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www.comunicazionecristallina.org www.aiodibin.org VAJRA tummo REIKI con Ish Gisella Cannarsa Vajra Tummo (se vuoi dirlo correttamente leggi “Vagira”) può essere definito “un tipo di Reiki”: si fonda sulla concezione tibetana dell’energia e il suo utilizzo, secondo i principi antichi del passaggio dell’energia cosmica all’Uomo che ha intrapreso un viaggio spirituale. Il metodo che ti propongo deriva da insegnamenti (un po' più esoterici e direttamente legati al buddhismo shingon), acquisiti mentre studiavo yoga e comparavo il tantrismo hindu con altri. “Shingon” significa “vera parola”, ed è il corrispondente giapponese del termine sanscrito “mantra”. Il buddhismo shingon è una branca del buddismo tantrico: scuola fondata dal monaco Kukai, che elaborò la propria sintesi delle pratiche e delle dottrine esoteriche, basate sul culto del Buddha cosmico Vairocana (detto anche la “personificazione della beatitudine” del Buddha Siddharta Gautama). Pertanto questo reiki tibetano è strettamente correlato alla liberazione da pensieri, paure, intenzioni, azioni, generati da quel bagaglio di informazioni energetiche (ricordi inconsapevoli) che formano il debito karmico. I metodi chiamati “Vajra Reiki”, “Vajra-Tummo Reiki”, “gTummo Reiki”, “Tibetan Reiki”, ed anche il “Kundalini Reiki” sono tutti, più o meno, espressione della tecnica Vajra Tummo: ogni nome e metodo attinge alla tradizione della simbologia del Fulmine, del Diamante e del Fuoco Sacro (Kundalini). La differenza è data dalle percezioni e modifiche poste dai Master, nel corso degli anni. Wade Ryan modificò e rinominò il Johrei Reiki, chiamandolo Vajra Reiki. Anche il Raku Kei Reiki, di Arthur Robertson, ha le stesse finalità e si basa su simili simboli. Il Tera Mai di Katleen Milner e l’Usui Tibetan Reiki di William Rand sono stati ugualmente influenzati dal sistema tibetano. Qualcuno ha ipotizzato che il reiki, per come lo consideriamo e conosciamo, proviene dal Buddismo Vajrajana, di origine Tibetana. Un certo generale George Blackwell acquistò delle lettere e appunti che, Mikao Usui Sensei (fondatore del Reiki Shiki Ryoho & Teate) indirizzò al suo più stretto allievo Watanabe Sensei, che divenne in seguito anche presidente dell’Usui Reiki Rhyoho Gakkai. Il contenuto, tradotto, presentava regole ricostruite del “Tantra del fulmine”, appunto. Ma questo potrebbe solo significare che Usui era a conoscenza di tecniche praticate in Tibet, simili alle sue. Vajra è un temine sanscrito e significa "folgore" e "diamante": quindi stiamo parlando dell’energia vista come la più potente fonte di luce, ovvero di “conoscenza”. La caratteristica della folgore , il fulmine, è quella di illuminare a giorno la notte, di simboleggiare l’intervento divino (pensiamo ai fulmini di Giove), nonché la rapidità, l’immediatezza. Il fulmine è rappresentativo

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VAJRA tummo REIKI con Ish Gisella Cannarsa

Vajra Tummo (se vuoi dirlo correttamente leggi “Vagira”) può essere definito “un tipo di Reiki”: si fonda sulla concezione tibetana dell’energia e il suo utilizzo, secondo i principi antichi del passaggio dell’energia cosmica all’Uomo che ha intrapreso un viaggio spirituale. Il metodo che ti propongo deriva da insegnamenti (un po' più esoterici e direttamente legati al buddhismo shingon), acquisiti mentre studiavo yoga e comparavo il tantrismo hindu con altri. “Shingon” significa “vera parola”, ed è il corrispondente giapponese del termine sanscrito “mantra”. Il buddhismo shingon è una branca del buddismo tantrico: scuola fondata dal monaco Kukai, che elaborò la propria sintesi delle pratiche e delle dottrine esoteriche, basate sul culto del Buddha cosmico Vairocana (detto anche la “personificazione della beatitudine” del Buddha Siddharta Gautama). Pertanto questo reiki tibetano è strettamente correlato alla liberazione da pensieri, paure, intenzioni, azioni, generati da quel bagaglio di informazioni energetiche (ricordi inconsapevoli) che formano il debito karmico. I metodi chiamati “Vajra Reiki”, “Vajra-Tummo Reiki”, “gTummo Reiki”, “Tibetan Reiki”, ed anche il “Kundalini Reiki” sono tutti, più o meno, espressione della tecnica Vajra Tummo: ogni nome e metodo attinge alla tradizione della simbologia del Fulmine, del Diamante e del Fuoco Sacro (Kundalini). La differenza è data dalle percezioni e modifiche poste dai Master, nel corso degli anni. Wade Ryan modificò e rinominò il Johrei Reiki, chiamandolo Vajra Reiki. Anche il Raku Kei Reiki, di Arthur Robertson, ha le stesse finalità e si basa su simili simboli. Il Tera Mai di Katleen Milner e l’Usui Tibetan Reiki di William Rand sono stati ugualmente influenzati dal sistema tibetano.

Qualcuno ha ipotizzato che il reiki, per come lo consideriamo e conosciamo, proviene dal Buddismo Vajrajana, di origine Tibetana. Un certo generale George Blackwell acquistò delle lettere e appunti che, Mikao Usui Sensei (fondatore del Reiki Shiki Ryoho & Teate) indirizzò al suo più stretto allievo Watanabe Sensei, che divenne in seguito anche presidente dell’Usui Reiki Rhyoho Gakkai. Il contenuto, tradotto, presentava regole ricostruite del “Tantra del fulmine”, appunto. Ma questo potrebbe solo significare che Usui era a conoscenza di tecniche praticate in Tibet, simili alle sue.

Vajra è un temine sanscrito e significa "folgore" e "diamante": quindi stiamo parlando dell’energia vista come la più potente fonte di luce, ovvero di “conoscenza”. La caratteristica della folgore, il fulmine, è quella di illuminare a giorno la notte, di simboleggiare l’intervento divino (pensiamo ai fulmini di Giove), nonché la rapidità, l’immediatezza. Il fulmine è rappresentativo

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dell’invincibilità. Infine rappresenta l’attimo, cioè il breve tempo dell’esistenza come identità terrena.

La caratteristica del diamante è la durezza intesa come infrangibilità, quindi rappresentativa dell'immutabilità e dell'autenticità della Verità (prima e ultima). Nella sua forza c’è la capacità di intaccare, tagliare tutto il resto. E’ riferito anche alla luce che il diamante contiene e che viene rivelata attraverso l’intaglio, ovvero il lavoro con cui si dà forma alla pietra, eliminando alcune parti, per renderla brillante. Inoltre la trasparenza indica che la mente illuminata è "chiara", "limpida" e vuota. Tale vacuità (sunyata), secondo la visione orientale hindi e tibetana, è la vera essenza di tutti gli esseri e dell'intera realtà.

Il Fuoco Sacro/Tummo è il termine tibetano del Fuoco Interiore, quella energia arrotolata e sopita che risiede alla base della colonna vertebrale, che risvegliata diviene puro fuoco ed accompagna attivamente la nostra crescita, in cicli ascendenti di spiritualizzazione della materia e cicli discendenti di materializzazione dello spirito. Tummo è il fuoco/calore della Kundalini sanscrita, e non la traduzione di Agni (elemento fuoco) o di Surya (il Sole).

Questo metodo è quindi improntato sull’effetto dell’energia, nelle sue qualità di Luce e di Fuoco.

L’attivazione è riservata a chi abbia già il secondo livello di reiki (metodo Usui o altro metodo), perché richiede che la persona abbia già sviluppato e rafforzato i canali attraverso cui l’energia scorre.

LE ATTIVAZIONI: VAJRA E TUMMO Nel primo livello si riceve l’attivazione Vajra; nel secondo livello, che in genere si riceve dopo almeno un mese (o più), è data l’attivazione Tummo. Il reiki Vajra Tummo, a seconda del lignaggio a cui si è avvicinato l’insegnante, è passato in modi differenti: in molto casi le attivazioni sono Vajra e Tummo sono date contemporaneamente, ma selezionando i chakra o gli intenti, per un totale di quattro o cinque livelli.

Io ho scelto di separare le due attivazioni, Vajra e Tummo, accorpando gli intenti in due soluzioni, lavorando su tutti i cakra ogni volta. Questo favorisce la diffusione e funzione, mitigando però la reazione all’impatto di questa energia, che può essere percepita come “di fuoco, tagliente, esplosiva, bruciante”.

La prima attivazione, detta puramente Vajra, dona il primo impulso, legato al diamante/folgore, quindi: purifica a livello fisico, e nella pratica costante anche eterico, emozionale, taglia i legami con ciò che appesantisce l’evoluzione, come la bramosia,

la collera, l’attaccamento/dipendenza, favorendo la conoscenza. spinge all’azione. Essere attivi muove il flusso di energia individuale e

l’elaborazione di ogni stimolo, obbligando l’adepto a confrontarsi, anziché evitarle, con le situazioni conflittuali, per superarle.

I primi due intenti su cui lavora Vajra sono: il corpo fisico e i “segreti”, intesi come ciò che non si dice, ciò che non si vede, ciò che si rinnega, ciò che riempie la mente ed è inutile.

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La seconda attivazione, propriamente detta Tummo (o gTummo), fa entrare direttamente in contatto con la “Sacra Fiamma” (il significato di “Tummo” è questo). Nel secondo grado c’è il pieno risveglio della Kundalini: come un fiammifero acceso che si avvicina allo stoppino della candela, la Sacra Fiamma scrolla dal sonno il Serpente arrotolato, innescando la risalita della potente energia lungo i canali precedentemente preparati. Tummo alimenta la nostra fiamma, nutre e fortifica il Fuoco interiore: attraverso la pratica aumenta il suo calore, a cui corrisponde un aumento della nostra vibrazione totale. I secondi due intenti sono la saggezza e “l’illuminazione”. La saggezza per mette a nudo i limiti in cui siamo ancora intrappolati e superarli. Con la parola “illuminazione” intendiamo invece quella luce che riconduce alla consapevolezza originaria. Illuminazione come connessione con il Sé, la goccia divina, lo Spirito, come vogliamo chiamarlo. Ma l’Illuminazione non è di beneficio a una persona soltanto e occorre metterla al servizio degli altri: concetto che è ripreso ne “L’attivazione del Cristallo”, rituale parallelo(*) da questo livello, con carattere attivo esecutivo (intervenire), che ha lo scopo di coinvolgere gli esseri che scelgono di cambiare il loro modo di pensare per mantenere alte le frequenze individuali e aiutare la collettività. Bruciato il karma negativo (con la pratica Vajra e Tummo), si alimenta la fiamma della missione personale. (*) L’Attivazione del Cristallo, nelle molteplici versioni del reiki Vajra Tummo non è presente, in quanto facente parte di quegli aspetti rituali non considerati nei contenuti normalmente offerti al pubblico occidentale e fino a pochi anni fa celebrata solo in momenti di particolare vibrazione.

La terza attivazione, detta Wangkur (comprendente wang, lung e tri, cioè la “consacrazione” alla pratica, la trasmissione dei significati e le istruzioni), è quello che noi chiamiamo master.

Nell’attivazione, con i simboli master, è nuovamente usato l’intento dell’illuminazione, perché possano essere piantati i semi per raggiungere la non separazione (di sé), la compassione, l’unità. L’iniziazione ai simboli master rispetta una “gerarchia” che esclude l’abilitazione alle istruzioni per “l’Attivazione del Cristallo” (che può essere impartita dopo due anni dalla pratica costante del Wangkur)