UNITÀDI APPRENDIMENTO UNITÀDI LAVORO - Brescia · lessico ad altissima frequenza; testi formulati...

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO UNITÀ DI LAVORO Alessandra Korner Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano [email protected]

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UNITÀ DI APPRENDIMENTO UNITÀ DI LAVORO

Alessandra Korner Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

[email protected]

SCOPO DELL’INSEGNAMENTO

Non è sviluppare la conoscenza di una lingua bensì il raggiungimento di una competenza nella comunicazione in

una data lingua

Saper usare la lingua e non saper parlare della lingua

META DELLA GLOTTODIDATTICA

è lo sviluppo di unaCOMPETENZA COMUNICATIVA

e non di una COMPETENZA puramente LINGUISTICA

COMPETENZA LINGUISTICA

La meta da raggiungere nell’acquisizione/apprendimento di una lingua risiede nella capacità di produrre frasi grammaticalmente corrette e mai udite prima, cioè

sempre nuove

COMPENTENZA COMUNICATIVA

Al concetto di creatività si aggiungono i parametri di adeguatezza e

appropriatezza alla situazione di comunicazione, al ruolo dei parlanti, al registro e al livello di lingua in gioco

La capacità di usare tutti i codici, verbali enon, per raggiungere i propri fini

nell’ambito di un evento comunicativo

HYMES e il modello SPEAKING

S Setting – Situazione P Participants – Partecipanti all’atto comunicativoE Ends – Fini/Scopi della comunicazione AActs – Atti di parolaKKeys – Chiavi/Tonalità dello scambio comunicazionale

I Instruments – Strumenti della comunicazione NNorms – Norme che regolano l’atto di parola GGenders – Generi testuali

LA COMPETENZA COMUNICATIVA INCLUDE:

�La COMPETENZA LINGUISTICA �fonologica, morfosintattica, lessicale, testuale, grafemica

�La COMPETENZA PARALINGUISTICA �intonazione, tono, ritmo e pause

�La COMPETENZA EXTRALINGUISTICA �cinesica (comportamento gestuale), prossemica(gestione dello spazio)

�La COMPETENZA SOCIO-PRAGMATICA �strategica, sociolinguistica, culturale

IN GLOTTODIDATTICA SIGNIFICA

• SAPERE LA LINGUA (DIMENSIONE LINGUISTICA E EXTRA-LINGUISTICA)

• SAPERE FARE CON LA LINGUA (DIMENSIONE STRATEGICA, SOCIOPRAGMATICA E CULTURALE)

• SAPERE FARE LINGUA (PADRONANZA DEI PROCESSI COGNITIVI OLTRE CHE LINGUISTICI)

METE/OBIETTIVI DELL’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO L2

�COMUNICARE CON GLI ALTRI IN L2 (VALENZA COMUNICATIVA)

� INTERAGIRE IN L2 in base alle proprie intenzioni e in sintonia con le convenzioni sociopragmatiche del contesto (VALENZA PRAGMATICA)

�APPRENDERE NOZIONI E CONTENUTI �ESPRIMERE IN L2 IL PROPRIO MONDOINTERIORE (VALENZA ESPRESSIVA)

Lo scopo di un qualsiasi insegnamento di lingua guarda al raggiungimento di una competenza sia LINGUISTICA che COMUNICATIVA intesa come la capacità di esprimersi in modo corretto dal punto di vista linguistico, ma anche appropriato al contesto di

situazione, coerente con i significati culturali veicolati dalla lingua, efficace e in grado di raggiungere i

propri scopi.

QUADRO COMUNE EUROPEO DI RIFERIMENTO PER LE LINGUE

Nasce tra il 1995 e il 2000 con l’esigenza di elaborare delle linee guida per l’apprendimento delle lingue straniere e di omologare i livelli di apprendimento

delle lingue. Descrive ciò che chi studia una lingua deve imparare per agire in modo efficace nel contatto con gli altri. Definisce i livelli di competenza che permettono di

misurare il progresso dell’apprendente ad ogni stadio del percorso.

Prevede sei livelli di competenza:

A. ELEMENTARE

A1. CONTATTO

A2. SOPRAVVIVENZA

B. INTERMEDIO

B1. SOGLIA

B2. PROGRESSO

C. AVANZATO

C1. EFFICACIA

C2. PADRONANZA

In conto i bisogni linguistici di 5 categorie di utenti:

1. Lavoratori emigranti e le loro famiglie

2. Specialisti e professionisti che hanno bisogno di una lingua straniera pur restando nel loro paese d’origine

3. Adolescenti nel sistema scolastico

4. Giovani e giovani adulti in situazione scolastica o universitaria

5. Turisti e viaggiatori

Tav. 1. Livelli comuni di riferimento: scala globale

LIVELLO ELEMENTARE - UTENTE BASE

A1

Riesce a comprendere e utilizzare espressioni familiari di uso quotidiano e formule molto comuni per soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e altri ed è in grado di porre domande su dati personali e rispondere a domande analoghe (il luogo dove abita, le persone che conosce, le cose che possiede). È in grado di interagire in modo semplice purché l’interlocutore

parli lentamente e chiaramente e sia disposto a collaborare.

A2

Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediata rilevanza (ad es. informazioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale, lavoro). Riesce a comunicare in attività

semplici e di routine che richiedono solo uno scambio di informazioni semplice e diretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini

semplici aspetti del proprio vissuto e del proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.

LIVELLO INTERMEDIO - UTENTE INDIPENDENTE

B1

È in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua standard su argomenti familiari che affronta normalmente al lavoro, a scuola, nel tempo libero, ecc. Se la cava in molte situazioni che si possono presentare viaggiando in una regione dove si parla la lingua in questione. Sa produrre testi semplici e coerenti su argomenti che gli siano familiari o siano di suo

interesse. È in grado di descrivere esperienze e avvenimenti, sogni, speranze, ambizioni, di esporre brevemente ragioni e dare spiegazioni su opinioni e

progetti.

B2

È in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su argomenti sia concreti sia astratti, comprese le discussioni tecniche nel proprio settore di specializzazione. È in grado di interagire con relativa scioltezza e spontaneità, tanto che l’interazione con un parlante nativo si sviluppa senza eccessiva fatica e tensione. Sa produrre testi chiari e articolati su un’ampia gamma di argomenti e esprimere un’opinione su un argomento d’attualità,

esponendo i pro e i contro delle diverse opzioni.

LIVELLO AVANZATO - UTENTE COMPETENTE

C1È in grado di comprendere un’ampia gamma di testi complessi e piuttosto lunghi e ne sa ricavare anche il significato implicito. Si esprime in modo

scorrevole e spontaneo, senza un eccessivo sforzo per cercare le parole. Usa la lingua in modo flessibile ed efficace per scopi sociali, accademici e

professionali. Sa produrre testi chiari, ben strutturati e articolati su argomenti complessi, mostrando di saper controllare le strutture discorsive, i connettivi e

i meccanismi di coesione.

C2È in grado di comprendere senza sforzo praticamente tutto ciò che ascolta o

legge. Sa riassumere informazioni tratte da diverse fonti, orali e scritte,

ristrutturando in un testo coerente le argomentazioni e le parti informative. Si esprime spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso e rende distintamente sottili sfumature di significato anche in situazioni piuttosto

complesse.

LIVELLO SOGLIA

È rapportabile al terzo gradino della scala, il B1, che rappresenta il primo importante livello di

autonomia linguistica.Ciò corrisponde ad un livello di “capacità”predominantemente orale al quale i discenti saranno in grado di sopravvivere, dal punto di vista linguistico, in un paese straniero e di stabilire e mantenere contatti sociali con

parlanti della lingua straniera. (J.A. Van Ek, 1979, p. 57)

Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue (QCER)

da A.A.V.V(2002).- La Nuova Italia- Oxford,Firenze

Comprensione generale testo scritto

• A1: E’ in grado di comprendere testi molto brevi e semplici, cogliendo nomi sconosciuti, parole ed espressioni elementari ed eventualmente rileggendo

• A2: E’ in grado di comprendere testi brevi e semplici che contengono lessico ad altissima frequenza; testi formulati nel linguaggio che ricorre nella vita quotidiana

• B1: E’ in grado di leggere testi fattuali semplici e lineari su argomenti che si riferiscono al suo campo di interesse.

• B2: E’ in grado di leggere in modo autonomo testi con diversi scopi . Ha un patrimonio lessicale ampio che attiva nella lettura; puòincontrare difficoltà con espressioni idiomatiche.

Esigenti dal punto di vista cognitivo

Poco esigenti dal punto di vista cognitivo

Legati al contesto

(concreti)

Indipendenti dal contesto

(astratti)

Quadrante di Cummins

B

A

C

D

ATTIVITÀ PIÙ ESIGENTI E COMPLESSE DAL PUNTO DI VISTA COGNITIVO

ATTIVITÀ POCO ESIGENTI DAL PUNTO DI VISTA COGNITIVO

4. •Comprendere testi orali e scritti, senza supporti visivi e facilitazioni linguistiche•Leggere per informarsi; fare inferenze; esprimere valutazioni critiche •Esprimere oralmente temi e contenuti astratti•Scrivere testi e ricerche •Risolvere problemi matematici espressi solo verbalmente senza il supporto di illustrazioni, schemi, immagini

2. •Sostenere una conversazione telefonica •Decodificare semplici messaggi scritti •Leggere e scrivere per scopi personali: liste, note, messaggi di invito, elenchi ……

DECONTESTUALIZZATE

3. •Sviluppare il vocabolario riferito ad attività e compiti differenti •Comprendere testi orali e scritti, con il supporto di immagini, schemi, disegni, illustrazioni•Risolvere problemi matematici illustrati•Elaborare modelli, mappe, cartine, grafici•Elaborare il resoconto, orale o scritto, di una esperienza •Rispondere a domande, data una griglia

1.•Eseguire comandi e azioni ricorrenti data l’indicazione e l’esempio•Sviluppare il vocabolario riferito alla vita quotidiana e partecipare ad attivitàpratiche e operative •Rispondere a domande che prevedonorisposte di tipo “chiuso”

CONTESTUALIZZATE

B.I.C.S.Basic

Interpersonal Communicative

Skills

ABILITÀ COMUNICATIVE INTERPERSONALI DI BASE

� problema linguistico visibile

� capacità di interagire verbalmente in attività contestualizzate

� tempi: dai 4 mesi a uno/due anni

C.A.L.P.CognitiveAcademicLinguisticProficiency

ABILITÀ LINGUISTICA COGNITIVO ACCADEMICA

� problema linguistico meno evidente

� abilità linguistiche per le attività a bassa contestualizzazione

� tempi:lunghi (3-7 anni) e strategie adeguate

COMPETENZECOMUNICATIVE

PER

COMUNICAREQCE: A1 - A2 - B1

BICSItalBase

STUDIAREQCE: (B1 ) -> B2 - C1 - C2

CALPItalStudio

La scuola ha proposte didattiche per la maggior parte slegate dal contesto che richiedono un impegno linguistico e cognitivo eccessivi per un discente che ha sviluppato solamente le COMPETENZE LINGUISTICHE DI BASE

(BICS).

Per raggiungere un vero successo scolastico i nostri discenti devono essere padroni delle COMPETENZE LINGUISTICHE

COGNITIVO-SCOLASTICHE (CALP).

Queste presuppongono una padronanza linguistico-cognitiva non visibile, né osservabile, né tanto meno misurabile

Lo sviluppo del linguaggio e lo sviluppo cognitivo sono legati indissolubilmente

FASI DELL’APPRENDIMENTO

FASE DEL SILENZIO: Si analizza l’inputproveniente dall’esterno

FASE PRE-BASICA: Necessita dell’aiuto delnativo.Segue un’organizzazionenominale. Si serve dell’intonazione. La morfologia non èpresente.Il lessico è di sopravvivenza

FASE BASICA:L’organizzazione dellafrase non è finita.E’ più autonomo. Utilizza parole contenuto.La morfologia fa la suacomparsa.

FASE POST-BASICA: Organizzazione della frasefinita. I verbi sono coniugati.La morfologia è ricca.

PERCORSI DELL’ACQUISIZIONE

Roger Brown ha individuato in tre bambini un simile ordine di acquisizione per 14

morfemi della lingua inglese, indipendentemente dalla frequenza con

cui essi comparivano nell’input

Le strutture comunicative vengono acquisite secondo un preciso ordine cronologico

1. TEMPORALITÀ

Si esprime inizialmente con mezzi pragmatico-discorsivi o lessicali; la segnalazione morfologica

compare solo nella fase post-basica.

PRESENTE/INFINITO –PASS. PROSSIMO – IMPERFETTO – FUTURO –

CONDIZIONALE – CONGIUNTIVO

La presenza nell’interlingua del discente di una forma futura, implica la conoscenza e

l’assimilazione delle altre forme

2. PRONOMI CLITICIMI – TI – GLI – LE – SI

I pronomi di 1° e 2° persona singolari sono generalmente meno marcati rispetto alle

altre forme

I pronomi locativali o genitivali (CI abito, non NE vedo l’ora) sono generalmente più

tardivi

3. CATEGORIA DI PERSONA DEL VERBO

E’ inizialmente espressa solo a livellolessicale: IO ANDARE

IO MANGIA

Morfologicamente corretta appare solo nelle varietà post-basiche

4. MORFOLOGIA NOMINALE

La categorizzazione nominale del numero viene tendenzialmente elaborata prima del genere Se la L1 possiede il genere, la sequenza èappresa più velocemente anche se i transfert negativi sono frequenti: LA MARE (fr.)La desinenza nominale –A è talvolta

sovraestesaLe parole terminanti in –E sono quelle a creare

più problemi

BIMODALITÀ EMISFERICA

Concetto cardine della neurolinguistica secondo il quale la lingua non è attiva solo nelle aree di Broca e di Wernicke, cioè le aree dell’emisfero sinistro che governano il linguaggio verbale,

ma coinvolge entrambi gli emisferi

EMISFERO SINISTRO• Ha una percezione analitica, sequenziale e logica.

• È la sede dell’elaborazione linguistica

• Secondo la teoria della dominanza celebrale presiederebbe alle funzioni superiori

EMISFERO DESTRO • Ha una percezione globale, simultanea e analogica del contesto

• Coordina anche l’attività visiva

CARATTERISTICHE VERBALI

LEFT MODE RIGHT MODE

Fonologia, Morfologia, Sintassi Struttura prosodica

Relazioni formali tra le parti di Intento espressivo di una

una frase frase (dichiarativo,comando)

Significato Letterale Significato metaforico

Variazioni stilistiche Umorismo verbale

“(...) nel processo di acquisizione di una lingua(primaria o secondaria), l’emisfero sinistrosembra essere cruciale per la comprensione el’elaborazione di un linguaggio letterale,fonemico e sintattico, mentre quello destro

è coinvolto negli aspetti dell’intonazione con cuivengono espresse le parole, le frasi ed il

contenuto emotivo ed è anche un importanteintegratore e organizzatore dei differenti

elementi che compongono una conversazione”(Danesi 1988:56)

DIREZIONALITÀNEUROLOGICA

L’apprendimento procede dall’emisfero destro a quello

sinistro, cioè dal «contesto al testo», secondo un procedimento di

natura anatomica e neurofunzionale

MODELLO OPERATIVO

La glottodidattica è una scienza teorico-pratica

Necessita di modelli operativi che traducano in azione l’approccio e il metodo

Per la definizione dell’oggetto i modelli operativi sono i seguenti: 1. CURRICULO 2. SYLLABUS

CURRICULO Modello operativo che fornisce un profilo formativo e

indica le mete, gli obiettivi e i contenuti che costituiscono l’oggetto di un corso

Include sezioni che offrono anche: 1. Parametri per variare il curriculo a seconda delle caratteristiche della situazione didattica, della natura

degli allievi, del quartiere in cui si opera, delle dotazioni glottodidattiche disponibili, ecc.

2. Una guida metodologica relativa alle tecniche didattiche che si consiglia di utilizzare per

raggiungere determinati obiettivi 3. Una serie di parametri per la verifica e la valutazione

del raggiungimento degli obiettivi

VERIFICA VS VALUTAZIONE • Verifica: contenuti specifici; ad esempio la conoscenza di una determinata regola grammaticale, dell’uso delle preposizioni. Si verifica l’acquisizione di un contenuto specifico.

• Valutazione: è più ampia e mette in atto un discorso più ampio; si considera la somma di tutte le verifiche eseguite durante l’anno, si valuta l’andamento dei voti, considerando eventuali miglioramenti o peggioramenti; l’andamento generale nelle altre discipline e il profilo dell’apprendente come totalità. Nella verifica invece si prende in esame solo quello linguistico.

MODULO Una sezione autosufficiente e in sé conclusa di un curricolo, che pur mantenendo una sua autonomia, deve poter essere raccordabile con altri moduli e consentire collegamentiEsso può riguardare un tema, un procedimento o una competenza ed è definito da obiettivi ben precisi; non ècostruito secondo un criterio di linearità, ma ha una

struttura interna ramificata o reticolare; ha solitamente un titolo che ne indica con chiarezza i contenuti

È accompagnato da una presentazione che specifica gli aspetti organizzativi e didattici che consentiranno di inserirlo nel contesto curricolare e preciseranno le condizioni di fattibilità, ovvero gli aspetti concreti dell’organizzazione del lavoro, come la distribuzione delle ore, il numero degli allievi e le risorse necessarie (laboratori, materiale didattico, spazi ecc.)

SYLLABUS

E’ un modello operativo che stima un elenco dei contenuti e di obiettivi

minimi in base a un’analisi dei bisogni strumentali

In passato si utilizzava il termine PROGRAMMA, che è stato

completamente sostituito negli Anni Settanta.

CURRICOLO A STRADA: Segue un itinerario verso una meta

prefissata le cui tappe sono le differenti

unità didattiche

CURRICOLO A PAESAGGIO: Percorribile seguendo vie diverse in modo reticolare alla scoperta dei suoi elementi caratteristici (I MODULI), a loro volta esplorabili nelle singole parti che li

compongono (U.DIDATTICHE, composte da più U. di APPRENDIMENTO)

Per la realizzazione del curricolo e del syllabus, i modelli sono tre:

1. MODELLO MAIETICO, in cui il maestro aiuta pazientemente l’allievo a scoprire la realtà studiata (Socrate)

2. LECTIO, tipica dell’insegnamento religioso3. UNITÀ DIDATTICA, che vede

l’apprendimento come un’attività di PROBLEM SOLVING

4. AUTOAPPRENDIMENTO

UNITÀ DIDATTICAIl modello dell’Unità Didattica sostituì a metàdegli anni Settanta quello tradizionale della

«lezione»; tale modello operativo è una sorta di programma suddiviso in sei fasi (motivazione, globalità, analisi, sintesi, riflessione, controllo), caratterizzanti lo svolgimento del processo di apprendimento; tali fasi sono organizzate

secondo il principio della bimodalità emisferica e rispettano perfettamente le fasi cognitive

dell’allievo

Dalla percezione della realtàall’U.D.:

• Motivazione

• Globalità TEORIA• Analisi DELLA• Sintesi GESTALT• Riflessione • Controllo

UNITÀ DI LAVORO o UNITÀ DI APPRENDIMENTO

• È un micropercorso di apprendimento guidato, unitario, in sé concluso, valutabile e accreditabile. Può realizzarsi in un incontro/lezione, in una UnitàDidattica o in un Modulo e si sviluppa in tre fasi sequenziali: a)introduzione

b)svolgimento

c)conclusione La fase dello svolgimento prevede l’attivazione di una

rete di unità di apprendimento […] che scardina il concetto di sequenzialità […].

Sono:

� finite, concluse in sé e non sequenziali (le varie unitàdovranno infatti poter essere utilizzate in vari momenti dell’anno scolastico senza per forza avere un ordine preciso secondo il quale essere proposte)

�motivanti nel contenuto (il quale deve essere percepito come utilizzabile), nell’approccio e nelle tecniche adottate e nelle attività proposte (notevole importanza viene sempre assunta dall’aspetto ludico)

UNITÀ DIDATTICA COME RETE DI UNITA DI APPRENDIMENTO

•Attività di testing •Recupero dei più lenti e cura degli eccellenti

Pluralità di U. di Apprendimento che seguono la sequenza: GLOBALITÀANALISI SINTESI

• Presentazione dei contenuti dell’U.D. che si sta per iniziare • Motivazione di fondo per tutta l’U.D.•Collocazione dell’U.D. nel modulo in corso • Istruzioni operative

CONCLUSIONE RETE DI UNITÀ DI APPRENDIMENTO

INTRODUZIONE

MOTIVAZIONE PREVALGONO LE

ABILITÀ

GLOBALITÀ RICETTIVE

ANALISI

SINTESI

RIFLESSIONE PREVALGONO LE

ABILITÀ

CONTROLLO PRODUTTIVE

MOTIVAZIONEOBIETTIVI: 1. Esplorare la situazione comunicativa2. Proporre supposizioni e ipotesi sull’argomento, sul

tipo di testo, sui personaggi e sui modelli culturaliTECNICHE DIDATTICHE: 1. ELICITAZIONE 2. BRAINSTORMING 3. PAROLE-CHIAVE4. ESPLORAZIONE DEL PARATESTOMATERIALI: 1. IMMAGINI 2. MANIFESTI – CARTOLINE 3. GIORNALI – REALIA

GLOBALITÀOBIETTIVI: 1. Comprendere l’argomento in generale 2. Comprendere il genere testuale e lo scopo del testo 3. Comprendere il contesto, paratesto e cotesto TECNICHE DIDATTICHE: 1. SKIMMING 2. V/F3. SCELTA MULTIPLA 4. RIORDINO5. ABBINAMENTO 6. APPUNTI (se input orale)SUSSIDI: 1. REGISTRATORE AUDIO 2. LAVAGNA LUMINOSA

ANALISI OBIETTIVI: 1. Comprendere l’argomento nei particolari2. Esplorare il lessico3. Comprendere i modelli culturali 4. Comprendere la coesione e la coerenza testuale 5. Individuare le forme retoriche e i procedimenti stilistici

TECNICHE: 1. SCANNING 2. CLOZE TEST 3. INCASTRO 4. ESCLUSIONE / INCLUSIONE 5. PARAFRASI 6. DETTATO SUSSIDI: 1. SCHEDE GRAMMATICALI 2. LAVAGNA LUMINOSA

SINTESI OBIETTIVI: 1. Fissare le forme e le strutture morfosintattiche 2. Fissare il lessico3. Reimpiegare la morfosintassi e il lessico appreso con

attività di simulazioneTECNICHE: 1. ESERCIZI DI FISSAZIONE 2. GENERAZIONE LESSICO3. PRODUZIONE TESTI AFFINI4. MANIPOLAZIONE TESTI5. DRAMMATIZZAZIONE 6. ROLE-PLAY7. CRUCIVERBA 8. DOMANDA APERTA

RIFLESSIONE OBIETTIVI: 1. Riflettere sui meccanismi stilistici e retorici

incontrati 2. Approfondire l’argomento, l’autore, la corrente

stilistica mettendo in relazione fatti e personaggi TECNICHE:Vedi tecniche fase ANALISI e SINTESI SUSSIDI: 1. REALIA 2. SCHEDE 3. LAVAGNA LUMINOSA

VERIFICA OBIETTIVI: 1. Controllare l’avvenuto raggiungimento delle mete glottodidattiche

e degli obiettivi didattici nell’ambito di una più ampia competenza culturale e sociale

TECNICHE: 1. V/F2. GRIGLIA 3. DOMANDA APERTA 4. CLOZE TEST 5. CRUCIVERBA 6. PRODUZIONE TESTI SCRITTI / ORALI N.B. Si raccomanda di usare tecniche già utilizzate nelle precedenti fasi!SUSSIDI: 1. SCHEDE 2. REALIA