Unità d’Italia Racconti di crociera · 2011. 3. 19. · e nell’area Brico, dove verranno...

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Periodico di informazione Anno 14 - Numero 40 marzo 2011 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale - 70% - DCB Ancona Unità d’Italia Manutenzione del porto Titolo Italiano di pesca Kixxme ITA 777 Luca’s Days - Meteor Cup Racconti di crociera Unità d’Italia Manutenzione del porto Titolo Italiano di pesca Kixxme ITA 777 Luca’s Days - Meteor Cup Racconti di crociera

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Periodico di informazioneAnno 14 - Numero 40

marzo 2011

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale - 70% - DCB Ancona

Unità d’ItaliaManutenzione del portoTitolo Italiano di pesca

Kixxme ITA 777Luca’s Days - Meteor CupRacconti di crociera

Unità d’ItaliaManutenzione del portoTitolo Italiano di pesca

Kixxme ITA 777Luca’s Days - Meteor CupRacconti di crociera

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n° 40

Assonautica Provincialedi AnconaSede legale:

60123 Ancona, Piazza XXIV Maggio n. 1,

Base nautica e segreteria:60125 Ancona, via Giancarlo Mascino, 3/htel. e fax 071/20.74.731 - cell. 340/1422005

Editore: FRUITS S.r.l.Periodicità: trimestrale

Aut. Tribunale n. 8 del 25/2/1985Direttore responsabile:

Giovanni MaggiRedazione

G. Iacobone, F. Profili, C. PolaccoAmministrazione pubblicità:

Segreteria [email protected]

Luogo e data pubblicazione:Ancona, marzo 2011

Impaginazione e stampa:Aniballi Grafiche srl (An)

Stampato in 750 copie

Editoriale 3

Assonautica per l’Unità d’Italia 4

Marina Dorica oggi 5

Il punto sul Consorzio Vanvitelli 6

Vele per Luca 8

La Regata di Natale 9

Le nostre regate del 2011 10

Kixxme ITA 777 11

A.S.D. stagione 2011 12

Tecnologie a bordo 14

Le caprette di Itaca 16

Da Ancona a Kas e ritorno 20

questo periodico lo potete sfogliare anchesu Internet all’interno del nostro sito

Aspettiamo una vostra foto per il prossimonumero del giornale

Editoriale

E’difficile oggi parlare di Italia senza temere di passare per ingenui,ma ci proverò lo stesso perchè questo 2011 potrebbe portarci adelle riflessioni sane, e l’Assonautica Italiana ha voluto, con una

iniziativa che illustriamo a pag. 4, ricordarci che tra le altre cose il mare èun elemento che davvero unifica l’Italia. Pochi sanno che nel 1880 una piccola baleniera di quasi 10 metri, costruitada tre emigranti in Uruguay, attraversò l’Atlantico compiendo forse una delleprime traversate oceaniche su piccole imbarcazioni della storia della nauti-ca. Il nome della barca era “Leone di Caprera”, e l’intento era onorare unEroe scomodo dell’Unità d’Italia, che si stava spegnendo proprio a Caprera(sarebbe morto nel 1882) nel disinteresse generale. Lo stesso disinteresseaccolse i nostri all’arrivo in Italia. Per fortuna non tutti hanno rinunciato a col-tivare la memoria, per cui la storica imbarcazione è stata ritrovata in unagrotta a Marina di Camerota, è stata ben restaurata dalla Associazione“Arie” (un restauro “museale”, non tale da renderla navigante, effettuato coni fondi del Ministero dell’Ambiente e in Partnership con il Comando Genera-le della Guardia di Finanza) ed oggi appartiene al Museo del Risorgimento diMilano e si trova a Livorno. L’intenzione è esporla, a Roma, il prossimo giu-gno quando la staffetta nautica di Assonautica consegnerà al Presidentedella Repubblica il testimone simbolico portato lungo tutta la costa italiana.Quello che pochi forse sanno, anche da noi, è che uno dei tre, OrlandoGrassoni, era di Ancona e che qui ancora vivono i suoi discendenti. Gli al-tri due erano Vincenzo Fondacaro, ideatore dell’impresa, di Bagnara Cala-bra, e Pietro Troccoli, di Marina di Camerota (Salerno) dove appunto glieredi custodivano la barca. Quando la staffetta nautica in maggio sosteràad Ancona, noi celebreremo questo nostro concittadino umile ma determi-nato a dare un messaggio di alto valore simbolico.Una riflessione mi piace fare con voi, fin d’ora: tre marinai, spinti ademigrare dal bisogno, dei quali due meridionali ed uno del centro-Italia,portano fino a noi, attraversando un oceano e 130 anni, un messaggiodi orgoglio dell’Unità appena raggiunta. E rischiano di trovare, come al-lora, un’Italia che li ignora perché ha dimenticato che è stata povera edemigrante, ed ha anche dimenticato che il meridione, come il resto d’I-talia, ha fatto la sua parte con i suoi morti, non è stato conquistato da

un piccolo regnoalpino come qual-cuno va dicendo.Se questi tre mari-nai romantici ci fa-cessero ricordareche la perdita del-la memoria e l’i-gnoranza genera-no le cose peggio-ri, forse noi ne ri-caveremmo unbene, e loro nellaloro barchetta po-trebbero pensareche tanta faticanon è stata inutile.

di Gianfranco Iacobone

Fabio e Aldo lucidano “Luca Maltese”

Il Leone di Caprera. Per gentile concessione dell’Associazione “ARIE”

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Parteciperemo ad una iniziativadell’Assonautica Nazionale chevuole ricordare l’anniversario uni-

tario portando il mare a simbolo di ciòche unisce il nostro Paese attraverso itanti mari che lo circondano. Una ban-diera simbolica (quella riportata a mar-gine) sarà portata dalle nostre barchecon due staffette che, partendo da Sa-vona e Trieste (come nello schema) siincontreranno a Roma per presentare iltrofeo al Presidente della Repubblica.Nei punti di sosta, dove avverrà loscambio del testimone, si terrà unabreve cerimonia per ricordare gli eventiche, nel luogo, hanno concorso allalotta unitaria. Prevediamo la sosta adAncona il 20 maggio, e ci faremo onorecon un bell’evento del quale vi informe-remo. Le barche, a vela o motore, chevogliono partecipare alla staffetta An-cona-Civitanova e ritorno (21 maggio,con probabile pernottamento a Civita-nova) possono già segnalarcelo, non cisono limiti di numero.

Assonautica per l’Unità d’Italia

Condizioni di favore a tutti i soci (persone fisiche) per conti correnti, mutui e prestiti. Filiale di Marina Dorica (triangolone) tel. 071 205618

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Abbiamo chiesto a LeonardoZuccaro, Direttore di MarinaDorica, quali sono i problemi

pratici di Marina Dorica oggi, le coseappena fatte e quelle che si stanno perfare; vorremmo anzi, se lui sarà dispo-nibile, inaugurare una rubrica fissa suMarina Dorica, sul nostro periodico; i“pezzi” potranno magari essere pub-blicati anche su altri mezzi di informa-zione dei Circoli, perché quello checonta, riteniamo, è poter comunicare espiegare le ragioni delle cose che sistanno facendo. Questo è il primo arti-colo, per il quale lo ringraziamo.

Sono molti i lavori programmati dalCdA di Marina Dorica per l’anno incorso, ad iniziare dall’allargamentodei posti barca dei pontili S che ver-ranno portati alla quota regolare cosìcome definita sul regolamento por-tuale. Mentre vi scrivo l’operazione ègià a buon punto e, meteo permetten-do, contiamo di poter terminare i la-vori entro aprile. Altro appalto che sta per partire èquello del nuovo sistema di acces-so ai pontili. Il vecchio sistema dellechiavi in plastica deve obbligatoria-mente essere sostituito (non sono piùin commercio né le chiavi né i lettoridelle stesse), al suo posto ci stiamoorientando verso un nuovo sistema atessera magnetica. In questo modosi controlleranno i cancelli a piaci-mento, programmandone le ore diapertura e chiusura nell’arco dellagiornata e differenziandole in base al-le stagioni, ma si potranno altresì im-pedire accessi indesiderati nei bagnie nell’area Brico, dove verranno in-stallati gli stessi tipi di chiusura. Cer-cheremo, nei limiti del possibile, di ri-vedere entro l’estate anche la viabili-tà interna, così da separare i flussiall’ingresso tra visitatori e assegnata-ri di posto barca, dando soluzioni di-verse anche al servizio di portierato. Di recente è stato siglato il nuovocontratto di fornitura dei carburantie quei centesimi di aggio in piùspuntati in fase di contrattazione an-dranno a beneficio degli utenti. Oranon ci sono più motivi per non rifor-nirsi alla pompa presente nel porto,evitando così i travasi di carburantedalle taniche, come noto tassativa-

mente vietati dalle Autorità compe-tenti. I danni di uno sversamento so-no immaginabili e noi tutti, amantidel mare, teniamo alla sua (e alla no-stra) salute. Grandi cambiamenti hanno interes-sato anche l’area Brico, gran partedei quali sono motivati dalle più re-strittive norme sulla sicurezza e sul-l’ambiente (vedi il lavaggio della care-na non più effettuabile dai privati) chevi raccomandiamo di rispettare scru-polosamente. Se ancora non ne ave-te preso visione all’atto della prenota-zione dei vostri movimenti, le trovatesul sito di Marina Dorica alla voce“Tariffe e Norme” posto sotto il menùa tendina “Il Porto”. Ma è indubbioche alla base di questi cambiamentici sia anche l’esigenza di Marina Do-rica di rendere più efficiente l’organiz-zazione dell’area Brico, con riflessipositivi sia sui costi dei servizi (checontiamo in futuro di poter calmiera-re), sia sulla fruibilità degli spazi a unmaggior numero di utenti. Al riguardoci auguriamo che il sistema delle pre-notazioni con caparra obbligatoria at-tivato quest’anno possa risolverel’annoso problema del mancato ri-spetto della data di alaggio o di varo,che si traduceva in un parziale sfrut-tamento del piazzale e di conseguen-za in una scarsa resa dell’attività. In definitiva, noi cerchiamo di metter-cela tutta per ottimizzare quegliaspetti che avevano mostrato qual-che inefficienza, vi chiediamo di es-sere al nostro fianco in questo sforzoche può dare ottimi risultati speciese è congiunto. Al proposito entronell’ultimo argomento di questo mioprimo intervento: i sistemi di or-meggio utilizzati da alcuni diporti-sti a Marina Dorica. Mi aiuterò perquesto con le immagini. Nella foto 1potete osservare uno dei metodi uti-lizzati per fissare la cima d’ormeggioalla bitta: come noterete, sulla bittache è di alluminio pressofuso, vienefissata direttamente la molla d’or-meggio con un grillo in acciaio zinca-to. Nella foto 2 potete vedere il risul-tato nel tempo di quell’accoppia-mento: l’alluminio è stato letteral-mente scavato dal grillo, che tende aruotare al brandeggiare della barca.Nella foto 3 potete osservare il risul-

tato di quello sfregamento. Per lacronaca sono già svariate le barcheche, nei giorni di vento forte, devonoessere “riacciuffate” dai nostri ope-ratori per la rottura di una bitta su cuiera montato il grillo. Siamo certi chequanto prima chi utilizza quel siste-ma di accoppiamento lo cambierà,sostituendo il grillo con uno spezzo-ne di cima robusta. Alla prossimapuntata con altre informazioni equalche utile consiglio.

Marina Dorica oggi

Foto 1

Foto 2

Foto 3

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Il punto sul ConsorzioVanvitelli

Personalmente iocredo che questaSocietà, espressionedei circoli e dei dipor-tisti, che hanno con-sentito la realizzazionedi un gioiello di porto ed ancherealtà unica nella composizioneazionaria, abbia un ruolo primarionel far mantenere e valorizzarequesto nostro porto turistico, stret-tamente legato alle origini marinaredella città di Ancona, di cui è so-cialmente ed economicamenteparte integrante. E quindi nonun’appendice della città ma unasua parte pulsante dove la gente dimare si appassiona, vive lo sport,socializza, si accultura e si svaga.Per recepire tutto questo e portarloa sintesi in una società come quel-la che presiedo occorre dar voce

ed ascoltare i diportisti, i circoli ed iloro rappresentanti facendo chia-rezza laddove si creino dubbi eoperare con la massima trasparen-za, perché soltanto con questiprincipi si genera fiducia e conse-guentemente la tranquillità di colo-ro che contribuiscono a mantenereil porto e a viverlo. Essendo poi il Consorzio Vanvitelli,con il suo 60% di azioni, la societàdi controllo della società La MarinaDorica SpA, deve esercitare suquesta le sue attribuzioni nell’inte-resse dei propri soci. Capite beneche il compito non è facile, tenutoconto dei molteplici interessi chesono in campo, del consistente nu-mero di soci e di consiglieri di am-ministrazione. Se a questo si ag-giungono le discussioni che si tra-scinano da anni allora l’impresa di-viene proprio difficile.Quando hanno proposto la mia no-mina a presidente del consorzio hoaccettato questo incarico, non cer-to per ricercare visibilità, in quantosono schivo all’apparire, ma sola-mente perché pensavo e penso dipoter dare un contributo al buonandamento del porto turistico cheritengo una creatura di tutti i dipor-tisti anconetani. Nel mio discorso di insediamentoho ricordato che il nome dato alConsorzio è quello di un grande ar-chitetto e che pertanto il consigliodi amministrazione, per rispetto adun nome così altisonante, deveagire con progetti e superare lecontrapposizioni; ho anche auspi-cato che si ricercassero momentidi sintesi tali da indurre un climaarmonico tra i soci e ovviamentetra i diportisti, che sicuramente siaspettano da parte del CdA una

Dal 10 maggio 2010 il nuovoPresidente del Consorzio è ilnostro consigliere Ing. Paolo

Manarini; molti di voi forse non loconoscono e quindi è doverosopresentarlo:Anconetano. Età 62 anni. Ingegne-re dirigente presso la Provincia diAncona. Velista già dall’adolescen-za. Tradizioni familiari legate al ma-re. Sono passati quasi dieci mesidal suo insediamento e quindi glichiediamo di fare il punto sul Con-sorzio Vanvitelli.

Penso che sia opportuno come pri-ma cosa ricordare la composizioneazionaria della società e la compo-sizione dell’attuale CdA per capirequali siano le forze in campo perdare attuazione alle finalità delConsorzio:

AZIONI %Ancona Yacht Club 912096 26,06Assonautica Ancona 744797 21,27Lega Navale Italiana sez. Ancona 506798 14,47Sef Stamura 446948 12,76Associazione Pesca Sportivi 327599 9,35Club Amici Del Mare 235899 6,73Dopolavoro Ferroviario 168699 4,81La Bolina Carmar 124600 3,56Ass. Pesca Sportiva Lazzaretto 23099 0,65Altri 9465 0.27Totale 3500000 100

Pres. Paolo Manarini Assonautica AnconaV. Pr. Silverio Dorsi Ancona Yacht ClubCons. Carlo Mancini Ancona Yacht ClubCons. Mario Boccosi Ancona Yacht ClubCons. Giorgio Gagliardini Ancona Yacht ClubCons. Fabrizio Fabretti Assonautica AnconaCons. Antonio Flotta Assonautica AnconaCons. Siusi Casaccia Lega Navale It. Sez.AnCons. Galliano Ippoliti Lega Navale It. Sez.AnCons. Francesco Flamini Sef StamuraCons. Paolo Pauri Sef StamuraCons. Renato Maceratesi Dopolavoro FerroviarioCons. Sauro Scolpati Club Amici Del MareCons Romolo Freddi Ass. Pesca SportiviCons. Antonio Di Cosmo La Bolina Carmar

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azione incisiva sulla economicitàdella gestione del porto, sulla suasalvaguardia e sulla sua piena go-dibilità, nella convinzione che ilConsorzio debba esercitare appie-no il proprio ruolo di società di rife-rimento in La Marina Dorica. Ad oggi sono stati svolti otto consi-gli che hanno dato impulso allanuova squadra dei nostri rappre-sentanti nel CdA di Marina Doricae cioè Flavio Barigelletti con dele-ga di amministratore e questioni le-gali, Andrea Giorgetti con delega diamministratore e operatività delporto e poi Alberto Rossi e RobertoRomagnoli; tutte persone qualifica-te e di riconosciuta professionalità.Per fare in modo che ci sia unità diintenti tra il Consorzio ed i proprirappresentanti in MD questi ven-gono sempre invitati ai lavori delCdA in modo che siano partecipidelle problematiche che investonoil porto e i suoi fruitori e degli indi-rizzi che vengono esplicitati dalConsorzio per risolverle.Con la nomina del direttore del Por-to, Leonardo Zuccaro, possiamodire che ora l’assetto organizzativoè al completo e spetta a tutti svol-

gere il proprio compito verso un’u-nica missione: mantenere, miglio-rare e gestire efficientemente il no-stro porto turistico.Nei lavori del CdA grazie al lavorocertosino del Vice Presidente Sil-verio Dorsi si è fatta chiarezza sututti i finanziamenti conferiti dalConsorzio a Marina Dorica, costa-tandone la loro regolarità come at-testato dai bilanci approvati.Da ultimo, proprio perché a fonda-mento dell’azione di controllo, si èpreteso da Marina Dorica di portarea conoscenza del Consorzio il pre-consuntivo dell’esercizio 2010 ed ilpreventivo 2011, per valutare in par-ticolare la congruità delle tariffe pro-poste. Su queste si è espresso unparere favorevole da parte del Cdaritenendole adeguate e necessariea coprire le esigenze di MD. L’au-mento prospettato da Marina Dori-ca non è legato ad uno squilibrio dibilancio ma alle crescenti necessitàdi manutenzioni e di adeguamentialle normative in materia di sicurez-za e di ambiente. E’ stata ritenutaanche positiva la modulazione degliaumenti che partono dal 4% sinoal 10% per le barche da 20 metri in

quanto vanno a riequilibrare le tarif-fe con i costi.In questo momento si stannopensando iniziative, secondo le fi-nalità dettate dallo statuto, chepossano far dire: il ConsorzioVanvitelli c’è.E ci deve essere per creare un fortesodalizio tra i circoli e diportisti perfar si che la gestione del porto siaeconomica ed efficace, e tale damantenerlo al meglio ma anche perfarlo vivere e viverlo in rapporto almare ed alla città di Ancona.Le intenzioni sono quelle che vi hodetto, se le condividete promuove-tele, e sicuramente ce la faremo!

Paolo Manarini

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Chi nei fine settimana di marzo (dal 5 al 20) verrà apasseggiare lungo la banchina est di Marina Do-rica, quella che si affaccia sulla darsena dei Can-

tieri, vedrà un insolito movimento di giovani (e menogiovani) e due barchette che si affrontano in appassio-nate sfide stile “match race”: sono gli amici di LucaBregallini, che vogliono ricordarlo così, nel modo mi-gliore, un anno dopo la sua “partenza” per un mare di-verso e più lontano da quelli abituali.Decine di prove appassionanti di soli 20 minuti, per se-lezionare l’equipaggio vincitore.Chi poi volesse entrare da protagonista in questa festaper Luca, se è ancora in tempo, deve comporre un equi-paggio di tre sole persone e iscriversi: gli equipaggi am-messi sono sedici, le bar-che sono i nostri Meteor,per l’occasione tirati a luci-do e “vestiti” con una mutadi vele nuove, donate dallafamiglia di Luca. La sommaraccolta con le iscrizioni sa-rà donata in beneficenza.In copertina potete vedereil Meteor ribattezzato “LucaMaltese”, mentre viene lu-cidato (si può dire “conamore”?) da Fabio e Aldo.Il bando della manifestazioneè su www.assonautica.an.it,dove compariranno anche irisultati.

Vele per Luca

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La regata di Natale

Una delle più belle edizioni, contutti i tempi e i venti possibili,dal sole alle nuvole nere, dalla

calma alle raffiche a 20 nodi, variabilitra il primo e il quarto quadrante. Do-po un rinvio della partenza di quasiun’ora, il vento è arrivato leggero epoi alternante, per cui si sono potutifare entrambi i giri del percorso, perun totale di dieci miglia, terminandoprima del tramonto, alle 15.20, sottoun cielo che minacciava pioggia evento in crescendo. Infatti due giornidopo sarebbe arrivata la bella nevica-ta che ha tenuto Ancona ferma peruna settimana. Il primo assoluto è stato Rewind –Energy Resources di Claudio Pae-sani, mentre le altre posizioni delle33 barche iscritte sono nel nostrosito www.assonautica.an.it, insie-me ad un bellissimo album foto-grafico scaricabile, merito di Fran-co Profili (anche le foto di questoarticolo sono sue).Sono stati attribuiti anche i duepremi a punteggio, relativi a tutta lanostra stagione 2010: il premioHills, main sponsor, è andato a“Nina” di Aldo Scandali, che ha to-talizzato tre primi posti di categorianelle tre manifestazioni (quest’an-no la quarta prova era sostituita dalCampionato di Minialtura), mentreil premio UISP “Over Twenty”,destinato alla migliore tra le barche“anziane”, è andato a Giacomo To-massetti con “Ermi II”.La premiazione con “panettoneparty” ha concluso la bella giornatadi fredda vela.

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Le nostre regate del 2011

Il calendario velico promosso dalC.I.A. (Comitato Intercircoli per lavela d’altura) 2011 è fitto, e po-

trete consultarlo sul nostro sitowww.assonautica.an.it. Le manife-stazioni che, come da tradizione, cisono assegnate sono: la Veleggia-ta di Primavera l’8 maggio; il Co-nerissimo, che quest’anno si pre-senterà in veste rinnovata, il 22maggio; la Veleggiata di Autunnoil 2 ottobre e la Regata di Natalel’11 dicembre. In ciascuno deglieventi (tranne il Conerissimo) ac-canto alla consueta classifica in li-bera applicata a tutti, ci sarà anchequella per la barche stazzate ORC.Ma questo ricco 2011, che rappre-senta il primo anno di affiliazione

FIV (che ci fu data lo scorso marzo2010, a stagione iniziata), porta an-che due impegni nuovi e molto im-portanti: ai primi di maggio unCampionato Zonale di ClasseEuropa, dedicato a questa derivagiovanile, e dal 12 al 15 maggio ilCampionato Italiano Minialtura.Sono due impegni che metterannoalla prova, speriamo con succes-so, le nostre capacità organizzati-ve, e nei quali saremo aiutati daglialtri Circoli. Ma nel secondo, cheassegna il titolo nazionale e che sisvolge su piccoli cabinati, potremoanche partecipare con qualche im-barcazione della categoria, e neabbiamo: come sempre nellosport, non si deve pretendere di

andare a prendersi il titolo, ma par-tecipare per crescere, per impara-re, e anche per divertirsi. Magarianche con uno o due dei nostriMeteor, se un bravo equipaggio sifarà avanti.

Regata di Natale, lato di poppa

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KIXXME e i Ronconi con le vele al vento

Abbiamo sudato le proverbialisette camicie per ottenerel’affiliazione alla F.I.V. ed ora

potremo finalmente leggere nelleclassifiche delle regate i nomi dellebarche dei nostri soci con il verocircolo di appartenenza.Quest’anno osserveremo con at-tenzione la stagione agonistica del

nostro vecchio socio Ronconi ilquale ha sostituito il glorioso Coo-kson, che tante soddisfazioni ci hadato, con un IMX 45 più recente epiù competitivo con il regolamentoORC I. Il programma prevede la partecipa-zione a tutte le prove del circuitoadriatico ORC, compreso ovvia-

mente il Campionato Italiano aMuggia ed il Campionato del Mon-do a Cres. La barca, grazie alla part-nership tecnica della Welcome Sailsdegli amici Federico ed Arianna ealla collaborazione dell’Ing. Cossut-ti, ha in corso lavori di ottimizzazio-ne per migliorare le prestazioni.L’equipaggio, croce di tutti gli ar-matori, è invece il punto di forza diKixxme (questo è il nome della bar-ca). Ronconi si è costruito in casail timoniere, risorsa centrale e per-no di tutta l’organizzazione. Tom-maso, già vincitore di un campio-nato italiano Laser, oltre a timona-re, tiene i rapporti con gli sponsorse cura l’equipaggio, sia dal puntodi vista organizzativo che tecnico,essendosi oramai conclusa la fasedi successione al padre, il quale ri-veste un ruolo discreto quanto au-torevole di “consigliori”.Molti sono stati gli innesti ed inparticolare molto rilevante il sacrifi-cio di papà Riccardo Pelliccia ilquale si è privato di Massimilianoora prezioso tailer a bordo del Kixx-me; altro innesto interessante è quel-lo di Valerio Barigelletti il quale, neidesiderata dell’armatore dovrebbe abreve sostituire il padre anche nel-l’assistenza legale al Team.Le prime uscite di prova, ancoracon le vecchie vele (tre spi rotti inregata), sembrano molto promet-tenti. Auguriamo a questa barca, per laquale “tifiamo” animosamente, ditenere alto il guidone del nostro so-dalizio che sventolerà con lei suicampi di regata, dove sarà degnatestimone dello stile e dei valoridell’ Assonautica di Ancona.

KIXXME e il suo equipaggio

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A.S.D. Assonautica ArticoAncona stagione agonistica2010 canna da natante

Dopo un anno di successisportivi quale è stato il 2009era difficile pensare di poter-

si ripetere ma gli atleti dell’Asso-nautica per certi aspetti sono riu-sciti a fare ancora meglio.Si parte come al solito dalle sele-zioni del Club Azzurro che servonoa decretare chi saranno i compo-nenti della Nazionale Italiana cheparteciperà al Campionato delMondo 2010.Le 4 prove disputate a Rosignano

(LI) hanno visto la partecipazione diFabio Grati e Paolo Nicoletti classi-ficatisi nell’ordine 5° e 8°, purtrop-po solo Nicoletti è stato convocatoin Nazionale, probabilmente in virtùdell’ottimo Mondiale disputatol’anno prima in Francia col raggiun-gimento dell’oro per Nazioni e ilBronzo individuale. Comunque, a detta del Commissa-rio tecnico Marchi, Fabio vanta untale credito che gli consentirà sicu-ramente il prossimo anno di entrare

a far parte della compagine azzur-ra.La stagione è proseguita a livellolocale con il Campionato Provin-ciale, quasi scontata la lotta per leprime due posizioni tra Grati e Ni-coletti che ha visto prevalere que-st’ultimo in entrambe le manche edaggiudicarsi così il primato, a se-guire poi altri 4 atleti del nostroClub. A fine Maggio si è svolto sempre aRosignano il Campionato ItalianoIndividuale al quale hanno presoparte, oltre ai soliti Grati e Nicoletti,anche altri 2 nostri soci, Davide Fa-gioli e Sergio FrezzottiGrandissima prova di Grati che con2 primi di barca ha raggiunto unosplendido bronzo dietro Meloni eVolpi che, anche loro con 2 primi,lo hanno superato solo grazie allasomma dei pesi.Questo podio è il giusto premio adun atleta che negli ultimi 2 anni nonha praticamente “sbagliato” unagara e sarà sicuramente un tram-polino di lancio per entrare a pienodiritto nell’elite della categoria.Piazzamenti in chiaroscuro per glialtri nostri partecipanti che si sonocosì classificati: Nicoletti 9°, Fagio-li 47°, Frezzotti 54°.A fine settembre è partita la spedi-zione Azzurra alla conquista delCampionato del Mondo che que-st’anno si teneva a Budva in Mon-tenegro.Nazionale formata dai soliti Volpi,Volpini, oltre che da Plazzi, SalvatoriMauro e Domenico e dal nostro Ni-coletti alla sua seconda presenzaconsecutiva, in veste di accompa-gnatore la Federazione ha giusta-mente ritenuto di portare ancheGrati per fargli conseguire una im-portante esperienza internazionale.Anche quest’anno Nicoletti è riuscito

di Paolo Nicoletti

Grati, Cancellieri e Nicoletti con il trofeo di Campioni d’Italia 2010

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a partire da titolare e con i primi dibarca ottenuti nella prima e terza pro-va ha contribuito in maniera determi-nante alla vittoria del secondo Mon-diale consecutivo da parte dell’Italia.A conclusione di questa stagionemancava ormai solo il CampionatoItaliano per Società che si è dispu-tato a Porto Garibaldi in provinciadi Ferrara il 27 Novembre, data as-solutamente inusuale per una garadi pesca dalla barca.La nostra A.S.D. si è presentata ainastri di partenza con 2 squadreformate una da Nicoletti, Grati eCancellieri Mario e l’altra da Fagio-li, Pirrami Ioselito e Storti Giorgio.Questo campionato prevedeva losvolgimento di 2 gare consecutiveda 4 ore ciascuna, con tutte le 15squadre in un’unica imbarcazionesuddivisa in 3 settori (fiancata de-stra, sinistra e poppa) e i 3 concor-renti di ogni squadra distribuiti unoper ogni settore.Dopo la prima gara già si materializ-zava l’exploit dell’Assonautica Articoche, con i due primi di Grati e Nico-

letti e il 9° di Cancellieri, si aggiudi-cava la prova, peraltro ricca di cattu-re con settori vinti con medie di 8-10kg di sugarelli, sgombri e boghe.Nella seconda gara oltre al grandeprimo di settore di Pirrami si regi-strava la tenuta da parte della no-stra prima squadra che, con il terzodi Grati e i quarti di Nicoletti e Can-cellieri, riusciva a raggiungere le 22penalità totali contro le 23 dellaLenza Emiliana Tubertini (Volpi,Volpini, Plazzi) e ad aggiudicarsi iltitolo Italiano. Terza classificata laLega Navale Genova, quarta la Le-ga Navale Spotorno e quinta laLenza Club Riccione Artico cam-pione d’Italia uscente.Incredulità ed entusiasmo alle stel-le da parte dei nostri atleti perquella che può considerarsi a tuttigli effetti una vera e propria impre-sa, in quanto la nostra squadra,formata esclusivamente da anco-netani, è riuscita a battere quellacorazzata che è la Lenza EmilianaTubertini, squadra costruita soloper vincere essendo formata da

campioni provenienti da città di-verse e tutti da anni colonne por-tanti della Nazionale Italiana.Questo importantissimo risultato,oltre a catapultare Ancona e l’As-sonautica nell’elite della specialità,consente alla nostra società di po-ter partecipare al Campionato delMondo per Club che si disputerà ilprossimo anno in Francia.

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Seminari sulle tecnologie a bordo

Si è concluso sabato 5 feb-braio 2011 il ciclo di quattroseminari dal titolo “Tecnolo-

gie a Bordo” in cui i produttori han-no esposto lo stato dell’arte degliarticoli tecnici per la nautica di loroproduzione.Questa iniziativa, prima ed unicanel suo genere ad essere organiz-zata da un circolo nautico, nascedalla volontà di creare un punto diincontro tra i produttori e gli utiliz-zatori, per capire come usare almeglio la grande quantità di attrez-zature che oggi equipaggiano lenostre barche, indipendentementedalla loro grandezza e dalla lorodestinazione d’uso.Il ciclo è iniziato con un interessan-tissimo ed approfondito incontro,con i relatori di Kombel e KenixMarine, sui protagonisti dell’im-pianto elettrico di bordo, batterie esistemi di ricarica, durante il qualeabbiamo appreso trucchi, segreti ecriteri per valutare l’adeguatezza el’efficacia dei sistemi installati nellenostre imbarcazioni ed i modi permigliorarne le prestazioni.Nel secondo appuntamento, conBanks Sails e Selden, abbiamo ini-ziato a parlare di vele, di come si

di Fabio Balducci

sono evoluti i materiali ed i metodidi costruzione, degli armi per bar-che da regata e da crociera e delleoperazioni di controllo periodicodell’armo per verificarne lo stato diefficienza.Il terzo appuntamento, con Elv-strom Sails e Harken Italia, è statocaratterizzato da una esaurienteesposizione sulle tecniche di co-struzione delle vele, sulle differenzecostruttive delle vele a seconda deltipo di applicazione e sulla manu-tenzione di tutti i sistemi di coperta,winch, carrelli scotte, avvolgifiocco.Nell’ultimo appuntamento abbia-mo trattato con North Sails i siste-mi di progettazione ed ottimizza-zione delle vele e dei materiali in-novativi di recente adozione, men-tre con Gottifredi-Maffioli abbiamoscoperto tutta la tecnologia e la ri-cerca applicata nella costruzione dicime, scotte, fino al rigging in tes-sile, un mondo per lo più scono-sciuto a molti.Al termine di ogni incontro la pia-cevolissima degustazione di vinidella Cantina Vignamato, presenta-ti dal sommelier Sauro Boria, haconcluso la serata e permesso aipiù curiosi ed appassionati di con-

tinuare ad approfondire i temi delseminario con i relatori.In qualità di armatore ed ancor piùdi organizzatore mi sento di doverringraziare tutti i relatori per la loroprofessionalità e disponibilità acontribuire alla riuscita di questainiziativa: senza la loro gratuita pre-senza non saremmo stati in gradodi organizzare un evento di talegrandezza ed importanza.Voglio anche ringraziare MaurizioCeci, titolare della cantina Vigna-mato, ed il sommelier Sauro Boriache nelle quattro serate ci hannoaccompagnato alla scoperta deiloro vini.In conclusione un ringraziamentoparticolare va al pubblico, di soci enon, che appassionatamente haseguito questo ciclo di seminaricon curiosità ed interesse: l’ade-sione alle iniziative dell’Assonauti-ca di Ancona e la presenza nume-rosa è la miglior ricompensa che sipossa ricevere per il lavoro fatto edè stimolo per le attività future.

Per chi volesse approfondire ulte-riormente i temi trattati nei semina-ri riportiamo i riferimenti delleaziende intervenute a cui rivolgersi.

KOMBEL srl Via Altino, 16 - 00183 ROMAIng. A. Imparato Cell. 349 4961112Tel/Fax 0696844338 [email protected] DEKA, caricabatterie SPE, accessori e componenti per impianti elettrici di bordo

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Le caprette di Itacadi Augusto Abbate

Agosto 2010. Matteo e Paolosono già nel gommone conle cime ben adugliate. Ma-

nuela, a prua, è pronta con l’anco-ra appennellata. Sandro, Sandra eSimona guardano. Siamo in unabaia sulla costa sud di Itaca e ciapprestiamo ad ancorarci filandodi poppa un paio di cavi a terra.Sono le 6 del pomeriggio ed ilmaestrale come al solito è bello te-so. Da quando sono qui in Greciacol vento ci si può rimettere l’orolo-gio. Sì perché tra le 14,30 e le 15 diogni giorno arriva puntuale ed in-comincia la giostra. Prima leggero,poi in pochi minuti, dai 14 ai, talvol-ta, 18-20 nodi. Questa mattina siamo partiti da Va-thi, una baia a nord di Meganisi, vi-cino a Skorpios, dove abbiamo tra-scorso la notte. Vogliamo andare aZacinto, dove arriveremo domani.Scendiamo quindi lungo Itaca, do-ve ci fermeremo per il bagno ed ilpranzo e poi a sera, per la notte.Per ora niente vento e quindi tutti aprendere il sole ed a spalmarsi con

le creme. Itaca è assai montuosaed è quasi tagliata in due dalla pro-fonda apertura del golfo Aetos sul-la costa orientale. Ha una vegeta-zione meno densa di quella delleisole più a nord, ed è contornata daaspri costoni che scendono ripidifin giù sul mare. Vista dal largo Ita-ca la si potrebbe descrivere cosìcome Italo Calvino descrisse laCorsica e cioè: “una nave carica dimontagne”. Le nostre giornate le abbiamo or-ganizzate seguendo i tempi delvento. Bagni in baie e calette sem-pre diverse fino all’ora di pranzo;poi giusto il tempo per rigovernaree, via, con su le vele a tirar bordi ead ingaggiarsi con la prima barcache, ignara, passa di lì. Rimanendotra le isole si va che è un piacere:vento e mare piatto. Fuori, soprav-vento a queste, in mare aperto, inpochi minuti si forma una discretaonda; ed è meglio evitarla perchénon si sa mai come può finire congli stomaci cittadini degli ospiti..Sicché si resta tra le isole, in quello

che i greci chiamano mare interno,ad alternare boline ruggenti a tra-versi impetuosi, e maestosi granlaschi. Oggi è ferragosto e sonoqui dal sette a fare lo skipper su unBavaria preso a Levkas, per porta-re a spasso tre giovani e simpati-che coppie.Alle 18 il maestrale è ancora teso,smetterà come al solito dopo cena.Perciò gli ormeggi si fanno sempreaccompagnati da tanto vento cheincanalandosi nelle baie rinforzaancora di più, complicando la vitaa chi, almeno per oggi, vuole fer-marsi e fare basta. Aspetto, prua al vento, che Paolomi faccia segno che ok il cavo è aposto, per iniziare la manovra. Ec-co ci siamo posso andare. Do mo-tore, prima in avanti per raddrizza-re la barca. Mi fermo e “dai fondoManu” ordino a prua. L’ancorascende ed aspetto a muovermi. Cisono 15 mt di fondale e voglio dar-gli il tempo di arrivare giù. Incomin-cio ad andare indietro col motore ela barca, pur se col vento al traver-so, risponde bene aiutata anchedalla precessione dell’elica che inquesto caso ci è favorevole. “Ag-guanta e poi molla” dico a Manuche comunque già lo sa. IntantoPaolo e Matteo arrivano col gom-mone e ci passano la cima cheSandro serra bene sulla bitta sotto-vento per non farci scadere. “Re-cupera Manu” e “recupera anchetu la cima, Sandro”. Ancora e cimasi tendono e quindi “ok ragazzi, fis-sate così, bravi”. Mettiamo una se-conda cima su un altro scoglio,scontrata con la prima e poi tutti inacqua. Metto come al solito ma-schera e pinne e vado a vederel’ancora. La testa è giù nella sabbiae mi sento tranquillo.Al fondo della baia c’è una piccolaspiaggia. Ci andiamo tutti, lenta-mente a nuoto. Non c’è nessuno,tranne noi. La spiaggetta è di sab-bia e sassi. Per la verità più sassiche sabbia. Siamo un poco delusi.Il fondo però è bellissimo ed invo-glia a tuffarsi ed a stare sotto aguardare. Approdiamo, Sandro tro-

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va un paio di occhiali da vista,quelli per leggere, per gli anziani.Me li offre, perché sono il capitanoed ho diritto di prelazione, sperodentro di me, ma forse, più sempli-cemente perché sa che alla mia etàmi possono far comodo, chissà!?Li accetto con piacere.Poco dopo ci accorgiamo di nonessere più soli. Tre, quattro caprettesbucano dai folti cespugli che con-tornano la riva. Carinissime e congli occhioni grandi e dall’aspettomite. Si avvicinano, prima titubanti,poi più sicure. “Forse hanno fame,peccato non averci niente da dargli”dice Sandra. Ma, penso io, questeormai sono abituate alle barche edappena ne vedono una, si avvicina-no perché sanno che possono sem-pre rimediare qualcosa. Adessonon ce le spiccichiamo più. Me ne torno a bordo, lentamente,sono stanco. Doccia ed abiti per lasera. Arrivano anche gli altri un po-co alla volta, per fare le stesse co-se e per preparare la cena, spero…Arriva un’altra barca. Si metteparallela a noi, sottovento, ok. Nearriva un’altra, decide di ormeg-giarsi sopravvento. Deve rifare lamanovra più volte perché ci scadeaddosso per il vento, prima diprendere la cima. Dico allo skipperche ci sono i parabordi e di nonpreoccuparsi, può appoggiarsi;dopo si raddrizzerà cazzando an-cora e cime. Ok ora è a posto. So-no due coppie di baresi, più o me-no della mia età. Solite parole, “dadove venite, la barca è vostra o no-leggiata” e via così. Incomincia afarsi buio. Incomincio ad aver se-riamente fame, mentre dalla barcadei baresi viene un profumo di ragùche fa male… Guardo a prua, a poppa, la barca asinistra, quella a destra, il vento an-cora non molla, ma ora siamo ridos-sati dalla barca dei baresi e ubriaca-ti dagli odori della loro cucina.Beee, beee.. . “Che diavolo!” Mi gi-ro e sugli scogli, che distano pocopiù di cinque metri dalla nostrapoppa, c’è un gruppo di caprette.Guardo verso la spiaggetta e nevedo una decina, altre si muovonoanche dall’altra parte della baia,che larga all’ingresso si restringe dimolto verso il fondo. “Ma quantesono!” esclama Sandra salita su inpozzetto. Poi aggiunge “diamogli

qualcosa, avranno fame”. Mi ricor-do che mia suocera, lei ce le avevale capre in campagna, diceva chequeste mangiano tutto, anche lastoffa. “Per la miseria! Le cime,queste stanotte ci mangiano le ci-me” ho detto ad alta voce, “altroche dargli qualcosa, bisogna man-darle via”. Intanto il gruppetto si fa-ceva più numeroso; ce n’erano ditutti i colori e di tutte le dimensioni:nere, marroni, pezzate. Ne è arriva-ta una piccolissima, che traballanteseguiva la mamma, e con passo,che a me sembrava incerto, avan-zava tra quei massi e quegli scoglimessi là alla rinfusa da madre na-tura, in questo caso, frettolosa.“Ma come avranno fatto ad arrivaresin qui, che la costa fino alla spiag-getta è ripidissima”, dice Paolo.Eppure si muovono saltando diqua e di là con la disinvoltura ditrapezisti circensi. Mandarle via? Ecome? “Queste hanno sentito gliodori della vostra cucina”, ho dettoai baresi, che anche loro erano lì aveder lo spettacolo; “non è certocolpa nostra”, ho poi aggiunto, “danoi non viene nessun odore”, e disottecchi ho visto le donne dellamia barca che si facevano belle;ma per andare dove? Beee, beee.. . “Lasciamole stare”ha detto Paolo, “non diamogli ret-ta”. “Sì”, ho aggiunto, “andiamoce-ne di sotto a preparare la cena”. Si-lenzio. “Vabbè ho capito questasera cucino io”. “Siii Augusto” han

detto Sandra e Manu, “noi ti aiutia-mo”. “Ok allora vediamo: abbiamoancora i peperoni: bene allora vicucino la pasta col sugo ai pepero-ni”. E così soffriggendo le cipolle,aggiungendo un poco di pomodo-ro e facendo saltare tanti peperonianche noi abbiamo invaso la baiacon un invitante profumo. “Si man-gia dentro o fuori?” “Fuori!!” “Allorapreparate il tavolo ed apparecchia-te per bene”.Beee, beee.. . Paolo, Sandro e Mat-teo preparano il tavolo e l’aperitivocome d’abitudine. E mentre si atten-de l’acqua che ancora non bolle, aturno partecipiamo all’aperitivo. Sa-lendo in pozzetto il vento asciuga ilsudore che i fornelli sotto ci hannoregalato. Pasteggiamo, è quasi buio,e le caprette sono ancora lì.Beee, beee.. . L’acqua bolle e but-tiamo la pasta. Ammazza quanto facaldo, fortuna che c’è ancora ilvento, altrimenti facevamo la sau-na qui sotto. Pronti? Si scola la pa-sta e la si passa nella padella delsugo, giusto il tempo per farla insa-porire per bene e farla stringere edamalgamare con tutto il resto.Beee, beee.. . Finalmente si cena, alfresco e sotto un cielo incredibilmen-te luminoso di stelle. Ci appare cosìluminoso anche perché non abbia-mo alcuna luce, se non quella di duecandele che abbiamo trovato a bor-do, ma che col vento, che ancoranon molla, è difficile tenere accese.Beee, beee.. . “Che palle stè capre

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però, non se ne può più” esclamoio. “Ma no Augusto, quanto seicattivo, ma se son così carine”, midice Simona. “Sì carine, queste senon ci rosicano le cime, sicura-mente non ci faranno dormire que-sta notte!” “Ma vedrai che tra unpò si stuferanno e se ne andrannovia”, aggiunge Sandra. Sarà.Beee, beee.. . Sparecchiamo, Paololava i piatti, mettiamo su un pò dimusica, a bassissimo volume pernon rovinare l’atmosfera, e quandotutto è rassettato, si sta in pozzettoa chiacchierare di argomenti a pia-cere. Anche i baresi sono fuori a go-dere di questa baia, del cielo stellatoe di qualche bicchierino generoso. Beee, beee.. . Piano piano le chiac-chiere rallentano, Simona e Mat-teo, 26 e 28 anni, vanno a prua pervedere se si vede il fondo dicono,ma secondo me hanno voglia dicoccole. Anche Paolo e Manuela sistendono ai piedi dell’albero, testain giù a vedere le stelle cadenti.Sandra e Sandro li seguono dall’al-tro lato. Io resto in pozzetto.Beee, beee.. . Guardo le due coppiedi baresi e ci sorridiamo. Giro la te-sta di 180 gradi a guardare l’altrabarca, che però è più distante e sisentono appena le voci. Evito diguardare a prua o ai lati della barca,perché se no sembra che stia acontrollare cosa sta facendo il mioequipaggio. Alzo la testa e guardoanch’io le stelle. La via Lattea, l’Or-sa maggiore, il piccolo carro, la stel-la polare, Denebola, una delle stelledel timone del grande carro, mi pa-re,… forse. E’ passato tanto tempodai corsi di navigazione astronomi-ca in Accademia, a Livorno… Cosedel secolo scorso. Mi perdo in que-sto cielo profondo ed immenso. E mi sento solo.Quanto mi manca Fiorella! Porcamiseria, quanto mi manca! In 30anni che stiamo insieme, non ab-biamo mai trascorso il ferragostolontani l’uno dall’altro. E’ la primavolta che non siamo insieme in

questo giorno. Vado giù in quadra-to, prendo il cellulare e le telefono.Siamo contenti di sentirci e le pro-metto che non succederà più!Beee, beee.. . Sono le undici e stocascando dal sonno. Sono in cuc-cetta ed ho provato a leggere qual-che pagina del libro che mi sonportato. Alla terza mi è caduto infaccia perché mi ero addormenta-to. In barca è così. E’ tutto bello eintenso: così lo è anche il sonno.Altro che quei sonniferi dei mesi in-vernali. Qui si dorme benissimo, omeglio, anche questa notte dormi-remo benissimo se quelle cavolo dicaprette decideranno di andarsenea dormire, prima o poi, anche loro.Beee, beee.. . Ora mi sembravache questo belare (credo che si di-ca così del verso delle capre, comeper quello degli agnelli) fosse di-verso da quello del pomeriggio edella sera. Mi sembrava più debo-le, ma ugualmente insistente; piùaccorato come se non fosse peruna semplice richiesta di cibo. Di-verso, e anche più sordo, forse piùcupo e comunque stranamente efortemente inquietante. “Ma porcamiseria, come si fa a dormire que-sta notte! Ma l’isola è tanto grandee voi proprio qui dovevate decideredi trascorere il ferragosto! Ma chec’eravamo dati, l’appuntamento?” Beee, beee.. . “Ok adesso vengosu e vi tiro qualcosa! L’avete volutovoi!” Esco in pozzetto e ci trovoPaolo e Manu, che anche loro era-no saliti su, non potendo dormire.C’erano, nel pozzetto della lorobarca anche i baresi, con lo stessoproblema. Ormai è notte fonda enon si vede assolutamente niente.Ci armiamo di pile e le puntiamosugli scogli. Per la miseria ma dovesono finite? “Ah! eccole ce ne sonosolo due sullo scoglio vicino aquello dove abbiamo legato la ci-ma sopravvento”, dice Paolo. Etutte le altre? Uno dei baresi ci diceche è parecchio che è fuori e le ca-pre sono già andate via da un bel

pezzo. Son rimaste quelle due lì enon si capisce cosa vogliono.Beee, beee.. . Ed intanto continuail belato, che viene sempre da lì,sempre a poppa delle nostre bar-che. “Andiamo giù a vedere dice ilbarese”. ”Si ci vengo anch’io”, ri-sponde Paolo, “prendo il gommo-ne”. Il vento si è calmato, era ora,le sartie non fischiano più ed intor-no è tutto tranquillo. “Attenti” diceManuela, “cercate di non scivolaresugli scogli, che è così buio”. Beee, beee.. . Vanno ed approdanocon cautela per non finire in acquacon lo stomaco in piena digestio-ne. Si arrampicano sugli scogli evanno verso le due caprette. Beee,beee.. . Si voltano e guardano inbasso. Fanno luce con le pile tra gliscogli. “Eccola!” esclama il barese,“è qui sotto e quanto è piccola” .Tra lo scoglio dove era legata lanostra cima ed un altro vicino c”erauno stretto buco nel quale c’erauna capretta, che puntandosi sulfondo riusciva a tenere la testa fuo-ri dall’acqua, giusto in modo dapoter respirare. C’era finita dentrochissà come e da lì sicuramente,da sola, non sarebbe mai riuscita avenir fuori. Il buco era profondo. “Eadesso che si fa” dice il barese.Questi era un uomo tarchiato e benmesso in fatto di muscoli. La pove-rina intanto, da lì sotto, lo guardavapiena di paura. Si toglie la magliet-ta, si stende sullo scoglio ed infilatutto il braccio nel pertugio per cer-care di arrivare a prendere la testadell’animale. “E’ pesante!” strilla,“ed ha solo la bocca fuori dall’ac-qua”. Si infila più che può, si puntasugli scogli e con un gran sforzo ti-ra fuori braccio, avambraccio, ma-no e capretta. La deposita lì; lei sidà una scrollata, un’altra ancora etraballando sulle esili zampe, lenta-mente si allontana. Le altre cheerano più in là gli vanno incontro.Il mattino dopo, sotto un solesplendente ed un cielo azzurro,molliamo l’ormeggio. I baresi sonpartiti prima di noi, facendo pocorumore per non svegliarci. Laggiùsulla spiaggetta ci sono una decinadi capre. Una piccola è staccatadal gruppo, un po’ più verso riva.Mi pare che ci guardi, scrolla la te-sta. Chissà forse ci sta salutando.

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EEmmoozziioonnii ddaallllaa RRiivviieerraa ddeell CCoonneerroo

Rocco De Santis è uno di noi.Non solo perché è un nostrosocio, ma in quanto è un ve-

lista “normale”, come noi, con unaesperienza da lui stesso definitanon troppo grande, con una barcamedia e mediamente “anziana”.Per queste ragioni il suo libro pren-de, pagina dopo pagina: un diariodi bordo di giornate passate alleprese con problemi semplici chetutti possiamo condividere inquanto sono i nostri problemi dinavigatori adriatici. Solo che l’oriz-zonte è diverso: Rocco ha volutofare il grande salto, e da “solitarioper caso”, senza programmi ambi-ziosi e sentimenti eroici, si è trova-to a passare l’Atlantico in solitario.Avrebbe voluto compagnia, manon sempre è facile trovarla, e cosìè andato avanti da solo. Gli sareb-be bastato raggiungere il Brasilema poi, giacchè c’era, piuttostoche caricare la barca su un cargo

Sergio è un marinaio e un vo-latore, ma volendo unire ledue passioni vola sul mare.

Nato e cresciuto sul mare di Numa-

Libro fotografico di Sergio Cremonesi

OOrriizzzzoonnttii AAttllaannttiiccii Il libro di Rocco De Sanctis

na ha girato il mon-do, ma le sue radicisono sulla costa deisuoi nonni, il Cone-ro. E che lo ami sicapisce subito sfo-gliando il suo librodi fotografie, quasitutte prese dal cielo,dove i soggetti sonotutti quelli che gravi-tano attorno al“suo” monte, ma ilprotagonista, presoda tutte le prospet-

tive, è sempre lui, il Conero. Fino almassimo che poteva fare, una fotodiventata famosa: la foto dei “cin-que soli” dove con un accurato

ha deciso di fare la cosa più natu-rale, navigare fino a casa. Scorren-do le pagine si entra in questo cli-ma che non è di improvvisazione(tutto è stato preparato da Roccocon molta cura) ma di semplicità: sifa quello che si può fare, vedendocome va giorno per giorno. Sicco-me dentro tutti noi cova il sogno di“partire” per qualcosa di grosso,Rocco ci dà la risposta: pochi pro-grammi, intanto parti e poi andan-do avanti vedi e capisci cosa vuoi ecosa puoi fare. L’esperienza diRocco è stata preziosa, e lui ciconfida nel libro alcune “dritte” peravere dalla barca meno problemi epiù aiuto. E se poi qualcuno vuolea tutti i costi sapere se c’è un sen-so nel girare gli oceani, riporto unariga dall’ultima pagina: “ Io e la bar-ca ci trovavamo a far parte dellanatura che ci circondava”. Sempli-ce, come tutto il resto.G.I.

montaggio, e con cinque esposi-zioni prese con precisione dallostesso punto del cielo, ha volutodocumentare l’alba e il tramontosul mare, vanto e miracolo di An-cona, in una bella giornata di sol-stizio.Sergio Cremonesi ha presentato illibro nella nostra sede il 14 gen-naio, ed ora il libro è a disposizio-ne, al prezzo speciale di 12 euro,sempre in sede. Non può mancare,insieme al libro di Rocco De Sanc-tis “Orizzonti atlantici” e a quello diFederico Betti “La fauna marinadelle Riviera del Conero” dalloscaffale dei soci amanti della no-stra costa.

Il libro “Orizzonti Altlantici” è statopresentato dall’Autore nella nostrasede il 14 gennaio scorso, ed è dis-ponibile in segreteria al prezzo di15 euro.

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Da Ancona a Kas e ritornoconsiderazioni tecnico turistiche e altro (II parte)

Dopo Castellorizo è ora di passarein Turchia, è lì davanti e invita conle luci dei paesi. Le pratiche di

entrata e uscita sono complesse e fan-no spendere un centinaio di euro, masono l’unica cosa sgradevole. Ci siamofatti aiutare da una “agenzia” perchénon ne saremmo venuti fuori. Purtroppouna volta entrati non si può zigzagarecon le invitanti isole greche lungo la co-sta: i due Paesi sono molto separati, e ilpassaparola dice che a fare i disinvolti sirischia molto. Per cui bisogna rimanere“di qua” fino a quando si esce formal-mente per tornare in Grecia. Kas, di fronte a Castellorizo, è un portodi ingresso e base per belle escursioniarcheologiche nell’antica Licia. Da quiè iniziata una lenta risalita verso nord-ovest (lenta per l’interesse e la bellezzadelle varie tappe), rotta opposta aquella che, almeno in piena estate, bi-sognerebbe fare perché qui il meltemiaggira la costa e diventa maestrale, esembra possa essere anche intenso.Noi lo abbiamo preso, anche forte, mail tempo era perturbato per cui non neposso trarre conclusioni. Ma i bellissi-mi caicchi dell’ultima generazione, ve-lieri lucidi e pieni di alberi e vele rullabi-li, andavano sempre in giù (probabil-mente risalgono di notte, in bonaccia)per cui trovandomi spesso ad esserel’unico che risaliva controvento ho avu-to la sensazione di essere fuori posto:ma avevamo le nostre ragioni, e il ven-to non ci ha ostacolato più che tanto. La successione di tappe (Kalkan, Fethi-ye, Marmaris, Ekincik, Bozuk Buku, Kni-dos, Bodrum, Didim, Kusadasi) sonostate su Marina ben attrezzati o su ban-

di Gianfranco Iacobone

chine comunali o piccoli approdi, masempre accolti e assistiti con cura e gen-tilezza. La situazione di mettere la prua inun porto e cercare invano qualcuno cheti dica cosa fare in Turchia non si è maipresentata, anche se questo servizio vie-ne fatto pagare a tariffe internazionali.L’ancora ha quasi sempre riposato. IlPaese è magnifico, di livello europeo an-che se conserva il suo colore; il livello disicurezza percepita è alto. Le strade so-no ottime, quando si vuole prendereun’auto per le opportune escursioni.Il rientro in Grecia è avvenuto da Kusa-dasi a Samos, che è separata dalla Tur-chia da un canale largo mezzo miglio.Piuttosto che la “capitale”, abbiamoscelto la pittoresca Pitagorion, sulla co-sta sud, anche se poi in auto abbiamo

potuto apprezzare tutte le bellezze dell’i-sola, prima fra tutte la spiaggia di Pota-mos fatta di sassolini di marmo e alaba-stro, e la gola fluviale che le sta dietrocon ruderi e cascatelle nella foresta. Era-vamo al 29 giugno e il Meltemi potevaesserci (infatti sarebbe arrivato, forte, lasettimana dopo) ma non c’era. Quindi motore per Ikaria, poi Naxos,Milos e Momemvasia. Passato l’Egeo,facendo non più di 4 ore di vela. E direche l’attenzione a cercare di usare levele era massima, e mai un’arietta chefaceva portare le vele è stata sprecata:ma il motore era necessario quasisempre, per non scendere sotto i 5 no-di. I quattro ormeggi citati hanno le so-lite sistemazioni precarie (50 posti abanchina in tutto), ma con tempo buo-no va tutto bene. Immagino che conmeltemi teso e con l’affollamento del-l’alta stagione non sia la stessa cosa.Per la mancanza di un approdo abbia-mo deciso, credo opportunamente, divisitare Santorini lasciando la barca aNaxos e usando una navetta: le isolesono tutte collegate e queste opportu-nità sono molto alla portata.Il ritorno prevedeva il passaggio a suddel Peloponneso, anche se ci preoccu-pava la possibilità di avere vento con-trario, che non c’è stato. Il giro è comin-ciato da Kitera, con la bellissima Kap-sali. Una cattiva abitudine di noi diporti-sti è quella, arrivando per primi, di or-

Bozuk Buku

Kitera, Kapsali

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meggiare all’inglese. Così una banchi-na che potrebbe portare quindici bar-che ne porta tre: direi che se si fa cosìalmeno bisognerebbe essere disposti aconcedere l’ormeggio “a pacchetto” achi arriva dopo, ma sarebbe meglio nonmettere gli altri in condizione di chiede-re il favore, oppure offrirlo spontanea-mente invece di stare di guardia “in tor-retta” con l’aria ansiosa… La vita di noidiportisti, quando decidiamo di girareun po’, è fatta di queste “etichette” nonscritte che permettono di vivere meglio.In fondo si tratta solo di mettersi neipanni degli altri, e infatti le barche più“vissute”, piene di aggeggi strani estrumenti di sopravvivenza (a voltemanca solo la gabbia delle galline) so-no sempre quelle più disponibili ad aiu-tare. Comunque, per queste ragioni aKapsali siamo finiti all’ancora in rada,ma questo non ci ha impedito di gode-re della bellezza del posto.I successivi “salti” delle tre punte cihanno portato a porto Kayo (capo Tai-naro), dove si ancora in una bellissimarada, e Methoni (capo Akritas, ancorain rada) per poi prendere il lato occi-dentale del Peloponneso ed arrivarecon un unico balzo a Zante, rada di La-ganà. Questa è una grande baia al latosud di Zante, protetta per la riproduzio-ne della tartaruga Caretta, per cui soloil lato occidentale è riservato all’anco-raggio. Il periplo di Zante dal lato ovestriserva molte bellezze (falesie biancheimpressionanti, la baia del relitto famo-sa per i suoi colori, le grotte della pun-ta nord) ma con maestrale teso può ri-sultare pesante. Noi abbiamo continuato ad avere ariettee bonacce, tranne una giornata di mae-strale teso (fino a 30 nodi) quando ab-biamo cercato di fare Zante-Itaca: nonera proprio possibile risalire, per cui benvolentieri abbiamo poggiato sul golfo diPatrasso tornando nella pace di Messo-longi. Che tra l’altro è collegata ogni oracon un bus per Patrasso (da cinque an-ni è in funzione il gigantesco ponte cheunisce le sponde nord e sud del golfo),comodo per eventuali cambi di equi-paggio. A proposito del ponte, nel pas-sare bisogna notificarsi per radio, e co-munque tenere il lato destro lasciandoun pilone a destra e tre a sinistra, trannediversa disposizione.La navigazione è ripresa dopo il mae-strale, con veloci tappe: Lefkas, Corfù,Ancona dove siamo arrivati il 14 luglio,dopo 52 giorni dalla partenza. La risali-ta dell’Adriatico, per rotta diretta, è sta-ta anch’essa quasi tutta in bonaccia,con pericolosi banchi di nebbia, e l’uni-ca preoccupazione è stata quella di es-sere troppo vicini alla rotta dei numero-si traghetti veloci Ancona-Patrassoche entrano appunto nel canale tra

Corfù e la costa albanese.Sul piano tecnico le miglia percorse so-no state 2300, delle quali molte a moto-re (314 ore, pari a circa 1800 miglia), an-che se spesso aiutato dalle vele. Que-sto lungo percorso ha comportato unamedia di 44 miglia al giorno, che sonotante se si considera che per i moltigiorni di sosta (dieci) la media giornalie-ra sale a 55. Forse, con il senno di poi,abbiamo sopravvalutato, da neofiti del-l’Egeo, l’importanza del meltemi. Re-stando fermi quando soffia molto forte,si possono trovare finestre per fare le 3-4 tappe di attraversamento dell’Egeo intranquillità e posizionare il ritorno più inlà nella stagione: la crociera durerebbetre mesi, e forse per un percorso comequesto è la durata giusta, avendonetempo e voglia. A meno di non voler la-sciare la barca in Grecia o Turchia persuccessive riprese, ma questa è un’altramodalità, anche se poi è la più comunetra le persone che abbiamo incontrato.Sul piano delle dotazioni bisogna averebuona autonomia di gasolio (che perònon è difficile da trovare: in tutta la Gre-cia ci sono i camioncini che vengono inbanchina, ma a volte bisogna cercarli e

aspettarli), di acqua (e imparare a ri-sparmiarla davvero), di corrente (ricor-rendo a tutti i marchingegni seconde leproprie preferenze), di ancore (almenotre) e di cime, di vele (almeno due per ti-po) e cercare, trattandolo bene, di nonfar soffrire il motore. Ognuno conosce ipunti deboli della propria barca, e deveavere i ricambi. Anche se la sensazione,pur non avendo avuto bisogno di nulla,è che in Grecia e soprattutto in Turchiala cantieristica sia molto valida.Sul piano turistico il racconto sarebbelungo e fuori tema: si tratta di luoghi digrande bellezza, di grande storia e diestrema suggestione. La natura è stu-penda, l’uomo non è riuscito a rovinar-la oltre misura (anche se la Grecia edi-fica ovunque a caso, e la Turchia conintensività scientifica) e il turismo mor-de e fugge, ma per fortuna fugge. Sicu-ramente la barca, pur nei limiti logisticidel mezzo, è lo strumento migliore perquesta esplorazione, e nulla può egua-gliare l’esperienza di essere ancoratidavanti alle tombe lice di Kekova eTomb Bay, o ai resti della città greco-turca di Knidos, al posto delle antichetriremi.

Knidos, l’anfiteatro

Tomb Bay

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La biblioteca e il sitoLa biblioteca continua ad arricchirsi e conta omai piùdi 424 volumi. Nel nostro sito www.assonautica.an.itpotete, da casa, consultare il catalogo con un database (la funzione Ctrl-F apre in alto una finestra di ri-cerca) che trova sia autori che titoli. Tra i nuovi acqui-sti anche romanzi dedicati alle mogli dei nostri soci, eun volume tecnico di consultazione, il “World crusingroutes” di Jimi Cornell, la “bibbia” di chi decide di gi-rare il mondo o vuole solo immaginare di farlo: tutte lerotte del mondo, i venti e le correnti prevalenti nellevarie stagioni, i porti e le norme di navigazione.Sempre sul sito troverete la nuova sezione sub, crea-ta da Franco Profili: tra le oltre cose, una bella collezione di foto sulle forme di vita subacquea del Conero, rea-lizzata con Federico Betti, il biologo marino che ha tenuto lo scorso anno il ciclo di conferenze nella nostra sede,autore del libro “La fauna marina della riviera del Conero”, ancora disponibile presso di noi.

La segreteria ricorda:- chi non ha provveduto, è pregato di

rinnovare la tessera sociale- è possibile effettuare in sede il

tesseramento FIV- per chi va a pesca: entro il 30 aprile fare l’auto-

dichiarazione presso la segreteria (modulo dispo-nibile nel nostro sito)

- il nuovo orario di ufficio è dalle 17 alle 20, dal martedì al sabato. Lunedì chiuso.

Nota redazionaleCome avrete notato da questo numero la rivista haaumentato il numero di pagine (da 20 a 24), rivistoun po’ la grafica e cambiato il tipo di carta, più leg-gera. Questo ci ha consentito di mantenere inva-riati i costi e di inserire più articoli e foto di formatopiù grande. Infatti alcuni articoli restavano “nelcassetto” e spesso dovevamo comprimere i con-tenuti, per mancanza di spazio. Speriamo di averfatto una scelta gradita ai nostri lettori, e ricordia-mo che il periodico è sempre aperto ai contributidi tutti i soci.

Le grotte di CameranoBellissime e suggestive le grotte che percorrono tuttoil sottosuolo del centro storico di Camerano. Storie,leggende, Templari e “spiriti” aleggiano in queste gal-lerie e sale che hanno una origine misteriosa. Ci sia-mo andati, in tanti, lo scorso 20 novembre e abbiamoconcluso l’escursione con una bella cena. Cosa ag-giungere? Le foto parlano da sole.

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