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IN QUESTO NUMERO

L'Eucaristia centro dinamico della ParrocchiaUn'opera sempre attualeIl Capitolo Generale Speciale delle Figlie di Maria AusiliatriceIl Cardinale Giuseppe Beran Cooperatore SalesianoUn Centro di Consulenza morale e religiosaIl Salesiano laico chi è ?L'Orchestra Don Bosco ambasciatrice di amiciziaIl « Giardino del Piccolo Giglio »La missione tra i Kivari nel contesto sociologicodi un mondo in sviluppo

IN COPERTINA

Tokyo (Giappone) . S . A . Imperiale laPrincipessa Itachi no Miya Hanako, sposadel secondogenito dell'Imperatore, visital'opera sociale «Santi Angeli Custodi»delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che èla prima delle sette opere delle Suore diDon Bosco nella grande metropoli giap-ponese . Nello sfondo la Direttrice dellacasa, Suor Monica Hirate.

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VACANZE ATTIVE« Di questo mi raccomando - diceva Don Bosco ai suoiragazzi - che le vostre vacanze siano di riposo, manello stesso tempo siano occupate, sicché ricreandosiil corpo, non abbia a perdere lo spirito » .Sul foglietto « Ricordi per le vacanze», che distribuiva ogniestate ai suoi, aveva scritto : « L'ozio è il più grande ne-mico, che devi costantemente combattere » .Vien da pensare alla supina passività dei bagni di sole, a certiritrovi che trasudano noia e torpore, all'inazione delle spiagge :l'ombrellone, il transistor, il bagno, le creme per la tintarella,il moscone, il juke-box e l'equivoco approccio .« lo desidero che in qualunque tempo si faccia semprequalcosa - diceva ancora Don Bosco - perché in va-

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canza o lavorate voi, e il demonio se ne sta inoperoso ;oppure voi vivete disoccupati, e il demonio lavora luiintorno a voi » .Ci sono luoghi di soggiorno che hanno il parroco o il giovaneviceparroco dinamicissimo, che s'intrufola tra i ragazzi, fa ami-cizia, organizza giochi e gite, trasforma la villeggiatura in ungaio oratorio quotidiano . Di fronte a questi sacerdoti è bene«compromettere » i figli : li si presenta non come mascalzoncellibisognosi di sorveglianza speciale, ma come bravi ragazzi chepossono rendersi utili in tante cose . I figli, pizzicati nell'or-goglio, manterranno la parola e si impegneranno al meglio .Ne nascerà un fragrante odore di oratorio . E più ancora, suqueste vacanze, ben organizzate, vissute lontano da un oziosnervante, nell'esercizio di attività diverse dal lavoro solito,distensive, interessanti, piacevoli, splenderà sempre il beltempo, il sole della grazia di Dio.

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L'EUCARISTIACENTRO

DINAMICODELLAPARROCCHIA

Q uest'anno la Chiesa in Italia medita sul Mistero Eucaristico come centro dinamico dellacomunità cristiana, e quindi anche della parrocchia, che il Concilio Vaticano II defi-

nisce un'assemblea di fedeli organizzata localmente sotto la guida di un Pastore che fa leveci del Vescovo .

Qualcuno parla del tramonto della parrocchia, ma non sono di questo parere il Papa edesperti Pastori di anime, che ne riaffermano tutta la viva attualità, purché conservi o ricu-peri i valori essenziali del cristianesimo che derivano dall'Eucaristia, ossia purché diventi unavera, autentica comunità ecclesiale .

Una comunità ecclesiale è sempre una realtà umana, ma è pure una realtà divina, un fattosoprannaturale, perché è il segno esterno della presenza misteriosa di Dio in mezzo a noi . Perquesto al centro della vita della parrocchia ci deve essere l'Eucaristia . Con essa i battezzati,incorporati a Cristo, partecipi dello stesso Corpo del Signore, entrano in unità fra di loro ; lospirito di Gesù li inserisce nella sua vita sino a fare di essi il suo Corpo mistico, nella iden-tica comunità di fede, di culto e di carità, che è la Chiesa .

Nella Chiesa non c'è frammentarismo : i cristiani non sono tessere di un mosaico, ma cel-lule vive di un organismo vivo . Al centro di questo organismo vivo, che è la Chiesa, c'è l'Eu-caristia, mistero e certezza della presenza sostanziale e operante di Cristo con la sua Divinitàe con la sua Umanità. Il Concilio parla appunto del mistero della Chiesa come irradiazione delmistero di Cristo, di cui essa è il Corpo mistico in perenne crescita . Tra l'Eucaristia e ilCorpo mistico di Cristo c'è un rapporto e un legame così profondo che sant'Agostino nel suolinguaggio teologico scambia il Corpo mistico e il Corpo reale : questo è il fermento e ilnutrimento di quello e ne costituisce l'unità .

È in questo senso che l'Eucaristia ha un carattere essenzialmente sociale, perchè è natacome una « comunione », cioè come unione vitale dei fedeli con Cristo e conseguentemente deifedeli tra loro. Lo dice chiaro San Paolo : « Poichè non vi è che un pàne solo, noi pur essendo -molti, formiamo un solo corpo : tutti infatti partecipiamo del medesimo pane » (I Cor., io, 17) .Sant'Agostino, quattro secoli dopo, alle comunità che invadevano i vasti templi dell'Africacristiana per le grandi liturgie festive, indicava l'Eucaristia come « vincolo di unità » .

Tutto questo il Concilio, nella Costituzione Liturgica, compendia così : « Per questo motivola vita liturgica della parrocchia . . . deve essere coltivata nell'animo e nell'azione dei fedeli edel clero ; e bisogna fare in modo che il senso della comunità parrocchiale fiorisca soprattuttonella celebrazione comunitaria della Messa domenicale » (n. 42) .

Fenomeni d'interesse vitale

L'Eucaristia è' dunque il fondamento indispensabile per creare una comunità parrocchiale .Lo si è notato da tutti i parroci : la riforma liturgica non solo ha dato vita alle nostre Messe,ma immediatamente ha creato un clima nelle nostre comunità ; ha riscoperto il fervore e lagioia della preghiera comunitaria .

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Ci sono state e ci sono ancora delleresistenze. Non è facile far capireai fedeli che isolandosi nella recitadi preghiere o nella devota lettura diqualche buon libro durante la Messa,ci si priva della diretta azione diDio che viene dalla sua Parola eci si estrania dall'azione sacrificale esalvifica di Cristo, che è la cosa mas-simamente importante e necessaria .

C'è un errore di fondo: molti fe-deli hanno radicata in sè l'idea cheil raccoglimento sia uno sforzo diisolamento, che la preghiera sia unalotta contro la distrazione e la dissi-pazione ; perciò con difficoltà accet-tano l'idea di raccoglimento e dipreghiera intesi come comunione dicuori uniti per un'unica azione diculto a Dio . Non a caso la Costitu-zione sulla sacra Liturgia insiste :« Offrendo l'Ostia immacolata, nonsoltanto per le mani del sacerdote,ma insieme con lui, (i fedeli) im-parino a offrire se stessi, e di giornoin giorno, per mezzo di Cristo Me-diatore, siano perfezionati nell'unitàcon Dio e tra di loro, di modo cheDio sia finalmente tutto in tutti»(n. 48) .

Questo accresciuto spirito comu-nitario nella partecipazione alla santaMessa ha creato in ogni parrocchiafenomeni d'interesse vitale, primofra tutti, un aumento di Comu-nioni. Si è compresa l'importanzadell'esortazione del Concilio : « Sinutrano alla mensa del Corpo delSignore» (n. 48) e quest'altra chesi legge più oltre nella CostituzioneLiturgica: « Si raccomanda moltoquella più perfetta partecipazione allaMessa, nella quale i fedeli, dopo lacomunione del Sacerdote, ricevonoil Corpo del Signore dal medesimoSacrificio» (n . 55) .

Soprattutto nelle comunità par-rocchiali dove si è provveduto adare ai giovani una esauriente ca-techesi sulla Eucaristia come «segnodi unità e vincolo di carità», si èottenuto che ogni domenica la fre=quenza alla Comunione sia in con-tinuo aumento, creando nei giovanie nelle ragazze della parrocchia quelclima di unione, di purezza e di apo-stolato che forma la consolazione deiparroci che hanno avuto fede nellapotenza divina della celebrazione co-munitaria della Messa domenicale,sentita e vissuta dalla porzione piùeletta della parrocchia : la gioventù .

Anche la graduale riduzione deldigiuno eucaristico fino alla prescri-zione attuale di un'ora, ha notevol-mente aumentato, facilitandola, lafrequenza alla Comunione . Oggi unfolto gruppo di fedeli di tutte le

2 età e categorie ha intrapreso una

vita eucaristica di comunione fre-quente, spesso domenicale ; ha ca-pito che la mensa del Signore èconnessa intimamente con il sacri-ficio, perchè è banchetto sacrificale.

Qualcosa chein altre parrocchie non c'è

Per alcuni c'è ancora la, barrieradella Confessione, che non sanno se-parare dalla Comunione o che cre-dono indispensabile, anche quandosono in grazia di Dio . Una sapienteopera di illuminazione catechistica,sempre più diffusa tra i fedeli delleparrocchie, va educandoli a vivereabitualmente in grazia, a separare laConfessione dalla Comunione e acompiere la propria purificazione nelsacramento della Penitenza durantela settimana, quando la si può farefuori della celebrazione eucaristica econ maggiore comodità. Del restoè ovvio che, se la presenza di sacer-doti lo consente, non manchi inogni parrocchia la comodità di con-fessarsi anche durante la Messa pertutti quelli che non possono farloin altri tempi, come tante giovanimamme e tanti lavoratori .La Messa vespertina, celebrata

anche nei giorni feriali, ha messomolti parroci di fronte a costatazioniconsolanti . Si sono viste e si vedonoassemblee più raccolte e devote : men-tre a certe celebrazioni mattutinec'è una presenza formata in preva-lenza da persone frettolose e preoccu-pate di correre al lavoro, gli orarivespertini raccolgono assemblee difedeli con lo scopo precipuo di par-tecipare alla Messa senza fretta esenza altre urgenze distraenti . Cosìla Messa vespertina nei giorni fe-riali sta ringiovanendo e maturandospiritualmente le assemblee di molteparrocchie perché raccoglie i ragazzi,i giovani, le signorine, gli operai,gli impiegati, che chiudono la lorogiornata di studio e di lavoro inun incontro vivo con Gesù vivo .E questo per una parrocchia è me-raviglioso : dice infatti che non tuttoil meglio è vecchio e che esistonoenergie sempre nuove, in grado diessere fermento vivo nella massadella comunità parrocchiale .

Si va in certe parrocchie e si senteche c'è qualcosa che in altre parroc-chie non c'è . È un clima : lo si notaentrando in chiesa, assistendo a qual-siasi azione liturgica, alla santa Messain modo particolare . L'assemblea deifedeli fa comunità, vive all'unisonociò che si sta realizzando ; non sivede più l'isolazionismo di chi leggeun messalino, di chi recita il santoRosario, di chi fa la Via Crucis o

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La Comunione, ricevuta processionalmentein piedi, è simbolo di un popolo che camminaunito verso la salvezza, cibandosi del Panedi vita (foto scattata alla inaugurazionedel nuovo Tempio di San Giovanni Bosco a Bologna)

di chi accende la candelina a san-t'Antonio . Si vede un popolo cheprega insieme, che entra nel climadi supplica, di riparazione, di rin-graziamento, di adorazione e di lodein sintonia col presidente dell'as-semblea, e che apre le proprie in-tenzioni a tutte le dimensioni dellacarità cristiana, rompendo così ilcerchio delle proprie piccole cose edel proprio isolotto religioso.

Cade l'individualismospirituale

Anche in questa comunità par-rocchiale c'è stato certamente chiha resistito alla celebrazione comu-nitaria della Messa, indugiando informe devozionali e personali. Mamaturando lo spirito comunitario elo spirito liturgico e soprattutto lacomprensione del valore della flessa,queste resistenze sono diventate sto-nature e si sono riassorbite nel climadella comunità .

C'è stato chi, da principio, ha re-sistito alla comunione ricevuta pro-cessionalmente in piedi, con riferi-menti ironici a un periodo in cui sifaceva la coda per ricevere gli ali-menti della tessera annonaria; mapoi ha capito che non si tratta di unagglomerato di individui, ma di unpopolo che è cosciente di non avereuna dimora stabile e che camminaunito verso la salvezza, cibandosidel Pane di vita : è una processioneeucaristica che toglie il senso indi-vidualistico alla Comunione, è unamarcia che non spersonalizza, mache solidarizza con i fratelli per ap-poggiarsi e aiutarsi vicendevolmentea salvarsi .

In questo clima di apertura comu-nitaria ed ecclesiale sta scomparendouna certa religiosità tradizionale, fattadi particolarismi e di compromessi .Molti cattolici vivevano un cristiane-simo assurdo e controproducente,fatto di pratica religiosa limitata aun semplice rapporto personale conDio, ignorando la Chiesa come so-cietà e popolo di Dio. La Comu-nione stessa, era intesa come unraro e imposto incontro con Dio,oppure come un atto devozionale piùo meno frequente, ma comunquesganciato dal contesto sacrificale eperciò salvifico della Messa.

A molti dei nostri fedeli mancavala giusta nozione di mensa eucari-stica con la sua concreta dimensioneecclesiale e comunitaria . Provviden-ziale quindi l'insegnamento del Con-cilio, contenuto nella Costituzionesulla Chiesa. Ecco tre citazioni delmassimo interesse e che si integranoa vicenda:

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« Col sacramento del Pane eucari-stico viene rappresentata ed effettuatal'unità dei fedeli che costituiscono unsolo corpo in Cristo . Tutti gli uominisono chiamati a questa unione conCristo che è la luce del mondo ; dalui veniamo, per lui viviamo, a luisiamo diretti* (n . 3) .« Cibandosi del Corpo di Cristo

nella santa Comunione, mostrano con-cretamente l'unità del Popolo di Dio,che da questo augustissimo Sacra-mento è adeguatamente espressa emirabilmente effettuata» (n . i i ) .

In esse (chiese locali) con la pre-dicazione del Vangelo di Cristo ven-gono radunati i fedeli e si celebra ilmistero della Cena del Signore af-finché per mezzo della carne e delsangue del Signore siano stretta-mente uniti tutti i fratelli della co-munità » (n . 26) .

La Prima Comunione,un'occasione per fare festa?

Il discorso sull'Eucaristia, centrodinamico della Parrocchia, non sa-rebbe completo senza un cenno allePrime Comunioni .

Dal punto di vista comunitariola Prima Comunione ha un suo peso .Si crea ogni anno una cerchia diconoscenze di bambini che fraterniz-zano, di mamme che si vengono aconoscere tra di loro e che non vi-vranno più da estranee l'una all'altra,di parenti che assumono con il par-roco e con la famiglia parrocchialeun atteggiamento di interesse e diamicizia .

Tutto questo però è esterno, al-meno in gran parte, alla Prima Co-munione. Lo stesso clima verrebbea crearsi per qualsiasi altro centrodi interesse che comportasse, comela scuola, una serie prolungata diincontri. La prima Comunione diper sé, con le nostre popolazionimondanizzate e cristiane all'acquadi rose, non incide gran che sullacomunità parrocchiale.

A parte il fenomeno non raro che,fatta la Prima Comunione, parecchiscompaiono dalla circolazione, il pe-riodo della Prima Comunione mettein evidenza più facilmente formedi egoismo che non forme di amorecomunitario. La mamma tende apensare la sua creatura come unarealtà a sè stante : e ciò è naturalee giusto ; ma ciò che non è più nénaturale né giusto è che qualchemamma cerchi in modi vari e cer-tamente poco ecclesiali ed educatividi mettere in evidenza la sua bam-bina o il suo bambino . L'orgogliomaterno si scatena alla caccia deiprimi posti ; si cerca di sfoggiare ilvestito ; si sceglie un giorno diversoda quello della comunità per evi-denziare la cerimonia; si preferiscequalche lussuosa cappella alla chiesaparrocchiale per non confondersi colvolgo, ecc. La Prima Comunione di-venta per molti un'occasione, unadelle tante, per fare festa, e senzasfigurare .

Sono indici che le nostre popola-zioni cristiane finora non hanno sen-tito molto di essere comunità e fa-miglia, e tanto meno si sono dimo-

« È UN PRODIGIO SOCIALE»

Nelle città moderne, all'efficienza dei servizi non corrisponde l'affiatamentodelle persone . Quartieri ordinati, ma impersonali, isolano gli uomini in luogodi unirli. Invece la parrocchia rende comunità la società che vi fa capo. Pre-senti su un piano di libertà, tutti uguali davanti al Signore, piccoli e grandivi diventano cittadini allo stesso grado e livello, membri di una comunità diamici, solidali nella preghiera . È un prodigio sociale, di una bellezza e di unvalore umano grandissimi . La parrocchia è come una casa dove qualcunosi occupa di tutti, perchè l'amore si espanda in una fraternità semplice, na-turale, bella e attiva. Alla fioritura numerica corrisponde l'unità: 9-10 milaanime unite nella gioia e nel do/ore, nella partecipazione reciproca alle vi-cende di tutti, mentre i giovani, bene prezioso ed essenziale che garantiscealla comunità i/ suo sviluppo e rinnovamento, crescono e apprendono .Questo sarebbe vero socialismo, se la parola potesse essere « battezzata»ed usata in senso etimologico e puramente sociologico : qui si fa veramenteuna società nel nome del Signore .

PAOLO VI, il 16 marzo 1969

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strate mature per capire che l'Eu-caristia è «segno di unità e vincolodi carità » .

Il più bell'incontro d'amore

C'è un libro pubblicato due annifa in Francia col titolo L'Eucaristiacome il più bell'incontro d'amore. Ildinamismo del Mistero Eucaristicodeve animare le comunità parroc-chiali nella visione superiore delCorpo mistico, portandole a esplici-tare la loro fede nelle opere fecondedella carità. La celebrazione euca-ristica non è il momento solenne diun rito distaccato dalla vita, ma ilfermento divino che apre la comu-nità alla comunione e al serviziodei fratelli . « Colui che dice di amareDio che non vede e non ama il pro-prio fratello che vede, è un bugiardo »(I Giov., 4, 20) . « Sappiamo infattidi essere passati dalla morte alla vita,perchè amiamo i nostri fratelli », diceancora san Giovanni . Nessuno puòsottrarsi a questa comunione . I primicristiani iniziavano i loro incontricon un pasto fraterno: lo dividevanoe poi si comunicavano . Qui è ilpunto drammatico: dare concretezzaalla fede eucaristica trasformando lapropria devozione in un incontro conDio nei fratelli. Questo vuol direrendere la parrocchia disponibile aservire i poveri, i giovani, gli am-malati, ad aprirsi con spirito missio-nario ai non credenti, al mondo .Le intuizioni di Don Bosco sui

Cooperatori salesiani, naturali col-laboratori della parrocchia, sensibili atutti i problemi della carità e del-l'educazione dei giovani, esperti so-stenitori dei mezzi di comunicazionesociale, responsabili dell'animazionecristiana della società, s'inquadranoin questa esaltante visione della co-munità parrocchiale aggiornata dalConcilio Vaticano II .

Nella situazione attuale le nostreparrocchie difficilmente potrannocambiare il corso della vita modernaverso la secolarizzazione, ma pos-sono diventare, attorno alla mensadella Parola e del Corpo del Signore,un "segno" suggestivo della pre-senza di Dio nella dispersione delmondo d'oggi. E i loro membri en-trano nella categoria dei cristiani dicui parla Antonio Rosmini : « Tuttii discepoli di Cristo sono dei sa-pienti, che fanno di continuo quelloche ha fatto Cristo, e che Cristofa continuamente in essi, cioè pro-seguono l'opera della Chiesa, e inessa dell'unificazione del genere u-mano, e, secondo l'espressione disan Giovanni, sono "Cooperatoridella Verità" ».

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UN ' OPERA SEMPRE ATTUALE« L'Oratorio, lungi dall'invecchiare

col mutare dei tempi, si dimostra attualissimo e provvidenziale

non meno che ieri, tanto che lo vorremmo esteso e riprodotto in ogni parrocchia,dove l'assistenza e la formazione della gioventù formano uno dei compiti principali

dell'azione pastorale . . . Non finiremmo più di fare l'elogio dell'Oratorio, quale il nostro Clero ha saputo

oggi riformare e rinnovare ; ma tutti sanno quale stima, quale fiducia Noi abbiamo di questa

opera che offre al tempo nostro non solo la memoria di San Carlo, di San Filippo,

di San Giovanni Bosco e di tanti altri Santi educatori della Gioventù, ma la

loro saggezza, il loro esempio e certamente la loro protezione»

Pensavamo a queste parole di Paolo VI (25 settembre 1968) leggendoquanto Leonardo Valente, direttore di Avvenire, scriveva il 6 maggiou. p . in riferimento a notissimi fatti di cronaca che hanno commossol'opinione pubblica per lunghe settimane :

«Non vogliamo, certo, fare quii profeti di sciagure, o i lodatoriufficiali dei tempi passati e tutta-via dobbiamo dire che questi fattici sembrano l'esito naturale diuna situazione che va sempre piùprecipitando, il frutto di una lungae insensata opera di dissacrazioneche ha investito tutta la societàitaliana . Siamo un popolo civile- si è detto - basta con la cen-sura, basta con il complesso diinferiorità per i tabù del sesso,la Svezia è vicina, la Francia in-segni . Tutti d'accordo come sem-pre accade in casi come questo . . .L'Italia doveva fare questo granpasso avanti. Lo ha fatto . Le edi-cole di qualsiasi paese italianofarebbero arrossire quelle di Pi-galle, il cinema, consumato rapi-damente il fascino dell'adulterio,propone oggi ben altro, fino a colle-zionare le voci di una enciclo-pedia a fumetti di psicopatologia .Ai cattolici, ai poveri preti con levesti impolverate sui campi dipallone, con il volto sudato perla fatica di tenere assieme i ra-gazzi nella tradizionale gita alsantuario, ai chierichetti dell'ora-torio, questa società tanto pro-gredita ha riservato il divertito

sorriso della satira . La societàcivile, si è detto, può assumere inproprio il problema dell'educa-zione dei giovani 'e della loroformazione . Per anni abbiamoscritto sul pericolo dei ragazzi solinelle strade, sul dramma dellemadri che lavorano, sul vuotoche la scuola lascia dietro di sènelle lunghissime ore del pome-riggio. Ma la società contempora-nea non ha tempo per questecose, impegnata com'è ad inventarenuovi idoli da consumare il piúrapidamente ed il piú razional-mente possibile . . .E allora? Allora non resta a noicattolici che supplire a carenzetanto evidenti della società laicae riprendere il discorso dellapastorale dei giovani, riscoprire ilsenso nuovo ed attuale di tradi-zioni antiche gloriose come quelledei salesiani o come quelle di tuttii poveri preti di periferia che con igiovani hanno consumato e con-sumano la loro giovinezza e lot-tare perchè i nostri figli risco-prano quei valori che riconfer-mano la propria validità nel mo-mento stesso in cui ci accorgiamoche sono, oggi ancora, indispen-sabili alla vita dell'uomo » .

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SI E CONCLUSOIL CAPITOLO GENERALE SPECIALE

DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

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D opo un intenso lavoro duratoquattro mesi, alla fine dello scorso

maggio si è concluso a Roma il Ca-pitolo Generale Speciale delle Figliedi Maria Ausiliatrice .

Eccone un sintetico consuntivo, chepuò dare un'idea dell'iter percorso.

Dopo la revisione del Regolamentodel Capitolo e l'esame del rendicontoamministrativo dell'ultimo quadrien-nio, le Capitolari passarono allo stu-dio degli schemi relativi ai temi asse-gnati in antecedenza alle singole com-missioni.

Le discussioni, intense, serene esempre ricche di frutti, hanno datoorigine a ulteriori revisioni, emenda-menti e definitive deliberazioni .

Gli schemi, studiati in stretta rela-zione con i corrispondenti articoli delleCostituzioni, delle quali fu elaboratavia via la nuova stesura, furono :la vita di pietà delle suore e delleragazze ;la vita consacrata, con l'impegnodella professione dei voti, appro-fonditi nel loro aspetto teologico, eriscoperti, attraverso lo studio delle"fonti", nel loro volto tipicamentesalesiano ;la vita comunitaria, vissuta nellospirito di famiglia voluto da DonBosco, e considerata nelle partico-lari dimensioni espresse dai binomi :autorità-corresponsabilità ; dipenden-za-libertà ; autonomia-collaborazione,ecc .la vita educativa• ispirata à sicuri princìpi e sullalinea di un equilibrato adattamentoa tempi, luoghi, ambienti ;•

illuminata e vivificata dalla cate-chesi ;• vista nelle sue nuove forme e conparticolare sensibilizzazione sull'usodegli Strumenti di comunicazione so-ciale e l'educazione al tempo libero ;•

studiata nei suoi piú urgenti pro-blemi di oggi ;la formazione del personale, nel-l'impegno di un ridimensionamentosempre piú rispondente alle esi-genze del mondo contemporaneo ein conformità alla nuova istruzione"Renovationis causam" ;il governo centrale, ispettoriale,locale, anche in vista di un adatta-mento di strutture per assicurareuna sempre maggiore solidità edefficienza all'Istituto ;l'amministrazione ai vari livelli e iproblemi relativi ;le missioni, viste nelle prospettivedell' "Ad Gentes", con l'intento didare all'azione missionaria-evangeliz-

zatrice, insieme a quella catechistica,il primato tra le opere dell'Istituto ;l'unione Exallieve e quella deiCooperatori, riscoperte nella lucedella più autentica tradizione sale-siana e studiate secondo le lineeprogrammatiche dell' "ApostolicamActuositatem" ;le Associazioni giovanili di MariaAusiliatrice e i Gruppi spontanei,visti nell'ambito del "tempo libero"e in relazione alla creazione deiCentri Giovanili ;i collegi, i convitti, i pensionati,con particolare riferimento agli isti-tuti educativo-assistenziali, di cui sistudia la formula più adatta perandare incontro alle istanze dei variPaesi, specialmente di quelli in viadi sviluppo ;la pastorale delle vocazioni, con imolti, urgenti problemi che essapresenta per l'oggi e il domanidell'Istituto .

Maria SS. Ausiliatrice, a cui leCapitolari hanno filialmente consa-crato la non lieve fatica del loro lavoro,sempre presente con Don Bosco eMadre Mazzarello a tenerne destala responsabilità, ne ha raccolto leconclusioni nella sua festa annualedel 24 maggio ; conclusioni che nonvogliono essere una tappa di arrivo,ma un punto di partenza, affinchèl'Istituto, interiormente rinnovatonello spirito sempre attuale di SanGiovanni Bosco, possa adeguarsi alleesigenze della Chiesa del Vaticano II .

L'ultimo scorcio del Capitolo ebbeil dono di due visite illustri . Il12 maggio quella del Cardinale Pro-tettore della Famiglia Salesiana, Emi-nentissimo Aloisi Masella, accompa-gnato dal Procuratore Generale deiSalesiani don Luigi Castano . La suaparola paterna, ricca di ricordi tantocari per i Figli di Don Bosco e leFiglie di Maria Ausiliatrice, ha dila-tato i cuori nella speranza di vastepossibilità di bene, da attuare sulritmo del passo del Fondatore .

Il 24 maggio, festa di Maria Au-siliatrice, le Capitolari ebbero la gioiadi ossequiare ijynuovo Segretario dellaS. Congregazione dei Religiosi e degliIstituti Secolari, S . E. mons . EduardoHeston .

È una presenza di Chiesa che ripro-pone a ogni Capitolare l'impegnotutto salesiano di lavorare con laChiesa e per la Chiesa, con la caricadi energie e di buona volontà matu-rate durante l'attenta riflessione e lediscussioni del Capitolo Generale .

L'omelia della Messa e la caldaparola di saluto rivolta ,successiva- 7

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La nuova Superiora Generale, Madre Ersilia Canta, in udienza da Paolo VI

mente da mons . Heston all'Assemblea,furono uno stimolante invito in questadirezione .

Con un senso di viva riconoscenzaper il Rettor Maggiore don LuigiRicceri, che suggellò, il 29 maggio,

La visita del Card. Benedetto Aloisi Masella, Protettore della Famiglia Salesiana

il Capitolo con la sua parola paterna,incisiva e programmatica, per donSante Garelli e don Demetrio Lic-ciardo, per l'assistenza continua el'aiuto validissimo da essi ricevuto,la Madre Generale con il suo Con-

siglio e tutte le Madri Capitolari ri-tornano alle loro sedi per realizzareil "rinnovamento" di vita, di stile edi metodi, inteso a prolungare l'effi-cacia sempre attuale del carisma deiloro santi Fondatori .

QUESTIONEDISOMMOINTERESSE

Occorrono anime forti e generose, uo-mini e donne, che consacrino la loro vitacompletamente, full-time, al regno di Dio,alla causa del Vangelo, al servizio dellafede e della carità . Occorrono vocazioni .

Vi esortiamo tutti, figli carissimi, a riflet-tere come la questione del trovare per-sone nuove, idonee, giovani general-mente, che oggi lascino tutto per met-tersi a totale ed esclusiva disposizione diCristo, della sua missione per la vera reli-gione e per la salvezza del mondo mo-derno, è questione di sommo e generaleinteresse, anche se si risolve nell'impegnodi alcuni pochi, di quegli esseri privile-giati e eccezionali, a cui è dato capire eosare la grande avventura di seguire afondo il Maestro .Vocazione : è una chiamata . È una libertàliberissima, messa alla prova, forse la piùdifficile, ma certo la più bella . È una voceche ha un duplice linguaggio : uno inte-

riore, silenzioso, nel profondo del cuore,ma distinto, e, se autentico, inconfondi-bile, quello del Signore, che parla per viadi Spirito Santo ; l'altro esteriore, esami-natore, educatore, rassicurante, non maicontingente, e sempre buono e materno,quello del Pastore, del maestro spirituale .È una voce che dice : venite I e che passa,come un vento profetico, sopra le testedegli uomini anche di questa generazione,la quale, piena com'è del frastuono dellavita moderna, si direbbe sorda e inetta acoglierne il senso segreto e drammatico ; ,ma così non è. Qualcuno ascolta .La voce oggi, dalle labbra di Cristo, si fanostra ; è la voce della Chiesa, e chiama .Grida nel deserto? Oh, no . Fu il Signorestesso a insegnarci a sperare anche in or-dine a questo misterioso problema :« Pregate il Padrone della messe, affinchémandi operai » nel suo campo.

PAOLO VI

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IL CARDINALE BERAN COOPERATORE SALESIANOIl mondo ha appreso con vivo dolore la notizia dellamorte del cardinale Giuseppe Beran, arcivescovo di Praga .La sua figura, piccola fisicamente, si è elevata moral-mente fino a diventare un simbolo di fortezza, rettitudinee amabilità cristiana .Il cardinale Beran fu sempre molto vicino ai salesiani .Cooperatore di antica data, precedette i figli di Don Bosconel lavoro apostolico nel popolare quartiere Kobylisy diPraga : e quando l'attuale vescovo di LitomèFice, mons . Ste-fano Trochta, vi iniziò l'opera nostra, lo aiutò in tutti imodi, partecipando spesso anche alle celebrazioni litur-giche in casa nostra .L'amicizia iniziata nel comune apostolato alla periferiadi Praga, si consolidò durante la prigionia nei campi diconcentramento nazisti. Là, in mezzo alle sofferenze,progettarono insieme un istituto per le vocazioni adulteper l'arcidiocesi di Praga, opera che fu poi realizzata daisalesiani nell'immediato dopoguerra a Mnísek .Mons. Beran continuò a voler molto bene ai salesianiquando fu chiamato a reggere la diocesi di Praga . Signifi-cativo il gesto dei membri della Lega Accademica degliUniversitari Cattolici della capitale, che nella loro primavisita al nuovo arcivescovo, gli offrirono una statua diSan Giovanni Bosco .Vennero i troppo brevi anni di intenso lavoro per la rico-struzione della vita religiosa nella nazione. E la divinaProvvidenza univa ancora i due uomini, chiamandomons. Stefano Trochta a reggere una delle diocesi suf-fraganee dell'arcidiocesi di Praga . Sono note le tristivicende che ben presto seguirono . E dopo un lungo periododi isolamento e di prigionia, mons . Beran e mons. Trochtasi ritrovarono insieme al confino in una casa della "Ca-ritas" statalizzata.L'elevazione alla porpora dell'arcivescovo di Praga fu rico-noscimento e premio alla sua incrollabile fedeltà di testimonedi Cristo, ma non gli procurò la gioia legittima e tantoattesa di mettersi a servizio del suo popolo . Passò gliultimi anni a Roma, ammirato e venerato, ma con la spinanel cuore del pastore esule e lontano dal suo gregge .Mosso da carità verso il suo popolo, il cardinale Berancostituì a Roma un Centro religioso Boemo e ne affidò lasegreteria a un salesiano . Anche a Roma continuò a dimo-strare la sua benevolenza verso i figli di Don Bosco, visi-tando ogni anno e a più riprese le varie colonie estiveorganizzate dai salesiani boemi per i figli dei connazio-nali all'estero . Anche gli istituti dei salesiani e delle Figliedi, Maria Ausiliatrice ebbero la possibilità di conoscerela sua amabile figura.Appena gli fu possibile, volle soddisfare un bisogno del suocuore visitando la Casa Madre di Torino e i luoghi del-l'infanzia di Don Bosco, ovunque accolto a festa daisalesiani e dai ragazzi .

Il cardinale Beran era un uomo tutto di Dio, di una pietàlieta e trasparente . Tra i Santi che venerava come modelliteneva caro San Giovanni Bosco, la cui immaginetta,stampata nell'anteguerra in Boemia e ormai consunta,conservò nel suo breviario fino alla morte .

Pochi istanti prima di chiudere la sua vita terrena, strin-gendo la mano al salesiano segretario del Centro religiosoBoemo, gli disse : « Continuate! . . . ». In questa unica pa-rola che potè pronunciare, c'era un estremo invito a tuttii figli di Don Bosco a camminare in fedeltà sulle ormedel Padre.I salesiani hanno potuto esprimere la loro viva gratitu-dine al defunto Cardinale durante l'ufficio funebre nellaBasilica di San Pietro, dove un figlio di Don Bosco,quale rappresentante di tutti i Religiosi, assistette l'Am-ministratore Apostolico di Praga, mons . Francesco Tomdsek,durante la Messa di suffragio .

E siamo certi che questo eroico e fedelissimo servitoredella Chiesa, che tanto stimava e amava l'opera diDon Bosco sulla terra, continuerà ad assistere dal cieloi suoi cari salesiani, che dedicano tutte le loro forze perla salvezza di coloro che godettero sempre le sue predi-lezioni: i giovani.

Torino • II cardinale Giuseppe Beran tra i giovani della Casa Madre

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AL SERVIZIO DEI GIOVANI D'OGGI

UN CENTRO DI CONSULENZAMORALE E RELIGIOSA

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A Roma da cinque anni è aperta unaclinica che si può chiamare « di prontosoccorso morale» . Duecento espertie specialisti rispondono a ogni dubbioe risolvono i più delicati casi dicoscienza. È un modulo di apostolatomoderno che risponde alle istanzedei giovani e ai tempi nuovi .

C hi volesse chiarire i propri dubbi di natura morale ereligiosa non troverebbe nella società odierna molta

udienza . Del resto non è la società, di cui si conosce lapericolosa confusione di idee, che può dare consiglidiscreti e sinceri, specialmente quando si tratta di valorietici e religiosi . Esistono, è vero, speciali rubriche neigiornali settimanali e nelle riviste specializzate : « let-tere al direttore », « lo scrivo al giornale », « domande erisposte », « chiedeteci consigli, saremo lieti di darveli »,eccetera ; si tratta però di rubriche le quali, ovviamente,non possono prendere in esame casi personali, ma silimitano a considerare le richieste che rivestono interessegenerale .

Inoltre intimi travagli spirituali, dubbi, angosce, pauree aspirazioni non possono essere confidati a quei servizidi cui la società contemporanea dispone, come sareb-bero i consultorii matrimoniali, i centri di orientamentoprofessionale e scolastico, per disadattati, per le diffi-coltà psicologiche e medico-psichico-pedagogico . Diconseguenza, chi desidera risolvere un suo problemapersonale e intimo, morale o religioso, chi ha bisognodi consiglio e di aiuto, a chi potrebbe rivolgersi, se peròvvi motivi non si sente, di mettere a parte dei suoiintimi pensieri i propri familiari, gli insegnanti e magarineppure il confessore?

Da interrogativi come questi e a seguito di unaserie di inchieste e di sondaggi scientificamente condottitra la gioventù, che hanno messo in evidenza la mancanzadi un consiglio tempestivo e di un'assistenza moralesicura, è nato cinque anni or sono il « Centro di Consu-lenza Morale e Religiosa », attualmente in piena attivitàpresso l'Ateneo Salesiano (Piazza Ateneo Salesiano, i -00139 Roma) .

Fino a oggi sono oltre duemila le pratiche che ilCentro di Consulenza Morale e Religiosa (CCMR) hasvolto, offrendo ai giovani che si trovano in particolaridifficoltà la consulenza di esperti nel settore morale ereligioso, rispondendo a tutte le domande . Rispondenaturalmente per lettera, come esclusivamente perlettera il CCNIR riceve le richieste. Il servizio è total-mente gratuito e ogni pratica è coperta da massimo ri-serbo e dal segreto professionale . Caratteristica di questoservizio è che la domanda del richiedente, dopo esserestata riprodotta in copia fotostatica, viene dal direttoreinoltrata a uno dei duecento esperti - sacerdoti o laici -dislocati in ogni regione d'Italia, secondo che la richiestadi consiglio si riferisce a una delle seguenti materie :teologia dogmatica, storia ecclesiastica, problemi giu-ridici, scientifici, psicologici, arte, letteratura, sport,divertimenti, problemi giovanili, ascetica, teologia mo-rale, sacra scrittura, apologetica, problemi sociali e poli-tici, medicina e psichiatria, pedagogia, cinema e altrimezzi audiovisivi, scelta della vocazione, fidanzamento,matrimonio, liturgia, filosofia, eccetera .

« Non sono nè credente nè praticante»

Senza infrangere il dovuto riserbo, possiamo offrirequalche brano di lettera con estratti di domande chevengono inoltrate al Centro. Esse toccano gli argomentipiú svariati .« Sono una ragazza di 22 anni, universitaria . . . Pur

essendo cosí giovane, mi sento già vecchia di spirito,vorrei dire decrepita . Mi manca l'entusiasmo necessarioper poter vivere ; avverto che qualche cosa si è spentoin me . . . Vivo in uno stato di torpore, di abulia, barricatain me stessa . . . Potreste aiutarmi a risolvere, almeno inparte, questa mia crisi spirituale? . . . » .

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« Sono un seminarista di terza liceo classico. Se nonvi scoccio, vorrei sapere se è bene fare un esame psicolo-gico e avere una scheda test per vedere le mie reali ten-denze . . . » .

« Sono un giovane di 2o anni . Ho il complesso dellapaura degli altri . La personalità di un uomo può esseredistrutta da un altro ? Come reagire a questo stato delsenso di inferiorità ? . . . » .

La tendenza dei giovani spesso è quella di porrequesiti in termini drastici e drammatici, o anche diusare un tono di disprezzo verso le tradizioni religiose :

« Non sono nè credente nè praticante . Non mi sento dicredere a ciò che non capisco e non sono capaci dispiegarmi coloro che vorrebbero che io credessi . Questoa parte, giudico il culto esterno (cioè le cerimonie reli-giose) come una mascherata alla quale sono legati gliinteressi di individui che speculano sulla credulità esulla buona fede degli altri» .

Cosí ha scritto uno studente di 2o anni; ma nonbisogna drammatizzare, perchè è una caratteristicadella gioventù quella di mettere in questione tutti ivalori inculcati dai genitori e dagli educatori durante lafanciullezza e l'adolescenza e, qualche volta, di ribel-larsi persino ad essi . La fede e la morale cristiana appaio-no talora ai giovani come un freno e un ostacolo . I1giovane, le considera tali a torto, evidentemente, e trovasoprattutto dure le esigenze morali . In questo caso lanegazione e il dubbio, per quanto riguarda la fede sonoalibi psicologici che il giovane si crea inconsciamenteper giustificare la propria sconfitta sul piano morale .

Più calmo, ma non meno tormentato dal dubbio èquest'altro giovane, che rivela una spiccata tendenzaa riflettere e a darsi conto di tutto, tendenza lodevolissimain sè, ma pericolosa quando mette sullo stesso pianoscienza e fede .

« Si dice che la fede è necessaria . Ma se è un dono diDio, come possiamo esigerla? Un'altra domanda : oggi,con tanto progresso, è proprio necessario seguire Dionella fede, quando Egli sembra averci dato tanta capa-cità organizzativa per vivere da noi stessi? In fine :se Dio sembra assente dalle nostre faccende, perchèpreoccuparsi di cercarlo, di vivere nella fede ? . . . » .

Moltissime sono le domande su problemi di naturasentimentale, che offrono agli esperti la possibilità e lagioia di salvare tanti giovani e ragazze da passi inconsulti,da soluzioni precipitate e da concezioni errate circa la pu-rezza e la preparazione al matrimonio . Ecco ciò che scri-vono una ragazza e un giovane :

« Conoscevo un ragazzo . . . Poi è venuto il giorno nelquale mi sono decisa a chiedergli che cosa rappresen-tavo io per lui . Mi ha risposto cosí (seguono indicazionilunghe e dettagliate) . Che ne dite di queste idee ? diqueste sue risposte ed esigenze nei miei confronti ? Sonovalide per, un fidanzamento e per un possibile ma-trimonio ? . . . » .

« So di essere passionale . . . ma vorrei trasformare lamia vita . Non ci riesco, però. Eppure so che se nonfaccio questo, mi perdo, mi nullifico nella mia perso-nalità. Potreste aiutarmi? . . .» .

Si può dire che non c'è argomento che non sia trat-tato nelle domande che pervengono al Centro . Si leg-gano, a titolo di saggio, le tre seguenti :

« Sono una ragazza di 2o anni. Ho fatto la media . Non12 sono capace di scegliere la mia vocazione, perchè inde-

« Da circa un anno, in seguitoa forte crisi spirituale,non sto più bene nemmenofisicamente. Ho interpellatodiversi medici. .. Non honessuno, nè amici nè parenti. ..Non so cosa fare; avreitanto bisogno di essereaiutato, essendo di naturaipersensibile e assai triste. .. »(da lettera firmata al CCRM)

Cisa e poi sempre sotto pressione . Eppure devo deci-dermi . Come fare a maturare nella volontà, nell'auto-decisione ? . . . ».

«Non sono piú giovane . U n problema da tanto tempoavvertito, ora mi si presenta in forma acuta . E veroche nella maggioranza dei casi, nella vita, fa carrierasoltanto chi è disonesto, e stravince solo la cat-tiveria? Come spiegare questo punto interrogativoche mi condiziona assai fortemente nella mia atti-vità ? . . . » .

« Ho letto in questi giorni vari articoli, apparsi suvarie riviste sulla obiezione di coscienza . Che rapportoesiste tra obbedienza e autorità civile ? E dato che siamoin argomento : qual è il rapporto tra libertà e autoritàdella Chiesa ? . . . » .

La gratitudine del mondo giovanile

Il panorama potrebbe essere completo qualora aggiun-gessimo le relative risposte . Ma lo spazio non lo con-sente. Citiamo invece alcune espressioni di « approva-zipne e di ringraziamento » . Esse, mentre sono un inco-

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raggiamento per chi lavora al CCMR, possono essereun invito per gli altri a servirsi del medesimo .

« Ho ricevuto la lettera in risposta alla mia domanda .Mi ha fatto molto piacere . Sinceramente non speravotanto . . . . Pensavo che al giorno d'oggi non ci fosse nes-suno disposto ad aiutarci come invece avete fatto voi .Sento di dovervi molto e non so come sdebitarmi . . . » .

«La ringrazio vivissimamente per il suo interessa-mento. Si trattava di aiutare moralmente una personache si trova in particolari condizioni di famiglia . . . Ioho sempre apprezzato e apprezzo simili istituzioni enon verrò meno alla fiducia che Ella mi ha manifestatocon la sua lettera. . . » .

« La risposta alla lettera in cui io chiedevo spiega-zioni per un giovane che si trovava in difficoltà sessualifu molto gradita e pienamente soddisfacente . Siamograti al Centro di Consulenza e al dott . Pasquale Casu-relli che ha scritto per noi e ci sentiamo in obbligo difar conoscere la benefica istituzione . . . » .

« Sono rimasta molto contenta della vostra rispostaassai lunga . . . L'ho letta parecchie volte perchè in essatrovavo sempre qualche cosa di vivo che mi parlava . . .Anche con pochi miei accenni voi avete saputo inter-pretare quanto vi volevo far capire . La vostra descri-

zione non è stata astratta e teorica, ma reale e soddisfa-cente . . . » .

« Vorrei esprimerLe tutta la gratitudine del mondogiovanile . . . La lettera or ora giunta, oltre a confermarela nostra stima per chi è l'anima del CCMR, ci fa pen-sare che non è bene porsi in ombra come voi vi ponete,ma che è bene fare conoscere questa situazione . . . Unapropaganda viva nellé scuole superiori potrebbe, dianno in anno, aumentare le occasioni di bene . . . » .

Facciamo punto . Quanto abbiamo detto è sufficienteper dare una idea di questa istituzione moderna e praticadi apostolato, che mira a recare un contributo di chia-rezza e di sicurezza nella impostazione e soluzione diproblemi quotidiani e nella lotta contro lo smarrimentoche minaccia molti giovani oggi .

Si tratta di una forma di « pronto soccorso morale »,come fu definito il CCMR . Il gruppo dei suoi volontaried esperti tende appunto a collaborare per lo stabilirsidella fraterna convivenza umana auspicata da PapaGiovanni nella « Pacem in terris » : « Una convivenzavivificata e integrata dall'amore, che fa sentire come proprii bisogni e le esigenze altrui, rende partecipi gli altri deipropri beni e mira a rendere sempre più vivida' la comunionenel mondo dei valori spirituali » .

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IL SALE $IANOLAICO CHI E 20

« La fame d'istruzione non è meno deprimente della fame degli alimenti »(Enciclica Populorum Progressio) . Educatori salesiani, tecnici della scienza e dell'arte,donano vita, intelligenza, cuore ai loro allievi, senza distinzione di razza e di colore .Ne//e foto: Laici salesiani che insegnano tecnica e . . . arte dolciaria.

È una delle più geniali intuizioni apostoliche diDon Bosco, che ha voluto creare a fianco delsacerdote una figura tipica di laico, destinata acooperare nell'azione educativa e redentrice dellaSocietà Salesiana . Egli è vero religioso, al paridel sacerdote, ma in "maniche di camicia", comediceva scherzosamente Don Bosco, e particolar-mente orientato verso la cristianizzazione delmondo giovanile del lavoro .Il salesiano laico vive apostolicamente, nella mol-teplicità delle mansioni che disimpegna, il no-bile ideale di dedicare tutte le sue energie albene dei giovani .• professore e maestro, che si consacra ai suoiallievi mirando alla loro formazione intellettuale•

morale .È dirigente di scuole tecnico-professionali peri più differenti indirizzi : Elettrotecnica, Grafica,Meccanica, Agraria, ecc .• educatore, nell'assistenza come nell'insegna-mento, per forgiare caratteri cristiani, correspon-sabili della società di domani .È animatore di clubs o gruppi associazionisticiformativi, di attività sportive, intellettuali, so-ciali e religiose .• missionario in terre lontane, evangelizzatore,organizzatore di opere sociali, costruttore edile,testimone disinteressato della carità evangelica .È architetto e ingegnere, che mette al serviziodelle opere di Dio la sua arte e la sua tecnica .È maestro di musica o di banda che preparagenerazioni di cantori e dirige bande e orchestregiovanili .È assistente sociale per la presenza della Chiesanel mondo giovanile del lavoro, della scuola edel tempo libero .È ragioniere o amministratore, con mansionidi responsabilità economico-amministrative .È istruttore tecnico, che ammaestra giovani ap-prendisti per una qualifica che domani li co-stituirà tra le maestranze più apprezzate .È infermiere affabile e paziente, che testimoniala carità di Cristo nei fratelli sofferenti .• direttore di editrici, destinate ad affermarela parola di Dio e l'istruzione nei settori grafici•

editoriali .È attore e regista, che ammaestra nell'arte dram-matica giovani artisti .È perito tecnico per la realizzazione di lavorididattici in laboratori-scuole per giovani tecnici•

apprendisti .È operatore "tuttofare", che applica il suo in-gegno alle attività temporali nelle differenti operesalesiane .È l'uomo di fiducia per i più svariati §ervizi : dallogistico al produttivo, dal commerciale al sociale .È infine molte di queste cose insieme .

Il Salesiano laico è un educatore cristianovotato alla salvezza dei giovani nello spi-rito e col metodo di Don Bosco .

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Insegnateglia saperlodare

Era un ragazzo di grande ingegno ; frequentava le scuole pubbliche dellacittà di Torino, ma si mostrava svogliato : non studiava . Suo padre, preoc-cupatissimo, ne parlò con alcuni amici : come fare con quel ragazzo? dovemetterlo per toglierlo dai compagni di strada? Un amico gli accennò unasoluzione: « Conosco un prete a Valdocco che ha aperto da poco un col-legetto ». « Si chiama ? ». « Don Bosco » . « Ah, Don Bosco, sì, ma ha uncollegio da ragazzi poverissimi ; troppo umiliante per la nostra condizionesociale . Mio figlio non ci si adatta certamente» . « Perchè no, papà? - in-terloquì il ragazzo che era presente al colloquio . - Mettimi in quel luogoe vedrai che ci starò». La notte, il ragazzo fece un sogno. Gli pareva diessere in un cortile con dei fogli in mano; ed ecco una folla di ragazzi ap-plaudire un prete che stava sul ballatoio di una casa ; e lui, su di corsa perle scale per andare a baciare la mano di quel prete . Che buono quel prete!Gli faceva perfino una lode meravigliosa : «Tu sei un bravo ragazzo, nonè vero ? » .Dopo qualche mese, quel ragazzo entrò all'Oratorio di Don Bosco . Il sognol'aveva quasi dimenticato . All'inizio stentò a ingranare nella vita dell'isti-tuto. Don Bosco era fuori Torino . Un giorno, il suo insegnante gli diedeun fascio di fogli da portare a un altro superiore . Mentre scendeva le scale,il ragazzo sentì uno scroscio di applausi prolungati . Che succede? Correin cortile e trascinato dall'entusiasmo si mette ad applaudire anche lui ea gridare: evviva . Tutti tenevano gli occhi e la testa alzati verso Don Boscoche, tornato da una lunga assenza, stava sul ballatoio e rispondeva al lorosaluto . Al ragazzo si riaffacciò il ricordo del sogno : il cortile, la massa gio-vanile, la casa, quel prete e lui con un fascio di fogli in mano . Ebbe un bri-vido di commozione . Risalì le scale, corse sul poggiolo, baciò la mano diDon Bosco e ne ricevette una lode bellissima : « Tu sei un bravo ragazzo,non è vero?» . Non la dimenticò più per tutta la vita .

La lode per un cuore giovanile è come il sole : se non la riceve, ilragazzo non può crescere né fiorire . Insegnate ai vostri ragazzi ad accor-dare agli altri, soprattutto ai loro compagni, il calore della lode e a frenareil gelo della critica, che purtroppo sono sempre pronti a indirizzargli .Chissà per quale motivo i ragazzi sono avari di lodi! Forse perchè si sonoaccorti che pochi sono coloro che sanno accettare i complimenti con garbo .Notano che di solito chi riceve una lode si mostra imbarazzato e vi si scher-misce ; eppure la lode gli fa tanto piacere .

Insegnategli a indirizzare indirettamente le lodi . Le lodi più graditesono quelle che giungono per via traversa : per lettera e riferite da una terzapersona. Le osservazioni malevole giungono rapidissimamente all'orecchiodell'interessato ; perchè non far giungere con la stessa rapidità le osserva-zioni piacevoli e lusinghiere?

Fate notare ai ragazzi che la lode è apprezzata soprattutto da quelliche fanno un lavoro monotono e poco appariscente : i benzinai, itranvieri, i baristi, le casalinghe . Insegnategli a lodare non tanto quelle at-tività che sono di per se stesse relativamente facili e piacevoli, ma queilavori che sono faticosi e sporchi, come per esempio lo scopare e il pulirei pavimenti . La lode è spesso l'unica ricompensa che riceve una sacrifica-tissima mamma di famiglia .

Le mamme sanno istintivamente che, quando si tratta di bimbi,un briciolo di lode vale quanto un sacco di sgridate. Una mammaun giorno spazientita sgridò i suoi figli che bisticciavano : « La finite? Nonpotete giocare un po' tranquillamente?» . Una delle sue figlie più grandi-celle le rispose subito : « Sì, mamma, lo possiamo . Ma quando lo facciamonon te ne accorgi nemmeno» . Capì allora quanto stimolante fosse la lodeper i fanciulli . Gli studiosi notano che il ragazzo tende a ripetere con gioiaun atto a cui ha fatto seguito una lode .

Una parola di lode costa pochissimo, anzi quasi nulla ; costa sol-tanto un piccolo momento di riflessione o un piccolo sforzo dicarità : magari una telefonata per riferire un complimento oppure cinqueminuti per scrivere una lettera gentile, profumata di lode . Diceva un grandeuomo di cultura : « lo sento di poter tirare avanti due mesi anche soltantocon una buona lode o con un magnifico complimento ricevuto» .

Insegnate ai vostri ragazzi a vedere le piccole cose ben fatte in-torno a loro e a lodarle . Rallegreranno tante altre persone e accumule-ranno nel loro cuore una grossa riserva di gioia .

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Le manifestazioni religiose del24 maggio a Valdocco, iniziate la

vigilia e culminate nella processionedel 24, hanno avuto la tradizionalecornice di solennità e di fervoremariano. La Basilica è rimasta affol-lata dalle prime ore pomeridiane del23 fino alla mezzanotte del 24 . Anchela domenica 25, solennità di Pen-tecoste, ha visto un continuo afflussodi devoti. Tra le caratteristiche piùbelle della festa: il concorso giovanile•

la frequenza ai sacramenti dellaConfessione e della Comunione .

Abbiamo chiesto a un vecchio mis-sionario di ritorno in patria dopomolti anni, di dirci le sue impressioni .Ci ha risposto con le lacrime agliocchi : « Con tutto quello che si sente• che si legge, non avrei immaginatodi trovare tanta fede » . E ripeteva concommozione : « Quanta fede c'è ancoranel nostro popolo! ».

Una espressione di questa fede èstata la pertecipazione viva dei fedelialle Messe comunitarie, che furonoconcelebrate quasi in continuità per24 ore. Mai forse la massa di devotiche assiepava la Basilica in tutte le,sue parti, aveva vibrato così all'uni-sono e con tanto calore con i Vescovi• i sacerdoti concelebranti, formandoun coro di preghiere e di canti cosìnutrito da far benedire la riformaliturgica .

Dispensandoci dal fare della cro-naca minuta, ci limitiamo a qualcherapida nota . Durante il mese si sonosucceduti i pellegrinaggi . Il maggiorcontingente di pellegrini fu dato dallaLombardia. Parecchi erano diretti oprovenivano da Lourdes e hannovoluto fare tappa a Valdocco, forsericordando che uno dei miracoli cheservì per la canonizzazione diDon Bosco avvenne proprio nel San-tuario di Maria Ausiliatrice con laguarigione di una signora bergamasca,la quale nel maggio del 1931 a Lour-des aveva udito una voce interna chele aveva detto : «Va a Torino eDon Bosco ti guarirà!» . Tra questipellegrinaggi abbiamo registratoscuole pubbliche, collegi, seminari,parrocchie e famiglie religiose . Ilpellegrinaggio più numeroso fu quelloorganizzato dal Delegato dei Coope-ratori e degli Exallievi di Borgoma-nero (Novara), che per la VegliaSanta riversò a Valdocco 16 pullmandi pellegrini, oltre varie macchineprivate.Le due feste di San Domenico

Savio e di Santa Maria Mazzarellorichiamarono al Santuario vari gruppi

giovanili, maschili la prima, femmi-nili la seconda .

Onorarono la festa sei eccellentis-simi Vescovi : i monsignori CarloAllorio, Francesco Bottino, GiovanniPicco, Francesco Sanmartino, LivioMaritano, Oreste Nuti, salesiano .Tra le Messe concelebrate ebbero

particolare solennità quelle dei Vescovi• del Rettor Maggiore . Alla concele-brazione delle io, presieduta damons. Allorio, fu eseguita una com-posizione nuova dei maestri LuigiLasagna e Renzo Lamberto, nellaquale la Schola, formata da un com-plesso di voci dispari bene affiatate,ha dialogato con una assemblea Gio-vanile altrettanto preparata, dispostanelle due cappelle a fianco del pre-sbiterio . Un complesso di 8oo freschevoci maschili e femminili, che colloro canto hanno conferito solennitàalla celebrazione e suscitato la gioia,l'entusiasmo, la partecipazione pienadella massa dei fedeli .

Alla sera per oltre un'ora e mezzosono sfilate in processione associa-zioni, gruppi giovanili e migliaia didevoti, moltissimi dei quali con fiac-cole. La sfilata fu una preghiera inin-terrotta con canti, con musiche ecol Rosario meditato e intrecciato abrani del Concilio, a parole del Papa• a preghiere litaniche per la Chiesa,per il Papa, i Vescovi, i sacerdoti,i lavoratori, i genitori, i giovani, levocazioni, i missionari, i lontani, icristiani e i non cristiani, tutti figlidello stesso Padre e tutti affidati al-l'ausilio materno di Maria.

Il ritorno della statua sulla piazzadavanti alla Basilica illuminata, fuaccolto da un entusiasmo erompente,che sfociò nuovamente in preghieradurante l'adorazione e la benedizioneeucaristica, impartita dentro e fuoridel Santuario da mons. Maritano, cheprima aveva rivolto un vibrato invito achiedere a Maria Ausiliatrice per tutti,e in particolare per la nostra gioventù,il dono inestimabile della fede .

A notte, come già la sera della vi-gilia, davanti alla Basilica splendentedi luci, tennero il tradizionale con-certo la banda Cagliero e quelladell'Oratorio Sant'Agostino, che allie-tarono con le loro note anche laprocessione .

La domenica seguente, festa diPentecoste, pellegrini e devoti con-tinuarono a offrire uno spettacolo difede e di amore alla Vergine, tale dafar dimenticare l'indifferenza reli-giosa di tanti uomini del nostro tempo•

ispirare sentimenti di fiducia perl'avvenire della Chiesa e dei popoli .

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TRICE DI AMICIZIA

A sinistra • 1 ragazzi dell'Orchestra « Don Bosco » di San Salvador(C . America), sorridenti e felici della loro meritata e . . . sudata fama

A destra sopra • Durante la loro tournée negli Stati Uniti,ambasciatori di allegria, di amicizia e di pace

A destra sotto • Il Governatore del Massachusetts (USA),John A . Volpe, si congratula con i precoci artisti

C inquanta ragazzi, dai 7 ai 17 anni, costituiscono ilcomplesso musicale piú famoso del Centro America :

l'Orchestra Giovanile « Don Bosco » di San Salvador .Sorta umilmente nel 1961, con alcuni strumenti e

tanta buona volontà, in pochi anni ha bruciato le tapperaggiungendo risultati sorprendenti .

Il fondatore e attuale maestro dell'Orchestra, il sale-siano don Vittorio López, ha saputo comunicare il suoentusiasmo per la musica a schiere di ragazzi che, sacri-ficando ore di ricreazione e giornate di vacanza, si sonoperfezionati nel suono degli strumenti, nel canto enelle danze di folclore.

Il complesso giovanile può ora vantare un repertoriodi oltre trecento pezzi, che vanno dalla musica classicacon esecuzioni di Haendel, Verdi, Wagner, Schubert,Schumann, Mascagni, Gounod . . . alle canzoni popolarie folcloristiche di vari autori americani ed europei .

Da tutti i paesi dell'America Centrale e per le piúsvariate occasioni i giovani musicisti dalla caratteri-stica divisa multicolore sono richiesti per concerti oper dare solennità a pubbliche manifestazioni e hannogià collezionato una valanga di riconoscimenti ufficiali,medaglie e diplomi d'onore .

L'anno scorso furono invitati a suonare due volte inonore dei cinque Presidenti degli Stati del CentroAmerica che si erano incontrati con il presidente Johnsona San Salvador . Il Presidente degli USA in quell'occa-sione si congratulò vivamente con i giovani e li invitòa fargli una visita alla Casa Bianca . Non solo una visitaal Presidente, ma un giro per gli Stati Uniti - propo-sero i ragazzi -, come ambasciatori di allegria, di ami-cizia e di pace . E durante le vacanze di fine anno attua-rono il loro progetto .

Non poterono andare a Washington a causa del cam-biamento di presidente, ma toccarono varie localitàdegli Stati Uniti, accolti ovunque con entusiasmo epreceduti dalla pubblicità della stampa e della TV .

Due volte furono invitati a trasmettere su un canaletelevisivo . A Boston il cardinale Cushing, benchè inprecarie condizioni di salute, volle essere presentealle loro esecuzioni e farsi fotografare con loro . Pure aBoston, il Governatore del Massachusetts John A . Volpeli ricevette ufficialmente a nome della città e volle chesonassero per lui e i suoi consiglieri, nell'atrio del palazzodel governo .

In tutti gli ambienti lasciarono un'impressione moltofavorevole non solo per le impeccabili esecuzioni mu-sicali, ma anche per il loro comportamento, che ri-fletteva la buona educazione ricevuta nella casa sa-lesiana .

La loro intelligente attività servi tra l'altro a portare ilnome di Don Bosco e il suo messaggio di letizia cristianaa masse di persone che non conoscevano ancora ilSanto della gioventù .Don Bosco dal Cielo guarderà con simpatia questi

ragazzi, che tengono alta nell'America Centrale la tradi-zione musicale delle sue case .

Egli era solito dire che la musica dei ragazzi bisognaascoltarla col cuore . Questa sua benevola riserva sullaperfezione delle esecuzioni musicali giovanili, non valecertamente per i simpatici ragazzi dell'Orchestra gio-vanile « Don Bosco* di San Salvador . 19

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NEL MONDO SALESIANOLa nuova chiesa dell'OperaSalesiana del CEP di Pisa

II 29 marzo scorso mons . Benvenuto Matteucci,amministratore apostolico sede piena di Pisa,consacrava la nuova chiesa del Villaggio CEPalla periferia della città . La chiesa è dedicata aSan Ranieri, patrono di Pisa, e a San GiovanniBosco .Nel 1957, con l'interessamento del ministroTogni, veniva ideato il Villaggio CEP per l'espan-sione di Pisa. In seguito l'arcivescovo di Pisamons. Ugo Camozzo e l'amministrazione comu-nale invitavano i salesiani per l'assistenza delnuovo Villaggio e proponevano loro di curarela realizzazione della chiesa e delle opere par-rocchiali annesse .I salesiani lasciavano Via dei Mille, dove risie-devano da circa 80 anni, si trasferivano alla pe-riferia di Pisa e vi iniziavano la loro missionein baracche e in mezzo ai prati aperti, mentre iprimi nuclei familiari animavano i nuovi caseg-giati . Furono tempi eroici che ricordavanoDon Bosco nei prati di Valdocco .L'avvio dell'opera avveniva in occasione del-I'8° centenario di San Ranieri, patrono di Pisa .La realizzazione dei nuovo plesso parrocchialeera prevista su finanziamento del Ministero deiLavori Pubblici per il rustico e del Comune diPisa per le rifiniture. Ma gli anni passavano tragli intoppi burocratici, la mancanza di fondi, ilsuccedersi delle amministrazioni, il cambiamentodei piani regolatori .Il villaggio intanto cresceva e i salesiani offrivanoassistenza a una popolazione eterogenea, fatta inbuona parte di disoccupati e di sottoccupati .Nel 1961 sorgevano la casa canonica e le im-ponenti mura di una chiesa monumentale . Poivi fu un arresto, finchè l'amministrazione Bat-tistini riuscì a dare l'avvio a un lotto di lavori,dopo laboriose pratiche ritardate da ogni generedi ostacoli . I salesiani intanto si dettero da fare :allestirono una cappella, aule di catechismo, uncinema e campi da gioco .Solo nella Pasqua del '68 si potè iniziare ingrande stile la fase conclusiva dei lavori . Allorafu portato a termine un magnifico cinema-teatro, e un ritrovo giovanile, inaugurati nel1968. E nella Pasqua '69 la chiesa, opera del-l'architetto Gamberini, bella, maestosa, degnadi Pisa .

Canlubang (Filippine)Chiesa in onore di Maria Ausiliatrice

È stata eretta al centro dello studentato sale-siano. II 7 novembre 1968 il Rettor Maggioredon Luigi Ricceri presiedeva alla cerimonia dellaposa della prima pietra, e il 20 aprile di que-st'anno il Nunzio Apostolico nelle Filippine,mons. Carmine Rocco, benediceva la nuovachiesa . Era presente il Vescovo diocesanomons. Pietro Bantigue e un folto gruppo diCooperatori . La linea della chiesa è moderna,sobria e liturgicamente aggiornata . Al centro do-mina il tabernacolo con l'Eucaristia ; ai fianchiun artistico crocifisso e la Vergine SS . che ad-dita l'altare del sacrificio .

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NEL MONDO SALESIANOLa Vega (Repubblica Dominicana)Nuova Scuola Agricola

La ricchezza principale della Rep . Dominicanaproviene dall'agricoltura . È in questa direzioneche i salesiani portano il loro contributo con lanuova Scuola Agricola di La Vega . La scuolacomprende cinque grandi edifici in cemento ar-mato, modernamente attrezzati dal punto divista scolastico-formativo, e un vasto terreno(120 ettari circa) per l'insegnamento pratico .Può accogliere 200 giovani . Il Presidente dellaRepubblica, dott . Gioachino Balaguer, e moltealtre autorità onorarono con la loro presenza lacerimonia dell'inaugurazione. Mons. GiovanniFlores, vescovo di La Vega, benedisse la nuovaScuola. L'Ispettore salesiano don Mario Bor-gonovo ne sottolineò lo scopo : formare uominicapaci di assumere degnamente le responsabi-lità della famiglia e della patria, perchè non c'ètanto carenza di istituzioni quanto di individuiche sappiano dirigerle.

Tunja (Colombia)Per i ragazzi poveri e abbandonati

Nella città di Tunja i salesiani lavorano dal 1922nella parrocchia di Las Nieves e nel Collegiocon scuole per 500 ragazzi esterni . Ma pervenire incontro ai ragazzi poveri e abbando-nati si sta costruendo un Centro giovanile chenon è ancora finito ed è già frequentato damolti ragazzi . Don Carlo Carli s'industria araccogliere i mezzi per la costruzione di labora-tori, che sono indispensabili per dare a tantagioventù che vaga per le strade il mezzo diguadagnarsi onestamente il pane col propriolavoro. E una nuova opera sociale che desta ilvivo interesse delle autorità e della popolazione .

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NEL MONDO SALESIANOLoreto • IX Rassegna internazionaledelle Cappelle Musicali

I Pueri Cantores dell'istituto salesiano di Ran-dazzo hanno partecipato alla IX Rassegna inter-nazionale delle Cappelle Musicali in Loreto dal9 al 13 aprile scorso, riscotendo successo nellospettacolo folcloristico . I « Piccoli cantori » han-no coronato la loro presenza a Loreto con l'ese-cuzione della Messa SS. Martyrum di R. Casi-miri, trasmessa in diretta dalla TV, domenica13 aprile . I Pueri Cantores di Randazzo sonoormai noti, avendo preso parte a vari congressinazionali e internazionali .

Aversa (Caserta) • Voglionodiffondere l'energia della carità

Dopo un anno di preparazione spirituale e orga-nizzativa, si è aperto un nuovo Centro di Coo-peratori Salesiani . Il Vescovo di Aversa mons .Cece, nostro fervente Cooperatore, ha offertola sede per le riunioni . Alla cerimonia hannopreso parte le 'maggiori autorità e lo stessomons. Vescovo. Illustrò ampiamente i compiti ele finalità dei Cooperatori il capo gruppo cav .Mario Scalzo. Mons. Cece espresse la sua fi-ducia nei giovani Cooperatori, che hanno volutoil sorgere di questo Centro per impegnarsi a dif-fondere, come voleva Don Bosco, « l'energiadella carità» in molteplici attività formative ecaritative in aiuto ai Parroci e alle Missioni . Inuovi Cooperatori di Aversa non raggiungono ladecina, ma sostengono e vitalizzano il gruppo«Amici di Don Bosco», una cinquantina, tuttiuomini, che vorrebbero subito il diploma di Coo-peratori, ma che saranno iscritti dopo un periododi preparazione .

Funchal, Madeira (Portogallo)Il Ministrodell'Educazione Nazionale visitala Scuola Salesiana

Ammiratore dell'Opera di Don Bosco, trovandosinell'isola, volle conoscere quella Scuola di Artie Mestieri . Dopo averne esaminati tutti i reparti,tenne un breve discorso, nel quale tra l'altrodisse : « La prova migliore dell'efficienza del me-todo di Don Bosco, eminentemente attivo, ri-siede nella voce di gratitudine che si sente confrequenza un po' dovunque : è la voce di mi-gliaia di buoni capi di famiglia e di distinti pro-fessionisti, in differenti settori, i quali benediconola formazione morale e tecnica ricevuta sui ban-chi della Scuola Salesiana . Le Scuole di DonBosco - aggiunse il Ministro - hanno contri-buito notevolmente alla formazione professio-nale e a quella del carattere della gioventù delnostro tempo. Esse sono portatrici di un sanorealismo e di una nuova pedagogia che si pre-occupa di preparare il giovane al futuro, consi-derato non solo dal punto di vista materiale,ma anche spirituale» .

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er chi viaggia in Estremo Oriente il nome di Beppusuona familiare quanto quello di Tokyo . Se Tokyo

è conosciuta come la più grande metropoli dell'Oriente,anzi del mondo, Beppu ha la sua notorietà per i suoibagni termali e per i suoi "jigoku" o inferni, grandivasche naturali di fanghi o d'acqua bollente, che rag-giungono anche i 210 gradi di calore . Il colore dei"jigoku" ha qualche cosa di fantastico e di irreale :rosso vivo come sangue, azzurro cupo che cambia ognitanto in opale oppure grandi vasche di color latteo ;un paesaggio insomma da "Mille e una notte" . Beppuè una città di soli 130 .000 abitanti ed è simile a tuttele città di provincia giapponese. Non ha nulla di par-ticolare, è come una grande scacchiera in cui le casepiccole e nere sono le pedine e i grandi e nuovi alberghisorti in questi ultimi anni sono i re, le regine, gli alfieri• le torri . A oriente la città si estende lungo la baiaomonima, mentre alle spalle colline e monti la tengonostretta come in un abbraccio di verde e di fiori .

Beppu non ha una vera e propria industria, o megliola sua industria è quella del turismo. I turisti che ognianno vengono a godere dei suoi bagni termali e adammirare i suoi "inferni" e la sua posizione incante-vole, si calcolano a sette milioni di unità . Beppu èpurtroppo famosa anche come la Babilonia dell'Estre-mo Oriente ; in essa il vizio non è certamente una cosaesotica . Nonostante tutto Beppu vanta fiorenti operecattoliche: una parrocchia salesiana piena di vita, unascuola media superiore per ragazze tenuta dalle Figliedi Maria Ausiliatrice, alcuni ospedali e un notissimoorfanotrofio, il "Sayuri Aijien" o "Giardino del Pic-colo Giglio", nel quale le Figlie di Maria Ausiliatriceda lunghi anni versano il meglio delle loro energie .

La Provvidenza aveva altri disegni

Le Figlie di Maria Ausiliatrice si stabilirono inBeppu nel 1938, poco dopo i salesiani, e l'inizio dellaloro opera fu, come per tutte le opere di Dio, un inizioumile e in apparenza insignificante, stile quello diBetlemme. P salesiano argentino don Torquist in unasua visita al Giappone, con il consenso dei superiori,donò alle Figlie di Maria Ausiliatrice un terreno aggrap-pato alla montagna, in una posizione incantevole, dacui si poteva ammirare tutta la baia di Beppu e lacittà sottostante. Come usufruire di quel terreno?Il primo pensiero delle Suore fu quello di una scuoladi taglio, ma la Provvidenza aveva altri disegni. Ungiorno bussa alla loro piccola casa una giovane donna .Il viso sofferente e il pallore marcato fanno pensarea qualche male già molto avanzato . La tisi polmonareaveva consumato quella mamma, che era venutadalle Suore straniere per affidare loro la sua carabimba, rimasta poco prima orfana del babbo . Da-vanti a un caso così pietoso le Suore si commossero• accettarono la bimba . Poco tempo dopo la piccolasventurata divenne orfana anche della mamma .

Questo fu ritenuto il segno atteso dalla Provvidenza•

non si pensò più alla scuola di taglio, ma a iniziare

Tardinodeliccolo

giglio23

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una piccola opera per i bimbi poveri e abbandonati .Il seme era caduto in un terreno fertile e avrebbe frut-tificato abbondantemente .Il caso della piccola orfana venne conosciuto in

tutta la città e le domande per far ricoverare bimbibisognosi si moltiplicarono tanto che le Suore dovetterocon coraggio intraprendere la costruzione di una casaampia e più adatta allo scopo . Nonostante la mancanza dimezzi, a poco a poco la casa si ingrandiva e con l'am-pliamento della casa aumentavano i piccoli ricoverati .

Vennero i tempi difficili della seconda guerra mon-diale; ma, la Provvidenza vegliava su questa opera disquisita carità cristiana . Il mercato cittadino del pescee della verdura decise di passare al "Giardino del Pic-colo Giglio" le teste dei grossi pesci e gli avanzi dellaverdura. Per il latte tre mucche accudite dalle suoredavano il necessario per i bimbi, mentre un certonumero di galline e di conigli aiutavano a completareil fabbisogno della ormai grande famiglia del "Giardinodel Piccolo Giglio". Con l'aumento dei bimbi ricoveratisi dovettero aggiungere alla casa nuove stanze, nuovicorridoi: ne risultò così un fabbricato eterogeneo, unvero e proprio labirinto con dei locali addossati allamontagna, in molti dei quali il sole non riusciva a pene-trare. C'era il sole dell'allegria e della dedizione delleSuore che suppliva alla mancanza di luce e di calore,ma dai tetti in giù e dal lato della sicurezza e dell'igienenon era per nulla una casa ideale .

La visita dell'imperatore

Ho chiesto a una suora che lavora da lungo tempoin questa opera : « In caso d'incendio ve la sarestecavata voi e i bambini? » . « Niente affatto - ha rispo-sto - la configurazione della casa con i suoi corridoi,i dislivelli dei medesimi piani, le scale e scalette sparsein modo irrazionale in tutto il fabbricato avrebberoreso impossibile una fuga, tanto più che tutto eracostruito in legno. Ma noi - ha aggiunto con natura-lezza - eravamo disposte a sacrificarci per i nostribimbi » .

Finita la guerra l'opera andò sviluppandosi in modoinsperato e allora si pensò a un fabbricato razionale,igienico e sicuro, in cemento armato, tanto più cheanche i corridoi erano ingombri di lettini ; ma i tempinon erano maturi e prima di realizzare questo sognoci vollero ancora quasi vent'anni .

Nel 1949 il "Giardino del Piccolo Giglio" ebbe unavisita illustre . L'Imperatore stesso volle visitarlo dipersona e il suo elogio e la sua ammirazione per illavoro delle Suore furono incondizionati . Quando poii bimbi più grandicelli eseguirono un canto, si com-mosse in modo visibile . Tornato all'albergo, inviò al"Giardino del Piccolo Giglio" un messo per chiederela partitura del canto eseguito dai bimbi, che tantogli era piaciuto. Nel 1966, quando l'Imperatore visitòla città di Oita, capoluogo di provincia a cui appar-tiene Beppu, un gruppo di bimbi dell'Orfanotrofio sirecarono alla vicina Oita e si schierarono lungo la

strada da cui sarebbe passato l'Imperatore . Questi,appena scorse il gruppo dei bimbi e delle Suore, si fer-mò e, certamente ricordando la sua visita di diciassetteanni prima a Beppu, si tolse il cappello e salutò con unprofondo inchino, gesto di ammirazione e di ringra-ziamento che commosse tutti i presenti.

«Suora, mi scusi, ho perso la medaglia»

Il 14 aprile 1967 resterà negli annali del —Giardinodel Piccolo Giglio" una data memorabile. In quelgiorno fu benedetta e posta la prima pietra del nuovo,moderno e grandioso edificio dell'Orfanotrofio . Final-mente il sogno di tanti anni si è realizzato .Quando il presidente della compagnia di costru-

zioni fece il primo sopralluogo del posto su cui dovevasorgere il nuovo fabbricato, disse alle Suore : « Quilavorare a ridosso della montagna è estremamentepericoloso. Desidero perciò che si metta un quadrodella Madonna: così gli operai saranno al sicuro daogni pericolo ». E gli operai, pagani come il presidente,vollero una medaglia dell'Ausiliatrice da mettersi alcollo. Tre giorni dopo l'operaio al bulldozer si presentatutto mortificato alla direttrice : « Suora, mi scusi,durante il lavoro ho perso la medaglia della Madonna,ho cercato in mezzo alla terra ma non l'ho trovata :me ne potrebbe dare un'altra? ».

Operai e bambini sono divenuti amici per la pelle ;nei momenti di riposo gli operai si intrattengono conloro cercando di farli divertire e dicono alle Suore :« Noi lavoriamo qui da voi non per i soldi, ma perfare una bella casa per questi bambini » . E realmente-lavorano con ardore e dedizione .

Durante il lungo periodo dei lavori di costruzione,morirono due dei bimbi più piccoli. Gli operai volleroassistere al funerale ; non solo, ma vollero portare lorole piccole bare al cimitero e le coprirono letteralmentedi fiori.

Quando uno degli operai ebbe un piccolo incidente,senza conseguenze gravi, i bimbi più grandicelli corseroin chiesa a pregare la Madonna perchè gli ottenesseda Gesù una pronta guarigione .

Durante i primi due mesi dei lavori, quando il bull-dozer doveva asportare roccia e terra dal fianco dellamontagna, non cadde una goccia d'acqua . Le comaridel vicinato solevano dire : « I nostri ortaggi sonosecchi, ma i lavori di sterramento del "Giardino delPiccolo Giglio" hanno potuto procedere senza dila-zione : si vede che il Signore vuol bene a quest'opera » .

Ora la bella e imponente costruzione di sei piani sieleva sul fianco della montagna : locali ampi e pieni diluce sono come un sogno in paragone di quelli dellavecchia costruzione . Una suora mi diceva con unagioia schietta : « Finalmente i bambini hanno una casasicura, ariosa e piena di sole; e anche noi possiamodormire tranquille » .

I bimbi al presente sono 115, dai lattanti di pochigiorni a quelli del giardino d'infanzia, accuditi da15 suore e da personale esterno .

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Beppu (Giappone) . li nuovo edificio del«Giardino del Piccolo Giglio» .Accanto, una parte della vecchia casa

Don Luigi Fushiki Motoyasu,exallievo del «Giardino»,ha celebrato una delle prime Messenel suo antico nido

« II vostro Dio lavora con voi »

Con un po' di indiscrezione ho chiesto la spesa diquesta costruzione e ho saputo che si aggira sui 200milioni di lire italiane . La direttrice, quando pensa aidebiti, sembra perdere la sua giovialità, ma le Suorele fanno coraggio : « La Madonna - dicono - ci hasempre aiutate anche con grazie straordinarie ; nonvorrà certo abbandonarci ora che ne abbiamo mag-gior bisogno » . La Provvidenza infatti non sta inope-rosa. La prefettura di Oita ha concesso un aiuto di17 milioni di lire con questa motivazione : « Il Giardinodel Piccolo Giglio non ha mai rifiutato di ricoverarei bimbi più disgraziati raccomandati da questa pre-fettura ». È da notare che mai la prefettura di Oitaha concesso sussidi a opere private . La carità compiemiracoli .Da Tokyo il Ministero della Pubblica Sanità ha

concesso 34 milioni di lire . Tutte le pratiche furonocondotte a termine dagli uffici della prefettura di Oita .Quello che ha colpito gli incaricati di queste pratichefu la rapidità con cui fu consegnata la somma, tantoche dissero alle Suore : « Il vostro Dio è con voi e lavoraper voi ».

In una città come Beppu il lavoro di evangelizza-zione è estremamente difficile . Eppure le opere catto-liche sono fiorenti e ogni anno ci sono belle conversioni .Senza dubbio è la carità di Cristo che muove i cuorie li fa aprire alla grazia . Beppu ha parecchie di questeopere caritative, ma la più conosciuta, la più bella ècertamente quella del "Giardino del Piccolo Giglio" .Sono le preghiere di tanti bimbi innocenti, sono i sacri-fici nascosti delle Suore che attirano le benedizioni diDio. Dove c'è carità c'è Dio, perchè Dio è carità .

Il venerando missionario salesiano don AlbanoCecchetti, che da 22 anni aiuta in tanti modi que-st'opera, mi scrive : « È costata grandi sacrifici alleSuore e anche a noi salesiani . Le Suore lavoravanoanche da sarte per la gente di fuori, tenevano mucche,galline e conigli . . . In principio la popolazione erafredda, ma poi si . . . scaldò fino all'entusiasmo e oranon solo Beppu, ma tutta la Provincia e tutto il Giap-pone ammirano un'opera che è, nel suo genere, dellemigliori del Giappone ».

L'albero si conosce dai frutti . Se guardiamo ai fruttidi quest'opera, possiamo dire che l'albero è veramentebuono. Tra gli exallievi si possono contare belle voca-zioni religiose, tra cui tre sacerdoti salesiani . In questitempi di contestazione e di insofferenza, l'opera diBeppu parla agli uomini col linguaggio del Vangelo,col linguaggio dell'amore e della carità ; ed è per questoche tante anime sono attratte a Cristo e alla Chiesa .La Chiesa cattolica è conosciuta in Giappone per lesue scuole, ma soprattutto per le sue opere caritativesparse in tutta la nazione . Questo è il pegno più bellodi un futuro consolante sviluppo dell'evangelizzazione,perchè nulla resiste alla carità .

DON GIOVANNI MANTEGAZZAparroco salesiano a Tokyo

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Ecuador è una delle 20 Repub-bliche dell'America Latina, si-

tuata sul parallelo massimo a ugualdistanza dai poli, tra Colombia ePerù. Possiede una superficie comel'Italia con 5 .508.000 abitanti trabianchi, meticci e amerindios, comeQuichuas, Colorados e Jibaros .Si divide in tre zone : pianura

affacciata al Pacifico ; altopiano delleAnde a ventaglio tra i 4 e 6 .000 m .d'altezza con un rosario di vulcani ;versante e foreste amazzoniche versoil Brasile .

Guayas, il fiume principale delPacifico con una foce di 4 km . d'am-piezza sul porto di Guayaquil, ha incostruzione un ponte progettato daun consorzio di Ditte italiane .Il Paese scarseggia di strade e

possiede una linea ferroviaria cheunisce il porto di Guayaquil (700 .000abitanti) con la capitale Quito(401 .811 abitanti). Città della cul-tura e delle arti è Cuenca con circa100.000 abitanti .

Il clima ardente della linea equa-toriale è temperato dall'altopianoandino e dalla corrente fredda diHumboldt che lo fa oscillare inmedia tra i 20 e 30 gradi con cinquemesi dì piogge e sette di secco. Lalussureggiante vegetazione durantetutto l'anno gli meritò il soprannomedi Paradiso d'America . Con metodisemplici produce banane, cacao, caffè,riso, canna da zucchero, cotone, man-dioca, mais e ogni specie di frutta .

Condizioni socialiSenza voler parlare delle città che

concentrano i tesori della storia,dell'arte coloniale e del benessere dipochi, restringiamo il discorso allagran massa del popolo che s'inurbatumultuosamente o che vive del-l'agricoltura nelle campagne e dellapastorizia sugli altipiani andini .

L'urbanismo violento (Guayaquilin 20 anni si è triplicata) impedisceche si possano offrire tempestiva-mente gli elementari servizi umanidi acqua potabile, fognature, straded'accesso, scuole, chiese, ospedali,mercati, case popolari, ecc. Cosicchèsi assiste al fenomeno di capanne diadobes (fango impastato con fieno)delle Ande e di baracche di legno,che durante i 5 mesi di piogge tropi-cali si vedono allagare e trasformarein palafitte, nella pianura costiera.

la Missione

tra Ì Kìvari

dei contesto

socìolouìco

iii un mondo

in sviluPPo

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limón (Ecuador) . A questovillaggio, fondato nel 1936dal missionario don TommasoPia, il 12 dicembre scorso ègiunta le carrozzabile, che lounisce con la Sierra

Capanna di canne e di paglia,abitazione della maggior partedegli Indios campesinos

Vivono pigiati su stuoie o gra-ticci, fino a una decina di personein una o due stanze, che fungonospesso da granaio, cucina, dormi-torio . Ciò fece dire al sociologoAbbé Pierre che certe situazionicostiere sono precarie quanto quelleche aveva viste nell'Asia .

L'analfabetismo assoluto ascendeal 45°0, Tra i bambini iscritti allascuola il 50t' r , si ritirano dopo laprima classe, e solo il 25%, finisce leelementari . I matrimoni sono precocitra i 16 e i 20 anni e i figli illegittimiascendono al 3000.

L'ali nientazione degli indio , è ri-dotta a un pasto giornaliero a basedi grani e di frutta . A cena si consu-mano i residui del pranzo . s e ve nefurono, e una infusione di erbe aro-matiche .

Diffuse le malattie tropicali cau-sate da acque infette, come la ma-laria e le parassitosi : la tubercolosie l'alcoolismo, unica evasione dallamiseria della vita .

L'alimentazione povera spiega loscarso rendimento del lavoro del-l'agricoltura e dell'industria inci-piente. I pochi salariati guadagnanoin media da 300 a 4(f) lire al giorno .Devono perciò lavorare quasi duemesi per comprarsi un vestito.

Tra i Kivari inoltre c'è la poliga-mia con certa inferiorità della donna .che oltre le faccende di casa e l'edu-cazione (lei figli . deve sobbarcarsiall'agricoltura e ai lavori pesanti,mentre il marito attende solo allacaccia e alla pesca . La Religione (leiKivari si basa sul culto delle forzedella natura, celebrato con danze efeste orgiastiche sotto la direzionedello stregone, che possiede un'im-ponente conoscenza delle capacitàcurative delle piante .

Il palo secco è fiorito

Le nostre missioni tra i Kivaridell'Ecuador ebbero inizio 75 annior sono con mons . Giacomo Costa-magna, che, osteggiato nel suo lavo-ro, passò nell'Argentina, dove chiusesantamente i suoi giorni . Gli suc-cesse mons . Domenico Comin . tem-pra di pioniere e di missionario dipunta, che lavorò nel Vicariato peroltre 40 anni e morì a Guayaquilnel 1963 .- Santità - aveva detto mon-

signor Comin al Papa Benedetto XV,

- stiamo innaffiando un palo seccoda quasi 30 anni!- Non vi scoraggiate - aveva

risposto il Papa - chè fiorirà .Perchè il palo fiorisse tra i Kivari

fu necessario cambiar di metodo .Senza abbandonare del tutto gliadulti . s i concentrarono le forzed'urto sulla educazione delle nuovegenerazioni .

La Chiesa si era manifestata inef-ficace senza la scuola. Ma anche lascuola non poteva attrarre e con-servare masse di giovarti che vive-vano disseminati nelle foreste ine-stricabili a tre o quattro giornate didistanza .Fu dunque necessario costruire

in ogni Nlissione internati capaci diospitare ragazzi e ragazzi- . perchènelle scuole missionarie assimilasseroil Vangelo, la civiltà, l'abitudine allavoro, per il trapasso dal nomadi-111110 di cacciatori all'agricoltura convillaggi stabili .

Questo duplice compito sottomisei missionari a un lavoro improboper provvedere alloggi . alimenti,vestiti, scuole ed educazione eri-stiaua, in un'epoca in cui il laicatocattolico in letargo con le offertedell'annuale giornata missionaria amalapena copriva le spese di forma-zione e di viaggi dei missionari, chedo-,(-vano limitare a uno o due iritorni in patria in tutta una lungavita d'apostolato. Fu la mancanzadi denaro che fece credere, in tempipassati. che il missionario fosse unuomo avulso per sempre dalla fami-glia e dalla patria .

Con le innovazioni accennate ilpalo attecchì, si propagò con suc-cessivi smembramenti e oggi aspettal'ora di maturare in diocesi delRegno di Dio, fecondato dai sudorie dal sangue delle avanguardie diDon Bosco .

Una irruzione di operedi civiltà

Dopo 75 anni, il Vicariato diMéndez dispone di questo quadro diforze: un Vicario apostolico nellapersona di mons . José Félix Pin-tado; 59 salesiani tra sacerdoti, coa-diutori e chierici; 63 Figlie di MariaAusiliatrice con un compito insosti- 27

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Spettacolo danzante di un kivarettodi 4 anni : vi assistono i genitori

Un supplementodi scuola di aritmeticaper bambine ritardate

tuibile nell'educazione della gioventùfemminile, nell'assistenza agli am-malati e nella catechesi agli adultie alle nuove famiglie cristiane ; 5Figlie dei Sacri Cuori, fondate dalsalesiano don Luigi Variara; un semi-nario con 130 nativi; 40 tra novizi,filosofi e teologi in formazione .

Le tredici residenze missionariedistano le une dalle altre fino a 5giorni di viaggio nella foresta ver-gine e sono separate da fiumi tradi-tori, che ingoiarono annegati alcunimissionari e catechisti tra cui donRoubi, il sig . Isidoro Rigatti e i chie-rici Carollo e Offmans .

I viaggi di raccordo non si fannosu destrieri del "Far West", ma apiedi con la scure per tagliare leliane, tra insetti, serpenti e vampiriche durante la notte prestano il ser-vizio della ventilazione in cambiodel sangue che succhiano . . .

Un Istituto Magistrale misto ac-coglie e prepara i Catechisti-Maestri .

Due Scuole d'Agricoltura con col-tivazioni sperimentali sopperisconoalle necessità degli internati .

Funzionano inoltre una Scuolaprofessionale a Cuchanza, 10 corsi dicucito e cucina per ragazze, 71Scuole elementari con 251 maestrie 7995 tra alunni e alunne, di cuila metà ospitati e alimentati in 20internati .

Tre Ospedali, di cui il più recentea Gualaquiza, costruito interamentea spese della Misereor dei CattoliciTedeschi, sono appena sufficientiper la cura dei malati . Completanoil servizio sanitario trentasei dispen-sari assistiti da 3 medici, 3 infer-miere europee e una dozzina d'indi-gene oltre le Suore .

Le tredici radio trasmittenti sonoprovvidenziali per annunciare alcentro lo scoppio di epidemie, infor-tuni, fabbisogni, catechesi, corsi dipredicazione ed educazione agricola .

Tredici campi d'aviazione di for-tuna facilitano il trasporto di missio-nari, medici, alimenti, medicine, ecc .

Tutto questo si è reso indispen-sabile anche per tenerci alla paricon i protestanti, che gestisconouno tra i più rinomati Ospedalidell'Ecuador e la "Radio Voz delos Andes" con %emissioni in trelingue per tutta l'America latina .È la radio più ascoltata per mu-

sica religiosa, notizie ufficiali e tra-smissioni di proselitismo . Non cisarà un cattolico apostolo che livoglia emulare offrendo dischi allaTrasmittente cattolica Kivara diSucua?

Missionari costruttori

Il fatto che la nostra provincia,nonostante il groviglio della foresta• le immense distanze, segnala l'in-dice più basso dell'analfabetismo ditutto l'Ecuador, sta a testimoniarel'efficacia civilizzatrice del lavoromissionario .

Inoltre consta che i nostri Kivarisono più attivi, intraprendenti eprogrediti di molti indios che vivonoda più secoli in contatto con i colo-nizzatori .Don Giovanni Ghinassi codificò

la grammatica e il dizionario Kivaro .Don Siro Pelizzaro raccolse connastri magnetici la musica e letradizioni, che furono pubblicatein un'antologia da don DomingoBarrueco.

Il coadiutore Giacinto Pankeri ei sacerdoti don Albino Del Curto edon Natale Lova costruirono chiese,residenze, scuole, centrali elettriche• persino raccordi stradali tra Mis-sione e Missione, quando questiproblemi esulavano affatto dai pro-grammi delle amministrazioni locali .Da alcuni decenni i missionari

sono stati gli unici pacificatori chehanno diretta l'integrazione terri-toriale tra i Kivari, re della foresta,•

le penetrazioni ininterrotte di co-loni in cerca di terre da coltivare .

Grazie ai missionari, non solo c'èrispetto e tolleranza tra razze op-poste, ma è in marcia un pianocoraggioso di colonizzazione dellapianura del fiume Upano per unmigliaio di famiglie lungo un per-corso di 100 km. con terreni, case•

qualche capo di bestiame per ognifamiglia .

Fu in questo centro che l'opera-zione Mato Grosso costruì nell'ago-sto 1968 un ospedale, un centrosociale con scuole, radio e segheria .

Si spiega così come le razzie disterminio tra le tribù con i trofei ditzanzas o teste mummificate sianoormai un triste ricordo. Anche lapoligamia e l'infanticidio scompaiono

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per dar luogo a famiglie monogame,associate in Cooperative Shuara di13.430 soci, che allevano un sei-mila capi di bestiame .

Una domanda al lettoreLe spese annuali ascendono a

circa 150 milioni di lire: 10 sonofrutto della Giornata Missionariamondiale, 70 milioni rappresentanol'aiuto del Governo Ecuadoriano. Ilresto delle spese per alimentazione,salari dei maestri, costruzioni, viaggie spese sanitarie è sopperito dallavoro dei missionari, da offertesporadiche di benefattori degli StatiUniti e d'Italia e da una catena didebiti in attesa di chi li copra . . . o licondoni .

A questo punto viene spontaneauna domanda al lettore : Quale è iltrio ruolo nell'espansione del Regnodi Dio? Non potresti dedicare qual-che lira di quelle che vanno in fumo,il costo di un viaggio di piacere o diun soprammobile non necessario?Perchè non consacrare alcuni annidella tua vita al servizio e allapromozione sociale dei fratelli diquesto Terzo Mondo? Sarebbe unaforma di contestazione contro lavita egoistica e frivola di tanti chesi danno a contestazioni sterili e adistruzioni vandaliche . Sarebbe so-prattutto un modo concreto perrivelare con la propria vita una fedenella quale - come si augura il Con-cilio - « le gioie e le speranze, letristezze e le angoscie degli uomini dioggi, dei poveri soprattutto e di tutticoloro che soffrono, siano pure le gioiee le speranze, le tristezze e le angosciedei discepoli di Cristo »-

Non saprei chiudere meglio que-sta breve e forzatamente scheletricarievocazione del lavoro compiuto daimissionari salesiani tra i Kivari del-l'Ecuador, che proponendo alla rifles-sione dei lettori il numero 47 del-l'Enciclica di Paolo VI "PopulorumProgressio", che dice testualmente :

« Ciascuno esamini la sua coscienza,che ha una voce nuova per la nostraepoca. È egli pronto a sostenere colsuo danaro le opere e le missioni orga-nizzate in favore dei più poveri? . . .a lasciare, ove fosse necessario, il pro-prio paese, se è giovane, per aiutarequesta crescita delle giovani nazioni? » .

DON FULVIO BOTTOsalesiano

PER COOPERATORI

Muzzano (Vercelli) : 10-13 agostoComo - Salesianum : 7-10 settembreRocca di Garda (Verona) : 3-6 agostoCison di Valmarino (Treviso) : 20-24 agostoMontericco di Monselice (Padova) :28-31 agostoCoi di Nave (Imperia) . Soggiorno DonBosco : 26-30 settembreLoreto - Montereale : 22-26 agostoSeiano (Napoli) : 15-19 settembreZafferana (Catania) : 1-5 agosto

PER COOPERATRICI

Muzzano (Vercelli) : 30 luglio-3 agostoMuzzano (Vercelli) : 5-9 agostoMuzzano (Vercelli) : 1-5 settembreSaluzzo (Cuneo), Villa Regina M . :24-28 agostoComo - Salesianum : 10-14 agostoVarese - (P . Libertà, 9) : 6-10 settembre(anche signorine)Zoverallo di Verbania, Casa M . Mazzarello :15-19 settembre (anche signorine)Col di Nava (Imperia), Soggiorno DonBosco : 26-30 settembreCalci (Pisa), Oasi Sacro Cuore : 7-10 ago-stoLoreto - Montereale : 27-31 agostoAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Mis-sioni : 2-6 settembreCagliari : 15-19 settembreSeiano (Napoli) : 21-24 settembreSoverato (Catanzaro) : 22-26 settembreReggio Cal ., Ist . M . Ausiliatrice : 17-21 settembre

PER CONIUGIMuzzano (Vercelli) : 14-18 agostoMuzzano (Vercelli) : 19-23 agostoComo - Salesianum : 9-12 settembreSestri Levante (Genova) : 22-26 agosto(ospitalità e assistenza ai bambini)Sestri Levante (Genova) : 21-25 settem-bre (ospitalità e assistenza ai bambini)Calci (Pisa), Oasi S . Cuore: 1-3 agostoSeiano (Napoli) : 15-19 settembrePotenza, Casa S . Cuore : 27-30 agostoCerisano (Cosenza) : 27-30 agostoZafferana (Catania) : 20-24 settembre

PER SACERDOTIMuzzano (Vercelli) : 8-13 settembreComo, Salesianum : 9-15 novembreAlbano - Frattocchie (Roma), Oasi Mis-sioni : 21-27 settembre

PER GIOVANI1. FIDANZATISoverato (Catanzaro) : 27-30 settembre2. UNIVERSITARILoreto - Montereale : 1-5 settembre3. SEMPLICEMENTE GIOVANIMuzzano (Vercelli) : 10-13 agostoGenova-Voltri, Villa Azzurra : 13-16 sett .Seiano (Napoli) : 3-7 agosto (per signo-rine)

CORSI DI ORIENTAMENTO

PER SIGNORINELoreto - Montereale : 17-21 agostoCagliari : 10-14 settembreZafferana (Catania) : 20-24 settembre

Per informazioni e iscrizioni rivol-gersi al «Delegato Cooperatori»della locale Casa Salesiana o delleFiglie di Maria Ausiliatrice, oppuredi quella più vicina . 29

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LA MACCHINA RIDOTTA A ROT-TAMI, LE PERSONE ILLESE

Mentre mi recavo a trovare una mia figliaammalata a Cuneo con una macchinaguidata da un'altra mia figlia, giunte neidintorni di Fossano, abbiamo avuto ungrave incidente . Siamo andate a cozzarecontro un camion : la macchina è stataridotta in uno stato inservibile e noi fum-mo buttate a terra fuori dei sensi . Ci tro-vammo poi nell'ospedale di Fossano, cir-condate dai parenti, che persone carita-tevoli si erano interessate di rintracciare.Se il colpo, contro ogni giudizio umano,non fu fatale per noi, lo dobbiamo a MariaAusiliatrice e ai Santi salesiani, ai qualici eravamo raccomandate prima e ancoradurante il viaggio. Riconoscenti, offriamoalcuni oggetti personali a noi carissimiperchè Maria Ausiliatrice e Don Boscocon la loro famiglia di Santi continuinoa proteggerci .Priocca d'Alba (Cuneo)

TARABRA VITTORIAGovone (Cuneo)

BRUNO CELESTINA

«QUALCUNO HA FATTO CIÒCHE NESSUNO DI NOI AVREBBEPOTUTO FARE »

Nella mia famiglia l'assistenza dell'Ausi-liatrice e di S . Giovanni Bosco si è rive-lata più volte prodigiosa . Desidero per-tanto esprimere profonda gratitudine se-gnalando alcuni casi in cui il loro inter-vento è stato tangibile . Anni fa, venni im-provvisamente colpito da ulcera perforatain forma molto grave. Fui sottoposto d'ur-genza a intervento chirurgico in extremis.I miei familiari ed io stesso ci rivolgemmoa Maria Ausiliatrice e a Don Bosco (cheè il Santo della nostra famiglia) e io riusciia superare il grave intervento e a ripren-dere in breve tempo il mio lavoro .Una seconda grazia, che tutti hanno de-finito un miracolo, si riferisce alla guari-gione del mio primo nipotino Stefano nelmaggio del '66 . All'età di nove mesi, ilpiccolo venne colpito da gravi disturbidell'apparato digerente ; in breve l'ad-dome si gonfiò in modo spaventoso e fuvicina la fine . Dopo un inatteso miglio-ramento, ecco la scoperta dei medici :peritonite con sacca di pus. Era la finedi ogni speranza . Si tentò l'intervento cheil piccolo sopportò bene . Si stava aprendouno spiraglio di salvezza, quando l'inte-stino si spaccò lasciando fuoruscire dallaferita aperta feci e pus. Preclusa la via a -ogni speranza umana, ci affidammo conangoscia senza nome alla Vergine Santae a Don Bosco. Molti si unirono a noinella preghiera. E, contro ogni speranza,

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Stefano si riprese, l'intestino e la ferita si

PERINTERCESSIONEDI MARIAAUSILIATRICEE DI SAN G. BOSCO

richiusero spontaneamente, e in modocosì miracoloso da far esclamare ai me-dici : « Qui è intervenuto qualcuno che hafatto ciò che nessuno di noi avrebbe po-tuto fare » .Nell'autunno scorso mio figlio Francescoebbe la mano destra stritolata da due po-tenti rulli : da un simile incidente ci si po-teva attendere l'amputazione, ma l'inter-vento dei Santi salesiani è stato anche inquesto caso ben evidente e la mano fusalva . Mentre esprimo la mia ricono-scenza per la protezione avuta, continuoad affidarmi alla loro assistenza con lamia famiglia .Chions (Pordenone)

DANTE SAC/LOTTO

IL MALATINO AVEVASOLO UN GIORNO DI VITAPiù di una volta ho sperimentato la po=tenza dell'intercessione dell'Ausiliatrice ee dei Santi salesiani . E una volta ho pro-messo di rendere pubblica la mia ricono-scenza. Fu nell'estate del '65, quando unmio nipotino, Edoardo, alle ventiquat-tr'ore dalla nascita, manifestò un itteroprecoce. Lo si portò all'ospedale dei bam-bini, dove sopraggiunsero tante compli-cazioni, le più inaspettate ; tanto che ilpiccolo giunse in fin di vita . Fu allora chelo affidai a Maria Ausiliatrice e a tutti inostri Santi . Dopo qualche giorno fu col-pito da un'acuta gastroenterite . Nonc'erano rimedi che gli giovassero e i me-dici non sapevano più che fare . Altrecomplicazioni indebolivano il bambinorendendo il caso sempre più enigmatico .Ma era pur sempre affidato all'Ausilia-trice . E fu salvo . Ora ha tre anni e mezzoe gode di una grande vitalità . Ultima-mente la sua sorellina di 5 anni fu colpitada angina difterica . Questa volta eraEdoardo che pregava la Madonnina perla sorellina . E la dolce Ausiliatrice è nuo-vamente intervenuta e ha salvato anchela nipotina .Palermo

CAROLINA FIORICAexallieva delle Figlie di M. A .

GUARITA DA ARTERIOSCLEROSICEREBRALEUn anno fa, mia sorella Teresa fu colpitada grave arteriosclerosi cerebrale. Essasoffriva tanto, fisicamente e moralmente,e i familiari soffrivano con lei . Ci rivol-gemmo con fede a Maria Ausiliatricechiedendo anche l'intercessione di donAndrea Beltrami perchè le ottenessero laguarigione. Con cure adeguate e con laloro intercessione, mia sorella è guarita .Cavour (Torino)

CATERINA BUFFA

C/ HANNO PURESEGNALATO GRAZIE

Abramo Antonietta - Abritta Anna - AccorneroVirgilio - Agostinis D'Orlando Andreina - Ago-stoni Felicita - Agrò Antonio - Aimone Cristina- Albano Maria Francesca - Alberghi BeltramiEleonora - Albini Lina - Alfiero Palmira - AllaraCristina - Alois Camilla - Aloisi Agrippina -Altamura Elena - Amato Sebastiana - AmerioGiuseppe- Amicabile Ivana - Amici Degli ElciAngela - Amico Giuseppe - Andriolo Silvestro -Angeleri Emma - Angerani Giuseppina - AnsaldiAvataneo Lucia - Antonaci Marisa - AntonuccioBruno Carmelina - Anzaldi Sciolebba Franca -Arduino Antonia - Argento Domenica - Arna-boldi Pavanelli Rosa - Arrigoni Ancilla - AttinaLina - Atzori Mario - Auditore Amalia - Badala-menti Biagio - Dadino Rosalba - Bado Francesca -Baggio Gemma - Baiocchi Lina - Baraffa M. Anto-nietta - Baragno Bianca - Barba Giuditta - Bar-baro Francesco - Barbatti Ardena - BarberisAdriana - Barberis Maria - Barbero Barbara -Barbero Lucia - Basile Antonietta - BassignanaNovarese Maddalena - Bassino Mosca Rosetta -Basteris Ottavia - Battaglia Caterina - Bava Sorelle- Bellantone Angela - Bellini Emilia - BellinoGiuseppina - Belloli Colombo Teresa - BelloniAntida Giovanna - Benasso Luigi - Berardi Maria- Beretta Castelli Vittoria - Bergadano Modesta -Berguet Vincenzo - Bernini Guglielmina - BertaElio - Bertazzo Teresio - Bertocchia Luigia -Bessone Angelo - Bianchi Antonietta - BianchiSorelle - $lardi Lidia Lina - Bieler Giuseppe -Bignetti Battista e Nunzia - Bin Sofia - BiancoPuglisi Maria - Boccato Marina - Boetti AnnaBogarelli Angela - Boggia Ivia - Boido Maria -Bolis Frosio Anita - Bona Maria - BonacinaEmma - Bonetti Giuseppina - Bonichi Maria Pia -Bonino Maria - Bonizzoni Giuseppe e Germana -Borgogno Regina - Boriano Giuseppe - BorsatoCecilia - Borsetto Coniugi - Botindari Giuseppe- Bottino Margherita - Botto Ida - Brando Con-cetta - Briglia Irma - Brindani Musatti Beatrice -Brioglio Caterina - Broglia Rosella - Brotto Cecilia- Bruno Calderera Rosa - Brusato Carolina -Bruschi Maria, Simona e Bruno - Buccole SorceGiovanna - Buonacore Anna - Buonomo Carmela -Burgay tves - Burgay Teresa - Butini Roberto- Buvaglio Giuseppina - Cadil Francesco - CalaGiovanni - Calvo Giuseppa - Calzoni GilardiCarla - Campagna - Cancilla Antonina - CanolaLucia - Cao Rina - Capella Carmelina - CapelloPiergiorgio - Capitano Carla - Capello Giuseppina- Capra Giuseppe - Capusso Luigina - CareniniCarmen - Carlino Francesco - Carminato Rina -Carotti Ginetta - Carpi Elena - Carracoi Anto-nietta - Carughi Camilla - Casani Giuseppina -Cassina Gina - Catapano Eva - Catterchio Bene-detto - Cattoretti Milani Ines - Cavagna Giusep-pina - Cavaliere Vincenzo - Cavalli Giuliana -Cavalli Luigi - Cavoletto Domenica - CecconiElena - Cerime Paola - Cesana Adele - CesarioIolanda - Certa Anita - Checozzo Lina - Chiap-petta Rosa - Chiarenza Rosa - Chiesi CamillaCiocca Paola - Cirincione Concetta - CocciaD'Amico Teresa - Cojetti Giuseppina - Colom-bani Marcenaro Piera - Colombo Giuseppe -Colombo Pilotto Luigina - Comba Lucia - Con-gemi Placido - Contino Pietro - Conto Giovanni -Conversano Adelina - Conzatti Elena - CoraciMazza Giuseppina - Cordaro Suor Carmela -Corno Orsola - Corrado Isabella - Corti Iride -Cossa Delfina - Costa Concettina Costa Giu-seppe - Costantini Mario - Cotza Tarcisia - Cra-mero Giuseppe - Crippa Domenico - Crispi Sil-vana - Cuaz Federico - Cuccomino Maddalena -Cugnonatto Margherita - Cuomo Dott . Vincenza -Cusinato Marina - Dagna Severina - Dal CheccoFernanda - D'Alessandro M .llo Lorenzo - DalGiudice Bianca - Dalmasso Musso Lea - DamianiEledis - Dapelo Angela - Dassano Elsa - De BalsiAttilia - De Cosmo Anna - Dego Rosa - Del BoscoGino - Del Giudice Lucrezia - Della Valle Fam . -Delle Baite Lucia - Del Prino G . Battista .

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SCRIVE UN BAMBINO DI 7 ANNI

Reverendo Padre,sono un bambino che fin dal momentoche i miei genitori mi attendevano, fuimesso sotto la protezione di San Dome-nico Savio. Ora ho sette anni, faccio laprima elementare, sempre mi aiutò spe-cialmente in questi giorni . Avevo l'epa-tite virale, io l'ho pregato tanto e insiemei miei cari genitori . Egli in dieci giorni miha fatto guarire . Voglio che questa graziala faccia sapere sul Bollettino, io pro-metto sarò buono .Ome (Brescia)

GIUSEPPE BONIOTTI

PREGHIERE E CARITAPREMIATE

Nacque la bimba di una mia amica e fubattezzata Patrizia . Dopo pochi giorni fucolta da convulsioni, che si ripeterono neigiorni seguenti e la bimba fu dichiaratain pericolo grave. Ricordando le grazie diSan Domenico Savio, iniziai subito unanovena al caro Santo e promisi un'offertaper il Seminario . La bimba, già dichiaratagrave, migliorò e fu dimessa dall'ospedalein ottime condizioni .Poco dopo un'altra bimba, affetta dabroncopolmonite, giunse in pericolo dimorte a causa di complicazioni portatedalla ghiandola timo. Vedendo la mammadisperata, subito iniziai una novena e ri-feci la promessa precedente. Anche que-sta volta San Domenico Savio ascoltò lapreghiera e ridiede la bimba sana ai ge-nitori .Cuorgnè (Torino) MARILIVE BAUDINO NIGRA

PREGA PERCHÈ IL SANTOLE APRA UNA VIA

Il mio piccolo Roberto si ammalò di ne-frite. Dopo sei mesi, nonostante le cure,il bambino era ancora al punto di par-tenza. Il medico allora mi consigliò di ri-coverarlo in ospedale. Dopo 35 giorni didegenza, lo riportai a casa leggermentemigliorato. Trascorso un mese, era dinuovo peggiorato. Il medico era seria-mente preoccupato poiché temeva chela malattia divenisse cronica e inguari-bile . Mi rivolsi allora a San DomenicoSavio, misi al collo del bimbo l'abitino eincominciai una novena di preghiere per-chè il Santo ci aprisse una via . Ed eccoche mi viene consigliato di portare il bam-bino a Milano, dove fu scoperto il puntodi partenza dell'infezione . Dopo 15 giorniil bimbo era guarito così bene che i me-

PERINTERCESSIONEDISAN DOMENICOSAVIO

dici ne rimasero sbalorditi . Anzi uno diessi, non credendo ai propri occhi, lovolle tenere sotto controllo per sei mesi .È passato un anno e il bambino sta benis-simo. Abbiamo dimostrato la nostra rico-noscenza al piccolo grande Santo coinostro pellegrinaggio a Torino .Samarate (Varese)

RINA VENTURELLI

LA DIAGNOSI SEMBRAVADISPERATA

Il mio nipotino Marco, a otto mesi, fu col-pito improvvisamente da grave malattia .I medici lo fecero immediatamente rico-verare in ospedale, dove gli praticaronovari esami, in seguito ai quali la loro dia-gnosi sembrava disperata e il piccolo per-deva conoscenza . Allora mi rivolsi fidu-ciosa a San Domenico Savio mettendoal collo del piccolo l'abitino miracoloso .Con i suoi genitori facemmo la novenae lentamente, ma decisamente cominciòa migliorare. Ora il piccolo Marco crescesano, vispo e buono, perfettamente gua-rito, e porta al collo l'abitino del Santo .Riconoscente accludo una mensilità dellamia pensione .Tortona (Alessandria)

MUTTI MARIA ved. GIANELLI

« UNA SERA PENSAVO AI MIEITRE BAMBINI . . .»

Quindici giorni dopo la nascita del mioterzo figlio, sono stata operata per emor-ragia e in pericolo grave di vita . Dopol'intervento, per dodici giorni ho avutofebbre alta e nonostante la somministra-zione degli antibiotici più moderni, la feb-bre non scompariva . Il chirurgo e gli altrimedici chiamati a consulto, non sapevanospiegarsi la causa della febbre, perchè daivari esami non risultava niente. Una serapensavo ai miei tre bambini che avevanoancora tanto bisogno di me enon riuscivoa trattenere le lacrime . Proprio quella seramio marito, rassettandomi il letto, si ac-corse che tra la rete e il materasso c'eraun libriccino di San Domenico Savio . Lolessi e mi sentii più serena . L'indomanichiesi alla suora l'abitino di San Dome-nico Savio, lo indossai e iniziai una no-vena al prodigioso Santo . Il giorno dopoil medico mi toglieva quasi tutti gli anti-biotici e le fleboclisi . La febbre, che erascesa sotto i 38°, a poco a poco scom-parve. Grata, segnalo la grazia e promettoparticolare devozione al piccolo grandeSanto.Campofelice Roccella (Palermo)

CAROLLO ANGELINA nata BANNO

GENITORI PREMIATINELLA LORO FEDE

Sono venuta a conoscere da poco tempoSan Domenico Savio, ma subito ho sen-tito una grande fede nell'intercessione diquesto piccolo gigante . Dopo due ma-ternità interrotte, anche la terza dava pre-visioni allarmanti, tanto che il dottore chemi curava mi disse: « Solo Dio può aiu-tarci» . A queste parole ho subito chiestol'abitino del Santo e l'ho pregato congrande fede. San Domenico non mi hadelusa . Due mesi fa, tra la gioia nostra edi quanti seguivano le nostre ansie, ènato il mio piccolo Luca. RingrazioSan Domenico Savio, promettendo didiffonderne la devozione .Mestre (Venezia)

BERTA BASOTO

Sposata dal '56, non avevo ancora avutola gioia di portare a termine nessunadelle quattro maternità. Un giorno vennea trovarmi una signorina abbonata alBollettino Salesiano e mi portò diversinumeri da leggere. Rimasi meravigliatadelle grazie che fa San Domenico Savioalle mamme e affidai a Lui la mia quintamaternità . Al sesto mese sembrava do-vessi perdere anche questa . Pregai piùintensamente, sempre tenendo al collol'abitino, e oggi posso dichiarare congioia che è nata la mia Alessandra, cheha già otto mesi e gode ottima salute .Cadoneghe (Padova) ANTONIETTA PINTONATO

Avevamo perduto ogni speranza di poteravere bambini . Ci siamo rivolti a SanDomenico Savio indossandone con fedel'abitino e abbiamo avuto la grandegioia di ottenere dal piccolo Santo lagrazia desiderata . Adesso abbiamo unbel bambino, florido e sano, che ab-biamo messo sotto la protezione delcaro Santino e per questo l'abbiamochiamato Domenico.Palermo VINCENZO E ROSALIA CONSIGLIO

Aspettavamo con gioia la prima crea-tura che avrebbe allietato la nostra casa .Ma appena nato, sembrò non dovervivere . Mi ero affidata fin dall'inizio aSan Domenico Savio e non fui delusa .Vedendo il caso farsi disperato, ho su-bito fatto mettere al mio bambino l'abi-tino che indossavo io . Dopo dieci mi-nuti dalla nascita cominciò a dar segnidi vita, gli fu praticata la respirazioneartificiale e fu tenuto sotto controlloper sette giorni. A poco a poco si ri-prese e ora sta bene.Palermo

ROSETTA VINCIGUERRA 31

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SALESIANI DEFUNTI

Sac. Giorgio Pech t a Muyurina (Bolivia) a 6q anni .Dalla nativa Slesia nel 1925 era venuto pellegrino a piedi in Italiaper assistere alla canonizzazione di Santa Teresa del Bambino Gesù,• la Santa gli ottenne la grazia della vocazione religiosa e salesiana .Nel 1928 il servo di Dio don Filippo Rinaldi lo inviò nel Perú . A Lima,con la sua bontà amabile e sacrificata fece fiorire l'Oratorio festivo, diven-tando l'idolo dei numerosi oratoriani . Quegli anni di estrema povertàe di duro lavoro segnarono per l'Oratorio l'età dell'oro con le punte piùalte di frequenza e di frutti apostolici . Don Pech fu quindi chiamato afondare e a dirigere altre opere, ma sempre a favore del popolo e dellagioventù povera . Era proverbiale il suo amore per i poveri, il suo coraggionel far aprire la borsa ai ricchi e la sua fiducia nella divina Provvidenza .

La figura morale di questo degno figlio di San Giovanni Boscobalza evidente dalla testimonianza che gli hanno reso in morte le duecomunità salesiane di Muyurina e di Santa Cruz, stampando sul ricordofunebre queste parole : a Caro Padre Giorgio, la tua vita di umiltà, dipovertà, di abnegazione e sacrificio, di serenità e di fede, è stata per noiun insegnamento più eloquente delle tue parole N .

Coad. Domenico Tempia t a Piossasco (Torino) a 72 anni .Cara figura di Salesiano coadiutore, nel desiderio di darsi tutto alSignore, a 2o anni partì per il Centro America, dove lo raggiunse unsuo fratello, pure salesiano . Compiuto il periodo di formazione, offrigenerosamente la sua opera in varie case delle Repubbliche di Honduras• di Nicaragua . Pagando di persona, tra sacrifici veramente eroici,svolse un lungo e fruttuoso apostolato tra gli indigeni di Guatemala,che lo stimavano e amavano come un padre. I suoi esempi di virtùcristiane e religiose sono ricordati con edificazione da quanti lo conob-bero .Don Patrizio Collins t a Dublino (Irlanda) a 52 anni .Per l'Ispettoria Inglese è una perdita dolorosa, perchè don Collinsha dato un validissimo contributo allo sviluppo delle scienze agricolenelle nostre scuole agrarie d'Irlanda . Fu uomo colto, simpatico esereno, conferenziere ascoltatissimo alla TV e alla radio, ed assai ap-prezzato dal governo irlandese, stimato e amato da confratelli e allievi .

Sac. Antonio Querol t a Barcellona (Spagna) a 9o anni .

Coad . Isidoro Escobar t a Bogotà (Colombia) a 77 anni .Sac. Giovanni Pires t a Vila do Conde (Portogallo) a 57 anni .

Sac. Michele Juhasz t a Szolnok (Ungheria) a 53 anni.Sac. Giovanni Vtipíl t a Kardasova Recipe a 67 anni .Sac. Giuseppe Krauter t a Regensburg (Germania) a 64 anni .

Coad. Giovanni Kulikowskí t a Lodz (Polonia) a 55 anni .Coad . Adalberto Sílar t a Praga (Cecoslovacchia) a 55 anni .

Coad. Carlo Cepelka t a Moravec (Cecoslovacchia) .

Ch. Giuseppe Annibale Herrera t a Puerto Ayacucho (Venezuela) a27 anni .Ch. Sergio Pérez t a Guadalajara (Messico) a 25 anni .

COOPERATORI DEFUNTI

Dott. Carlo Francesco Cerrutí t a Roma .Laureato in medicina nel 1922 all'Università di Torino, sua città

natale, vi restò poi molti anni come libero docente e più tardi comeUfficiale Sanitario e Direttore dell'Ufficio d'Igiene e Sanità di Torino .Nel 1953 ebbe la stessa carica nel Comune di Roma e vi dedicò le suemigliori energie e la sua ben nota competenza . Cooperatore Salesianodi profonda fede, seppe adeguare la condotta ai suoi sentimenti sempre esenza rispetto umano, cosa che gli meritò la simpatia di tutte le personeche lo avvicinarono e gli permise un efficace apostolato come cristiano•

come Cooperatore Salesiano .Giuseppe Morello t a Montebelluna (Treviso) .Era il primo Cooperatore di Montebelluna . Con la sua fedeltà a Don Bo-sco, al suo spirito e al Regolamento dei Cooperatori, era di esempio edi stimolo a tutti gli altri . Si consolava al pensiero di aver donato alSignore una figlia nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice .

Gloachíno Mensa t a Osasco (Torino) a 84 anni .Con la sua vita illuminata da un forte senso cristiano potè dare ai figliuna sana educazione e donare alla Chiesa un figlio sacerdote : don Mario .Cooperatore molto affezionato, viveva gli ideali di Don Bosco ed erasempre il primo alle adunanze dei Cooperatori .Maestra Amalia Morea ved. Campi t a Pozzolo,Formigaro (Ales-sandria) .Insegnante esemplare, fece della scuola la sua seconda famiglia conquella dedizione e amore che rendono efficace questa delicata missione .Seguì il metodo di Don Bosco curando con l'istruzione la formazione

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

cristiana degli allievi, che la ricordano con affettuosa gratitudine . Negliesempi e nel culto del Ragazzo santo, Domenico Savio, trovò un mezzodi straordinaria efficacia per educare i ragazzi al senso religioso dellavita e alla purezza dei costumi . Sensibile alle urgenze delle Missioni,sacrificò più volte i suoi risparmi per poterle aiutare.Adelaide Verdoía t a Osasco, a qr anni .Umile, comprensiva, dimentica di sè, è passata aiutando, consolandocol suo inalterabile sorriso e col suo ottimismo cristiano . Seppe donarealla famiglia la luce e il conforto di una fede vissuta . Nella recita deinumerosi Rosari quotidiani trovò la forza per una adesione amorosa epiena alla volontà di Dio .Dott.ssa Esposíto Lidia Zordan t a Milano l'8 marzo 1969 .Consigliera dei Cooperatori del Centro di via Bonvesin, portava nelleadunanze un contributo validissimo di esperienze e di carità vissuta .Nella clinica che dirigeva, seguiva gli ammalati curandone il corpo el'anima . Madre ed educatrice dei suoi figli, trovava il tempo per se-guire moralmente i suoi malati . Un caso tra gli altri : un giovane resistevaalla Grazia . Ella studiò ogni via per arrivare a quel cuore e ci riuscì .Quel giovane ricevette i Sacramenti . s Nessuno - disse poi alla suabenefattrice - prima di lei, mi aveva parlato così di Dio! + .Angelina Uberti Feo t a Vercelli.Cooperatrice fervente, formò i suoi figli alla vita cristiana e all'apo-stolato . Diede all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice la figlia Sr . Do-rina, e amò le opere salesiane aiutandole e propagando la divozione aMaria Ausiliatrice e a Don Bosco . Si prodigò incessantemente a favoredel prossimo con una carità delicata, silenziosa, nascosta .Anna Solera t a Osasco (Torino) a 85 anni .Figura distinta per fede e dedizione alla famiglia, fu anche modesta•

nascosta Cooperatrice. Aiutò la Famiglia Salesiana con la preghiera•

il diuturno lavoro santificato . Condivideva con la sorella Lucia unaviva devozione a Don Bosco .Rosa, Bertea in Milione t a Osasco (Torino) .La santa Messa e la Comunione quotidiana erano la sua forza nel com-pimento lieto e sacrificato della sua missione di madre . Amava le Operesalesiane e ne seguiva lo sviluppo, attraverso l'assidua lettura delBollettino .Anita Calzií ved. Pezzi t a Faenza (Ravenna) a 78 anni .Fu Cooperatrice attiva e sempre presente dove ci fosse da testimoniarela propria fede con la parola e con le opere . Assistita dal figlio medico,che resta con la Consorte a continuare la testimonianza di fede nell'apo-stolato familiare e nell'assistenza agli infermi, si è spenta facendo gene-rosa offerta dei suoi dolori per espiare il dilagare dell'immoralità edell'irreligione e per la conversione di quanti hanno perduto la fedeo la disonorano con la loro condotta .Gíulía Vernocchí t a Faenza a 86 anni .Passò la sua lunga vita nell'insegnamento, nell'apostolato di Azione Cat-tolica e di Crocerossina-Infermiera e nell'assistenza al fratello Sacer-dote, cieco da molti anni, vera Religiosa con voti nel mondo . Coopera-trice convinta, fu entusiasta zelatrice della buona stampa e delle mis-sioni, profondendovi le sue non ricche risorse .Zita Pasquali Ridella t a Bologna .Mamma di fede profonda, seppe educare in essa le sue figliuole egenerosamente ne donò una a Don Bosco tra le Figlie di Maria Ausi-liatrice . Nel Centro Cooperatori si distinse come Zelatrice del Labo-ratorio Liturgico e Missionario, per il fine lavoro di ricamo e per laconfezione di biancheria sacra destinata alle chiese povere e alle mis-sioni .Brigida Salvato in Pedron t a Campodoro (Padova) .Devota di Don Bosco e ammiratrice del suo spirito e del suo metodoeducativo, volle educati dai salesiani i suoi figli, uno dei quali le procuròla gioia di essere la mamma di un sacerdote salesiano .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI

Acquistapace Maria - Acquistapace Sofia - Agnelli Cesarina - AndreaniDon Carlo - Borla Prof. Efisia - Bricalli Aldo - Bricalli Luigi Ana-stasio - Brunod Caterina - Caggiano Antonietta - Camozzi Pietro -Chinaglia Sartori Luisa - Chiozza Lodovico - Chistolini Carlo -Cusini Agnese ved. Pedrana - De Tullio Vincenzo - Dioli Ezio- Dogliani Caterina - Dogliani Virginia - Galli Santina - GusmeroliStefano- Lanza Raffaele - Luzzi Maddalena - Majo avv. Antonio -Mazzucchi- Venia - Maggiolaro Angelo - Melzi Cont . Eugenia - MoiolaAngela - Molta Alfonso - Negrini Anastasia - Negrini Annibale -Negrini Lucrezia - Negrini Vittoria - Papa Angelo - Pegorari BracelliMaria - Pezzini Rita - Pincirolli Prof. Attilio - Pisano Giuseppinaved . Rosso - Piva Giuseppina - Rosso Can . Angelo - Ruggeri Rita -Sartor Mons. Francesco - Scarinzi Delmina - Scarinzi Ida - SertoriCirillo - Sicca Lorenzo - Speziali Bertolini Maria - Tuana FrangueiMaria - Verdoia Adelaide - Zabeo Augusto - Zecca Giuseppe.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente rice-vere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :

Se trattasi d'un legato : « . . .lascio all'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire .. . (oppure) l'immobilesito in .. . » .

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe essere questa :

« . .. Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria . Nomino mio erede universale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino,lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo» .

32(luogo e data)

(firma per esteso)

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TOTALE MINIMO PER BORSA L . 50 .000•

Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettuaquando il versamento iniziale raggiunge la somma di L . 25 .000, ovveroquando tale somma viene raggiunta con offerte successive

Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a com-pletare Borse già fondate

BORSE COMPLETE

suffragio, a cura della figlia Concettina e generodr . Luigi Caputo, Cooperatore, exallievo(Roma) . L . 50 .000 .Borsa: Ameglio Eufrosina, nata Gastaldi,fondata dal marito Comm. Luigi Amelio(Torino) . L. 50.000 .Borsa : Sostegni Virginia in Pitale, in memoria esuffragio, a cura di Parodi Gina Sostegni(Genova - Sestri P .) . L. 50.000 .Borsa : Linda Toffaloni Rossi, a cura dei fami-liari (Piovene Rocchette) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, inricordo e suffragio dei familiari defunti dellafamiglia Cassinelli Tullio (S . Francisco Cali-fornia) L. 59 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, p . g . r., a cura deiconiugi Barile (Torino) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, p. g . r., a cura deiconiugi Barile (Torino) . L . 50 .000 .Borsa : Giovanni Ferrero, in ricordo e suffragio,a cura di Giuseppina Ferrero (Torino) .L . 50 .000.

suffragio, a cura delle figlie Gina, Giovannae Primina Panzeri (Galbiate - Como) .L . 50.000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco eS. D . Savio, implorando protezione e completaguarigione, a cura di N. N. L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice, p . g. r ., a cura diCarmela e Giovanni Marostica, (Marina diPisa) . L. 50 .000 .Borsa : Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausilia-trice, p . g . r. e in suffragio del padre, EdoardoSilvestri, a cura della figlia Italia (Avellino) .L . 50 .000 .Borsa : Don Natale Casciarri, in memoria esuffragio, a cura della sorella Margherita(Perugia) . L. 50.000 .Borsa : Melchiorre Gagliano, arciprete, inmemoria, a cura di N . N . (Palermo) . L . 50 .000.Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in-vocando protezione per il figlio e suffragio peri propri defunti, Renzo e nonna Livia, a cura diTeresa Romanatti (Cantù - Como) . L . 50.000 .

CROCIATA 1MISSIONARIA

Borsa: Santa Caterina a S . G. Bosco, in-vocando grazia, a cura di Coato Caterina) .L . 50 .000 .Borsa : Ven . Michele Rua, in onore e memoria deicari genitori Bartolomeo ed Enrichetta Calliero,a cura della figlia Caterina Calliero in Taio(Pinerolo) . L. 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco eSanti Salesiani, invocando una grazia urgentee perenne protezione, a cura di P . G . Mariscotti .L . 50 .000 .Borsa : Santa Margherita Alacoque, in ricordoe suffragio di Barbero Margherita, a cura delmarito Villar Antonio (Busca - Cuneo) .L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a curadi Zanolo Mario (Vestigné - Torino) .L . 50 .000 .Borsa: Don Pietro Gallenca e Don Miche-langelo Dotto, a cura della famiglia Gallenca(Torino) . L . 50 .000 .Borsa: Don Filippo Rinaldi, a cura del dottorCarlo Panizzi, exallievo di Alassio (Sanremo-Imperia) . L . 50 .000 .Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, acura della famiglia Parietti Gervasini (Mas-sagno - Svizzera) . L. 50 .000 .Borsa : Don Rinaldi, grazie! a cura di PaolaMelloni (Como) . L . 50 .000 .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, inringraziamento e supplicando protezione, acura di Anna Colonnello Broell (Milano) .L. 50 .000 .Borsa : Don Filippo Rinaldi, grazie e proteggi!a cura di Paola Melloni (Fino Mornasco -Como). L . 50 .000 .Borsa : San Domenico Savio, a cura di Ade-laide Scotti (Cesano Maderno - Milano) .L . 50 .000 .

(cosnsu)

BORSE DA COMPLETARE

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, Borsa: San Domenico Savio, a cura di Mariola Borsa: Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia-a cura di Luisa Calchini (Carrara) . L . 30 .000 . Congiu in Gallus, (Cagliari) . L . 30 .000 . trice e S . G. Bosco, invocando protezione suBorsa: Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco, Borsa: Divina Maternità di Maria, a cura di tutta la famiglia, a cura di Franca GalloGiannina Cerini ved . Borroni (Castellanza- Santuzza Elena Bruguglio, (Misterbianco- (Genova) . L . 25 .000 .Varese) . L. 25 .000 . Catania) . L . 35 .000 . Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,Borsa: San Domenico Savio, invocando prote- Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, a invocando sospirata grazia, a cura di Morettizione sulla pronipotina, a cura di Prassede cura di N. N., L . 40 .000 . Franchi Felicita (Offiaga - Brescia) . L . 25 .000 .Caravaggi (Pavia) . L . 25 .000. Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di Aprà Borsa: Papa Giovanni XXIII, a cura di AnnaBorsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, Paolo. L . 25 .000 . Gobbi, (Gragnano - Piacenza) . L. z8 .ooo .concedetemi la grazia che tanto desidero, a Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco, S . D .cura di Chirico Bello Assunta (Reggio Cala- Savio e Simone Srugi, invocando protezione Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,bria) . L. 30 .000 . su tutti i familiari, a cura di Margherita Cor- proteggete e guidate la nostra famiglia, a curaBorsa: Viva Maria! a cura di N . N . (Torino) . dedda, (Nunavading-Australia) . L . 41 .000 . di Irene Formiga, (Biella) . L . 35 .000 .L . 36 .000 . Borsa : S . Giuseppe, per una buona morte, a Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a curaBorsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, cura di N. N . (Ampezzo-Udine) . L . 25 .000 . di N. N ., L . 30 .000 .invocando protezione su Vittoria e Sandro Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a Borsa: Don Rua, Don Ricaldone e DonCastegnaro, a cura di Alessandra Castegnaro, cura dell'architetto Alfredo Monti (Tramelan Scappini, per volontà testamentaria di N . N .,(Camisano Vicentino) . L . 42 .000 . - Svizzera) . L . 25 .375 . L . 25 .000 .

(cosrrsuA)

Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Andrea Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,Beltrami, a cura di Antonietta Nicco (Issime - invocando protezione in vita e in morte, a curaAosta) . L . 50 .000 . di Agostino Curletto (Piobesi Torinese) .Borsa: Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausilia- L . 50 .000 .trice, confido in Voi! a cura di S . B . L . 50 .000 . Borsa: Don Michele Rua, affinché protegga laBorsa: In onore di Giovanni XXIII, a cura di nipote Mariangela, a cura di MaddalenaMaria Laura Ilaria Bogetti (Cavoretto - Ferrero (Torino) . L . 50 .000 .Torino) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco eBorsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, S. D . Savio, in memoria e suffragio di Carrarainvocando continua protezione, a cura di A . M . Maria Camilla, a cura del figlio Giulio Fasani(Torino . L . ioo .ooo . (Milano) . L . 50 .000 .Borsa: Caputo Giuseppe, in memoria e suf- Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco,fragio, a cura dei figli Rosalia e dr. Luigi in ringraziamento per duplice grazia ricevuta,Caputo (Roma). L . 50 .000 . a cura di M . N. (Torino) . L . 50 .000 .Borsa: Caputo Bruno Annita, in memoria e Borsa : Gilardoni Maria, in ricordo e suffragio,suffragio, a cura dei figli Luigi e Rosalia Ca- a cura di Clotilde Gilardoni (Bellagio -puto (Roma). L. 50 .000 . Como). L . 50.000.Borsa : Falciglia Francesco, in memoria e Borsa: Gabriella e Piero Panzeri, in memoria e

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S'invia gratuitamente ai Coo-peratori, Benefattori e Amicidelle Opere Don BoscoDirezione e amministrazione :via Maria Ausiliatrice, 3210100 Torino - Telef. 48 .29.24Direttore responsabileDon Pietro ZerbinoAutorizzazione del Trib . di Torinon. 403 del 16 febbraio 1949

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