Una testimonianza da Melbourne · 2016-01-19 · offriva la possibilità di iniziare una nuova vita...

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offriva la possibilità di iniziare una nuova vita in Australia con una buonza base economica (a differenza della maggioranza che è ar- rivata solo con le sue valigie). Ha usato la sua abilità poliglotta la- vorando come geometra e dedicandosi nfel mercato immobiliare. Hriber aveva lavorato come geometra nella sub divisione della centrale St Albans nella periferia occidentale di Melbourne e ha suggerito ad Aldo di acquistare un palazzo. Il fratello minore di Al- do, Aurelio era stato giustiziato dai partigiani iugoslavi nel 1945 e qui dall’altra parte del mondo, un ex comandante partigiano lo sta- va aiutando a risolvere i problemi della sua famiglia e ad iniziare una nuova vita a Melbourne. È abbastanza uno scherzo del desti- no. Dopo che mia madre ha visto il palazzo che aveva comprato (che aveva comprato senza consultarla) ha commentato:“ il posto più dimenticato da Dio e desolato in tutta Melbourne, non puoi averlo scelto“. Oggi la casa della famiglia si trova a un lato della strada dello shopping dinamico e vibrante Little Saigon. Aldo era un barbiere di professione. A Melbourne ha lavorato come ope- raio durante il giorno e tagliava i capelli dopo il lavoro e durante il fine settimana. Il suo capannone in cortile gli serviva da “salotto”, a volte come letto caldo per un dibattito di Geo-politica. La mag- gior parte dei clienti e visitatori sono stati gli immigrati del dopo- guerra ed è stata ascoltata una babele di lingue come polacchi, sloveni, croati, tedeschi, ucraini e italiani affastefllati dentro e fuo- ri del capannone in attesa di tagli di capelli; spesso contestando i nuovi confini dell’Europa centrale post-bellica. Questa è la ragio- ne per cui così tanti si sono ritrovati a Melbourne come nuovi au- straliani. Aldo era un oratore fluente in serbo croato e in quei pri- mi anni è stato quasi un interprete sul posto di lavoro, in grado di comunicare con quelli che parlavano le lingue slave. Il mio padri- no ha raccontato una storia di come mio padre aveva sorpreso un compagno di lavoro, un italiano del Sud, per le sue abilità linguisti- che. “Questo vostro amico polacco, parla molto bene l’italiano: «parla l’italiano proprio bene».” Amava ascoltare l’opera, soprat- tutto Verdi, Rossini e Puccini, e i vicini potrebbero elaborare una pausa personalizzata nel fine settimana per come si rilassava e ascoltava i suoi dischi. Da bambino mi ricordo il nostro vicino di casa, il sindaco della città di Keilor [lui stesso un rifugiato dell’ Eu- ropa del dopoguerra] che stava rimproverando mio fratello per di- sturbo della quiete pubblica:“ Non mi importa quanto è forte la musica quando tuo padre ascolta i suoi dischi, perché suona un po‘ di bella musica; ma le tue registrazioni sono terribili“. Mezzo quartiere di genitori anziani ha pensato che, al tempo, quella dei Deep Purple fosse musica sicuramente satanica . Aldo tagliava ancora i capelli e serviva i suoi clienti di età vicina agli 87 anni, quando una spalla rotta ha causato il suo ‘primo‘ pensionamento. Era stato addetto al taglio dei capelli nella stessa posizione - sot- to la tettoia del giardino - per 55 anni. Molti dei suoi clienti dei vec- chi tempi mi fermarono per strada lamentando il suo ritiro forzato e lamentandosi delle carenze di “questi moderni parrucchieri”. Ha servito come alfiere onorario e tesoriere per la Federazione ANCRI Australia per circa venti anni, una lega di ex italiani in ser- vizio. Durante il suo periodo nella Marina italiana durante la guer- ra lo avevano soprannominato Lo Slavo. Egli a malincuore aveva accettato la loro presa in giro come gli scherzi dei giovani. Ma quasi 50 anni dopo ricevette uno schiaffo burocratico in faccia che lo ha reso furioso. Era appena tornato dal Consolato italiano con il suo nuovo passaporto. La nuova emissione del suo passa- porto italiano dichiarava che era nato a Fiume, Croazia. Lui era li- vido e ha protestato a gran voce. Ha spiegato che quando è nato nel 1920, Fiume era sotto il controllo italiano e il suo passaporto doveva riflettere questo fatto. L’impiegato al consolato gli disse che il mondo era cambiato e che la sua casa natale era stata or- mai riconosciuta come Croazia dal governo italiano. Aldo non avrebbe accettato questo e poi si avvicinò direttamente il Conso- le Generale. Dopo le necessarie dispute “tecnocratiche” gli è stato rilasciato un altro passaporto con scritto “Luogo di nascita - Fiume”. nnn 31 Marinai d’Italia Dicembre 2015 30 Marinai d’Italia Dicembre 2015 Data: 14/11/2014 03:03 Mittente: [email protected] Destinatario: [email protected] Cari Signori, Comincio a chiedere scusa scrivendo questa corrispondenza bastardando la lingua italiano. Però me sembrava un po’ fasullo a scrivervi in inglese. Sto scrivendo per avisarvi che il mio padre Aldo Marsani (un abbonato de Marinai d’Italia ed ex marinaio) è scomparso. Ho scritto un breve articolo (in inglese) che dovrebbe risonare con i vostri lettori. La storia di un emigrante riluttante costretto a lasciare la citta di nascita e passare la maggior parte della sua vita lontano della sua patria. Questo non e solomente la sua storia, piuttosto quella di una gran' parte dei vostri lettatori-abbonati che hanno fatto la vita di emigrante. Spero che potette publicarla. Auguri. Fabrizio Marsani Traduzione di Arianna Vignati dall’inglese della lettera di F. Marsani A ldo Marsani è arrivato in Australia nel 1950, uno dei tanti profughi del dopoguerra. Molti lettori lo ricorderanno per il suo coinvolgimento nella Federazione ANCRI Australia, dove ha servito come alfiere e tesoriere per molti anni. È nato a Fiume nel 1920 e faceva parte dell’esodo di madrelingua italiana che hanno lasciato la città dopo l’annessione alla Iugoslavia dopo la guerra. Aldo era un emigrante riluttante, a differenza di molti che hanno visto le opportunità economiche disponibili qui in quei tempi. Era nel complesso un uomo malinconico che desiderava la sua “patria”. Il suo primo lavoro fu sul Thompson River Dam a Gip- psland mentre mia madre e mio fratello sono stati mandati a Mel- bourne in una casa di proprietà di un personaggio pittoresco di nome Arthur Hribar. Hribar era un ex alto ufficiale militare e fidato del maresciallo Tito nel suo esercito partigiano. Aveva disertato dalla Iugoslavia con la sua famiglia dopo la guerra ed è arrivato a Melbourne con un gruzzolo. La storia che ha raccontato mio pa- dre era che ha disertato, arrivando a Trieste con un “yacht”, che aveva consegnato alle autorità italiane. La sua “ricompensa” gli Testimonianze Una testimonianza da Melbourne Il giorno 11 ottobre 2014 è deceduto a Melbourne, all’età di 94 anni, il signor Aldo Marsa- ni nato il 7.3.1920 nella contesa città di Fiume, ha lasciato a malincuore il suo paese natio per trasferirsi in Australia nel 1950, dove ha vissuto per 64 anni. Il suo amore per “la sua patria” era radicato e profondo, tanto da definire se stesso: “Tre Volte Italiano”. È stato per oltre vent’anni Tesoriere e Alfiere della Federazione ANCRI Au- stralia (Associazione Nazionale ex Combattenti e Reduci Italiani). Il mercato di Melbourne nello scorso secolo

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offriva la possibilità di iniziare una nuova vita in Australia con unabuonza base economica (a differenza della maggioranza che è ar-rivata solo con le sue valigie). Ha usato la sua abilità poliglotta la-vorando come geometra e dedicandosi nfel mercato immobiliare.Hriber aveva lavorato come geometra nella sub divisione dellacentrale St Albans nella periferia occidentale di Melbourne e hasuggerito ad Aldo di acquistare un palazzo. Il fratello minore di Al-do, Aurelio era stato giustiziato dai partigiani iugoslavi nel 1945 equi dall’altra parte del mondo, un ex comandante partigiano lo sta-va aiutando a risolvere i problemi della sua famiglia e ad iniziareuna nuova vita a Melbourne. È abbastanza uno scherzo del desti-no. Dopo che mia madre ha visto il palazzo che aveva comprato(che aveva comprato senza consultarla) ha commentato:“ il postopiù dimenticato da Dio e desolato in tutta Melbourne, non puoiaverlo scelto“. Oggi la casa della famiglia si trova a un lato dellastrada dello shopping dinamico e vibrante Little Saigon. Aldo eraun barbiere di professione. A Melbourne ha lavorato come ope-raio durante il giorno e tagliava i capelli dopo il lavoro e durante ilfine settimana. Il suo capannone in cortile gli serviva da “salotto”,a volte come letto caldo per un dibattito di Geo-politica. La mag-gior parte dei clienti e visitatori sono stati gli immigrati del dopo-guerra ed è stata ascoltata una babele di lingue come polacchi,sloveni, croati, tedeschi, ucraini e italiani affastefllati dentro e fuo-ri del capannone in attesa di tagli di capelli; spesso contestando inuovi confini dell’Europa centrale post-bellica. Questa è la ragio-ne per cui così tanti si sono ritrovati a Melbourne come nuovi au-straliani. Aldo era un oratore fluente in serbo croato e in quei pri-mi anni è stato quasi un interprete sul posto di lavoro, in grado dicomunicare con quelli che parlavano le lingue slave. Il mio padri-no ha raccontato una storia di come mio padre aveva sorpreso uncompagno di lavoro, un italiano del Sud, per le sue abilità linguisti-che. “Questo vostro amico polacco, parla molto bene l’italiano:«parla l’italiano proprio bene».” Amava ascoltare l’opera, soprat-tutto Verdi, Rossini e Puccini, e i vicini potrebbero elaborare unapausa personalizzata nel fine settimana per come si rilassava e

ascoltava i suoi dischi. Da bambino mi ricordo il nostro vicino dicasa, il sindaco della città di Keilor [lui stesso un rifugiato dell’ Eu-ropa del dopoguerra] che stava rimproverando mio fratello per di-sturbo della quiete pubblica:“ Non mi importa quanto è forte lamusica quando tuo padre ascolta i suoi dischi, perché suona unpo‘ di bella musica; ma le tue registrazioni sono terribili“. Mezzoquartiere di genitori anziani ha pensato che, al tempo, quella deiDeep Purple fosse musica sicuramente satanica . Aldo tagliavaancora i capelli e serviva i suoi clienti di età vicina agli 87 anni,quando una spalla rotta ha causato il suo ‘primo‘ pensionamento.Era stato addetto al taglio dei capelli nella stessa posizione - sot-to la tettoia del giardino - per 55 anni. Molti dei suoi clienti dei vec-

chi tempi mi fermarono per strada lamentando il suo ritiro forzatoe lamentandosi delle carenze di “questi moderni parrucchieri”.Ha servito come alfiere onorario e tesoriere per la FederazioneANCRI Australia per circa venti anni, una lega di ex italiani in ser-vizio. Durante il suo periodo nella Marina italiana durante la guer-ra lo avevano soprannominato Lo Slavo. Egli a malincuore avevaaccettato la loro presa in giro come gli scherzi dei giovani. Maquasi 50 anni dopo ricevette uno schiaffo burocratico in facciache lo ha reso furioso. Era appena tornato dal Consolato italianocon il suo nuovo passaporto. La nuova emissione del suo passa-porto italiano dichiarava che era nato a Fiume, Croazia. Lui era li-vido e ha protestato a gran voce. Ha spiegato che quando è natonel 1920, Fiume era sotto il controllo italiano e il suo passaportodoveva riflettere questo fatto. L’impiegato al consolato gli disseche il mondo era cambiato e che la sua casa natale era stata or-mai riconosciuta come Croazia dal governo italiano. Aldo nonavrebbe accettato questo e poi si avvicinò direttamente il Conso-le Generale. Dopo le necessarie dispute“tecnocratiche” gli è stato rilasciatoun altro passaporto con scritto“Luogo di nascita - Fiume”.

nnn

31Marinai d’Italia Dicembre 201530 Marinai d’Italia Dicembre 2015

Data: 14/11/2014 03:03Mittente: [email protected]: [email protected]

Cari Signori,Comincio a chiedere scusa scrivendo questacorrispondenza bastardando la lingua italiano.Però me sembrava un po’ fasullo a scrivervi in inglese.Sto scrivendo per avisarvi che il mio padre Aldo Marsani(un abbonato de Marinai d’Italia ed ex marinaio)è scomparso. Ho scritto un breve articolo (in inglese)che dovrebbe risonare con i vostri lettori.La storia di un emigrante riluttante costretto a lasciarela citta di nascita e passare la maggior parte della suavita lontano della sua patria. Questo non e solomentela sua storia, piuttosto quella di una gran' parte dei vostrilettatori-abbonati che hanno fatto la vita di emigrante.Spero che potette publicarla. Auguri.

Fabrizio Marsani

Traduzione di Arianna Vignatidall’inglese della lettera di F. Marsani

A ldo Marsani è arrivato in Australia nel 1950, uno dei tantiprofughi del dopoguerra. Molti lettori lo ricorderanno per ilsuo coinvolgimento nella Federazione ANCRI Australia,

dove ha servito come alfiere e tesoriere per molti anni. È nato aFiume nel 1920 e faceva parte dell’esodo di madrelingua italianache hanno lasciato la città dopo l’annessione alla Iugoslavia dopola guerra. Aldo era un emigrante riluttante, a differenza di moltiche hanno visto le opportunità economiche disponibili qui in queitempi. Era nel complesso un uomo malinconico che desiderava lasua “patria”. Il suo primo lavoro fu sul Thompson River Dam a Gip-psland mentre mia madre e mio fratello sono stati mandati a Mel-bourne in una casa di proprietà di un personaggio pittoresco dinome Arthur Hribar. Hribar era un ex alto ufficiale militare e fidatodel maresciallo Tito nel suo esercito partigiano. Aveva disertatodalla Iugoslavia con la sua famiglia dopo la guerra ed è arrivato aMelbourne con un gruzzolo. La storia che ha raccontato mio pa-dre era che ha disertato, arrivando a Trieste con un “yacht”, cheaveva consegnato alle autorità italiane. La sua “ricompensa” gli

Testimonianze

Una testimonianza da Melbourne

Il giorno 11 ottobre 2014 è deceduto a Melbourne, all’età di 94 anni, il signor Aldo Marsa-ni nato il 7.3.1920 nella contesa città di Fiume, ha lasciato a malincuore il suo paese natioper trasferirsi in Australia nel 1950, dove ha vissuto per 64 anni.Il suo amore per “la sua patria” era radicato e profondo, tanto da definire se stesso: “TreVolte Italiano”. È stato per oltre vent’anni Tesoriere e Alfiere della Federazione ANCRI Au-stralia (Associazione Nazionale ex Combattenti e Reduci Italiani).

Il mercato di Melbournenello scorso secolo