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La Marchigiana: una razza da esportare Adriatic New Neighbourhood Programme Interreg IIIA Adriatic Crossborder Marcbal Project

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La Marchigiana: una razza da esportare

Adriatic New Neighbourhood Programme Interreg IIIA Adriatic Crossborder

Marcbal Project

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Lo sviluppo di reti di conoscenza fra le due sponde dell’Adriatico per l’ammodernamento della struttura produttiva primaria e l’innovazione dei servizi e delle tecnologie offerte rappresenta una sfida innova-tiva, a fronte soprattutto dei differenziali oggi esistenti nella qualità reale e percepita delle produzioni delle due aree e tenendo conto delle difficoltà rappresentate dalle notevoli differenze esistenti nei sistemi economici, amministrativi e giuridici delle Regioni Adriatiche Italiane (RAI) e dei Paesi Adriatico Orientali (PAO).La promozione dello sviluppo sostenibile del territorio rurale, il rafforza-mento della struttura pubblica e privata di assistenza e servizi al settore

primario rappresentano le premesse su cui si basa il progetto Marcbal promosso dalla PF Zootecnia e Pesca della Regione Marche nell’ambito del Nuovo Programma di Prossimità Adriatico INTERREG/CARDS/ PHARE.

Il progetto mira, attraverso il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, al potenziamen-to dei servizi atti a promuovere nuove tecni-che di gestione aziendale, nuovi prodotti e/o tecnologie produttive e nuovi metodi colturali nelle imprese operanti nel settore agricolo, attraverso la valorizzazione dei sistemi di qualità nel settore delle carni bovine. Mediante il trasferimento di know-how fra i partner delle due sponde dell’Adriatico, il progetto si pone l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un sistema di governo della

Il progetto Marcbal

zootecnia di qualità della razza bovina Mar-chigiana nei Balcani Occidentali (anagrafico, genetico, ricerca e veterinaria) attraverso la diffusione di buone prassi nell’allevamento di bovini da carne di razza marchigiana e metodologie di valorizzazione delle produ-zioni agricole zootecniche.

La strategia progettuale prevede attività di indagine, di elaborazione dati e il conse-guente trasferimento/scambio di know-how rispetto ad aree di indagine definite:- Colture erbacee, tecniche e produzioni

colturabili sostenibili- Metodologie e tecniche della riproduzione- Sicurezza alimentare e veterinaria- Gestioni amministrative e servizi alle im-

prese

Il progetto vede la partecipazione di sei part-ner italiani provenienti da tre Regioni Adriati-che (Marche, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia) e due partner dei balcani orientali(Albania e Bosnia Erzegovina) dando vita ad una partenariato multidisciplinare che coinvolge enti pubblici e strutture di alta formazione nel settore d’intervento:

Partner RAIRegione Marche – P.F. Pesca e ZootecniaUniversità Politecnica delle Marche – Facoltà di Agraria, Dipartimento di Scienze Ambien-tali e delle Produzioni vegetaliEuromediterraneaRegione AbruzzoUniversità degli Studi di Teramo – Facoltà di Agraria, Dipartimento di Scienze degli

AlimentiUniversità di Udine – Dipartimento di Scienze Animali

Partner PAOMinistero dell’Agricoltura e dell’Alimentazione e della protezione dei consumatori della Repubblica Albanese – partner osservatore (Albania)Università di Agricoltura di Tirana – partner osservatore (Albania)Università di Sarajevo – Facoltà di Agricoltura

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della regione. Al fine di migliorare l’attitudine alla produzione della carne, le bovine locali furono, alla fine del 1800, incrociate prima con tori della razza di Valdichiana e, successiva-mente con tori di razza Romagnola. La sele-zione permetteva di ottenere bovini con forti capacità dinamiche e con buona attitudine alla produzione della carne, ne derivava un “razza popolazione” di notevole polimorfismo.

Nel 1900 si registra, in seguito ad un mi-glioramento delle condizioni economiche che interessa anche la classe operaia, un aumento nella richiesta della carne e si pone, in modo più consapevole, il problema della specializzazione (carne o lavoro) del patri-monio bovino locale che nel 19�8 constava di �7�.��� capi. Con il Congresso di Fermo

del 19�8 si decide di sospendere l’intro-duzione dei tori Chianini e Romagnoli per procedere alla selezione “genotipica morfo-funzionale”, al fine di ottenere un bovino con una fisionomia propria, caratterizzato da un’ “unità del sangue e del tipo”. Nel 19�1viene istituito il Libro Genealogico per l a razza che concretizza, dal punto di vista organizzativo, tutto il lavoro di selezione che ha permesso di ottenere animali rustici, resistenti e carat-terizzati da veloce accrescimento.

Il 14 luglio del 19�9 le Associazioni Provin-ciali Allevatori di Ancona, Ascoli e Macerata approvano lo statuto che sancisce la costi-tuzione dell’A.N.A.B.R.M (Associazione Na-zionale Allevatori Bovini Razza Marchigiana). La Marchigiana viene quindi riconosciuta

Migrato dall’antica Podolia, una vasta regione tra Galizia e Ucrai-na, al tempo del celeberrimo condottiero longobardo Agilulfo con le ondate barbariche del VI secolo, il bos taurus asiaticus, progenitore della razza Marchigiana fa la propria comparsa nella penisola Italica, accompagnando uomini ed eserciti.

Caratterizzato da grande mole, corna lunghissime ed appuntite, mantello grigio o giallastro, palpebre, fiocco della coda, corna e corno delle unghie nere, questo bovino, originario delle steppe asiatiche, può essere considerato l’antenato dell’attuale razza Marchigiana, definita infatti razza di ceppo podolico.La vera e propria storia della razza Marchigiana, così come la conosciamo oggi, inizia però nel 1800, si intreccia con le com-plesse vicende storico-economiche del proprio areale di origine, le Marche, accompagnandosi alle profonde trasformazioni avvenute nel peculiare contesto e paesaggio di tale regione, dominata dal “patto colonico” noto come mezzadria.Prima del 1800, il bovino podolico rappresentava quella forza-

lavoro necessaria per eseguire lavori di dissodamento del terreno e messa a col-tura, era, infatti, il bue aratore affittato dal proprietario del fondo al colono.

Nei primi del XIX secolo aumenta il capitale bovino nel podere e si inizia a parlarne come di un investimento necessario.Poca importanza, tuttavia, rivestiva la pro-duzione della carne, il cui uso si limitava al “lesso”.I bovini podolici, infatti, presentavano un lento sviluppo corporeo ed erano mediocri produttori di carne per la poca disposizione e scarsa facilità all’ingrasso. Il passaggio dalla duplice attitudine “lavoro-carne” alla specificità delle razza come produttrice di carne procede di pari passo con i cambiamenti economici e sociali

La razza Marchigiana: cenni storici

come “razza bovina che presenta i migliori requisiti per venire impiegata in zone che presentano anche più marcate,in senso ne-gativo, le nostre condizioni ambientali”.Nel 1966 nasce l’ANABIC, l’associazione nazio-nale che ha come scopo la selezione, il miglio-ramento, la programmazione e la valorizzazione all’estero delle razze italiane da carne.

La Marchigiana nel Mondo

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La razza è, attualmente, allevata nelle Marche, in Abruzzo, nel Lazio ed in Campania e, in Italia, consta di oltre �6.000 iscritti al Libro Genealogico.

Nel 19�6 la Marchigiana viene introdotta per la prima volta in Brasile ma è dagli anni ’70 che si assiste ad un’ esportazione più consistente di capi in Paesi europei ed extraeuropei, incontrando, in virtù della grande adattabilità e delle performance produttive, il favore degli allevatori.

Dal 1998 la carne di bovini di razza Marchigiana, di età compresa tra i 1� ed i �� mesi, rientra nel marchio di qualità I.G.P.“Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”, regolamentato da uno specifico disciplinare di produzione.

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possono essere adibiti alla Inseminazione Artificiale previo controllo quali-quantitativo del materiale seminale.Dal �001 è stato introdotto anche l’Indice Genetico di morfologia relativo alla fattrice che accorpato all’Indice di Selezione Toro costituisce l’Indice di Selezione Vacca, derivato dalle informazioni morfologiche relative a muscolosità, dimensioni, finezza e arti rilevate sulle manze.

I migliori riproduttori maschi vengono impiegati, grazie a piani di accoppiamento programmati, sulle migliori vacche ad alto indice genetico. il miglioramento dell’atti-tudine materna ed i caratteri dell’efficienza riproduttiva quali età

La selezione nell’ambito dei bovini di razza Marchigiana ha come finalità:

• La produzione di soggetti con spiccata attitudine alla produzione della carne, in termini di velocità di accrescimento, precocità e resa alla macellazione e allo spolpo, salvaguardandone la capacità di adattamento a sistemi di allevamento;

• Il miglioramento dell’attitudine materna ed i caratteri dell’efficienza riproduttiva quali età al primo parto, intervallo interparto al fine di ottenere il più elevato numero di vitelli per vacca l’anno.

La stima del riproduttore maschio risulta fondamentale, poiché il patrimonio genetico si diffonde, grazie all’inseminazione artificiale, su un numero molto più elevato di discendenti rispetto alle femmine.Il metodo di selezione universalmente adottato è il performance test che consiste nel misurare il carattere per cui si seleziona di-rettamente sull’individuo da indicizzare. Per la razza Marchigiana le prove di performance sono condotte nel Centro Genetico del-

l’A.N.A.B.I.C su soggetti opportunamente selezionati. Gli animali dopo essere, stati sottoposti a test sierologici, sono soggetti ad una fase di quarantena e adattamento al cui termine inizia la prova che dura �� settimane. Durante tale periodo i vitelli ven-gono spostati in una stalla di performance, che li ospiterà fino ad 1 anno di età, in cui sono effettuati numerosi controlli e rilievi zoometrici.

I dati raccolti vengono poi elaborati tra-mite BLUP Animal model che permette di ottenere i due indici, Accrescimento e Mu-scolosità, che concorrono a formare l’Indice di Selezione Toro che esprime la capacità del toro di produrre tessuto muscolare e fornire alte rese di carne. Solo i soggetti che rientrano nel miglior �0% dei tori testati

Miglioramento genetico, selzione:gli obiettivi e gli strumenti

Il libro Genealogico

• rappresenta lo strumento di selezione che ha come finalità la con-servazione ed il miglioramento genetico delle razze da carne;

• raccoglie, in archivi informatici, l’insieme dei dati anagrafici, genealogici, morfologici, produttivi e riproduttivi dei bovini in selezione;

• è regolamentato da uno specifico disciplinare approvato dal ministero delle politiche agricole.

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Attualmente, il bovino adulto può raggiun-gere il peso di 12-15 quintali, la femmina i 7-9 quintali.Il mantello è bianco si possono riscontrare sfumature di grigio diffuse nelle parti ante-riori, la pigmentazione della cute e delle mucose è nera. La cute è sottile, facilmente sollevabile e morbida al tatto a vantaggio del valore commerciale dell’animale al ma-cello e della termoregolazione. La testa è leggera con profilo rettilineo e corna brevi, con fronte piana, leggera ed espressiva; gli occhi sono vivaci ed attenti. Il tronco è lun-go e cilindrico con ottimo sviluppo delle masse muscolari, in particolare di natica e coscia, tanto da manifestare la “doppia convessità”, determinata principalmente dal longissimus dorsi che fornisce tagli magri e poveri di connettivo.

La resa al macello si attesta attorno al 6�% fino ad arrivare al 67%. L’accrescimento medio giornaliero può toccare i � Kg.

Nell’ultimo decennio la razza marchigiana ha registrato un incremento di AMG pari a 100g/giorno sia in performance che in pre-performance.

La muscolosità è passata da ��� a �87 punti con un incremento medio maggiore di � punti l’anno. Il peso a �6� giorni ha subito un aumento di circa �0 kg, superando i ��0 kg.

Evoluzione e selezione

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L’allevamento della razza Marchigiana, nell’immediato futuro, può diventare un punto di forza sia per le tradizionali aree di allevamento che per le nuove poiché presenta indubbi vantaggi:

• il tipo genetico fortemente adattato a condizioni ambientali difficili;

• elevata capacità di autogestione senza interventi sostanziali da parte dell’allevatore;

• operatore ecologico a bassissimo costo, figura molto utile prevalentemente in quelle aree di interesse naturalistico e/o paesaggistico;

• riserva di germoplasma di considerevole valore; • produzioni alimentari di elevatissimo valore qualitativo; • fonte di possibili attività imprenditoriali in aree “marginali”, per

la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti.

Rusticità, precocità, armonia delle forme e adattabilità sono le caratteristiche che permettono a questa razza di essere assoggettata a regime di allevamento brado e semibrado

mantenendo ottime performance produttive e riproduttive. L’allevamento della Marchi-giana è da considerarsi, quindi, come una valida opportunità per la produzione di carne e per l’incrocio, nelle aree territoriali definibili come “marginali”.Per quanto riguarda l’efficienza riproduttiva, nella tipologia di allevamento semibrado, la razza evidenzia una diminuzione dell’inter-vallo interparto ed un miglioramento della capacità di allattare il redo.

L’allevamento: sei buoni motivi per sceglierla

In questo regime di allevamento è ne-cessario predisporre programmi sanitari di controllo della mandria, impiegare la tecnica di inseminazione artificiale, effet-tuare controlli funzionali.

La linea vacca-vitello rappresenta uno strumento di valorizzazione della zootecnia delle aree montane e per la minimizzazione dei costi di gestione della mandria per otte-nere almeno un vitello svezzato per vacca e per anno, per produrre vitelli di buona qualità in termini di peso, conformazione e stato sanitario.

L’allevamento secondo la linea vacca-vi-tello permette lo sfruttamento delle risorse pascolative seminate e naturali creando vantaggi economici in termini di costi di

alimentazione della mandria che saranno legati alla necessità di integrare eventuali deficit nutrizionali della razione consumata al pascolo. Il pascolo può assolvere piena-mente alle molteplici funzioni di carattere produttivo, ambientale, paesaggistico, eco-logico e protettivo ad esso riconosciute solo se condotto in modo tecnicamente corretto. Solo piani di pascolamento razionali posso-no assicurare una buona alimentazione al bestiame (prelievi e qualità), il mantenimento o miglioramento della qualità foraggiera del cotico, la loro integrità, elevata biodiversità vegetale e animale e la conservazione di uno spazio aperto e fruibile.

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La Marchigiana raggiunge il peso ideale a 1�-16 mesi, con rese fino al 67% grazie alla finezza della struttura scheletrica e della pelle a vantaggio di una migliore resa alla macellazione.II vitellone raggiunge la giusta percentuale di grasso di marezzatura intorno ai 18-�� mesi, età, quindi, in cui con la macellazione si al meglio le caratteristiche della carne.

Carne e saluteNegli ultimi anni la maggiore attenzione del consumatore verso un’alimentazione più sicura e sana ha generato un incremento del consumo di carni di qualità ed una conseguente rivaluta-zione delle razze rustiche che, prestandosi maggiormente ad un’alimentazione al pascolo, presentano una carne di notevole interesse qualitativo. La razza Marchigiana fa parte di quelle razza autoctone di elevato pregio che, in virtù della propria versatilità, consente un sistema di allevamento più estensivo e produzioni dalle interessanti caratteristiche organolettiche, apprezzate sia in Italia che all’estero.La qualità della carne bovina è influenzata da fattori esogeni (alimen-

tazione, ambiente, interventi post-macella-zione) e biologici (età della macellazione, localizzazione e funzionalità anatomica del muscolo, sesso e tipo genetico).I meriti qualitativi di queste carni sono quindi dovuti in primo luogo ad un lungo lavoro di selezione condotto da molti anni ed, inoltre, al sistema di allevamento allo stato semibrado e al tipo di alimentazio-ne, costituita prevalentemente da essenze vegetali spontanee che conferiscono alla carne un sapore unico. L’introduzione del pascolamento offre, infatti, la possibilità di caratterizzare il prodotto animale finale in modo netto rispetto ai sistemi di alle-vamento tradizionale. È stato dimostrato che i prodotti carne e latte, provenienti da animali alimentati al pascolo, contengono una concentrazione di acidi grassi insaturi

La produzione della carne e la qualità

della famiglia degli omega-� e CLA (acidi linoleici coniugati) molto maggiori rispetto ad animali alimentati con foraggi secchi e concentrati (Dhiman et al., 1999; Kelly et al., 1998; Larick and Turner, 1989). La presenza di questi acidi nella alimenta-zione umana è stata collegata ad effetti antitumorali e cardiovascolari benefici per la salute dell’uomo (Belury, 199�; Leaf and Weber, 1988).

Certificazione di qualitàDal 1998 la carne di razza Marchigiana rientra nel primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dalla Comu-nità Europea per l’Italia: l’I.G.P.(Indicazione Geografica Protetta) “Vitellone Bianco del-l’Appennino Centrale”. La normativa di riferimento erano, inizialmente, i regolamenti

CEE n.�081/9� e �08�/9� che stabilivano il disciplinare di produzione al fine di garantire la massima qualità e sicurezza alimenta-re per il consumatore. Negli ultimi anni il quadro legislativo comunitario originario si è dimostrato poco adatto a rispondere ai mutamenti intervenuti in Europa e a livello globale, di qui la necessità di sostituire il regolamenti n �081/9� e �08�/9� con i Reg.CE n.�09/�006 e �10/�006.I disciplinari, oltre a fornire rigide indicazio-ni circa l’allevamento, definiscono l’intero percorso produttivo in ogni fase.

La qualità nutrizionaleLa carne bovina presenta basso contenuto in lipidi (maggior contenuto di grassi insa-turi rispetto ai saturi)e fonte importante di proteine, minerali (soprattutto Zinco e Ferro)

e vitamine del gruppo B.Studi effettuati dall’Università di Teramo hanno fatto emerge che 100 g di carne di Vitellone IGP dell’Appennino Centrale fornisce il �0% di Zinco ed il 16% di Ferro delle esigenze quotidiane di un uomo adulto (Tabella 1).

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% Valori medi Prescrizione Disciplinare Fabbisogno LARN di 100 g di carne

Donne UominiAcqua 75,4 n.p 36% 42%

Proteine 22,9 >20

Lipidi 1,9 <3

Ceneri 1,1 <2

Zinco (mg/100) 4,09 n.p. 50% 60%

Ferro (mg/100) 1,63 n.p. 16% 9%

Colesterolo (mg/100) 45 <50

Insaturi/saturi 1,07 >1

Prerogativa del vitellone IGP è anche il bas-so contenuto in grasso e colesterolo.Grazie alle tecniche di allevamento che pre-vedono l’uso esclusivo nell’alimentazione di foraggi provenienti da prati e coltivazioni erbacee tipiche dell’Appennino Centrale, le carni sottoposte ad analisi evidenziano buo-ne proprietà anti-ossidanti che permettono una migliore conservazione degli acidi gras-si essenziali che , nell’organismo,vengono trasformati in sostanze quali necessarie al funzionamento del cervello, delle gonadi, della retina e contrastanti l’insorgenza di patologie cardiovascolari. L’introduzione del pascolamento offre, infatti, la possi-bilità di caratterizzare il prodotto animale finale in modo netto rispetto ai sistemi di allevamento tradizionale. È stato dimostrato che i prodotti carne e latte provenienti da

animali alimentati al pascolo contengono una concentrazione di acidi grassi insaturi della famiglia degli omega-� e CLA (acidi linoleici coniugati) molto maggiori rispetto ad animali alimentati con foraggi secchi e concentrati (Dhiman et al., 1999; Kelly et al., 1998; Larick and Turner, 1989). La presenza di questi acidi nella alimentazione umana è stata collegata ad effetti antitumorali e car-diovascolari benefici per la salute dell’uomo (Belury, 199�; Leaf e Weber, 1988).

La qualità tecnologica e organoletticaLa carne di razza Marchigiana è rosata, la grana fine e con giusto grado di infiltrazione di grasso.

Tabella SEQ Tabella \* ARABIC 1: Composizione 100g carne bovina

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Qualità igienicaPoggia sui concetti di tracciabilità dell’ori-gine degli animali e delle carni in ciascuna fase della produzione e della vendita ed etichettatura. Gli impianti di produzione (al-levamenti, mattatoi e punti vendita) devono rispettare requisiti di conformità alle norme comunitarie in materia di salvaguardia am-bientale e di produzione di alta qualità.

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Autunno Arrosto ai Porcini

1 kg di Noce in un unico pezzoolio extravergine di oliva2 spicchi d’aglio schiacciati600 g di porcini tagliati a fette spesse

Preparazione Legare la carne e farla sigillare in olio caldissimo.In una casseruola bassa far scaldare l’olio con l’aglio, unire i funghi, cuocerli per 5 minuti, pepare, salare, unire il prezzemolo ed eliminare l’aglio.Trasferire la carne, sgocciolata dal grasso di sigillatura, nella casseruola di cottura dei funghi e cuocere per 5 minuti.Isolare la carne dal proprio fondo di cottura inserendo una griglietta sul fondo della casseruola. Coprire e far riposare per almeno 10 minuti.Slegare la carne, affettarla allo spessore di 1 cm e mezzo, disporla in un vassoio caldo e coprire ogni fetta con i funghi. Servire le fette d’arrosti spolverate di parmigiano grattugiato ed irrorate con il fondo di cottura filtrato.

Quattro stagioni con la Marchigianauna ricetta per ogni stagione

1 cucchiaio di prezzemolo tritatosale, pepe1 bicchiere di vino bianco4 cucchiai di parmigiano grattugiato

InvernoVitellone con le noci

1kg di copertina di Vitelloneolio extravergine di oliva1 mestolo di brodo1 cipolla piccola tritata50g mollica di pane

Preparazione Preparare la carne per la cottura, legarla, sigillarla in una casseruola con poco olio quindi bagnarla con il brodo.Mescolare cipolla, mollica di pane, precedentemente intrisa di succo di limone e strizzata, le noci tritate, sale, pepe, aglio. Bagnare il composto con il marsala, amalgamare e versarlo sulla carne.Unire ancora il brodo, cuocere a fuoco lento per circa 2 ore. Servire a fettine.

succo di mezzo limone1 spicchio di aglio20 noci1 bicchiere di marsala

PrimaveraStufato ai carciofi

1kg di sottofesavino bianco secco10 carciofi mondati e tagliati a spicchi2 cipolle

Preparazione Marinare la carne nel vino con la metà dei carciofi, le cipolle, il sedano e l’aglio per circa 8 ore.Sgocciolare la carne, asciugarla, legarla, sigillarla accu-ratamente in olio caldo, salarla, unire la marinata con le verdure e cuocere a fuoco lento per circa 3 ore.Frullare la marinata, regolarla di sale e porla sul fuoco per farla restringere. Intanto trifolare i restanti carciofi in olio e prezzemolo.Servire la carne su un vassoio caldo, contornata da carciofi ed irrorata con la salsa.

2 coste sedano2 spicchi d’aglioprezzemolo, olio, sale e pepe

Estate Girello freddo in salsa verde

800g girello di Vitellone giovane1lt di acqua1lt di acetoSalsa100g foglie prezzemolo25 g capperimezza cipollina frescaolio extravergine di oliva, sale, pepe

Preparazione Marinare il girello per 4 ore con acqua e aceto in parti uguali, estrarre la carne, portare ad ebollizione acqua e aceto e porvi il vitello per 1 ora, far raffreddare la carne nel liquido di cottura.Per la salsa: frullare tutti gli ingredienti. Servire la carne affettata con la salsa dopo aver fatto insaporire il piatto per circa 1 ora.

Bistecca con il filetto ed il controfiletto e l’osso a “T”, ricavata dalla lombata di Vitellone Bianco dell’Appen-nino Centrale di età compresa tra i 16 ed i 24 mesi,la Fiorentina rappresenta un vero e proprio “rito”della cucina italiana. Il suo spessore varia da 6 ad 8 cm, il peso va da 900g a 2 Kg…

PreparationOccorre preparare una brace ardente, priva di fiamma, la bistecca necessita di una cottura di 6 minuti per lato e 15 minuti di riposo sull’osso, in verticale, che funge da conduttore di calore mantenendola calda e garantendone un a cottura appropriata.

La Fiorentina...

sempre

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Regione MarchePF Pesca e ZootecniaLead Partner del progetto MarcbalVia Tiziano, 4460125 Anconatel +39 071 8063738fax +39 071 8063055www.regione.marche.itfunzione.PescaZootecnia@regione.marche.it

Sviluppo Marche SpA-Società UnipersonaleArea Territorio e Sviluppo RuraleVia Martiri delle Resistenza, 24 60125 Anconatel +39 071 289941fax +39 071 [email protected]

Università Politecnica delle MarcheFacoltà di AgrariaDipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali

EuromediterraneaAssiociazione di Promozione Sociale

Regione Abruzzo Università di TeramoFacoltà di Scienze degli AlimentiDipartimento di Scienze degli Alimenti

Università di UdineFacoltà di Medicina VeterinariaDipartimento di Scienze Animali

Ministero dell’Agricoltura, Alimentazione eTutela del ConsumatoreTirana, Albania

Università di AgricolturaTirana, Albania

Università di SarajevoFacoltà di AgricolturaBosnia e Erzegovina

L’iniziativa è stata realizzata con il supporto finanziario del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nell’ambito del Nuovo Programma di Prossimità Adriatico Interreg IIIA

Ringraziamenti speciali:

ANABIC

APA nella Regione Marche

ARA nella Regione Abruzzo

Consorzio Produttori Carne Bovina Pregiata delle Razze Italiane

Azienda Agraria Biologica “Arca Felice”

Bibliografia e fonti:

ANABIC-“La razza marchigiana”, 2000

ANABIC- “4° Congresso Mondiale delle Razze Bovine

Italiane da Carne”, 29 Aprile - 1° Maggio 2005

“I Quaderni della Carne” Consorzio di Tutela “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale” in collaborazione con “Scuola di Cucina di Susanna Baldi”

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