UNIVERSITÀ - unitremestre.it · di Marilena abato 'rien ... a vi Pilia di Natale U uando lara...

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16 O T T O B R E S I R I P A R T E C O N I C O R S I UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ n.71 dicembre 2016 il Gabbiano Felice a cura dei dŽcenƟ aƐƐiƐƚenƟ e allievi dell’Unitre di Mestre-Venezia con i migliori auguri di buone feste

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16OTT OB RE

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I C OR S I

UNIVERSITÀDELLA TERZA ETÀ

n.71dicembre 2016

il Gabbiano Felice

a cura dei d cen a i en e allievidell’Unitredi Mestre-Venezia

con i migliori auguri

di buone feste

’esercizi 201 2016 c ius al 1 0 .2016 se na un avanz di es ne di . 0 . e ntrate s n rinci almente a ribuite al versament da arte dei s ci delle u te s ciali al 1000 er 2. 2 im ie at er l’ac uist di d tazi ni dida c e.e uscite er 2 .166 s n le ate all’u lizz delle aule alestre e della sede s ciale. a v ce tam a

c m rende la stam a del abbian dei ibre d’iscrizi ne e delle tessere individuali.

stat n tev le l’im e n ec n mic er l’amm dernament e l’inte razi ne delle d tazi ni dida c e c e a c m rtat la s esa di .000 circa. Una c m nente rilevante anc e uella rela va alle s ese s stenute er este mani estazi ni. a v ce ssicurazi ni rela va a due anni erc l’ann sc rs i remi s n sta a a ad esercizi di c m etenza c ius .

’avanz di es ne va ad incrementare le ris rse dis nibili er la es ne del r ssim ann .

dell’Unitre formulano a tu li a o ia i loro mi liori au uri

er le ro ime fe it

n o er na di e no di ia alante di anni ela orato dal nonno andro

1

Numero 71Dicembre 2016

olle no non periodico a cura dell’Unitre di Mestre-Venezia a di usione interna ratuita

ire oreian ranco on ni

omitato di eda ione

Marilena abato rienandro alantentonio ocalndroni tavridis

e retaria di reda ione

arla ozzato

ro e o ra o e im a ina ione

andro alante

Universit della erza t

via ardinal Massaia30170 Venezia - Mestreele ono

041.95.08.44.unitre-mestre.it

presidente unitremestre.itdire ore unitremestre.itse retario unitremestre.it

rario se reteriauned Mercoled

Venerd dalle ore 9.30 alle 11 30

tampaM . . .

2 Via rmelle - 31020 an olo Di iave V

tel. 0422 853274 0422 202117

S o m m a r i o

2 E i o iale La aba i Na ale di ian ranco on ni

3 La collana di Marilena abato rien

5La scopa della Befana di mme i 38

6Frammento 1 - Racconto di laudio ampini

8Quando viaggiare in treno era un piacere di Umberto iaromanni

10La mia Toscana di nna ampa nolo

14S rmede il paese delle abe di ntonio ordi non

16La mia montagna di Mariacris na mperoli

18 La Tempesta di Shaskespeare. arte ma ia n ione realt

di ranco Macc i

20Le ua ro chiese di San Nicol

di ior io azzin

22 Mestre Venezia. a i a ra i i i tradimen di Marilena abato rien

23Poesie Sana radice di lsa Docupil Van o l’ombra della pazzia

di Mara enso

24 Libri a cura di Ni

II di coper naBilancio Unitre a.s. 2016

III di coper naMusica - a cura di nnamaria

NV ND N

corsis docen assisten e diri en inviate i vostri ar coli memorie ri essioni

raccon documen poesie imma ini a

redazionegabbianofelice gmail.com

Lafiaba diNatale

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resto sar Natale e uindi prima di tutto au uri a tutti voi ed alle vostre ami lie. desso la pubblicit in televisione ci marteller con le sue imma ini dolci e ioiose di ami lie

in buona armonia c e vivono in belle case con il iardino ed il cane amatissimo da tutti. eccato c e siano ipocriti messa i subliminali c e vo liono soltanto spin ere il nostro inconscio ad imitare e se possibile ra iun ere l’abbondanza il benessere e la elicit di uei uadretti. ’era una volta un piccolo bor o di pescatori in un’isoletta c e

aveva di ronte l’ rica. Un brutto iorno uel mondo impazz e le persone per s u ire la uerra la ame e le torture cercavano di scappare. ’erano per de li uomini malva i c e s ruttavano

uei poveretti acendosi pa are un mucc io di soldi si vendevano per ino le loro povere case per trasportarli su barc e s ondate e stracaric e ino a uell’isola nel Mediterraneo il posto pi vicino dove ri u iarsi. otete ben imma inare uante mi liaia di loro siano morti in mare buoni pescatori dell’isola non ci pensarono due volte e soccorsero ino allo stremo delle loro possibilit i u itivi l’isola era povera il reddito annuo di o ni residente era di soli 15000 euro tuttavia ospitarono e nutrirono mi liaia di persone c e poi si dovevano inviare in altre localit dove trovare acco lienza. Ma nei luo i di destinazione c’erano anc e delle persone cattive c e non li volevano e protestavano c iedendo per ino al loro overno di sparare in mare alle barc e dei nau ra i per non arli sbarcare.

ltri paesi abitati da persone pi umane ne accolsero tanti e tanti anc e a seconda delle loro possibilit economic e per ... per ci urono anc e zone molto ricc e di splendidi campi da sci c e non li volevano ospitare come uel tal luo o i cui abitanti

odevano di un reddito annuo di 50.000 euro ciascuno e ne accettarono solo sette. uardate c e non sono caduti li zeri dal numero e 7 vuol dire 7 unit l re uando seppe uesta cosa si arrabbi di bru o e convoc i overnatori dei due luo i lod

uello dell’isola enerosa e li promise soste no ed inves con un brusca e stri lia c e non vi dico uello del luo o e oista. aro mio - li disse- e non am iate u ito trada e ne en rete er far

alutare uan rofu i otre te a o liere u ito do o ordiner ai miei ra ionieri di dirmi uan oldi endere te e fa e te an e oi il o tro do ere oi dar ordine e dai nan iamen e

ri e ete o ni anno dallo tato i ia tra enuta la te a omma e err im ie ata er fare uello e a re te do uto fare oi .

l overnatore prov a cincisc iare c e e c e...ma il re lo erm e a e non o an ora nito i to e iete tanto r i far

in modo e d’ora in oi i ordoni della or a delle ta e dei i adini di en no er oi molto ma molto tre uello cap c e c’era poco da sc erzare torn a casa sua e ne disse a sua volta di tu i colori ai suoi conci adini acendo loro capire c e le svanzic e del re avrebbero potuto cambiare des nazione.

on usi e pentiti i cittadini c iesero scusa ed accolsero moltissini pro u i nelle loro bellissime valli e nelle loro nuovissime case inanziate in ran parte dalla enerosit del

overno e tutti vissero elici e contenti. Vedete asta saper parlare al cuore delle persone e si otten ono risultati straordinari perc il cuore e atto per met di buoni sentimenti e per met di attaccamento ai propri interessi.

edit

oria

le

diian ranco on ni

La vi ilia di Natale uando lara nalmente usc dal ne ozio dove lavorava erano le nove passate. iovi inava e aceva reddo.

veva passato una iornata rene ca saltellando da un cliente all’altro ma uan aspe ano l’ul mo minuto per are li ac uis acciden a loro cercando di sorridere di essere en le di non perdere la pazienza.

veva man iato di re a un tramezzino bu ato i con un cappuccino. a iamo orario on nuato – aveva de o la

tolare – er iamo di re u erare un o’ di oldi e la ri i i a ta liato atemi una mano d’altra arte lo

fa io an e er oi non orrei ro rio la iare a a a ual uno “. casa Lei a casa ci sarebbe stata benissimo ad

allevare i suoi due li ma come si a Mutuo bolle e e tu o il resto ’era poco da sce liere lei come una altra mol tudine di persone aveva ra iunto un livellodi vita da cui era molto molto di cile tornare indietro non erano pi i tempi de li avi in cui si ra ionava a pia di minestra . Mamma mia me lio non pensarci er ortuna lei e il marito avevano nonni liberi e disponibili cos i bambini erano sempre in buone mani.Lasciata la macc ina si avvi al portone con borse e pacc e aveva

i predisposto molto per il pranzo di Natale con i paren ma se voleva c e tutto riuscisse alla per ezione doveva tirare uori ualc e altra ener ia. noltre non voleva mancare alla Messa di mezzano e.Vide la si nora sabella per strada e si c iese cosa mai acesse uori a uell’ora era senz’altro un’imprudenza coi tempi

c e corrono. Non c e la conoscesse molto sapeva c e era da anni vedova di uno c e era stato in Marina e c e viveva sola con un ualc e aiuto domes co. bitava nello stesso condominio anc e se su una scala diversa in un appartamento molto pi rande e ben esposto del suo.L’aveva notata perc mal rado l’et ma uan anni poteva avere ma sicuramente tan la sc iena un po’ curva e i movimen non proprio sca an era sempre curata nella persona. nc e i capelli rosso mo ano c e in altre sarebbero apparsi vol aro in lei erano solo una cive eria un vezzo ori inale. er accertarsi c e non ci osse niente di anomalo si avvicin per parlarle per capire se per caso non avesse avuto un ualc e vuoto spazio- temporale. Venne a sapere c e era scesa perc la spazzatura puzzava e la l a la sua aiutante-badante non sarebbe tornata c e dopo due iorni. Due iorni llora a Natale era sola ens a nonna ndreina c e aveva adorato e alla solitudine di

uella vecc ia si nora si intener e le venne spontaneo dire c e se non aveva compa nia mi liore si poteva unire a loro. La si nora sabella la

LA COLLANAdi Manuela abato rien

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Lasciata la macchina, si avviò al portone, con borse e pacchetti: aveva già predisposto molto per il pranzo di Natale

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vauard stupita ma acce e si ece dire il numero interno di casa e l’ora. Natale arriv inappuntabile puntualissima all’una meno dieci e le

porse un pacc e no dicendo c e era una cosuccia per lei. lara rin razi con una delle solite rasi di convenienza lo avrebbe aperto pi tardi assieme a li altri. l pranzo si svolse serenamente ioiosamente. bambini altri due oltre ai suoi si comportarono me lio del solito orse la nuova presenza li aveva tra enu dal calciarsi so o il tavolo o arsi dispe ucci imper nen era proprio compito loro a ne pranzo

distribuire i vari re ali. La cosuccia della si nora sabella era un doppio lo di perle nere tra enute da un erma lio luccicante c e lara presa

com’era dai suoi impe ni di padrona di casa non uard pi di tanto. u solo il iorno dopo osservandole me lio c e le vennero dei dubbi. rano troppo belle troppo luminose per essere della bi o eria prese la lente e la punt sulla c iusura. Ma uello era oro e i luccic ii a orno alla perla centrale orse non erano S arovs i i nore e ora e fa io ”

se la si nora sabella osse stata meno lucida di uanto sembrava se per essersi tenuta la collana la avessero accusata di circonvenzione d’incapace arl dei suoi dubbi con il marito c e non de n di uno s uardo le perle e si ece una bella risata ei aranoi a il mondo

ieno di fal i e mer e taro ata . aranoica o no appena pot and da un ompro oro voleva essere sicura di non aver preso un abba lio. L’uomo uard la collana poi lei con di denza sospe o ma e disse c e non tra ava perle tantomeno nere ma oro da ondere se

invenduto. Se voleva realizzare si rivol esse a un ioielliere. l valore occ io potevano essere o o diecimila euro anc e perc tra i brillan ni alcuni erano pi importan di altri.

lara manc il respiro e tremarono le ambe. nd da un altro ompro oro anc e uesto

lontano da casa perc non voleva essere riconosciuta c e le ece su per i lo stesso discorso. Lui sarebbe stato anc e disponibile all’ac uisto ma ad un prezzo in eriore al valore perc per un simile ioiello c’era poco mercato. ientr in totale con usione e o ra ione io aranoi o eri tu - disse al marito

ade o e fa iamo er arit ui niamo in tri unale

onvennero di riconse nare alla donatrice uel ioiello c e cominciava a sco are non volevano ro ne le loro erano pi c e su cien

vevano anc e un certo more ad entrare nella casa della sabella c e ora presumevano essere piena di cose di valore cos la conta arono invitandola da loro. La ossa arriv e sen to il problema li uard con tenerezza e si mise a ridere. “ erto e ono buone ono un dono di mio marito er il en in ue imo anno di matrimonio e a ortate da a i uando na i a a ma ono tate montate in talia e le re alo olen eri er tanto non le me o mai e er oi e mi ono ete

a ena mi a ete dimo trato delle a en ioni e i miei carissimi paren non i o nano nemmeno uelli non edono l’ora e re i er alare ome a oltoi ma i tro eranno delle elle or re e di ronte alle

loro acce estere a e tate tran uilli far un a o di dona ione da an al mio notaio ono e ia ma non an ora del tu o rim am ita err

l eimer er mia fortuna non a an ora u ato alla orta Mentre usciva nel salutare disse con un ran sorriso ome iete arini a odanno o a fate e i fo e un o ino an e er me

La “cosuccia“ della

signora Isabella era un doppio lo di perle nere,

trattenute da un fermaglio luccicante, che Clara, presa

com’era dai suoi impegni di padrona di casa, non

guardò più di tanto.

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ra il 30 Dicembre e l’u cio dopo brindisi e ritere a non nire aveva c iuso i ba en . Silvia era

nalmente libera di dedicarsi ai a suoi se voleva passare il apodanno in monta na doveva darsi da are e alla svelta ra una iornata pessima pioveva

a intermi enza e c’era un tra co da ma . nd al parc e io e si accorse c e un lio di buona donna aveva a o i comodi suoi e l’aveva imbo liata.

iden a te pens ade o ome fa io a u ire ir a orno alla macc ina studiando la situazione

mentre la pio ia le incollava i capelli sulla ronte perc oltretu o era pure senza ombrello doveva avere un aspe o orribile me lio non pensarci Sal in macc ina ma mentre tentava di uscire dall’esi uo spazio con piccole manovre un clacson cominci a suonare con prepotenza e insistenza reclamando il posto. Scese cercando di stare calma e si avvicin alla macc ina in a esa molto pi piccola della sua occupata da ua ro ra azzi scalca na c e s i nazzavano. edete ene e mi anno in a trata er in e e di ridere tanto non mi aiutate Le sue parole caddero nel vuoto assoluto probabilmente data la scarsa lucidit c e mostravano

uei bei tomi avevano i dato inizio con notevole an cipo ai brindisi di ne anno. ua ro bulle comun ue scesero ma invece di darle una mano con aria spavalda da sbru oni con nuarono con risate e sprolo ui i tardona ma o a fai i a dato la

atente e uarda e er la efana ei in an i o ntanto a a om erare una o a . Silvia risal li

i nor mandandoli mentalmente a uel paese e con un po’ di pazienza riusc a rime ersi in strada.

l 10 ennaio la do oressa Silvia Mari adde a alla selezione del personale della resca di pie a e trucco cominci i collo ui. ra i tan c e le passarono davan pi o meno iovani riconobbe uno de li scalmana del parc e io. Lo ss per un a mo e dall’espressione tra lo stupito e il preoccupato del ra azzo cap di essere stata riconosciuta. Non era pi sbracato ma ves to tu o per benino cercava di mostrarsi disinvolto ma con nuava a strin ersi le mani con nervosismo. ra c e il branco non lo spalle iava pi era un povero indi eso a nellino Lo tenne l un bel po’ in ormandosi con arbo su competenze ed esperienze c e comun ue non erano un ran c e iocando un po’ a a o e topo e lo con ed con la consueta rase u andare le faremo a ere“. Mentre il ra azzo si alzava per uscire per Silvia ebbe un ripensamento e non resiste e alla vo lia di levarsi

ualc e sassolino dalla scarpa. on aria soave li disse “ i nor a ri er il o to a ui a ira non i fa ia tro e illu ioni ma e ro rio uole la orare a iamo

i o no di un adde o alle uli ie e d’a ordo u omin iare an e u ito er il momento le o o re tare la mia o a tanto no al ennaio dell’anno ro imo a me non er e “

. . . per il posto a cui aspira non si faccia troppe illusioni ma, se proprio vuole lavorare, abbiamo bisogno di un addetto alle

pulizie. Se è d’accordo può cominciare anche subito. . .

di mme i 38

e ana

na

rr

ati

va La scopa della

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di laudio ampini

o i a elli ian i la ar a non lo o er o ni ma na la rado em re on uel mio modo un o’ a re ato non u o iuma in

om ole a ma ennello a ato ul a one e un ra oio di la a i uramente le o ra i lia ono an ora a tane ome lo erano i a elli an e e ual e olta

un elo ian o lo edo re iuto tra uelli ionda tri e on la in e a lo tra o le o ra i lia ono omun ue

an ora a taneos pensava “L spinto da c iss uale associazione

di ra ionamen c e lo avevano portato a are un c e -up della sua a uale condizione sica anzi del suo aspe o este co mentre transitava sulla sommit della monta nola del parco di S. iuliano durante la sua corsa ma u na.

lz lo s uardo e subito percep la orma delle c iese e dei campanili di Venezia c e si dise navano sublimi contro la luce del sole.

ob D lan bussava alle porte del aradiso accompa nando con la c itarra la sua cara eris ca voce ampli cata dalle cu e del le ore M 3 ornendo cos un’ade uata colonna musicale al momento.La percezione di uella s -line di cuspidi te e cupole u come una olata di vento c e rinnov a L“ uel

sen mento di a razione c e aveva sempre provato per Venezia.

ra nato su uel mar ine di terra c e delimita a ponente

FRAMMENTO 1

a onto

Alzò lo sguardo e subito percepì la forma

delle chiese e dei campanili di Venezia che si

disegnavano sublimi contro la luce del sole

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l’ac ua in cui la ci unica al mondo in una atmos era di mistero sorta e poi lentamente si costruita. vrebbe imparato in se uito a conoscerla percorrendo avan ed indietro il cordone ombelicale del onte della Libert andando da piccolino a trovare i nonni poi studiando all’universit e in ne per ra ioni di lavoro.

i ri ordo dice tra se’ o me lio rivol endosi a ualcuno di non ben de nito c e comun ue imma ina lo

s a sempre a sen re assecondando uanto li acevano a orare alla mente il momento e i luo i uando mia madre mi ra onta a del iorno della mia na ita nel me e di ennaio del

nc e se o i si sente parlare perlopi di surriscaldamento dell’atmos era colpa dell’anidride carbonica c e tra ene il calore del sole anzic lasciarlo s usciar via verso li spazi siderali le sta s c e parlano c e l’inverno del 19... assieme a uello con uo del 19... urono tra i periodi pi reddi c e si siano re istra in uropa in tu o il secolo la la una ed i canali interni

della ci erano ela per no il arda era ricoperto da una crosta di iaccio.

a un freddo ane e la ne e aduta a ondante nei iorni re eden ri o re le trade di ar era una tufa ri alda ome u l’a artamento del rimo iano do e la mamma uel iorno a de i o di farmi

u ire er re entarmi il mondo ertamente un el momento ma mi en rei i i uro e arri a e an e la le atri e io adre al la oro alla etro o e mio io uo fratello i io ane in a a in a e a di e er

iamato er un o to in ferro ia to a a lui orrere no all’a ita ione dell’o tetri a er ri ondurla a ra er o la ne e ri iolante o o i a i on ita in aiuto alla

artoriente ono ir a le uando omin io ad intra edere er la rima olta un ra io di lu e oi

ia ia una ne tra un mo ile on li e i orienta ili o to nell’an olo della tan a e nalmente il olto

indimen a ile di una er ona e mi rote e fra le ue ra ia fa a

La neve nei mesi invernali era un enomeno re uente ne li anni dell’in anzia di “L e dopo un’abbondante nevicata capitava c e intraprenden vicini di casa si mobilitassero con van e e badili ormando dei ruppi or anizza dal omune per spalare la neve e to liere il iaccio c e si andava ormando nelle strade. nc e Lucio l o e ommasino i ra azzi pi randi si davano da are per ra ranellare le cento lire c e spe avano a ciascun spalatore ma uesta mo vazione iniziale era secondaria al a o c e si mobilitassero per un’emer enza e sen ssero inoltre di avere la considerazione non dis iunta da un certo or o lio di tu o il vicinato c e aveva i suoi iovani in prima linea contro la neve ed il

iaccio traditore.endo le ale un o’ in an i o ri e o a li altri

iorni de o andare a uola ma non mi o lio erdere i re ara i e i “ randi tanno me endo in a o er re ar i al unto di ra olta nel ia ale an tante la

o e a del ar iere e l’o teria adili e i oni en ono ra fuori da ma a ini e o o ala e oli e mi lano da an on le loro u li armi a fronte iare li

e e di un freddo nemi o alato im ro i amente durante la no e er trada ento dire e ro a ilmente o i le uole rimarranno iu e lo ero i amente in

ue ta iornata fuori dell’ordinario mi ento e itato e oin olto

Francesco Guardi. La laguna ghiacciata vista da san Giobbe a san Giuliano e Marghera (1790)

Francesco Battaglioli. La laguna ghiacciata vista da san Giobbe a san Giuliano e Marghera (1788)

La grande gelata dell’inverno del 1929. otogra a ripresa dalle

Fondamente Nove verso il “Casin degli spiriti”

“. . . durante la sosta a Bologna

l’acquisto del pasticcio di lasagne

era diventata un’abitudine: si abbassava il

nestrino, e passava il ragazzo col carrello che o riva il pasticcio

ben caldo. “ 8

QUANDO VIAGGIARE IN TRENO ERA UN PIACERE

di Umberto iaromanni

La prima volta c e mi ricordo di avere via iato in treno non avevo ancora sei anni era sera e mi trovavo in uno scompar mento di terza classe in realt era una seconda declassata allora esisteva

ancora la terza classe il treno era ancora ermo alla stazione di Venezia i miei enitori avevano preso posto per tempo perc il via io c e ci accin evamo a are era lun o dovevamo passare la no e su uei sedili perc eravamo dire a oma. er ortuna per i via i lun i i va oni di terza classe con i sedili di le no venivano a volte sos tui con i pi comodi va oni di seconda declassata con i sedili imbo . omun ue ricordo c e all’epoca venivano nole ia i cuscini per c i volesse via iare pi comodo. ra insomma ancora il periodo in cui il via io si sen va come impe no a ca per ra iun ere una meta. Ma o un as dovevo essere ancora pi piccolo e mi a acciavo da una pia a orma scoperta del trenino delle Dolomi c e portava a or na.

ues i miei primi ricordi del treno. o sempre associato il treno al via io uando ad o ni estate andavamo ad rezzo dove trascorrevamo le vacanze dai paren di mio padre. ua ro o cin ue ore di treno par vamo la ma na arrivavamo nel pomeri io ricordo le lun e soste alle stazioni di olo na e di irenze.

nc e ne li anni successivi o uasi sempre usato il treno per spostarmi da Venezia e durante la sosta a olo na l’ac uisto del pas ccio di lasa ne era diventata un’abitudine si abbassava il

nestrino e passava il ra azzo col carrello c e o riva il pas ccio ben caldo. Ma anc e in altre stazioni dove la sosta era pi lun a ualc e volta ci si avventurava velocemente lun o la pensilina per riempire d’ac ua una bo lia ad una ontanella c e non mancava mai.

e esta uando in anni meno lontani di ritorno dal corso serale dell’ di San Don dove inse navo trovavamo una carrozza con la prima declassata uno scompar mento con poltrone in velluto rosso e mentre uori era no e onda ci acomodavamo e c iacc ieravamo come se ossimo sta in un lussuoso salo o.

ncora prima ne li anni in cui studiavo all’Universit di adova lo scompar mento in treno era il luo o di conversazione in cui si incontravano i compa ni di corso oppure era il luo o di le ura. durante il servizio militare non mi spaventavano i lun i tra i in treno anc e per trascorrere solo poc e ore a casa. Dieci ore da Napoli a Venezia ed

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una manciata di iorni a casa. icordo la prima volta in cui

sono andato all’estero ed o preso posto in una carrozza c e allora portava dire amente senza cambi da Venezia ad

mbur o. l bi lie o allora era un cartoncino piccolissimo ed o ni volta c e passava un controllore lo bucava cos alla ne del via io c e dur parecc ie ore mi ritrovai in mano un esilissimo rammento di carta buc erellata.l tra i o olo na- irenze o i pi veloce perc la nuova

lun a alleria dell’alta velocit pi re linea ed accorcia i

c ilometri mentre no al 2009 si percorreva la alleria di Val di Sambro c e niva poco prima di

rato. ppure anc e la alleria pi vecc ia inau urata ne li anni 30 era considerata una innovazione straordinaria da mio padre c e la con rontava con il percorso precedente della orre ana c e lui aceva da bambino e c e consisteva nell’a raversamento dell’ ppennino istoiese. Ne li anni Sessanta urono introdo e le cucce e non mi sembrava vero di poter percorrere lun i tra di strada errata in una sistemazione simile al le o a prezzi contenu . ’ vero c e esisteva il va one le o la mi ca carrozza con

l’elaborata inse na a ons Lits ma vi si poteva accedere solo con il bi lie o di prima classe ed i comuni mortali non potevano perme ersi uel lusso. ra come salire sui treni apidi dota di carrozze speciali c e sostavano impazien per ualc e minuto nelle stazioni principali e per ar passare i uali o ni altro treno veniva bloccato.

i ormai un recciarossa ci porta da Venezia a oma in poco pi di tre ore il c e si ni ca cosa una volta impensabile c e si pu tran uillamente pro rammare un’escursione nella capitale dalla ma na alla sera. ntri

in carrozza ma orse o i me lio dire in cabina e accomodi nel sedile c e ricorda molto uello dell’aereo non c’ l’ ostess c e a allacciare la cintura ma per il resto ntanto se sei seduto al lato nestrino di cile tu

possa muovere proprio come in aereo.o nostal ia del va one ristorante con la carrozza dotata

di una vera cucina. ’ molto diverso servirsi della carrozza sel service a uale

c e nel mi liore dei casi oltre a ualc e panino ci propone cibi preco scalda al microonde d’altra parte con l’alta velocit il via io cos breve c e non si a in tempo a

ustare un pasto in maniera rilassata. Ma se si via ia con talo il pasto lo servono al posto proprio come in aereo

in modo da costrin ere il passe ero a non muoversi e stare incollato alla sua poltrona. u o era pi spartano una volta pensiamo al aveva

il nome misterioso di ri rata eppure era spartano ma pulito e se ne trovava uno a ciascuna estremit della

Il biglietto allora era un cartoncino piccolissimo, ed ogni volta che passava un controllore lo bucava, così alla ne del viaggio, che durò parecchie ore, mi ritrovai in mano un esilissimo frammento di carta bucherellata.

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carrozza cio due per carrozza o i un treno re ionale anc e composto da molte carrozze

a a mala pena due o tre unzionan in tu o uando non si trova il cartellino con la scri a uasto. er uanto ri uarda la pulizia me lio sorvolare.

uasto uel cartellino sembra risolvere tu i problemi di manutenzione perc viene applicato anc e alle porte c e non si aprono per i treni c e non unzionano basta invece un comunicato tramite altoparlante l treno o i non e e uer il er i io i u iamo er il di a io uest’ul ma rase a tanto il senso della presa in iro. Non se nalano c e la tale corsa non e e uata per mo vi tecnici verr sos tuita con un servizio automobilis co no come invece avveniva una volta . i dicono i

a iamo au ato un di a io e so ntendono de o arran ia .

Non solo la carrozza di una reccia pro e ata come la carlin a di un aereo anc e le stazioni

erroviarie vorrebbero ricordare i terminal aeroportuali se non c e sono tras ormate

in centri commerciali ma salvo rarissime eccezioni senza sale d’aspe o.

via i nei treni ad alta velocit c e per molte tra e sono solo ad alto prezzo e devi n ere di via iare in aereo o se via i nei treni re ionali sopra u o nel entro Sud spesso lo ai in condizioni di disa io per il de rado dei mezzi.Un rimpianto di un passato c e non verr pi Si certo l’ talia cambiata e con lei anc e i mezzi di locomozione.

d indubbiamente comodo uando si a poco tempo a disposizione poter ra iun ere le ci colle ate dall’alta velocit . i si sente un po’ pi vicini ed anc e riconosciamolo per alcune tra e il treno divenuto pi comodo e conveniente dell’aereo ed molto meno in uinante. Ma il via io in treno ancora no a poc i decenni a manteneva il si ni cato del via io in uanto tale. Lo scompar mento ricordava ancora l’abitacolo della carrozza a cavalli era un luo o di conversazione e di incontro o di silenziosa le ura o di ri essione. uando il erroviere ric iamava “in carrozza rievocava tempi e ritmi di via io lontani.orse un iorno via er nell’ rient press costosissima

riproposizione a uale di uel mi co treno de li anni 30 con tempi e i nerari e con le stesse lussuose carrozze storic e di allora. Ma ancora possibile recuperare il usto del via io individuando uelle tra e erroviarie pi peri eric e c e ancora ci sono anc e nel nostro Veneto sperando non ven ano soppresse. i ama veramente via iare curioso di conoscere il mondo c e lo circonda anc e uella parte di mondo a poc i c ilometri da casa. Via iando in treno a raverso linee secondarie con il ritmo lento delle ermate nelle stazioncine di paesi dai nomi mai sen si possono scoprire de a li naturalis ci storici umani c e ci danno la stessa soddis azione della scoperta di luo i lontani.

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LA MIA TOSCANAdi Anna Campagnolo

Ho amato da su ito la Toscana n dalla prima olta c e l o ista. Ho amato le sue colline con la terra rossa i paesini

arroccati sui colli dentro le mura antic e i lung i lari di cipressi e poi le belle città con i palazzi storici e le grandi opere d arte. Tutto mi a e a a ascinato ero anc e estasiata da uel loro linguaggio così armonioso e perfetto. Città come Firenze e Siena do e anno issuto i maggiori poeti e artisti del rinascimento le senti o amic e come fossero da sempre parte di me. ui sono nati i Medici grandi magnati c e dal nanziando artisti anno fatto della Toscana un gioiello unico al mondo.

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Tra i capola ori si erige sopra Firenze la grande cupola del Brunellesc i. Il mio ultimo tour l o fatto tra i ecc i borg i della

al d Orcia e al di C iana uel paradiso naturale c e l .N. .S.C.O. a dic iarato atrimonio mondiale dell manità. ra un mese di aprile e la bellezza era tale da togliere il ato. Le colline in uesto periodo sono erdeggianti e multicolori e la natura orisce rigogliosa. Gli uli i e poi i cipressi simbolo di fertilità e gioia spiccano in ogni do e. La prima tappa stata C ianciano do e abbiamo alloggiato in uesta località sono stati tro ati reperti trusc i del secondo secolo a.c. c e parlano delle prodigiose ac ue termali. Ci sposta amo continuamente per isitare i mera igliosi borg i medioe ali. La Città Ideale sognata da molti artisti fra cui Mic elangelo e Leonardo si concretizzata in ienza per olere dell ambizioso Sil io nea

iccolonimi umanista illuminato nato in uel luogo poi di entato apa io II . L opera non si concluse completamente per la sua prematura morte. Abbiamo isitato il museo trusco di C iusi poi Montepulciano anc essa c iusa da mura sulla cresta di un altura e con un panorama suggesti o Montalcino con i suoi rinomati igneti e poi Sartiano Cetona e in ne dopo a er costeggiato il lago Trasimeno siamo arri ati nella bella Cortona. Le località sono tutte piccolissime, ma i loro maestosi palazzi e c iese in tra ertino, pietra c iara e porosa c e fa trasparire la luce, testimoniano la grandezza delle Signorie.

A Conegliano, mio paese natale, ci sono dei bellissimi colli, in uno di uesti c un lungo lare di cipressi,

come nel giardino dell antico castello c e domina la mia cittadina. per la similitudine di uesti luog i c e o titolato uesto racconto “La mia

Toscana ?”…. u essere in parte, ora i ri elo una storia incredibile.

Nella illetta icina a uella dei miei suoceri, abita a una gio ane colta e intelligente c e mi parla a spesso di una parente di mio marito c e abita a a Torino. ita, cosi si c iama a, era una specie di eggente e le a e a pre isto una grossa eredità. Infatti, un anziana signora molto ricca le a lasciato tutti i suoi preziosi. Sono

sempre stata scettica per ueste cose e sorride o incredula.

n giorno, nalmente, gio ane sposa in attesa, andando da mia suocera, tro ai ita in isita. In cucina c erano altri parenti, tutti incuriositi e di ertiti da alcune ri elazioni. isse a una cugina un po snob, c e in una ita precedente era stata una la andaia

a un altro addirittura un boia. Non ole o assolutamente c e mi pre edesse il futuro, ma alla sua proposta di farmi dire, attra erso il suo spirito guida c i ero stata, in una ita precedente, accettai.

opo un po idi il suo olto trasformarsi, di ent molto pallida ed in un foglio cominci a scri ere elocemente “Sei stata una dama che viveva in Toscana

nell’epoca della Signoria, proteggevi gli artisti e poeti, risiedevi in un sontuoso palazzo con un nobile marito e una glia bellissima. urtroppo questa glia, così bella, andò sposa a un ricco malvagio, che pazzo di gelosia la uccise. Il grande dolore per la sua tragica ne ti fece morire di crepacuore” Secondo lo spirito guida di ita, ero tornata in uesta ita per ria ere la mia bambina e dare pace al mio

tormento. Fin da piccola senti o una grande tenerezza erso le bimbe. Sognando di essere una mammina, o accudito la glia di una mia icina di casa. uesta

ri elazione mi turb parecc io opo ualc e mese, nac ue mia glia Barbara uando o conosciuto il mio futuro marito, ci siamo

con dati i nostri sogni. Il suo era di entare pilota d aereo, ma non si a erato Il mio in ece, era uello di a ere una glia. C un detto c e dice “Non è vero ma ci credo!...” Ho a uto non una ma due mera igliose glie e uando ado in Toscana, mi illudo c e forse un tempo, o issuto in uei luog i ed ero una dama c e protegge a

artisti e poeti .

Nel 1 9 Silvio nea iccolomini, da poco eletto ponte ce con il nome di io II, decise di mettere in atto una radicale trasformazione di Corsignano in Val d’Orcia, suo borgo natale, facendone una residenza ideale degna di un papa e della sua corte. I lavori vennero a dati a Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti, già attivo nella corte papale dove tra l’altro aveva progettato il rinnovamento di San Pietro. Lo stesso Michelangelo Buonarroti quando progettò la Piazza del Campidoglio (1537-64)disse di essersi ispirato all’opera del Rossellino sfruttando, come in quella, la legge delle fug e prospettic e per disporre i due palazzi ai lati, secondo quel percorso visivo.

Erano anni che sentivo parlare di Sàrmede, ”Il paese delle a e” e est anno, il di otto re mi sono nalmente immerso in esta a esca

realtà trevigiana.a anni, a Sàrmede, si svolge no dei estival di

artisti di strada pi importanti a livello e ropeo. In d e ee end di otto re il piccolo paese, alle pendici delle prealpi trevigiane, nei pressi di Vittorio Veneto, viene chi so al tra co ed ospita nelle vie espositori di artigianato artistico di alità. ra na ancarella e l altra, nelle vi e o nelle corti delle case, negli slarghi e le pia ette, si alternano i veri protagonisti della mani esta ione artisti di strada provenienti da t tta Italia e dallestero.Sàrmede accoglie mangia oco, rattinai, trampolieri, giocolieri, acro ati ed altri i arri personaggi che per t tto il giorno intrattengono am ini, raga i e amiglie, esi endosi in p lico per pi volte.

el seg ire le per ormances degli artisti mi sono riscoperto am ino tra i am ini occa aperta, occhi spalancati, sg ardo incantato, spensierato e elice in n clima giocoso.

Il paese diventa teatro, l ogo di a a. na moltit dine di visitatori anima c riosa le vie prive di tra co e vi si accede, come spettatori, passando attraverso le scenogra e dipinte s lle porte d ingresso e ro ad lti, per i am ini, gratis sotto i anni . e a to, invece, vengono parcheggiate tra i lari di

viti all esterno del paese, tra i tralci mat ri di dolce prosecco.

ltre agli spettacoli di strada e le ancarelle, in n ma itendone, si svolgono n merosi la oratori creativi, artistici e di anima ione per am ini. ngo le vie si snoda na mostra mercato con moltissimi espositori con ho isti e artigiani che propongono t tte le elle e che mani ed ingegno mano possono reali are

giocattoli di n tempo passato, maglie, p pa i, rompicapi, sc lt re, prodotti in legno, cera, tess ti . o rivisto n gioco che acevamo da raga i na alestra

testo e otogra e di ntonio ordignon

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con gli elastici ed i raga i si esercitavano in n campo a colpire delle ottiglie di plasticaIn n altro angolo c erano am ini ed ad lti che con e ionavano cappelli di carta s indica ione di n artista era divertente vederli gioire nella reali a ione della loro opera, semplice ma originale.

entre osservavo n artista cinese che costr iva draghi con i palloncini gon ati a occa, ho al ato gli occhi e ho seg ito in diretta l esec ione di n m rales di n cartone animato da parte di n pittore nel rattempo, tra la olla estante che appla diva, passavano d e enormi cigni cavalcati da d e signore s i trampoli, dai ricchi cost mi dell ottocento non sapevo pi dove g ardare e non volevo perdere niente di ello spettacolo che risvegliava in me il ricordo di a e e antichi miti. er ri ocillarsi, tra na antasia e l altra,

stato possi ile g stare i prodotti c linari o erti dalle signore del paese che hanno proposto ricette di n tempo e dolci atti in casa al ine di valori are e non

disperdere le tradi ioni locali.

el pala o del m nicipio sono esposte opere

del grande artista ceco Stephan Zavrel, pittore e ill stratore di li ri per am ini che, insieme ad n gr ppo di volontari, ha ini iato nel la prima edi ione di esta esposi ione permanente.E no spettacolo per gli occhi e per il c ore percorrere

esta mostra l centro del paese c era n seggio elettorale per la vota ione del miglior artista di strada, il miglior la oratorio o ottega artigianale e il miglior espositore di artigianato artistico.

o n el ricordo di Sàrmede, penso che il prossimo anno sar no dei primi spettatori a varcare le soglie di esto paesino di a a, n ritorno per rin rancare c ore e anima con la magia di na giornata speciale.

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Sono nata a olzano e ci rimasi no ai sei anni. miei enitori si conobbero l ma provenivano da altre re ioni. La ami lia della mamma era di ori ini emiliane e mio pap vi si era tras erito da oma

per ra ioni di lavoro. Nei primi anni di vita o re uentato la monta na con i miei enitori e i loro amici e o un incancellabile ricordo delle lun e passe iate alla ricerca dei un i o del paesa io circostante.l tras erimento della mia ami lia a Udine e poi a Mestre a interro o

le nostre camminate la nostra monta na e li amici erano diventa troppo lontani ma le imma ini del a naccio d’estate o d’inverno con la neve dentro la conca e il colore rosato al tramonto mi sono restate impresse nella memoria. Sono tornata pi volte a olzano ed sempre stata un’emozione. l desiderio di monta na rimasto latente per molto tempo nc dieci anni a mia lia c e si era iscri a al corso di alpinismo del

. . . di Mestre m’in orm c e l’associazione or anizzava escursioni sul territorio montano con un olto ruppo di persone amminare in ieme c e condivideva l’amore per la monta na.

esto e oto ra e di Mariacris na mperoli

LA MIA MONTAGNA

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Non mi sono a a perdere l’occasione e mi sono iscri a.Le vacanze come lia e poi come madre le o passate per mol anni al mare c e o amato per i colori le onde c e s in ran ono i ri essi del sole sull’ac ua la sabbia le conc i lie le passe iate lun o la spia ia i ioc i con i li e tanta rilassatezza.

ra o ripreso a camminare nel bosco ad ascoltare il silenzio e il canto de li uccelli

uardo il sole c e ltra tra i rami i pra ori le rocce c e s’innalzano verso il

cielo a volte di un azzurro intenso altre con nuvoloni bianc i so ci come panna o ri i orieri del temporale. Non accio arrampicate non a ronto errate ma solo lun e camminate spesso molto ripide su sen eri ben se na . Non mi avventuro

la monta na bella ma a volte tradisce se non la rispe e la conosci a ondo.l bosco a un’atmos era ma ica un labirinto di alberi

coni ere e a i c e in autunno ci re alano o lie dalle s umature calde dal iallo al rosso. l so obosco un intri o di radici di rame secc i e o lie a i e musc io come a ormare un tappeto so ce. li abitan del bosco raramente si anno vedere ualc e capriolo veloce mi passato vicino o visto li stambecc i sulle pietraie e ualc e rapace volare alla ricerca della preda.

’ molto piacevole camminare in ruppo scambiare ualc e parola se il respiro lo perme e ascoltare le

spie azioni di un esperto ri uardo il luo o dove ci si trova la con ormazione delle rocce o il semplice nome di un ore o di un albero.Sono appassionata di oto ra a e oltre ai paesa i mi piace oto ra are il par colare la corteccia di un albero la orma e il colore delle o lie i ori e l’inse o c e cerca il polline.

Spesso poi dipin o con li ac uerelli uello c e o osservato cercando di ricreare l’atmos era.

Sono riuscita a ar partecipare alle escursioni anc e mio marito. Lui molto pi ro e pi volte mi a de o c e non par colarmente a ra o da ci c e lo circonda ma il camminare in monta na

li libera la mente. Secondo me non vero vuole solo are il duro.

a per ra ione le sensazioni c e si provano sono molto pro onde e passo dopo passo ci si allontana dal rene co uo diano ed esiste solo il presente. uando si torna nella realt si vedono le cose in modo diverso.

o imparato ad amare la monta na anc e d’inverno camminando con le ia e c e a volte a ondano nella neve resca. l sole abba lia il bianco sterminato e il silenzio si racconta

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Il corso di Antropologia culturale si è aperto quest’anno, in occasione del 400° della morte di Shakespeare, con la visione ragionata de La Tempesta, l’ultima opera teatrale del grande

drammaturgo inglese. La scelta è stata fatta per due motivi. Il primo è per ri ettere sul signi cato dell’arte e sul suo rapporto con il mondo reale. Il secondo perché La Tempesta è l’opera con cui Shakespeare si congeda dal suo pubblico e vuole svelare la concezione artistica che lo ha guidato in tutta la sua carriera di uomo di teatro. La Tempesta è quindi una pièce metateatrale, cioè una ri essione su che cosa è il teatro stesso. Normalmente, almeno nel teatro classico, l’autore e il regista in quanto tali non salgono sul palcoscenico. Sono gli attori ad interpretare le loro intenzioni, le loro immagini e le loro idee, ma nella nzione, una convenzione che lo spettatore conosce bene e accetta di buon grado. Nella Tempesta si ha un sovvertimento di questo meccanismo: i personaggi principali della vicenda che viene rappresentata sono l’autore e il regista. Fin dalle prime battute è chiaro che le vicende a cui lo spettatore dalla platea assiste sono in realtà create e sceneggiate da Prospero, che possiede la potenza della magia (l’arte), in forza della quale è creatore di quanto avviene sul palcoscenico. I personaggi de La Tempesta credono di agire autonomamente e liberamente nelle situazioni nelle quali si trovano coinvolti. In realtà sono come dei pupazzi, delle marionette guidate da dei li invisibili mossi da una volontà esterna a loro. Questa volontà è quella di Prospero, l’autore e il regista che è salito sul palcoscenico. Ma anche quando questo non accade, ed è la normalità, la volontà è quella dell’autore del dramma. Una particolarità della Tempesta consiste anche nel fatto che è un vero e proprio repertorio di tutti i pi importanti generi teatrali no ad allora conosciuti e praticati da Shakespeare. Vi è presente il teatro drammatico che rappresenta le passioni umane intrecciate specialmente alla sete di potere (Machbeth), vi è il teatro di critica politica, quello introspettivo e psicologico, il teatro sentimentale (alla Giulietta e Romeo), vi è quello comico addirittura costruito con la tecnica della commedia dell’arte messa in particolare risalto dalla messa in scena di Giorgio Strehler. Si dirà: ma tutto questo non è altro che nzione. proprio qui sta l’originalità de La Tempesta. Prospero, che sappiamo essere il mago che crea sul palcoscenico un inanellamento di episodi artefatti e nti, alla ne della rappresentazione utilizzerà la potenza della sua arte, per far uscire i personaggi dalla loro personalità falsa e menzognera e per riportarli ad essere se stessi, ciò che sono stati e che sono nella realtà della vita. A questo punto si capisce bene che sulla scena non hanno recitato degli attori e che i veri protagonisti sono stati gli spettatori stessi. Le

La Tempesta di Shakespeare.a te, ma ia, io e, ealtdi Franco Macchi

Otto illustrazioni per La Tempesta di S a espeare di Walter Crane (1845 –1915). Pittore e illustratore inglese; inizialmente in uenzato dalla corrente pittorica dei Prera aelliti fu, successivamente, collaboratore e discepolo di William Morris nell’ambito dell’Arts and Crafts Movement.

È considerato uno dei pionieri del Liberty ed è principalmente noto per le sue illustrazioni.Ha realizzato inoltre opere di gra ca, acquerelli, manifesti, disegni per sto e, carte da parati, arazzi, tappeti, vetrate e gioielli.

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passioni quindi, i sentimenti e le miserie che chi ha assistito alla rappresentazione teatrale ha visto impersonate dagli attori, in realtà sono quelli presenti e radicati nel profondo del loro essere. Uscire dal teatro, perciò, vorrà dire rientrare nella vita reale con una conoscenza accresciuta di se stessi e con la consapevolezza di dover calare nella vita reale questa nuova autoconsapevolezza.Shakespeare ci lascia ancora con una nuova sorpresa. Finita la recita, ricevuti gli applausi dal pubblico, Prospero, che già ha spezzato la verga di mago e il libro della scienza della magia, si spoglia delle sue vesti da teatrante e, in abiti borghesi, scende fra il pubblico dal quale si congeda da artista che ha terminato la sua missione con queste parole intense e dense di signi cato:

a i miei i a tesimii so o tutti spe ti,

La o a e possie o solo mia, e po a

Ora sta a voiTe ermi ui o atoO ma armi a apoli

er o riavuto il u ato per o ato il tra itore,o atemi rima ere

Col vostro potere uest sola u a,a s io lietemi a o i le ame

Co ma i e erosel vostro ato e tile

Colmi le mie veleltrime ti allis e

Il mio progettoC e era i ar pia ereOra mi ma a opiriti a oma are,rte per i a tare, la mia e la ispera io e,

me o eo sia salvato alla preg iera

C e va ta to a o oa vi ere la piet li erare al pe ato

Come voi per og i olpaImplorate il per o o,Cos la vostra i ulge a

etta me i li ertSono le ultime parole di Shakespeare. Dopo la rappresentazione de La Tempesta, non scriverà più nulla, e uomo fra uomini, consapevole di aver usato la sua arte per aiutare tutti ad essere più consapevoli di loro stessi, si ritirerà nella sua abitazione di campagna. Tre anni dopo, nel 1616, avrà termine anche la sua esistenza terrena.

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STOR

IA

L U S D

S N N Ldi ior io azzin

San Nicola u nel V secolo vescovo di Mira ci dell’a uale urc ia. Mol a e le ende sono le a alla vita del santo

conosciuto anc e come Nicol o Niccol . La sua ama ben presto si propa dal medio oriente a tu a l’ uropa. Divenne in a prote ore dei marinai e de li scolari patrono della ussia e della recia e iden cato come colui c e in ves vescovili elar iva doni ai biso nosi. Le sue spo lie urono tra u ate da marinai baresi nel 1100 e custodite nella c iesa di San Nicola. n una i preesistente c iesa di Venezia

dedicata al santo iunsero in se uito una parte delle reli uie di San Nicola. uesta c iesa di an ca ondazione si trova al Lido di Venezia nei pressi della bocca di porto c e dalla la una porta al mare l’a uale aspe o

uello derivante dalla ricostruzione del 1623. roprio da uesta c iesa nel 1202 par rono le

navi per la uarta crociata essendo San Nicol il prote ore della o a veneziana. noltre a

uanto sembra il paese di Mira non lontano da Venezia sul percorso del ume renta c e

iun e in la una a preso uesto nome in onore del santo.Un’altra c iesa dedicata a San Nicol si trova in una zona poco re uentata di Venezia un tempo molto popolosa e conosciuta con il termine Mendi ola poic re uentata da mendican provenien dall’entroterra. La c iesa del sec. pertanto si c iam an i ol dei endi oli ed

cara erizzata da un basso por cato esterno c iuso da rate unico esempio a Venezia. La zona in cui sor e la c iesa era cara erizzata dalla presenza di un importante tra e o c e

Chiesa di San Nicolò al Lido di Venezia.Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli a Dorsoduro.

STOR

IA

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con iun eva Venezia con Lizza usina s ru ando il vecc io le o del ume renta c e iun eva in la una. L’interno della c iesa ri a o dopo l’epidemia di peste del 1576 presenta un ricco apparato decora vo e opere pi oric e e scultoree di rande interesse. Nella pala d’altare ra urato San Nicol c e porta in mano tre preziose s ere c e secondo una vecc ia tradizione il santo avrebbe donato a tre ra azze biso nose. ll’esterno un “abate“ elemento marmoreo c e sorre e un’asta di bandiera ci ricorda come la c iesa osse anc e la sede della Scuola dei Nicolo pescatori ed esper tra e atori.Se ci spos amo nei pressi di campo San occo troviamo

un “nizioleto“ con scri o alle S. Nicoleto. erc uesta denominazione ccorre sapere c e ui un tempo esisteva una c iesa dedicata a San Nicol si c iamava an i oleto dei rari per dis n uerla dalle altre due pi importan precedentemente citate. opolarmente era conosciuta come San Nicoleto della La u a. l mo vo di uesto nome

curioso e discende dalla ondazione di uesta c iesa nel 1332 voluta dal rocuratore di San Marco Nicol Lion. l

rocuratore a i o da una rave mala a u preso da un rande desiderio di man iare della la u a c e riusc a

trovare solo a S. Maria loriosa dei rari. resso uesta importante c iesa i ra curavano un orto rinomato per la variet delle col vazioni. La la u a ebbe un e e o miracoloso e Nicol Lion uar improvvisamente. l procuratore volle pertanto c e in uella zona osse ere a una c iesa in onore di San Nicol . urtroppo la c iesa

stata demolita nei primi anni dell’o ocento e il suo ricco patrimonio icono ra co e i preziosi documen in essa contenu si sono dispersi in varie direzioni.Della a suo tempo amosa c iesa di San Nicoleto della La u a riman ono ora solo un portale di accesso e due niziole indicatori. n ne dobbiamo citare la uarta c iesa

presente a Venezia in tolata a San Nicola di ari. Si trovava nel ses ere di astello ma

anc e uesta stata demolita in periodo napoleonico e sos tuita poi da un iardino ora occupato dalla iennale d’ rte.n realt a Venezia esiste un’altra c iesa

dedicata a San Nicola ma uesto un San Nicola del tredicesimo secolo rate dell’ordine de li remitani di Sant’ os no e la c iesa

uella dei olen ni.

San Nicolò dei Mendicoli (ingresso laterale)L’orto dei Frari (pianta di Venezia di Vincenzo Coronelli)La chiesa di San Nicola di Bari - oggi scomparsa - adiacente al campo di San Giuseppe (Isepo) a Castello

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Stor

ia

Mestrina di prima enerazione sono lia di enitori inurba per mo vi di lavoro sul nire de li anni ’20. La mia carta d’iden t

recita “nata a Venezia ma sono ben consapevole c e di insulare non o nulla. mo la ci la unare c e non si pu non amare per la sua bellezza ed unicit ma anc e Mestre dove o sempre vissuto nello stesso uar ere.

azionalmente le riconosco tan tan limi e di e ma come una madre c e sente di dover di endere e prote ere una lia meno dotata poco avvenente le vo lio bene lo stesso. ua ro re erendum consul vi dal 1979 in poi non sono

servi a ta liare il cordone ombelicale con la Serenissima Mestre a tan pi abitan del centro storico ma non pu amministrarsi da sola. iss se riuscir mai a levarsi di dosso del tu o l’e c e a di ci dormitorio cresciuta per troppi anni in modo abnorme insensato per soddis are le necessit abita ve dei 40.000 del polo industriale di Mar era nella lo ica delle cose.

ierlui i izziato al contrario di me mestrino da pi enerazioni padre nonno bisnonno e pi su ancora iornalista e scri ore a da sempre dedicato a enzioni

alla sua ci . ppassionato di musica tra ulmini roc e sae e beat con il volume Me tre li anni

eat a voluto ar sapere a uelli pi iovani di lui c e la vivacit culturale c e c’era ne li anni Sessanta era para onabile a uella di ci pi importan come

adova Verona o Milano. La prima vera dic iarazione d’amore per stata a ia ia di Me tre iblioteca dell’imma ine 2013 in cui i prota onis l’io narrante e li alter-e o iero e Lui i rendono il le ore er mano e lo ondu ono in una a e iata a ra er o torie ol o i dentro la ia a on la e ia torre da

un lato e il duomo dall’altro ra on a iano da li in er anni del do o uerra no ai randi mutamen del nuo o e olo L’ul mo scri o resco di stampa

Me tre ene ia a i a ra i i i tradimen Mazzan libri ollana storia e iden t un’altra

dic iarazione da innamorato c e non demorde di ronte alle delusioni. ’ un insieme di raccon c e pur stacca uno dall’altro anno un l-rou e c e li unisce dalla

preistoria all’et moderna. Se a ia ia di Me tre autobio ra co se uiva con tenerezza l’onda dei ricordi dall’in anzia in poi uest’ul mo libro stato calato in un lun issimo periodo di tempo. ome si evince dalla lun a biblio ra a c’ dietro un accurato studio di luo i tempi e persone. Nelle varie storie l’autore a cercato di narrare il er or o on le ere a e un

i i o di ar ata ironia erando di e er i riu ito a narra ione i ilu a en a al una i olemi a ma em re on rande im a a ed il ma imo ri e o er

le due i e i a a iano al di ua e al di l della la una . Se alcuni toli dei raccon come l rimo ia io di Mar o ia a delle ar e a da

o ai iom i alla am ana introducono subito nell’ar omento altri come ola a ore o orre intri o incuriosiscono perc non si intuisce dove si andr a parare. ncuriosisce per esempio le ere c e l’a uale

iazza erre o e iazza Ma iore si sia c iamata anc e se per poc issimo tempo iazza aribaldi. Un dipintore mestrino per onorare la visita dell’ roe dei due mondi c e avrebbe parlato al popolo a acciandosi da alazzo da e il 6 Marzo 1867 aveva no etempo cambiato la scri a sul “ninzioleto“ di sua inizia va.

er to lierci o ni dubbio l’autore alla ne di o ni storia uasi tu a di antasia ne a scri a un’altra pi o meno

sinte ca in cui spie a con dovizia di par colari perc se uello c e si le o non del tu o vero per verosimile. Da li esuli da roia ai omani da la a Napoleone da ueste par ci sono necessariamente passa in tan . Le storie ben raccontate si le ono volen eri. Se a Mestre non sono rimaste molte ves ia del passato ci non si ni ca c e non abbia avuto una sua storia.

Mestre Venezia. aci abbracci bis cci

tradimen .

di Marilena abato rien

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Sana radice

di lsa Docupil

Sei come una pianta di sana radice.Verde vi no dai teneri pampini.

ino colmo d’uva se embrinapro umo di mosto pre ustato elisir.

o e ricca di contenuto ne are vermi liosu colmo spume iante calice.

ome un libro apertoo ri pa ine di lin a vitale.Un lo invisibile se retoannoda rappoli di tenerezza nascosta.

Van Gogh l ombra della pazzia

di Mara enso

Nella ollia di iorni malail colore diventa poesiaa inventare imma ini surrealiantasia c e si immer e nel so no

dove la realt de orma e in anna.

Sono vor ci azzurri le tue stellei soli sono irandole d’oro.ripudio di ri essi luminosi

e lapislazzuli il odano blu.’ un’or ia di luce la casa ialla

preziosi topazi i tuoi irasoli.orvi neri e immensi campi di rano

dove a ondano in uietudini oscuresono il ri esso della tua esistenza.Solitudine di cipressi danzanel vento di no malinconic e.

isali abissi di disperazionel’anima intrisa di nero doloree scivola nell’oblio la vitase vissuta all’ombra della pazzia ma la tua essenza ma ia e mistero.

Il comitato di redazione ha il piacere di ringraziare sentitamente tutti coloro i quali hanno mandato i loro “pezzi” per realizzare questo numero della nostra rivista.C’è da dire che questa volta l’appello alla collaborazione è stato accolto con una buona partecipazione e lo testimoniano i lavori arrivati alla redazione. ([email protected]).A fronte di ciò ci scusiamo con quegli autori che non vedranno pubblicato il loro “pezzo” che, per ragioni di spazio e impaginazione, non ha trovato posto nelle 24 pagine. Sarà nostra cura pubblicarli nel prossimo numero.Nella speranza, anzi certezza, di trovare sempre più associati e/o colleghi disposti a collaborare in forma continuativa con i loro invii, siamo tutti noi della redazione a rinnovarvi gli auguri di buon natale e sereno anno nuovo.

la redazione de Il Gabbiano Felice

AL PARADISO DELLE SIGNOREdi Èmile Zolaedizioni U

o ello i ere e la ita o dol e

e non u e ere a a mile ola

Nel suo romanzo l aradi o delle

i nore mile Zola ancora una volta dimostra le sue randi capacit esplorando

con sensibilit e rande lucidit l’universo emminile in un testo c e d la misura non solo del suo talento ma anc e della sua acutezza nell’analisi sociale. La vicenda racconta della iovane provinciale Denis c e arrivata a ari i dalla provincia riesce a evitarne le insidie di un mondo c e non conosce ma c e potrebbe rovinarla solo razie alla sua inte rit e dolcezza. ll’interno di una trama c e potrebbe apparire sorpassata e melensa viene ar omentato a raverso una superba scri ura e pro ondit di analisi come sia possibile mantenere di nit e spessore morale anc e in situazioni decisamente avverse.

ltre anto interessante e uasi pro e ca l’analisi dell’impa o c e il rande ma azzino “ l paradiso delle si nore appunto a sulla vita dei piccoli commercian rido in miseria perc costre a c iudere le loro bo e e a ocita dal rande “mostro del uturo il Super- per Mercato.

UN REGALO C E NON TI ASPETTI

di Daniel la aueredizioni eltrinelli

i i e la ia i ere ue to il mo o

di erold la e l’editore

erold lasse un iornalista c e si

occupa senza troppo interesse di cronaca locale. La sua vita trascorre in modo

semplice e monotono ed basata su tre principi a care il meno possibile stare nell’ombra e trincerarsi dietro a una rassicurante rou ne. uando un’e danzata li c iede di occuparsi per ualc e mese del lio ua ordicenne

erold tu ’altro c e elice. vere un adolescente da

es re disturba la sua vita tran uilla tanto pi c e la donna li con essa c e il lio anc e suo. naro di tu o Manuel passa i suoi pomeri i nell’u cio del padre c e n e di essere sommerso da li impe ni. Un iorno inaspe atamente la situazione cambia. Dopo l’uscita di un ar colo di erold su un ri u io per senzate o il entro di cco lienza riceve una donazione anonima. Nella busta oltre a diecimila euro c’ il rita lio del iornale con l’ar colo. La stessa cosa avviene ad o ni successivo ar colo tanto c e da sconosciuto iornalista erold diventa sempre pi popolare. Ma c i il misterioso bene a ore e mo vazioni a Si riuscir a sapere il suo nome e conoscere il suo viso l romanzo le ero semplice e radevole sa incuriosire il le ore.

VIAGGIO ALLA FINE DEL MILLENNIO

di bra am e os uaedizioni inaudi

e o ua mo tra ome l’imma ina ione i della memoria a ia ri o truire

le torie dell’anima umana u erendo

e da elemen tanto fra ili ome l’amore e la eran a otre e or ere un futuro di ile

ma i i ile“

lla vi ilia dell’ nno Mille nell’estate del 999 da an eri salpa un vascello c e si appresta a are un

lun o e peri lioso via io no a ari i oscura ci dell’arretrata uropa cris ana. bordo un ricco mercante ebreo en- tar con le sue due mo li e una varie ata compa nia di persona i devono ra iun ere il nipote del mercante e sua mo lie c e disapprova la bi amia di en- tar me endo a repenta lio un lun o e lucroso sodalizio a o di commerci tra le due sponde del mare. Un duplice processo all’interno della comunit ebraica dovr iudicare il ricco mercante ebreo ma solo un evento doloroso e imprevedibile potr in parte risolvere il con i ol libro esplora i antasmi c e a itano la cris anit

in a esa della seconda venuta di risto e me e a con ronto li scuri ebrei mediterranei ed i pallidi ebrei delle comunit sorte nella an osa re ione del eno.

’ uno scontro tra due visioni del mondo due realt inconciliabili all’interno di una ede comune la solare sensualit del Sud e l’austero ri ore europeo.

ssolutamente a ascinante scri o con rande maestria il romanzo trasporta il le ore lun o il via io acendo li sen re e vedere di volta in volta dolci

pro umi e odori me ci deser e cieli luminosi cos come il an o dei vio oli umidi di nebbia e pio ia.

24

libr

i - a

cu

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iky

Teatro Malibransabato 7 ennaio 2017 ore 20.00 turno Sdomenica 8 ennaio 2017 ore 17.00 turno Udire ore isto oostIldebrando Pizze

an della sta ione alta per piano orte e orc estrapiano orte lberto errovincitore del remio Venezia 2015 ean Sibeliussin onia n.5 in mi bemolle ma iore op. 82

rc estra del eatro La enice

Teatro La Fenicevenerd 27 ennaio 2017 ore 20.00 turno Sdomenica 29 ennaio 2917 ore 17.00 turno Udire ore Mare ano s iJohannes Brahms

ademisc e estouvert re op. 80ranz Sc ubert sin onia n.3 in re ma iore D200obert Sc umann sin onia n.3 in mi bemolle ma iore

op.97 enanarc estra del eatro La enice

Teatro La Fenicevenerd 3 ebbraio 2017 ore 20.00 turno Ssabato 4 ebbraio 2017 ore 17.00 rno Udire rore mer Meir ellberErnest Bloch Sc elomo apsodia ebraicaper violoncello e orc estra violoncello an Vo ler obert Sc umannsin onia n.4 in re minore op.120revisione di ustav Ma ler

rc estra del eatro La enice

Teatro La Fenicemartedi 21 ebbraio 2017 ore 20.00 turno S

ioved 23 ebbraio 2017 ore 20.00 dire ore laudio Marino More

teris Vas se ruit o Silence

versione per coro e pianofortetesto di Madre eresa di alcu a

olf an madeus Mozarte uiem in re minore V 626

versione per soli coro e pianoforte a ua ro manidi Carl CzernyCoro del eatro La enice

STAGIONE LIRICA E BALLETTO 2016 - 2017

Teatro La Feniceennaio 2017 20 24 28

febbraio 2017 1 5ann user opera roman ca in tre a a o primo

versione di ari i 1861a o secondo e terzo versione di Dresda 1845 1860musica e libre o di ic ard a nerdire ore mer Meir ellber re ia Cali to ieito scene

ebecca in st costumi n o r ler maestro del coro Claudio Marino More rc estra e Coro del eatro La enice

er ona i e inter re rin i aliann user Stefan Vin e olfram von sc enbac Cristop

FONDAZIONE TEATRO LA FENICE DI VENEZIA a cura di nna Maria

STAGIONE SINFONICA 2016 - 2017

o l alt er von der Vo el eide Cameron ec er iterolf lessio Cacciamani einric der Sc reiber aolo nto ne einmar von Z eter Luciano Leoni lisabe a nipote del

Lan ravio Liene in a Venus usrine Studyte.L’azione del ann user venne elaborata con rande ricc ezza dramma ca dallo stesso a ner e si rif alla le enda dell’omonimo cavaliere e cantore di corte vissuto nel secolo c e pen to dei suoi trascorsi dissolu nel cuore del Monte di Venere si rec a oma per invocare il perdono del

apa ma con triste risultato.L’opera a n e anc e alla le enda di una ara poe ca tenutasi alla artbur tra i pi celebri poe e cavalieri contemporanei al prota onista.La prima di ann user fu data all’ o eater di Dresda il 19 o obre 1845 e riscosse un successo di s ma. ipresa all’ p ra di ari i nel marzo 1861 non piac ue ai pari ini c e ne decretarono il asco mentre li intelle uali come audelaire ne restarono a ascina .nuovo alles mento ondazione eatro La enice in coproduzione con pera di nversa Vlaamse pera di ent e eatro Carlo enice di enova

Teatro Malibranfebbbraio 2017 10 12 18 21 23Ginamelodramma idillico in tre amusica di rancesco Cilea libre o di nrico oliscianimaestro concertatore e dire ore rancesco Lanzillo a re ia

epi Morassi scene costumi e luciccademia di elle r di Venezia maestro del coro Claudio

Marino Morerc estra e coro del eatro La enice.

persona i e interpre principaliina rianna Vendi elli iulio lessandro Sco o di Luzio

Umberto rmando abba Lilla Valeria irardello.

ina l’opera di esordio di rancesco Cilea c e la present come sa io nale dei suoi studi dicomposizione. La prima rappresentazione fu data il 9 febbraio 1889 nel teatro del Conservatorio di San ietro a Ma ella di Napoli dove o enne un buon successo in se uito non venne pi ripresa la ritroviamo al teatro endano di Cosenza nel novembre 2000.L’opera ambientata in rancia all’inizio del secolo racconta la storia a lieto ne dell’amore tra ina e iulio dopo vari contras per scambi di persona per un anello perso e poi ritrovato.Nuovo alles mento ondazione eatro La enice in collaborazione con Scuola di sceno ra a dell’ ccademia di

elle r di Veneziapro e o “ telier della enice al Malibran

eatro La enicefebbraio 2017 16 17 19 22 24 25 26 28marzo 2017 1 2La bohèmescene liric e in ua ro uadrimusica di Giacomo Puccini libre o di iuseppe iacosa e Lui i llicamaestro concertatore e dire ore Stefano anzanire ia rancesco Mic eli