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Ottobre 2016 CSV 1 INFORMA Torna all'indice Michela Possamai Dirigente dell’Ufficio Scolasco provinciale ALTERNANZA TRA SCUOLA E VOLONTARIATO: L'ESPERIENZA PLURIENNALE DI BELLUNO PROVINCIA VIRTUOSA È stato per me un piacere rientrare a Belluno da Dirigente dell’Ufficio Scolasco provinciale nella primavera del 2015 e riscontrare, oggi, così tan fru di quei rappor tra scuola e volontariato, da me intreccia fin da quando, come semplice docente nel medesimo ufficio, fin dal lontano 2005 fui coinvolta da Paolo Capraro nell’elaborazione del primo Protocollo d’Intesa tra Scuola e Volontariato. Tale convenzione venne poi firmata dal dirigente dell’U.S.T. di Belluno Domenico Ottobre 2016 4. 7. 9. 10. 11. 13. 14. 15. 16. 17. 19. 21. 24. 25. 26. 28. 30. 31. 32. 34. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. SCUOLA-LAVORO FIRMA A VENEZIA PULMINO CSV BILANCIO PERCORSO DUM COACHING NEL VOLONTARIATO ASSEMLBEA CSVNET LUGLIO SCAMBI ERASMUS CSVNET VOLONTARI SVE IN TUTTA EUROPA ERASMUS+ FATTORIA BIODINAMICA BELLUNESI PER L'IMPRESA SOCIALE RISULTATI POSITIVI AL SEMINARIO E+ DIECI ANNI DI SCUOLE IN RETE ELENA E LORENZO AL COMITATO CSV E CENTRO STUDI BELLUNESE I NUMERI DEL SERVIZIO CIVILE FESTA DEL VOLONTARIATO CADORINO TENNIS TAVOLO SOMS LENTIAI 2016 50 ANNI CON ABM ALZHEIMER CAFFÈ UNA RISORSA UNA LETTERA PER RIFLETTERE TAVOLA ROTONDA AIPD GIORNATA MONDIALE DEI GIOVANI 5 PER MILLE: NOVITÀ CSV RIAPRE LO SPORTELLO SICUREZZA CERCO-OFFRO VOLONTARI TUTTE LE NOSTRE ATTIVITÀ COLLABORA CON NOI LA NOSTRA REDAZIONE INDICE PASSAPAROLA TRA LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI BELLUNO ANNO IX n. 3 Supplemento di CSVbelluno.it-isc. tribunale BL n. 5 11/04/2003 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, c. 2, DCB BL NoVEMBRE 2005

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Michela Possamai

Dirigente dell’UfficioScolastico provinciale

ALTERNANZA TRA SCUOLA E VOLONTARIATO: L'ESPERIENZA PLURIENNALE DI BELLUNO PROVINCIA VIRTUOSA

È stato per me un piacere rientrare a Belluno da Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale nella primavera del 2015 e riscontrare, oggi, così tanti frutti di quei rapporti tra scuola e volontariato, da me intrecciati fin da quando, come semplice docente nel medesimo ufficio, fin dal lontano 2005 fui coinvolta da Paolo Capraro nell’elaborazione del primo Protocollo d’Intesa tra Scuola e Volontariato. Tale convenzione venne poi firmata dal dirigente dell’U.S.T. di Belluno Domenico

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SCUOLA-LAVORO FIRMA A VENEZIA

PULMINO CSV

BILANCIO PERCORSO DUM

COACHING NEL VOLONTARIATO

ASSEMLBEA CSVNET LUGLIO

SCAMBI ERASMUS CSVNET

VOLONTARI SVE IN TUTTA EUROPA

ERASMUS+ FATTORIA BIODINAMICA

BELLUNESI PER L'IMPRESA SOCIALE

RISULTATI POSITIVI AL SEMINARIO E+

DIECI ANNI DI SCUOLE IN RETE

ELENA E LORENZO AL COMITATO

CSV E CENTRO STUDI BELLUNESE

I NUMERI DEL SERVIZIO CIVILE

FESTA DEL VOLONTARIATO CADORINO

TENNIS TAVOLO SOMS LENTIAI 2016

50 ANNI CON ABM

ALZHEIMER CAFFÈ UNA RISORSA

UNA LETTERA PER RIFLETTERE

TAVOLA ROTONDA AIPD

GIORNATA MONDIALE DEI GIOVANI

5 PER MILLE: NOVITÀ

CSV RIAPRE LO SPORTELLO SICUREZZA

CERCO-OFFRO VOLONTARI

TUTTE LE NOSTRE ATTIVITÀ

COLLABORA CON NOI

LA NOSTRA REDAZIONE

INDICE

PASSAPAROLA TRA LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI BELLUNO

AN

NO

IX n. 3Supplem

ento di CSVbelluno.it-isc. tribunale BL n. 5 11/04/2003 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, c. 2, D

CB BL NoVEM

BRE 2005

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Martino nel 2007 e successivamente venne costituito il tavolo di lavoro provinciale a cui partecipò, oltre al Centro di Servizio per il Volontariato e all’ufficio scolastico, anche il network delle Scuole in Rete per un Mondo di Solidarietà e Pace.I frutti di tutto ciò sono oggi evidenti: i numerosi percorsi di educazione al volontariato nelle scuole bellunesi, l’adesione massiccia degli studenti delle scuole come volontari al progetto “Csv... Volontario anche tu!” o a quelli degli enti locali, le attività di educazione al volontariato promosse dalle Scuole in Rete e dalla Consulta Provinciale degli Studenti.Il protocollo del 2007 e le azioni successive hanno agevolato molto la promozione della cultura del volontariato nella nostra provincia, promuovendo quel coinvolgimento dei giovani alla partecipazione, che solo successivamente è diventato convinto obiettivo della scuola a livello nazionale, come evidenziato anche dal recente Protocollo d’Intesa siglato dal ministro Giannini con il Centro Nazionale per il Volontariato del 25 novembre 2014 e il bando promosso congiuntamente tra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Ministero del Lavoro, delle Politiche sociali e del Servizio civile nazionale per la collaborazione tra le scuole e i Csv provinciali.

Che il volontariato debba essere di casa a scuola, comunque, è frutto anche di un percorso culturale appoggiato dal MIUR fin dalla sperimentazione scuola e volontariato del 2003 e soprattutto dall’Atto di indirizzo del ministro Fioroni del 2008, che legava il “ben-essere” dello studente alla solidarietà e all’integrazione con gli allievi svantaggiati, «promuovendo, anche attraverso il volontariato a scuola, stili di vita positivi, per contrastare le patologie più comuni, prevenire l’obesità e i disturbi dell’alimentazione, prevenire e combattere la diffusione e l’uso di sostanze psicotrope, le dipendenze e le patologie comportamentali ad esse correlate». Quella del volontariato viene individuata come una delle azioni prioritarie, anche per concorrere a «promuovere lo sviluppo e la diffusione nelle scuole di azioni e politiche volte all’affermazione della cultura della legalità, al contrasto delle mafie e alla diffusione della cittadinanza attiva», oltre che a «prevenire e contrastare il bullismo e la violenza dentro e fuori la scuola».In provincia di Belluno è ormai consolidato un fruttuoso rapporto tra scuola e volontariato, non solo grazie al primo Protocollo d'intesa provinciale, ma anche all’azione concreta delle Scuole in Rete o dei singoli Istituti scolastici, con un tale successo che talvolta

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l’offerta di volontari supera la domanda delle associazioni. Così la provincia è diventata un modello anche per altre realtà grazie a questa stretta relazione, riconosciuta come strategica per la promozione e lo sviluppo del territorio.È stato quindi per me naturale partecipare alla riscrittura e all'ampliamento del protocollo provinciale del 2007. Con le modifiche apportate si intende valorizzare ulteriormente il volontariato come strumento di partecipazione democratica, di valorizzazione personale e collettiva all’insegna del civismo, della solidarietà e della gratuità. Parole chiave che stanno alla base di uno sviluppo duraturo di una comunità, e tanto più importanti se disseminate nella scuola e tra gli studenti, investendo quindi sul futuro (anzi sul presente, se diamo veramente il giusto valore ai giovani).Il nuovo protocollo prevede un lungo elenco di azioni da progettare all’interno del Gruppo di coordinamento provinciale, costituito dai rappresentanti del Csv, dell’ufficio scolastico (oggi U.A.T.), delle Scuole in rete e della Consulta degli studenti. Le attività saranno poi coordinate da un tavolo tecnico dei quattro partner, più snello e operativo.Si tratta di progettare, coordinare e attuare sinergie per la formazione di studenti, docenti e cittadinanza sulle tematiche del volontariato, con percorsi orientativi,

di studio, esperienze e progettualità di volontariato, di Servizio civile e di mobilità giovanile all’estero (anche attraverso i programmi UE, Erasmus+ e di Servizio di Volontario Europeo), oltre a esperienze di volontariato nei contesti scolastici.Come ho scritto anche nella lettera di saluto indirizzata alla comunità provinciale all’atto del mio insediamento, questo territorio, ricco di storia, cultura e laboriosità, è caratterizzato da responsabilità etica e civile tale da renderlo prezioso. E per salvaguardarlo e valorizzarlo in questa specificità è necessario che la scuola venga considerata come bene comune di tutti e per tutti, affinché sia reso effettivo sempre di più l’art. 3 della Costituzione, autentico nucleo statutario della nostra convivenza, della scuola e del volontariato. Insomma sono le competenze di cittadinanza il trait d’union tra scuola e volontariato: solidarietà, partecipazione, collaborazione. Le attività di volontariato sono un’ottima occasione per apprendere anche tutte le altre competenze professionalizzanti legate al confronto con la società. Ecco perché, quando la legge 107/2015 ha esteso a tutti gli istituti della Secondaria di secondo grado l’alternanza scuola-lavoro, diversi istituti scolastici, in accordo con le famiglie, hanno stretto accordi con le organizzazioni di volontariato per proporre esperienze in contesti lavorativi del Terzo settore.

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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO IN VENETO:

FIRMATO A VENEZIA IL PRIMO PROTOCOLLO TRA L'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE E IL COORDINAMENTO DEI CSV

Prima le aziende, ora anche le associazioni. Il Protocollo d’Intesa per l’alternanza scuola-lavoro, il primo a livello regionale sottoscritto in Italia nella mattina di lunedì 5 settembre nella sede veneziana dell’Ufficio scolastico regionale dal direttore generale Daniela Beltrame e il referente del Coordinamento veneto dei Centri di servizio per il volontariato Lamberto Cavallari, definisce gli ambiti e le opportunità offerti dalla Legge 107 del 2015, inserita all’interno della Riforma cosiddetta delle “Buona Scuola”. Una regolamentazione del percorso

di alternanza era fondamentale per fare ordine all’interno delle scuole, dei luoghi di lavoro e, da oggi, anche della solidarietà.«Suggellare questo accordo è molto importante per sancire gli obblighi reciproci e favorire le convenzioni, da una parte con le scuole, dall’altra con le associazioni, che sono oltre 15 mila a livello regionale, affinché aprano le porte ai giovani», afferma Beltrame con convinzione. «Dobbiamo accrescere l’etica del lavoro e del volontariato. Auspichiamo inoltre che in questo protocollo e nelle convenzioni

Francesca Valente

Responsabile ufficio stampa e comunicazione Csv di Belluno

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che verranno ci siano più occasioni per i licei, che possono trovare nei percorsi di alternanza una giusta finalizzazione e un giusto sviluppo di competenze di cittadinanza attiva, quanto mai necessarie per far sì che la scuola non sia isolata, ma dialoghi sempre più con il mondo esterno». «Questo protocollo ci consente di seguire la normativa, che è molto stringente, e di fare le cose con ordine», aggiunge Cavallari, in quanto firmatario del nuovo Protocollo, «il volontariato è in difficoltà e deve correre sempre più in aiuto del welfare. Ora serve un maggiore riconoscimento del suo ruolo sociale ed economico. Sono sicuro che in alcune associazioni i ragazzi troveranno degli importanti modelli da seguire: se decideranno poi di non fermarsi da loro, sicuramente avranno respirato l’aria del volontariato e capito cos’è questo mondo».Il Csv di Belluno ha appena aggiornato il suo Protocollo d’Intesa con l’Ufficio scolastico territoriale (UST) di Belluno, diretto da Michela Possamai, per inserire nuove modalità di collaborazione: «L’accordo regionale ha ora il merito di mettere ordine dove c’era confusione e dove si erano

generati modelli diversi, mettendo le scuole in seria difficoltà, soprattutto nei confronti delle associazioni», sottolinea il direttore Nevio Meneguz, «visti i numeri degli studenti, il rischio di disorganizzazione era alto. L’alternanza scuola-lavoro è un modo formidabile per far avvicinare i giovani al mondo del volontariato, per far acquisire loro i fondamenti della cittadinanza attiva e nuove competenze, da spendere anche sul mondo del lavoro. Ma è anche un modo formidabile per far conoscere alle scuole le realtà del Terzo settore del nostro territorio. Csv e associazioni devono saperli accogliere. La riforma del Terzo settore sarà nodale in questo, perché tutto partirà non più dall’associazione ma dalla figura del volontario. Insomma questo passaggio permettere di chiudere il cerchio».«Anche una piccola organizzazione può permettere di fare grandi esperienze», si accoda Luca Dall’Ara, direttore del Csv di Rovigo, «per ora iniziamo, tra un anno parleremo di dati ed esperienze fatte dai ragazzi». Alessandro Lion, direttore del Csv di

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Padova che ha già confezionato un depliant contenente le principali opportunità di alternanza in provincia, sostiene che si tratti di una «grande possibilità per i ragazzi, una solida base per il loro futuro e formazione. Vorremo fare in modo che i ragazzi siano a disposizione della solidarietà, dove possono dare, come imparare a stare assieme e a relazionarsi. Assolvono un obbligo, ma entrano anche a contatto anche con mondi nuovi».L’intersezione con il mondo del volontariato spalancherà inoltre le porte a un’accoglienza difficoltosa, perlomeno in certi contesti di lavoro: quella dei ragazzi con disabilità. Il Protocollo d’Intesa con le associazioni di categoria era stato sottoscritto il primo giugno. I numeri dell’anno scolastico in partenza sono importanti e impegnativi: si parla di 80 mila studenti divisi fra 202 istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado.

Potenzialmente le associazioni che potrebbero ospitarli a livello veneto sono oltre 15 mila. Finora hanno svolto le loro prime ore di alternanza circa 40 mila giovani: si stima che il 40 per cento dei liceali veneti abbia scelto di dedicarle al volontariato, mentre dagli istituti tecnici e professionali siano arrivati il 20 per cento degli studenti.In provincia di Belluno le esperienze sono ancora poche: una di queste ha toccato anche il Csv: Elena Brais e Lorenzo Corona, entrambi 17enni e studenti del liceo scientifico Galilei di Belluno, hanno operato all’interno del Comitato d’Intesa di Belluno, occupandosi della segreteria, delle prenotazioni e delle operazioni di trasporto solidale del servizio provinciale Stacco (Trasporto e accompagnamento). Il Csv di Belluno sta lavorando per costruire uno strumento su misura per certificare ai ragazzi anche questo tipo di competenze acquisite. Con il Galilei è già stata stipulata una convenzione che impegna il Centro di servizio a promuovere il percorso ministeriale, ma anche a orientare gli istituti scolastici verso le associazioni più aperte. La buona prassi sarà presto diffusa al resto della provincia, in accordo con l’UST. A livello regionale invece sarà costituito un osservatorio per monitorare l’avanzamento del percorso.

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IL “PULMINO DEL CSV”:

UNA PRIMA ESPERIENZA DI ANIMAZIONE TERRITORIALE

Come previsto, dal 6 giugno al 22 luglio il “Pulmino del Csv” ha girato la provincia di Belluno. Si sono tenuti gli incontri con le associazioni, 13 appuntamenti in altrettanti luoghi sparsi sul territorio bellunese. Il taglio dell'iniziativa era dichiaratamente operativo: presentare alle associazioni il Centro di Servizio per il Volontariato, i suoi operatori, i servizi erogati e raccogliere eventuali suggerimenti su una programmazione più efficace e innovativa degli interventi da approntare. L'intento era anche quello di favorire un coinvolgimento più ampio possibile delle Odv ma anche di altri soggetti

del territorio, partendo dal supporto delle amministrazioni locali, direttamente coinvolte nel sollecitare la presenza delle associazioni, nonché facilitare l'animazione territoriale e l'universalità dei servizi erogati. Non va sottaciuta, come criticità, la scarsa presenza proprio delle associazioni (sono state 84 le persone complessive incontrate, in rappresentanza di 66 associazioni). Ma va altresì rilevata positivamente la presenza pressoché costante di amministratori locali (ben 16 quelli incontrati), i quali hanno espresso apprezzamento per l'iniziativa

Nevio Meneguz

Direttore del Csv di Belluno

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e hanno anticipato che si impegneranno personalmente con le associazioni delle proprie comunità per un successo più ampio, in occasione di prossime analoghe iniziative. È emersa senza dubbio l'importanza del rapporto e la conoscenza con le associazioni sul territorio. Infatti il maggiore afflusso si è avuto laddove gli attori privilegiati hanno fatto da tramite con il tessuto sociale locale, oppure dove gli amministratori hanno stimolato direttamente le formazioni sociali delle collettività di riferimento.Al di là delle considerazioni generali, quello che ha portato di buono questa prima esperienza è senza dubbio un bagaglio di conoscenze e nuove relazioni attivate, ottimi stimoli subito rielaborati dalla struttura tecnica del Csv per farne proposte innovative che andranno programmate nel breve e medio periodo in termini di servizi. Inoltre è stato ribadito una volta in più quanto sia

importante il rapporto del Csv con il territorio, essere radicati, prossimi ai territori, anche quelli più periferici (lo si pesi con molta attenzione questo indicatore in vista della riforma del Terzo settore!). Sotto questo profilo, una delle risposte più immediate e concrete arriva dal comprensorio dello Zoldano dove gli amministratori del nuovo Comune Val di Zoldo hanno aperto le porte agli operatori del Csv, che potranno garantire una presenza fissa mensile proprio nelle strutture comunali, a seconda delle esigenze e dei servizi necessari.Archiviata questa esperienza, il Csv sta già ragionando sul prossimo tour del Pulmino, con un'organizzazione ottimale (migliore gestione di tempi, luoghi e comunicazione). Nel frattempo alcuni appuntamenti sono rimasti in sospeso e si rimane in attesa di un contatto diretto da parte delle amministrazioni interessate.La marcia è ingranata!

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Si è conclusa la seconda tappa di “Diamoci una mossa” per la restituzione e la presentazione della checklist. Nel costante confronto con i partecipanti sono state evidenziate le strategie operative per rendere dinamica la seconda fase, denominata “Siamo partiti!”: corresponsabilizzazione, miglioramento continuo, visione condivisa, governance e partenariato. Nei lavori di gruppo sono state condivise le seguenti proposte:• Il Comitato d’Intesa deve rendersi

più autorevole rispetto alle istituzioni pubbliche e alle associazioni, avviare nuovi rapporti operativi, incrementare gli strumenti del Protocollo d’intesa, del Piano di zona e dei Piani tecnici operativi;

• Il Csv dovrebbe essere più presente nel territorio, attivando luoghi e punti di riferimento per informare e formare;

• Le associazioni di volontariato dovrebbero essere più consapevoli del loro ruolo nella comunità; occorre mettere in atto una formazione sia del singolo volontario sia dell’intero gruppo dei volontari. Nella collaborazione armonizzata e fruttuosa, le istituzioni pubbliche dovrebbero incontrarsi nei tavoli di concertazione alla pari con il volontariato, programmando momenti ufficiali di confronto con Comitato e Csv.

È fondamentale attivare le iniziative sopra esposte contemporaneamente, perché bisogna fare insieme e stimolare una coralità operativa per perseguire il bene comune delle nostre vallate dolomitiche.

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Del CCP:

Rosanna CanovaPaolo CapraroAngelo Paganin

DIAMOCI UNA MOSSA:

IL BILANCIO DI UNPERCORSO

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PERCORSO FORMATIVO SPERIMENTALE “COACHING NELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO”:

PRIMI RISULTATI

Il percorso, rivolto a coordinatori di volontari, si è svolto da marzo a maggio in tre giornate a Bolzano, Belluno e Brunico e ha evidenziato gli elementi di coaching utili a integrare le funzioni di coordinamento. Hanno partecipato le associazioni bolzanine Anteas, Pro Positiv, Lichtung, La Strada, Croce Bianca con le associazioni bellunesi Comitato d’intesa, AIDO, Lucchini, Immigrati Alpago, Alba Azione di Gioia, TILT, AFDVS, Arcobaleno, Pro loco Agordina e Bellunese.Hanno offerto approfondimenti tre coach, come best practice il progetto "Jugendcoaching". Un gruppo del Csv e della Federazione ha lavorato alla struttura del progetto da novembre del 2015, per l'esame l'associazione Volontarius e la supervisione all’Ufficio provinciale Anziani e Distretti Sociali di Bolzano.Tra i primi risultati:• Modello formativo - con Guida, tecniche

di facilitazione, questionari di (auto)valutazione, risultati di apprendimento, bibliografia e video;

• Project work dei partecipanti al percorso;• Strumenti di riconoscimento delle

competenze;• Follow up e presentazione al sesto

workshop sul coordinamento a settembre 2016;

• Giornata "KomPass-Sestante" per tracciare un profilo dei volontari, con l’ufficio Aggiornamento della Formazione professionale di lingua tedesca.

Per la Federazione, valorizzando le rispettive risorse in un'ottica innovativa, il percorso rappresenta uno dei passi significativi nella collaborazione con il Comitato d’intesa e il Csv di Belluno. Stimolanti i punti in comune su cui proseguire: ruolo del Terzo Settore, caratteristiche e valori del volontariato, disposizioni obbligatorie (es. Sicurezza al lavoro), competenze e qualificazione.

Simonetta Terzariol

Responsabile del Servizio per il Volontariato della federazione per il sociale e la sanità di Bolzano

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La Conferenza organizzativa dei CSV italiani aderenti a CSVnet sì è svolta a Genova l'1 e 2 luglio riunendo oltre 200 delegati da tutta Italia. Nella giornata di domenica 3 si è tenuta poi l’assemblea ordinaria dei soci.Quest’anno il titolo della Conferenza era “Vita di relazioni e Relazioni di vita”, a indicare la necessità del volontariato italiano, e in particolare dei Csv, di stabilire relazioni significative non solo con il mondo che attualmente li circonda, ma inventandosi connessioni con nuovi ambienti e partner, promuovendo nel contempo le proprie peculiarità ed eccellenze. La relazione introduttiva del presidente di CSVnet Stefano Tabò ha subito chiarito gli aspetti di maggior interesse per i Csv, in attesa che il Governo

emani i decreti delegati (entro un anno). Secondo il presidente i nuovi Csv saranno «di tutti e per tutti», nel senso che la riforma amplia la base associativa, aumentando la platea di coloro che potranno avvalersi dei suoi servizi. Citandolo, occorre «fare spazio a qualcosa di nuovo, che valorizzi il buono seminato e raccolto in questi vent’anni e consenta di procedere nei prossimi anni». Si è rivelata molto interessante la relazione del giurista Antonio Fici, che ha evidenziato come i decreti scioglieranno molti nodi che la Riforma ha stretto, senza peraltro affrontarli.I delegati di Belluno sono ritornati a casa con tre interrogativi fondamentali. Il primo riguarda la sopravvivenza stessa del Csv di Belluno, in quanto il Governo stabilirà i limiti

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IL RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA DI CSVNET DI INIZIO LUGLIO

Gianluca Corsetti

Vicepresidente del Comitato d'Intesa e del Csv di Belluno

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minimi per costituire un Centro di servizio, che potrebbero essere la popolazione residente, il numero di associazioni presenti, l’ampiezza territoriale. È chiaro come il nostro insista su un'area molto ampia ma con una popolazione limitata. Ai politici bellunesi dovremmo chiedere con forza che si impegnino per influenzare le scelte del Governo. Il secondo aspetto è legato alle scelte che il Comitato d’Intesa dovrà fare per continuare a gestire il Csv. La Riforma individua un futuro da agenzie di sviluppo di welfare locale, una sfida interessante, nonostante il Comitato rivesta questo ruolo da molti anni. Se accetteremo questa sfida dovremo decidere come modificare lo statuto, sia all‘articolo 2 (scopo sociale) sia al 3 (i soci). Una scelta apparentemente banale ma che però definirà l’ampliamento delle organizzazioni che potranno decidere e votare e che quindi cambierà la natura stessa del Comitato. Un terzo interrogativo riguarda l’impianto della Riforma, che sembra andare verso la valorizzazione e il supporto del singolo volontario. Recepire questo aspetto nell’agire quotidiano significherà ampliare a dismisura sia l’attività di promozione sia la fornitura di servizi. Ma con quali risorse, visto che al momento le Fondazioni sembrano

avere difficoltà anche a garantire la semplice sopravvivenza dei Csv? Ci attendono molti passaggi importanti. Le nostre associazioni dovranno operare delle scelte e assumersi nuove responsabilità. Come spesso ricorda il presidente Giorgio Zampieri, sarà fondamentale informarle affinché vengano assunte decisioni consapevoli e democratiche. La prima occasione utile per cominciare a parlarne sarà l’assemblea del Comitato d'Intesa di venerdì 7 ottobre 2016 alle 20.Per comporre il quadro generale intorno alla Riforma, occorre considerare anche le intenzioni di altri interlocutori: il Co.Ge. e la Regione Veneto. Nella consapevolezza che i decreti delegati aiuteranno a chiarire numerosi aspetti ora solamente toccati dalla Riforma, la Regione potrà ulteriormente legiferare in materia, recependo la normativa nazionale ma evidenziando le peculiarità venete. Il Comitato di gestione del fondo sarà certamente interessato dalle novità introdotte dai decreti e quindi esso stesso oggetto di riforma, ma è prevedibile che il suo ruolo di guida e di verifica sarà salvaguardato.Sul sito csvnet.it si può trovare un resoconto dettagliato della conferenza.

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SCAMBI CSVNET: L'IMPORTANZA DI FARE SISTEMA CON LE BUONE PRATICHE

Enrico De Col

Centro studi ricerca e progettazione

Anche il Csv di Belluno ha aderito con entusiasmo alle proposte di scambio di buone pratiche promosso dalla rete CSVnet con il progetto “Erasmus”. Nonostante il nome (da non confondere con la mobilità europea “Erasmus+”), l'iniziativa consisteva nel confronto tra i centri italiani tramite viaggi formativi. Quattro sono stati gli scambi a cui abbiamo preso parte: due come ospiti (dei Csv di Milano e delle Marche ) e due come ospitanti.A Milano sono andato assieme ad Anita Tisat, entrambi del Centro studi. Erano presenti anche alcuni membri di Ferrara, Reggio Emilia, Piacenza e Bari. Tema dello scambio erano le strategie di promozione del volontariato, con il Csv milanese che ha

presentato alcuni progetti come il portale per l'offerta di volontari “Volontario per un giorno”, l'orientamento e l'accoglienza degli aspiranti volontari, i rapporti con le scuole e le aziende, la giustizia riparativa e tanto altro.Laura De Riz e Sabrina Campigotto, sempre del Centro studi, si sono invece recate ad Ancona per un analogo scambio al Csv regionale Marche. È stata un'occasione per conoscere le varie proposte di progettazione di area europea, oltre che la progettazione locale a favore del Terzo settore e con la scuola.

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GRANDI MOVIMENTI CON LO SVE: ARRIVANO DUE VOLONTARIE STRANIERE SVE A BELLUNO ALTRI GIOVANI DA TUTTA ITALIA INVIATI IN BULGARIA, GRECIAE IRLANDA

Grazie al Comitato d'Intesa, questo autunno arriveranno dall’estero due volontarie in Servizio volontario europeo (SVE). Recentemente infatti è arrivato il finanziamento di un apposito progetto denominato “All you need is VOLunteering” che prevede l’arrivo di due giovani. L’iniziativa è uno scambio short term (ovvero un'esperienza di breve periodo) e si svolgerà dal 5 ottobre al 30 novembre.Nello specifico arriveranno a Belluno due ragazze provenienti da Germania e Irlanda, ospitate nell’appartamento al secondo piano della Casa del volontariato. Le volontarie metteranno a disposizione le loro

competenze per il territorio nella promozione del volontariato, degli scambi europei e della cittadinanza attiva, nell’organizzazione di laboratori linguistici e molto altro.Intanto il Comitato continua con i progetti Sve. Infatti si è concluso da poco l'esperienza a Dublino di Alessandra Martucci di Padova, impegnata in un centro educativo per bambini e ragazzi. Sono state scelte inoltre altre due volontarie che sono partite da poco per uno Sve di due mesi in Grecia, dal titolo “Think Green”, Lisa Bordin di Montebelluna e Elettra Bilibio di Vicenza. Infine la recente approvazione di uno Sve long term in Bulgaria ha portato un volontario, Raffaele Mastrorocco di Prato, per un anno in una radio locale a partire da inizio ottobre. (e.d.c.)

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SCAMBIO E+ IN SLOVENIA IN UNA FATTORIA BIODINAMICA

Scambio giovanile europeo di una settimana in Slovenia a fine luglio con il progetto Erasmus+ “Open your heart, unleash your potential” organizzato dalla locale associazione Metta. L'iniziativa si è svolta nella cittadina di Frankolovo nel particolare contesto di una fattoria biologica e ha coinvolto le sorelle Veronica e Angelica Forlin di Lamon, Gabriela Colotto di Castellavazzo e Lara Bassi di Breda di Piave. In totale hanno partecipato circa 30 persone provenienti anche da Slovenia, Estonia e Germania.«È stata un'esperienza davvero particolare», spiega Angelica, «ci sono stati una serie di esercizi incentrati sulla conoscenza di

noi stessi, con i nostri punti di forza e di debolezza. Grazie a diverse attività, alla fine ognuno ha potuto scoprire o riscoprire le proprie attitudini e i sogni nel cassetto, cosa molto utile per la propria crescita personale e lavorativa».«Eravamo ospitati in una fattoria biologica, dormivano in un ex fienile e passavamo buona parte della giornata all'aperto», aggiunge Veronica, «c'era anche un orto biodinamico e la sera un momento di condivisone al falò. È stata una bella proposta di vita comunitaria in cui ci occupavamo della cucina, delle pulizie, della colazione». Lara conclude: «Ho molto apprezzato questo metodo incentrato sullo studio del piano della personalità, sullo sviluppo dell'autonomia, sulla meditazione e sul linguaggio non violento». (e.d.c.)

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SEI BELLUNESI IN ROMANIA PER IMPARARE A CREARE UN'IMPRESA SOCIALE

Nuovo viaggio europeo proposto dal Comitato d'Intesa con un progetto Erasmus+ in Romania. L'iniziativa aveva come titolo “Making growth sustainable: social enterpreneuriship” e si è svolta a Bodo (nei pressi di Timişoara), con l'associazione “Institul Roman Pentru Dezvoltarea Tinerilor”.Protagonisti anche sei giovani bellunesi: Silvia Gobber di Feltre (group leader), Stephanie Ngo e Erich Kuehl di Belluno, Francesca Caramelle di Lamon, Michele Zoppè di Santa Giustina e Roberto Paganin di San Gregorio nelle Alpi. Con loro altri 25 partecipanti da Repubblica Ceca, Estonia, Croazia, Romania e Macedonia in questo scambio giovanile dedicato all'imprenditoria sociale giovanile in ottica di sostenibilità.«È stata un'esperienza divertente e costruttiva, eravamo un gruppo eterogeneo dalle diverse competenze ma alla fine

abbiamo imparato come costruire un'impresa sociale», racconta Francesca, «tra le idee che ho proposto c'è quella del coinvolgimento dei migranti sull'esempio di alcune cooperative bellunesi e trevisane». «Un momento particolare che mi ha colpito è stata la visita ad alcune famiglie in un villaggio», aggiunge Michele, «questi incontri sono stati molto significativi perché abbiamo toccato con mano situazioni di povertà che ci hanno spinto a riflettere». «La filosofia è stata quella di coniugare l'aspetto economico con l'aspetto della sostenibilità», conclude Roberto, «abbiamo fatto molti lavori di gruppo e visitato un bar gestito in maniera eco sostenibile con prodotti a chilometri zero». (e.d.c.)

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«LA PACE NON SI FA DA SOLI, MA TUTTI INSIEME»

RISULTATI POSITIVI DAL SEMINARIO E+ BELLUNESE

“UN PONTE PER LA PACE ELA DEMOCRAZIA”

Si è concluso alla fine di giugno il seminario internazionale “A bridge for peace and democracy”, finanziato dal programma Erasmus+. Il progetto, nato dalla collaborazione tra l'associazione norvegese Terram Pacis e il Csv di Belluno, è stato coordinato del Centro Studi Ricerca e Progettazione del Csv, che dal 19 al 26 giugno ha ospitato nel capoluogo bellunese 19 partecipanti provenienti da 7 Paesi europei (Norvegia, Albania, Tunisia, Georgia, Lettonia, Turchia e Italia). Il seminario ha visto i ragazzi discutere su alcuni temi, tra i quali la pace, l'estremismo violento, la violenza di genere, i diritti umani, l'immigrazione, la democrazia e il bullismo. Un tema davvero molto ampio e difficile

ma che i ragazzi hanno saputo affrontare e dibattere in modo maturo e sorprendente. Durante la settimana i partecipanti hanno cercato di trovare delle soluzioni contro qualsiasi forma di violenza. Sono state create campagne on line, interviste, progetti e video di sensibilizzazione. Il tema molto difficile ma estremamente attuale oggi, li ha visti confrontarsi anche sulle diverse realtà dei Paesi di provenienza, riflettendo su come all'interno dello stesso continente la differenza a volte sia molto grande. Le attività sono state svolte attraverso il metodo della Non-formal education “learning by doing”, che vede i ragazzi protagonisti delle attività e non il trainer: in questo modo sono statipiù liberi di esprimersi e imparare attraverso le discussioni e i lavori di gruppo. I trainer

Stefano Dal Farra

Group leader del progetto

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del progetto erano il bellunese Stefano Dal Farra e la londinese Tanya Silverman, che hanno accompagnato i partecipanti nell'intera settimana, preparando per loro tutte le attività e i giochi. «È stato un seminario molto intenso, ma indimenticabile», racconta Stefano Dal Farra, «all'inizio ero un po' spaventato, perché si trattava di un progetto che vedeva ragazzi provenienti da Paesi così diversi tra di loro. Ma è bastato il primo giorno per farmi cambiare idea. I ragazzi erano davvero molto motivati e interessati alla tematica. Sebbene provenissero da realtà differenti, l'intesa è stata forte fin da subito, un'intesa vincente che li ha resi una squadra e che li ha portati ad ottenere dei risultati molto soddisfacenti». I ragazzi hanno avuto anche l'opportunità di conoscere alcune persone che hanno portato la loro esperienza, tra cui Pietro De Perini, ricercatore presso l'università di Padova nel campo dei diritti umani, che ha presentato ai ragazzi la situazione dei diritti umani in Europa, e Angelo Paganin, consulente del Csv che ha parlato del passaggio dall'obiezione di coscienza alla

nascita del servizio civile in Italia. «Sono molto soddisfatta di questa esperienza», aggiunge Tanya Silverman, «sono arrivata a Belluno dopo che il seminario era già iniziato da un giorno, ma questo non ha comportato alcun problema. I ragazzi mi hanno insegnato tanto: molto dev'essere ancora fatto, ma che tutto questo può essere fatto solo se tutti contribuiscono nel loro piccolo con qualcosa. La pace non si fa da soli, ma tutti insieme». Il seminario non voleva aver la pretesa di risolvere il problema dell'estremismo violento, ma voleva essere un modo per porre un mattone con cui costruire un ponte che possa prima o poi collegare tutti i popoli insieme verso la pace e una maggiore democrazia nel mondo. «L’esperienza testimonia una volta di più quanto i giovani europei sappiano affrontare questioni di estrema rilevanza ed emergenza con grande maturità, capacità di dialogo e confronto e senso di fratellanza», conclude il direttore del Csv Nevio Meneguz, «proprio quella fratellanza che oggi tutti rivolgiamo al popolo francese, ancora una volta vittima di vili attacchi di violenza».

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Le Scuole in Rete per un mondo di Solidarietà e Pace nascono nell'agosto del 2005 durante un viaggio organizzato dal progetto di educazione alla mondialità del liceo scientifico "G. Galilei" di Belluno per consegnare gli aiuti a una scuola della Moldavia rumena. Si trattava del momento conclusivo di un percorso di sensibilizzazione degli studenti alle tematiche di cittadinanza attiva con il coinvolgimento, nel viaggio, di genitori e docenti di altri quattro istituti scolastici. Durante il viaggio è nata l'idea di realizzare una rete che coinvolgesse studenti, docenti, educatori, genitori e la comunità tutta. Nel 2006 l'Istituto regionale per la Ricerca educativa (IRRE) si accorse di questa bella realtà e l'ha scelta come

capofila del progetto di ricerca "La scuola e la famiglia nei laboratori per l'integrazione". Questo passo ha costretto a una maggiore formalizzazione del progetto nato dal basso e dalla pratica e successivamente sostenuto dall'Ufficio scolastico provinciale.Oggi il network coinvolge potenzialmente, tra genitori e studenti, il 17 per cento della popolazione bellunese: una trentina di istituti di ogni ordine e grado, 41 associazioni, 6 enti. Inoltre è in rete con Petrosani e il suo Teoretic, il centro Diritti umani dell'università di Padova e altre reti di livello nazionale (ad esempio Neda-Kairos di Reggio Calabria, Nuova Rete Progetto Pace di Treviso).Nell'a.s. 2009/2010 la rete bellunese è

DIECI ANNI DI SCUOLE IN RETE

GIOVANI • SCUOLA • PROMOZIONE DELLA CITTADINANZA ATTIVA

Franco Chemello

Referente provinciale Scuole in Rete

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stata premiata dal M.I.U.R. con il massimo del punteggio, risultando prima tra i 4 mila progetti di rete presentati al primo bando nazionale per la sperimentazione del nuovo insegnamento di cittadinanza e Costituzione.

E anche quest'anno grandi soddisfazioni per il progetto di volontariato estivo gestito in partnership con il Comune di Belluno all’interno del progetto “Estate Partecipando” e la collaborazione del Csv. E dire che non doveva partire, per non interferire con le attività di alternanza scuola-lavoro. Ma grande era stata la richiesta da parte degli anziani (alla fine più di 60 gli iscritti), ormai affezionati ai corsi di volontariato informatico e quindi convinta l’adesione da parte di 7 studenti esperti di informatica, contattati dopo la fine delle lezioni. Quattro i corsi attivati lungo tutto luglio e agosto, un percorso base di gestione

del computer, uno più avanzato, uno per l’uso di tablet e Android e infine un percorso à la carte, durante il quale gli anziani hanno potuto ricevere un’assistenza più personalizzata sulle tematiche più disparate.Tutti i corsi erano organizzati in modo da proporre un percorso di massima, con uno studente/docente e altri studenti in funzione di tutor, per recuperare le diversificate difficoltà degli studenti/anziani. Alla fine più di 400 le ore offerte dagli studenti per il solo volontariato informatico. Grandi apprezzamenti e riconoscimenti ai giovani da parte degli anziani, e grande soddisfazione da parte degli studenti, per la propria crescita umana oltre che professionale. E poi il volontariato culturale con il FAI Giovani grazie al quale gli studenti hanno potuto svolgere servizio di guida culturale durante l’apertura delle ville al pubblico.

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Hanno prestato la loro attività per il Comitato d'Intesa e il progetto Stacco con serietà, motivazione e impegno. La Casa del Volontariato ha voluto ringraziarli con una cerimonia informale ma significativa per l'apporto che hanno dato alla struttura e ai suoi collaboratori, seppur in poco tempo. Lorenzo Corona ed Elena Brais, 17 anni e studenti del liceo scientifico Galilei, sono stati i primi due giovani ospitati dal Comitato con il percorso di alternanza scuola-lavoro, reso obbligatorio dalla riforma per la Buona scuola per gli allievi di ogni ordine di istruzione superiore.

«Abbiamo diviso il percorso in quattro fasi», precisa Teresa Tauro, ex volontaria in Servizio civile nazionale sempre per il Comitato d'Intesa e coordinatrice del percorso, «l'accoglienza, l'approccio teorico-operativo, l'orientamento e le conclusioni. Nel colloquio iniziale con Lorenzo ed Elena abbiamo steso le basi per il successivo percorso di lavoro, anche per fare un piano personalizzato. Poi ho consegnato loro un diario di bordo dove segnare, nero su

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO AL COMITATO D’INTESA: L’ESPERIENZA DI ELENA E LORENZO

Francesca Valente

Responsabile ufficio stampa e comunicazione Csv di Belluno

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bianco, impressioni e aspettative della loro esperienza, dall'inizio alla fine. Durante il colloquio ho chiesto loro se volevano vedere il film “The Karate Kid per vincere domani”. Lo hanno visto, per poi commentare i punti essenziali del film, che sono stati traslati nel lavoro. Atteggiamenti come la pazienza, l'equilibrio, la concentrazione sono indispensabili per capire che a volte ci vengono assegnati compiti che non vengono subito compresi, ma che servono, appunto, “per vincere un domani”.Poi c'è stata la conoscenza del Comitato e dei suoi componenti, del Csv, del Servizio

"Stacco" di trasporto e accompagnamento. Abbiamo presentato loro alcune associazioni del bellunese, poi conosciute in modo particolare con una visita alle loro realtà. Hanno svolto lavoro di segreteria, simulato telefonate e gestito il trasporto. Una volta collaudato il loro impegno, è stata lasciata loro completa libertà nell’organizzazione dei trasporti, dei protocolli e delle mail. Hanno potuto anche svolgere una parte di accompagnamento, in cui hanno visto l’aspetto più umano e avuto un contatto diretto con gli utenti di Stacco. In conclusione c'è stata la fase di orientamento al lavoro, con tecniche come

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la simulazione di un colloquio, le ricerche su internet per trovare opportunità, la stesura di un curriculum, la comunicazione negli ampienti occupazionali. Alla fine abbiamo voluto condividere con tutti il percorso intrapreso».

ELENA«Per me è stata un'esperienza molto arricchente, perché sono riuscita a organizzarmi meglio e a imparare a interagire con persone di diverso tipo. Sono riuscita a migliorare dal punto di vista tecnico, ad esempio nell’uso dei computer. Ho scoperto capacità che non pensavo di avere, ho sviluppato la mia autonomia: quando Lorenzo è andato via mi ha aiutata molto Paola. Anche se è durato poco, vedo i cambiamenti ed è stata indubbiamente una buona base per ciò che seguirà. Ricordo con emozione la prima esperienza di trasporto: una delle due signore, la più anziana, ha deciso di raccontarmi le sue esperienze e si è anche commossa quando siamo scese. Ci ha ringraziati di cuore, mi ha dimostrato che questa cosa le aveva fatto più che bene».

LORENZO«Ho imparato a gestire una segreteria, ma sono cresciuto anche nelle relazioni. Era difficile interagire con le telefonate, poi ho preso dimestichezza e ora mi sento più sciolto. Se dovessi tornare indietro lo rifarei sicuramente, credo mi abbia dato molto, sia come persone conosciute, sia come competenze. Mi sento maturato nell’organizzazione, la gestione di Stacco mi ha posto nella situazione di organizzare situazioni favorevoli».

NEVIO (direttore Csv)«Siete ragazzi maturi, sono emozionato e dispiaciuto per la fine di quest’esperienza, ma se le premesse sono queste penso che vi rivedremo ancora».

GIORGIO (presidente Csv)«Sono piacevolmente sorpreso di questo percorso, che sento completo e interessante, sono certo che ne farete tesoro. Come avete dato a noi queste sensazioni belle e positive, senz’altro riuscirete a trasmetterle ai compagni di classe e alle famiglie. Anche se non è un’esperienza riconosciuta sulla carta, vi darà delle capacità che potrete reinvestire».

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NUOVA SINERGIA TRA CSV E CENTRO STUDI BELLUNESE:

DIGITALIZZATI DAI GIOVANI I VECCHI REGISTRI ANAGRAFICI DEL COMUNE

Continua la collaborazione tra il Comitato d'Intesa e il Centro Studi Bellunese, stavolta nell'ambito della promozione della cittadinanza attiva. Durante l'estate infatti si è svolta un'esperienza di volontariato promossa dal Comune di Longarone con il supporto tecnico del Centro Studi Bellunese e la collaborazione del Csv di Belluno.Si è trattato di un progetto di digitalizzazione dei registri di Stato Civile del Comune, dall'anno 1871 al 1946, con lo scopo di poter rendere consultabili i registri in oggetto ai fini di ricerca storica. Al lavoro dunque una vera e propria squadra con ben 11 persone, coordinate dalla ricercatrice Martina Strazzabosco del Centro Studi Bellunese. Tra

questi erano presenti diversi giovani, anche da altre zone della provincia, alcuni dei quali in alternanza scuola-lavoro, altri con il programma “Csv... volontario anche tu!”. «I nostri archivi anagrafici miracolosamente salvati dal Vajont si stavano deteriorando», spiega il sindaco di Longarone Roberto Padrin, «si tratta di un immenso patrimonio storico che rischiava di perdersi. Grazie al Centro Studi Bellunese, alla bella squadra di volontari e alla collaborazione del Csv, siamo riusciti a salvaguardare i dati e ora i nostri uffici potranno lavorare meglio, rendendo anche più semplice ai cittadini l'accesso alle ricerche anagrafiche. A nome di tutta la comunità non posso quindi che ringraziare tutti coloro che hanno fatto questo preziosissimo lavoro». (e.d.c.)

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Lo scorso 6 settembre si è conclusa l'esperienza di Servizio Civile per 42 volontari all'interno del protocollo tra il Comitato d'Intesa e l'Unione Montana Feltrina. I ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 28 anni che hanno lavorato per un anno in biblioteche, uffici comunali, comunità di assistenza e uffici degli enti capofila sopracitati. Subito dopo, il 12 settembre hanno preso avvio tre nuovi progetti negli ambiti di cultura, ambiente e assistenza, coinvolgendo altri 37 volontari che resteranno in servizio fino a settembre 2017. Alla giornata di avvio in Unione Montana Feltrina hanno partecipato, con i volontari,le autorità, i rappresentanti degli Enti e e gli Operatori locali di servizio, a sottolineare l'importanza della sinergia tra

tutte queste figure all'interno del Servizio Civile. 8 giovani appartengono al progetto assistenza presso Comitato d'Intesa, Dumia e Portaperta, 7 al progetto ambiente presso gli uffici tecnici e 22 al progetto cultura presso i musei, le biblioteche e gli uffici dei comuni del Feltrino. Nei primi mesi del prossimo anno, infine, sono attesi altri 24 ragazzi che svolgeranno il servizio civile in tre nuovi progetti.Oltre all'attività negli enti, i volontari partecipano a una fase di formazione concentrata nei primi mesi di servizio, riguardante temi più generali come la formazione civica e la cittadinanza attiva, e temi più specifici come la gestione dell'attività negli enti e la conoscenza del nostro territorio.

SERVIZIO CIVILE IN NUMERI Concomitanza di progetti e numeri in aumento per il Servizio Civile in Provincia di Belluno

Paola Benvegnù e Cinzia Gallina Segretarie provinciali Servizio civile

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Sabato 30 luglio a Borca si è svolta la nona edizione della Festa del volontariato cadorino che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico, di volontari di varie associazioni e di autorità locali e provinciali. La festa è stata organizzata dall’associazione sportiva U.S. Pelmo, dal Comune di Borca e dall’Anteas Pèlego con la collaborazione dell’ADA Cadore di Calalzo e di Auronzo. L’incontro è iniziato alle ore 17 con la messa animata dal Coro parrocchiale: è stata letta la “Preghiera del Volontario” alla presenza dei rappresentanti di vari gruppi, tra cui i Vigili del Fuoco volontari di Borca e Vodo e il Soccorso Alpino di San Vito. Al termine della cerimonia, si è svolta sul sagrato alle 18 un'emozionante dimostrazione di soccorso e di sicurezza, con le calate dal campanile dei volontari del Soccorso Alpino. Quindi, in località Laguna, i pompieri hanno avvicinato i bambini ai mezzi antincendio, concedendo loro di usare le pompe con i getti d’acqua e le sirene con i suoni d’allarme. Alle 19, nel

tendone, si è svolta la cerimonia ufficiale. Dal palco hanno dato il benvenuto con parole di stima e di accoglienza: Bortolo Sala sindaco di Borca (presente con Ada Gasperin consigliere), Gianpaolo Bottacin assessore regionale, Franco De Bon sindaco di San Vito, Giorgio Zampieri presidente del Comitato d’Intesa e del CSV di Belluno, Marco Moretta presidente dell’Anteas Pèlego (Era assente giustificato Domenico Belfi sindaco di Vodo, perché impegnato in un sopralluogo nella zona del Pelmo, in cui era caduta una frana la sera precedente).Si è proceduto all’encomio e alla premiazione di numerose persone e gruppi, che si sono particolarmente distinti nel comune di Borca nello sport e nell’ambito sociale: il momento è stato particolarmente coinvolgente ed emozionante. Quindi Gianni Comelato e gli amici dell’U.S. Pelmo hanno offerto un ricco menù gastronomico, servendo il Piatto misto del Volontariato ed altre specialità a tutta la popolazione e agli ospiti delle

FESTA DEL VOLONTARIATO CADORINO A BORCA

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

Marco Moretta

Presidente dell'associazione Anteas Pèlego

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DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

vallate cadorine. Infine "William & Pietro" con le fisarmoniche hanno accompagnato le danze di ballo liscio, coinvolgendo gli appassionati e donando loro momenti di spensieratezza ed allegria.

DAL DISCORSO DI BORTOLO SALA,

SINDACO DI BORCA, ALLA FESTA DEL

VOLONTARIATO CADORINO 2016

È intervenuto il sindaco di Borca, Bortolo Sala, che, dopo aver rivolto un caloroso benvenuto a tutti i presenti, ha voluto mettere in risalto la preziosa, o meglio insostituibile, opera che i volontari prestano in favore dei bisogni della collettività, ma soprattutto dei più deboli.

Questa mattina mi è venuta in mente una domanda. Ma quanti sono i volontari a vario titolo in Italia? Ebbene, essi sono più di 4 milioni. Va da sé che una simile forza va sostenuta e incoraggiata, anche perché suppliscono alle mancanze delle pubbliche istituzioni. Un fenomeno così vasto è da riconoscere come imprescindibile valore di crescita e pilastro della nostra società, tant'è vero che il volontariato e il libero associazionismo sono promossi e tutelati dalla Costituzione Italiana. Il volontario è per la politica un soggetto scomodo, perché chiede, e giustamente pretende risposte. Il volontario, non perseguendo tornaconti personali né azioni a scopo di lucro, ma

mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità, nonché le scarse risorse che noi amministratori riusciamo a erogare, ci pone un interrogativo di fondo. La politica deve per forza fare i conti solamente con gli equilibri economici? Pare di sì, viste le norme e le regole, talvolta assurde, che ci vengono imposte. Ed ecco allora il ruolo che il volontariato può assumere, per influire sulle scelte legislative, indirizzandole con più forza a sostegno dei servizi sociali, ambientali, culturali, dei beni comuni e di tutti i servizi alla persona. Cito un passo di un discorso di Giovanni Paolo II: "Il volontariato si caratterizza proprio per la sua capacità di testimoniare amore gratuito al prossimo, contribuendo in tal modo a realizzare l'auspicata civiltà dell' amore". Le istituzioni possono certo rispondere alle necessità sociali della gente, ma nessuna di esse è in grado di sostituire il cuore dell'uomo, la sua compassioneAbbiamo deciso, come Amministrazione comunale, di dare un piccolo riconoscimento ai volontari di Borca che si sono particolarmente distinti per l'opera prestata nelle varie associazioni e un altro riconoscimento a coloro che si sono elevati nel campo dello sport. Sicuramente abbiamo dimenticato più di qualcuno, non se ne abbiano a male, avremo altre occasioni per premiarli. I gruppi o persone premiati sono stati ben 23.

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Il torneo di tennis tavolo SOMS Lentiai 2016 si è svolto al di sopra di ogni aspettativa. Platea d’eccezione anche per la consegna, al Coro “Vece Voci Feltrine”, del VI Memorial Antonio Russo.Eravamo partiti male… La palestra delle scuole inutilizzabile, causa i lavori in corso, poteva annullare l’undicesima edizione del torneo. Inoltre la conferma di collaborazione da parte dei vari partner tardava ad arrivare, in quanto eravamo tutti “terrorizzati” dal fatto di dover gestire, per la prima volta in Italia, i “Play The Games” nazionali Special Olympics di Tennis Tavolo.Special Olympics (SO) è un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva. Si tratta di un messaggio di grande speranza rivolto a milioni di persone, ai loro familiari e alla comunità tutta. La

fondatrice di Special Olympics è Eunice Kennedy Shriver. SO è riconosciuto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ed i suoi programmi sono adottati in 170 Paesi. Nel mondo ci sono oltre 4 milioni di atleti, altrettanti i familiari, un milione e mezzo i volontari che ogni anno collaborano alla riuscita di oltre 70mila grandi eventi. Special Olympics Italia, riconosciuta quale Associazione Benemerita dal CONI e dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico), è presente in Italia da trent’anni ed opera in tutte le regioni.Veniamo ai fatti.Dal 2008 SOMS Lentiai rappresenta, in provincia di Belluno, Special Olympics Italia (SOI). Da qualche anno i vertici nazionali e regionali, a conoscenza del nostro torneo locale, ci ripetevano che prima o poi il tennis tavolo sarebbe diventato sport ufficiale anche in Italia. Ma quando “finalmente”

UN TORNEO SPECIAL(E)

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO

Gabriella Bondavalli

Direttrice Special Olympics Belluno

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ci hanno chiesto di inserire i Play The Games nel “torneo SOMS Lentiai Sagra del Carmine”, ci sono tremate le gambe…Che fare? Con la solita dose di positività, abbiamo iniziato a parlarne in giro per la provincia ed è avvenuto un mezzo miracolo. Risultato: dal 22 al 24 luglio abbiamo vissuto tre giornate memorabili tra sport e divertimento in compagnia di molti nuovi amici arrivati da tutta Italia.Per motivi di spazio, citiamo soltanto alcune delle tante collaborazioni ricevute.Il Comune di Feltre ci ha messo a disposizione la palestra della Luzzo; ha organizzato la conferenza stampa in municipio; ha ospitato (nel bel mezzo di un concerto) la festa di benvenuto in piazza Maggiore e ci ha messo a disposizione le vie del centro per il passaggio della torcia olimpica.Gli organizzatori del mondiale Monte Avena 2017 di Parapendio (grazie all’interessamento del Comune di Pedavena) ci hanno ospitati presso il loro campo base, facendoci trascorrere un paio d’ore “con la testa fra le nuvole”.La ASD Loretana di Feltre ed i CSI hanno organizzato e gestito la parte sportiva del torneo nel migliore dei modi, ricevendo i complimenti del tecnico nazionale tennis tavolo Totò Caruso e del vicepresidente

nazionale Special Olympics Palazzotti.Il Comitato d’Intesa ha assicurato i contatti con le varie associazioni provinciali di volontariato impegnate nel mondo della disabilità intellettiva e ha curato i rapporti con gli organi di stampa.I Vigili del Fuoco hanno garantito la sicurezza durante l’allestimento e l’accensione del tripode olimpico ed hanno contribuito, portando il tricolore sul palco, a rispettare il protocollo di apertura dei giochi.I runner della Polizia di Stato (come avviene ufficialmente in tutte le Nazioni in occasione dei giochi Special Olympics) hanno accompagnato la fiaccola olimpica dalla sede di SOMS Lentiai fino a Feltre in piazza Maggiore, correndo in compagnia di Davide Dalla Palma (campione paralimpico) e spingendo quattro atleti in carrozzina. Come se non bastasse… l’atleta feltrino Rudj Pauletti si è aggiudicato i Play The Games 2016 di tennis tavolo e potrà quindi partecipare ai prossimi appuntamenti nazionali di Special Olympics e magari passare i turni per gli europei… Con l’entusiasmo che ne deriva e grazie alla collaborazione del comune di Feltre, stiamo organizzando la XII Convention Special Olympics Veneto fissata per sabato 12 novembre 2016.Tenetevi pronti: avrete presto ulteriori notizie in merito.

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Era il 9 gennaio 1966 quando un gruppo di individui volenterosi e coraggiosi diede vita all'Associazione Emigranti Bellunesi. Tra scetticismo e mille difficoltà iniziali, i fondatori seppero pian piano far crescere la loro creatura, fino a farla diventare una delle più importanti realtà associative a livello provinciale e nel panorama nazionale dell'emigrazione.Cinquant'anni sono ormai trascorsi, un lungo periodo segnato da numerose rivendicazioni a tutela dei bellunesi nel mondo e da tante battaglie a favore della provincia di Belluno. Un mezzo secolo di storia degnamente celebrato nelle giornate del 23

e 24 luglio scorsi, con l'assemblea dei soci e la tradizionale Festa. Momenti che hanno permesso di ripercorrere il passato, ma vissuti anche nell'ottica della continuità tra ciò che è stato e ciò che sarà in futuro, con la consapevolezza che ancora molto rimane da fare e che, seppur con tanti mutamenti nel contesto di azione, la questione emigrazione è tutt'altro che esaurita e richiede ancora impegno e partecipazione. La celebrazione del cinquantesimo anniversario è così stato un nuovo punto di partenza, che ha permesso di comprendere la grande solidità delle basi su cui si sta operando per agire con ancora maggiori stimoli e fiducia nell'affrontare le nuove sfide di almeno altrettanti anni di storia, affinché rimanga sempre vivo il motto che contraddistingue l'ABM “Vicini e lontani, mai soli!”.

50 ANNI CON ABM

Marco Crepaz

Direttore dell'associazione Bellunesi nel Mondo

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Per conto del Comitato d'Intesa abbiamo preso parte al corso di formazione teorico-pratico per lo sviluppo di competenze tecnico-gestionali di un Alzheimer Caffè, indetto dall'Unicredit Foundation in collaborazione con il Gruppo di Ricerca Psicogeriatrica di Brescia, tenutosi a Milano nelle giornate del 9 e 10 giugno.Gli Alzheimer Caffè propongono un nuovo approccio alla conoscenza della malattia e del malato, facendo emergere una visione "sociale" delle demenze, tesa a collocare l'ambito patologico del disturbo in una dimensione quotidiana e sostenibile anche per il care giver.Si prospettano come un modello di servizio originale. Infatti, il bisogno sociale a cui gli Alzheimer Caffè vogliono rispondere

non si ferma alle necessità del malato, ma abbraccia anche quelle dei suoi familiari, che si trovano ad affrontare, oltre al carico pratico ed economico dettato dalle necessità dell’assistenza, anche difficoltà psicologiche dovute al progressivo decadimento fisico e cognitivo dei propri congiunti. Rappresenta una tipologia assistenziale diversa da molte altre, ed è utile perché permette di prendersi cura dell’ammalato e della sua famiglia in modo efficace, ma allo stesso tempo senza l’esigenza di rilevanti investimenti. È un esempio convincente di interventi ad alta intensità umana, adeguati in tempo di crisi economica a supportare i servizi formali che rischiano una progressiva riduzione.

ALZHEIMER CAFFÈ: UNA RISORSA PER L’ASSISTENZA

Teresa Tauro e Giulia Pontin

Operatrici in servizio civile nazionale 2015/2016

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Sono Moustapha Fall nato a Dakar, in Senegal, e in Italia da quasi 17 anni. Sono musulmano, e proprio per questo vorrei esprimere il mio pensiero su quello che sta accadendo in EUROPA e nel mondo intero. Ci sono persone che dicono di agire in nome di Dio e che si dichiarano musulmani, ma non lo sono assolutamente. Da musulmano ci tengo a dire che chi uccide persone innocenti non è musulmano: nel Corano non c’è scritto da nessuna parte che bisogna uccidere chi non la pensa come noi. Quando sento queste notizie terribili di attentati, di stragi e di violenze in nome della mia religione, dopo il dolore per le vite innocenti stroncate con

violenza, mi prende una forte indignazione e rabbia, perché so nel mio cuore che i veri musulmani non fanno queste cose.La nostra è una religione di pace e di fratellanza, chi sostiene il contrario non è musulmano. Nel mio piccolo e con il mio gruppo “Lamusicanonhaconfini” cerchiamo di far conoscere la nostra cultura attraverso la musica e la danza africana: facciamo laboratori nelle scuole e ai bambini, io parlo della mia terra, delle tradizioni, della cultura, perché sono convinto che ciò che si conosce non fa paura. La nostra associazione è composta da italiani e africani, che pur con religioni e culture diverse, portano un unico

UNA LETTERA PER RIFLETTERESULL'ODIO RAZZIALE

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grande messaggio di pace e di fratellanza.Perciò chiedo agli italiani di non generalizzare mai, di non pensare che tutti i musulmani siano uguali, come tutti gli europei non sono uguali, ma soprattutto, ribadisco il concetto che chi ammazza, chi fa attentati, chi uccide persone innocenti non è musulmano. Io giro molto per il Veneto e anche fuori dal Veneto e incontro tantissimi immigrati con i quali parlo molto e racconto la mia esperienza. Il consiglio più importante che mi sento di dare a loro è il rispetto e l’integrazione:

rispetto perché ogni persona ha il diritto di essere rispettata come tale da qualsiasi parte provenga e nello stesso tempo deve avere rispetto verso gli altri, integrazione che non significa abbandonare le proprie radici e la propria cultura, ma cercare di creare uno scambio e una collaborazione.Il dolore che tutti noi proviamo di fronte a certi fatti inumani deve spronarci a proseguire nella strada della pace e del dialogo e non della vendetta e della guerra.

Non avrete il mio dolore, né le mie lacrime non avrete la mia disperazione, la mia delusione non avrete la mia rabbia, la mia violenza non avrete la mia anima ne il mio cuore non avrete il mio odio, la mia diffidenza sarà dura, ma ce la farò, vincerò io non darò cibo alla vostra distruzione non disseterò il vostro annientamento userò tutti i sentimenti di cui sono capace per continuare a costruire ponti e non muri

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Moustapha Fall, Belluno

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Il 16 giugno 2016 si è tenuta, nell'aula magna dell’Istituto superiore “T. Catullo” di Belluno una tavola rotonda nella quale sono state discusse tre importanti tematiche relative alle persone con disabilità intellettiva nella vita adulta: residenzialità, lavoro, sport e tempo libero.L’evento è stato organizzato dall’AIPD di Belluno in collaborazione con l'Ulss 1 e altre associazioni della provincia (ASSI, ANFFAS e Cantiere della Provvidenza). Il tema della

giornata è stato suggerito dall’osservazione della realtà che è cambiata e cambia, grazie ai progressi sociali, medici, tecnologici, la prospettiva di vita della persona con disabilità intellettiva, la quale è in continuo aumento, in linea con il costante prolungamento della vita media delle persone, perlomeno nella società occidentale.Se parliamo di persone con la sindrome di Down (sdD), l’aspettativa di vita è passata dai 12 anni degli anni 40 ai 62 anni degli inizi del 2000 e gli esperti sono convinti che in un prossimo futuro raggiungerà quella della popolazione generale. Delle 38 mila persone con la sdD stimate nel nostro paese, 23mila sono adulte. Questo scenario, in continuo divenire, apre a tutta una serie

TAVOLA ROTONDA “SGUARDI DI ADULTITÀ E CRESCITA NELLA COMUNITÀ“

PERCHÉ PARLARE DI DISABILITÀ INTELLETTIVA IN ETÀ ADULTA OGGI

Giovanni Cappellari

Associazione Italiana Persone Down Belluno

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di possibilità e criticità. Per quanto riguarda le possibilità, con l’allungamento della vita potenzialmente si possono sviluppare percorsi di vita nuovi, stimolanti sia dal punto di vista personale che sociale. Allo stesso tempo l’ingresso nell’età adulta però porta alla nascita di nuovi bisogni, necessità e alla richiesta di servizi differenti, che fino a qualche anno fa non erano necessari. Inoltre i genitori stessi invecchiano, fornendo un sostegno sempre meno efficace nella gestione della quotidianità e necessitando anch’essi di sostegno e aiuto. Quest’ultimo può venire dalle rete familiare, ma non sempre è presente oppure c’è ma non riesce a farsi carico da sola della situazione e sono necessarie proposte ed interventi esterni per promuovere una miglior qualità di vita per tutte le persone coinvolte. Siamo di fronte dunque ad uno scenario in cui, per supportare adeguatamente la persona con disabilità e la sua famiglia, è necessario costruire percorsi differenti, progettare servizi innovativi e flessibili, che accompagnino tutti gli attori coinvolti in questa crescita verso un’adultità possibile e sostenibile. Per far questo risulta cruciale creare occasioni di confronto e condivisione tra le realtà pubbliche e private del territorio che si occupano di disabilità intellettiva, affinché ci si possa muovere sinergicamente e dare

risposte concrete a chi ne fa richiesta.In sintesi, i numerosi interventi dei vari Relatori, seguiti al discorso introduttivo della presidente AIPD Ines Mazzoleni Ferracini. Sul tema della residenzialità in ambito extra familiare, dopo le premesse teoriche poste dalla dottoressa Rossella Di Marzo (dirigente dell’Unità operativa Disabilità e Integrazione Sociale dell’ULSS1) e la testimonianza dell’assistente sociale Michela Tavi sul vissuto delle persone che risiedono nelle comunità alloggio dell’ULSS1, sono seguite le relazioni di rappresentanti delle varie associazioni, che hanno illustrato esperienze in atto sul modello di “Casa-famiglia”. Si è partiti dalla lunga esperienza, quasi ventennale, della Fondazione “Verso il Futuro” e dell'AIPD Roma, illustrate dalla dottoressa Stefania Mazotti, a quelle più recenti in provincia; Maria Paolina De Nale, coordinatrice dell'AIPD di Belluno, ha descritto il progetto “Casa Mia”, con il quale, sul modello di Roma, si sono avviate le settimane di residenzialità, mentre Chiara Villabruna ha parlato di “Prove di Volo” (ANFFAS), anche questo

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come progetto di residenzialità temporaneo al di fuori della famiglia.Sul tema del lavoro, l’assemblea ha potuto ascoltare la coordinatrice nazionale dell’AIPD Anna Contardi, che ha sottolineato come prima ancora di acquisire o far acquisire alla persona con sdD le abilità richieste da un lavoro, sia importante insegnare a lavorare, vale a dire insegnare le regole che sovrastano al lavoro stesso (es. rispetto degli orari, rapporti coi colleghi ecc.) Pubblico attento ed emozionato poi dal racconto di Miriam Tormen, lavoratrice agordina con sdD, che ha narrato le sue alterne vicende lavorative nel ramo dell’occhialeria, dalla cassa integrazione ad una nuova assunzione. Angelo Paganin ha chiuso questo argomento presentando le opportunità che il Cantiere della Provvidenza ha avviato in campo occupazionale e lavorativo, in territorio bellunese.Sul tema sport-tempo libero sono intervenuti Luca Corso, altro giovane con sdD, che ha narrato la sua carriera di atleta versatile soprattutto nel Karate, specialità in cui ha conquistato il titolo italiano di categoria nel 2015; Alessia Corte, atleta dell’Associazione ASSI, che ha raccontato della sua attività come nuotatrice; Vainer Lucchetta, dottore in Scienze Motorie, e Luigi Bellotto, istruttore di Karate (anche del già citato Luca Corso), che hanno approfondito

le criticità, e le conseguenti attenzioni, che si devono avere verso le persone con sdD, rispetto ad esempio alle loro caratteristiche muscolo-articolari ma anche l’importanza per i benefici che l’attività fisica apporta alla sviluppo delle capacità cognitive.Al termine della tavola rotonda c’è stato un rinfresco per tutti i partecipanti al Convegno, organizzato dai cuochi del “Cantiere del Gusto”, da alcuni genitori dell’AIPD e servito dai giovani con sdD che lavorano al progetto “Fuori Menu”.Negli ultimi anni l'AIPD Belluno sta sviluppando percorsi dedicati all’età adulta con i progetti di semi residenzialità “Casa Mia” e “Cresco dunque abito”. Analoga attenzione è riservata anche alla fascia dei più giovani e ai loro familiari, con i Servizi “Accoglienza alla Nascita”, lo Sportello di consulenza scolastica, lo Sportello Informativo, Il Centro d’Ascolto e l’attivazione di laboratori a tema per bambini dai 6 agli 11 anni (“Canto suono racconto”(2015), “La valigetta delle sorprese”(2016). Infatti il focus sugli aspetti psico-fisici dei più piccoli è sempre stata basilare nelle iniziative dell’AIPD Belluno, secondo la prospettiva suggerita da un pediatra che, durante uno dei primi incontri pubblici organizzati a Belluno dall’AIPD, ricordò che i bambini sarebbero cresciuti in fretta e che, quindi, era necessario operare, fin dalla prima infanzia, con un occhio rivolto alla futura vita adulta.

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Siamo partiti il 25 luglio in 130 circa dalla provincia di Belluno. Durante il viaggio abbiamo fatto tappa in una piccola parrocchia in un paese austriaco per passare la notte, riprendendo il viaggio il giorno dopo. Siamo arrivati a Brzesko, a 60 km da Cracovia. Lì ci siamo divisi per andare ad alloggiare in famglia. Durante il primo vero e proprio giorno a Cracovia dopo il viaggio siamo andati in visita Auschwitz e Birkenau: è stato veramente toccante girare per quei luoghi. Il secondo giorno abbiamo partecipato ala catechesi, mentre nel pomeriggio siamo andati a visitare Cracovia. Il terzo giorno abbiamo continuato la visita, mentre nel tardo pomeriggio abbiamo partecipato alla Via Crucis con Papa Francesco. Quella sera abbiamo salutato le famiglie che hanno avuto

un'incredibile ospitalità verso di noi, che mai avremmo immaginato. Il giorno seguente siamo partiti per raggiungere il Campu Misericordia, dove abbiamo partecipato alla veglia con il Papa e trascorso la notte. Abbiamo raggiunto il campus in parte con il treno e in parte a piedi. La domenica mattina c'è stata la messa, poi ci siamo avviati allo stesso modo dell'andata per ritornare a Brzesko dalle corriere. Quella sera abbiamo raggiunto la stessa parrocchia austriaca che ci ha ospitato all'andata, il giorno seguente siamo partiti per raggiungere le nostre case. Per me è stata una bellissima esperienza: ne valeva veramente la pena partecipare alla GMG di Cracovia e ne varrà nuovamente la pena in futuro.

GIORNATA MONDIALE DEI GIOVANI A CRACOVIA IL RACCONTO DI RICCARDO LAGUNAZ(Servizio civile nazionale 2015-16)

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NOVITÀ SUL FRONTE DEL 5 PER MILLE

Dal 2017 non sarà più necessario presentare ogni anno la domanda di iscrizione agli elenchi del 5 per mille, né la dichiarazione sostitutiva sui requisiti per l’ammissione. Gli enti saranno inseriti in un apposito elenco, integrato, aggiornato e pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo di ciascun anno. È la novità contenuta nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 7 luglio 2016, recante "Disposizioni in materia di trasparenza e di efficacia nell'utilizzazione della quota del cinque per mille, in attuazione all'articolo 1, comma 154, della legge 23 dicembre 2014, n. 190", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 185 del 9 agosto 2016 sono state introdotte delle importanti e attese novità relativamente al 5 per mille.La seconda novità è legata alla trasparenza: nel decreto si precisano meglio le caratteristiche che deve avere il documento di rendicontazione, quello che entro un anno

dalla ricezione delle somme gli enti devono redigere sul modulo predisposto dall'Agenzia delle Entrate, accompagnandolo da una relazione illustrativa, se gli importi percepiti sono uguali o maggiori a 20 mila euro. Le amministrazioni pubbliche che erogano le quote del 5 per mille pubblicheranno sui propri siti l’elenco dei soggetti che le hanno ricevute, con l’indicazione dell’importo e della data di erogazione. Come pure i rendiconti e le relazioni illustrative inviati dagli enti beneficiari. Tutti gli altri enti dovranno comunque predisporre rendiconto e relazione e conservarli in sede per 10 anni per esibirli all’Amministrazione Finanziaria in caso di richiesta.Se ci fossero errori o integrazioni, questi potranno essere segnalati entro il 20 maggio di ogni anno, dal legale rappresentante alla Direzione delle Entrate competente per territorio. Nel caso cambi

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RIAPRE LO SPORTELLO SICUREZZA

il rappresentante legale, la dichiarazione sostitutiva già presentata perde valore, e il nuovo rappresentante dovrà sottoscriverne un’altra, indicando la data della sua nomina e quella dell’iscrizione dell’ente, pena la decadenza di quest’ultimo dai benefici del cinque per mille.

Se l’ente beneficiario utilizza il contributo per finalità estranee a quelle istituzionali, gli importi ricevuti dovranno essere restituiti entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento contestativo, rivalutati secondo gli indici Istat e maggiorati degli interessi al tasso legale dalla data di erogazione del contributo.

Il Csv di Belluno ha deciso di riaprire lo sportello Sicurezza, che garantisce un fondamentale supporto alle associazioni in una materia tanto delicata quale è quella della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Saranno offerti gratuitamente servizi di informazione, consulenza e orientamento, a partire da venerdì 30 settembre, dalle 8.30 alle 12.30 (le mattine successive già in calendario sono i venerdì 28 ottobre, 25 novembre e 16

dicembre). Lo sportello si occuperà inoltre di programmare e condividere percorsi di formazione dedicati. Il tutto è reso possibile grazie alla collaborazione dello studio di ingegneria di Giuseppe Fascina, con il supporto operativo di Marco Bogo, che appunto sarà presente nella sede del Csv di Belluno, in via del Piave n. 5, una mattina al mese. Le richieste specifiche delle associazioni potranno essere rivolte allo 0437950374 o a [email protected] (Paola Benvegnù e Valeria Vedana).

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Il Csv di Belluno ha aperto una nuova sezione all'interno del sito www.csvbelluno.it per scambiare e reinvestire le proprie competenze all'interno del mondo del volontariato.Nella bacheca, che si trova nella spalla destra della home page o alla voce "Servizi/Promozione della cittadinanza attiva".Saranno inseriti gli annunci "Cerco" per tutte quelle persone e/o associazioni che hanno richieste specifiche da fare per determinate

figure in determinati intervalli di tempi. Con gli annunci "Offro" invece ogni aspirante volontario potrà mettere a disposizione il proprio tempo libero a favore di associazioni ed enti senza scopo di lucro.

Per pubblicare un annuncio basta mandare una mail a [email protected] con oggetto "Cerco volontari" o "Offro volontari".

CERCO-OFFRO VOLONTARILA NUOVA BACHECA DEL CSV DI BELLUNO

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Per rendere la comunicazione del Csv ancora più a misura di volontariato, il comitato di redazione del “CsvInforma” ha deciso di riservare uno spazio del periodico a voi e ai vostri contributi. Potrete inviarci articoli e materiale fotografico, o eventualmente suggerirci notizie perché vengano pubblicate nei prossimi numeri della rivista.

Se vuoi partecipare alla realizzazione dei prossimi numeri del CsvInforma, mandaci una mail a [email protected] con oggetto “CSVINFORMA”. Il Comitato di redazione si riserverà di selezionare il materiale ricevuto.

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LA NOSTRA REDAZIONE

DIETRO LE QUINTE

HANNO COLLABORATO

ANGELO PAGANINCINZIA GALLINAENRICO DE COLGIANLUCA CORSETTINEVIO MENEGUZPAOLA BENVEGNÙPAOLO CAPRAROSTEFANO DAL FARRA

FRANCO CHEMELLOGABRIELLA BONDAVALLIGIOVANNI CAPPELLARIGIULIA PONTINMARCO MORETTAMICHELA POSSAMAIMOUSTAPHA FALLRICCARDO LAGUNAZROSANNA CANOVASIMONETTA TERZARIOLTERESA TAURO

Francesca ValenteDirettrice responsabile

Monica TiazzoldiComunicazione visiva Concept e impaginazione

EDITORE

Comitato d’Intesa tra le associazioni volontaristiche della provincia

di Belluno, presieduto da Giorgio Zampieri

DIREZIONE E REDAZIONE

Centro di Servizio per il Volontariatodella pronvicia di Belluno

Via del Piave n. 5 32100 BellunoTel. 0437950374 - Fax 0437958273

N. verde 800392333e-mail: [email protected]

sito: www.csvbelluno.it

Iscrizione tribunale Belluno n. 5 del 11/04/2003

DIETRO LE QUINTE

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