Anno Accademico 2016 - 2017 - unirc.it · ricerche e le soluzioni offerte da varie discipline...

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27/03/2017 1 Corso di Progettazione e Organizzazione della Sicurezza nel Cantiere - prof. arch. Renato G. Laganà Anno Accademico 2016 - 2017

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Corso di Progettazione e Organizzazione della Sicurezza nel Cantiere - prof. arch. Renato G. Laganà

Anno Accademico 2016 - 2017

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L’aspetto centrale nell’approccio ergonomico alla movimentazione deicarichi riguarda le strategie proponibili per prevenire l’insorgenza dipatologie del rachide negli operatori.Per individuare tali strategie è necessario esaminare i fattori di rischio,che possono provocare l'insorgenza di lombalgia, in rapporto allamovimentazione di oggetti. Essi sono:• Carico eccessivo (con riferimento al peso da movimentare in sé)• Scorrette modalità di movimentazione (errate tecniche diesecuzione)• Problemi connessi alla qualità del carico da movimentare• Problemi connessi con l’organizzazione del lavoro (coordinamento tradiversi operatori, presenza di ausili e conoscenza del loro uso)Gli studi ergonomici prendono in considerazione i fattori di rischiosopra descritti, cercando di offrire soluzioni efficaci e agevolmenterealizzabili, al fine di tutelare la salute degli operatori.

Prima di analizzare le possibili soluzioni ai problemi, èopportuno specificare il significato di alcuni concetti.

• ERGONOMIAPuò essere definita come la “disciplina scientificache si occupa dei problemi relativi al lavoro umanoe che, assommando, elaborando e integrando lericerche e le soluzioni offerte da varie discipline(medicina generale, medicina del lavoro,fisiologia, psicologia, sociologia, fisica, tecnologia)tende a realizzare un adattamento ottimale delsistema uomo - macchina - ambiente di lavoro allecapacità e ai limiti psicofisiologici dell'uomo”(Treccani).

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• POSTURESono considerate come “gli atteggiamenti individuali

assunti dai singoli soggetti, definiti dai rapporti che sistabiliscono tra i singoli segmenti corporei inseriti nellospazio e quindi corredati delle relative forze, inparticolare dei muscoli, cui presiede l’attività dicontrollo del sistema nervoso centrale” (Boccardi).Le posture possibili sono innumerevoli, anche se si cercadi ricondurle a poche categorie, caratterizzate da alcunielementi essenziali, facendo riferimento a termini comestazione eretta, stazione assisa, ecc.

• BARICENTROPuò essere considerato il punto del corpo in cuisi concentra a forza di gravità.Cambiando le posture, non muta il peso delcorpo, ma può variare la collocazione delbaricentro.

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• CONSERVAZIONE DELL’EQUILIBRIO

Nella vita quotidiana, si cambiacontinuamente la postura e si affrontacontinuamente il problema di conservarel’equilibrio contro le forze generate dallagravità, che tende ad abbattere i segmentidel nostro corpo.

Per mantenere la stazione eretta, adesempio, occorre che la linea di gravità,cioè la verticale passante per il baricentro,passi anche entro la base di appoggio, cioèentro l’area individuata dalle linee cheuniscono i talloni, le punte dei piedi e i loromargini laterali.

L’equilibrio è tanto più stabile, quanto piùampia è la base di appoggio e quanto piùbasso è il baricentro.

• FORZE CHE SI OPPONGONO ALLA GRAVITÀ

La contrazione dei muscoli impedisce ad ogni singolosegmento del nostro corpo, articolato con altriadiacenti, di cedere all’effetto della gravità.Ma il lavoro muscolare, che comporta dispendio dienergia, non è l’unico fattore in campo. Nellaposizione eretta sull’attenti, ad esempio, poiché ilcentro di gravità del corpo si proietta proprioverticalmente all'asse di rotazione del ginocchio, èanche l’equilibrio a sostenerci e non occorrono grosseattivazioni dei muscoli della coscia che controllanoquell’articolazione. L’equilibrio è instabile, perché ilcentro di gravità subisce dei piccoli spostamenti, cheperò possono essere compensati da minimecontrazioni muscolari di attuazione rapida, in tempiinferiori al decimo di secondo, sotto il controllo delsistema nervoso.A mantenere la postura concorre infine, oltre allacontrazione muscolare e allo sfruttamento delleposizioni in equilibrio, la messa in tensione deilegamenti e lo stiramento dei muscoli stessi, i qualioltre a una componente contrattile possiedono unacomponente visco-elastica.

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• LEVESpiegano il mantenimento dell’equilibrio e ilsollevamento di un peso.Secondo la definizione fisica sono delle macchinesemplici, costituite da un’asta rigida che si appoggiaa un punto fisso, detto fulcro (F), su cui agiscono dueforze: la resistenza (R) e la potenza (P).

A seconda di quale dei tre elementi(rispettivamente fulcro, resistenza o potenza) sitrovi compreso tra gli altri due, la leva è detta diprimo, secondo o terzo genere. Una leva èvantaggiosa quando la condizione di equilibrio sirealizza per una potenza minore della resistenza.

- La leva di terzo genere (es. pinza) è sempresvantaggiosa. Molte leve del corpo umano sono diterzo tipo. Ciò ci consente (ad esempio nellaflessione dell'avambraccio) di far compiere unnotevole spostamento alle estremità degli arti, afronte di un accorciamento limitato dei muscoli.

- La leva di secondo genere (es. schiaccianoci) èsempre vantaggiosa. Questo può essere utilequando la resistenza è importante, come adesempio avviene nel sollevamento sulla punta deipiedi, in cui occorre sollevare il peso di tutto ilcorpo.

- La leva di primo genere (es. forbici, bilancia) èvantaggiosa se il fulcro è più vicino alla resistenza.

La condizione di equilibrio di queste macchine siverifica quando il rapporto fra potenza e resistenzaè uguale al rapporto tra le distanze della resistenzae della potenza dal fulcro.

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Esaminando la colonna vertebraledurante un’estensione, possiamoosservare che:

• È una leva di 1° genere (sono interpostele articolazioni, che fanno da fulcro)

• Si tratta di una leva svantaggiosa (acausa della breve distanza della potenza,costituita dalla muscolatura posteriorespinale)

• Lo sforzo da compiere (e di conseguenzala sollecitazione meccanica dasopportare) è tanto maggiore, quanto piùla resistenza, costituita dal peso dasollevare, è lontana dal fulcro.

• GESTO DEL SOLLEVAMENTO

Quando un operatore solleva unpeso, si realizza una situazionein cui la base di appoggio restaquella dell’operatore, mentre ilbaricentro diventa quello delsistema “operatore + peso”.

Per questo l’operatore dovràcompiere gesti equilibratori,come arretrare il bacino oaccentuare la lordosi lombare.

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• ECONOMIA NELL’ATTO DEL SOLLEVAMENTO

In generale è conveniente sfruttare lamuscolatura dei segmenti più robusti, adesempio quella degli arti inferiori.

Poiché però l’accentuata flessione delleginocchia richiede ai quadricipiti un lavorodispendioso, si tende a usare in associazionei muscoli estensori della colonna, i grandi gluteie gli estensori delle anche, senza flettere leginocchia.

In questo modo si ottiene anche che ilbaricentro del corpo subisca un minorabbassamento, con riduzione del lavoro disollevamento.

• ERGONOMIA NELL’ATTO DEL SOLLEVAMENTO

La modalità di sollevamento descritta in precedenza è piùeconomica dal punto di vista energetico, richiede minordispendio, ma non garantisce una tutela del tratto lombaredel rachide. Infatti, gli effetti del peso del corpo sovrastante edell’oggetto sollevato si sommano alle intense sollecitazionicausate dalla contrazione muscolare degli estensori.

Ciò determina un cospicuo aumento delle pressioni a livellodegli ultimi dischi lombari, con aumento dei rischi di lesione.

È opportuno quindi mantenere il tronco ben dritto, con lacolonna rigida e far compiere lo sforzo muscolare agli artiinferiori (il quadricipite è il muscolo più impegnato).

Durante il sollevamento e nell'eventuale trasporto, l’oggettodeve essere tenuto il più possibile vicino al tronco.

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Ma non è solo l'entità del carico a rappresentare un rischio, ma anche lemodalità con le quali si compie la movimentazione manuale dei carichi.

1) La distanza del carico:aumenta il braccio della leva equindi la forza che agisce sullevertebre.Il carico deve quindi essere presoe tenuto il più vicino possibile alcorpo.

2) I sollevamenti con la schiena in flessione o in estensione sono pericolosi e vanno evitati:se si flette il tronco, le forze di compressione sulla vertebra e sul disco tenderanno a forzare il nucleoverso la parte posteriore del disco e ad esercitare una compressione in direzione del canalemidollare e delle radici nervose.Quando la schiena è forzata in estensione si ha un carico eccessivo sulle faccette articolari.Se si effettua invece il sollevamento in modo corretto, piegandosi sulle ginocchia fino a circa 90°tenendo la schiena dritta, con i muscoli addominali e della schiena ben preparati, la forza che agiscesulle vertebre e sul disco è ben ripartita ed il disco compresso resta in sede.

• ALTRE SOLLECITAZIONI NEL SOLLEVAMENTO

Sollevando un peso a un lato del corpo (es. unavaligia), si attuano compensi equilibratori comequello dell’inclinazione controlaterale del tronco.

Sulla colonna, quindi, oltre al carico complessivograva anche lo sforzo dei muscoli del tronco e lasollecitazione può essere addirittura maggiore diquella richiesta dal sollevamento di due valigieuguali, una per lato.

Dall’ergonomia deriva il consiglio di ripartire il pesosui due lati.

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• CONCENTRAZIONE

Avere coscienza dei propri gesti,programmare il movimento ecoordinarlo appropriatamente sonofattori essenziali per preservare lacolonna vertebrale, mantenendosollecitazioni meccaniche accettabili.

Così eseguire un compito senza lagiusta concentrazione comportal’esposizione ad una serie dicontraccolpi, che, a lungo termine,possono provocare danni permanenti.

1. CARICO ECCESSIVO

Di fronte a un peso eccessivo, a seconda dellecaratteristiche fisiche del carco da sollevare e deltipo di movimentazione richiesto, è evidente che losforzo di sollevamento dovrà essere o suddiviso frapiù operatori o compiuto utilizzando attrezzi.

• COOPERAZIONE FRA PIÙ OPERATORIAi fini preventivi occorre che il personale addettoalla movimentazione dei carichi sia adeguato nelnumero di operatori e sia ben addestrato a svolgere icompiti nel modo corretto, usando gli ausili in modoappropriato.

• USO DI AUSILIGli apparecchi di sollevamento e sistemi ditrasferimento sono attrezzi che consentono disollevare o di spostare più facilmente il carico,diminuendo le sollecitazioni meccaniche sullacolonna dell’operatore.

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2. TECNICHE DI ESECUZIONEDagli studi ergonomici deriva una serie diregole, la cui applicazione contribuisce amigliorare la qualità e la sicurezzadei gesti di movimentazione:

• CONOSCENZA DEL PROPRIO CORPOPer compiere le azioni in maniera ottimale. Unesercizio particolarmente utile, proposto incontesti di prevenzione e di rieducazione,consiste nell’eseguire flessioni e riestensionidelle ginocchia, mantenendo la regionelombare in contatto con una superficie diriferimento; questo esercizio rafforza iquadricipiti, migliora la percezione dellaposizione della colonna e favoriscel’apprendimento di schemi motori favorevoli.

2. TECNICHE DI ESECUZIONE

• TRAININGAddestramento pratico a compiere igesti appropriati. Occorre aver provatoun nuovo ausilio, esempio una tavola oun telo di scorrimento, perapprezzarne le caratteristiche e peracquisire una certa abilità nell’usarlo.

• RISPETTO DELL’ASSE VERTEBRALEFar lavorare i corpi vertebrali incompressione con la superficie dicontatto più ampia possibile, evitandole inclinazioni e la rotazione del tronco,può essere particolarmenteimportante nello spostare carichiingombranti.

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2. TECNICHE DI ESECUZIONE

• MANTENIMENTO DELL’EQUILIBRIOIn fase statica, il baricentro deve proiettarsiverticalmente all’interno del contorno esterno deipiedi.In fase dinamica, ad esempio durante ilsollevamento di un carico (che rimanga in parteappoggiato), occorre considerare l’insieme“carico + operatore”; il baricentro di questoinsieme deve proiettarsi entro gli appoggicomplessivi e deve essere, per un miglior controllodell’equilibrio, il più possibile vicino all’operatore.

• USO DELLA FORZA DEGLI ARTI INFERIORI E DELPROPRIO PESOPoiché i muscoli degli arti inferiori sono più potentidi quelli degli arti superiori, è opportuno far ricorsoad essi, per imprimere la spinta, nella direzione delmovimento, tenendo un piede davanti all’altro ebilanciando il peso.

2. TECNICHE DI ESECUZIONE

• AVVICINAMENTO DEL PESO DASOLLEVARE

Come precedentemente esposto, in unaleva di primo genere la forza necessariaper equilibrare un peso aumenta conl’aumentare della distanza del peso dalfulcro.Questo comporta che la pressione suldisco nel sollevare un dato peso vari infunzione della distanza del peso, cheaumenta con l'inclinazione della colonnavertebrale.Risulta quindi necessario ridurre il piùpossibile la distanza della resistenza dalfulcro, cioè il peso da sollevare dal corpo.

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2. TECNICHE DI ESECUZIONE

USO DI PRESE ADEGUATE CON LE MANI

Se il lavoro muscolare deve esserecompiuto dagli arti inferiori e dallagravità, la precisione della suaapplicazione viene mediata dalle mani; inuna presa avvolgente, il contatto a manopiatta permette di interagire attraverso ilmassimo di superficie con il carico damovimentare. Occorre proteggere ilpolso dall'iperestensione e afferrare unsegmento relativamente fisso (nonl’ascella o il ginocchio che sono cedevoli).

3. PROBLEMI CONNESSI CON L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

• IL PERSONALEIn aggiunta alle precedenti considerazioni sulle caratteristiche necessarie perl’ottimizzazione dell’attività svolta dal personale, occorre considerare ulteriorielementi quali l’abbigliamento, che deve essere “comodo” (per non intralciarei movimenti), e la buona interazione tra gli operatori (per garantire un’ottimale distribuzione dei compiti e per il sincronismo nell'esecuzione).

• LO SPAZIO DI LAVOROSpazi ristretti condizionano notevolmente la scelta delle posture possibili,l’equilibrio dei movimenti e la possibilità di utilizzare ausili. Occorrono distanzesufficienti per poter manovrare nel migliore dei modi

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