UNA TERAPIA BIOTECNOLOGICA MIGLIORA LA … · Una pelle libera da lesioni. Non più da nascondere,...

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Anno IV Numero 895 Martedì 07 Giugno 2016, S. Roberto AVVISO Ordine 1. ORDINE: Corsi ECM 2. Ordine: Assemblea ordinaria 2016 3. Un Farmaco per Tutti Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Una terapia biotecnologica migliora la psoriasi 5. Perché non tutti ricordano i sogni? Prevenzione e Salute 6. Claustrofobia: cause, sintomi e cura di una delle fobie più diffuse 7. Calcoli alla cistifellea (o colecisti): sintomi e rimozione 8. Fibroma: sintomi, cos’è e come si cura Meteo Napoli Martedì 07 Giugno Variabile Minima: 21°C Massima: 25°C Umidità: Mattina = 62% Pomeriggio =45 % UNA TERAPIA BIOTECNOLOGICA MIGLIORA LA PSORIASI Una pelle libera da lesioni. Non più da nascondere, ma da mostrare senza preoccupazione. Ottenerla è possibile, anche in caso di psoriasi. Una patologia della cute infiammatoria, cronica e NON CONTAGIOSA, con la quale convive quasi il 3% della popolazione mondiale, ovvero più di 125milioni di persone nel mondo e circa 1milione e mezzo di italiani. Adesso, è in arrivo una nuova opzione terapeutica: un farmaco biotecnologico, si chiama SECUKINUMAB (Novartis) ed è il primo anticorpo monoclonale totalmente umano, approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa, quando è richiesta una terapia sistemica. «L'indicazione terapeutica è stata approvata dalle autorità sanitarie sulla base di studi clinici nei quali il farmaco ha dimostrato il raggiungimento e il mantenimento di una cute esente o quasi da lesioni in 8 pazienti su 10, dopo 4 mesi di trattamento, rispetto al 57,6 %, ottenuto con le terapie più efficaci, attualmente in commercio», afferma G. Girolomoni - università di Verona. «La velocità d'azione è un'altra caratteristica di secukinumab. Già dopo un mese di terapia, il 50% dei pazienti è libero da malattia». SOMMINISTRAZIONE: Il farmaco, si somministra tramite iniezione sottocute ed ha la capacità di neutralizzare selettivamente l'interleuchina-17A (una citochina presente nell'organismo che riveste un ruolo importante nella stimolazione della risposta infiammatoria nell'ambito della malattia). «tra i risultati più significativi emersi, si è visto inoltre come questo anticorpo monoclonale, riesca a mantenere nel tempo l'efficacia, fino a 3 anni». (Salute, Il giornale) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. Dicette don Lione: " 'O viecchio s' add' accidere

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Anno IV – Numero 895 Martedì 07 Giugno 2016, S. Roberto

AVVISO Ordine

1. ORDINE: Corsi ECM

2. Ordine: Assemblea

ordinaria 2016

3. Un Farmaco per Tutti

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 4. Una terapia

biotecnologica migliora

la psoriasi

5. Perché non tutti

ricordano i sogni?

Prevenzione e Salute

6. Claustrofobia: cause,

sintomi e cura di una

delle fobie più diffuse

7. Calcoli alla cistifellea (o

colecisti):

sintomi e rimozione

8. Fibroma: sintomi, cos’è

e come si cura

Meteo Napoli

Martedì 07 Giugno

Variabile

Minima: 21°C Massima: 25°C Umidità: Mattina = 62%

Pomeriggio =45 %

UNA TERAPIA BIOTECNOLOGICA MIGLIORA LA PSORIASI

Una pelle libera da lesioni. Non più da nascondere, ma da mostrare senza preoccupazione. Ottenerla è possibile, anche in caso di psoriasi. Una patologia della cute infiammatoria, cronica e NON CONTAGIOSA, con la quale convive quasi il 3% della popolazione mondiale, ovvero più di 125milioni di persone nel mondo e circa 1milione e mezzo di italiani. Adesso, è in arrivo una nuova opzione terapeutica: un farmaco biotecnologico, si chiama SECUKINUMAB (Novartis) ed è il primo anticorpo monoclonale totalmente umano, approvato nel trattamento di prima linea della psoriasi a placche da moderata a severa, quando è richiesta una terapia sistemica. «L'indicazione terapeutica è stata approvata dalle autorità sanitarie sulla base di studi clinici nei quali il farmaco ha dimostrato il raggiungimento e il mantenimento di una cute esente o quasi da lesioni in 8 pazienti su 10, dopo 4 mesi di trattamento, rispetto al 57,6 %, ottenuto con le terapie più efficaci, attualmente in commercio», afferma G. Girolomoni - università di Verona. «La velocità d'azione è un'altra caratteristica di secukinumab. Già dopo

un mese di terapia, il 50% dei pazienti è libero da malattia». SOMMINISTRAZIONE: Il farmaco, si somministra tramite iniezione sottocute ed ha la capacità di neutralizzare selettivamente l'interleuchina-17A (una citochina presente nell'organismo che riveste un ruolo importante nella stimolazione della risposta infiammatoria nell'ambito della malattia). «tra i risultati più significativi emersi, si è visto inoltre come questo anticorpo monoclonale, riesca a mantenere nel tempo l'efficacia, fino a 3 anni». (Salute, Il giornale)

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 895

PREVENZIONE E SALUTE

PERCHÉ NON TUTTI RICORDANO I SOGNI?

“Aiuto! Non ricordo cosa ho sognato!”. Spesso ci si sveglia storditi, si avverte qualcosa, si capisce di aver sognato ma non si riesce a raccontare quanto vissuto nel sonno. La voglia di riferire un sogno è pressante ma proprio no, non si riesce a ricordarlo. Perché succede questo? Sembra che tutti dimentichino oltre il 90% dei sogni fatti: «Cominciamo col dire che capita a tutti di non ricordare i propri sogni. Tutti sogniamo per circa il 25% della durata del sonno, ma non sempre riusciamo a richiamare i sogni. Pertanto non ci dev’essere nessuna “angoscia” o “frustrazione” se non si riesce a rievocare quello che si è sognato dormendo», dice il dottor Paolo Amami, neuropsicologo e psicoterapeuta dell’ospedale Humanitas.

SE AL RISVEGLIO SI È DISTRATTI, DIFFICILMENTE SI RICORDANO I SOGNI

«La capacità di ricordare i sogni dipende da una serie di fattori. La fase del sonno in cui ci si sveglia è importante, infatti non sogniamo per l’intera durata della notte ma in fasi specifiche che si alternano nel corso del sonno. Perciò se il risveglio avviene in una delle fasi in cui si sogna (le fasi REM) è più probabile riuscire a ricordare il sogno. Anche le condizioni del risveglio sono rilevanti». «In media il ricordo del sogno permane per circa 15 minuti dopo il risveglio perciò se non si è subito concentrati a memorizzarlo è facile che sfugga. Per esempio se al risveglio si è distratti da altre questioni o in ritardo, sarà improbabile avere un buon ricordo di quanto sognato. Altri fattori importanti riguardano le caratteristiche del sogno, per esempio sogni molto intensi emotivamente, che ci hanno addirittura svegliato o particolarmente bizzarri, sono ricordati più facilmente. Un buon trucco per ricordarsi i sogni è quello di tenere una sorta di diario, magari proprio sul comodino, a portata di mano, per appuntare quanto si è sognato appena svegli. Un esercizio che può essere utile anche per stimolare la memorizzazione dei sogni nel tempo».

«Non si è ancora arrivati ad una risposta univoca. Per esempio, secondo la psicoanalisi classica, quella di Freud, i sogni sarebbero una delle vie preferenziali per

comprendere i nostri contenuti e impulsi inconsci. I sogni sarebbero la rappresentazione onirica mascherata di impulsi inconsci. La mente, per non interrompere il sonno, trasforma questi impulsi in sogni: se gli impulsi si manifestassero improvvisamente avrebbero un impatto dirompente e dunque, per dar loro voce, la mente li trasforma in immagini visive spesso senza un apparente flusso logico». «Tuttavia negli ultimi anni, anche grazie alle possibilità offerte da alcune tecniche di visualizzazione del cervello come la risonanza magnetica funzionale e la PET, le neuroscienze cognitive hanno cambiato il modo d’intendere i sogni. Si è potuto scoprire che il cervello è molto attivo durante la fase del sogno, per nulla a risposo. Per alcuni ricercatori il sogno, per quanto bizzarro, sarebbe un processo cognitivo che aiuterebbe i meccanismi di consolidamento della memoria o che darebbe seguito a processi di elaborazione già in corso durante la veglia». (salute, humanitas)

MA I SOGNI COSA RIVELANO?

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SCIENZA E SALUTE

CLAUSTROFOBIA: CAUSE, SINTOMI E CURA DI UNA DELLE FOBIE PIÙ DIFFUSE

Chi soffre di claustrofobia manifesta un malessere con sensazione di soffocamento ed oppressione come se fosse rinchiuso o imprigionato La claustrofobia è la paura eccessiva e irrazionale degli spazi stretti e chiusi, e sebbene sia un problema esteso e fastidioso, viene spesso trascurato da chi ne soffre. Ma quando il malessere raggiunge livelli patologici, chi soffre di claustrofobia tenderà ad evitare tutte le situazioni che possono portarli a stare male, impostando la quotidianità in relazione al proprio disturbo d’ansia. Si evita l’utilizzo dell’ascensore, non si entra in stanze piccole e non si chiude a chiave la porta, non si scende in metropolitana, si evitano i mezzi di trasporto affollati, non si percorrono strade che hanno gallerie. Il claustrofobico arriva a non riuscire a vivere più da solo cercando la vicinanza di una persona per sentirsi più sicuro.

Claustrofobia è una parola che deriva dal latino claustrum, luogo chiuso, e dal greco phobia che

significa paura o panico. La fobia degli spazi chiusi è un’esperienza che in molti hanno sperimentato, sebbene in maniera diversa. La claustrofobia ai livelli gravi, ossia quella cronica, colpisce il 4% della popolazione e può arrivare a provocare attacchi di panico, difficoltà di respirazione, sudorazione, iperventilazione, nausea, senso di oppressione, persino quando si attraversa una semplice galleria o addirittura quando si indossa un abbigliamento troppo stretto.

LE CAUSE. La claustrofobia è caratterizzata soprattutto dalla paura del soffocamento. Questa paura

nasce dalla preoccupazione di cosa potrebbe accadere se si rimane confinati in un certo luogo o situazione, e non si è capaci di uscire.

I SINTOMI : La persona che soffre di claustrofobia può mostrare segni fisici ed emotivi come se fosse in

una situazione di reale pericolo. I sintomi della claustrofobia sono: paura dei luoghi chiusi, piccoli ed affollati, ansia, attacchi di panico, svenimento, sudorazione, vampate di calore, tachicardia, vertigini e iperventilazione.

LE CURE TERAPEUTICHE: Il trattamento della claustrofobia prevede primariamente un percorso

di psicoterapia cognitivo comportamentale. La psicoterapia della claustrofobia prevede l’attuazione delle tecniche di esposizione agli stimoli che di cui il paziente ha paura, fino a che non subentra l’abitudine ed essi e la scomparsa dell’ansia. Un altro trattamento consiste nella terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che consiste nell’affrontare e nel cambiare i processi del pensiero attraverso esercizi incentrati sui sintomi.

LE CURE FARMACOLOGICHE . Nei casi di claustrofobia più gravi si può ricorrere all’utilizzo di farmaci ansiolitici da assumere nei momenti più temuti, per gestire l’ansia e gliattacchi di panico.

LE TERAPIE NATURALI. I sintomi associati alla claustrofobia possono essere alleviati con alcunirimedi

naturali. La passiflora, la kava, la valeriana, la scutellaria e l’erba di San Giovanni sono erbe che secondo l’omeopatia possono ridurre l’ansia da claustrofobia, e possono essere assunte in compresse o come tisane o infusi. Chi preferisce affidarsi ai fiori di Bach può ricorrere al Rescue Remedy, un rimedio naturale indicato per l’ansia e gli attacchi di panico composto da clematis, cherry plum, impatiens, rock rose e star of Bethelhem. Una terapia per curare la claustrofobia può essere anche l’agopuntura. (Salute, Pour femme)

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SCIENZA E SALUTE

CALCOLI ALLA CISTIFELLEA (O COLECISTI): SINTOMI E RIMOZIONE

La cistifellea (o colecisti) è un organo situato sotto il fegato, soggetto alla

formazione di calcoli, proprio come i reni. Il motivo è legato alla sua funzione, che è

quella di filtro del nostro sangue. Nella cistifellea (o colecisti), infatti, si conserva la bile, una sostanza liquida secreta dal fegato che serve per metabolizzare i grassi, e qualche volta la bile si solidifica, producendo dei piccoli sassolini in grado di ostruire i dotti biliari. Stiamo parlando dei calcoli, che nel caso della cistifellea in genere sono costituiti da colesterolo (80% dei casi), o da bilirubina e altre sostanze di scarto, e in questo caso si definiscono pigmentati perché a differenza degli altri sono di colore scuro. Si tratta di un problema diffuso, che colpisce maggiormente le donne perché la funzionalità epatica, così come quella della colecisti, è influenzata dagli ormoni e si ha una maggiore produzione di colesterolo. Vediamo quali sono i sintomi dei calcoli biliari localizzati a livello di cistifellea, e quando sia necessario arrivare alla rimozione dell’organo.

Sintomi: I sintomi dei calcoli alla cistifellea sono dolori forti e continui localizzati nel quadrante

superiore destro dell’addome, con riflesso alla schiena (nella zona tra le scapole). Quando compaiono i sintomi e perché? Il dolore è legato alla funzionalità della cistifellea, e quindi anche all’alimentazione. Infatti tipicamente il fastidio insorge dopo un pasto abbondante a base di cibi grassi, e può manifestarsi all’improvviso anche di notte. Il perché è presto detto: i calcoli, specialmente se grossi, possono ostruire i dotti biliari impedendo la fuoriuscita della bile e provocando quindi una infiammazione. In alcuni casi, quando i calcoli alla cistifellea sono minuscoli, simili a sabbia, non provocano disturbi e si dicono silenti. Vediamo quando bisogna preoccuparsi e intervenire.

Quando preoccuparsi: Ecco i sintomi legati ai calcoli alla colecisti che ci devono far preoccupare e

per i quali è indispensabile l’intervento del medico: Dolore intenso che perdura per più di cinque ore Febbre; Nausea e vomito Feci chiare (sintomo di una mancata digestione dei grassi)

Il medico potrebbe richiedere un ricovero e alcuni esami specifici, perché i calcoli della cistifellea possono creare infiammazioni potenzialmente gravi come la pancreatite (infiammazione del pancreas), o la colecistite acuta.

Le cure :Le cure per i calcoli alla cistifellea sono di due tipi: chirurgica, con rimozione dell’organo, e

non. Il primo caso è piuttosto comune e si considera necessario nel momento in cui le coliche dovessero presentarsi in modo frequente, cosa che avviene spesso quando vi sia anche familiarità al problema. Un intervento di rimozione della cistifellea si effettua in laparoscopia e non comporta particolari disagi, dato che basta un ricovero di una notte e qualche giorno di convalescenza. La cistifellea è un organo non indispensabile, per questo rimuoverlo non comporta alcuna compromissione della qualità della vita. In alcuni casi per i calcoli biliari alla colecisti si prescrivono farmaci per via orale che hanno lo scopo di permettere lo scioglimento dei sassolini. La cistifellea e le sua funzionalità, però si possono ripristinare anche con cure naturali, in primo luogo con una dieta ricca in calcio e fibre. Anche una moderata attività fisica aiuta moltissimo a prevenire la formazione dei calcoli, così come mantenere un peso corporeo costante, senza dimagrire o ingrassare troppo. (Ansa)

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PREVENZIONE E SALUTE

FIBROMA: SINTOMI, COS’È E COME SI CURA

La parola fibroma è un termine piuttosto generico che in medicina viene utilizzato per indicare alcune tipologie di tumori benigni, originati dall’anomala proliferazione dei fibroblasti, cellule del tessuto connettivo. Questi ha il compito di collegare tra loro tutte le parti del nostro organismo, la pelle ai muscoli, i legamenti alle ossa, ecc. E’ per questo che i fibromi possono comparire in ogni parte del corpo, in varie forme, perché il tessuto connettivo è ovunque:

l’utero, lo stomaco, la bocca, e le ossa sono comunque le parti più colpite. : A seconda di come e dove si sviluppano i fibromi

potranno assumere nomi diversi, ben specifici: il fibroma osseo ad esempio (o fibroma ossificante) è di tipo duro, e tende a svilupparsi nelle

ossa della mascella e molto raramente nelle altre; il fibroma non ossificante (o fibroxantoma), si sviluppa in modo asintomatico alle estremità

della tibia o del femore; il fibroma ameloblastico si manifesta invece all’interno della mandibola, ecc. E’ possibile riscontrare questo tumore benigno anche in un ginocchio, nella gola, al polmone,

sulla lingua, ma soprattutto all’utero. Il fibroma uterino, data la più alta incidenza rispetto agli altri è ormai comunemente ed

impropriamente chiamato fibroma. Anche in questo caso la terminologia si fa specifica, quando si parla di fibroma pendulo o intramurale ad esempio, ma occorre stare sempre tranquilli perché si tratta sempre di forme benigne, con le quali si può convivere tranquillamente nella maggior parte dei casi anche senza sintomi: la loro crescita è inoltre spesso molto lenta.

: A seconda di dove è posizionato o delle dimensioni che assume, questa neoplasia

può dare sintomi diversi. In caso di fibroma ossificante ad esempio può provocare sanguinamento dalle gengive e/o un dolore acuto, oppure nulla. Più specifici, ma

non sempre presenti i sintomi di un fibroma all’utero: ciclo mestruale abbondante e prolungato, dolore addominale, mal di schiena, costipazione, frequenza urinaria.

: Allo stesso modo, data la varietà dei tessuti e degli organi coinvolti non esiste una cura specifica per tutti i tipi di fibromi. Pensate che anche per il fibroma dell’utero, tanto per fare un esempio concreto,

esistono più possibilità terapeutiche che vanno dalla terapia farmacologica, agli ultrasuoni, all’embolizzazione, fino alla chirurgia. Tendenzialmente il fibroma se rimane asintomatico e non altera la qualità della vita di chi ne è affetto può rimanere anche al suo posto per sempre. Anche lo stesso fibroma dell’utero (di tipo molle) raramente incide sulla gravidanza e tende a regredire da solo dopo la menopausa. L’unica cosa però da fare, in caso di sospetto di fibroma è di procedere con lo specialista del caso ad una serie di indagini diagnostiche che ne confermino l’effettiva natura, quale tumore benigno. (Salute Donna)

LE TIPOLOGIE

SINTOMI

CURA

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PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 895

ORDINE: ASSEMBLEA ORDINARIA 2016

E’ convocata l’Assemblea Ordinaria degli iscritti all’Albo.

Stasera, 07 Giugno 2016 alle ore 20,30 in seconda convocazione, presso la sede dell’Ordine sita in - Via Toledo n. 156 - Napoli, per procedere alla discussione del seguente Ordine del giorno: 1 – Approvazione Verbale Assemblea Ordinaria 2015; 2 - Approvazione Bilancio Consuntivo 2015; 3 - Approvazione Bilancio Preventivo 2016; 4 – Relazione del Presidente; 5 – Varie ed Eventuali.

ORDINE : guida rapida alla CORRETTA GESTIONE DEGLI STUPEFACENTI E DELLE RICETTE VETERINARIE

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

Nei prossimi giorni saranno consegnate presso le farmacie le brochure realizzate dall’Ordine e Federfarma intese come

“GUIDA RAPIDA” da banco utile al Farmacista per la 1. CORRETTA GESTIONE DEGLI STUPEFACENTI

2. SPEDIZIONE DELLE RICETTE VETERINARIE

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PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL

FARMACISTA Anno IV – Numero 895

ORDINE: Progetto “UN FARMACO PER TUTTI” Il progetto ha come finalità l’utilizzo di farmaci, le cui confezioni siano integre, ma anche di prodotti diversi dai farmaci come presidi medico chirurgici o integratori e dispositivi medici non ancora scaduti provenienti da donazione spontanea da parte di cittadini e Aziende farmaceutiche, nonché di privati a seguito di cambio/fine terapia o decesso di un congiunto malato. Inoltre si considerano anche farmaci acquistati in farmacia da un cittadino e immediatamente donati. Il tutto per finalità umanitarie ed assistenza socio-sanitaria. I farmaci raccolti all’interno delle farmacie resesi disponibili, previa catalogazione presso la struttura messa a disposizione dall’Ospedale dell’Annunziata, saranno poi smistati ai vari enti assistenziali che hanno aderito all’iniziativa.

I colleghi volontari che intendono partecipare al progetto condiviso dalla Associazione Cattolici Farmacisti Italiani – sez. Napoli (UCFI) potranno farlo contattando gli Uffici dell’Ordine o inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected]

FARMACIE - COME ADERIRE: Clicca sul link sottostante e compila il form in

modo da avere le informazioni utili riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-un-farmaco-per-tutti

Per VISIONARE LA VIDEO INTERVISTA, fatta dalla redazione del giornale “Il Mattino” o il VIDEO della trasmissione “Quinta Colonna” , sul progetto

“Un Farmaco per Tutti”, basta cliccare i seguenti link:

http://video.ilmattino.it/primopiano/i_farmacisti_di_napoli_e_il_s

ociale_ecco_un_farmaco_per_tutti-1703604.html

http://video.mediaset.it/video/quinta_colonna/full/puntata-del-

9-maggio_617406.html

FARMACISTI VOLONTARI: Come Aderire

RACCOLTI FINORA PIÙ DI 11.000 CONFEZIONI DI FARMACI E DISPOSITIVI DONATI AI POVERI ATTRAVERSO I SEGUENTI ENTI ASSISTENZIALI:

La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, UNITALSI Campania, Stelle in Strada, Suore della Carità Madre Teresa di Calcutta, Associazione pro BENIN

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FARMACISTA Anno IV – Numero 895

ASSEMBLEA ORDINARIA MARTEDÌ 7 GIUGNO 2016:

Nel corso dell’assemblea, come significativo momento di aggregazione tra vecchie e nuove generazioni di Farmacisti, sarà consegnato ai neo Colleghi iscritti nel 2016 il Tesserino e il distintivo dell’Ordine, unitamente al Batch identificativo e al Codice deontologico