un’opera per il castello - arte'm · per il castello VII edizione Natura quotidiana. Ambiente e...
Transcript of un’opera per il castello - arte'm · per il castello VII edizione Natura quotidiana. Ambiente e...
un’opera per il castello
VII edizione
promosso da
Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie UrbaneDirettore Federica Galloni
Polo museale della CampaniaDirettoreAnna Imponente
Direttore di Castel Sant’ElmoAnna Maria Romano
ufficio mostreFernanda CapobiancoconClaudia BorrelliBrunella Velardi
ufficio stampaSimona Golia
ufficio cerimonialeAlessia Fuscone
segreteria Polo museale della CampaniaAdriana Boccanera Mario Tortora
servizio educativoGennaro D’Antò, Francesca Russocon Salvatore Cifuni, Angelica Montemurro e Beatrice Scagliola
ufficio gare e contrattiAnna Palmiericon Mauro Buttino, Teresa Fico
ufficio tecnicoFrancesco Delizia, Giacomo Franzesecon Francesca Silvestro
ufficio sicurezza e impiantiAntonio Maselli, Giuseppe Postiglione e Gennaro Utech
coordinatore informatico e presentazione video progetti finalistiGabriella Pennasilico
un’opera per il castello VII edizioneNatura quotidiana. Ambiente e socialità
Napoli, Castel Sant’Elmo13 aprile - 13 maggio 2019
progetto e catalogo a cura di Angela Tecce e Claudia Borrelli
servizi di vigilanzacoordinamento Antonio Greco, Vittorio Pirozzicon il personale dell’area di vigilanza
ALES S.p.Acoordinamento Ciro AmbrosinoDario Mannacon il personale dell’area di vigilanza Ales
regia del video “Mono No Aware”fotografie dell'opera vincitriceAntonio Longobardi
l’opera Mono No Aware è stata realizzata con la collaborazione di
realizzazione Fondet s.r.l.
montaggioRaffaele Cirella
consulenza tecnica e progettualeGiuseppe Scognamiglio, Agostino Rocco, Annarita Buonanno
si ringrazianoAmedeo Patanè, Arianna Patanè, Pina Cozzolino
supporto tecnico organizzativo
museo associato
servizi museali
catalogo
giuria Anna Imponente, Direttore del Polo museale della Campania, PresidenteFabio De Chirico, Direttore del Servizio I Arte e Architettura contemporanee della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane Angela Tecce, curatrice del concorsoAnna Maria Romano, Direttore di Castel Sant’Elmo Giuseppe Gaeta, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di NapoliGiuseppe Morra, Direttore Museo Archivio Laboratorio per le arti contemporanee Hermann NitschGianluca Riccio, curatore e critico d’arteAlessandra Pacelli, giornalista della redazione Cultura de Il MattinoAlessandra Troncone, curatriceLuigi Ratclif, Segretario dell’Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani
segreteria organizzativaBrunella Velardi
ufficio stampa dedicatoGiovanna Bile
webmasterGabriella Pennasilico
biografie in catalogo a cura degli artisti
vincitoriCesare PatanèMarco RossettiMono No Awere
i dieci finalistiSonia Andresano Caffè sospeso Marco Donisi DON! DON!Leo Gilardi Arco delle MalerbeSimone Mangione ArbourElena Mazzi Gli abitanti del Castello (working title) Fabrizio Monsellato PANICO en plein airFlavio Moriniello Nun te preoccupa e’ mè -. ..- -. / - . / .--. .-. . --- -.-. -.-. ..- .--. .- / . .----. / -- .Paolo Patelli Tromba MarinaNicola Vincenzo Piscopo Talking aboutRaffaella Romano Uno + Uno = Infinito
con la collaborazione di
presidenteErrico di LorenzoconStefania Albinni
con il sostegno di
sommario
7 presentazione federica galloni
9 elogio dell'imperfezioneanna imponente
11 introduzioneanna maria romano
15 infrasottileangela tecce
23 la giuriafabio de chirico, giuseppe gaeta, giuseppe morra, alessandra pacelli, luigi ratclif, gianluca ricco, alessandra troncone
31 il gusto della scopertaclaudia borrelli
36 cesare patanè, marco rossetti mono no aware
39 progetti
55 artisti
FEDERICA GALLONI 7
federica gallonidirettore generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane
presentazione
Promuovere e valorizzare l’arte italiana nel nostro Paese e all’estero sono alcuni tra gli obiettivi stra-tegici della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane, ai quali si ag-giunge anche l’incremento delle collezioni pubbliche. Pertanto, sono lieta che il concorso Un’opera per il Castello, da noi promosso con il Polo Museale della Campania, sia giunto alla settima edizione, confermando Castel Sant’Elmo quale museo di arte contemporanea, consolidato e riconosciuto nel panorama nazionale, riferimento per gli artisti e per il pubblico grazie a progetti di qualità e ad una programmazione culturale di rilievo.Curata da Angela Tecce con Claudia Borrelli, l’iniziativa premia i giovani artisti che propongono ope-re site-specific al fine di reinterpretare il contesto museale, fortemente connotato architettonica-mente, rinnovandone la lettura e ampliandone i punti di vista.Anche il tema scelto quest’anno, infatti, Natura quotidiana. Ambiente e socialità, pone volutamente l’accento sul legame tra Castel Sant’Elmo, il paesaggio naturale e quello urbano circostante.La commissione ha individuato quale vincitore il duo artistico composto da Cesare Patanè e Marco Rossetti, il quale, nel pieno rispetto del tema proposto, ha ideato Mono No Aware: un progetto che puntando sull’azione erosiva del passaggio del tempo sul tufo, grazie ad interventi minimali di in-nesto con delle superfici specchianti, restituisce un’inedita bellezza del Castello.Con l’acquisizione da parte del Polo museale della Campania, l’opera va ad incrementare la collezio-ne permanente di Castel Sant’Elmo, accrescendo un patrimonio culturale che è non solo testimo-nianza della giovane creatività italiana ma che svolge anche un ruolo educativo determinante nella crescita delle generazioni presenti e future.
cesare patanè marco rossettimono no awareopera vincitrice
ANNA IMPONENTE 9
anna imponentedirettore polo museale della campania
Esprimersi a Castel Sant’Elmo, orgogliosa roccaforte monumentale della stabilità e razionalità pro-gettuale dell’occidente, con una installazione che trasmigra concetti base dell’estetica giapponese, traccia nel paesaggio culturale globalizzato, un elegante trait d’union. La sensibilità orientale alle cose e delle cose, le reazioni emotive di stupore dinanzi al commovente spettacolo della natura spiegano l’etimologia del titolo Mono No Aware, che possono conciliarsi con un simile pathos e velata malinconia racchiusi nel sentimento di napoletanità con cui l’opera degli artisti, per origini si misura. Questa possibile affinità si estende e mutua finanche dalle tecni-che di restauro orientali, quelle degli oggetti in ceramica, la soluzione di risarcire simbolicamente le architetture del forte cinquecentesco, la piazza d’armi e gli spalti panoramici, laddove esistono sconnessioni e lacune, tracce di una caducità che intacca nel tempo anche i più solidi baluardi della permanenza, con modalità estranee, dedotte dal microcosmo delle cose d’uso giapponesi. Secondo la nostra teoria del restauro si integrano e dissimulano le strutture originali perdute, pur nelle differenze distinguibili da vicino. La tecnica “kintsugi” che introduce la soluzione di riparare con l’oro e con l’argento innesta una nuova geografia delle forme, risarcimenti evidenti che esalta-no la casualità e l’imperfezione come prove di resilienza. Manifestare le ferite riparate dalle cicatrici diventa una specie di arte terapia, la dimostrazione evidente di aver superato difficoltà e tragedie e l’imperfezione estetica rafforza la ricerca di perfezione interiore. C’è racchiuso un invito filosofico ad infondere coraggio, a tessere per sopravvivere “l’arte segreta di riparare la vita” (Céline Santini, Kintsugi - L'arte segreta di riparare la vita, Rizzoli, 2018).Le tessere metalliche riflettenti inserite da Cesare Patanè e Marco Rossetti fioriscono come lettere di un alfabeto disseminato, una scrittura ininterrotta di lettere sparse dal disegno fluido e incur-vato simile a ideogrammi. L’opera così frammentata inizia laddove il visitatore si trova, nel mezzo o lontano dalla sua implicita fine: dove si posizionano è solo un ipotetico inizio, non l’inizio di una mobile scacchiera. Nella loro totalità sembrano delimitare uno spazio felice e indicibile per l’arte in cui si vive la sensazione estatica che tutto possa ancora accadere.
elogio dell'imperfezione
anna maria romano direttore castel sant’elmo
introduzione
Da ben sette anni il Castello ospita un concorso per giovani artisti che presentano progetti site-specific che instaurano “un dialogo immediato” con l’architettura.Cesare Patanè e Marco Rossetti, entrambi provenienti dall’Accademia napoletana, sono i vincitori della VII edizione del concorso per i giovani artisti Un’opera per il Castello.Quest’anno sono 78 i progetti presentati e tra questi anche i 10 finalisti, tutti degni di grande attenzione.Il progetto vincitore è Mono no aware, una parola intraducibile che esprime un concetto estetico che appartiene alla cultura giapponese ed è nato dalla critica letteraria per indicare la partecipa-zione emotiva dello spettatore nei confronti della bellezza, un concetto che però racchiude una serie di significati accomunati dal principio della caducità dell’arte e del bello caratterizzati dalla transitorietà, dalla caducità delle cose, tutte destinate a passare e morire.L’espressione si avvicina molto al lacrimae rerum virgiliano che Enea usa di fronte alla fragilità della vita umana e all’impermanenza delle cose.La filosofia espressa con le parole Mono no aware è uno sguardo calmo sulla fine e sul’oblio oltre il velo della bellezza e del sentimento. Patanè e Rossetti hanno utilizzato questo concetto per creare la loro opera per il Castello, sublimando il tema della VII edizione del concorso Natura quotidiana. Ambiente e socialità.Si chiedeva agli artisti di riflettere sul concetto di ambiente enfatizzando il legame di Castel Sant’Elmo con il paesaggio naturale ed urbano.L’intervento site-specific ha sanato le ferite di un’architettura antica che, come tutte le opere d’arte, ha un suo tempo-vita, breve rispetto all’eternità della natura.Lo spettatore-visitatore è costretto a guardare e a partecipare di quello che normalmente non vede.Lastre lucide, metalliche e apparentemente incongrue rispetto alle pietre antiche e agli intonaci corrosi dal vento, che incessantemente spazza la grande Piazza d’armi, diventano preziosi elementi che riflettono lo spazio.La tecnica ricorda il kintsugi, l’arte giapponese di riparare le ferite, ricostruire qualcosa che si è rotto senza nascondere le fratture ma mostrandole.La tecnica che significa “riparare con l’oro” è una tecnica di restauro nata in Giappone nel 1400 per riparare oggetti di ceramica con lacca mescolata a polvere d’oro o d’argento e lasciando ben visibile la riparazione, così come per il metallo cromato dell’istallazione.
10 ANNA MARIA ROMANO
INTRODUZIONE 11
È un’arte che diventa quasi un rito e il significato metaforico ci insegna che non dobbiamo cancellare il nostro vissuto anche nel dolore ma che il dolore, la frattura, la ferita ci rende unici e bellissimi.Come scrive Erri De Luca “c’é un ampio oceano di concetti interessanti per noi occidentali che ci accoglie non appena ci sforziamo di superare la nostra miopia eurocentrica guardando a Oriente. Uno dei miei preferiti è Mono No Aware. Un concetto che in sé racchiude una gamma di significati accomunati tutti dal concetto di caducità”. La caducità è preziosa perché vissuta con intensità e in ragione della sua fragilità. Gli artisti stessi diranno che “Il tempo presente riflette nei pezzi mancanti del passato per un dialogo immediato con il futuro; convertendo la caducità del bello, dell’arte, della natura ... in una risorsa per la sensibilità collettiva di ogni tempo”.
cesare patanè marco rossettimono no awareopera vincitrice
cesare patanè marco rossettimono no awareopera vincitrice