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Val CoderaIntagliata nell’estremità occidentale delle Alpi Retiche, poco a nord del Lago di Como, la Val Codera èuna piccola valle, laterale della Val Chiavenna, la cui particolarità è quella di non avere stradecarrozzabili che penetrano al suo interno, per cui i paesi sono raggiungibili solo a piedi. Codera è ilcentro principale della valle ed è l’unico ad essere ancora abitato durante tutto l’anno. Interessanti le suecase in granito, disposte a gradinate, con ampi ballatoi di legno e la chiesa di S. Giovanni Battista del1600 che fu per secoli parrocchia autonoma. Per raggiungere Codera bisogna percorrere, per circa dueore , la mulattiera gradinata che sale da Mezzolpiano di Novate Mezzola. Altri villaggi vicini (Avedée, Cii,Cola) sono disabitati. La Val Codera è collegata alla Val dei Ratti attraverso il “Tracciolino”, sentierosplendido e panoramico che sfrutta le infrastrutture dell’ENEL. Lungo questo percorso si trova S.Giorgio, altro caratteristico villaggio con la chiesa romanica di S. Eufemia e dove, nei pressi del cimitero,si possono osservare due “massi avello” di origine celtica.

Descrizione del percorsoArrivati a Novate Mezzola seguire i cartelli diindicazione turistica per Val Codera, passandoper la frazione di Mezzolpiano fino al terminedi via del Castello, dove si apre un ampioparcheggio - alla quota di 316 m - dal qualeinizia il Sentiero Roma.

I tempi di percorrenza medi da Mezzolpiano aCodera sono di 2 ore; il percorso è classificatoT (turistico) ed ha un dislivello di circa 500 m.Il Rifugio Brasca si trova ad altre 2 ore daCodera, con un percorso E (escursionistico) eun dislivello ulteriore di 500 m. Nel tratto finoa Codera non si trova acqua potabile, inseguito sono presenti sorgenti e fontane. ACodera (Osteria Alpina con alloggio) èpossibile trovare servizio di ristoro [i rifugiBresciàdega (privato) e Brasca (CAI Milano) sono aperti solo nei mesi estivi].

Il sentiero parte da un punto posto presso l’apice del conoide alluvionale depositato dal Torrente Codera, chesbocca nel Lago di Mezzola. Ci si avvia sulla mulattiera, costituita da solidi gradini e sorretta da poderosimuraglioni, che vince a svolte il salto roccioso sulla destra orografica della valle (sono circa 2.600 i gradinidell’antica mulattiera).Dalla partenza, si incontrano in sequenza: una prima cappella votiva e il bivio con il sentiero che conduce allafrazione Montagnola, a circa 630 m. Superata una zona di cave abbandonate di granito di Sa Fedelino , siattraversa un bosco di secolari castagni fino a raggiungere una seconda cappella con antichi affreschi, nota colnome locale di Suradôo, a 715 m: punto panoramico che prelude all’ingresso vero e proprio in Val Codera.Il sentiero prosegue pianeggiante fino all’agglomerato di baite di Avedée (790 m). Ampio il panorama sul lagodi Mezzola, sul Pian di Spagna e sull’alto bacino del Lario. Di fronte, al di là della valle, il villaggio di Coderaè ben visibile ma ancora lontano. Poco oltre questa frazione, ci si abbassa di una cinquantina di metri perattraversare, al riparo di gallerie paramassi, due grossi impluvi, il sentiero prosegue tra castagni e betulle, poi siinfila nella “Taiada”, spettacolare intaglio nella viva roccia.Si prosegue in costa, con un susseguirsi di saliscendi, sui fianchi del Monte Avedée, fino a raggiungere Codera(m 825).

Il capoluogo della valle, Codera (825 m), è una viva testimonianza di quanto importante fosse la tradizionalelavorazione del granito per produrre i più svariati manufatti: angolari, stipiti, architravi, reggigronda,pavimentazioni, gradini, scale, fontane, vasche, abbeveratoi. Il Museo locale conserva testimonianze anchedelle altre attività lavorative tipiche dei valligiani: l’allevamento di bovini e caprini, la produzione di formaggi(tra cui il mascherpin), l’artigianato. A Codera è inoltre interessante il famoso “fungo”, forma di erosione acarico di un deposito glaciale, con un grande masso posto alla sommità di un’isolata “piramide di terra”.

L'abitato di Codera

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Ritorno per il Tracciolino e San GiorgioDa Codera si scende a destra fino al torrente Codera che si attraversa su un antico ponte in pietra. Subito dopoun altro ponte seicentesco valica il torrente Landrogno, le cui acque formano cascatelle e dove si possonoosservare alcune “marmitte dei giganti”.Superato un castagneto, si raggiungono le baitedi Cii, a monte delle quali si prende il sentieroche sale al Tracciolino. Il percorso ora è tuttopianeggiante, poiché segue il canale di grondaidroelettrico che collega la Val dei Ratti con laVal Codera ed offre panorami bellissimi.Raggiunta la deviazione per Cola, si evital’indicazione a destra e si continua invece lungoil Tracciolino fino a trovare la secondaindicazione per S. Giorgio, dove si scende adestra fino all’abitato (m 788). Il villaggio,adagiato su un’ampia sella erbosa, con le suecase restaurate con cura, merita una sosta e unavisita.La discesa avviene su una lunga serie di ripidi,panoramici tornanti fino ad immettersi in unastrada sterrata. Più avanti si trova la strada asfaltata dove, girando a destra, si attraversa il ponte sul torrenteCodera e in breve si ritorna al punto di partenza, a Mezzolpiano.Dislivello: m 509 – ore 2.30 – 4,30 A/R - Difficoltà: EF

VegetazioneIl percorso si svolge lungo un versante esposto a meridione, che risente di un microclima particolarmente mitegrazie anche all’afflusso periodico della brezza di lago (Breva). Ciò ha consentito, assieme alla quota ancorarelativamente bassa, la crescita rigogliosa di essenze caratteristiche della flora mediterranea, come erica e cisto.Il castagno inizia presto a far ombra, con dense fustaie ben ambientate grazie al suolo sviluppato su substratoacido.

EVENTUALE PROSEGUIMENTO OLTRE CODERARaggiunta l’altezza del Sentiero Tracciolino, il versante presentaforme di erosione simili ai calanchi dell’Appennino. Sarà facileosservare ell'alveo del torrete grandi massi, tagliati dai filonichiari di quel particolare tipo di roccia (pegmatite) nella quale sitrovano i minerali che hanno reso famosa la valle.Le baite di Saline e Piazzo si trovano su un caratteristicoterrazzo, costituito ancora da un deposito glaciale. Verso la basedi quest’ultimo, lungo la variante di quota inferiore, il sentieroraggiunge una sorgente presso la quale si trovano dei minuscoli“crotti” usati per mantenere in fresco il latte. Da Bresciàdegaverso monte il paesaggio diviene tipicamente alpino, con ildeciso sopravvento delle conifere sulle latifoglie. Sul versantedestro idrografico, una sottile cascata indica lo sbocco della piùnascosta delle valli sospese: la Val Deserto (o Val Deserta).Le famose cascate gemelle dell’Arnasca, fotografate da quasitutti i visitatori, danno il benvenuto a chi raggiunge la pianadell’Alpe Coéder, ove si trova il Rifugio Brasca. Lo scorcio puòessere considerato come il simbolo della valle e la concadell’Arnasca verrà proposta come monumento naturale.Il Rifugio Luigi Brasca si trova a 1304 m: proprietà C.A.I.Milano, gestione Luigi Biavaschi di Novate Mezzola, telefono:339-7176620; 50 posti letto, bagni, doccia, posto di soccorsoalpino (chiuso a ottobre).San Giorgio