Val Vibrata Life edizione febbraio 2013

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Febbraio 2013 Carnevale Santegidiese 2013

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VAL VIBRATA Life è un giornale Free Press distribuito in più di 300 attività della Val Vibrata .Arte Cultura Eccellenze Società Territorio

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Febbraio 2013

CarnevaleSantegidiese

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2Settembre 2012

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Febbraio 201333SOMMARIO

Si stava meglio quando si stava

peggio?

BELLEZZA AMBIENTETERRITORIO

EDITORIALEIMPARIAMO A

CONDIVIDERE

CARNEVALE SANTEGIDIESE

30 PATRIARCHI VERDI

4528

14 EMANUELE TUCCI

12 ROSANNA LAMANNA

Maria Rita Piersanti

Tempi duri, si dice. Ma è proprio vero che sono QUESTI i tempi duri? O il peggio deve ancora ve-nire? Noi ottimisti di fondo proce-diamo a testa bassa, ma la visuale è difficile da definire. Il raggio visivo si è accorciato di molto, e pratica-mente navighiamo a vista. Situa-zione comune a tantissimi, oggi in Italia e nel mondo. Per noi non è però una ragione sufficiente per fermarci. Anzi, si procede con più energia, con maggiore determina-zione e ottimizzando ogni briciola. Mi pare di ricordare che sono sta-ti proprio questi gli elementi che hanno ricostruito il Paese quando, in tempi passati, mancava davvero tutto. Siamo stati un po’ viziati per troppo tempo, ma noi vogliamo im-parare da ciò che è stato, e riuscia-mo a farlo anche grazie ai nostri lettori. Impariamo dalla loro espe-rienza e dai loro racconti, da tutto quello che la nostra terra ci ricorda ogni giorno, come un monito con-tinuo. Chiarissimo, per chi vuole e sa leggerlo.In questo mese di febbraio molte cose stanno cambiando, e le rifles-sioni sono inevitabili. Tra qualche settimana ci ritroveremo e non ab-biamo, al momento, una idea chia-ra di come saremo e quale sarà la nostra destinazione. Una certezza sempre presente, però: siamo noi a tracciare la nostra strada, passo dopo passo.Buone riflessioni a voi tutti, e buo-na lettura.

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4Febbraio 2013

IMPRENDITORIA

Il detto “L’unione fa la forza” non è mai stato tanto attuale per le PMI italiane: siglare un contratto di rete

tra imprese offre l’opportunità (logica e fisiologica) di mantenere la propria di-mensione diventando però finanziaria-mente più forti e concorrenziali. Sul piano giuridico, le reti di imprese sono forme di coordinamento di natura contrattuale tra aziende, in particolare PMI che vogliono aumentare la massa critica e avere maggiore forza sul mer-cato senza doversi fondere o passare sotto il controllo di un unico soggetto. Dal punto di vista economico, sono una libera aggregazione tra imprese con l’obiettivo di crescere in competitività e innovazione. Il contratto di rete tra imprese è stato introdotto dal Decreto

IMPARIAMO A CONDIVIDERE

incentivi (legge n.33/2009). La legge Sviluppo 2009 n.99 ne ha poi esteso l’ambito di applicazione a tutte le orga-nizzazioni imprenditoriali (non più solo SpA) ed ha attribuito alla rete autono-mia patrimoniale perfetta. Il nuovo strumento giuridico per asso-ciarsi consente perciò di andare oltre i vecchi modelli (contratto di società o di consorzio, ATI, RTI, joint venture, con-tratto di franchising).1. Rete verticale: aggrega aziende che condividono interessi legati a tutta la fi-liera produttiva, con obiettivi di conso-lidamento e responsabilizzazione.2. Rete orizzontale: raggruppa picco-le aziende“au pair” che si uniscono in rete per superare l’ostacolo della scarsa

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visibilità e del basso potere di negozia-zione o per offrire ai clienti un’offerta più strutturata fruibile mediante tutte le aderenti.Le aziende in rete non vantano solo un miglior posizionamento strategico in termini di mercato, accesso al credito, brevetti, investimenti esteri e certifica-zioni di qualità.Beneficiano inoltre di una speciale di-sciplina fiscale agevolata: un regime di sospensione di imposta di cui possono fruire – previa richiesta telematica – gli utili d’esercizio accantonati ad apposita riserva e destinati alla realizzazione di investimenti previsti dal contratto as-severato. In pratica, hanno diritto ad un differimento dell’imposta, che comun-que non opera ai fini IRAP. Al fine 2011 le reti d’impresa in Italia erano 305, di cui ben 200 siglate da Marzo 2010 a Novembre 2011 per un numero totale di imprese coinvolte di poco inferiore alle 1500 unità. Secondo Unioncamere, oggi sono circa 2mila le PMI coinvolte in progetti di rete d’impresa.Un fenomeno in rapida crescita, dun-que, rappresentato in gran parte da micro e piccole imprese (79%), con un’elevata differenziazione produttiva (47%) e con finalità di innovazione, promozione e distribuzione, oltre che di maggiore efficienza produttiva.La costituzione di R.E.T.E Imprese Ita-lia (Casartigiani, CNA, Confartigiana-to, Confcommercio e Confesercenti) sintetizza il cambiamento di rotta in-trapreso in questa direzione, sceglien-do di muoversi assieme per favorire la promozione e il consolidamento delle PMI come componenti fondamentali del sistema economico e il riconosci-mento del loro ruolo presso tutti i livelli di interlocuzione.Dunque, la concorrenza sfrenata non è l’unico modo per emergere, il tabù è

stato rotto e oggi sopravvive chi è meno piccolo, chi ha capito che si può fare impresa in modo diverso.Le reti sono uno strumento importante per come sono strutturate: non chiedono di rinunciare al protagonismo imprendi-

toriale come nelle fusioni né di lasciare la guida a manager esterni. L’aggrega-zione e la crescita dimensionale favo-riscono piuttosto l’apertura mentale del piccolo imprenditore spesso condizio-nato e isolato per propria scelta.

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IMPRENDITORI DELLA VAL VIBRATA

Virginia Ciminà

Crodesigndalla progettazione alla realizzazione

Vincenzo, Massimo e Marcella, sono imprenditori e guidano Crodesign, leader nell’oggetti-

stica e nei complementi d’arredo. Dal 2000 dedicano il loro lavoro, la loro vita al design. Possia-mo definirli inventori di oggetti nuovi nella forma, nell’utilizzo e nei materiali inno-vativi Made in Italy, dimostrando proprio in questo, una grande capacità organizzativa che mescolata alla sod-disfazione del cliente ha dato e sta dando dei frutti più che positivi.Parliamo con lei, la “matron di casa” Crodesign, Marcella per farci raccon-tare l’azienda in generale, e nel parti-colare affrontare il problema della crisi economica.Marcella, raccontaci, in breve come e quando nasce la voglia di diventare imprenditori e di trovare la soddisfa-zione nel settore degli oggetti di de-sign per arredamento?Crodesign nasce nel 2000 dai due soci Massimo e Vincenzo. Inizialmente era solo studio di progettazione, prototipia, realizzazione di stampi in acciaio e re-

alizzazione oggetti. Poi nel 2005 entro anch’io a far parte della società e ab-biamo creato il marchio Crodesign che nasce dal desiderio di trasformare gli oggetti comuni in complementi unici e

prestigiosi. In azienda ci sono anche due ar-chitetti e un geometra oltre ai miei figli con la loro società CroLab, il laboratorio che fa ricerca e sviluppo di nuovi materiali e tec-niche di lavorazione.Parliamo un attimo degli oggetti che ven-dete e soprattutto dei materiali con cui

sono fatti….Vendiamo oggetti per la casa unici nel genere come lampade, vasi, centri ta-vola, cornici e arredamento in generale. Ma puntiamo molto sulla personaliz-zazione dell’ambiente, il cliente può scegliere l’oggetto a seconda dei suoi gusti. Utilizziamo la pelle, le Porcella-ne bone china, il vetro e le fibre natura-li che vengono accostati a plexiglass e resine siliconiche unendo artigianato e innovazione.Una curiosità, da cosa deriva il nome Crodesign?

Crodesign deriva dal nome dell’ uomo (di) Cro Magnon il primo ritrovamento archeologico che dimostra l’utilizzo di utensili per la casa, quindi i primi og-getti di design, della specie umana.)Siete entrati a far parte del centro Do.it, outlet che racchiude il design italiano con prezzi ridotti, come è iniziata questa collaborazione?Al Design Outlet Italiano trovi il design Made in Italy con le sue eccellenze a prezzi outlet poiché i prodotti non su-biscono eventuali costi di intermedia-zione perché gestiti direttamente dall’a-zienda che li produce. Abbiamo anche un negozio a Santhià e in progetto ce ne sono altri a Milano, Roma, Catania, Brescia, Faenza ed un allargamento verso il mercato dell’est europeo.In questo momento di crisi tanti set-tori sono entrati in sofferenza. Voi come la state affrontando?È un momento difficile per tutti. A dif-ferenza di altre aziende, puntiamo sulla qualità. Abbiamo chiesto finanziamen-ti anche alla Regione senza ricevere nulla, facciamo sinergie con architetti e studi di progettazione, e realizziamo personalizzazioni di case, alberghi e ri-storanti. Abbiamo bisogno però di un aiuto concreto per trovare la via d’u-scita dalle sabbie mobili di questa crisi.

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LAVORO

AAA CERCASI2 OPERATORI TECNICI (EDP)Avviamento a selezione presso l’Unità Sanitaria Locale di Teramo per l’assun-zione di n. 2 Operatori Tecnici (EDP) cat.B a tempo determinato della durata di mesi dodici.avviso di selezione pubblica per esperti rendicontazione, gestione e assistenti tecnico gestioneLa Provincia di Teramo indice una sele-zione pubblica attraverso la valutazione dei curricula ed eventuale colloquio, per il conferimento dei seguente incarichi:3 Esperti Senior Rendicontazione e Controllo FSE P.O. Abruzzo 2007-2013; 3 Esperti Junior Gestione, Moni-toraggio spese FSE P.O. Abruzzo 2007-2013; 3 Assistenti tecnico Gestione, Monitoraggio spese relative attività del Patto Politiche attive del Lavoro P.O. FSE Abruzzo 2009-2011.

INGEGNERE MECCANICOAzienda settore chimico-farmaceutico di Castellalto, cerca un ingegnere mec-canico, età massima 30 anni. Gli inte-ressati possono inviare il curriculum via mail a: [email protected] - indicando riferimento pratica n.19/13.

AZIENDA IMPIANTI DI DEPURA-ZIONE CERCA PERSONALEFeliceacqua srl, azienda che si occupa di commercializzare nella Regione Abruz-zo sistemi e impianti di depurazione ad osmosi inversa, cerca personale per am-pliare il proprio settore vendite.

Agli eventuali candidati selezionati verrà garantito: corso di formazione professionale gratuito, assunzione con periodo di prova affiancato e retribuito. Età dai 18 ai 45 anni.Per eventuali informazioni rivolgersi a: Misticoni Mauro n.085 9463084 - 320 9478024

OPERAIOAzienda produzione e montaggio cbine doccia Comune di Silvi cerca un ope-raio con buona esperienza nelle lavo-razioni dell’alluminio. Disponibilità a trasferimenti a livello nazionale.per aderire all’offerta inviare curricu-lum vitae via mail a: [email protected]

SEGRETARIA QUALIFICATAAlbergo di Martinsicuro cerca una Segretaria qualificata con esperienza da inserire in azienda. Gli interessa-ti possono telefonare all’azienda al nr. 333/4992814 (ore pomeridiane ) oppure inviare il proprio curriculum via fax al nr. 0861/716914 o per e-mail a: [email protected]

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alle 18,00 Fabbreschi Massimo tel.: 3932419913 [email protected]

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PROGRAMMATORE ESPERTO DI MVC3, C#, NHIBERNETMore for Less di Termo ricerca un programmatore esperto di MVC3, C#, NHIBERNET da inserire nell’azienda. Imprescindibile la conoscenza dei tre linguaggi suddetti; anche prima espe-rienza Lingua straniera richiesta: Ingle-se Inviare Curriculum Vitae all’Azienda

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10Febbraio 2013

ECCELLENZE

a cura di Mario D’Alessandro

“Dentro la pentola la capra gongola”

Storie e ricette di Francesco Galiffa

Un libro curato dal prof. France-sco Galiffa, dal titolo emble-matico “Dentro la pentola la

capra gongola”, sostenuto e progettato dall’Associazione Culturale “Ferdinan-do Ranalli”, presieduta dal dottor Giu-seppe Maretti è stato presentato nella sala “Salvator Allende” del Municipio di Nereto il 27 ottobre 2012, con la par-

tecipazione di illustri studiosi ed esperti e di uno scelto ed interessato pubbli-co. Hanno fatto da cornice all’iniziati-va, l’inaugurazione, nella stessa sala, di una interessante e curiosa mostra di documenti d’epoca, riferiti alla capra: stampe, cartoline, francobolli, libri ed una esposizione dei prodotti derivan-ti dall’allevamento caprino Ovindoli

Cashmere. A chiusura della serata una degustazione di piatti a base di carne di capra presso il Ristorante Zio Mamo con una serata denominata “Capra chia-ma Capra” per un gemellaggio gastro-nomico con Farindola.Un libro che sulla base della conside-razione del piatto tradizionale della “capra alla neretese” paragonato con il “tacchino alle neretese” quali icone del-la gastronomia della Val Vibrata, ha la

funzione di favorire, attraverso la cono-scenza, la promozione turistica e cultu-rale del territorio neretese.A tracciare l’identità della capra ci ha pensato, con la puntuale accuratezza e serietà, Francesco Galiffa con la sua ricerca, condotta attraverso la consulta-zione di centinaia di testi e fonti varie. Il lettore, così viene a conoscere non sol-tanto la storia della gustosa pietanza,che annovera estimatori dell’Abruzzo, delle Marche e di altre località le più dispara-te, ma anche e soprattutto quella della capra nei secoli. Il libro affronta in esau-

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ECCELLENZE

stivi capitoli le sue carat-teristiche, i suoi prodotti e, soprattutto, l’impiego della sua carne nell’alimentazio-ne, con la descrizione delle tante maniere in cui questa può essere preparata, lavo-rata, cucinata, conservata e, naturalmente, gustata.Ha moderato l’incontro di presentazione del libro, ac-colto con interesse dai let-tori, Mario D’Alessandro, curatore della prefazione. Dopo il saluto introduttivo del dottor Giuseppe Maretti, che si è compiaciuto con l’autore sottolineandone la prepa-razione e l’impegno, ha svolto un in-tervento di particolare interesse, anche scientifico, il prof. Michele Corti do-cente della Facoltà di Agraria dell’U-niversità di Milano, che si è soffermato

sugli aspetti etologici; una relazione del prof. Antonio Attorre, docente alla Fa-coltà di Economia dell’Università Po-litecnica della Marche, letta dal mode-ratore; un intervento del prof. Everardo Minardi della Facoltà di Scienze Politi-che dell’Università di Teramo e del ti-tolare dell’azienda Ovindoli Cashmere, Fabrizio Fatuzzo. E’ toccato poi al prof.

Galiffa, quale autore del li-bro, illustrare alcuni aspetti della sua ricerca e l’entusia-smo che lo ha via via ani-mato nel corso dello studio, ricco di inedite sorprese e di notizie di coinvolgente inte-resse. La degustazione con-clusiva nel ristorante “Zio Mamo” del piatto, cucinato secondo la ricetta locale, ha confermato che la “capra alla neretese” meritava tan-ta attenzione e che ancor più

ne meriterà se, alle sollecitazioni del li-bro, seguiranno quelle di una più mirata promozione della gastronomia del ter-ritorio della Val Vibrata. E scorrendo le pagine del libro, prezioso per chi vuol arricchire la propria biblioteca, potran-no avere modo di “gongolare” anche i lettori.

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12Febbraio 2013

Virginia Ciminà

Rosanna Lamanna e la sua Bottega d’ Arte

“La Grisaglia”Il freddo inverno bussa ai negozi

della città. Presso il “Centro Affa-ri il Grillo”, se ne schiude uno che

spicca più degli altri e sul suo campa-nello leggiamo solo “Bottega d’Arte”. Uno scatto metallico e subito un rapido ingresso ci porta nel regno di Rosanna Lamanna, pittrice e maestra d’arte. Il suo è un nome già noto negli ambienti dell’arte e della cultura.Una distesa di solventi, tinte e pennelli ci danno il benvenuto nella sua Bottega D’Arte “La Grisaglia”. Un luogo ma-gico dove si rincorrono cavalletti per dipingere, cornici, tele, foto e baratto-li. Possiamo girare l’Italia in lungo e in largo, da nord a sud, senza preoccuparci

perché troveremo le sue botteghe dislo-cate in tutto lo stivale, dalla prima nata in Puglia nel 1995, seguita da quelle in Liguria e in Abruzzo. Allievi di tutte le età, dai più piccini di cinque anni agli over ottanta che nonostante non siano professionisti o addirittura non abbiano mai dipinto in vita loro, riescono a dar vita a dei veri e propri capolavori, sotto la guida della maestra Rosanna, sempre vigile e attenta ad aiutarli. La bottega è aperta a tutti con iscrizioni tutto l’anno.Qui si respira l’aria di casa, un contesto familiare dove c’è confronto e socializ-zazione.Un nome “La Grisaglia” che deriva da una tecnica particolare di pittura ad olio

ECCELLENZE

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usata da maestri del ‘500 e del ‘600 come Rubens, Caravaggio e i fiammin-ghi. Un procedimento pittorico mirato a definire luci, ombre, volumetrie e pro-fondità per mezzo di un’unica cromia, il grigio, del quale vengono variate le tonalità, le gradazioni, le combinazio-ni, determinando così la struttura del dipinto. Un’arte che impiega materie da tavolozza preziose come la terra di Siena e il blu cobalto; pigmenti che, combinati, conferiscono alla superficie del dipinto una singolare matericità e ai grigi un gradiente più chiaro e freddo.Rosanna fin da piccola sognava di fare la pittrice, una passione innata, un dono di natura, culminata con l’iscrizione all’Accademia di Belle Arti per poi cer-care la sua meta non appena finiti gli studi. Fondamentale l’incontro con il maestro Filippo Cacace nella sua Bot-tega D’Arte a Bari, dove ha appreso la tecnica antica ad olio della “grisaglia”.Ha organizza-to un concorso internazionale d’arte nel 2012 con l’idea di ri-peterlo anche quest’anno ed ha vinto anche diversi premi tra cui il primo premio in una sfida tra artisti professionisti chiamati a ri-creare un’opera di Caravaggio, oltre alla par-tecipazione a molte mostre in Italia e all’este-ro, riscontran-do interesse da parte di critici e di pubblico.Discostiamo un attimo lo sguar-do e tra i tanti quadri appesi al muro ce n’è uno a terra che attende di esse-re completato. Con un lucci-

chino orgoglioso negli oc-chi, Rosanna ci descrive la sua opera. Delle Murge, ossia delle rocce appunti-te tipiche della Puglia che siedono su un territorio arido, non coltivabile. Un quadro che vuole rappre-sentare l’aridità degli uo-mini nel corso degli anni. In un momento così triste, senza speranza, nel quadro spicca un bambino con le ali d’angelo che rappre-senta il bene e sotto ai suoi piedi un serpente che sta a raffigurare il male.Il tempo sembra passato velocemente e arriviamo ai saluti finali, sempre con la stessa calma e un po’ di timidezza che la contrad-distingue, salutiamo e rin-graziamo Rosanna, consa-pevoli di aver ancora una volta conosciuto un’artista speciale del nostro territo-rio ed aver imparato un al-tro segreto.

ECCELLENZE

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14Febbraio 2013

ECCELLENZE

Emanuele Tucci,dal rock al blues con una vena romantica

Virginia Ciminà

Sarà famoso, forse. Studia e ascol-ta prima di sperare in un futuro tutto suo, e nel frattempo ha de-

ciso di mettere la propria esperienza a servizio dei sogni. Parla Emanuele Tuc-ci, voce e chitarra della Family Music.Venticinque anni con la faccia e gli oc-chi da bambino inizia il suo percorso sin da piccolo, quando prendendo spun-to dal rock degli anni ’70 e dal fratello Eugenio, cantante degli Higuana, band molto in voga negli anni 90, comincia ad approcciarsi alla musica suonando classici del blues e del rock. Il giova-ne Emanuele inoltre prende ispirazione da mostri sacri della musica quali Jimi Hendrix, Stevie Ray Vaughan, Stevie Wonder, James Brown, Ray Charles, BB King D’Angelo e Prince.Appassionato e amante della musica gospel, black and funk, il giovane mar-tinsicurese, incomincia a sentire la ne-cessità di voler comporre brani originali e da lì nasce il desiderio di mettere le proprie idee in musica ed inciderle in un disco. Nasce così la Family Music, composta da Simone Incicco al basso, da Amedeo Troiani alla batteria e da

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ECCELLENZE

Stefano Cicconi al piano. Prende vita così il primo album. Un lavoro tutto

acustico dal titolo Sophisticated Sound Machine, frutto di una serie di ispira-

zioni che Emanuele ha saputo tra-scrivere in musica. Nove brani, tutti rigorosamente in inglese, lingua più versatile, come lui stesso ci confes-sa, che strizzano l’occhio alla black music con chiare sfumature che si rifanno alla Soul music, al Rhythm Blues e al Rock. Un album in cui si parla d’amore che fa emergere la vena romantica dell’autore.L’album uscito nel 2011 sotto l’e-tichetta Mississippi 901 vuole farsi strada nell’immenso panorama del-la musica dal vivo, infatti la Family Music si identifica come una band da palcoscenico con esibizioni nei lo-cali dislocati fra Marche e Abruzzo ma anche a Siena, con sempre nuovi progetti in cantiere tra cui nuovi bra-ni anche in italiano e diversi video, due acustici e uno ufficiale, prodotti

da Udedi e già presenti sul canale you-tube. Ora a chi avrà l’onore di essere presente non resta che aspettare e pre-gustarsi i prossimi lavori che saranno sfornati dalla geniale creatività di Ema-nuele. Un artista con ancora molto da trasmettere al grande pubblico appas-sionato di musica che probabilmente lo seguirà e lo applaudirà calorosamente in uno dei sui imperdibili concerti live.

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18Febbraio 2013

26° CARNEVALE SANTEGIDIESE

Virginia Ciminà

CARNEVALE SANTEGIDIESE

Lavinia e scimmione del crodino ( Franco il barbiere)

La Maledizione del Boia Contrada Centro

da sinistra....Vincenzo, Federica, Lavinia, Barbara, Giorgia....

Gruppo carro la Maledizione del Boia

Madonna delle Grazie

Giunto ormai alla sua 26esima edizione, il Carnevale Santegi-diese anche quest’anno si è con-

cluso alla grande. Una folla entusiasta ha dato il benvenuto ai dieci coloratis-simi carri che hanno sfilato per le vie facendo rivivere la gioia e la spensie-ratezza tipica del carnevale: Ponte con “Yes we can”, Passo del Mulino con “Atlantide: alla ricerca di un sogno”, Villa Marchesa con “Happy St. Patrick Day”, Centro con “La maledizione del Boia”, Paolantonio con “2013: Inizio di una nuova epoca?”, Campodino con “Gangnam Style”, Controguerra con “The Mask” e Il Pulcino Pio. Per concludere infine con i carri vin-citori che hanno messo in crisi la giu-

ria, composta dai Professori Sandro Melarangelo e Antonio Salamino, dal dottor Alex De Palo, dal Maestro Siro Antonelli e dalla pittrice Simonetta Di Massimo, fino all’assegnazione del primo posto a parimerito alla contrada Madonna delle Grazie, con il carro “All in! Ultima chance” e alla contrada Villa Mattoni con il carro “La creatura: Fran-kestein”.Un evento organizzato alla perfezione dalla Pro Loco di Sant’Egidio alla Vi-brata, con l’abile regia dello stesso pre-sidente Luigino Romandini. Non ci resta che conservare questo spirito allegro e solare per affrontare il 2013 nel migliore dei modi. Nel frat-tempo vi lasciamo alcune foto di questa

fantastica giornata, chissà forse ci sare-te anche voi e vi scapperà un sorriso!

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Febbraio 201319

La Maledizione del Boia Contrada Centro

Carri vincitori a parimerito

Villa Mattoni: La creatura

Madonna delle Grazie: All In, ultima chance

CARNEVALE SANTEGIDIESE

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20Febbraio 2013

Gli altri carri

Ponte: Yes we can Paolantonio: 2013:

Inizio di una nuova

epoca?

Passo del Mulino:

Atlantide, alla ricerca

di un sogno

Villa Marchesa: Happy St. Patrick Day

CARNEVALE SANTEGIDIESE

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Febbraio 201321

Paolantonio: 2013:

Inizio di una nuova

epoca?

Centro: La maledizione del

Boia

Controguerra: The Mask

Campodino: Gangnam Style

Il Pulcino Pio

CARNEVALE SANTEGIDIESE

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22Settembre 2012

A lungo feudo normanno e poi dei signori d’Acquaviva, il borgo conserva il classico impianto medievale, come testimoniano le tracce delle mura che, nel 1400, circondavano il paese. Ma “fiore all’occhiello” di Sant’Omero è senz’altro la splendida Chiesa preromanica di Santa Maria a Vico. Sorta sui resti di un antico tempio dedicato ad Ercole, è una delle Chiese più antiche d’Abruzzo e una delle poche anteriori all’anno Mille, giunta a noi quasi completa. Molto suggestivo anche il centro storico, dove spiccano il Torrione medievale e la Chiesa della Misericordia, oggi detta Marchesale. Fu eretta nel ‘300 in occasione di una tremenda pestilen-za e ricostruita nel XVII secolo per volontà del Marchese e Abate Don Alvaro Mendoza y Alarçon. Le colline che costeggiano Sant’Omero sono ricche di testimonianze della vita rurale abruzzese, dalle pinciaie, case in terra cruda molto diffuse in tutta l’area vibratiana, alle caratteristiche “grotte dei Saraceni”, cisterne di epoca

romana utilizzate fino a pochi decenni fa per la raccolta di acqua.

22

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Val VibrataBaby

Febbraio 2013

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24Febbraio 2013

LE MASCHERE DIMENTICATE!Il mese di febbraio era stato freddo e gelido. Poche le giornate di sole, molto

vento, pioggia mista a nevischio e spesso i colli erano stati spruzzati di bian-co. Se continuava così il Carnevale, non sarebbe potuto esplodere in canti,

balli e allegre sfilate. Ginestrina aveva proprio il desiderio di uscire e vedere un po’ di maschere.

Poi come d’incanto la temperatura si alzò e il tempo divenne più mite, giusto giu-sto per permettere ai bambini di divertirsi ed andare in giro mascherati. Anche la

fata mise il suo mantello nero e a cavallo della sua scopa fece un volo per vedere qualche mascherina. Incontrò un gruppo di Pinocchi con un Mangiafuoco terribile che

li trascinava via, una spagnola con un costume rosso tutto spumeggiante di merletti.Ma non riuscì a vedere nessuna delle vecchie maschere di una volta: che fine avevano

fatto? Girò per lungo e per largo in tutta Italia. Si era stancata e piuttosto delusa, stava per tornare a casa quando pensò di non aver volato su Venezia.

Era sempre meravigliosa con i suoi ponti, le calli piene di gente. Si mescolò alla folla, seguendola e soffermandosi ogni tanto, attratta da qualche scorcio. Tutte quelle costruzioni sull’acqua la incan-tavano. Incontrò stupende maschere dall’aria aristocratica ma delle vecchie maschere a lei tanto care, neppure l’ombra. Dopo aver tanto camminato, decise di andare a trovare una trattoria dove sedere, riposare e mangiare. Entrò e vide subito che c’era un’allegra brigata dentro che mangiava e si divertiva.Quando si sedette ad un tavolino, si accorse che c’erano proprio tutte le vecchie maschere tanto desiderate! Il più chiassoso era Arlecchino, con un vestito fatto di tante toppe colorate.

Seduta vicino a lui Colombina faceva un sacco di moine e dedicava la sua attenzione a Stenterello che magro e allampanato, cercava di riempire il suo corpo di tutte le leccornie che c’erano sul tavo-lo. Pantalone sbrontolava come sempre con l’oste e aveva da ridire su tutto e tutti. In un angolo ap-partato e solitario c’era un Pierrot dolcissimo nel suo costume bianco, la faccia mesta con un lacrimone che gli scendeva mentre si dilettava con il suo mandolino. In quella allegra combriccola spiccava Pulcinella che faceva di tutto per fare il pagliaccio con piroette e mosse buffe. La fata si avvicinò alla comitiva e chiese ad uno di essi come mai fossero lì e perché. Alla fine la fata capì che le maschere si era-no ritrovate tutte insieme per parlare. Avevano notato tutte di essere state negli ultimi anni trascurate e quasi dimenticate. Ginestrina si presentò e disse loro che sarebbe stata felice di aiutarle. Così si unì alla comitiva e decisero di preparare un piano. Avrebbero seguito la fata e con lei sarebbero comparse in tutte le città in cui il Carnevale era al culmine.

Così facendo avrebbero ricordato a tutti che c’erano ancora e che voleva-no divertire e divertirsi!

Favola di Maura Marziali e illustrazioni di Giordana Galli

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Febbraio 201325

LE MASCHERE DIMENTICATE!

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26Febbraio 2013

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Colora la tua fiaba

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Febbraio 201327DAL TERRITORIO

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28Febbraio 2013

TERRITORIO

Le grotte dei Saraceni di Sant’OmeroE’ risaputo che i romani abita-

rono la zona della Val Vibrata fin dal III sec. a.C., molte sono

le testimonianze del loro passaggio, in particolare il territorio di Sant’Omero vanta un gran numero di locali interra-ti il cui utilizzo appare ancora dubbio. Trattasi di stanze sotterranee costruite con un materiale noto ai Romani per la sua straordinaria durevolezza, chiamato pozzolana: pietra tritata finemente che mista a calce ha la caratteristica di in-durire anche a contatto con l’acqua. E’ plausibile che per questo motivo molti di coloro che hanno avuto la fortuna di trovare queste antiche costruzioni sulle loro proprietà ne abbiano ricavato soli-de fondamenta per le proprie abitazio-ni. Le ultime notizie riguardo quelle che molti ritengono essere state delle cister-ne per la raccolta dell’acqua risalgono ormai a trent’anni fa, quando Pasquale Rasicci ne descriveva misure e stato di conservazione in una piccola raccolta di schede di presentazione delle anti-chità romane della zona di Sant’Ome-ro.Le sei cisterne note del luogo erano per lo più adibite ad uso privato (come cantine, rimesse o stalle) o in stato di semi-abbandono. Il professor Gabriele Di Francesco, appassionato conoscitore di storia locale, preferiscedefinire le co-struzioni “ipogei”, ovvero vani sotterra-nei adibiti a sepoltura o a luogo di culto.

Virginia Cichetti

Ci spiega che, dalle perizie effettuate tempo addietro, nonpervengono trac-ce delle tipiche aperture per la raccolta dell’acqua che caratterizzano le cisterne romane. Inoltre l’area della Val Vibrata era molto probabilmente già ampiamen-te attraversata dagli acquedotti capitoli-ni. Cisterne per la raccolta dell’acqua o ipogei resta di fatto che queste an-

tichissime costruzioni romane hanno attraversato i secoli venendo utilizzate nei modi più svariati, come testimonia-no i ritrovamenti al loro interno. Molto probabilmente servirono anche da rifu-gio per le popolazioni locali durante le scorribande turche del 1500, motivo per cui si meritarono il suggestivo nome di grotte dei Saraceni.

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Febbraio 201329

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30Febbraio 2013

TERRITORIO

Domenica mattina, sole e freddo artico; appuntamento ad Alba Adriatica con Francesco Nasi-

ni, “cacciatore” di alberi monumentali, che ci accompagnerà in un breve tour della Val Vibrata alla scoperta dei suoi maestosi patriarchi verdi. Lo troviamo all’ombra di una quercia imponente, prima tappa del nostro giro. Francesco è un cacciatore di alberi ma anche di sto-rie, testimonianze e racconti che gli sono legati : dopo anni di ricerche e viaggi attraverso tutta la regione, nel dicembre 2012, vede la luce il suo libro “Grandi al-beri d’Abruzzo, storie e leggende di 108 patriarchi verdi”.Cinque sono gli esemplari della Val Vibrata men-zionati nel volume, tutte querce secola-ri, due delle quali nel comune di Alba Adriatica.La prima pianta che osserviamo si tro-va in via Roma, ha una circonferenza di 480 centimetri ed un’altezza stimata di circa 20 metri. La sua storia è relativa-mente recente dato che si ipotizza non abbia più di un secolo di vita. Nono-stante la sua “giovane” età, quest’arbu-sto raccoglie in eredità la storia di un al-tro esemplare poco lontano, più anziano e ormai morente. La pianta in questione

Virginia Cichetti

Patriarchi verdi in Val Vibrata

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Febbraio 201331

TERRITORIO

si trova in località Casasanta,vicino allo stadio, ha una circonferenza di circa 430 centimetri ed è ormai invasa da insetti e calabroni. Se ne può ancora ammirare il tronco malato, da cui traspira il fascino di una storia antica (forse 3/400 anni) ed una leggenda che è tutt’ora un mistero. Fra gli abitanti della zona è diffusa la credenza che quando la casa natia della Madonna fu portata a Loreto, gli Angeli fecero una sosta qui, poggiando la san-ta abitazione fra i rami della quercia. Il luogo è noto anche come Il Casone ed è forte qui la devozione per la Madonna di Loreto, festeggiata il martedì di Pa-squa. Proseguiamo per Controguerra, in contrada San Biagio, dove è un’al-ta quercia (circa 22 metri) il cui tronco misura 450 centimetri di circonferenza. Pare che quest’albero sia cresciuto in maniera spropositata nell’arco di poco più di un secolo. La sua caratteristica era un grosso rigonfiamento alla base (rimosso recentemente), probabilmente causato dal passaggio dei mezzi agrico-li sulle radici.A Sant’Egidio, al confine con le Mar-che, c’è una splendida quercia dalle

lunghe radici, alta 24 metri,il cui tronco sfiora i 473 centimetri che è stata testi-mone di alcuni avvenimenti accaduti durante l’ultima guerra. Sembra che i tedeschi si accamparono proprio sotto questo albero, nascondendo l’artiglieria

sotto le sue chiome e legando i caval-li al tronco. Con il tempo l’arbusto ha riassorbito i ganci in metallo fissati dai militari, celandoli per sempre sotto la sua dura corteccia.L’ultimo patriarca verde della Vibra-

ta è sito in località Case Alte di Sant’Omero, è una quercia dal tronco enor-me (circa 570 centimetri), la cui età è stimata oltre i 400 anni. Il suo proprieta-rio è in lotta ormai da anni per la sopravvivenza della pianta, indebolita da agenti atmosferici e parassiti che la stanno lentamente por-tando alla rovina.Terminato il giro resta ad-dosso un senso di rispet-to nei confronti di queste opere pazienti della natu-ra, che tanto hanno visto e tanto hanno vissuto, con le radici salde alla loro terra e i lunghi rami rivolti al cie-lo, come solo un anziano patriarca saprebbe fare.

Tutti i giorniAperitivo

Sabato sera KARAOKE VIA GRAMSCI, 18 - 64027 GARRUFO DI SANT’OMERO - TEL 347.1808955 – 3475898795

(foto questa pagina di Francesco Nasini)

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32Febbraio 2013 RICETTE

Ingredienti

50 gr di burro500 gr di farina

70 gr di zucchero1 pizzico di sale

3 uova e 1 tuorlo1 bustina di vanillina

1 limone4 cucchiai di grappaZucchero a velo q.b.

a cura di Laura Grimaldi

Chiacchiere di carnevalePreparazione

Disponete la farina a fontana, mettetevi nel centro il burro ammorbidito a fioc-chetti e gli altri ingredienti.Lavorate a lungo fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico; formate una palla, copritela con un telo e lasciate ri-

posare per 30 minuti. Spianate la pasta con il mattarello, in modo da ottenere una sfoglia dallo spessore di 2 mm, quindi con una rotellina a taglio smer-lato, ricavatene delle strisce di 5 cm x 10 cm e praticate su ognuna di esse due tagli paralleli e centrali per il lungo. Friggetele in abbondante olio bollente, scolatele con un mestolo forato quan-do saranno dorate ed appoggiatele sulla carta assorbente. Lasciatele raffreddare e cospargetele di zucchero a velo.

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Febbraio 201333

RICETTE

Ingredienti

3 uova2 cucchiai di olio300 gr di farina2 cucchiai di zuccheroMiele q.b.La scorza di mezzo limoneMandorle q.b.

Preparazione

Disponete la farina a fontana, aggiun-gete le uova intere e l’acqua e lavorate fino ad ottenere un impasto morbido. Dividete, a questo punto, la massa in pezzi grandi quanto un pugno e sten-detela col matterello per ricavarne una sfoglia sottile.Intanto preparate il ripieno: sbattete i tuorli e amalgamateli allo zucchero,

Cicerchiata Abruzzese

Preparazione Impastate tutti gli ingredienti, formate dei bastoncini e tagliateli in pezzetti di circa 1 cm. Friggeteli in abbondante olio di semi e poi, non appena saranno dorati, scola-teli. In un tegame a parte sciogliete il miele con mezza cucchiaiata d’acqua e lo zucchero. Attenzione: se è troppo cotto diventa duro, se lo è poco non in-colla le palline, quindi fate cadere una goccia di miele in un bicchiere d’acqua fredda e se si allarga il miele deve cuo-cere altrimenti è pronto. A questo pun-to versate in una padella le mandorle, mescolate tutto insieme e mettete in un piatto piano a raffreddare. Guarnite a piacere con canditi o confetti colorati e servite.

Questi ravioli costituiscono tradizionalmente nella cucina vibratiana un gustoso pasto durante il pranzo di carnevale.

Ingredienti (per la massa) Farina, 3 uova intere, 1 bicchiere d’acqua(per il ripieno) 1 kg di Ricotta, 1 buc-cia di limone grattugiata, Cannella macinata, 200 gr di zucchero, 3 tuor-li d’uovo.

alla cannella e alla buccia di limone. Aggiungete a piacere una bustina di vanillina. Depositate un cucchiaino del composto tra due strati della sfoglia e tagliate con il taglia ravioli piegandone il bordo con una forchetta. Fate bollire in una pentola l’acqua salata, versate i ravioli e fateli cuocere per 3 minuti; una volta cacciati depositateli per qualche istante su un telo o su un piatto per farli asciugare.Ancora caldi disponetene 5-6 per ogni piatto, spolverateli con zucchero e can-nella in polvere e serviteli. Esiste una versione salata di questo piatto: si eli-mina lo zucchero dal ripieno e si condi-scono i ravioli lessi con solo formaggio o con burro fuso e salvia o con un sugo di carne.

Ravioli di carnevale

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34Febbraio 2013

Antipasti alllItalianaAntipasti Caldi Locanda

TimballoGnocchi della casa

Vitello al Forno con VerdureSpezzatino dlAgnello e Patate

InsalataDolce Tradizionale

Caffel

Viale Adriatico, 91 - Corropoli (TE) - Tel. 0861 810129 [email protected] - www.lalocandadellatradizione.it

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Febbraio 201335

MODA

Non si sa per quale motivo ma i RayBan riescono a rende-re fascinoso qualsiasi volto (o

quasi); lo sanno bene personaggi famo-si come Jennifer Aniston, Quentin Ta-rantino, Sara Jessica Parker e il nostro Antonello Venditti che da più di 40 anni si mostra al suo pubblico sempre con montature RayBan. Nel 2012 il brand ha raggiunto la veneranda età di 75 anni. Ma come mai questo grande suc-cesso? Probabilmente perché la storia di RayBan si è intrecciata sin dall’o-rigine con quella del costume e dello spettacolo e ciò ne ha determinato la consacrazione a simbolo di stile. Il pri-mo modello, l’Aviator, nacque nel 1937 su richiesta dell’aviatore John Arthur

Federica Bernardini

RAY BAN: la leggenda continua

Mac Cready, il quale voleva un occhia-le ideato appositamente per proteggere gli occhi dei piloti. Con il boom cine-matografico degli anni ‘50 i RayBan indossati da star come Clarke Gable e Gregory Peck entrarono nell’immagi-nario collettivo e poi il mito continuò con divi del rock come Jim Morrison, LouReed. Ma soprattutto tra gli anni ’70 – ’80 ci fu una vera esplosione del brand: erano i tempi del mitico Clint Ea-stwood nel ruolo dell’Ispetto-re Callaghan, del telefilm sui poliziotti motociclisti Chips, del film The BluesBrothers, di Don Johnson nel telefilm Miami Vice e soprattutto del film Top Gun che nel 1986

portò un aumento delle vendite del 40% del modello Aviator. Sono passati molti decenni dal 1937 durante i quali gusti e costumi sono cambiati di generazio-ne in generazione eppure gli occhiali RayBan non sono mai passati di moda, anzi rappresentano un’impronta di sti-le inconfondibile… ecco svelato il se-greto di tanta fama: possederne un paio significa far parte di una vera e propria leggenda.

( Modelli Aviator indossati da Robert Redford, Tom Cruise, Jennifer Aniston)

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36Febbraio 2013

BELLEZZA

Le labbra hanno bisogno di cura e protezione più di qualsiasi altra zona del nostro corpo essendo

sprovviste di ghiandole sebacee. Nel prendervi cura delle vostre labbra a San Valentino e in qualsiasi giorno dell’an-no preferite sempre ingredienti naturali e vegetali come miele, burri, oli e vi-tamina E; dite no a ingredienti dannosi quali oli minerali, paraffina e vasellina che seccano le labbra e causano punti neri.La prima cosa da fare è esfoliare le lab-bra facendo sciogliere, ad esempio, un pezzetto di cioccolata a bagnomaria o nel microonde a cui aggiungerete una puntina di zucchero. Questo scrubfa molto bene alle labbra perché il ciocco-lato contiene burro di cacao (idratante e emolliente). Altra opzione è lo spazzo-lino da denti con setole morbide, pren-dete un balsamo per labbra in questo caso e iniziate a spazzolare dolcemente.La seconda cosa importantissima da fare è nutrire a fondo le labbra con un balsamo che sia davvero idratante e fa-cendo, una volta a settimana, un impac-co con miele e olio, applicate il compo-sto sulle labbra e lasciatelo in posa per 15 minuti. Potete utilizzare anche un po’ di burro di karitè appena scaldato con le punta delle dita.Per l’applicazione del trucco come pri-mo step applicate una matita nude del colore della vostre labbra o trasparente sul bordo esterno di esse e sfumate. Pas-sando, poi, al contorno vero e proprio scegliete una matita che sia del colore del rossetto che andrete ad applicare

Laura Grimaldi

LABBRA DA BACIARE

con un pennello da labbra per essere più precise, specialmente quando si tratta di colori scuri.In ultimo, l’highlighter merita grande attenzione quindi passate l’illuminate sull’arco di cupido per dare l’idea che le labbra siano più pronunciate, più carnose. La scelta del colore è fonda-mentale: avorio se la vostra carnagione è chiara, bronzo se olivastra. Parlando, ancora, di effetto tridimensionale non può mancare il gloss, volumizzante che aiuta a dare un effetto rimpolpante o un lucidalabbra applicato solo al centro. Un segreto per dare ancora più volume è l’oleolito al peperoncino che riattiva la circolazione.

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Febbraio 201337

CULTURA E SPETTACOLI

Davide Di Giuseppe

KILL BIGRubrica Cinema

Definizioni tipoLa maggior parte di coloro che scoprono del mio amore per il Cinema mi domandano: “Sei cinefilo allora?”. A tutti quelli che me lo chiedono rispon-do di no. Non perché non lo sia. Infatti, come da vocabolario, il cinefilo è colui che ha la passione per il Cinema, la sua storia e tutte le attività ad esso connesse. Rientro a pieno titolo nella definizione tipo eppure la parola “cinefilo” mi è sempre sembrata riduttiva. Nonostante quel “e tutte le atti-vità ad esso connesse” sia messo lì apposta per non tralasciare nulla. Co-munque non sono un tipo da definizioni. Allora preferisco essere altro. Alla continua ricerca di una preda, un divoratore di film. Perché l’importante è guardarne più che posso.

Hugo Cabret (2011) di Martin ScorseseHugo Cabret, orfano di un orologiaio, è convinto che il mondo sia una gran-de macchina e che di conseguenza ognuno di noi debba necessariamente avere uno scopo. Quello di Martin Scorsese, classe 1942, è di incoraggiare il suo piccolo protagonista; girando per la prima volta in 3D, ci restituisce le sue peripezie con uno sguardo appassionato e libero come pochi altri. Perché vedere Hugo Cabret è come vedere un film per la prima volta. È la “straordinaria invenzione” del Cinema. Infatti, grazie all’incontro con la splendida Isabelle (la divina Chloë Grace Moretz), Hugo incrocerà la propria strada con quella di George Méliès. Il realmente esistito celebre re-gista francese gestisce un negozio di giocattoli nella stazione ferroviaria di Montparnasse a Parigi. Ha abbandonato il Cinema credendo di essere stato dimenticato. Ma si sbagliava e lo capirà proprio grazie a Hugo. Perché, evidentemente, tutti abbiamo uno scopo.

Cose dell’altro mondoVisti gli ottimi risultati di operazioni simili riguardanti artisti del calibro di Led Zeppelin, Queen e Jimi Hendrix, trova il meritato spazio cinematogra-fico anche The Doors – Live at The Bowl ’68. Lo straordinario concerto, rimasterizzato in alta Definizione e 5.1 Surround Sound, verrà distribuito, soltanto per un giorno, il 27 febbraio.

La grande illusione (3)Con l’espansione del mezzo cinematografico iniziò la sperimentazione. George Méliès fu quello che più contribuì all’evoluzione. Dopo le semplici scene di vita quotidiana filmate dai Lumière, Méliès si dedicò per primo al “Cinema di finzione” che gli permise di introdurre consistenti novità sia a livello tecnico che narrativo. Anche se le storie da lui messe in scena erano meri pretesti per esibire i propri progressi raggiunti (specie montaggio ed effetti speciali), i suoi film mostravano avventure e mondi fantastici rimasti finora imprigionati nelle pagine dei romanzi dell’Ottocento. Il suo capola-voro Viaggio nella Luna (1902), rimane, proprio grazie a lui, strabiliante ancora oggi.

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38Settembre 2012

lail

èqualitànostromestiere

L’interesse di fare il buon vino è nato da nonno Giovanni Biagi che, circa negli anni 40, amava farlo con tecniche tradizionali cercando di creare a suo modo un prodotto di elevata qualità. Suo -glio Mariano, con la stessa passione del padre, ha saputo continuare il lavoro in maniera semplice e genuina. Negli anni 70 la famiglia Biagi acquistò altri terreni estendendosi anche con la coltivazione della frutta e delle olive producendo così un ottimo olio extravergine.Finalmente nel 2006 gli eredi Fabrizio e Luca Biagi uno specializzato in frutticoltura e l’altro in eno-logia, hanno realizzato una nuova struttura con l’ambizione di crescere insieme facendo tesoro di quanto appreso, così da creare una realtà azien-dale che in poco tempo li ha portati ad essere ap-prezzati in tutto il mondo.

zero

nove

com

unica

zione

.it

Buon vino da oltre mezzo secolo.

Azienda Agricola F.lli BiagiC.da Civita, 93Colonnella (TE)Tel. 0861 714066www.aziendaagricolabiagi.itCONCORSO ENOLOGICO

INTERNAZIONALESELEZIONE NAZIONALE

VINI DA PESCE 3° CONCORSO

ENOLOGICO NAZIONALE

AZIENDA PREMIATA A

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Settembre 201239

lail

èqualitànostromestiere

L’interesse di fare il buon vino è nato da nonno Giovanni Biagi che, circa negli anni 40, amava farlo con tecniche tradizionali cercando di creare a suo modo un prodotto di elevata qualità. Suo -glio Mariano, con la stessa passione del padre, ha saputo continuare il lavoro in maniera semplice e genuina. Negli anni 70 la famiglia Biagi acquistò altri terreni estendendosi anche con la coltivazione della frutta e delle olive producendo così un ottimo olio extravergine.Finalmente nel 2006 gli eredi Fabrizio e Luca Biagi uno specializzato in frutticoltura e l’altro in eno-logia, hanno realizzato una nuova struttura con l’ambizione di crescere insieme facendo tesoro di quanto appreso, così da creare una realtà azien-dale che in poco tempo li ha portati ad essere ap-prezzati in tutto il mondo.

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40Febbraio 2013

CURIOSITA’

ProverbiPaolo Gatti

Vig

nette

a c

ura

di R

ossa

no P

icci

oni

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Febbraio 201341

TEMPO LIBERO41

Febbraio 2013

CruciVibrata

1. Lucca3. Una compagnia assicurativa5. Estratto in breve8. Elegante molosside10. Accademia Militare11. Dittongo Latino12. Il Ligety dello sci13. Canali irrigui navigabili16. Il gruppo musicale di Enola Gay17. La moglie di tuo figlio18. La nuova shell di Windows20. Abbrevazione di because22. Affermazione23. Il contrario di AZ24. Le prime dell’alfabeto26. Dea greca della caccia29. Dominio russo31. Stato insulare dell’Oceania36. Il mare del Polo Nord37. Argento38. Il numero in basso nelle formule chimiche40. Il primo “Killer” della storia41. Network Switching Subsy-stem43. Iridio ( simbolo )

44. Dispositivo elettronico che fa comunicare più sistemi46. Aviation Training Internatio-nal Ltd48. Leader storico del PSI50. Nome tipico in Israele52. “ di Iolo “ in inglese54. Patita senza gol55. Stemma di famiglie nobili57. E’ “ divino “ quello che da la vita ad Adamo nell opera di Michelangelo58. Anche detta putrella59. Trattamento Sanitario Obbli-gatorio61. Football Association62. Mistero63. Non presenta contraddi-zione

Orizzontali1 – Grzegorz, bomber polacco

degli anni ’70 e ‘802 – I dotti musulmani di scienze

religiose3 – Royal Navy4 – Si oppone alla veglia

5 – Sinonimo di Califfo6 - …de tali7 – Portiere spagnolo del Liver-

pool9 – Allenamento, esercitazione

10 – Frutto topicale14 – Azione Universitaria

15 – La città più grande dell’o-

monima “striscia”19 – Una provincia del Lazio

21 – Le iniziali di Argento

23 – Arthur Antunes Coimbra

25 – La capitale del Brasile

27 – Nell’Arte è una decorazio-

ne, in botanica una ramifica-

zione28 – Anna Mazzini30 – Antica città della Mesopo-

tamia31 – Filosofo olandese del

Razionalismo

32 – Lo era lo Stealth statuni-

tense33 – Droga simile all Ecstasy

34 – Osteogenesi Imperfetta

35 – Gioca il derby con la F.C.

Internazionale39 – Ermanno Olmi41 – Lo stile del quadro nella

foto42 – Tessuti per abiti45 – Quantità determinata di

una sostagna47 – Look senza la fine49 – National Black Republican

Association51 – Restituzione di cose avute

in prestito52 – le iniziali di Sivori53 – Vento caldo e secco

56 – Sinonimo di antenato

58 – Tino Costa60 – Le prime di Orvieto

Verticali

SoluzioniOrizzontali: 1 lu 3 rsa 5 estr 8 alano 10 am 11 ae 12 ted 13 navigli 16 omd 17 nuora 18 aero 20 coz 22 si 23 za 24 ab 26 artemide 29 ru 31 samoa 36 artico 37 ar 38 pedice 40 caino 41 nss 43 ir 44 modem 46 atil 48 nenni 50 omer 52 ofiolo 54 oo 55 blasone 57 soffio 58 trave 59 tso 61 fa 62 arcano 63 coerente Verticali: 1 lato 2 ulema 3 rn 4 sonno 5 emiro 6 tal 7 reina 9 addestramento 10 avocado 14 au 15 gaza 19 rieti 21 da 23 zico 25 brasilia 27 racemo 28 mina 30 ur 31 spinoza 32 aereo 33 md 34 oi 35 acmilan 39 eo 41 naif 42 stoffe 45 dose 47 loo 49 nbra 51 rese 52 os 53 fohn 56 avo 58 tc 60 or

a cura di Paolo Gatti in collaborazione Florindo Fanì

Page 42: Val Vibrata Life edizione febbraio 2013

42Febbraio 2013 L’ANGOLO DEL LEGALE

Gentile avvocato, sono stata licenziata per riduzione del personale al rientro dalla maternità, e ho un fi-glio di otto mesi. Cosa posso fare?

Gentile lettrice, il licenziamento intimato entro il primo anno di vita del bambino è nullo per violazione dell’art. 54 del D. Lgs. 151/2000, salvo che ricorra una delle 5 ipotesi tassative ovvero Esito negativo della prova; Colpa grave della lavoratrice; Cessazione dell’attività aziendale; Ultimazione della prestazione; Risoluzione del rapporto di lavoro per scadenza del termine. Può ricorrere al Giudice del lavoro previa impugnativa del licen-ziamento entro 60 gg. e ottenere l’opzione sulla reintegra nel suo posto di lavoro, il risarcimento dei danni derivanti dall’inadem-pimento, pari al mancato guadagno e al pagamento di tutti gli stipendi dei contributi successivi al licenziamento. Scrivi a: [email protected]

Rubrica a cura dell’Avv. Beardo Di Ferdinando

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Settembre 201243

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44Febbraio 2013

Le emozioni sono composte sia dagli umori sia dagli affetti: l’umore è un’emozione senza

oggetto intenzionale che caratteristica-mente si prolunga nel tempo, mentre l’affetto è un’emozione diretta a un og-getto intenzionale che generalmente ha una durata più breve. In questo senso, la disforia è un umore caratterizzato da tensione, irritabilità, nervosismo che la persona non sa spiegare, mentre la rab-bia, anch’essa caratterizzata da un simi-le stato d’animo, è indirizzata però su un oggetto specifico che è colto come la causa della rabbia stessa. E’ proprio dalla dialettica tra umori e affetti, vale a dire da quel bisogno che l’uomo ha di interrogarsi sui suoi umori per trasfor-marli in affetti, dotandoli quindi di una

Dr. Fabio Irelli

A COSA SERVONO LE EMOZIONI ?

causa evidente, che possiamo compren-dere le principali funzioni delle emo-zioni: tenerci agganciati al mondo sele-zionando specifiche modalità di azione, guidarci nella comprensione delle azio-ni altrui e infine nella conoscenza di se stessi.Proviamo a capire perché. Immaginia-mo di entrare in una stanza poco illumi-nata e di scorgere qualcosa in un ango-lo. Potremmo chiederci: “È un serpente o un pezzo di corda?” Mentre i nostri pensieri oscilleranno tra le due possibi-lità, saremo paralizzati nella nostra de-cisione, vale a dire esplorare la stanza o fuggire via? Sarà il nostro coraggio o il nostro timore a farci scegliere l’una o l’altra ipotesi, permettendoci in tal maniera di tornare ad agire superando

la paralisi del dubbio. Le emozioni, in-fatti, svolgono un ruolo fondamentale nel trasformare l’ambiente da luogo in cui ogni stimolo oggetto ci appare come spoglio di qualsiasi funzione e quindi d’interesse e senso, a luogo in cui viene generata la possibilità di per-cepirlo come rilevante per i nostri sco-pi, attraente o repellente, buono o cat-tivo, determinando conseguentemente il nostro agire. Anche la possibilità di comprensione delle azioni altrui, in un mondo sociale molto complesso come quello umano, è fondata sulla capacità di risuonare con le emozioni degli al-tri, cioè sulla riproduzione involontaria e implicita di ciò che l’altro prova nel compiere quella certa azione. Tra l’al-tro la base biologica di questi fenomeni è stata scoperta, non molti anni fa, in una popolazione di neuroni chiamati, appunto, “neuroni specchio”. La ri-flessione sulle mie emozioni, infine, è la via regia per la conoscenza di me stesso, infatti, sono le mie emozioni che mi informano che quella è una mia azione nel senso etico del termine, cioè essa non è solo compiuta da me, ma fa parte della mia identità o viceversa possono farmi sentire che tra ciò che io sembro essere agendo in un certo modo e ciò che sento di essere c’è una sostanziale differenza. Sì, le emozioni rappresentano la bussola della nostra esistenza.

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DIALOGO

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Febbraio 201345

AMBIENTE

Se ricordate, avevamo concluso l’ultimo articolo come un “gial-lo” a puntate. Chi è che “ruba”

la sabbia dai fiumi, prima che essi rie-scano a veicolare i detriti verso il mare, ostacolando così il pareggio del bilan-cio costiero? Molti di voi avranno intu-ito che i colpevoli…siamo noi. Esatto, noi uomini che abbiamo costruito città su cui poggiare la nostra società, città che dobbiamo in seguito riuscire a man-tenere in vita. E abbiamo così iniziato a prelevare dai fiumi enormi quantità di sabbia e ghiaia necessarie come mate-riale di costruzione; e abbiamo realiz-zato numerosi sbarramenti artificiali ad uso irriguo e grandi dighe per la pro-duzione di energia idroelettrica, utili sì a contribuire alla riduzione dell’uso di fonti non rinnovabili, ma dalle quali tuttavia deriva un certo impatto sul ter-ritorio e la diminuzione della velocità e quindi della potenza erosiva dei fiumi. Inoltre non sempre queste strutture sono soggette ad un corretto dissabbiamento del relativo bacino artificiale, con ri-messa in circolo dei sedimenti. A tutto ciò aggiungiamo poi l’irrigidimento dei letti fluviali, a causa di una cementifi-cazione che ne impedisce l’erosione del fondo per lunghi tratti e quindi un’ulte-

A cura di Angelo Bruni e Roberto D’Ambrosio - C.E.A. Scuola Blu

Erosione costiera:perdite fino a 150 metri di spiaggia

riore diminuzione del materiale solido trasportato. Considerando tutti questi elementi, è facile intuire come l’appor-to del materiale detritico sia ormai deci-samente inferiore alla quantità sottratta al sistema spiaggia dalle onde di tem-pesta, come visto nell’ultimo articolo. Alla luce di questo scenario, qual è la si-tuazione delle nostre spiagge? Nell’area costiera compresa tra San Benedetto del

Tronto e Giulianova, il Tronto è il fiume più importante in termini di capacità di trasporto solido di fondo. Una prima in-versione di tendenza di questa capacità è riscontrabile già a cavallo tra il XIX e il XX secolo, per continuare a diminui-re progressivamente a partire dagli anni ‘20, quando si iniziò a costruire le prime grandi opere idrauliche; nel corso degli anni si sono poi aggiunti altri ostacoli, quali interventi di manutenzione straor-dinaria del fiume con briglie e attività di estrazione inerti in alveo e secondo alcuni studi, il carico medio annuale ammontava a 30-50 mila metri cubi già negli anni ‘60, contro i 55-90 mila dei decenni precedenti. Come si è tradot-to tutto ciò? Dalle immagini satellitari e dalle numerose foto aeree realizzate dal 1945 ad oggi dall’Istituto Geogra-fico Militare, il territorio settentrionale di Martinsicuro, che prendiamo come esempio significativo, ha subìto una forte erosione costiera con perdite fino a 150 metri di spiaggia verso l’interno, mentre il fenomeno si presenta più lie-ve spostandoci a Sud, verso Villa Rosa e Alba Adriatica. Ma ciò non vuol dire che non si debba tenere sotto controllo il fenomeno, a meno che non decidiamo di darci in blocco al turismo montano!

FOTO DI CINZIA ROSATI

FOTO DI CINZIA ROSATI

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46Settembre 2012

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Settembre 201247

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