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11/04/2013 1 Dottorato di ricerca “Recupero, Progetto e Tutela nei Contesti Insediativi e Territoriali di Elevato Valore Ambientale e Paesistico” - XXIII ciclo Coordinamento: Prof. Angela Marino Dottoranda: Dott.ssa Serena Ciabò Tutor: Prof. Bernardino Romano Università degli Studi dell’Aquila FACOLTA’ DI INGEGNERIA Dipartimento di Architettura e Urbanistica 1 Definizione di paesaggio Evitando di addentrarsi nei meandri della polisemia del termine, si fornisce la definizione contenuta nella Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000): Il "Paesaggio” designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Convenzione Europea del Paesaggio, Art. 1 I VALORI DEL PAESAGGIO categorie interpretative, tecniche diagnostiche e regole gestionali Dottorato di ricerca Recupero, progetto e tutela nei contesti insediativi di elevato valore ambientale e paesistico Coordinamento: Prof. Angela Marino 2

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Dottorato di ricerca “Recupero, Progetto e Tutela nei Contesti Insediativi e Territoriali di Elevato Valore Ambientale e Paesistico” - XXIII cicloCoordinamento: Prof. Angela Marino

Dottoranda: Dott.ssa Serena Ciabò Tutor: Prof. Bernardino Romano

Università degli Studi dell’AquilaFACOLTA’ DI INGEGNERIA

Dipartimento di Architettura e Urbanistica

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Definizione di paesaggioEvitando di addentrarsi nei meandri della polisemia del termine, si fornisce la definizione contenuta nella Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000):

Il "Paesaggio” designa una determinata partedi territorio, così come è percepita dallepopolazioni, il cui carattere deriva dall'azionedi fattori naturali e/o umani e dalle lorointerrelazioni.

Convenzione Europea del Paesaggio, Art. 1

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Evoluzione della Normativa italiana sul

paesaggio�1939: la Legge n. 1497 - Protezione delle bellezze naturali nell’art. 5 prevedevaun Piano Territoriale Paesistico “… al fine di impedire che le aree individuate siano utilizzatein modo pregiudizievole alla bellezza panoramica”;

� 1948: Costituzione Italiana - nell’Art. 9 sancisce che “La Repubblica […] tutela ilpaesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”

� 1985: Legge n. 431 - Disposizioni urgenti per la tutela delle zone diparticolare interesse ambientale nell’art. 1 bis sostiene che: “[…] le regionisottopongono a specifica normativa d’uso e di valorizzazione ambientale il relativo territoriomediante la redazione di piani paesistici o di piani urbanistico-territoriali con specificaconsiderazione dei valori paesistici e ambientali […]”;

�2004: D. Lgs. N. 42 - Codice dei beni culturali e del paesaggio nell’ art.135 recita: “le regioni assicurano che il paesaggio sia adeguatamente tutelato e valorizzato. A talfine sottopongono a specifica normativa d’uso il territorio, approvando piani paesaggisticiovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici,concernenti l’intero territorio regionale”

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Le richieste normativeTutte le normative nazionali riferite al paesaggio hanno sempre previstoun’interfaccia di pianificazione tra i valori, l’esigenza di conservazione e lepressioni trasformative.Nel caso del Codice, è esplicitato il perseguimento di obiettivi di salvaguardia edella reintegrazione dei valori del paesaggio anche nella prospettiva dello svilupposostenibile (art. 132, comma 2).L’esigenza di valutare il paesaggio ha portato ad una continua ricerca di oggettivitàda tradurre prima in parametri analitici e, poi, in linee di indirizzo, norme eregole.L’evolversi dell’esperienza di pianificazione paesistica inoltre, soprattutto dalla“Legge Galasso” in poi, ha allargato e intensificato il confronto interdisciplinare esegnalato le aree di maggior interesse per la sperimentazione transdisciplinare (R.Gambino, 1997).

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I valori del paesaggio

� Valore estetico-visuale È stimabile in base al grado di suggestione che la porzione paesaggistica in esame riesce ad attivare presso un campione di osservatori dotati di conoscenze comuni e non esperte nei riguardi dei caratteri specifici degli oggetti osservati (percezione visiva).

� Valore storico-testimoniale È stimabile in base alla rappresentatività naturale, o all’importanza delle vicende storiche o al rango artistico del bene paesaggistico considerato. Riguarda tutti gli elementi di carattere architettonico e testimoniale, indipendentemente dalla loro imponenza o visibilità effettiva. La apprezzabilità del valore culturale è naturalmente legata al possesso di una informazione minima da parte dell’osservatore, concernente l’origine e le circostanze attraverso le quali l’oggetto paesaggistico si è formato.

� Valore eco-funzionale È stimabile in base alla efficienza con cui la porzione paesaggistica in esame riesce a supportare i processi ecosistemici che in essa si svolgono, coerentemente con le capacità biologiche ed ecologiche espresse. Appare pertanto evidente che, ogni volta che si parlerà di valore funzionale del paesaggio, si dovrà precisare nei confronti di quali processi questa funzionalità è considerata.

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Interrelazioni fra le tre visioni� In Italia si è tratti in inganno dal fatto che, a causa della intricata

sovrapposizione storica delle modificazioni le tre categorie interpretative si intersecano e sovrappongono molto spesso.

� Altrettanto non avviene in altri continenti, ad esempio in America, in cui si assiste ad una separazione più netta tra le tre tipologie EV, ST, EF

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Fort Alamo, San Antonio, TEXASGrand Canyon, ARIZONA

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Un esempio italiano

Pettorano sul Gizio (AQ), nella Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.

� Più della metà dei Borghi più belli d’Italia rientra in aree protette. Si noti che Parchi e Riserve occupano poco più del 10,5 % del territorio nazionale.

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Specificità culturale dei valori� Le prime due categorie (EV e ST) sono differentemente

apprezzabili se l’osservatore è dotato di cultura specifica oppure no.

� La terza (EF) è apprezzabili solo se si è dotati di cultura specifica.

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OGGETTIVITÀ

Valore storico-testimonialeValore eco-funzionale

Spec

ific

ità

cult

ura

le

Valore estetico-visuale

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Il grado di valore assegnato ad un determinato paesaggio, risulta fortemente

condizionato dai legami cognitivi che sussistono tra il territorio e i diversi specialisti che

concorrono al processo pianificatorio.

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Non è possibile raggiungere una standardizzazione valutativauna volta che subentrano nel giudizio i legami cognitivi

LL + n L - n

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Legami cognitivi e visione

identitaria

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Paesaggio: approccio olistico o

settoriale?Sebbene la definizione fornita dalla Convenzione offra una visionetendenzialmente olistica del concetto di “paesaggio”, a fronte di un’applicazionefattiva dei principi contenuti nello stesso documento, non sembrerebbeappropriato trattare gli attributi afferenti alle tre categorie descritte (estetico-

visuale , storico-testimoniale ed eco-funzionale) in maniera unitaria.Infatti se la vulnerabilità (intesa come funzione di relazione tra il grado dellaperturbazione/disturbo apportato, la probabilità che il disturbo si verifichi el’entità dell’impatto sulla integrità dell’i-esimo bene ambientale) è diversa da unbene all’altro, allora evidentemente diversi e diversamente calibrate dovrannoessere le regole mirate al mantenimento di questa integrità.Le tre tipologie di valori paesaggistici sono

ANALIZZATE, VALUTATE E GESTITE in modo diverso.

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Valori estetico-visuali

Piano per il Parco dei Monti Sibillini. Valorizzazione del Paesaggio e delle identità locali (2002).

•Analisi più qualitative che quantitative, raramente si ricorre all’uso di indici (ad esempio: analisi di intervisibilità)•Scala variabile

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Valori storico-testimoniale

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•Analisi di tipo più qualitativo che quantitativo •Scala variabile: vengono rappresentati sia elementi puntuali che superfici più estese (es. paesaggio agrario)

Dal Piano territoriale di coordinamento provinciale di Terni. In “Provincia di Terni. Il Piano territoriale di coordinamento provinciale” a cura di E. Rampiconi. Collana dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Anno IX, Luglio 2003

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Valori eco-funzionali

Unità omogenee di paesaggio presenti nella Sintesi del Sistema Informativo Geografico Forestale del VenetoIn “L’interferenza insediativa nelle strutture ecosistemiche. Modelli per la rete ecologica del Veneto” Romano B, Paolinelli G. 2007.

•Analisi basate su parametri quantitativi, indici.•Scala generalmente vasta (territoriale)

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Piano territoriale di coordinamento provinciale di Terni

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Programma di lavoro:

� Campionamento di esperienze, metodologie e casi applicativi

� Individuazione di tecniche settoriali di diagnosi-valutazione

� Revisione critica degli approcci tecnico-scientifici campionati

� Redazione di strumenti di valutazione e indirizzi per le regole di gestione e tutela

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CATEGORIE INTERPRETATIVE

CO

NO

SC

EN

ZA

VU

LNE

RA

BIL

ITÀ

TECNICHE VALUTATIVE

REGOLE GESTIONALI

PO

LIT

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EG

ES

TIO

NA

LI

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Riferimenti bibliografici:Riferimenti normativi:

� Decreto Legislativo 26 marzo 2008, n. 63. Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 42/2004, in relazione al paesaggio.

� COM (2006)232. Proposta di Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per la protezione del suolo e modifica la direttiva

2004/35/CE. Bruxelles, 22.9.2006.

� Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" e successive

modifiche.

� Convenzione europea del paesaggio. Firenze, 20 ottobre 2000.

� Legge 6 dicembre 1991, n. 394. Legge Quadro sulle Aree Protette.

� Legge 29 giugno 1939, n. 1497 . Protezione delle bellezze naturali.Riferimenti bibliografici:� Rampiconi E., (a cura di), 2003. Provincia di Terni. Il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Collana dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Anno IX,

Luglio 2003. INU, Atena srl, Roma. Pp. 144.

� De Seta C. (a cura di), 1982. Storia d’Italia. Annali 5. Il paesaggio. Giulio Einaudi Editore, Torino.

� Ferrara G., Campioni G., 2003. Paesaggi sostenibili. Il Verde Editoriale S.r.l., Milano. Pp. 182

� Farina A., 2001. Ecologia del paesaggio, principi, metodi e applicazioni. UTET Libreria, Torino. Pp. 973.

� Forman, R. T. T. & Godron M., 1986. Landscape Ecology. John Wiley, New York.. Pp. 640

� Forman R. T. T., 1995. Land mosaics, the ecology of landscapes and regions. Cambridge University Press, Cambridge. Pp. 632.

� Gambino R., 1997. Conservare, innovare. Paesaggio, ambiente, territorio. Utet Libreria, Torino. Pp. 224.

� Magnaghi A., (a cura di), 2007. Scenari strategici. Visioni identitarie per il progetto di territorio. Alinea Editrice s.r.l. pp 464

� Magnaghi a. 2000. il progetto locale.Bollati boringhieri, Torino. Pp. 256

� Naveh Z., 2000. What is holistic ecology? A conceptual introduction. Landscape and Urban Planning 50 (2000) pp. 7-26.

� B. Romano, S. Ciabò (2008). Il futuro del paesaggio: tra urban sprawling e trasformazioni sostenibili. The future of the landscape: between urban sprawling and

sustainable transformations. In: Teofili C., Clarino R., (a cura di), Riconquistare il paesaggio. La convenzione europea del Paesaggio e la Conservazione della

Biodiversità in Italia. WWF Italia ONG ONLUS, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Roma; pp. 257-267

� Romano B., Paolinelli G., 2007. L’interferenza insedialtiva nelle strutture ecosistemiche. Modelli per la rete ecologica del Veneto. Gangemi , Roma. Pp. 111

� Sereni E.,1961. Storia del paesaggio agrario italiano. Editori Laterza, Bari. Pp. 492.

� Tosco C., 2007. Il paesaggio come storia. Società editrice Il Mulino, Bologna. Pp. 135.

� Vitta M., 2005. Il paesaggio, una storia fra natura e architettura.pp. 328.

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Schede bibliografiche:

1) Gambino R., 1997. Conservare, innovare. Paesaggio,

ambiente, territorio. Utet Libreria, Torino.

Il testo affronta lo spostamento che le politiche di pianificazione hanno subito a partire dagli anni ’70 in seguito al passaggio da una prospettiva urbanocentrica a prospettive ecologiche e ambientaliste dovuto all’ingresso della “questione ambientale” nei piani.

Il volume, del ’97, mette in luce i conflitti che questi orientamenti introducono nei processi di indagine, valutazione e progettazione che guidano la redazione dei nuovi Piani.

Benchè la normativa sul paesaggio negli ultimi dieci anni si sia notevolmente evoluta, il libro evidenzia dicotomie ancora irrisolte, e problematiche attuali come “l’ineludibile soggettività delle rappresentazioni paesistiche e ambientali” e la possibile integrazione tra visione olistica e settoriale di paesaggio.

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2) Sereni E.,1961. Storia del paesaggio agrario italiano.

Editori Laterza, Bari.

Per quanto riguarda l’opera di Sereni appare superfluo soffermarsi nella descrizione dei contenuti o nell’elogio della sua completezza nel delineare dettagliatamente le dinamiche evolutive che hanno plasmato il paesaggio agrario italiano dalla colonizzazione greca agli anni ‘50.

In questo contesto appare importante sottolineare invece l’importante valore storico-testimoniale che l’autore attribuisce alle aree coltivate, e come tali aspetti si fondano con la vita sociale, politica e culturale del nostro Paese nei vari periodi descritti.

Nonostante il taglio funzionale alla politica che si ravvisa negli scritti di Sereni, va inoltre evidenziato come il carattere estetico-visuale non venga mai messo da parte. Tale prerogativa è rafforzata dalla corposa documentazione iconografica che accompagna il lettore senza soluzione di continuità durante la lettura del libro.

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3) Forman, R. T. T. & Godron M., 1986. Landscape

Ecology. John Wiley, New York.

Il testo di Forman rappresenta uno dei capisaldi della landscape ecology.

Dal taglio estremamente tecnico e settoriale, rappresenta in pieno la visione eco-funzionale del paesaggio fornendo i concetti, e gli strumenti analitici di base necessari per stimare il valore del territorio in quest’ottica.

Vengono descritti i modelli (pattern), le strutture elementari e via via più complesse, i processi che legano tali elementi a scala temporale e spaziale e come tali elementi influenzano gli organismi biotici che popolano il paesaggio.

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