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DI MONIA NICOLETTI ommaso Montini è pediatra da oltre trent’anni e noto autore di libri rivolti ai genitori. Tra que- sti Vacciniamoli – ti vaccino perché ti vo- glio bene, è considerato un vademe- cum dove trovare dati scientifici e spiegazioni mediche alla portata di tutti. Lazio Sette ha chiesto a lui qua- li sono i meccanismi che portano a vaccinare e quali le paure che frena- no i genitori. Il Lazio è passato dall’essere la re- gione con più malati di morbillo a quella con più vaccinati. Che ruo- lo ha giocato l’obbligo vaccinale? Credo che per quanto antipatiche, le politiche dell’obbligo vaccinale sia- no state utili e necessarie. Criticabili e anche brutte, certo, ma efficaci. Per stemperarne l’antipatia io consiglie- rei di riflettere sul fatto che la parola “obbligatorie” ha in sé anche quella di “gratuite” e, per vaccini tanto co- stosi, non mi sembra un particolare di poco conto. C’è una correlazione tra il numero di contagi e la corsa al vaccino? Credo che ci sia una forte correla- zione. L’ansia e la paura spesso ge- stiscono le azioni e non sempre è fa- cile tenerle a bada. La chiave per la migliore difesa di tutti però è man- tenere una riflessione critica. Che ruolo ha il pediatra di famiglia rispetto alle vaccinazioni? Ha un ruolo centrale. È lui che può aiutare i genitori a gestire le emo- zioni per guidarli al meglio. È lui che può accompagnare in un per- corso difficile. Il vero aiuto infatti viene dal sentire il proprio pediatra come una base sicura, una mano calda da stringere. Perché c’è tutto questo scetticismo nei confronti dei vaccini? Perché nessuno più ricorda cosa sia un tetano o una polio. La rete ha per- messo a tutti di diffondere tutto in- ventando nuovi professori che fanno carriere con i like, ma nella vastità di una comunità virtuale, ha creato grandi solitudini. Quali sono le pau- re che i genitori esprimono nel mio studio? Quelle relative a ciò che arri- va loro dalla rete. Difficile non resta- T re turbati da funeste profezie di sven- tura che minacciano i propri figli. Domanda d’obbligo, i vaccini sono davvero sicuri? In base alle evidenze disponibili og- gi i vaccini sono certamente più si- curi delle scale che faccio tutte le mattine quando esco di casa e mol- to, molto più sicuri della macchina che prendo per andare al lavoro. Si può morire? Certo. Ma per farlo bi- sogna davvero essere bravi. Un con- siglio: se vi volete suicidare non sce- gliete i vaccini. L’insuccesso sarebbe sicuro anche dopo venti fiale iniet- tate tutte insieme. Tornando al morbillo, la cosa che più spesso si sente dire è «ma che bisogno c’è di vaccinarsi, l’abbia- mo preso tutti». Il morbillo è una delle malattie più infettive che esistano ed è partico- larmente cattivo in adulti e neona- ti. In passato era diffuso l’uso di fa- vorirne il contagio tra i bambini. «So- no malattie che si devono prendere così ci togliamo il pensiero» si dice- va. Le nostre nonne davano questa spiegazione, ma non sapevano che il loro intervento a favore del conta- gio precoce era un importantissimo intervento sanitario di protezione della popolazione. Così tutti gli a- dulti erano immuni e lo erano in particolare le mamme in gravidan- za. Questo comportamento non e- ra altro che una vaccinazione anti- morbillo, con il morbillo. Una vac- cinazione efficace non c’è che dire. Ma, aveva qualche effetto collatera- le in più rispetto a quella di oggi: nel mondo morivano per morbillo due milioni di bambini all’anno e poi- ché l’encefalite, che ha una frequen- za di un caso ogni 2000, non sem- pre finiva in morte, molti restavano disabili. Contro quella vaccinazio- ne sono un no–vax pure io. DI COSTANTINO COROS l Lazio, con il 95,34%, è la pri- ma regione per coperture vac- cinali contro il morbillo, su- perando la soglia del 95%, fissa- ta dall’Oms. Sono i dati diffusi dal ministero della Salute, dopo la reintroduzione dell’obbligato- rietà. Lazio Sette ha approfondi- to il tema ascoltando diverse vo- ci: dal pediatra di famiglia, a quel- lo che lavora in ospedale, al re- sponsabile di un centro vaccini, fino all’esperto dell’Istituto Su- periore di Sanità, non dimenti- cando le mamme. Antonella di Albano, mamma di Gabriele, 16 mesi, racconta che «un’infermiera del centro ci ha fatto terrorismo psicologico: per un ritardo di qualche mese sulla vaccinazione per il meningococ- co, dovuto al fatto che il bimbo era stato male durante l’inverno, io e mio marito ci siamo sentiti dare degli incoscienti. Per fortu- na abbiamo un buon punto di ri- ferimento nella nostra pediatra con la quale abbiamo ridisegna- to il calendario vaccinale di Ga- briele che ora è in regola». Simona anche lei della zona, mamma di Giorgia, 4 anni e Mat- teo, 1 anno è convinta dell’uti- lità dei vaccini. «Ho vaccinato la grande 4 anni fa, così come sto facendo con il piccolo», però «an- che noi che siamo sempre stati in regola, quest’anno ci siamo tro- vati a fare le spese di una politi- ca ferrea per l’ingresso a scuola: abbiamo rischiato di non veder ammettere la figlia all’asilo per- ché sul libretto mancava l’ok per la trivalente. Ricordavamo di a- verla fatta e, dopo un po’ di giri, siamo riusciti a risolvere». Alber- to Villani, responsabile di Pedia- tria generale e malattie infettive del Bambino Gesù, spiega che «determinante è stata la legge del 31 luglio 2017 n. 117 la quale ha reso possibile la disponibilità di poter vaccinare in maniera diffu- sa e gratuita tutta la popolazio- ne». Inoltre, «encomiabile è sta- to lo sforzo dei centri vaccinali che, seppur tra mille difficoltà, hanno saputo dare una risposta straordinaria. È la conferma del- la necessità, in tema di sanità pubblica, di norme e leggi na- zionali». Secondo Villani «in poco tempo cambierà l’atteggiamento della popolazione», infatti «l’applica- zione della legge sulle vaccina- zioni ha consentito di identifica- re e contattare gli inadempienti, in moltissimi casi per motivi or- ganizzativi o familiari o contin- genti, favorendo un dialogo e un’informazione corretta. Con poche eccezioni, parlando con i genitori e chiarendo i loro dub- bi, l’atteggiamento nei confronti delle vaccinazioni è di fiducia». Armando Di Fazio, è un pediatra di famiglia di Velletri a contatto ogni giorno con mamme e bam- bini. Della sua esperienza dice che «il calendario vaccinale nel- le Asl del Lazio e della provincia di Roma è completo ed efficace. Questo ha permesso di recupe- rare i più alti livelli di copertura anticorpali nelle nuove genera- zioni di lattanti e bambini. In par- ticolare sono state curate la pre- venzione di morbillo, rosolia e parotite e delle meningiti batte- riche». Inoltre le Asl offrono la possibilità della copertura vacci- nale di altre malattie pericolose quali la diarrea da Rota virus del lattante e prematuro e le infezio- ni respiratorie da virus respirato- rio sinciziale. I vaccini. Il Lazio al primo posto, le voci delle mamme e degli esperti Sfatando miti e false credenze Tommaso Montini, pediatra e autore di libri, avvisa i genitori: «Non credete a tutto quello che c’è dentro la Rete» La nuova legge ha dato la possibilità di contattare gli inadempienti, favorendo un dialogo e un’informazione sempre corretta I consigli utili del centro di profilassi: «Le reazioni allergiche sono rarissime» DI SIMONA GIONTA oberto Ieraci, vaccinologo, infettivologo, responsabile del centro vaccinazioni Asl Roma 1 dà alcuni consigli utili per la profilassi vaccinale. «I vaccini sono sempre sicuri ed efficaci. Sono uno strumento preventivo formidabile per le malattie infettive sia per i bambini che per gli adulti. Questo è il primo punto da fissare e da chiarire», afferma. «La sicurezza dei prodotti è pazzesca, la rarità di elementi avversi, come le reazioni allergiche, è ormai acclarata. Su questo c’è molta disinformazione». Ieraci consiglia di rivolgersi sempre agli esperti per eventuali dubbi, agli operatori sanitari dei centri vaccinali di zona o al proprio medico di base, evitando ricerche da autodidatta su Internet. «Ad una mamma che entra nel R centro vaccinale dico di seguire le indicazioni del calendario nazionale dei vaccini che è fantastico, è stato approvato quello per gli anni 2017- 2019 e a quello bisogna attenersi», aggiunge. Al di là dell’obbligarietà dei vaccini «occorre da parte dei giovani la consapevolezza della loro utilità, occorre un’informazione corretta per rassicurare alcune ansie che sono normali magari in una famiglia che ha avuto il primo bambino». La profilassi non riguarda solo i più piccoli ma anche gli adulti: «C’è molto da fare in questo senso soprattutto per il vaccino antinfluenzale, per il tetano, la pertosse, le malattie polmonari e così via. Deve esserci un concetto di solidarietà tra le generazioni, se sono vaccinati gli anziani sono protetti anche i bambini e viceversa. Vaccinarsi riduce in ogni caso la spesa sanitaria», spiega Ieraci. I trattamenti sono sempre sicuri ed efficaci. Uno strumento preventivo per le malattie infettive a tutte le età L EDITORIALE IL PASSATO RICORDA CHE NON BISOGNA ABBASSARE LA GUARDIA GIOVANNI REZZA* vaccini rappresentano il principale strumento di sanità pubblica per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Storicamente, a partire dalla scoperta del vaccino contro il vaiolo da parte di Edoardo Jenner, la vaccinazione si è imposta come la misura maggiormente efficace nel ridurre il carico di malattia e morte dovuta a malattie infettive. L’eradicazione di un vero e proprio flagello dell’umanità quale il vaiolo, decretata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1979, è sicuramente il successo più eclatante, seguita dalla lotta alla poliomielite, ormai scomparsa nei paesi industrializzati e sotto controllo anche nella maggior parte degli altri paesi. Per non parlare dei vaccini contro il tetano e la difterite, sviluppati a cavallo fra le due guerre mondiali, e quelli contro il morbillo e la pertosse. Inoltre, nuove generazioni di vaccini hanno permesso di prevenire perfino alcuni tumori indotti da agenti infettivi quali il virus dell’epatite B o il papillomavirus. L’uso di vaccini sempre più purificati, in grado però di provocare risposte anticorpali efficienti, ha ridotto anche il rischio di effetti collaterali, mentre l’uso di sostanze adiuvanti, importanti per stimolare maggiormente le risposte immunitarie, permette di proteggere meglio le persone anziane. Purtroppo, però, i vaccini sono vittime del loro stesso successo: contribuiscono ad eliminare pericolose malattie infettive, ma la diminuzione della percezione del rischio che ne consegue li rende, agli occhi di alcuni, non più necessari. Infatti, non ci si rende più conto di cosa significhi vivere in un mondo senza vaccini, dove il vaiolo continuerebbe a imperversare, determinando morti ed esiti cicatriziali, dove le immagini di adolescenti con le grucce, conseguenza delle paralisi indotte dal virus della poliomielite, non sarebbero solo un ricordo dei vecchi tempi e dove le rianimazioni avrebbero il loro daffare nel trattare bambini affetti da spasmi tetanici. Per fortuna, laddove è possibile vaccinare, ciò non avviene più, anche perché la vaccinazione, oltre a proteggere direttamente l’individuo, determina il cosiddetto “effetto gregge”, per cui quando si raggiungono elevati livelli di copertura, ne trae beneficio l’intera comunità, e non solo le persone vaccinate. Nonostante gli effetti positivi siano sotto gli occhi di tutti, negli ultimi anni tale copertura era scesa al di sotto del valore soglia del 95%, ritenuto il limite accettabile per la protezione della comunità. Per contrastare questa pericolosa tendenza è stata varata la nuova legge sull’obbligo, un provvedimento discusso, ma sicuramente efficace, che sembra aver dato immediatamente risultati positivi, facendo risalire le coperture vaccinali nel Paese. Aldilà di questo necessario provvedimento, i vaccini dovrebbero essere considerati da tutti innanzitutto un diritto, perché da essi dipende la difesa della nostra salute e quella di tutta la comunità, compresa quella delle persone fragili che non possono vaccinarsi. * direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità I Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 6 maggio 2018 generazione giovani harles entrò in un confessionale in una chiesa, a Parigi. Al prete che vi era dentro disse: «Reveren- do, non ho la fede; vengo a chiederle di istruirmi». Si erano conosciuti qualche tempo prima a casa della zia del giovane. Il sacerdote lo guardò e gli ingiunse: «Si in- ginocchi, si confessi a Dio; crederà». Abbozzò una resi- stenza: «Ma non sono venuto per questo». «Si confes- si!», si inginocchiò e si confessò. Finita la confessione, il sacerdote, impietoso, continuò: «È a digiuno?». «Sì». «Vada a comunicarsi!». Da quel momento nacque una delle esperienze di fede più straordinarie di tutto il No- vecento, quella del beato Charles de Foucauld. Il prete era l’abbé Huvelin che non era certo uno da mezze mi- sure. Offrì anche, al giovane convertito, nel corso di un’omelia, la sfida che lo sostenne per tutta la vita: «Nostro Signore ha preso talmente l’ultimo posto, che mai nessuno ha potuto toglierglielo». Oggi, giudiche- remmo eccessivo questo approccio, troppo esigente. Diremmo che occorre accompagnare, ma gradual- mente. Non sarà forse proprio questa proposta così me- diocre, scialba nei contenuti e nelle forme, la ragione per cui tanti giovani e ragazzi non si incamminano per la via di una fede ardita e coraggiosa? Non dovremmo forse osare un po’ di più? Come fece l’abbé Huvelin. Francesco Guglietta C Il coraggio di cercare una fede autentica Non chiudere gli occhi davanti alla tragedia delle vittime di tratta a pagina 2 Supplemento di ieri e oggi. Quelle paure che muovono il mondo ALBANO IL RITIRO MENSILE DEL CLERO a pagina 3 ANAGNI LA RIAPERTURA DEL SANTUARIO a pagina 4 CIVITA C. IL CAMMINO DIOCESANO a pagina 5 CIVITAVECCHIA LA FESTA IN ONORE DI SANTA FERMINA a pagina 6 FROSINONE IN FESTA PER IL PATRONO a pagina 7 GAETA L’ISLAM CHE PARLA DI GESÙ E MARIA a pagina 8 LATINA 8XMILLE, UNA FIRMA CHE LASCIA IL SEGNO a pagina 9 PALESTRINA PERCORSI DI FEDE E INCLUSIONE a pagina 10 PORTO S.RUFINA A SCUOLA D’INTEGRAZIONE a pagina 11 SORA SANTUARI MARIANI, È BOOM DI FEDELI a pagina 13 TIVOLI L’ANTICO NOME DI QUINTILIOLO a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI VEGLIA UNITARIA PER IL LAVORO a pagina 12 Un caso di morbillo

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DI MONIA NICOLETTI

ommaso Montini è pediatra daoltre trent’anni e noto autore dilibri rivolti ai genitori. Tra que-

sti Vacciniamoli – ti vaccino perché ti vo-glio bene, è considerato un vademe-cum dove trovare dati scientifici espiegazioni mediche alla portata ditutti. Lazio Sette ha chiesto a lui qua-li sono i meccanismi che portano avaccinare e quali le paure che frena-no i genitori.Il Lazio è passato dall’essere la re-gione con più malati di morbillo aquella con più vaccinati. Che ruo-lo ha giocato l’obbligo vaccinale? Credo che per quanto antipatiche, lepolitiche dell’obbligo vaccinale sia-no state utili e necessarie. Criticabilie anche brutte, certo, ma efficaci. Perstemperarne l’antipatia io consiglie-rei di riflettere sul fatto che la parola“obbligatorie” ha in sé anche quelladi “gratuite” e, per vaccini tanto co-stosi, non mi sembra un particolaredi poco conto. C’è una correlazione tra il numerodi contagi e la corsa al vaccino? Credo che ci sia una forte correla-zione. L’ansia e la paura spesso ge-stiscono le azioni e non sempre è fa-cile tenerle a bada. La chiave per lamigliore difesa di tutti però è man-tenere una riflessione critica.Che ruolo ha il pediatra di famigliarispetto alle vaccinazioni? Ha un ruolo centrale. È lui che puòaiutare i genitori a gestire le emo-zioni per guidarli al meglio. È luiche può accompagnare in un per-corso difficile. Il vero aiuto infattiviene dal sentire il proprio pediatracome una base sicura, una manocalda da stringere. Perché c’è tutto questo scetticismonei confronti dei vaccini? Perché nessuno più ricorda cosa siaun tetano o una polio. La rete ha per-messo a tutti di diffondere tutto in-ventando nuovi professori che fannocarriere con i like, ma nella vastità diuna comunità virtuale, ha creatograndi solitudini. Quali sono le pau-re che i genitori esprimono nel miostudio? Quelle relative a ciò che arri-va loro dalla rete. Difficile non resta-

Tre turbati da funeste profezie di sven-tura che minacciano i propri figli. Domanda d’obbligo, i vaccini sonodavvero sicuri? In base alle evidenze disponibili og-gi i vaccini sono certamente più si-curi delle scale che faccio tutte lemattine quando esco di casa e mol-to, molto più sicuri della macchinache prendo per andare al lavoro. Sipuò morire? Certo. Ma per farlo bi-sogna davvero essere bravi. Un con-siglio: se vi volete suicidare non sce-gliete i vaccini. L’insuccesso sarebbesicuro anche dopo venti fiale iniet-tate tutte insieme. Tornando al morbillo, la cosa chepiù spesso si sente dire è «ma chebisogno c’è di vaccinarsi, l’abbia-mo preso tutti».Il morbillo è una delle malattie piùinfettive che esistano ed è partico-larmente cattivo in adulti e neona-ti. In passato era diffuso l’uso di fa-vorirne il contagio tra i bambini. «So-no malattie che si devono prenderecosì ci togliamo il pensiero» si dice-va. Le nostre nonne davano questaspiegazione, ma non sapevano cheil loro intervento a favore del conta-gio precoce era un importantissimointervento sanitario di protezionedella popolazione. Così tutti gli a-dulti erano immuni e lo erano inparticolare le mamme in gravidan-za. Questo comportamento non e-ra altro che una vaccinazione anti-morbillo, con il morbillo. Una vac-cinazione efficace non c’è che dire.Ma, aveva qualche effetto collatera-le in più rispetto a quella di oggi: nelmondo morivano per morbillo duemilioni di bambini all’anno e poi-ché l’encefalite, che ha una frequen-za di un caso ogni 2000, non sem-pre finiva in morte, molti restavanodisabili. Contro quella vaccinazio-ne sono un no–vax pure io.

DI COSTANTINO COROS

l Lazio, con il 95,34%, è la pri-ma regione per coperture vac-cinali contro il morbillo, su-

perando la soglia del 95%, fissa-ta dall’Oms. Sono i dati diffusidal ministero della Salute, dopola reintroduzione dell’obbligato-rietà. Lazio Sette ha approfondi-to il tema ascoltando diverse vo-ci: dal pediatra di famiglia, a quel-lo che lavora in ospedale, al re-sponsabile di un centro vaccini,fino all’esperto dell’Istituto Su-periore di Sanità, non dimenti-cando le mamme. Antonella di Albano, mamma diGabriele, 16 mesi, racconta che«un’infermiera del centro ci hafatto terrorismo psicologico: perun ritardo di qualche mese sullavaccinazione per il meningococ-co, dovuto al fatto che il bimboera stato male durante l’inverno,io e mio marito ci siamo sentitidare degli incoscienti. Per fortu-na abbiamo un buon punto di ri-ferimento nella nostra pediatracon la quale abbiamo ridisegna-to il calendario vaccinale di Ga-briele che ora è in regola». Simona anche lei della zona,mamma di Giorgia, 4 anni e Mat-

teo, 1 anno è convinta dell’uti-lità dei vaccini. «Ho vaccinato lagrande 4 anni fa, così come stofacendo con il piccolo», però «an-che noi che siamo sempre stati inregola, quest’anno ci siamo tro-vati a fare le spese di una politi-ca ferrea per l’ingresso a scuola:abbiamo rischiato di non vederammettere la figlia all’asilo per-ché sul libretto mancava l’ok perla trivalente. Ricordavamo di a-verla fatta e, dopo un po’ di giri,siamo riusciti a risolvere». Alber-to Villani, responsabile di Pedia-tria generale e malattie infettivedel Bambino Gesù, spiega che«determinante è stata la legge del31 luglio 2017 n. 117 la quale hareso possibile la disponibilità dipoter vaccinare in maniera diffu-sa e gratuita tutta la popolazio-ne». Inoltre, «encomiabile è sta-to lo sforzo dei centri vaccinaliche, seppur tra mille difficoltà,hanno saputo dare una risposta

straordinaria. È la conferma del-la necessità, in tema di sanitàpubblica, di norme e leggi na-zionali». Secondo Villani «in poco tempocambierà l’atteggiamento dellapopolazione», infatti «l’applica-zione della legge sulle vaccina-zioni ha consentito di identifica-re e contattare gli inadempienti,in moltissimi casi per motivi or-ganizzativi o familiari o contin-genti, favorendo un dialogo eun’informazione corretta. Conpoche eccezioni, parlando con igenitori e chiarendo i loro dub-bi, l’atteggiamento nei confrontidelle vaccinazioni è di fiducia». Armando Di Fazio, è un pediatradi famiglia di Velletri a contattoogni giorno con mamme e bam-bini. Della sua esperienza diceche «il calendario vaccinale nel-le Asl del Lazio e della provinciadi Roma è completo ed efficace.Questo ha permesso di recupe-rare i più alti livelli di coperturaanticorpali nelle nuove genera-zioni di lattanti e bambini. In par-ticolare sono state curate la pre-venzione di morbillo, rosolia eparotite e delle meningiti batte-riche». Inoltre le Asl offrono lapossibilità della copertura vacci-nale di altre malattie pericolosequali la diarrea da Rota virus dellattante e prematuro e le infezio-ni respiratorie da virus respirato-rio sinciziale.

I

vaccini. Il Lazio al primo posto, le voci delle mamme e degli esperti

Sfatando mitie false credenzeTommaso Montini,pediatra e autoredi libri, avvisa i genitori: «Non credete a tutto quello che c’èdentro la Rete»

La nuova legge ha dato la possibilità di contattare gli inadempienti,favorendo un dialogoe un’informazionesempre corretta

I consigli utili del centro di profilassi:«Le reazioni allergiche sono rarissime»

DI SIMONA GIONTA

oberto Ieraci, vaccinologo,infettivologo, responsabile delcentro vaccinazioni Asl Roma 1

dà alcuni consigli utili per la profilassivaccinale. «I vaccini sono sempre sicuried efficaci. Sono uno strumentopreventivo formidabile per le malattieinfettive sia per i bambini che per gliadulti. Questo è il primo punto dafissare e da chiarire», afferma. «Lasicurezza dei prodotti è pazzesca, lararità di elementi avversi, come lereazioni allergiche, è ormai acclarata.Su questo c’è molta disinformazione».Ieraci consiglia di rivolgersi sempre agliesperti per eventuali dubbi, aglioperatori sanitari dei centri vaccinali dizona o al proprio medico di base,evitando ricerche da autodidatta suInternet. «Ad una mamma che entra nel

Rcentro vaccinale dico di seguire leindicazioni del calendario nazionaledei vaccini che è fantastico, è statoapprovato quello per gli anni 2017-2019 e a quello bisogna attenersi»,aggiunge. Al di là dell’obbligarietà deivaccini «occorre da parte dei giovani laconsapevolezza della loro utilità,occorre un’informazione corretta perrassicurare alcune ansie che sononormali magari in una famiglia che haavuto il primo bambino». La profilassinon riguarda solo i più piccoli maanche gli adulti: «C’è molto da fare inquesto senso soprattutto per il vaccinoantinfluenzale, per il tetano, la pertosse,le malattie polmonari e così via. Deveesserci un concetto di solidarietà tra legenerazioni, se sono vaccinati glianziani sono protetti anche i bambini eviceversa. Vaccinarsi riduce in ogni casola spesa sanitaria», spiega Ieraci.

I trattamenti sono sempre sicuri ed efficaci. Unostrumento preventivoper le malattieinfettive a tutte le età

L ’ E D I T O R I A L E

IL PASSATO RICORDACHE NON BISOGNA

ABBASSARE LA GUARDIA

GIOVANNI REZZA*

vaccini rappresentano il principalestrumento di sanità pubblica per laprevenzione e il controllo delle malattie

infettive. Storicamente, a partire dalla scopertadel vaccino contro il vaiolo da parte di EdoardoJenner, la vaccinazione si è imposta come lamisura maggiormente efficace nel ridurre ilcarico di malattia e morte dovuta a malattieinfettive. L’eradicazione di un vero e proprioflagello dell’umanità quale il vaiolo, decretatadall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel1979, è sicuramente il successo più eclatante,seguita dalla lotta alla poliomielite, ormaiscomparsa nei paesi industrializzati e sottocontrollo anche nella maggior parte degli altripaesi. Per non parlare dei vaccini contro iltetano e la difterite, sviluppati a cavallo fra ledue guerre mondiali, e quelli contro il morbilloe la pertosse. Inoltre, nuove generazioni divaccini hanno permesso di prevenire perfinoalcuni tumori indotti da agenti infettivi quali ilvirus dell’epatite B o il papillomavirus. L’uso divaccini sempre più purificati, in grado però diprovocare risposte anticorpali efficienti, haridotto anche il rischio di effetti collaterali,mentre l’uso di sostanze adiuvanti, importantiper stimolare maggiormente le risposteimmunitarie, permette di proteggere meglio lepersone anziane. Purtroppo, però, i vaccini sonovittime del loro stesso successo: contribuisconoad eliminare pericolose malattie infettive, mala diminuzione della percezione del rischio chene consegue li rende, agli occhi di alcuni, nonpiù necessari. Infatti, non ci si rende più contodi cosa significhi vivere in un mondo senzavaccini, dove il vaiolo continuerebbe aimperversare, determinando morti ed esiticicatriziali, dove le immagini di adolescenti conle grucce, conseguenza delle paralisi indotte dalvirus della poliomielite, non sarebbero solo unricordo dei vecchi tempi e dove le rianimazioniavrebbero il loro daffare nel trattare bambiniaffetti da spasmi tetanici. Per fortuna, laddoveè possibile vaccinare, ciò non avviene più,anche perché la vaccinazione, oltre a proteggeredirettamente l’individuo, determina ilcosiddetto “effetto gregge”, per cui quando siraggiungono elevati livelli di copertura, ne traebeneficio l’intera comunità, e non solo lepersone vaccinate. Nonostante gli effetti positivisiano sotto gli occhi di tutti, negli ultimi annitale copertura era scesa al di sotto del valoresoglia del 95%, ritenuto il limite accettabile perla protezione della comunità. Per contrastarequesta pericolosa tendenza è stata varata lanuova legge sull’obbligo, un provvedimentodiscusso, ma sicuramente efficace, che sembraaver dato immediatamente risultati positivi,facendo risalire le coperture vaccinali nel Paese.Aldilà di questo necessario provvedimento, ivaccini dovrebbero essere considerati da tuttiinnanzitutto un diritto, perché da essi dipendela difesa della nostra salute e quella di tutta lacomunità, compresa quella delle persone fragiliche non possono vaccinarsi.

* direttore del Dipartimento malattie infettive

dell’Istituto superiore di sanità

I

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Domenica, 6 maggio 2018 generazione giovani

harles entrò in un confessionale in una chiesa, aParigi. Al prete che vi era dentro disse: «Reveren-

do, non ho la fede; vengo a chiederle di istruirmi». Sierano conosciuti qualche tempo prima a casa della ziadel giovane. Il sacerdote lo guardò e gli ingiunse: «Si in-ginocchi, si confessi a Dio; crederà». Abbozzò una resi-stenza: «Ma non sono venuto per questo». «Si confes-si!», si inginocchiò e si confessò. Finita la confessione,il sacerdote, impietoso, continuò: «È a digiuno?». «Sì».«Vada a comunicarsi!». Da quel momento nacque unadelle esperienze di fede più straordinarie di tutto il No-vecento, quella del beato Charles de Foucauld. Il preteera l’abbé Huvelin che non era certo uno da mezze mi-sure. Offrì anche, al giovane convertito, nel corso diun’omelia, la sfida che lo sostenne per tutta la vita:«Nostro Signore ha preso talmente l’ultimo posto, chemai nessuno ha potuto toglierglielo». Oggi, giudiche-remmo eccessivo questo approccio, troppo esigente.Diremmo che occorre accompagnare, ma gradual-mente. Non sarà forse proprio questa proposta così me-diocre, scialba nei contenuti e nelle forme, la ragioneper cui tanti giovani e ragazzi non si incamminano perla via di una fede ardita e coraggiosa? Non dovremmoforse osare un po’ di più? Come fece l’abbé Huvelin.

Francesco Guglietta

C

Il coraggio di cercareuna fede autentica

Non chiudere gli occhi davanti alla tragedia delle vittime di trattaa pagina 2

Supplemento di

ieri e oggi.Quelle paureche muovono il mondo

◆ ALBANOIL RITIRO MENSILEDEL CLERO

a pagina 3

◆ ANAGNILA RIAPERTURADEL SANTUARIO

a pagina 4

◆ CIVITA C.IL CAMMINODIOCESANO

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIALA FESTA IN ONOREDI SANTA FERMINA

a pagina 6

◆ FROSINONEIN FESTAPER IL PATRONO

a pagina 7

◆ GAETAL’ISLAM CHE PARLADI GESÙ E MARIA

a pagina 8

◆ LATINA8XMILLE, UNA FIRMA CHE LASCIA IL SEGNO

a pagina 9

◆ PALESTRINAPERCORSI DI FEDEE INCLUSIONE

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAA SCUOLAD’INTEGRAZIONE

a pagina 11

◆ SORASANTUARI MARIANI,È BOOM DI FEDELI

a pagina 13

◆ TIVOLIL’ANTICO NOMEDI QUINTILIOLO

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIVEGLIA UNITARIAPER IL LAVORO

a pagina 12

Un caso di morbillo

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Sono tanti i volti di quell’economia malata cheguadagna sui deboli, costringendoli a chiederel’elemosina, a fare turni massacranti in fabbricao nei campi, oppure a vendere il proprio corpo

8xmille, una firma che è segno concreto di solidarietà

erve l’aiuto di tutti i fedeli persostenere l’annuncio della Chiesacattolica. Questa chiamata alla

corresponsabilità, anche economica, e ascoprire da dove vengono oggi i fondi perl’azione ecclesiale di ogni giorno nellenostre città e diocesi è al centro dellaGiornata nazionale di sensibilizzazionealla firma dell’8xmille, domenica 6maggio. L’appuntamento verrà celebratonel Lazio, così come in tutte le 26 milaparrocchie italiane. Senza lacollaborazione e la generosità di ciascunoe senza la partecipazione ancheeconomica dei credenti alla missione dellaChiesa e dei sacerdoti, mancherebbero

infatti le risorse per l’annuncio in Parolaed opere, per la pastorale e i progetti dicarità per i più fragili. La Giornatacelebrata nelle parrocchie, con locandine,pieghevoli informativi e in qualche casoveri e propri eventi sul sagrato, è nata perfar conoscere le opere 8xmille sul territorioin cui viviamo. E per spiegare che l’8xmilleoggi può funzionare grazie allacondivisione delle risorse attraverso lafirma; così si riesce a restituire servizi eopere moltiplicate. Nel 2017, secondofonti Cei, le diocesi del Lazio hannoricevuto fondi provenienti dalle firme ditutti i fedeli italiani pari a 68,4 milioni dieuro. Sulla Mappa 8xmille on line(www.8xmille.it), in continuoaggiornamento, si possono scoprire decinedi opere realizzate nel Lazio grazie allefirme: mense e case–famiglia, restauri diopere che tramandano fede e cultura,borse lavoro, ‘Prestito della speranza’ perfamiglie in difficoltà. E’ indispensabile

però che i fedeli siano sempre meglioconsapevoli che il meccanismo di raccoltafondi non è automatico. Va riconfermatoogni anno. In più, con le innovazionifiscali, dall’ampliamento della platea deimodelli precompilati all’invio telematicodella dichiarazione dei redditi, oggi ilgesto agile della firma è sempre più spessosostituito da un ‘flag’ sullo schermo delcomputer. E per questo un dirittoimportante da esercitare come quello dellascelta potrebbe, nella pratica, venirpercepito sempre più facilmente come unoptional. L’appello a firmare in questaGiornata è rivolto a tutti, anche aipensionati. I titolari di modello fiscale CU(l’ex Cud) non sono infatti più obbligati aconsegnarlo e spesso rinunciano a firmare.Invece possono farlo, sostenendo laChiesa e le sue opere, utilizzando la‘Scheda’ allegata al modello Redditi,disponibile in tutte le parrocchie, dovefunzionano anche centri informazione

8xmille. Spesso i volontari non solorendono disponibili in chiesa copie delmodello Redditi, ma una volta che ilcontribuente lo ha firmato (due volte,nello spazio ‘Chiesa cattolica’ e in fondoal foglio) si incaricano di consegnarloall’ufficio postale per suo conto,rilasciando una ricevuta. Sia ilCatechismo, sia il documento deivescovi italiani ‘Sovvenire alle necessitàdella Chiesa’ di cui si celebra quest’annoil trentennale, indicano lapartecipazione economica del popolo diDio alla missione ecclesiale tra i ‘pilastridella vita cristiana’, come avveniva nellecomunità cristiane delle origini. Non c’èaltra fonte infatti per i tanti progettiparrocchiali e diocesani che vediamointorno a noi. Grazie a tutti quelli chefirmando anche quest’anno,riconfermeranno il loro sostegno allamissione della Chiesa in Italia.

Aurelia Damiani

S

Tratta e traffico di migranti,incontro a cura di Lazio Sette

Suor Gabriella Bottanidella rete Talitha Kumche vuol dire «Fanciulla,alzati», ricorda che sono 21 milioni le donne, gli uomini e i bambini oppressi nel mondo. «Si usanovite a scopo di lucro»

Con la voce alta no alle schiavitù

è chi è costretto a vendere ilproprio corpo, chi lavora neicampi o nelle fabbriche con

turni massacranti, chi è finito nelracket dell’elemosina. Sono questialcuni volti dei migranti che, anzichéimpoverirci, fanno girare economiecorrotte e sempre piùstrumentalizzate da fake news, odioe disinformazione. A pochi giornidall’incontro promosso da Lazio

’C Sette, che si terrà a Roma il 19maggio, suor Gabriella Bottani,coordinatrice della rete “TalithaKum”, tra i relatori della conferenza,ha risposto ad alcune domande.Rispetto ai tempi di Santa Bakhita,divenuta poi il simbolo dellaGiornata contro la tratta, oggi ilfenomeno è più camaleontico.Quali sono le forme moderne dischiavitù? Quando parliamo di schiavitù moltipensano che questa piaga sia statasconfitta. Invece non è così, anzi.Ancora oggi ci sono 21 milioni didonne, uomini e bambini schiavi intutto il mondo. Di certo, ledinamiche ora sono diverse eprofondamente legate a una “noncultura”, vale a dire alla mancanza divalori da parte di una fetta di società.Si usano vite a scopo di lucro, equesto vale per lo sfruttamentosessuale, ma anche lavorativo se, adesempio, pensiamo ai lavori forzatinei settori dell’edilizia,dell’allevamento, dell’agricoltura odell’estrazione di minerali. C’è poi losfruttamento legato

all’accattonaggio, gestito daorganizzazioni criminali, chetalvolta obbligano anche acommettere piccoli furti o ad entrarea far parte di gruppi armati, comenel caso dei bambini soldato. In che modo le politiche difrontiera riguardano la tratta? Oggi ci sono dei blocchiall’immigrazione ma, a mio avviso,mancano politiche efficaci perregolamentare l’afflusso di migranti.Questo porta sicuramente a unaumento del contrabbando illegaledelle persone, che poi accedono nelPaese senza documenti. Diconseguenza favoriscono ledinamiche dello sfruttamentolavorativo e sessuale dei migranti, sianella fase di trasporto, sia una voltaarrivati a destinazione. Cosa si può fare contro losfruttamento? Una cosa che ci sta molto a cuore èl’empowering delle ragazze. Ci sonoiniziative di sensibilizzazione eprevenzione che possono aiutare aconoscere i propri diritti e fare inmodo che, anche di fronte a

situazioni di tratta, sia più facilechiedere aiuto rispetto a chi arrivasenza preparazione. Poi ci sonodiversi progetti di reintegrazionesocio–economica, ad esempio legatial microcredito o all’assegnazione diborse di studio. Di certo, il percorsodi libertà è lungo e deve essereconsiderato nella sua complessitàperché ognuno ha una storia diversa. Secondo lei, chi ha vissutoesperienze così dolorose puòrialzarsi e recuperare la gioia divivere? Sono sempre più convinta chequesto invito ad alzarsi non siarivolto solo a una persona, ma a noicome società, perché la tratta è unagrave denuncia alle dinamiche diun’economia di mercato, a relazionitra persone che sonoprofondamente malate e segnate dainteressi troppo marcatidall’economia e che ci stannodistruggendo. Talitha Kum è uncammino di libertà che dobbiamofare insieme e questo alzati èdedicato a tutti noi.

Anna Moccia

DI ANNA MOCCIA

abato 19 maggio, dalle 9 alle 14,nella sede di Talitha Kum, la rete

mondiale contro la trattadell’Unione internazionale delleSuperiore generali, in piazza diPonte Sant’Angelo 28, a Roma, siterrà il convegno di formazione“Migranti e tratta. L’etica delgiornalista nel raccontare lemigrazioni”, secondo appuntamentopromosso da Lazio Sette nell’ambitodel ciclo di incontri “La Verità vi faràliberi”. Seguendo l’invito di papaFrancesco per la 52ª Giornatamondiale delle Comunicazionisociali, la proposta culturale dellediocesi del Lazio, aderenti alprogetto editoriale Lazio Sette, vuolescardinare le “notizie false” legate altema della tratta e dei migranti alfine di costruire un “giornalismo dipace”. Lo fa attraverso un ampiocoinvolgimento di personalità estudiosi di rilievo nazionale,operanti nei campi della migrazionee della tratta o nel settoredell’informazione, come giàavvenuto per l’incontro di gennaiodedicato al tema delle fake news,che ha visto protagonisti i giornalistiGian Guido Vecchi (vaticanista delCorriere della Sera) e AnnachiaraValle (Famiglia Cristiana). Nellaprima parte del convegno, siaffronterà il tema dei migranti,legato al diffuso fenomeno dellefake news, rispetto aun’informazione eticamentecorretta e qualificata. Nella seconda,relativa al tema della tratta e dellaschiavitù, si analizzerà il ruolo

sociale del giornalismo, capace diveicolare “buone notizie” checostruiscono un mondo più giusto edignitoso. L’intento degli operatoridelle diocesi è quello di farsi parteattiva e propositiva, per creare unpercorso culturale di riflessione suitemi di attualità, aperto a tutti e diausilio per i giornalisti e per quantisi interessano di migrazione e dirittiumani. Dopo i saluti iniziali di donAlessandro Paone, incaricatoregionale del Lazio per lecomunicazioni sociali e diCostantino Coros, coordinatore diAvvenire Lazio7, interverranno comerelatori: padre Giulio Albanese(direttore di Popoli e Missione), donAldo Buonaiuto (Comunità PapaGiovanni XXIII), suor GabriellaBottani (Talitha Kum), FrancescoCarchedi (Università degli studi diRoma Sapienza, Dipartimento diScienze Sociali), Vincenzo Giardina(Agenzia Dire), Francesco Peloso(Vatican Insider) e Sabika Shah Povia(Associazione Carta di Roma). Amoderare l’incontro sarà ilgiornalista Nicola Perrone, direttoredell’Agenzia giornalistica Dire. Ilconvegno è organizzato incollaborazione con l’Ufficioregionale per le comunicazionisociali della Conferenza episcopaledel Lazio, la rete Talitha Kum el’agenzia di stampa Dire. Lapartecipazione è gratuita ed è validacome formazione per i giornalisti(iscrizione su piattaforma SIGEF) eper il personale scolastico (conrilascio di attestato). È consigliabilela prenotazione telefonando ainumeri 338.4460056 o 349.3736518.

S

lla figura di papa Leone XIII saràdedicato un convegno naziona-

le che si svolgerà il 16 maggio pressoil Pontificio Collegio Leoniano di A-nagni. Il progetto, elaborato dallaCommissione regionale Pastorale so-ciale e del lavoro, presentato da Lo-renzo Loppa, vescovo di Anagni–Ala-tri e Vincenzo Apicella, vescovo dele-gato regionale per la Pastorale So-

ciale era stato approvato il 16 gen-naio 2017 dalla Conferenza Episco-pale Laziale. L’iniziativa mira a rilan-ciare l’opera di Leone XIII, il qualescrisse la prima enciclica esplicita-mente sociale nella storia della Chie-sa; la Rerum Novarum del 15 maggio1891. La Lectio magistralis sarà tenu-ta dal cardinale Gualtiero Bassetti, ar-civescovo di Perugia e presidente del-

la CEI. Nel corso della manifestazio-ne sarà consegnato il premio “RerumNovarum”, assegnato al ConsorzioGOEL, operante nella Locride per l’af-fermazione della democrazia, dellasussidiarietà, della giustizia socialeed economica, del rispetto dei debo-li. Ritirerà il premio il presidente delGOEL, Vincenzo Linarello.

Claudio Gessi

ALeone XIII, il Papa della prima enciclica sociale

Un’occasione di lavoro per chi ha problemi psichici

DI CARLA CRISTINI

a valorizzazione del territorio deiMonti Prenestini e delle sue risorse, laprotezione dell’ambiente, la

promozione dello sviluppo sostenibile e lagiustizia sociale aprendo le porte al diverso,allo straniero, all’esiliato politico offrendouna possibilità di riscatto attraversol’impegno nel lavoro: sono questi gliobiettivi e le sfide che animano i soci dellafattoria educativa sociale La Sonnina.Situata sulle colline del borgo medievale diGenazzano, storico feudo dei Colonna, trale province di Roma e Frosinone, a 45 kmdalla capitale. L’azienda è nata nel 1999, quando ungruppo di dodici soci, animati da passione

e grande tenacia, costituì la cooperativaagricola La Sonnina, con l’intento diriportare a nuova vita l’omonima tenuta diventisei ettari appartenuta ai principiColonna. Un investimento notevole, dicirca un milione di euro, reso possibilegrazie a soci volontari e finanziatori, chehanno permesso la ristrutturazione e ilripristino dell’attività agricola,accompagnata anche da un importantelavoro di volontariato rivolto alle categoriesociali più svantaggiate. La Cooperativagestisce infatti l’azienda agricola in unottica di multifunzionalità, svolgendoattività che vanno dall’agricoltura eallevamento biologici, a quella agrituristica,sociale ed educativa, all’ospitalità. L’attivitàagricola mira soprattutto a mantenere vivala coltivazione di prodotti e l’allevamentodi bestiame in modo tradizionale, legatoalla cultura contadina locale, vendendo

direttamente in azienda. A questo scopo lacooperativa propone la “Fattoriaeducativa”, rivolta a gruppi scolastici e non,che realizza laboratori ludico–educativi perstimolare la manualità dei giovanipartecipanti e tramandare le tradizionidelle produzioni locali legate ad un mondorurale che rischia di essere dimenticato.Con la “Fattoria sociale” invece si attuanoprogetti dedicati a disabili e immigrati orifugiati politici, per creare occasioni dilavoro e percorsi di formazione. Comeracconta Lucia Margaritelli, socia volontariae referente per i progetti di agricolturasociale, la cooperativa da sei anni collabora,tramite progetti di volontariato di duratasemestrale, con il Centro di salute mentaledi Palestrina, offrendo a persone conproblemi psichici la possibilità di svolgereattività all’interno dell’azienda, in modo darecuperare competenze che possano

permetterne l’inserimento lavorativo.Attualmente sono sei le persone accolte inquesto ambito. Nel 2017 è stato avviato unaltro progetto, quello della Casa famigliaper minori stranieri non accompagnati.Oltre alla consueta attività di accoglienza, siva a fornire una formazione mirata chepossa permettere un futuro inserimentolavorativo in ambito agricolo per questiragazzi. Il tutto viene concepito e svoltodall’azienda con lo scopo di essere unluogo aperto ai bisogni della comunità, incui l’agricoltura sia la base per costruireazioni di accoglienza, formazione ededucazione. Cooperativa La Sonnina – Fattoriaeducativa sociale, via Colle Mufiano 19,Genazzano (Rm), 06.95570012 –339.5667418, [email protected],www.fattorialasonnina.org. (4. segue)

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Decine le attività realizzate nel Lazio: mense, case-famiglia,borse lavoro e restauri di opereche tramandano fede e cultura

Settimoincontro del Movimentoasiatico delle religiosecontro la tratta

il convegno

Continua il viaggio nelle tenutesociali del Lazio. Alle porte di Roma«La Sonnina» coniuga l’attivitàeconomica con il volontariato

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 6 maggio 2018

Mensa Caritas, Colle Oppio, Roma (foto F. Zizola)

Manifestazione in favore della lotta al traffico di esseri umani (Nigeria 2018)

Il casale della tenuta

Non solo fattorie

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: vaccini. Il Lazio al primo posto, le voci delle mamme e ... · tetano e la difterite, sviluppati a cavallo fra le due guerre mondiali, e quelli contro il morbillo e la pertosse. Inoltre,

Il 10 maggio la preghiera interreligiosa all’Ic «Corrado Melone» di Ladispoli

Fedi differentinella scuolaper dire pace

Un mappondo realizzato dai bambini della scuola dell’infanzia

Quella fame di conoscere orrado Melone è nato nel1931 a Ladispoli, dove gli è

stata dedicata una scuola.Conclude la quinta elementare einizia a lavorare: manovale,cameriere e tanti altri mestieri. Siavvicinò alla pittura fin daragazzo, usando colori artigianalisu maioliche e mattonelle trovatein giro; passione che, nonabbandonò mai e coltivò sempredivorando libri e chilometri peravvicinarsi ad una conoscenzapiù profondo dell’arte eattraverso questa dell’uomo.Animato da forte curiosità e famedi conoscere, cominciò a scrivere:per fermare fatti, sentimenti euomini che lo avevano colpito,che per lui erano importanti. Maistanco, mai annoiato, sempre contanta voglia di fare, dichiacchierare, conoscere,organizzare, di non perderetempo. I guai piccoli e grandidella sua vita li superò congrande ottimismo ed estremafede in Dio e negli uomini.

Paola Melone

C

la storia

Banchi interculturali ell’anno scolastico corrente, i1225 alunni dell’Ic Corrado Me-

lone di Ladispoli sono per l’80% ita-liani, il restante 20% è composto da31 nazionalità differenti: 72 sono na-ti all’estero e i rimanenti 171 sononati nel nostro Paese.La componente più ampia è rappre-sentata dai 142 alunni della Roma-nia, seguono diciotto ragazzi dellaPolonia e dieci dell’Albania. Sette stu-denti invece per India e Moldavia;sei sono del Senegal. Quattro stu-denti hanno origine in Brasile, Egit-to, Libia e Perù. Contano tre studen-ti Bulgaria, Cina, Colombia, Filippi-ne, Mongolia e Ucraina. Rappresen-tati da due studenti Algeria, Ecuador,El Salvador, Macedonia e Usa. Un so-lo studente per Argentina, Congo, Co-sta d’Avorio, Guatemala, Guyana, Let-tonia, Nuova Zelanda, Turchia e U-ganda (i dati sono stati forniti dall’I-stituto comprensivo Corrado Melo-ne). (Sim.Cia)

N

DI SIMONE CIAMPANELLA

iovedì prossimo l’istitutocomprensivo Corrado Meloneorganizzata una preghiera

interreligiosa in collaborazione conl’ufficio Migrantes di Porto–Santa Rufina.Non è un caso che sia una scuola diLadispoli a lanciare questa iniziativa. Lacittà del litorale laziale ha una delle piùalte presenze di immigrati residenti, circa il20% della popolazione, molti dei quali diseconda o addirittura terza generazione.Il fenomeno migratorio ha interessatoLadispoli dalla prima metà del secoloscorso, trasformandola in uno dei primilaboratori di integrazione. In questa

Gcittadina multietnica la scuola gioca ilruolo principale, perché è nelle aule che ledonne e gli uomini del futuro hanno lapossibilità di formare la qualità dellerelazioni che segneranno poi la società didomani. E la Corrado Melone offre daanni iniziative finalizzate a trasmettere ilsenso di appartenenza e di accoglienza.Corsi di lingua perché i figli dei migranti

non perdano la loro tradizione. Incontri sutemi che aiutino gli studenti a valorizzarele proprie differenze imparando la culturadell’equità. Momenti di dialogo conpersonalità, tra cui anche il vescovo Reali,per condividere con i ragazzi le diverseletture della realtà.Ora con la proposta di questa preghiera sispinge ancora più avanti. «Il 10 maggio –spiega il dirigente scolastico RiccardoAgresti – tanti esponenti religiosi di fedediversa, insegneranno ai nostri ragazzi, conil proprio esempio, che si può, anzi si devepregare insieme per chiedere aiuto a Dio, afar comprendere a tutti questo sempliceconcetto: se amiamo i nostri figli,dobbiamo volere per loro una societàmigliore composta da persone che sannodi essere fratelli e che non avranno alcunmotivo per farsi la guerra».Alla preghiera sono stati invitati i parrocidella comunità cattoliche, i sacerdoti dirito greco–bizantino e quelli ortodossi, irappresentanti dell’Islam, presente in cittàcon due luoghi di culto (in uno siradunano i fedeli dell’Africa settentrionalenell’altro i senegalesi, che appartengonoalla confraternita islamica Muridiyya).Chiamati a pregare insieme anche irappresentanti dell’ebraismo, delbuddhismo e dei sikhismo.

Come gestire la sofferenzaDI MARIA ANTONIA CHINELLO

os’è l’intelligenza emo-tiva? Perché può genera-re benessere e cambia-

mento? Perché può favorire l’a-scolto e l’aiuto delle personeportatrici di disagio e difficoltà?A queste domande ha rispostoil convegno “Sofferenza delbambino, ascolto empatico eintelligenza emotiva”, orga-nizzato dalla facoltà Auxiliumassieme al centro studi “Hän-sel e Gretel onlus” di Torinocon l’adesione dell’associazio-ne “Rompere il silenzio. La vo-ce dei bambini”.Dopo il saluto della preside DelCore, nella mattina hanno svi-luppato il tema Claudio Foti eNadia Bolognini, direttore epsicoterapeuta della onlus diTorino, poi è intervenuto An-drea Coffari, presidente «Mo-vimento per l’infanzia» di Fi-

renze.Nella società contemporaneala cultura dello sballo mira adevacuare il pensiero e l’esalta-zione strumentale delle emo-zioni, cerca di attirare l’atten-zione dello spettatore e delconsumatore. L’ascolto empa-tico delle emozioni è invece lapremessa del prendersi cura. Ilrispetto delle emozioni è il fon-damento dell’intervento di aiu-to alle persone, in primis allepersone più fragili e bisognosecome i bambini. L’impegno apensare e a dire le emozioniconsente di impedire i com-portamenti impulsivi. L’intel-ligenza emotiva nel lavoro e-ducativo e sociale, nell’impe-gno scolastico, nell’ascolto deisoggetti traumatizzati è unaprospettiva e, nello stesso tem-po una metodologia, per favo-rire la comunicazione tra adultie bambini, tra bambini e bam-

bini, fra adulti e adulti. Per fare in modo che la soffe-renza del bambino sia occa-sione di crescita bisogna che lamente abbracci il cuore e che igenitori, gli educatori, i pro-fessionisti dell’infanzia svilup-pino non solo competenze tec-niche e culturali, ma anche esoprattutto competenze emo-tive e relazionali.Nel pomeriggio si sono invecealternati alcune insegnanti eformatrici del centro studi diTorino: Silvia Carnisio e PaolaCrosetto, che hanno ap-profondito l’intelligenza emo-tiva nel contesto scolastico e trai portatori di Handicap. Di a-scolto si è invece occupata lapedagogista Francesca Imbim-bo, dell’associazione Rompereil silenzio. Hanno concluso lagiornata l’avvocato GianlucaBaldasseroni e lo psicotera-peuta Alessandro Costantini.

C

8xmille

«L’ora undecima»per fare impresasu Tv2000DI LAURA BIANCHI

periamo che una proposta cosìpossa diffondersi in altrediocesi», lo ha detto Lucia

Ascione, conduttrice del programma“Bel tempo si spera” in onda su Tv2000,commentando la trasmissione delservizio su “L’Ora Undecima”. Questoprogetto, realizzato dalla Caritasdiocesana Porto–Santa Rufina incollaborazione con Caritas Italiana, èstato scelto assieme ad altri perraccontare il modo in cui la Chiesaitaliana destina i fondi dell’8xmille. L’”Ora Undecima” nasce dalla risposta aun’osservazione. Da qualche annoinfatti gli operatori dei centri d’ascoltorilevano l’aumento di persone sane,desiderose di fare ma in crisi perchéhanno perso il lavoro e non riescono atrovarne un altro. Così l’equipédiocesana ha formulato una strategia diintervento focalizzata sul supporto allacreazione d’impresa con servizi diorientamento al lavoro. Da ottobre2015, anno di inizio attività sono stateavviate 14 imprese. Mentre il corso peraspiranti imprenditori “Dall’idea…all’impresa”, nella sua seconda edizione

è attualmente in fasedi svolgimento conla partecipazione di20 allievi di diverseetà e nazionalità che,grazie ai servizi diassistenzaindividuali, possonoutilizzare le nozioniteoriche acquisite inaula per lo sviluppodella propria ideaimprenditoriale.

Sono oltre 50 gli utenti che da gennaioad oggi hanno richiesto uno o piùservizi di orientamento al lavoro:informazioni, assistenza alla redazionedel curriculum vitae, servizi diautoconsultazione, percorsi diorientamento individuali e di gruppo.Il video realizzato con le esperienze diMarie Leontine Koumeda, LindaMorlacca e Maria Giordano èdisponibile sul canale YouTube“8xmille” o sulla pagina Facebook“Chiedilo a loro”.

i dati

Cerveteri.Affrontare la piaga del bullismoattraverso una vera alleanza educativa

DI MARINO LIDI

il primo di una serie di incontridedicati al bullismo e alla suaversione online quello

organizzato lo scorso 27 aprile aCerveteri. L’aula consiliare delGranarone ha accolto gli studentidelle scuole medie del comune per undialogo con alcuni esperti del settore.«Una piaga sociale da contrastare. Ilmonito deve partire da noiIstituzioni», ha dichiarato PamelaBaiocchi, delegata alle politichescolastiche del comune; presenteall’iniziativa anche il sindaco AlessioPascucci. Il convegno, ha spiegatoElisabetta Di Stefano, sociologadell’Università pontificia salesiana(Ups), «vuole stimolare un desideriodi alleanza dell’intera “comunitàeducante” che ruota intorno airagazzi» per coinvolgere diverseistituzioni su obiettivi e metodologierelative al problema cercando disviluppare progetti rivolti alle scuole.

Oggi è sempre più diffuso ilfenomeno, causa di gravi disturbi, hadetto Giulio De Micco, psicologodello sviluppo e dell’educazionedell’Ups, «la prevenzione e il contrastorisultano pertanto essenziali per laprotezione delle vittime, da un lato eper l’educazione alla socialitàdall’altro».L’evento, ha aggiunto MaurizioCostantini di Aied, rappresenta«un’interessante e stimolanteoccasione di confronto e di ascoltodelle problematiche che oggi gliadolescenti vivono, un’occasionepreziosa che potrà attivare riflessioni eproposte per migliorare la qualitàdella vita scolastica e sociale ingenere».Al termine dell’iniziativa, gli autori dellibro Bulli e Cyberbulli ora basta!,Maurizio Costantini e AntonellaGianandrea, hanno donato alcunecopie del testo alla bibliotecacomunale di Cerveteri per essereconsultate da tutta la comunità.

È

Durante le riprese

Il dirigente scolastico Agresti:«Se amiamo i nostri figli,dobbiamo volere per loro una società migliore,composta da persone che sianofratelli e che non avrannomotivo per farsi la guerra»

Essere volontariniziato lo scorso 3aprile “Cosa posso fare

per te?”, il corso pervolontari sulla diversaabilità organizzato daUnitalsi e pastorale dellasalute di Porto-SantaRufina. La proposta diformazione alvolontariato ha sede aFiumicino al centropastorale presso laparrocchia di Santa PaolaFrassinetti. In questoprimo appuntamento,don Giovanni Soccorsi,assistente dell’Unitalsi,ha parlato delladimensione spiritualenella relazione con ildisabile. Si continua il 10maggio con la psicologaPaola Contardi sullarelazione con il disabile.

Iil corso

Pellegrini a Lancianoverso la Comunione

abato 28 aprile laparrocchia dei Santi

Marco Evangelista e Pio Xcon il suo parroco donCristoforo Dudala, haorganizzato unpellegrinaggio alsantuario di Lancianocon i ragazzi del secondoanno di Comunione.Messa, preghiera eraccoglimento, davantialla teca con la reliquiadel miracolo eucaristico,hanno dato la possibilitàai ragazzi di PantanMonastero di prepararsispiritualmente alsacramenteo che stannoper ricevere.

S

Santi Marco e Pio XTscherrig a Ladispolialla scuola Tisserant

o scorso 27 aprile, la Scuola di teologia «Cardi-nale Eugenio Tisserant» di Ladispoli ha ricevu-

to la visita del vescovo Gino Reali e del nunzio a-postolico in Italia, il vescovo Emil Tscherrig.Monsignor Reali ha spiegato di aver invitato il nun-zio per fargli conoscere da vicino il territorio e leparrocchie della diocesi: persone, situazioni e luo-ghi che hanno tante potenzialità ma anche non po-chi problemi. Tscherrig, accompagnato dal segretario, monsignorGiorgio Chezza, ha rivolto agli studenti parole diincoraggiamento nel percorso di approfondimen-to della fede. «Bisogna fare un cammino – ha det-to il presule –, insieme allo studio, per fare la co-sa più importante della nostra vita: conoscere Ge-sù» perché come papa Francesco ha detto «esserecatechisti e studiare teologia è fare memoria di ciòche è passato ma è nello stesso tempo presente,perché Cristo è risorto». Ha concluso augurando aicorsisti «di essere cristiani migliori, discepoli mis-sionari ».

Liliana Petrucci

L

8 MAGGIOFesta di San Michele arcangelo,protettore della città di CerveteriRiunione mensile dei vicari foranei edei responsabili degli uffici pastoralidi curia (curia vescovile, 9.30 – 12).

13 MAGGIO52ª Giornata per le comunicazionisociali

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PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 6 maggio 2018

L’agenda

Il primo incontro con don Giovanni Soccorsi

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