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RASSEGNA DI IGIENE MENTALEORGANO UFFICIALE DELLA LEGANAZIONALE DI IGIENE MENTALEVOL. IX FASCICOLO 3 - 1987

UNIVERSIT DEGLI STUDI DI MESSINACATTEDRA DI IGIENE MENTALEdirettore: Prof. MA TTEO VITETT A

IGIENE MENTALE ED ETNOPSICHIATRIATEORIA E PRASSI DELLA TUTELA DELLA SALUTE MENTALE NELLA

PSICHIATRIA AFRICANA TRADIZIONALE

GIOVANNI IANNUZZO

RIASSUNTO

L'autore esamina le teorie e le tecniche della psichiatra africana tradizionale alla prevenzione, allaterapia e al recupero del paziente psichiatrico. Egli evidenzia come la psichiatra africana tradizionalesi fondi con una diversa concezione non solo della normalit e della patologia, ma anche del rap-porto tra individuo e realt, che, per il modo in cui strutturato rende possibile un sistema di credenzesoggettive e sociali che influenzano profondamente anche il rapporto tra il medico e il pazielitte.

Nel contempo la cultura tradizionale africanmsembra rendere possibile forme di aggregazione, assi-stenza e recupero che possono avere una specifica influenza sul decorso, su]la terapia e sulLapreven-zione del disturbo psichiatrico.

SUMMARY

Authorexamines theories andJpractices of traditional african psychiatry for prevention and therapyoJ psychiatric diseases. He enphasizes that arican psichiatry is founded ODspecific concepts of nor-mality' and pathology; its patterns of relation between individuals and reality differ from westernpattrns. This is due to a believes system that influences also the rapport between the patient and thc:traditional psycbiatrist. The traditional african culture, however, makes possible a particular approachto mentaldisease, its prevention and therapy.

Una delle sostanziali differenze tra psichiatria occidentale moderna e psichiatriatradizionale 'consiste nella differente filosofia che sottende la stessa concezionedella malattia mentale, sia dal punto di vista individuale che da quello sociale.

D'altra parte l'essenza stessa di questa differenza implicita nella stessa defini-zione dell'etnopsichiatria, il cui studio ne rappresenta l'obiettivo fondamentale.Se, come scrive Devereux, l'etnopsichiatria concentra la sua attenzione sul rap-porto di coIDplementariet tra la comprensione dell 'individuo e quella della societe della sua cultura, capire le differenze cui accennavamo significa in qualchemodo ripercorrere il percorso culturale di questa specializzazione clinica (Deve-reux, 1978).

La psichiatria occidentale deriva, come altre specialit; dalla tradizione mecca-nicistica della medicina ottocentesca, della quale ha sostimzialmente adttato i cri-

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teri metodologici e la filosofia. Fondata su una separazione rigida tra il soggettodell'osservazione (lo psichiatra) e l'oggetto dell'osservazione (il malato) essa hatentato per anni di obiettivare la malattia mentale, adottando sia nella descrizionedei quadri clinici che nella terapia gli stessi criteri che valevano per le altre branchedella scienza medica.

Inevitabilmente, si prestata scarsa attenzione alla persona, alla sua cultura, allesue convinzioni personali e a quelle del suo ambiente. Poich la malattia in genere,ma quella psichica in particolar modo, sono fortemente caratterizzate in senso cul-turale, etnologico, interpersonale, come se alla psichiatria moderna fosse sfuggitoil senso olistico, unitario della persona malata, un insieme di mente, corpo e cul-tura e non il semplice veicolo di un sintomo}}.

La differenza sostanziale con la psichiatra africana tradizionale sta proprio inquesta diversa concezione del malato e della malattia psichica. Nella cultura tradi-zionale africana, infatti, la distinzione tra ci che fisico, ci che psichico}}e ciche morale o spirituale appare quasi paradossale. Le diverse dimensioni dell' esse-re, infatti, fanno tutte parte di una realt globale, che sempre presente achi eserci-ta le arti mediche. Naturalmente esiste una pratica psichiatrica specifica, ma essanon pu essere considerata avulsa da tutte le convinzioni generali su quella inscin-dibile monade}}che l'individuo all'interno del proprio ambiente di vita (3). L'ef-ficacia stessa della pratica psichiatrica sembra anzi fortemente condizionata dallacultura. Un eccellente esempio di questo rapporto triangolare tra psichiatria, malat-tia mentale e cultura offerto da un caso accaduto a Thomas Adeoye Lambo, psi-chiatra nigeriano e vice-direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sa-nit all'epoca in cui narr l'episodio.

Al suo studio sipresent un paziente nigeriano, una persona colta, che aveva stu-diato alI'universit di Cambridge e che quindi poteva ritenersi del tutto occidenta-lizzato}}.Aveva superato una dura selezione divenendo dirigente di una ammini-strazione pubblica, dopo avere superato molti qualificati colleghi. Poche settimanedopo tale successo aveva avuto uno strano incidente da cui si era salvato per poco:immediatamente aveva presentato una grave forma delirante: era terrorizzato per-ch riteneva che i colleghi cospirassero contro di lui per ucciderlo.

Si trattava chiaramente di una sindrome paranoica, di fronte alla quale il dottorLambo si sent del tutto impotente, perch risultava refrattaria ai consueti metodidella psichiatria occidentale}}.A parte una banale prescrizione di sedativi, non potfare altro. Poi, tempo dopo, il paziente torn da luidecisamente migliorato. Gli rac-cont che qualche notte prima aveva sognato il nonno, che gli aveva predetto unavita lunga e felice, e che egli si sarebbe liberato dalle sue angosce se avesse sacrifi-cato una capra. Il paziente il giorno dopo aveva seguito il suggerimento, seguendopuntualmente le istruzioni del nonno, e subito si era sentito bene. Lambo non potche prendere atto, col suo paziente, che la cura culturale}}era risultata ben pi effi-cace delle raffinate prescrizioni moderne (Lambo, 1981).

In realt questo aspetto terapeutico tradizionale}}che utilizza strumenti apparte-nenti al tessuto etnico, caratterizza fortemente la psichiatria africana, anche in sen-so strettamente professionale.

Mentre infatti nel mondo occidentale la malattia mentale fatto che riguarda qua-

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si esclusivamente lo psichiatra e il suo paziente, nel mondo africano tradizionaleessa coinvolge tutta la comunit.

Questo fatto va considerato tutt'altro che negativo. come ha opportunamente sot-tolineato Wendell Muncie: ...il principio di servirsi delle osservazioni delle perso-ne vicine al paziente un metodo troppo poco usato oggi in omaggio al concetto deltrattamento come di un circuito chiuso tra paziente e medico. Ammesso che tale ri-duzione del numero di partecipanti al trattamento sia generalmente adeguata, visono esempi in cui un'obiettiva osservazione collaterale non solo utile ma neces-sana.

Sebbene esistano indubitabili differenze tra le varie culture africane, spesso pro-fondamente diverse tra loro, tutte sono accomunate da una percezione del mondo euna filosofia dominante, per cui sipu parlare di una psichiatria africana tradizio-nale come di un corpus di norme, conoscenze e pratiche abbastanza omogenee.

Lafigura dello psichiatra tradizionale

In quanto sostanzialmente guaritore, lo psichiatra africano pu esercitare l'ar-te medica in ogni sua specializzazione e funzione. Si pu occupare di psicosi o diparassitosi con la stessa competenza, proprio in quanto la differenza tra ci che corpo e ci che mente molto pi sfumata di quanto non sia in Occidente(Koumar, 1984).

In ogni caso, egli media il rapporto tra la sua comunit e il mondo degli spiriti,degli antenati, e questo gli d la possibilit e l'autorit di guarire gli individui mala-ti, ma anche di intervenire in qualunque situazione di crisi'anche sociale, comeuna carestia, o la siccit per esempio, nel qual caso egli diviene terapeuta del grup-po anzich del singolo.

Se questo suo ruolo generale molto rigido (e il livello di rigidit direttamenteproporzionale alle difficolt ambientaii della comunit), nella pratica specificata-mente psichiatrica gli consentita una certa flessibilit: infatti la definizione cultu-rale stessa di malattia mentale nella societ africana tradizionale, nello Zaire comenella Nigeria, di per se stessa flessibile. La diagnosi di pazzia strettamentecorrelata al fatto che il comportamento irrazionale del malato sia contrario alle nor-me culturali tradizionali. Solo quando tale contrasto diviene eccessivamente stri-dente e insostenibile giustificata una diagnosi e una terapia psichiatrica. Il criteriodiagnostico non quindi statistico, come di norma in Occidente, bens sociale.

In genere lo psichiatra tradizionale non esclusivamente un medico. Ha una suaprofessione che gli consente di guadagnare: agricoltore, pescatore, allevatore.Poi, per vocazione, tradizione familiare o ispirazione, diviene guaritore e psichia-tra .

L'ispirazione pu presentarsi improvvisamente, il pi delle volte con uno statodi grave malattia, in seguito al quale egli intraprende un noviziato lungo e severodurante il quale la sua preparazione siorienta in due direzioni diverse: da un lato allaconoscenza effettiva delle propriet terapeutiche delle piante, della farmacopea tra-dizionale e delle strategie da porre in atto per realizzare appropriati interventi tera-

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peutici; Dall'altro alla conoscenza del mondo dei misteri, dei riti, degli oggetti sa-cri, che si sviluppa sulla base di esperienze mistiche precluse agli altri membri delgruppo - e che quindi ne aumentano il prestigio. Egli impara a gestire un rapportocol soprannaturale, col mondo degli spiriti degli antenati e questo gli d la possibi-lit di acquisire un enorme ascendente sulla sua comunit e sul singolo membro diessa che potr fiduciosamente affidarsi a lui per guarire dalla sua follia. D'altra par-te a garantire un rapporto medico-paziente estremamente efficace, empatico e si-gnificativo vi l'appartenenza alla stessa cultura che fa si che ogni gesto terapeuticosia psicologicamente carico e taumaturgico.

Il potere terapeutico inoltre fondato anche su altri fattori propri alla cosiddettamedicina iniziatica, ove il perfezionamento della personalit terapeutica e ilraggiungimento di particolari capacit costituiscono parte importante della forma-zione e della pratica (Coppo e Gherarducci, 1981). Tra tali fattori vanno per esem-pio elencati una particolare capacit di penetrazione simpateticacos come la dispo-nibilit alla suggestione dei pazienti, che resa possibile dalla comunanza di valoriesimboli.

Il sistema di valori al quale aderiscono paziente e psichiatra infatti lo stesso.Tale sistema, fondato suU.Goncezionedi una sostanziale unit della vita e deltempo. Le distinzioni occidentali tra animato e inanimato, razionale e irrazionale,naturale e soprannaturale, conscio e inconscio vengono annullate e fenomeni in-conciliabili vengono collocati all'interno di uno stesso continuum. Le cose visibilie quelle invisibili assumono lo stesso valore, il passato, il presente e il futuro sonofusi in un amalgama inscindibile, i confini tra il mondo dei sogni equello della real-t quotidiana sono assai pi sfumati (come nel caso di quel paziente al quale appar-ve in sogno il nonno). .

D'altra parte, nella cultura africana tradizionale i vari elementi apparentementein contraddizione sono cementati dalla credenza di una ininterrotta comunione tra ivivi e i morti, impegnati quasi in un dialogo continuo. Gli spiriti degli antenati con-feriscoNoforza e influenza aLclane agli individui, talora indirizzandone le scelte,e condizionandone i destini. La credenza nelle molteplici divinit e negli spiriti as-sume una importanza determinante anche in campo psichiatrico, nel quale lo psi-chiatra condivide le convinzioni del suo paziente e della comunit, utilizzandoleanche in chiave terapeutica e diagnostica.

questo che rende, dalla prospettiva teorica, la psichiatria africana tradizionalecos diversa da quella occidentale: il sistema di valori dell'una del tutto estraneoall' altra. Nel moderno mondo occidentale lerealt caratterizzata dalla padronanzadelle cose, degli oggetti, della capacit di esercitare la volont e - tutto sommato-dalla visione razionale, meccanicistica e causale dei fenomeni. Nel sistema di valo-ri della cultura africana tradizionale la realt va cercata altrove, nell'anima, in unavisione religiosa della vita, e la realt stessa si fonda non solo sui rapporti tra gli uo-mini ma anche sui rapporti tra uomini e spiriti. Lo psichiatra deve tenerne conto nel-la sua valutazione di una malattia mentale.

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Diagnosi e terapia

Nella psichiatria tradizionale africana, cos come in molte altre medicine tradi-zionali, l'origine delle malattie pu essere naturale o personale. Nel primocaso l'approccio non differisce molto da quello occidentale, nel secondo dirtta-mente chiamata in causa la magia. Quasi tutte le malattie sono attribuite per granparte a malefici magici, all'intervento di divinit o di spiriti. chiaro che in questocontesto culturale, la diagnosi sar sostanzialmente fondata sulla divinazione',a:Manon si tratta soltanto dell' attribuzione di una malattia ad uno spirito ancestrale, al-l'odio di un nemico, o all'ira di una divinit, bens della correlazione tra questoevento soprannaturale e gli eventi naturali e sociali che sono connessi alla vita delsoggetto malato.

L'indovino che diagnostica l'intervento di un' entit spirituale - scrive in propo-sito l'antropologo Robin Horton - deve anche fornire una spiegazione accettabiledei motivi che hanno spinto l'entit ad intervenire~

Questa spiegazione in genere fa riferimento al mondo degli eventi tangibili e visi-bili. Cos se l'indovino attribuisce la malattia all'azione di un'influenza di spiritimaligni, normalmente parler anche di odi e gelosie umane, di misfatti che hannoprovocato l'intervento, dovr anche indicare la trasgressione umana alla moralitche ha suscitato questa collera.

Nello stesso modo se la malattia espressione di conflitti e aggressivit all'inter-no del gruppo sar necessario far si che queste tensioni emergano e siano trattate.La salute, specialmente quella mentale, infatti espressione di un giusto, armonicoequilibrio tra individuo, gruppo, e leggi religiosi e sociali. La malattia segno chequalcosa nella comunit non funziona.

Richard Katz, uno psicologo clinico che ha soggiornto a lungo con la popolazio-ne! Kung del Kahalari, studiandone i metodi psicologici di cura (Katz, 1982) ripor-ta un convincente esempio di questo concetto. .

Egli esamina la danza che viene eseguita con finalit terapeutica in quella popo-lazione:

Nella danza- scrive - i! Kung non portano per soltanto i loro problemi di salu-te, fisica o mentale: capita spesso che la danza serva a ricucire una lacerazione deltessuto sociale, come liti tra villaggi o disaccordi nella distribuzione del cibo.

Le stesse trance dei guaritori! Kung non sono esenti da precisi condizionamentisociali e sembrano rispondere a una specifica struttura sociologica (Lee, 1968).

Se la teoria generale diversa, le modalit specifiche della diagnosi sono moltosimili a quelle occidentali. L'indovino-psichiatra stabilisce la causa prossima dellamalattia (se naturale, come deperimento per esempio, o supernaturale) e poi pro-cede all' anamnesi che in questo caso sar relativa al comportamento religioso o so-ciale dell'individuo: chieder al malato se ha trasgredito qualche tab, se ha offesoqualche spirito, se ritiene che qualcuno possa averlo fatto oggetto di un maleficio.I mezzi attraverso i quali raccogliere dati per cos dire clinico-diagnostici sono nu-merosi: l'analisi dei sogni, l'ipnosi, la trance che consentono alla psichiatra una ri-costruzione della psicodinamica del malato.

Esistono anche delle tecniche proietti ve, abbastanza simili ai test occidentali,