Uomini, sensori e interfacce

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Dal numero cento della rivista "Formiche", febbraio 2015.Con l’aumentare rapido del numero di oggetti attorno a noi che sono in grado di comunicare è fondamentale che questi non dipendano dalle nostre decisioni per continuare a operare, altrimenti ci affogherebbero con le loro richieste costanti. I nodi che compongono l’Internet degli oggetti devono essere autonomi e decidere da sé che l’1% delle informazioni che viene tenuto può essere aggregato e correlato con le corrispondenti parti di dati acquisiti da altri nodi e avvertirci di cosa sta succedendo solo quando è veramente importante.

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    formiche 100 febbraio 2015

    Lattivit di acquisizione, elaborazione, aggregazione dei dati, soprattutto se decentralizzata, deve poter essere fatta in modo trasparente, allinterno di una rete di reti in cui diversi produttori partecipino sullo stesso piano alla creazione di valore

    Uomini, sensori e interfaccedi david Orban Ceo di Dotsub, faculty e advisor di Singularity University

    Con laumentare rapido del numero di oggetti attorno a noi che sono in grado di comunicare fondamentale che questi non dipendano dalle nostre decisioni per continuare a operare, altrimenti ci affo-gherebbero con le loro richieste costanti. I nodi che compongono lInternet degli oggetti devono essere autonomi e deci-dere da s che l1% delle informazioni che viene tenuto pu essere aggregato e correlato con le corrispondenti parti di dati acquisiti da altri nodi e avvertirci di cosa sta succedendo solo quando veramente importante

    Levoluzione dei computer in accelerazio-ne esponenziale in base alla legge di Moore che viene seguita da gruppi di ingegneri in tutto il mondo per continuare a comprovar-ne la validit ha portato a soluzioni sem-pre pi complesse e adatte ad affrontare una grande variet di problemi. Avendo acquisito una capacit di comunicazione, i computer hanno formato quella che oggi chiamiamo Internet, una rete di reti. Se inizialmente richiedevano lassistenza dei programmato-ri per ogni necessit di acquisizione di dati, attualmente sono dotati di sensori e di con-seguenza possono essere autonomi in questa acquisizione.La progressiva miniaturizzazione dei compo-nenti elettronici, non solo permette di crea-re sistemi sempre pi potenti, ma genera un circolo virtuoso di apparecchiature flessibili che non sono pi dotate di tastiera e magari perdono anche la visualizzazione attraverso lo schermo, affiancate da software sempre pi adatti a uninterazione naturale, che non impone agli operatori umani di impara-re linguaggi strani e modalit di interazione artificiali.

    I computer, invece di essere delle apparec-chiature separate e dedicate allelaborazione dei dati, diventano una componente neces-saria di ogni prodotto. Il beneficio di dotare di sensori, memoria, capacit di elaborazio-ne e di comunicazione un particolare ogget-to supera rapidamente il costo aggiuntivo di queste componenti integrate.Il ruolo della persona che in grado di for-mare un ponte tra gli ingegneri che realizza-no il prodotto che si pu fabbricare su sca-la industriale da una parte e chi si occupa di marketing dallaltra, diventa essenziale. Chiamata in inglese user experience, lintera-zione tra le diverse parti del prodotto non pi solo questione di materiali, funzionalit locale, facilit di produzione e di impiego immediato, ma si estende su scala globale, abbracciando tutte quelle parti di comuni-cazione dei dati acquisiti che devono poter essere utilmente aggregate per rappresenta-re un valore aggiunto fondamentale del pro-dotto.Il numero di sensori che stanno costante-mente raccogliendo dati aumenta rapida-mente allinterno di ogni singolo oggetto (un telefono cellulare oggi dotato di una dozzi-na di diversi sensori), e aumenta anche il nu-mero degli oggetti stessi progettati, prodot-ti, venduti, installati e utilizzati. La quantit di dati sul mondo cos raccolti talmente grande da creare difficolt non solo nel suo immagazzinamento. Mancano addirittura i prefissi per indicarne lordine di grandezza: mega, giga, tera, peta, exa per indicare i nu-meri di byte non bastano pi!Analogamente risulta difficile immaginare che lapproccio centralizzato che caratteriz-za lInternet di oggi possa essere sostenibi-le, con la rincorsa a una creazione di pagliai sempre pi grandi alla ricerca di aghi even-

    tualmente migliori. Queste due considera-zioni portano alla progettazione di un Inter-net degli oggetti che permetta di aggregare i dati acquisiti, elaborandoli per trovare una soglia, raggiunta la quale questo dato aggre-gato meriti di essere memorizzato oppure comunicato, magari raggiungendo una per-sona solo dopo aver superato dozzine di li-velli di verifica, perch questa capacit non risieda centralmente in un data center oppure presso un particolare operatore, ma sia una caratteristica anche locale della rete degli oggetti.Con laumentare rapido del numero di og-getti attorno a noi che sono in grado di co-municare fondamentale che questi non dipendano dalle nostre decisioni per conti-nuare a operare, altrimenti ci affogherebbe-ro con le loro richieste costanti. I nodi che compongono lInternet degli oggetti devono essere autonomi e decidere da s che il 99% dei dati che acquisiscono pu essere tran-quillamente buttato via. Quell1% che viene tenuto pu essere aggregato e correlato con le corrispondenti parti di dati acquisiti da al-tri nodi e avvertirci di cosa sta succedendo solo quando veramente importante.Lattivit di acquisizione, elaborazione, ag-gregazione dei dati, soprattutto se decen-tralizzata, deve poter essere fatta in modo trasparente, allinterno di una rete di reti in cui diversi produttori partecipino sullo stesso piano alla creazione di valore. Diventa quindi essenziale la promozione di una in-

    teroperabilit forte, sia a livello di semplici protocolli di comunicazione e immagazzina-mento dei dati, sia a livello di algoritmi deci-sionali e responsabilit autonoma.Le macchine robotiche in grado di guidare da s rappresentano un utile esempio con-creto di sperimentazione tecnologica. In-dicano anche chiaramente le complessit che la potenza dellInternet degli oggetti rappresenta non solo dal punto di vista del-la progettazione e della realizzazione, ma per le implicazioni che vanno oltre a quelle della semplice tecnologia. Che cosa succede se una macchina robotica coinvolta in un incidente? Di chi sono le responsabilit tra passeggeri, produttori dellhardware, produt-tori del software ecc.?Le strutture emergenti della nostra civilt siano queste quelle con cui siamo gi fami-liari come le citt, oppure quelle che le reti globali interconnesse stanno disegnando con i social network, oppure, appunto, lInter-net degli oggetti hanno una loro forte real-t autonoma, la cui natura solo debolmente dipende dalle strutture precedenti che le esprimono. C un reale collo di bottiglia nellapplicare le esperienze acquisite prece-dentemente da queste nuove realt. Non si pu sottostimare la difficolt nella creazione di una cornice che possa abbracciare le op-portunit rappresentate dallo sviluppo sano dellInternet degli oggetti, che massimizzi i benefici e annulli gli ostacoli al suo sviluppo. Lo sforzo di un dialogo aperto e costruttivo, dotato di grande creativit e immaginazione la sfida che non possiamo non raccogliere per raggiungere lobiettivo di un mondo che possa fare leva sulla rete di reti di oggetti in-telligenti, lInternet degli oggetti.

    Idee