci che intendiamo? Mai.

    I processi espressivi dellinconscio sono sempre in conflitto con quelli logici, spesso sono contrari, anche se non vogliamo intenzionalmente mentire. Attraverso la parola esprimiamo concetti logici, riflessivi e ponderati. Il nostro Io Profondo ha altre esigenze, pi forti perch frutto dei nostri turbamenti. Linconscio, per, non pu esprimersi comunicando le emozioni alla parte logica

  • affinch le traduca in chiaro con la parola. Non c alcuna comunicazione tra queste due istanze. Ciascuna comunica attraverso i mezzi a disposizione: la parola per il pensiero logico, la comunicazione non verbale per il pensiero emotivo.

    Ecco il significato di Psicologia Analogica: la psicologia che studia la parte emotiva, e non logica, del nostro Io: linconscio, il contenitore delle nostre emozioni.

    Seguendo il percorso predisposto su queste pagine si pu comprendere quanto sia importante arrivare a conoscere le nostre vere esigenze emotive e riconoscere quelle dei nostri interlocutori.

    A che serve sentirsi dire Ti amo se la parte emotiva nega chiaramente questa affermazione con segnali non verbali di rifiuto? Quel Ti amo assume il significato di Vorrei amarti ma in realt non ti amo.

    Oppure capita spesso di sentire qualcuno che si lamenta di una insostenibile situazione professionale, ma se il suo inconscio invece gradisce, contro ogni logica, essere maltrattato stiamo pur certi che ce lo comunicher con chiari segnali non verbali, magari anche solo accarezzandosi i capelli mentre si lamenta, per dirci Mi piace essere mortificato!

    Quanto difficile da accettare che il nostro inconscio gradisca un capoufficio tiranno. Eppure il nostro inconscio capace di ben altro. Nutrendosi di pure emozioni, senza avere la capacit di riconoscere il bene e il male che sono frutto di apprendimento solo della parte logica, pu spingerci a scelte improponibili, creando le basi per conflitti enormi nella nostra mente.

    Riconoscere le proprie esigenze emotive un passo fondamentale per vivere meglio. Dopo aver compreso come si forma la nostra personalit, potrete comprendere anche quali pericoli corriamo nellignorare il nostro Io Bambino, quella parte di noi che cerca costantemente di ritrovare le forti emozioni che lo hanno formato, conducendoci a volte a delle scelte e a dei comportamenti che saranno fonte di infelicit.

    Il comportamento quotidiano

    La Psicologia Analogica ha ampiamente dimostrato quanto le conflittualit vissute nellinfanzia portino ladulto a comportamenti ben distinti, con peculiarit evidenti nelle relazioni. La conflittualit infantile la vera causa di quello che definiamo il carattere o, come pi corretto, la personalit.

    Linsieme dei comportamenti tipici dei vari profili psicologici, sono stati osservati e codificati dalla Psicologia Analogica. Pur nella diversit riscontrabile tra vari individui anche appartenenti alla stessa conflittualit, si possono individuare chiaramente comuni comportamenti.

  • La Psicologia Analogica offre molti strumenti per riconoscere in se stessi e negli altri la conflittualit vissuta. Come? Attraverso il linguaggio dellinconscio. La nostra parte emotiva infatti comunica tutto di noi, in continuazione. Ma non usa la parola. La parte logica deve imparare questo linguaggio o non sar mai in grado di percepire cosa linconscio vuole comunicare.

    linconscio non mente mai e la parte logica non pu impedirlo!

    Lindividuo forma la propria personalit nei primi anni di vita. Il neonato inizia la sua vita relazionale con i genitori e nei primi conflitti tra le sue esigenze e il grado di appagamento, riceve un primo imprinting che lo conduce definitivamente verso un comportamento rivolto al possesso o al desiderio. Il primo tratto della personalit a formarsi sar quindi la predisposizione a possedere (distonia dellAvere) o a desiderare (distonia dellEssere).

    Qualcuno pi fortemente di altri ma tutti apparteniamo ad una delle due modalit. Nei mesi seguenti, il bambino investe di responsabilit uno dei due genitori. E quello che sente meno amico, lo reputa pi ostile con la sua istintuale quanto limitata capacit di valutazione. E forse il genitore che non ha gratificato una sua imperscrutabile esigenza. Laltro genitore lo fa sentire pi sicuro. Riesce con un linguaggio corporeo o forse con la voce a comunicargli pi sicurezza. E nata la conflittualit.

    Tutti assegniamo un ruolo ai nostri genitori ed tra questi che distinguiamo il genitore buono da quello cattivo. Questo imprinting genitoriale, come per le paperette di Konrad Lorenz che seguono luomo perch stata la prima figura vista alla nascita, ci condizioner per tutta la vita. E linconscio che sceglie, attraverso canali comunicativi che la nostra parte logica nemmeno riesce ad immaginare. E linconscio che vorr rivivere continuamente questa conflittualit in un meccanismo definito COAZIONE A RIPETERE.

    La stretta relazione tra conflittualit infantile e comportamento adulto risulta pi evidente in uno stato tensionale, quando, per reazione ad un evento in grado di procurare emozioni inattese, la nostra parte profonda, linconscio, emerge prepotentemente a governare la situazione.

    Come si comportano le diverse conflittualit in occasione di un evento improvviso, a cui assistono e possono partecipare?

    Proviamo ad immaginare una situazione: un incidente dauto allincrocio tra due vie. Un conducente rimane lievemente ferito e necessita di aiuto. La strada, alle 11 del mattino affollata, diverse persone assistono allincidente:

    Sbaam! Rumore di fanali rotti e lamiere. Tutti si voltano istintivamente a vedere cosa ha provocano questo rumore, gi intuendone la causa. In mezzo allincrocio, tra due strette vie cittadine, due auto sono ferme. Capita spesso ma un incidente pur sempre uno spettacolo che vale la pena di osservare. Su una delle due auto, una persona si tocca la testa dolorante. Ha cozzato contro il parabrezza e non scende subito. Che fare? Ecco un esempio di improvviso stato tensionale. Chi nei pressi ne viene coinvolto e reagisce secondo la propria personalit.

    Tra gli spettatori, avremo innanzitutto gli Avere che non possono permettersi di svolgere un semplice ruolo da spettatore. Si porranno in ruolo attivo, mentre gli Essere tenderanno ad osservare levoluzione degli eventi, partecipando solo se necessario.

    Non tutto ovviamente. Interviene un altro tratto caratteriale: la conflittualit che ci ha tanto segnato nella formazione.

  • Ecco che i conflittuali padre, sia uomini che donne, che la Psicologia Analogica descrive sinteticamente come ASTE, assumeranno un comportamento aderente allimmagine di un padre ideale. Come si comporter unAsta? Assumer un ruolo attivo se dellAvere e interverr, magari avvicinandosi alle auto, iniziando a criticare il comportamento al volante di uno dei due conducenti, preferibilmente colpevolizzando un maschio. Se dellessere interverr a distanza, parlando con i presenti in tono accusatorio, con un atteggiamento rivolto a evidenziare i limiti dei conducenti coinvolti.

    Badate bene, qualunque cosa possa dire, se ne guarder bene dal dare una mano al ferito! Insomma il ruolo dellAsta replicare ci che avrebbe detto un padre al figlio che ha avuto la malaccorta idea di avere un incidente: sgridandolo puntandogli contro un dito con atteggiamento accusatorio. Pensa tra se (se vuole evitare un conflitto fisico con i conducenti coinvolti): Lo dico sempre che le patenti le regalano! Non sapete proprio guidare, adesso arrangiatevi!

    la gestualit dell'Asta

    Pi in l, tra gli spettatori, ecco un TRIANGOLO. Una persona che ha vissuto la propria conflittualit infantile con la madre. E una persona protettiva, assume il ruolo che avrebbe desiderato vedere nella madre. Con il bisogno di un contatto fisico con loggetto da proteggere, poser la mano aperta sulla spalla del ferito. Se dellAvere, si avviciner cercando di dare soccorso ma litigher con le donne presenti tacciandole di manifesta incapacit e occuper la scena indipendentemente dalle sue effettive capacit di portare un aiuto costruttivo, difficile sottrarsi alle sue attenzioni.

    Se dellEssere cercher comunque di portare un aiuto, di sostituirsi agli altri indecisi, magari procurandosi un cordiale al bar dellangolo da porgere gentilmente al ferito. Forse non sa che altro fare ma sentir limpellente necessit di assumere un ruolo protettivo, corrispondente alla sua idea di madre ideale.

    Pensa tra se: Sono degli incapaci, meglio che faccia io quello di cui c bisogno!

    la gestualit del Triangolo

    Finalmente intervengono gli EGO, che la Psicologia Analogica sintetizza e descrive come Cerchi. Sono i controllori del traffico. Impartiscono direttive, con ampi gesti circolari, senza partecipare alla realizzazione. Sono coloro che diranno cosa va fatto: che bisogna telefonare a

  • unautoambulanza, che sarebbe meglio non spostare il ferito, che il modo migliore per non intralciare la circolazione sarebbe quello di spostare le auto appena risolto il problema del ferito. Insomma osservano e indicano le soluzioni ma, badate bene, nessun cerchio sentir limpulso di rimboccarsi le maniche per fare alcunch.

    Se dellAvere lo vedremo in ruolo attivo, prendendo il controllo della situazione, distribuir compiti ai passanti.

    Penser: Bisogna che dia istruzioni e controller che qualcuno lo faccia.

    Se dellEssere, lo vedremo in disparte. Osserver la scena, offrir un parere se richiesto e, dentro di se, filosofegger su Come sarebbe migliore il mondo se tutti guidassero come dico io.

    LEgo una figura particolare. E nato e ha percepito una conflittualit con uno dei genitori, come tutti, ma si successivamente trasformato. Le cause sono da ricercare nel rapporto con il genitore buono quello gratificante, che nel corso della crescita stato percepito come sbagliato in occasione di un evento in cui la gratificazione non giunta. Il cerchio, non potendo cambiare la sua personale conflittualit creatasi con il genitore cattivo, trasforma il proprio comportamento in diffidenza verso entrambi i genitori, ora visti come uomo e donna non pi come padre e madre.

    E un osservatore, cos come ha dovuto osservare i genitori nella relazioni tra di loro e si comporta come avrebbero dovuto comportarsi i genitori. E intuibile che il cerchio cerca di ricreare la triade della famiglia di origine. Ecco quindi che i soggetti che intervengono sono almeno tre. Lui stesso, una figura che interpreter il padre ideale e una la madre ideale.

    la gestualit dell'Ego

    Nel corso della vita, altri turbamenti contribuiscono a formare ci che siamo ma nulla pu evitare che, nei momenti di tensione, il nostro inconscio perda loccasione di farci rivivere la nostra conflittualit.

    Al povero ferito del nostro esempio non rimane che augurarsi che la somma di tutti questi comportamenti, porti a qualcosa di costruttivo. Sicuramente gradir la vicinanza di uno solo dei personaggi che sono intervenuti. Uno solo tra aste, cerchi e triangoli sar oggetto della sua attenzione e ne seguir le mosse. Ne sar stimolato emotivamente

    Ma questa unaltra storia.

    Attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla Psicologia Analogica si pu leggere chiaramente, attraverso gesti e comportamenti, il linguaggio delle emozioni. Non occorre essere affermati psicologi per comprendere se stessi e il prossimo. Non si tratta di curare disturbi comportamentali ma comprendere le leggi che governano luomo e il suo comportamento.

  • I segnali emessi dallinconscio sono sotto gli occhi di chiunque, e sono uninfinit, basta imparare a leggerli.

    Avere o Essere

    Individuate da Erich Fromm queste due modalit di vita sono state riprese dalla Psicologia Analogica come punti fondamentali nella formazione della personalit, con la scoperta che questo aspetto evolutivo si forma fin dai primi mesi di vita e ci accompagna per la tutta la vita con forti influenze sul comportamento.

    La modalit dellAvere, secondo Fromm, pi indicata alle societ consumistiche, dove il possesso una condizione essenziale. Il presente il prolungamento dei ricordi posseduti. La modalit dellEssere, pi emotiva, rivolta allosservazione delle cose, il tempo futuro riveste una maggiore importanza che il passato. E importante cercare di variare il proprio comportamento verso questultima modalit.

    Erich Fromm

    Sintetizzando lesempio portato da Fromm:

    Un Avere deve possedere un fiore, lo coglie, lo fa suo. Un Essere ne contempla la bellezza, godendo di questo, percependolo per immaginare altri orizzonti.(Avere o essere? 1976)

    Un atteggiamento che riportato nelle relazioni umane crea enormi differenze nel comportamento. Qual quindi la modalit a cui bisogna tendere? Ciascuno potrebbe filosofeggiare sullargomento ma si pu scegliere di vivere secondo una delle due modalit, imponendosi volontariamente un controllo? Assolutamente No.

    Nei primi giorni di vita iniziamo a percepire il mondo che ci circonda. Il neonato deve interagire per soddisfare le sue esigenze primarie: mangiare, dormire, farsi coccolare. E in questa primissima fase della vita che formiamo la nostra modalit. Essere o Avere non dipende da una scelta logica, ponderata, di filosofia. Il bambino ha delle esigenze e secondo quanto riesce ad ottenere, si forma nel tendere al Desiderio o al Possesso. Il profondo significato di Essere o Avere.

  • Iniziamo con laffermare che tutti, in varia misura, apparteniamo a una delle due Distonie. Il disequilibrio verso uno dei due versanti fa parte della nostra personalit. Il nostro equilibrio, la nostra capacit di relazionarci e fare delle scelte equilibrate, dipende da quanto amiamo desiderare o da quanto dobbiamo possedere.

    Vediamo come si forma la nostra distonia:

    La Distonia dellAvere:

    Proviamo ad immedesimarci nelle semplici ma fondamentali esigenze di un neonato. Ha fame e piange, la pappa non giunge subito perch la mamma la sta ancora preparando. Non pu comprendere che deve attendere. Percepisce solo una mancanza nellimmediato. Oppure vorrebbe dormire, piange per comunicare la sua esigenza, invece il pap arriva dal lavoro e vuole prenderlo in braccio per consolarlo, lo fa saltare in braccio, vuole trasmettergli la sua presenza per consolarlo. Il bambino Desidera spesso ma non ottiene subito, inizia il percorso verso quella che chiamiamo la Distonia dellAvere.E difficile comprendere le esigenze di un neonato che ha una comunicazione limitata al pianto o poco pi. Nel naturale e quotidiano trascorrere della relazione con i genitori, il bambino ha tanto dovuto desiderare, pur avendo tutte le attenzioni, che nel suo inconscio si forma lesigenza del Possesso. Quali conseguenze avr questa evoluzione?Da adulto il suo comportamento sociale avr i tratti di una persona che cerca di giungere in tempi brevi ai suoi obiettivi, non amer desiderare a lungo e si coinvolger con persone che appagheranno velocemente le sue esigenze. Per contro, una volta appagate le sue esigenze, incredibilmente non ne trarr il piacere sperato e tender a decoinvolgersi ricercando nuove fonti di appagamento in un ruolo relazionale attivo, sempre alla ricerca di un nuovo possesso.

    Se un bambino ha dovuto Desiderare troppo spesso per ottenere, da adulto e per tutta la vita apparterr alla distonia dellAvere.

    La Distonia dellEssere:

    Proviamo ora ad immedesimarci in unaltra comune situazione del neonato. Non ha fame ma la mamma giunge ugualmente con la pappa, ora di mangiare per crescere anche se il bambino fa storie e rifiuta il cibo. Piange perch non ne vuole ma deve almeno assaggiare per riuscire a togliersi davanti agli occhi il biberon. Visto che ormai ha assaggiato, la mamma vorrebbe che continuasse e il bambino vede frustrata la sua esigenza di non mangiare, viene violato un suo desiderio: desidera altro, invece ottiene la pappa. Ottiene ci che non desidera. Anche in questo caso, nel naturale e quotidiano trascorrere della relazione con i genitori, il bambino ha spesso tanto posseduto che nel suo inconscio si forma lesigenza del Desiderio. Quali conseguenze avr questa evoluzione?Da adulto il suo comportamento sociale avr i tratti di una persona che giunger in tempi pi lunghi ai suoi obiettivi, amer desiderare pi che ottenere e si coinvolger con persone che non appagheranno le sue esigenze. Per contro, finalmente appagate le sue esigenze, incredibilmente non ne trarr il piacere sperato e tender a decoinvolgersi ricercando nuove fonti di desiderio in un ruolo relazionale passivo, dove saranno gli altri a condurre il gioco affinch possa desiderare il pi a lungo possibile: la sua vera fonte di appagamento.

    Se un bambino ha troppo ottenuto, da adulto e per tutta la vita apparterr alla distonia dellEssere.

  • Bisogna notare che il comportamento dei genitori simile nei due casi, se invadente o gradito dipende esclusivamente da come il bambino percepisce quegli eventi. Nel formare una distonia i genitori svolgono solo un ruolo passivo e hanno la potenzialit di influenzarne la formazione solo con gravi mancanze come ignorare il bambino o scaricare su questo i propri problemi, ma senza indirizzarlo verso una o laltra distonia. Ne marcheranno gli effetti nella vita adulta.

    Infatti, tutti evolviamo naturalmente verso una predominanza di desiderio o possesso, una splendida parte del nostro carattere. Tutti infatti amiamo desiderare e in altri momenti preferiamo possedere, mantenendo inalterata per tutta la vita linconscia preferenza per uno dei due atteggiamenti. La nostra distonia svolge un ruolo molto importante nelle scelte che facciamo e, come vedremo pi avanti, influenza in modo determinante il gioco delle relazioni nellinnamoramento.

    Solo leccesso di esigenza di desiderio o possesso pu rientrare a pieno titolo nel campo delle patologie. Un adulto che sviluppa una eccessiva distonia avr grandi difficolt a esprimere la propria personalit.

    Comunicare con le emozioni

    come comunichiamo con le emozioni?

    Negli stati emozionali il nostro comportamento pu variare bruscamente e noi possiamo essere indotti, dallesterno o dai nostri stessi pensieri a fare delle cose che normalmente non faremmo.

    Quando sogniamo, i contenuti dei nostri sogni possono essere anche fortemente irreali. Possiamo sognare cose che, mentre le sogniamo, sembrano normalissime ma al risveglio ci rendiamo conto di quanto fossero assurde.

    Allora la nostra mente ha la possibilit di vivere, in alcuni contesti particolari al di fuori del principio di realt, al di fuori della logica, al di fuori di quelli che sono i nostri normali sistemi di pensiero.

    Tutte le situazioni di relax, tutte le situazioni emozionali sono situazioni in cui il nostro comportamento fisico pu essere fortemente variato. Sono momenti in cui i nostri sistemi di pensiero possono variare significativamente. La mente cosciente vive le tensioni e le emozioni come una cosa potenzialmente pericolosa, mentre linconscio si nutre di tensioni e di emozioni e

  • per lui sono una cosa piacevolissima. Quindi non linconscio che cerca di allontanarci dalle tensioni ma la mente cosciente, linconscio tende a innamorarsi di tutto ci che genera tensioni.

    La distonia, cio il dislivello tra desiderio e realt, tra desiderio e possesso la vera molla dellinconscio. Linconscio vive solo per colmare le distonie: il suo piacere, la mente cosciente invece evita se possibile tutte le situazioni distoniche.

    Per la mente cosciente il piacere tornare a casa e sapere di trovare la moglie l tranquilla che ti aspetta, ma per linconscio il piacere consiste nel dire ci sar o non ci sar? Con chi sar? Mi ama o non mi ama?

    Ognuno di noi come se dentro di s avesse due forze, una che chiamiamo mente cosciente che funziona in maniera logica, razionale, precisa, che cerca di evitare le distonie e le situazioni tensiogene, unaltra che chiamiamo mente inconscia (ma anche Io bambino o intelligenza emotiva) che funziona in maniera analogica (nel senso che va oltre la logica) e che si nutre e ricerca emozioni. La mente inconscia quella parte responsabile dei nostri comportamenti e delle nostre emozioni.

    Per la mente cosciente 2 + 2 fa sempre 4, solo 4 e tutto quello che gli viene presentato come 2 + 2 diverso da 4 la mente cosciente lo butta via. Per la mente inconscia, invece, che funziona in maniera analogica, simbolica, emozionale, per la quale tutto possibile che cerca le situazioni distoniche, 2 + 2 pu fare anche 4, ma 2+2 pu anche fare 5, oppure zero o magari potrebbe essere una formula rituale per togliere il malocchio.

    Non che linconscio sia pazzo per linconscio ha una logica diversa, la sua una logica simbolica, analogica, non di identit ma di analogia.

    Facciamo un esempio: Una ragazza innamorata sta per sposarsi. Viene piantata sullaltare. A livello logico chi lha piantata ..Mario Rossi, quindi dovrebbe eventualmente odiare Mario Rossi e basta, ma questa donna cosa potrebbe fare : travolta dallo shock emozionale di quellevento, dallumiliazione, dalla delusione potrebbe fare unequazione:

    Mario Rossi = Tutti gli uomini

    Per cui da quel momento non ne vuole pi vedere nessuno, si fa suora, UNO = TUTTI. oppure allinverso, gli uomini sono tutti uguali, nessuno vale la pena, tanto vale andare con tutti.

    Lo shock emozionale ha destrutturato la mente razionale che non pi in grado di vedere quellevento per quello che : hai preso una fregatura, hai sbagliato persona, avanti un altro, con il prossimo andr meglio ma viene attivata la mente inconscia la quale funzionando per analogia non ha nessuna difficolt a identificare uno con tutti e non ha nessuna difficolt a mettere sullo stesso piano due ipotesi completamente opposte: siccome gli uomini sono tutti uguali tanto vale andare con tutti, oppure tutti gli uomini sono uguali, tutti disgraziati, meglio che mi faccio suora

    A livello inconscio le due ipotesi, pur essendo diametralmente opposte possono essere equivalenti. E quindi di vitale importanza imparare a comunicare con il nostro inconscio e con quello dei nostri interlocutori per rendere la nostra comunicazione efficace e penetrante, per essere in grado di fornire allinconscio del nostro interlocutore (ma anche al nostro inconscio) il servizio analogico richiesto, in modo tale che questo sia ben predisposto nei nostri confronti e si generi una situazione di empatia emotiva.

  • Dobbiamo quindi imparare a diventare il pi rapidamente possibile bersaglio emozionale dellinconscio del nostro interlocutore, dobbiamo cercare di fare innamorare di noi linconscio del nostro interlocutore perch se il suo inconscio si innamora di noi o meglio se il suo inconscio capisce che noi gli eroghiamo emozioni, gli diamo lo zuccherino, gli diamo quello di cui ha bisogno sar il suo inconscio a desiderarci, a desiderare di compiacerci e quindi dal di dentro quella persona sentir nascere il desiderio di fare quello che noi gli chiediamo.

    Una delle modalit per comunicare con il nostro inconscio quella che prevede lutilizzo della comunicazione non verbale e cio di:

    Prossemica

    Cinesica

    Paralinguistica

    Digitale

    Questi sono mezzi attraverso i quali possiamo generare delle micro-tensioni. Micro perch sono al di sotto dellindice di tolleranza della mente razionale, per cui la mente razionale non si sente aggredita, non si sente preoccupata, non sente lesigenza di opporsi. Ma queste micro-tensioni comunque sono eventi reali che accumulandosi come se scardinassero, aprissero sempre di pi la porta dellinconscio.

    Vediamole un po pi in dettaglio:

    PROSSEMICA: la gestione dello spazio come forma di comunicazione e di creazione di tensione. Avvicinarsi in modo da procurare tensione, ma non troppo da farti scattare e dire ma che vuoi ? ma abbastanza da farti stare in ebollizione.

    come se io dentro di te avessi prodotto delle micro-tensioni e quindi avessi cominciato a preparare il terreno per cui tutto quello che io dico arriva a livello inconscio e la mente razionale non in grado di verificare il contenuto del messaggio. Un primo modo per generare tensione allinconscio del nostro interlocutore quello di violare la prossemica, cio avvicinarsi pi di quanto normalmente non tollererebbe, ma non tanto da fargli scattare la reazione, si devono cogliere gli eventuali scarichi di tensione negativi, per calibrare al meglio la distanza.

    CINESICA: la gestione della gestualit e della mimica. Vi sono degli atteggiamenti posturali, degli atteggiamenti mimici che possono rilassare o indisporre, possono lasciarci indifferenti oppure possono generarci tensioni ed emozioni.

    Ognuno di noi, nella vita quotidiana assume certe posture, certi atteggiamenti che possono generare tensione, rilassamento o indifferenza allinconscio del nostro interlocutore . E quindi di vitale importanza per essere abili comunicatori saper gestire la cinesica in modo da produrre emozioni.

    PARALINGUISTICA: linsieme di tutti i valori tonali, i suoni, la cadenza, la velocit, il parlare con un tono concitato, incalzante in certi casi ad esempio eleva la probabilit che la suggestione venga accettata.

  • Certi suoni, rumori, un certo tono possono generare tensione ed eccitare linconscio. Ci sono persone il cui inconscio viene attratto dai suoni duri, forti, ritmati, altri allinverso che hanno linconscio che predilige i suoni dolci e melodici.

    DIGITALE: il contatto fisico, lannullamento della prossemica, toccare delle persone in un certo modo genera emozione, linconscio di alcune persone gradisce un contatto morbido, materno, carezzevole, quello di altre un contatto stringente a tenaglia e quello di altre ancora un contatto solo con la punta delle dita, penetrante.

    E quindi importantissimo imparare a conoscere quale tipo di contatto fisico gradito per poter entrare in empatia con il soggetto.

    Le ralazioni con laltro sesso

    Molto spesso, le varie scuole di pensiero psicologico e, pi in generale, i vari orientamenti di pensiero che si occupano delle relazioni interpersonali sia sotto il profilo evolutivo-educativo sia sotto il profilo clinico sembrano voler sminuire limportanza del disagio e della sofferenza generate da situazioni fallimentari che si possono verificare nellambito delle relazioni tra i sessi.

    Meglio, sembra quasi che tali situazioni fallimentari diventino degne di nota e di studio solo nel momento in cui ci si trova di fronte ad un contesto riconosciuto come patologico. In realt, se fosse possibile quantificare la sofferenza subita, nel complesso, dal genere umano, quasi sicuramente, dopo la mancata soddisfazione dei bisogni primari, scopriremmo che situazioni problematiche nel campo delle relazioni affettive e sessuali sono una delle maggiori fonti di sofferenza per il genere umano.

    Passando dalle vicende umane in generale alla scala delle singole storie individuali, notiamo che, a partire dalle prime esperienze, le relazioni con laltro sesso, se da un lato ci permettono di conoscerci meglio, di prendere, per cos dire, le misure di quello che siamo, delle nostre qualit, dallaltro, inevitabilmente, con i primi insuccessi, prendono corpo tutte quelle valutazioni negative su noi stessi, legate ai nostri stati psicologici di disagio, che ci portano ad attribuire alle nostre mancanze, alle nostre insicurezze, la causa dei nostri insuccessi.

    In altri casi, dette mancanze verranno attribuite alle persone con le quali siamo entrati in una qualche relazione; sar allora la controparte ad essere ritenuta responsabile dei vari fallimenti e delle varie difficolt.

    In alcuni casi, la presenza di situazioni traumatiche adolescenziali e giovanili causa o amplificazione di vere e proprie patologie psichiche ed pu aprire con estrema facilit la strada a varie forme di devianza.

    La maggior parte delle persone supera queste sensazioni di disagio, di propria inadeguatezza o di altrui insufficienza per demandare a relazioni future la realizzazione di un rapporto appagante. E infatti cos forte la spinta verso la soddisfazione delle proprie esigenze affettive e sessuali da permetterci, in un certo senso, di ignorare del tutto o in parte quanto di negativo stato vissuto.

  • Nonostante ci, una traccia di queste prime esperienze negative rimane nella psiche di ogni individuo e, qualora venissero ad aggiungersi altri fallimenti, altre simili esperienze, queste si sommeranno alle precedenti, dando maggior forza a quelle valutazioni negative di cui parlavamo in precedenza sino a farle diventare un vero e proprio vincolo in grado di modificare i sentimenti ed il comportamento.

    In alcuni casi si produrr una totale chiusura rispetto ai propri bisogni, ai propri sentimenti, generalmente accompagnata da un forte senso di disistima nei propri confronti e da un atteggiamento rinunciatario nei confronti del sesso opposto. In altri casi prevarr la tendenza ad usare il partner. In rapporti di questo genere, se la componente sessuale permane, la componente affettiva tende ad affievolirsi sino a scomparire del tutto o almeno a giocare un ruolo decisamente marginale nella relazione. Lincapacit di innamorarsi un tratto caratterizzante di queste personalit.

    La comprensione di queste complesse dinamiche possibile solo tenendo conto di alcune caratteristiche generali fondamentali comuni ad ogni forma di coinvolgimento psicologico. Il bisogno di innamorarsi, cos come quello di avere una fede di qualsiasi tipo essa sia, di seguire una qualsiasi figura carismatica, di avere una qualunque idea-guida sono antecedenti allinnamoramento, alladesione ad una determinata fede filosofica, politica o religiosa o al momento in cui ci si fa trascinare da qualcosa o qualcuno; su tutto ci prevalente lesigenza di coinvolgersi.

    Senza dubbio, anche se alcune ricerche scientifiche hanno posto in rilievo come forme di coinvolgimento paiono essere presenti in altre specie animali, questo fenomeno necessita per manifestarsi inequivocabilmente, di una vita sociale, dunque di un pensiero e di un linguaggio ben strutturati.

    Occorre, sulla scorta delle considerazioni precedenti, portare lattenzione su una caratteristica peculiare dellamore: sotto il profilo biologico si tratta di una molla potentissima, necessaria per la sopravvivenza stessa della specie umana e per la sua evoluzione mentre, sotto il profilo psicologico esso pare rappresentare un modello puro di quel coinvolgimento di cui parlavamo poco pi sopra.

    Ne deriva un ruolo centrale, imprescindibile, nellesperienza umana. Ritorniamo a quanto detto: il bisogno di innamorarsi presente prima dellinnamoramento stesso.

    E stata esposta pi volte in passato la metafora di quello stato danimo che comunemente definito amore paragonato a unape mentre loggetto dellamore stato paragonato ad un fiore. Il ronzare dellape in cerca del suo fiore rappresenta quello stato di indefinita inquietudine, a volte del tutto impercettibile, che precede il momento dellinnamoramento. Il sentimento verr percepito nitidamente solo quando lape si poser sul fiore, solo quando potr essere indirizzato verso una determinata persona.

    A questo punto le possibilit sono molteplici, quasi illimitate, comunque sempre da vedersi come comprese tra due estremi, tra due possibilit base: in una delle due loggetto damore appaga completamente le aspettative, nellaltra nessuna aspettativa verr appagata. Nella prima eventualit, da vedersi fondamentalmente come ipotesi puramente teorica, il piacere lelemento prevalente, al punto da portare ad una condizione di gioia; ma la completa soddisfazione delle esigenze espresse porter, come vedremo in seguito, al decoinvolgimento, alla fine dellinnamoramento. Nella seconda eventualit il ruolo determinante sar svolto dalla sofferenza: siamo qui in presenza di quella che stata definita dalla nostra scuola come la rigenerazione del bisogno. Loggetto damore, negandosi, render ancora pi forte il desiderio nella persona coinvolta.

  • Leventualit che ognuno di noi, nelle proprie vicende, si trovi a relazionarsi con persone propense a comportarsi in maniera pi simile ad una o allaltra delle due possibilit, cos come la propensione a reagire secondo luna o laltra ipotesi non frutto del caso ma lespressione delle nostre istanze emotive pi profonde, delle nostre esigenze inconsce, delle nostre paure; proprio queste, contrariamente a quanto si possa credere comunemente, svolgono un ruolo determinante nella nostra vita affettiva e sessuale.

    Lo studio di queste dinamiche loggetto della attivit ventennale della nostra scuola e dei suoi corsi di formazione.

    Si tratta di una vera e propria rivoluzione concettuale e culturale, perch ci permette di andare alla radice del comportamento umano e di gestire consapevolmente meccanismi dai quali fino a ieri eravamo dominati.

    La comunicazione uno dei pi importanti strumenti che la natura ci fornisce, non soltanto per vivere la nostra vita ma addirittura per sopravvivere, anche se la sua reale importanza emerge solo quando un avvenimento limita questa facolt (un banale esempio: come ci si sente quando il telefono non funziona?).

    Nella comune accezione viene inteso per comunicazione il complesso dei segnali necessari a trasmettere informazioni. Anche luso cui vengono normalmente adibiti questi strumenti conforme a questo assunto : usiamo infatti la comunicazione per informare, istruire, educare, socializzare, controllare e per tutte le esigenze del nostro quotidiano; facciamo quindi della comunicazione il mezzo per trasmettere informazioni o concetti.

    Gli studi di Stefano Benemeglio hanno permesso di conoscere meglio le dinamiche di un altro canale della comunicazione, il canale emotivo, che nelluso comune non tenuto in alcuna considerazione. Laver intuito che luomo governato dalle sue emozioni e che fonti e canali emotivi rappresentano una miniera di informazioni per la conoscenza dei dinamismi della mente si poi rivelata una carta vincente : dalla semplice conoscenza si giunti alla interpretazione e da questultima alle strategie di i intervento.

    Lapprofondimento di questa materia ha messo in luce una peculiarit esistente in un qualsiasi rapporto diatico: il canale comunicativo che si stabilisce un duplice canale a due vie , in cui entrambi i protagonisti raddoppiano i ruoli recettori e trasmettitori, creando un rapporto interattivo fatto anche di gesti e segni inconsci, di sensazioni, oltre che di parole; un rapporto quindi anche emozionale oltre che logico .

    Fin dalla prima fase di studio Stefano Benemeglio ipotizz che potesse trattarsi di reminiscenze arcaiche, del primordiale sistema di comunicazione che ha preceduto la parola, del primo linguaggio o linguaggio universale.

    Lipotesi iniziale, poi diventata convinzione, stata suffragata dalla pubblicazione di uno studio sul linguaggio dei bambini nei primi mesi di vita: vi si afferma, infatti, che i suoni emessi in questo periodo sono identici in tutte le razze del nostro pianeta.

    Il prezioso lavoro svolto da etologi e antropologi, da Desmond Morris in poi, servito a riconoscere la funzione biologico-adattiva dei comportamenti umani, ma stata sottovalutata la strategia inconscia di ciascun essere umano, forse perch ritenuta poco importante.

  • LIstituto di Psicologia Analogica si occupa da oltre ventanni di questo specifico canale relazionale: la Comunicazione non Verbale, ovvero della valenza e quindi del potere che gli stimoli delle componenti emotive, presenti in ogni processo comunicativo, hanno su ciascuno di noi.

    Nel contesto in argomento, processo comunicativo va inteso in senso lato, non riferito quindi alla sola comunicazione verbale, perch tutto comunica con noi. Qualunque cosa pu, infatti, stimolarci, procurarci emozioni: oggetti, avvenimenti, fiori, suoni, animali, musica, situazioni, immagini, ecc

    Questo concetto poi suscettibile di successivi approfondimenti analizzando alcune risposte o reazioni caratteriali istintive, che non possono essere addebitate al normale apprendimento esperienziale della persona. Ci riferiamo a comportamenti diversi in situazioni simili, che fanno pensare a informazioni geneticamente trasmesse dai primordi dellumanit, come ad esempio le differenze istintive di comportamento tra bambini di sesso diverso, le differenti reazioni di fronte a fatti similari (perch un fiore commuove pi una donna che un uomo?) e per restare nel campo di nostro interesse, le differenti reazioni di bambini o persone messi per la prima volta a contatto con un animale come il cavallo.

    Qualunque ipotesi pu trovare conferme, dallinconscio collettivo ipotizzato da Jung, agli engrammi di Semong, agli archetipi della filosofia platonica.

    Nel contesto di nostro interesse, per, non importante la genesi di certi comportamenti, importante invece riconoscerli anche se non sono espressi secondo la consueta prassi. Le ricerche effettuate da Stefano Benemeglio ci hanno permesso di decodificare e valutare la gestualit inconscia. Questo significa che siamo in grado, ad esempio, di rilevare nel nostro interlocutore segnali di gradimento, rifiuto, grado di emotivit (piacere/sofferenza).

    da precisare che il concetto di segnale inconscio va ben oltre le precedenti classificazioni dei linguaggi del corpo o di quelle che vengono denominate stereotipie.

  • Le stereotipie sono tratti comportamentali caratterizzati da un notevole grado di fissit e costanza (posture, gestualit, movimenti, ecc), che hanno la caratteristica di ripetersi in modo automatico, quasi come un rituale, indipendentemente dalla situazione.

    I segnali da noi presi in considerazione, invece, sono gestualit originate da stimolazioni emotive, quindi risposte in tempo reale ad atti analogici programmati.

    La nostra classificazione permette non solo di riconoscere ma anche di valutare leffetto, ovvero lintensit dellemozione provocata, di tutti i segnali che il corpo trasmette : atteggiamenti, gestualit, posture, comportamenti, soprattutto quelli normalmente non rilevati perch considerati privi di valore o di interesse nella cultura moderna.

    In altre parole, se luomo governato dalle emozioni, noi affermiamo di essere in grado di governare le emozioni.

    E pensare che questi concetti sono antichi come lumanit! Lemotivit certamente nata con luomo come carburante del motore della sua mente (Freud la defin libido, Jung energia psichica) e la possibilit di avvalersi di essa per scopi personali stato scoperto fin dal primo insorgere dei nuclei societari. I primi segnali certi di riconoscimentodel potere dellemotivit nella comunicazione risalgono a circa 2.500 anni fa e possono essere attribuiti ad Aristotele, che in una disamina della ars oratoria (che allora era denominata retorica), individu tre elementi che giudic fondamentali : logos (logica) pathos (emozioni) ethos (etica, intesa come convinzione di quanto si dice). Un'ulteriore e autorevole prova di quanto si afferma possiamo ritrovarla nella reprimenda di Catone, circa 500 anni dopo, che accusava di illiceit chi abusava della retorica come opera di convincimento.

    Stefano Benemeglio ha iniziato analizzando la particolare peculiarit del pathos nella comunicazione, riuscendo a comprenderne i dinamismi e a definire una strategia comportamentale che ne permette la gestione, raggiungendo cos un importante traguardo nella conoscenza della mente e nel miglioramento dei rapporti interpersonali. Un successivo e importantissimo traguardo stato poi raggiunto con la scoperta di tre simboli, Asta Triangolo Cerchio, secondo i loro riferimenti iconografici, della loro valenza magnetica e della loro importanza allinterno della psiche delluomo. LAsta ha come riferimento la figura paterna, il Cerchio si riferisce alla persona stessa e il triangolo ha come riferimento la figura materna.

    Questi simboli, che possono essere definiti archetipi, sono presenti in ciascun individuo in composizione diversa e ogni composizione (o tipologia) indica caratteristiche personali specifiche, individuabili con un semplice test.

    Ma non solo, perch il processo perfettamente reversibile: questa simbologia fa parte infatti dei segni e dei gesti inconsci espressi dalla comunicazione non verbale. La semplice osservazione permette, quindi, lidentificazione della tipologia di una qualsiasi persona e, con essa, le connotazioni caratteriali, le caratteristiche comportamentali sue e quelle a lei gradite, le conflittualit che derivano dal suo vissuto, gli atteggiamenti in lei prevalenti e quelli graditi nel campo relazionale. Si riesce, in pratica, a definire, la mappatura completa delle caratteristiche affettivocomportamentali di una persona, permettendo cos di identificare la strategia relazionale che meglio le si addice.

  • Non certamente questa la sede per illustrare in modo esaustivo questo argomento ma forse sufficiente pensare quanto possa essere utile, in qualsiasi campo, riconoscere che con un ipotetico interlocutore un comportamento Asta (archetipicamente paterno, quindi dominante, coercitivo) sia da preferire a quello a Triangolo che si riferisce allarchetipo di madre quindi dolce, permissivo, avvolgente).

    Lidentificazione della tipologia ci permette ancora, tra laltro, di riconoscere se esiste diffidenza (o gradimento) verso la figura femminile o maschile o, ancora pi in dettaglio, verso un certo tipo di figura femminile o di figura maschile. difficile contestare limportanza di queste scoperte, pi facile, invece, dubitare delle scoperte stesse, che possono essere considerate e definite troppo innovative anche se sono state oggetto di osservazione ed analisi, con giudizi positivi, da parte di eminenti personaggi della cultura psicologica in Italia e nel mondo.

    A questo proposito Stefano Benemeglio afferma: I miei protocolli di ricerca non seguono gli schemi classici, secondo i quali prima si formula una teoria e poi se ne cerca la conferma: il metodo da me usato ha un pragmatismo diverso. Le intuizioni nascono sul campo, dallosservazione diretta e dallesperienza quotidiana, subendo poi il consueto processo di verifica e sperimentazione da parte della nostra equipe di collaboratori.

    comprensibile per una certa diffidenza per delle affermazioni cos profondamente innovative, che non trovano alcun riferimento nella letteratura esistente: possibile che un semplice gesto possa essere cos denso di significati profondi o causare una qualsiasi reazione?

    Pu essere eseguita una semplice prova:

    Con un interlocutore in piedi, braccia lungo i fianchi, iniziate a mostrargli in sequenza i tre simboli (Asta, Cerchio e Triangolo) allaltezza degli occhi, partendo da una distanza di circa 1 metro per arrivare fino a circa 10 cm dal suo viso. Scegliete una posizione laterale al soggetto, dalla quale poter osservare ogni minimo movimento del corpo. Ci si pu rendere conto che due di queste simbologie otterranno come reazione ondeggiamenti del corpo: uno in avanti (segnale di gradimento) ed uno indietro (segnale di rifiuto).

    una prova veramente semplice, ma sufficientemente indicativa per dimostrare che questi simboli hanno una loro specifica propriet e sono in grado di stimolare una reattivit inconscia che si manifesta in linguaggio corporeo.

    Come si pu facilmente dedurre, siamo ben lontani da quanto affermava nel 1979 sulla rivista Scientific American Francis Krick, premio Nobel per la Medicina: la psicologia tenta di trattare il cervello come una scatola nera. Lo sperimentatore studia gli ingressi e le uscite e, sulla base dei risultati, tenta di dedurre strutture e funzionamento di ci che contenuto allinterno della scatola

    Difficile negare che lapplicazione di queste tecniche possa costituire un supporto terapeutico di notevole importanza: la possibilit di individuare le connotazioni caratteriali del soggetto/paziente al di l di quanto esso mostra, di penetrare nel suo inconscio profondo, di insinuarsi sotto la maschera-corazza che la sua patologia psicogena l'ha indotto a erigere, sono certamente nuove ed efficaci armi a disposizione di chi intendesse farne uso.

    Acquisire una competenza specifica in questa nuova disciplina una conquista sia culturale sia strettamente scientifica, che pu arricchire non soltanto medici e terapeuti nellesercizio della loro professione, ma anche coloro il cui ruolo sociale comporta responsabilit di dirigere altre persone.

  • Come si pu facilmente immaginare la ricerca, soprattutto in settori o campi quasi vergini, trae nuove energie dal suo stesso essere (a proposito di stimoli emotivi); non poteva essere altrimenti per lIstituto di Psicologia Analogica.

    Levoluzione logica successiva delle ricerche porta al traguardo una nuova disciplina, la Psicoterapia Analogica, consequenziale risultato delle conoscenze e delle scoperte della Psicologia Analogica.

    La Psicoterapia Analogica la prassi applicativa delle scoperte di Stefano Benemeglio nel campo della Psicologia Analogica (o psicologia delle emozioni) e s'inserisce nelle terapie brevi di tipo abreativo. Una volta focalizzati con relativa facilit i gangli emotivi che condizionano il comportamento attuale, il cammino per la ricerca della cura-rimedio di gran lunga facilitato.

    LIstituto di Psicologia Analogica ha sviluppato settori didattici diversi, rivolti a diverse figure professionali. Allinterno dellIstituto, accanto alla Scuola di Psicologia Analogica che dal 1978 prepara medici e psicologi allapplicazione di questa disciplina, esiste il dipartimento di Psicologia Applicata, composto da unequipe di consulenti specializzati che si rivolge ad operatori del settore, managers, professionisti ed appassionati.

    La successiva tappa evolutiva porta alla nascita della Psicologia Analogica, disciplina che propone una propria visione dellarchitettura della mente e dei suoi dinamismi attraverso lo studio dellemotivit dellindividuo e della valenza incisiva che lemotivit stessa acquisisce nell'evoluzione della personalit, del carattere e delle problematiche psichiche dellessere umano.

    La Psicologia Analogica getta le basi epistemologiche nella psicologia cognitivo-comportamentale e studia le leggi e le regole che governano i sistemi mentali dell'individuo e la sua emotivit .

    Secondo il Cognitivismo, la Psicologia Analogica studia e classifica gli individui in mappe psicologiche di appartenenza, denominate Tipologie e ne rivela le caratteristiche psicologiche e comportamentali.

    Secondo il Comportamentismo, la Psicologia Analogica studia e utilizza la comunicazione come stimoli-risposte-rafforzi di tipo verbale e non verbale, trasformando cos una semplice comunicazione informativa, in una pi efficace comunicazione interattiva, al fine di creare le condizioni analogiche necessarie all'ottenimento del consenso di tipo fenomenologico o comportamentale nei diversi settori applicativi.

    Per accedere all'interno dei sistemi mentali dell'individuo, la Psicologia Analogica utilizza tre linguaggi interattivi:

    La comunicazione non verbale

    La comunicazione simbolica

    La comunicazione analogica

    Lo studio sintattico dei linguaggi interattivi sopra descritti, permette alla Psicologia Analogica di sistematizzare e di classificare i pi significativi SEGNI, GESTI, PAROLE e COMPORTAMENTI espressi dall'individuo, definendone le diverse interpretazioni, in termini di stimoli - risposte - rafforzi.

    Lo studio semantico dei linguaggi interattivi permette alla Psicologia Analogica di scoprire le origini delle analogie e con esse le tappe evolutive pi significative dell'individuo, decifrandone le mappe cognitive.

    Lo studio pragmatico dei linguaggi interattivi e il loro uso, permette di indicare gli elementi di intervento necessari per ottenere il consenso, per favorire l'ottimizzazione delle risorse umane e per la risoluzione dei problemi emotivi e comportamentali.

    La Psicologia Analogica studia la Comunicazione Emotiva nei seguenti tre punti:

    L'espressione

    La relazione

    Il comportamento

    Per ottenere sempre pi rapidi consensi e conoscere sempre pi approfonditamente se stessi e gli altri.

  • L'espressione, all'interno della Comunicazione Analogica, stata studiata esaminando gli effetti emotivi della Distonia, della Contrapposizione e dell'Antitesi di tipo comparativo e sostitutivo.

    La relazione, all'interno della Comunicazione Analogica, viene studiata in base agli effetti emotivi che la natura di relazione complementare e simmetrica nell'individuo determina secondo struttura base o Alterata di appartenenza e in base all'oggetto della comunicazione che secondo distonia Essere o Avere dovr gradualmente risultare non disponibile secondo tipologia distonica.

    Il comportamento, all'interno della Comunicazione Analogica, viene studiato valutando gli effetti emotivi della relazione significativa, in diade nella Tipologia Genitoriale e in triade nella Tipologia Egocentrica dell'individuo.

    Lo studio dei metodi e dei comportamenti globali all'interno della Comunicazione Emotiva, permette di evidenziare l'importanza che le diverse tappe evolutive hanno per l'individuo; la comunicazione stessa sar per tutta la sua vita condizionata "dalle relazioni significative" subite nella fase infantile/adolescenziale all'interno della famiglia di origine (padre e madre).

    La Psicologia Analogica classifica l'individuo in diverse Tipologie Psicologiche costituite dal suo vissuto emotivo-esperienziale e le distingue in:

    Conflittuale padre

    Conflittuale madre

    Conflittuale Ego-maschio

    Conflittuale Ego-femmina

    Per le diverse classificazioni tipologiche, la Psicologia Analogica definisce le regole, le leggi e i codici specifici di comportamento dell'individuo, per interagire con ogni dinamismo del sistema mentale scaturito dalle sue esigenze.

    La Psicologia Analogica, nell'analisi di un fenomeno comportamentale, non prende in considerazione le possibili correlazioni di causa-effetto secondo i comuni schemi della logica formale, ma le analogie precostituite che hanno le radici nei processi irrazionali tipici del pensiero emotivo.

    Il meccanismo notoriamente definito come "coazione a ripetere", porta l'individuo a rivivere nel presente, gli eventi emotivi del passato identificando come significative idee, cose, persone e relazioni in base alla duplicazione nel presente di fatti o eventi accaduti nel passato.

    L'ottica di osservazione e di analisi che viene utilizzata nella Psicologia Analogica per lo studio dei fenomeni umani e comportamentali, di tipo analogico/emotivo e non di tipo logico/digitale.

    Questa distinzione evidenzia la diversa ottica di osservazione e analisi tra la Psicologia Analogica e le altre discipline.

    La Psicologia Analogica, per meglio conoscere l'uomo e di conseguenza i suoi fenomeni e i suoi problemi, studia i modelli interattivi per accedere all'interno dei suoi sistemi mentali e determinare le variazioni atte al raggiungimento dell'equilibrio psicologico per il suo potenziamento mentale e lo sviluppo della sua personalit .

    Psicologia Analogica quindi come sinonimo di Psicologia delle Emozioni.

    [Estratto da diverse edizioni di: www.istitutopsicologiaanalogica.it]

    Una comunicazione complementare una comunicazione che, partendo dallindividuazione della tipologia prevalente dellinterlocutore, porta ad adottare uno stile, appunto, complementare ad esso al fine di facilitare la relazione. quindi una comunicazione strategica nel senso che prevede una consapevolezza dei processi e la conseguente adozione di strategie adeguate. Adottare uno stile Asta con una persona che ha uno stile Asta probabile che creer delle frizioni, degli attriti in cui alla fine prevale il pi forte in senso gerarchico, ma con un impegno energetico spesso spropositato. Anche una comunicazione tra due stili Triangolo pu non funzionare al meglio perch

  • non si va da nessuna parte quando uno cerca dallaltro quello che laltro non sa dargli e riceve dallaltro esattamente ci che non desidera ricevere.Tutti noi apparteniamo prevalentemente alluna o allaltra tipologia e quindi tutti possiamo spontaneamente arrivare alla complementariet con laltro oppure possiamo effettuare uno sforzo di adeguamento che non manipolazione ma solo una modalit, appunto strategica, finalizzata a raggiugere i traguardi ambiti.In altri termini, la comunicazione complementare lindividuazione dello stile dellaltro per modificare il proprio, se diverso, al fine di raggiungere lobiettivo di una comunicazione che ottiene lassenso e il consenso. La comunicazione simmetrica, al contrario, fa specchiare la persona nel suo comportamento, quello che adotta inconsapevolmente pur detestandolo, con tutte le conseguenze del caso.A questo punto pi facile cominciare a dare una spiegazione a quelle incomprensibili antipatie che proviamo per certe persone senza alcuna giustificazione logica ma, appunto, con tante giustificazioni analogiche!Provare da subito per credere, a cominciare dallidentificazione dello stile prevalente di comunicazione delle persone importanti che ci circondano e con le quali siamo chiamate a interagire: prevalentemente Asta o prevalentemente Triangolo?

    Prima una piccola ma decisiva precisazione: ci agganciamo e per noi diventano importanti le persone che ci procurano una stimolazione emotiva. la tensione emotiva che muove lindividuo, il cibo energetico dellinconscio che si lascia attrarre anche da ci che la parte logica giudica negativo e sconveniente.Nella prima parte abbiamo visto che il coinvolgimento dellEssere e dellAvere sempre relativo al possesso di cosa, idea e persona, con una grande differenza per: che lEssere si aggancia al desiderio e vive il vincolo per il possesso mentre lAvere si aggancia al possesso e vive il vincolo del desiderio.Ti spiego cosa significa tutto questo con un paio di esempi.Prometti di chiamare la tua partner, che appartiene alla tipologia dellEssere, alle 18,00 per programmare la serata. Lei aspetta la tua chiamata, in ansia per il telefono che non squilla; tu che cosa fai per coinvolgerla ancora di pi emotivamente? La chiami alle 18,30, meglio ancora alle 19,00 e amplifichi il suo desiderio di sentirti, la lasci desiderare. La sua parte emotiva si aggancer alla grande e non ti preoccupare, invece, se la sua parte logica ti rimproverer e dir che sei il solito inaffidabile: va bene cos!In ogni contesto, allEssere sottrai il possesso in generale e otterrai il suo forte aggancio emotivo!Tra qualche giorno il compleanno della tua fidanzata, che appartiene alla tipologia dellAvere, hai gi acquistato il regalo, glielo dici, le dici che vuoi farle una sorpresa; lei si agita, scatta il vincolo al desiderio e la voglia di possesso immediato; se le fai la sorpresa e le consegni il regalo la sera prima del compleanno, le garantisci un gradimento emotivo sopraffino. Magari ti dir che sarebbe stato meglio aspettare il giorno del compleanno, ma intanto ha posseduto e tu sai che hai fatto in modo che accadesse esattamente ci che il suo inconscio voleva che accadesse.In ogni contesto, allAvere togli il senso di desiderio in generale e otterrai il suo forte aggancio emotivo!Con lEssere allontana lobiettivo: si coinvolge nel desiderare!AllAvere fai sentire che avr pi di quello che si aspetta: si coinvolge nel possesso!A proposito, allEssere non fare complimenti: non li gradisce emotivamente! Te ne accorgi perch subito dopo che riceve il complimento oscilla indietro con il corpo, o magari si gratta il naso

  • o, ancora, si schiarisce la voce! Il fatto che lEssere ha una buona opinione di s e il tuo complimento lo avverte come un ulteriore e superfluo possesso di cui farebbe volentieri a meno e tu, con le migliori intenzioni, parti subito con il piede sbagliato.Con lAvere esattamente lopposto: non ha un buon ideale di s e apprezza il tuo complimento. un possesso immediato che gli metti sul piatto, che prende al volo e per il quale ti restituisce qualche bel segnale non verbale di gradimento. Il primo fra tutti venire avanti con il corpo, poi magari un bel mordicchiamento del labbro. Hai raggiunto il tuo obiettivo!Il vissuto dalla nascita alladolescenza allinterno della famiglia a contatto con pap e mamma comporta delle tappe evolutive che definiscono aspetti importanti della personalit dellindividuo, aspetti che rimarranno tali per tutta la vita. Identificare queste tappe evolutive e i conseguenti profili psicologici a cui hanno dato origine significa comunicare con laltro in modalit pi efficaci: sappiamo come prendere laltro, come toccare i giusti tasti che lo coinvolgono, come regolare la comunicazione per raggiungere gli obiettivi che ci stanno a cuore. Per esempio:

    per vendere un prodotto. per sedurre una persona desiderata. per persuadere un collega. per ottenere una qualsiasi cosa che ci sta a cuore.

    Si tratta di osservare, ascoltare, stimolare, insomma essere partecipi di una comunicazione sempre attiva in cui lo stimolo allaltro e la lettura dei suoi comportamenti di risposta ci forniscono preziosi feedback per arrivare alla definizione certa della sua tipologia.La prima importantissima tappa di questo percorso riguarda quella che, nel linguaggio delle discipline analogiche, definiamo la tipologia distonica Essere o Avere. Tutti su questo pianeta, nessuno escluso, appartengono prevalentemente a una o allaltra di queste due grandi famiglie.Il primo esercizio di applicazione pratica, dopo aver letto quanto segue, valutarsi e valutare chi ci circonda, parenti, amici, partner, colleghi, per individuare la loro appartenenza alla distonia dellEssere o alla distonia dellAvere. Ecco i due identikit nelle loro linee generali.

    Naturalmente entrambi vivono momenti di sofferenza:La sofferenza dellessere: desidera e soffre per il poco possesso, si crogiola nel ruolo passivo del desiderio piuttosto che a fare per il possesso.La sofferenza dellavere: possiede ma non desidera abbastanza ci che possiede. Passa subito allazione, macina possesso ma poi, dopo, non desidera ci che possiede