Una Storia

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1 UNA STORIA di ARMANDO DEL PRETE Oggi Onde luminose color olio extravergine d'oliva galleggiano nell'aria. Quei tre piccoli nei, che le tempestano la guancia sinistra, vengono accarezzati dal sole quasi fossero un'effigie sacra. La immagino profumata, non di fragranza dolce ma neanche aggressiva; un odore che sa di giorni vecchi, di quella pioggia che bagna la terra lucana, con quel refrigerio che punge e schiaffeggia e seduce. Si muove lenta, sinuosa, consapevole della sua imperfezione, facendo ballonzolare il suo culo succoso mentre accarezza le scale, sapendo che io incrocerò il suo sguardo e poi per tre lunghi secondi sarà ancora tutto e poi niente. Prestarsi gli occhi per un secondo è un caso; salire a due secondi di contemplazione è una curiosità più intensa: si può valutare se le orecchie sono al loro posto, se la rima labiale è sempre un pò deviata dal lato sinistro, se la ricrescita dei capelli fa a pugni con la tinta biondo cenere. Tre secondi no! Escludere il resto del campo visivo, consapevolmente, per tre secondi è un'indecenza alla stregua di un rapporto sessuale con una sconosciuta che lascia roteare i suoi fianchi ad un ritmo tamburellante scandito da sospiri in crescendo. Lo stato stuporoso ogni mattina ci accompagna; l'indecenza di doverci soffermare troppo ci ha obbligato ad accennare ad un"ciao" di routine che mi ha anche permesso di scoprire le sue corde vocali. Che classe quelle corde vocali, saranno esili come ramoscelli d'ulivo e lisce come il suono del vento ma anche rosse e aggressive come un campari&gin. Se solo potessi strisciare la mia lingua dalla sua fossetta giugulare fino a quel buco che chiamano ombelico. Se solo potessi sussurrare il peccato a me stesso senza avere il minimo rimorso. Che vita sarebbe. CHE VITA! L'impatto della bionda sulla mia quotidianità fa lo stesso rumore del ghiaccio che, affogato dal whisky, si sepimenta internamente. Il ghiaccio si rompe dentro. Che senso avrebbe un cubetto perfetto di ghiaccio se non ci fosse il whisky ad abbracciarlo in una liquida presa mortale? La campanella della scuola interrompe la mia vita alternativa per farmi riemergere immediatamente dagli inferi. La mia facoltà condivide gli spazi con una scuola superiore. Gli imbarazzi di un'economia fragile. E' curioso sentire ancora, a 24 anni, la campanella della scuola. A suo tempo, al liceo, mi stimolava un conato di vomito; ora, anni dopo, la cosa mi fa sorridere, è un modo come un altro per seminare il tempo (per quanto sia umanamente possibile).

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UNA STORIA

di ARMANDO DEL PRETE

Oggi

Onde luminose color olio extravergine d'oliva galleggiano nell'aria. Quei tre piccoli nei, che le tempestano la guancia sinistra, vengono accarezzati dal sole quasi

fossero un'effigie sacra.La immagino profumata, non di fragranza dolce ma neanche aggressiva; un odore che sa di

giorni vecchi, di quella pioggia che bagna la terra lucana, con quel refrigerio che punge e schiaffeggia e seduce. Si muove lenta, sinuosa, consapevole della sua imperfezione, facendo ballonzolare il suo culo succoso mentre accarezza le scale, sapendo che io incrocerò il suo sguardo e poi per tre lunghi secondi sarà ancora tutto e poi niente.

Prestarsi gli occhi per un secondo è un caso; salire a due secondi di contemplazione è una curiosità più intensa: si può valutare se le orecchie sono al loro posto, se la rima labiale è sempre un pò deviata dal lato sinistro, se la ricrescita dei capelli fa a pugni con la tinta biondo cenere.

Tre secondi no!Escludere il resto del campo visivo, consapevolmente, per tre secondi è un'indecenza alla

stregua di un rapporto sessuale con una sconosciuta che lascia roteare i suoi fianchi ad un ritmo tamburellante scandito da sospiri in crescendo.

Lo stato stuporoso ogni mattina ci accompagna; l'indecenza di doverci soffermare troppo ci ha obbligato ad accennare ad un"ciao" di routine che mi ha anche permesso di scoprire le sue corde vocali. Che classe quelle corde vocali, saranno esili come ramoscelli d'ulivo e lisce come il suono del vento ma anche rosse e aggressive come un campari&gin.

Se solo potessi strisciare la mia lingua dalla sua fossetta giugulare fino a quel buco che chiamano ombelico.

Se solo potessi sussurrare il peccato a me stesso senza avere il minimo rimorso.Che vita sarebbe. CHE VITA!L'impatto della bionda sulla mia quotidianità fa lo stesso rumore del ghiaccio che, affogato dal

whisky, si sepimenta internamente.Il ghiaccio si rompe dentro.Che senso avrebbe un cubetto perfetto di ghiaccio se non ci fosse il whisky ad abbracciarlo in

una liquida presa mortale?

La campanella della scuola interrompe la mia vita alternativa per farmi riemergere immediatamente dagli inferi.

La mia facoltà condivide gli spazi con una scuola superiore. Gli imbarazzi di un'economia fragile.E' curioso sentire ancora, a 24 anni, la campanella della scuola. A suo tempo, al liceo, mi

stimolava un conato di vomito; ora, anni dopo, la cosa mi fa sorridere, è un modo come un altro per seminare il tempo (per quanto sia umanamente possibile).

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Attraverso la soglia della mia aula, un'esigua fetta di edificio abitata da topi sudici e invidiosi che usano chiamare studenti di Medicina.

Mi siedo e, dopo aver elargito sorrisi di circostanza, mi accingo a seguire le slides del prof. Una serie di classificazioni viene emanata dal videoproiettore: Tumori del cervello: Astrocitomi, Xantoastrocitoma pleomorfo, oligodendrogliomi, ependimomi...non sarebbe stato più facile chiamarli Alfonso, Pasquale Carmelina e Assunta?

Per i pazienti sarebbe diverso: è sicuramente più semplice pensare di poter sconfiggere Pasquale piuttosto che GLIOBLASTOMA MULTIFORME.

Quante classificazioni bisogna imparare prima di essere felici?I miei pensieri si smarriscono mischiandosi all'olezzo di sudore stantio che permea l'anonima

tana.Ce l 'ho sempre lì, nel taschino di ogni mia camicia. Lo tiro fuori: il mio RDNAP (Profilo Dna

correlato). Recita:

CARLO ENRICO BANDINI, nato a Melfi (Pz) il 30/02/1985

INQUADRAMENTO CLINICO (esente da F.R.= fattori di rischio ambientali. Es. fumo alcol droghe dieta)

Aspettativa di vita 72aa

Probabilità Tumore del polmone 0,7%

" " " colon 25,8%

fegato 1,2%

pancreas 0,04%

rene 0,7%

SN 0,01%

Probabilità Infarto miocardio 15%

ATTITUDINI PROFESSIONALI (in decimi)

Scientifiche 7,23 /10

Letterarie 6,11 /10

Artistiche 4,44 /10

Pratiche 3,01 /10

ATTITUDINI SOCIALI

Socializzazione 6,23 /10

Leaderismo 3,28 / 10

Interazione sessuale 6,74 /10

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Probabilità tendenza uso droghe 7%

tendenze maniacali 0,001%

tendenza suicidio 3%

La lezione termina. I topi fuggono verso la tana.Quante classificazioni bisogna imparare prima di essere felici?

Sei mesi prima

Ricordo distintamente quel giorno.Un senso di irrequietezza ingravescente mi stava mordendo e scuotendo lo stomaco, e lo

faceva sobbalzare violentemente.. Sembrava volesse uscire da mio corpo.Il pensiero dello studio mi aveva sempre fatto quell’ effetto ma quel dì mi vidi costretto a

violentare la mia insofferenza al sacrificio. Riposi l' "oggettistica" che mi perseguita sul tavolo della biblioteca (l'unico tavolo abbastanza lontano dalle distrazioni): computer davanti ai miei occhi, sigarette alla destra del computer, accendino su sigarette, portafoglio alla sinistra del computer. Riuscii con uno sprint feroce ad allungare sulla noia e così diedi lo start al mio calvario.Dopo pochi minuti un tipo di nome Raffaello, materializzatosi davanti a me, calpestò con la sua presenza i miei buoni propositi.

"Ciao Raffaè come va? Sono settimane che non ti vedo"Lui non rispose. Non adoro i tipi strani, si fa lo scontato errore di considerarli quasi sempre dei

geni solo perchè sono stravaganti. E' il caso di Raffaello.Quel giorno portava i pantaloni del pigiama, a strisce verticali, macchiati da lacrime di

candeggina; sfoggiava una camicia rosso porpora (di 2 taglie più piccola) adornata da merletti stile fine ottocento. Roba da non crederci.

A me pareva solo un bisessuale con un eccesso di ormone della crescita: la fronte rigonfia e bozzoluta come se qualcuno gliel'avesse martellata fin dall'infanzia, la mandibola traslata in avanti di qualche centimetro e i denti separati da lacune evidenti: fossero tutti come lui, pensai, l'industria del filo interdentale colerebbe a picco.

Mi guardò: i suoi occhi erano meravigliosi, rigonfi, strabordanti d'oceano, quasi illuminati; per un attimo pensai che se avesse pianto sarebbero uscite lacrime color smeraldo.

Indicò il computer e cominciò a sproloquiare: "Con quello trovi le lucciole su internet" poi alzò il portafoglio "le paghi con i tuoi sporchi soldi da figlio di papà" poi alzò le sigarette "E alla fine fumi una di queste cancerogene carogne credendo di aver fatto il tuo dovere di uomo" poi toccò all'accendino:"E magari siccome sei ricco e viziato decidi di appiccare un incendio per il semplice gusto di vedere le fiamme. Tanto gli avvocati non ti mancano" e riprese il portafoglio.

"Io non ho il collegamento ad internet", ribadii."Saggia risposta".Era talmente surreale ma al contempo banale, la discussione, che mi stavo per innervosire ed

ero già nauseato."Ti trovo bene Raffaello, sei dimagrito molto però".

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"Sì sono bello però. Tu piuttosto, sempre quella faccia da cane bastonato. Vi circondate di mille problemi, quando la soluzione è sacrificarsi per un obbiettivo sapendo che probabilmente ti verranno l'emorroidi a furia di stare seduto sui libri. Per contro, ritengo che le emorroidi siano unflagello di questa società".

Se solo avessi avuto le palle di dargli un bel pugno su quei bitorzoli sulla fronte, glieli avrei ridotti un bel po’.

"Ho la soluzione per te: Dott. ONEILA, prima consulenza gratuita, risolve i tuoi problemi"continuò.

"Preferirei rivolgermi al mago Oronzo piuttosto che frequentare uno psicologo o, peggio, uno di quei life motivator che ti insegnano ad essere un vincente. Io, caro Raffaello, ritengo che il vero flagello di questa società sia il sovrannumero di psicologi a sfavore dei venditori di caciocavallo".

"Preferisco le mozzarelle, non mi fanno pizzicare il palato"."Sì, potrebbero vendere anche le mozzarelle" aggiunsi sconfortato."Io ti lascio il bigliettino da visita, poi fai quello che vuoi; un bigliettino lo puoi anche cestinare

anche perchè immagino tu sia già troppo impegnato a ritagliare gli annunci delle donnine che cercano incontri focosi. Ti capisco perfettamente. Ora vado"

Il bigliettino da visita recitava: "Dott. Oneila, Medico Psichiatra, tel. 3670066633".Sul retro Raffaello aveva aggiunto a penna: “Dott. Oneila, MEDICOIDE, specializzato in terapia

di gruppo con tutte le tue personalità".La bizzarra contro-presentazione era accompagnata da uno smile.Tornai a casa, mangiai e cercai di andare a letto ad un orario decente. Dopo ore a tentare di ricongiungermi con Morfeo, notai che ero madido di sudore. Nonostante

l'afa di inizio giugno, sudavo freddo e avevo i brividi. Erano ancora loro: i sensi di colpa. Mi alzai, fumai. Poi rilassai i glutei sul letto della mia camera e notai al buio che c'era qualcosa di luminescente sulla mia scrivania. Il bigliettino di Raffaello aveva le lettere rialzate che emettevano luce di notte proprio come il mio orologio. Data la mia ereditaria propensione a vedere ogni avvenimento come un segno divino (mia madre la vede così), presi immediatamente il biglietto. Fu come essere attraversati da una spirale di calore, un tepore bellissimo, un abbraccio sovraterreno. Decisi di chiamare. Lo scetticismo non mi impedì di procedere: se l'avesse saputo mia nonna che mi rivolgevo ad un ciarlatano, una specie di stregone della mente, mi avrebbe benedetto col suo crocifisso adornato di pietre per allontanare il demonio dai dintorni.

Dopo aver digitato il numero mi resi conto guardando l'orologio che era tardi: le 2. Ma ormai il cellulare di Oneila squillava e poi il tutto era carico di un nonsoché di mistico: la stanza era immersa nel buio, solo il biglietto e il mio orologio davano luce.

Era ora di cambiare.Lo interpretai così. Fossi nato ai tempi del medioevo mi sarei dato al linciaggio e al rogo di

streghe, ne sono certo.Fui subito sorpreso dal dottor Oneila:"Signor Bandini, che piacere sentirla! Sono il Dottor Oneila, a sua disposizione. Non tema,

nessuna stregoneria. Io ho un tot di pazienti con i quali comunico regolarmente ad orari definiti e a quest'ora non attendo alcuna telefonata. L'unica altra persona che ha il mio numero è lei. 2+2 fa 5. Eh Eh."

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Pensai subito che il timbro quasi femmineo della sua voce fosse rassicurante, forse era privo di testosterone, evirato, un eunuco. L'idea mi piaceva. E poi se solo io avevo il suo numero, altri pazienti a parte, voleva dire che non era una prostituta ma forse un professionista. Mi sentii un eletto.

"Mi scusi per l'ora dottor Oneila, non credevo fosse così tardi. La richiamo domani"."Signor Bandini, bando alle ciance. Ha bisogno di una consulenza? Venga ora, l'indirizzo è Via

de Medici 99. Il mio studio ha orari speciali per clienti speciali".Non so perché, ma non riuscii ad evitare. La mia laconica risposta fu un "Sì" deciso, dal timbro

da macho quasi a far intendere chi tra noi due fosse l'uomo.Trovare l'indirizzo non fu un problema. Mi stupì la modestia del palazzo che ospitava lo studio.

L'intonaco quasi veniva via, c'era qualcosa che non andava. Citofonai, entrai, mi accolse un figura alquanto particolare: bassino, sulla quarantina, capelli neri folti, imbastarditi da piccoli filamenti bianchi. Un viso piccolo in un corpo piccolo. Un naso c'era senz'altro così come quei 2 spilli di occhi che come radar già ispezionavano i cieli della mia mente. Aveva anche le orecchie, enormi, i lobi erano goffamente grassocci e sproporzionati col resto. Evidentemente ne aveva bisogno per ascoltare meglio.

Mi piaceva il suo abbigliamento: giacca finemente gessata su camicia nera con cravatta rosso emorragia.

Quel corpo insulso assumeva un aspetto rispettabile avviluppato nell'alta sartoria italiana."Si accomodi". La voce stridula, eccola lì.Non c'era niente di speciale in quella stanza se non una serie di quadri raffiguranti persone

sorridenti. Per un attimo pensai che mi avrebbe drogato e seviziato per poi imprimere il mio viso su una tela con qualche stregoneria.

Pensai a mia madre e alla Chiesa e, per la prima volta da tempo, al candore e alla pulizia della mia ragazza.

"Grazie dottore di avermi accolto"."Dica pure" ribadì.La coscienza mi suggerì di partire subito spedito, senza fronzoli."Ho un problema. Non mi concentro, non amo i miei studi per colpa dei topi, adoro il gin tonic,

amo la mia ragazza ma impazzisco per i culi succosi, mi piace mangiare di notte ma le calorie sono eccessive, ho delle macchioline nere sui denti e mi fa incazzare da morire il ruminare di mio padre a pranzo. Mi manda in bestia. Si mastica a bocca chiusa".

Un flusso di coscienza inaspettato. Come se nella stanza qualche strana sostanza volatile mi avesse estratto dall'anima i pensieri.

"Lei ha un classico problema giovanile. Patologia complessa ma dalla prognosi eccellente. Mi dica ciò che vorrebbe cambiare di sé."

"Guardi, dottore, le dico la verità: vorrei essere un treno con delle stazioni ben precise da attraversare. Vorrei smetterla di deragliare"

"Le va bene un mix di CONCENTRAZIONE e DEDIZIONE in supposte da prendere prima di colazione e dopo ogni defecazione?"

"Non capisco". Mi stava prendendo in giro quel folle. E io più folle di lui.

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Azionando un telecomando ricavò una finestra nel muro. All'interno di quella specie di cassaforte si allineavano in serie dei contenitori a forma di missile. Ne aprì uno che contenevauna confezione da 30 di supposte e me la porse.

"Ma davvero?" Furono le uniche due parole."Non faccia domande Bandini. Lei ama la sua ragazza? Sì. Si rende conto che deve studiare per

realizzarsi? Sì Che non può fare la guerra a suo padre? Sì. Che le macchie sui denti spariranno solo con la dedizione all'igiene dentale? Sì. Quindi ciò che lei vuole è questo. Il 90% dei giovani ha la sua pseudo-patologia. Potrebbe continuare a soffrire o autosomministrarsi la medicina"

Non risposi, presi le supposte ed uscii. Non avevo bisogno di spiegazioni o ulteriori seghe mentali. Era giunto il momento di agire.

Il giorno dopo, la prima supposta. Bruciava.Ci misero un pò ad agire; all'inizio credevo fosse una baggianata, ma nel giro di 48 ore

cominciai ad avvertire un forte istinto l'automiglioramento. Avevo voglia di studiare come ne ha un bambino di cacciare lucertole, ero serio, incredibilmente concentrato sulle priorità. La cosa più grande fu notare come riuscissi di nuovo ad osservare la mia donna. Scrutavo ammaliato i suoi modi di fare, i comportamenti che mi avevano indotto all'amore.

Notai di nuovo la morbidezza delle sue forme, il sapore zuccherino delle sue guance, la leggiadra setosità delle sue folte sopracciglia. La idolatravo. Com'era briosa l'aria quando muoveva quel suo testone intelligente. Che bello.

Che vita.Dopo la prima settimana ero già diventato un UOMO. Grazie dottor ONEILA. Grazie. Che Dio

abbia in gloria la sua voce da eunuco e le sue orecchie gommose. E la sua cravatta rossa, alta sartoria! Che santo che è, Dottor ONEILA!

Al decimo giorno decisi di prendermi la licenza di dare un'occhiatina al culo della bionda Donatella. Ne avevo bisogno. 3 secondi di vacanza cosa sono? In facoltà alla fine delle lezioni sapevo dove cercarla.

Una femmina con un'aura di fatalità non passa inosservata.Accadde una cosa particolare: non la vedevo. Sapevo che era lì perché c'era il suo posto, lì,

c’erano le sue amiche, c'era la sua borsa e c'era un succo di frutta che si beveva da solo! Chi beveva il suo succo di frutta se non lei? Perchè la macchina fotografica non metteva a fuoco l'obiettivo? Era sparita. Dov'erano i suoi 3 nei? E i capelli frastagliati? DOV'ERA IL CULO maledizione?

Da lì a 5 minuti ero tornato da Oneila. Sapevo che lui sapeva. Avevo la sensazione che lui conoscesse tutto ma non era quello il punto.

"Rivoglio il mio culo""Si calmi Bandini. Su sua esplicita richiesta le ho prescritto il farmaco. Effetti collaterali: niente

glutei extraconiugali, niente gin tonic, niente odio verso suo padre, niente tradimenti, né mentali né visivi"

"Ma ogni figlio dovrebbe avere il diritto di odiare il padre. E soprattutto perchè non ho il mio culo?"

"Non utilizzi questo gergo Bandini. C’ è una soluzione. Evidentemente quel farmaco era incompleto".

"Concordo dottore. Mi scusi".

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"Mi dica lei la possibile soluzione Bandini"."Non lo so, avverto un'angoscia di fondo, non riesco a spiegarle, voglio tutto, voglio saper fare

tutto. E poi troppe cose strambe al mondo: ci sono quei tipi all'università, quei saccenti figli di buona donna. Ti parlano solo per godere delle tue disgrazie, pronti a ricercare ogni tua defaillance. Hanno le mani sudate, i capelli diradati. La calvizie incipiente è un male. Voglio ancora la mia ragazza ma ho bisogno di tradire con gli occhi. Voglio essere come mio padre e voglio mangiare a tutte le ore senza ingrassare."

"Lo poteva dire subito Bandini. La soluzione è PERFEZIONE MASSIMA shakerata con ZERO RIMORSI più un tantinello di COSCIENZA MINIMALE tanto per tamponare la dose di ZERO RIMORSI che la porterebbe ad azioni non proprio gradevoli".

"Sì dottore, lei è il mio salvatore. Aggiungerei, però, qualcos'altro. Ho paura del futuro. Avrei bisogno di sapere con certezza chi sono per poter pianificare la mia vita in modo idoneo"

"Capisco Bandini. Ricapitolando: PERFEZIONE MAX più ZERO RIMORSI più TAMPONE DI COSCIENZA MINIMALE più un RDNAP"

"Più cosa?""RDNAP ovvero Related DNA Profile: il suo genoma decodificato e riportato su carta stampata.

Tendenze, attitudini, valutazione pre-malattia del suo possibile futuro stato di salute".Prese il tutto da un missile. Sapeva già.Lì lessi per la prima volta la storia di me stesso: un uomo con l'attitudine ad una professione

scientifica, con una discreta capacità di interagire col prossimo e un non trascurabile rischio di cancro al colon.

Quello ero io. Parole stampate su un sottofondo bianco. Ero parole ben precise. Uno schema. Una delle tante classificazioni. Come tutti.

Presi la soluzione senza fiatare. Ero stanco di non capire, volevo essere satollo di conoscenza ma anche una brava persona.

"Grazie dottor Oneila, lei è un guru per me".La mia vita migliorò ulteriormente raggiungendo vette notevoli: in un mese diedi 12 esami, mi

applicai nel rapporto di coppia e fui ricambiato, attirai inevitabilmente le invidie ormai croniche dei topi, mio padre mi abbracciò e io avvertii le sue cellule stamparsi sulle mie e comunicare. I miei denti competevano con quelli della pubblicità della WHITEDENT(senza neanche il bisogno di lavarli). E soprattutto VEDEVO I CULI!

Perchè?Perchè allora quel giorno di novembre, l'uno o forse il due, mi svegliai con quel senso di

pesantezza come se avessi mangiato parmigiana per tutta la notte.Perchè? Non poteva essere.Per la terza volta raggiunsi Oneila nel suo universo fatto di oggetti d’alta classe "Bandini, abbiamo forse sottovalutato la sua coscienza. Lei ha un rigetto per una cosa sola:

l'Amore""Non esageri, non sminuisca le mie prerogative"."E' così Bandini, lei non vuole amare, forse ama solo la sofferenza. E' un sadico. Le dovrò dare

ciò che ho di più forte: la boccetta dell'AMORE, somministrazione per via orale, è la soluzione finale. Boccettina rosa con tappo rosa…eccola qui!"

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Quelle parole mi intimidirono non poco: "Ne è certo? Basterà?"."Purtroppo non ho più certezze Bandini. Per questo mi vedo costretto a darle la medicina e

l'antidoto: la boccetta della Morte, tutta rosa ad eccezione del tappo nero. Se non trova la strada con la prima, riposerà in pace con la seconda".

Rimasi freddo a quelle affermazioni. Oneila per la prima volta mi parve confutabile, fallibile, e paurosamente ovvio.

Pensai a quand'ero piccolo e l'allenatore mi disse che ero veloce e che potevo fare o l'ala destra o il terzino destro. O attaccare o difendere. Fu lì che decisi di prendere la sfera e correre nel campo senza una direzione sensata. Zigzagavo di rabbia. Colavano lacrime grosse. Digrignavo i denti e fuggivo senza meta per il campo. Non volevo segnare né fare autogol ma solo esaurire i polmoni compiendo piroette e veroniche, e saltellare e calpestare e scalciare l'aria e prendere la palla con le mani. L'allenatore quella volta mi cacciò dal campo.

Disse ai miei che forse ero tagliato per la pallavolo.

Oggi, ancora oggi

Sono tutti usciti dall'aula.Per questo si sta diradando quella spessa puzza di gangrena.La mia fidanzata mi aspetta. La andrò a prendere a casa sua in un quartiere fatto di sterile

cemento. Non un accenno di vegetazione.Mi fa attendere più di qualche minuto, così scendo dalla mia Panda.Oggi non fa freddo, posso fare a meno del giubbotto di pelle. Nel levarmelo di dosso tasto la

tasca interna. C'è la boccettina rosa, una delle due. La cosa simpatica è che sono entrambe rosa, cambia solo il tappo. Eccola lì, tutta rosa. Mi parte un sorriso sarcastico e penso che poi non è così male svegliarsi e cercare una soluzione per i fatti tuoi. Senza la sicurezza che esista una soluzione. Il profilo dna correlato è nel taschino. Lo agguanto, lo strappo, lo metto in bocca, deglutisco. Se devo morire di cancro al colon voglio che anche il mio colon lo sappia: quando il RDNAP passerà per l'intestino sarà lui stesso a comunicarglielo.

Afferro la boccetta rosa e la scaglio contro il cemento: il liquido denso si insinua nelle fessure tra i mattoni.

Marina, la mia fidanzata, sorride e mi illumina.Può andar bene così.Andremo a casa e mentre, goffamente, cercherò di sperimentare un risotto pera e gorgonzola,

lei, con le sue piccole manine ossute, si occuperà degli antipasti tagliando i pomodorini e il salmone e creando delle piccole forme stellate con il pancarrè.

Straordinario.

Epilogo

Uno dei tanti topi futuri medici non riesce proprio a darsi pace. Si nasconde in uno dei tanti meandri dell'insulsa palestra di facoltà e attende circospetto il calar della notte.

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I suoi pensieri? "Come può Bandini, drogato, avvezzo ai fumi dell'alcool, aver superato tutti quegli esami?"Il topo si lascia scivolare rapidissimo negli spogliatoi della palestra.Ha un piede di porco tra le sue zampine orride.Curioso: un topo con un piede di porco e un coraggio da leone.Elusa la sorveglianza, ora può aprire la cassetta di Bandini. Non sa cosa troverà, ma deve farlo.Eccola lì. Una boccetta al di sotto di cumuli di canottiere umidicce.Una boccetta rosa.Il topo ha un'intuizione. E' quello il segreto di Bandini! Maledetto dopato.Apre rapidamente la boccetta e riversa il contenuto all'interno del suo corpicino peloso e

stomachevole.Sente presto una forte energia."Eccola qui Bandini! La tua fortuna ora è la mia!"

Otto ore dopo la polizia dà la notizia di un ragazzo che, dopo aver gonfiato un centinaio di palloncini colorati e, dopo averli legati accuratamente alle estremità del corpo, ha deciso di spiccare il volo dal cavalcavia.

I palloncini non hanno sorretto il suo peso.