Una nuova sede all’avanguardia per il Dipartimento …...Il trasporto marittimo e la gestione...

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Il trasporto marittimo e la gestione ambientale Morlando a pag.2 A circa un anno dalla sua conclusione, anche in Italia l’invito lanciato da Expo 2015 "Nutrire il pianeta, energia per la vita", sta divenendo re- altà grazie alla neo approvata legge antispreco alimentare. Martelli a pag.3 L’Oasi Marina Protetta più grande del mondo Sarà la più grande oasi ma- rina del mondo quella creata dal Presidente degli Stati Uniti d’America. Facendo ri- corso all'Antiquities Act, una legge del 1906 voluta dal suo predecessore Theodore Roo- sevelt, il presidente Barack Obama ha dato vita alle Ha- waii al parco marino... Paparo a pag.4 Dal 19 aprile 2016, dopo innume- revoli problematiche che hanno interessato la manutenzione della vecchia sede, il Diparti- mento Arpac di Caserta si è defi- nitivamente trasferito presso la struttura di proprietà dell’Agen- zia ubicata in zona San Bene- detto, all’interno del Centro Direzionale di Caserta. L’inter- vento determinante del Commis- sario Arpac, dott. Pietro Vasaturo e la collaborazione del personale coinvolto hanno reso possibile il tanto atteso trasferi- mento che, da molti, era ritenuta un’ardua impresa. pagg. 6 e 7 Tra le conseguenze più manifeste dell’altera- zione cromosomica che caratterizza i soggetti con sindrome di Down, vi è sicuramente il de- ficit intellettivo. La presenza di una terza copia del cromosoma 21 riduce la normale capacità di generare nuove cellule nervose nell’area del cervello - denominata ippocampo. Clemente a pag.9 Andreas Kipar: il paesaggio alla riconquista dello spazio Il paesaggista tedesco Andreas Kipar, nato a Gelsenkirchen, in Germania, nel 1960, vive e lavora tra Milano ed il bacino industriale della Rhur. La sua opera rappresenta oggi una delle più significative del panorama mondiale ed è soprattutto da rimarcare la no- tevole capacità di interpretazione dei luoghi che questo autore riesce ad esprimere... Palumbo a pag.13 Femiano a pag.15 Il Museo Vivente della Dieta Mediterranea L’attenzione del governo verso le te- matiche relative al territorio vesu- viano trovava dei riscontri anche in alcuni provvedimenti semplici ma si- gnificativi tra Settecento e Ottocento... De Crescenzo-Lanza a pag.14 Il Vesuvio e le sue storie Molto precise le norme relative a “rimboschimenti e rinsaldimenti“ Stop agli sprechi alimentari in Italia I vulcani rappresentano un aspetto peculiare del territorio della Campania, elementi caratteristici del paesaggio, ma anche potenziale fattore di rischio per gli abitanti. I com- plessi vulcanici che circondano Napoli e la sua provincia... Buonfanti a pag.5 Campi Flegrei, revisionato il piano d’emergenza Salute: il resveratrolo e il processo di neurogenesi DAL MONDO AMBIENTE & TRADIZIONE AMBIENTE & CULTURA Una nuova sede all’avanguardia per il Dipartimento Arpac di Caserta AMBIENTE & TERRITORIO Di vera sorellanza, di viaggi zigzaganti NATUR@MENTE Come faccio a salvaguardare i miei affetti dalla corruzione? Sono consapevole che essi sono beni tanto preziosi quanto de- peribili. Il legame è sicura- mente ciò che di più garantisce la durata degli affetti, permette di superare le continue crisi che ne provocano la dissolu- zione. Ma allora perché per ogni pur minima relazione da instaurare si ha paura e ci si affida al periodo di prova? Cos’è cambiato? Innanzitutto il modo di intendere la propria identità e di giocarla nelle relazioni so- ciali, per non toccare il solito tema, della relazione affettiva stabile tra uomo e donna. Tafuro a pag.19 PRIMO PIANO ISTITUZIONI AMBIENTE & DIRITTO De Capua a pag.18 Il Consiglio di Stato con pa- rere 13 luglio 2016, n. 1640 si è pronunciato sui profili critici relativi all’istituto del silen- zio- assenso tra pubbliche am- ministrazioni (art. 17-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, introdotto dall’art. 3 c. 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, meglio nota come Ri- forma Madia). La Commis- sione speciale, richiamando consolidati orientamenti della Corte Costituzionale... Il silenzio assenso tra le pubbliche amministrazioni È difficile sintetizzare tutti i contenuti dell’ultimo rap- porto ISPRA (n. 242/2016) in quanto, oltre ad una panora- mica delle principali auto- rità portuali italiane...

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Il trasporto marittimo ela gestione ambientale

Morlando a pag.2

A circa un anno dalla suaconclusione, anche in Italial’invito lanciato da Expo 2015"Nutrire il pianeta, energiaper la vita", sta divenendo re-altà grazie alla neo approvatalegge antispreco alimentare.

Martelli a pag.3

L’Oasi Marina Protetta più grande del mondo

Sarà la più grande oasi ma-rina del mondo quella creatadal Presidente degli StatiUniti d’America. Facendo ri-corso all'Antiquities Act, unalegge del 1906 voluta dal suopredecessore Theodore Roo-sevelt, il presidente BarackObama ha dato vita alle Ha-waii al parco marino...

Paparo a pag.4

Dal 19 aprile 2016, dopo innume-revoli problematiche che hannointeressato la manutenzionedella vecchia sede, il Diparti-mento Arpac di Caserta si è defi-nitivamente trasferito presso lastruttura di proprietà dell’Agen-zia ubicata in zona San Bene-detto, all’interno del CentroDirezionale di Caserta. L’inter-vento determinante del Commis-sario Arpac, dott. PietroVasaturo e la collaborazione delpersonale coinvolto hanno resopossibile il tanto atteso trasferi-mento che, da molti, era ritenutaun’ardua impresa.

pagg. 6 e 7

Tra le conseguenze più manifeste dell’altera-zione cromosomica che caratterizza i soggetticon sindrome di Down, vi è sicuramente il de-ficit intellettivo. La presenza di una terza copiadel cromosoma 21 riduce la normale capacitàdi generare nuove cellule nervose nell’area delcervello - denominata ippocampo.

Clemente a pag.9

Andreas Kipar: il paesaggio alla riconquista dello spazio

Il paesaggista tedesco Andreas Kipar, nato aGelsenkirchen, in Germania, nel 1960, vivee lavora tra Milano ed il bacino industrialedella Rhur. La sua opera rappresenta oggiuna delle più significative del panoramamondiale ed è soprattutto da rimarcare la no-tevole capacità di interpretazione dei luoghiche questo autore riesce ad esprimere...

Palumbo a pag.13

Femiano a pag.15

Il Museo Vivente dellaDieta Mediterranea

L’attenzione del governo verso le te-matiche relative al territorio vesu-viano trovava dei riscontri anche inalcuni provvedimenti semplici ma si-gnificativi tra Settecento e Ottocento...

De Crescenzo-Lanza a pag.14

Il Vesuvio e le sue storieMolto precise le norme relative a “rimboschimenti e rinsaldimenti“

Stop agli sprechi alimentari in Italia I vulcani rappresentano un aspetto peculiare del territorio

della Campania, elementi caratteristici del paesaggio, maanche potenziale fattore di rischio per gli abitanti. I com-plessi vulcanici che circondano Napoli e la sua provincia...

Buonfanti a pag.5

Campi Flegrei, revisionato il piano d’emergenza

Salute: il resveratrolo e il processo di neurogenesi

DAL MONDO

AMBIENTE & TRADIZIONE AMBIENTE & CULTURA

Una nuova sede all’avanguardiaper il Dipartimento Arpac di Caserta

AMBIENTE & TERRITORIO

Di vera sorellanza, di viaggi zigzaganti

NATUR@MENTE

Come faccio a salvaguardare imiei affetti dalla corruzione?Sono consapevole che essi sonobeni tanto preziosi quanto de-peribili. Il legame è sicura-mente ciò che di più garantiscela durata degli affetti, permettedi superare le continue crisiche ne provocano la dissolu-zione. Ma allora perché perogni pur minima relazione dainstaurare si ha paura e ci siaffida al periodo di prova? Cos’ècambiato? Innanzitutto il mododi intendere la propria identitàe di giocarla nelle relazioni so-ciali, per non toccare il solitotema, della relazione affettivastabile tra uomo e donna.

Tafuro a pag.19

PRIMO PIANO

ISTITUZIONI

AMBIENTE & DIRITTO

De Capua a pag.18

Il Consiglio di Stato con pa-rere 13 luglio 2016, n. 1640 siè pronunciato sui profili criticirelativi all’istituto del silen-zio- assenso tra pubbliche am-ministrazioni (art. 17-bisdella legge 7 agosto 1990, n.241, introdotto dall’art. 3 c. 1della legge 7 agosto 2015, n.124, meglio nota come Ri-forma Madia). La Commis-sione speciale, richiamandoconsolidati orientamenti dellaCorte Costituzionale...

Il silenzio assenso tra le pubbliche amministrazioni

È difficile sintetizzare tutti icontenuti dell’ultimo rap-porto ISPRA (n. 242/2016) inquanto, oltre ad una panora-mica delle principali auto-rità portuali italiane...

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Angelo Morlando

È difficile sintetizzare tutti icontenuti dell’ultimo rapportoISPRA (n. 242/2016) in quanto,oltre ad una panoramica delleprincipali autorità portuali ita-liane, specializza i propri con-tenuti sulle emissioni datrasporto marittimo, la valuta-zione dell’Environmental ShipIndex (ESI), la pianificazione ela gestione ambientale gene-rale. Si propone un focus sulporto di Napoli in quanto costi-tuisce uno dei più importantiscali polifunzionali dell’interoMediterraneo occupando unasuperficie di circa 1,5 milioni dimq, 70 ormeggi e 12 km di ban-chine. Il porto dispone di areeper lo stoccaggio per un totaledi circa 330.000 mq, dei qualicirca 50.000 destinati a magaz-zini. L’Autorità Portuale ha re-centemente esteso la propriacircoscrizione al porto di Ca-stellammare di Stabia ed èquasi terminato il percorso perl’inclusione del porto di TorreAnnunziata. Il traffico portualecomplessivo, negli ultimi diecianni, è rimasto stabile intornoa 20 milioni di tonnellate

annue. Il volume dei passeg-geri, invece, ha subito un trenddiscendente passando dai 9 mi-lioni del 2005 ai quasi 7,2 mi-lioni del 2014, anche se i datidel 2015 e 2016, non ancora uf-ficialmente disponibili, sem-brano in aumento. Ci sono buone notizie in ter-mini di investimenti e infra-strutturazione. Ad esempio, èstato predisposto per il moloBeverello un piano che mi-gliora l’organizzazione deglispazi con nuovi servizi e nuovepensiline nell’ambito del piùampio progetto di trasforma-zione del waterfront portuale(dall’Immacolatella Vecchiaalla darsena Acton). È stato av-viato l’approntamento di nuovestrutture per l’ormeggio di navidi grandi dimensioni e i lavoriper aumentare il decoro e la si-curezza sulle strutture esterne.L’Autorità Portuale partecipaal progetto integrato sulla por-tualità turistica della RegioneCampania che prevede la risi-stemazione di vari approdi(Gaiola, Riva Fiorita, Mare-chiaro). La darsena Acton,dopo l’abbattimento della can-cellata, la ripavimentazione del

primo tratto consegnato dallaMarina Militare e l’installa-zione di lampioni e di pan-chine, verrà gradualmenterestituita alla città. Le notiziemeno positive sono, prima ditutto, che il sito web dell’Auto-rità Portuale ha previsto unasezione specifica dedicata alletematiche di carattere ambien-tale che però, alla data attuale,risulta essere ancora in fase dicostruzione. Il Piano dei rifiutidel porto è stato approvato conDGR n. 1998 del 05.11.2004 edesiste anche un Regolamentoper la gestione dei rifiuti pro-dotti nelle aree demaniali ma-rittime ricadenti nell’ambitodella propria circoscrizione ter-ritoriale nonché un piano per laraccolta differenziata dei rifiutiin ambito portuale, ma andreb-bero sicuramente aggiornati eadeguati proprio alle nuove re-centi infrastrutturazioni. In-fine, resta disatteso ilcompletamento, l’adeguamentoe il potenziamento della rete fo-gnaria interna con una verificacostante quali-quantitativadegli scarichi di troppo pieno.Per saperne di più:- www.isprambiente.gov.it/it

Il trasporto marittimo e la gestione ambientaleNelle aree portuali italiane. Focus sul porto di Napoli

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Alessia Esposito

Un allarme sempre più ur-gente quello della plastica in-gerita dagli organismi marini.È il risultato dell’analisi diGreenpeace “La plastica nelpiatto, dal pesce ai frutti dimare” che riporta i dati dei piùrecenti studi scientifici sullemicroplastiche e sulle micro-sfere, sul mare e sui pesci,molluschi e crostacei. Gli og-getti di plastica riversati inmare possono infatti fram-mentarsi in piccoli pezzi, assu-mendo così la dicitura dimicroplastiche, a cui vanno adaggiungersi le microsfere diplastica contenute nei prodottidomestici, per l’igiene perso-nale e nei cosmetici. Proprio a proposito di questeultime un recente rapporto diGreenpeace Est Asia ha ana-lizzato i piani di trenta grandiimprese del settore mostrandocome nessuna di esse abbia inprogramma una repentina in-versione di rotta con l’elimina-zione delle microsfere daipropri prodotti. Anche in Italia Greenpeacesta ripetutamente invitando ilParlamento ad adottare unprovvedimento sulla produ-zione e sull’uso di microsferedi plastica per cui è stata giàpresentata una proposta dilegge grazie all’impegno del-l’associazione Marevivo. Il ri-schio maggiore della plasticaè, oltre quello di provocare l’in-quinamento del mare, quellodi risalire la catena alimen-tare ed entrare nei nostripiatti. Non ci sono ancorastudi diretti che illustrino ilpreciso impatto sulla saluteumana, ma i dati finora dispo-nibili sono sufficienti a poterattuare un criterio di precau-zione: “sono stati identificatiuna serie di problemi che po-trebbero derivare dall’inge-stione di microplastichetramite prodotti ittici contami-nati; dalla diretta interazionetra le microplastiche e i nostritessuti e cellule, fino a unruolo come fonte aggiuntiva diesposizione a sostanze tossi-che. Considerando che moltidegli additivi e contaminantiassociati alle microplastichesono pericolosi per la saluteumana e per l’ambiente, que-sto aspetto rimane una delleprincipali aree su cui concen-

trare le ricerche in futuro”.Appare quindi necessario l’in-tervento di una legge che vietila produzione di microsfere elimiti l’utilizzo di plastica. Èstimato infatti che ogni annoarrivino in mare otto milionidi tonnellate di plastica, tramicrosfere e frammenti dovutialla degradazione di altri ri-fiuti (imballaggi, fibre o altro),una mole che corrisponde al60 – 80% dei rifiuti in mare. Conclude Giorgia Monti, re-sponsabile Campagna Mare diGreenpeace Italia: “Una mole

crescente di prove scientifichemostra che le microplastichepossono generare gravi conse-guenze sugli organismi marinie finire nei nostri piatti. Un bando alla produzione dimicrosfere è, per il Governo eil Parlamento, la via più sem-plice per dimostrare atten-zione agli effetti dell’inqu-inamento del mare e ai relativirischi per la salute umanaanche se è solo un primo passoper affrontare il gravissimoproblema della plastica nei no-stri oceani”.

La plastica nel piatto, dal pesce ai frutti di mare

Giulia Martelli

A circa un anno dalla sua con-clusione, anche in Italia l’invitolanciato da Expo 2015 "Nutrireil pianeta, energia per la vita",sta divenendo realtà grazie allaneo approvata legge antisprecoalimentare. Dopo i fratelli d’Ol-tralpe, primi a varare un prov-vedimento del genere che peròbasava la sua efficacia su un si-stema articolato di penalizza-zioni, anche il Senato italianoha, il mese scorso, dato il via li-bera ad una norma che pre-vede, grazie ad un sistema diincentivi, di dimezzare gli spre-chi di cibo nel giro di dieci anni.È stato infatti calcolato che setutti i pubblici esercizi italiani

mettessero a disposizione leloro eccedenze, con una mediadi venti pasti al giorno, si po-trebbero addirittura distribuiresette milioni di pasti quotidia-namente. Le “eccedenze ali-mentari” consistono in prodottialimentari che, fermo restandoil mantenimento dei requisiti diigiene e sicurezza, sono rimastiinvenduti per varie cause men-tre per “spreco alimentare” siintendono i cibi scartati dallacatena agroalimentare per ra-gioni commerciali o estetiche.L’ostacolo principale che lanuova legge si è trovata ad af-frontare è stato quello della bu-rocrazia legata alle donazioni, èstata infatti abolita la dichiara-zione preventiva che era previ-

sta cinque giorni prima dellaconsegna di un bene alimen-tare in eccedenza. Se quindi unsupermercato, un ristorante oanche un’impresa vogliano do-nare cibo avanzato, financheoltre il termine minimo di con-servazione (purché siano ga-rantite l’ integrità dell’imbal-laggio primario e le idonee con-dizioni di mantenimento),daoggi basterà un semplice docu-mento di trasporto che ne ga-rantisca la tracciabilità, incambio, agevolazioni fiscali eduno sconto sulla tassa dei rifiutiproporzionale alla quantità dibeni donati. Una vera catena disolidarietà dove il “non si buttavia niente” non è più un mododi dire ma un atteggiamento da

adottare e di cui vantarsi. Vialibera, dunque, anche agliavanzi da portare a casa dopoaver cenato fuori. D’ora inavanti portare via l’angolo diuna cotoletta o un trancio dimargherita non creerà più im-barazzo. Grazie ad un fondoistituito ad hoc le family bag -in acciaio, alluminio, cartone,legno e plastica, accompagnateda loghi e grafiche adeguate -non costeranno nulla al consu-matore e per qualunque cosapotranno essere confuse, menoche per un contenitore desti-nato agli alimenti. Aveva giàcapito tutto mia nonna, cheusava portare via quanto rima-sto nel piatto, per evitare che fi-nisse nella spazzatura.

Stop agli sprechi alimentari in Italia

Fabiana Liguori

Dalla Regione Campania ar-rivano due importanti buonenuove per il territorio e per lasicurezza dei cittadini. Laprima riguarda la battagliacontro i roghi. Questo gravefenomeno rappresenta, pur-troppo, ancora una bruttapiaga da sanare. Nonostantesi registri un netto e progres-sivo calo degli incendi nel ter-ritorio tra la provincia diNapoli e quella di Caserta.Pochi giorni fa, il Presidente,Vincenzo De Luca, al terminedi una riunione in Prefettura,e alla quale hanno parteci-pato i massimi rappresen-tanti delle Forze dell'Ordine,dei vigili del Fuoco e il presi-dente dell'Anci per i Comuni,ha illustrato i primi provvedi-menti istituzionali per contra-stare la questione incendi epiromania. La Regione, haimpegnato 50 milioni di euroda utilizzare per le tecnologiee le risorse umane necessarie.Di tale somma, dieci milionisaranno investiti per videoca-mere web e droni,da desti-nare all'Esercito. È previsto,inoltre, un sostegno ai vigilidel fuoco per gli straordinaridel personale e l'attrezzaturadei centri di Giugliano (NA) eMondragone (CE). L’intento èquello di realizzare una retedi vigilanza capillare e conti-

nuativa grazie anche allacreazione di una piattaformainformatica unitaria della Re-gione, "Iter", a disposizionedelle Forze dell'Ordine per uncontrollo quotidiano e not-turno e di un sistema di con-trollo aereo che segnala ognimovimento e ogni incendio.L’altra importante novità ri-guarda la sicurezza sui mezzidi trasporto pubblico. Loscorso 13 settembre, è statosottoscritto un protocollo d'in-tesa tra il presidente della Re-gione, i questori dellaCampania e i vertici regionalidei Carabinieri, Guardia diFinanza, Corpo Forestaledello Stato e Polizia Peniten-ziaria, per ufficializzare il co-mune impegno di proteggerei cittadini, pendolari e turistida aggressioni o furti a bordo,assicurando la presenza suogni veicolo di agenti delleForze dell’Ordine. Il perso-nale viaggerà gratuitamente,presentandosi al conducentee svolgendo così, anche in bor-ghese, compiti di sorveglianzae intervento in caso di episodidi illegalità.

Regione Campania Inquinamento marino e catena alimentare

Grazie ad una nuova legge meno burocrazia, più incentivi e fondi per il packaging riciclabile

La dura lottacontro l’illegalità

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Anna Paparo

Sarà la più grande oasi marinadel mondo quella creata dalPresidente degli Stati Unitid’America. Facendo ricorso al-l'Antiquities Act, una legge del1906 voluta dal suo predeces-sore Theodore Roosevelt, il pre-sidente Barack Obama ha datovita alle Hawaii al parco ma-rino protetto più vasto delmondo. La sua superficie saràpari a due volte l’area del Texasper oltre mezzo milione di mi-glia quadrate nelle acque piùremote del Pacifico. Un vero eproprio paradiso di biodiversità,un santuario in specie in peri-colo, tra cui la balenottera az-zurra, le tartarughe marine,l'albatros dalla coda corta e leultime foche monache delle Ha-waii, troveranno rifugio. In oc-casione del centenario delNational Park Service, il Presi-dente ha inaugurato il parcomarino protetto più vasto delmondo, dando vita a questa stu-penda oasi, omaggio alle cultureancestrali degli indigeni hawa-iani i cui spiriti avi aleggiano suquelle acque cristalline. L’oasicontiene alcune delle barrierecoralline più in salute del globo.Le sue “montagne” e isole som-merse ospitano una fauna va-riegata e ricca di oltre settemilaspecie tra cui i più antichi ani-mali viventi della terra: corallineri che hanno creato lì il lorohabitat quattro mila anni fa. Ilparco, dall'impronunciabile

nome di Papahānaumokuākea,quadruplica l'oasi marinacreata nel 2006 da George W.Bush. Estendendo l'area monu-mento nazionale, secondo lalegge dei primi del Novecento,Obama proibisce qui la pescacommerciale e le varie attivitàestrattive al suo interno. Unquarto delle creature che popo-lano l'oasi non si trovano al-trove, altre non sono stateancora identificate o lo sonostate solo di recente come il pic-colo polipo bianco scoperto pochimesi fa e ribattezzato dagliscienziati Caspar. Con l'espan-sione gli Stati Uniti hanno oggimille e duecento aree marineprotette che coprono il ventiseiper cento dei mari, secondoLauren Wenzel, direttore deNational Marine ProtectedAreas Center. La maggioranza,a differenza di quella delle Hai-waii che la ammette solo a

scopo ricreativo, permettonoperò a pesca o qualche altraforma di risorsa estrattiva. L’al-largamento di oggi aumenta laproporzione di aree veramente"off limits" dal tre al tredici percento. Tuttavia, l'allargamentoè stato accolto da lodi, ma ancheda proteste nelle isole doveObama è nato. Il governatore David Ige ha ri-cordato il “tremendo” dibattitoche ha preceduto l'ordine esecu-tivo, concludendo che l'espan-sione "è stata equilibrata epotrà costituire un modello disostenibilità per altri oceanidella Terra".Papahānaumokuākea è un’oasiprotetta, in cui poter conservarei tesori straordinari che ci re-gala Madre Natura. E questoevento, che sta facendo sentirela sua eco in tutto il mondo,deve essere preso ad esempiocosì da preservare flora e fauna.

L’Oasi Marina Protetta più grande del mondo

Rosemary Fanelli

Ecologica, commestibile e bio-degradabile. È la nuova fron-tiera della plastica green,messa al vaglio dal Diparti-mento dell’agricoltura degliUSA e presentata a Philadel-phia in occasione del congressodella società americana di chi-mica. La fase di produzione èstata già avviata da una piccolaazienda texana e dovrebbe ga-rantire, nel giro di tre anni, lamessa al bando degli imballaggiutilizzati per la conservazionedegli alimenti. La pellicola dilatte, realizzata a partire dallatte di scarto, oltre ad avere

costi contenuti e gli stessi van-taggi della plastica, perché com-pletamente modellabile, risol-verebbe uno dei maggiori pro-blemi legati al packaging ov-vero l’accumulo di rifiuti nonbiodegradabili. La produzionemondiale di plastica, infatti, su-pera i 200 milioni di tonnellatel’anno, di cui il 40% in imbal-laggi. Queste quantità diven-tano sempre più difficili dasmaltire, perché la rilevanza in-quinante delle sostanze plasti-che è correlata proprio alla loroeconomicità ed alla loro durabi-lità nel tempo. Alle difficoltàdello smaltimento, inoltre,segue la dispersione incontrol-

lata, causa di danni al paesag-gio ed all’ecosistema mondiale.Al contrario, le pellicole di latte,completamente ecologiche edatossiche, abbatterebbero laquantità di rifiuti non biodegra-dabili, anche perché potrebberodiventare, con l’aggiunta di nu-trienti o vitamine, parte inte-grante degli alimenti, in quantocommestibili. Le pellicole ali-mentari sarebbero capaci di ot-timizzare la conservazione delcibo, impedendone il contattocon l’ossigeno e migliorandonela conservazione, con un’effica-cia maggiore di 500 volte ri-spetto agli involucritradizionali. Fino ad ora, le uni-

che pellicole con caratteristicheanaloghe sono state realizzatecon l’amido di patate. Essendopiù porose, lasciano penetrareun quantitativo maggiore di os-sigeno, deludendo le aspettativelegate alla conservazione delcibo. I pori delle pellicole otte-nute dalla caseina, invece,hanno dimensioni ridotte e conl’aggiunta di pectina estrattadai limoni, proteggono il cibodall’umidità e dalla tempera-tura. Attualmente le prime ap-plicazioni riguardano leconfezioni singole; solo succes-sivamente, a produzione av-viata, si potrà passare ad unutilizzo più articolato. La pla-

stica derivata dal latte potràanche essere applicata in spraysui cibi, per proteggerli dal-l’umidità o per conservarli, evi-tando che i condimenti sidisperdano o che si alterino con-sistenza e sapori. Sebbene nonsiano ancora disponibili infor-mazioni sul costi di produzione,i nuovi imballaggi a base di ca-seina rappresentano un'idea in-novativa ed ecologica ed èpreventivabile una forte spintaverso la loro commercializza-zione a breve termine, proprioin considerazione della possi-bile richiesta di mercato e deinotevoli vantaggi per l’am-biente.

Le pellicole di latte: ecologiche ed atossiche

Lubiana è stata insignita del prestigioso “European Green Ca-pital Award” per il modo in cui è riuscita ad attuare il progetto“Vision 2025” che coniuga il programma di protezione ambien-tale, il piano di mobilità sostenibile, il piano d’azione per l’ener-gia sostenibile e la strategia dell’elettromobilità, allo scopo diridurre l’inquinamento e favorire uno stile di vita sano. In oc-casione del suddetto titolo sono stati riconosciuti i progressi si-gnificativi ottenuti negli ultimi dieci anni: la capitale slovena,raccolta intorno al suo castello, attraversata dalla Lubianica,che regala pittoreschi lungofiume, è dotata di ampie aree pedo-nali e ciclabili, veicoli elettrici gratuiti, detti “kavalir”, ed effi-cienti mezzi pubblici. La presenza di molti parchi conferma lavocazione green della città-gioiello. La nomina a capitale verdeè meritata non solo per queste caratteristiche, ma anche per gliavveniristici sistemi di raccolta e trattamento dei rifiuti, per lapurezza dell’acqua, per l’educazione civica della popolazione.Dal 2011 si registra una crescita dell’utilizzo della bicicletta conoltre 1,6 milioni di viaggi col bike sharing, e si prevedono inter-venti ancora più incisivi nell’ambito del trasporto pubblico, chemirano a ridurre ad un terzo gli spostamenti cittadini effettuaticon veicoli privati entro il 2020. Il Premio in questione vieneassegnato ogni anno a una città europea che ha raggiunto ele-vati standard ambientali e che si è impegnata per il futuro conobiettivi ambiziosi. Le città candidate sono valutate in base a12 parametri: il cambiamento climatico (mitigazione e adatta-mento), i trasporti locali, le aree urbane verdi che incorporanol’uso sostenibile del territorio, natura e biodiversità, qualitàdell’aria, qualità dell’ambiente acustico, produzione e gestionedei rifiuti, gestione delle acque, trattamento delle acque reflue,ecoinnovazione e occupazione sostenibile, rendimento energe-tico e gestione ambientale integrata. Le nove città che, a partiredal 2010, hanno vinto il riconoscimento di “European Green Ca-pital” sono nell’ordine: Stoccolma, Amburgo, Vitoria-Gasteiz,Nantes, Copenaghen, Bristol, Lubiana, la tedesca Essen per il2017 e Nimega per il 2018. F.DEC.

Lubiana, Capitale Verde d’Europa

Alle Hawaii, un vero e proprio paradiso di biodiversità

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Ilaria Buonfanti

I vulcani rappresentano unaspetto peculiare del territoriodella Campania, elementi ca-ratteristici del paesaggio, maanche potenziale fattore di ri-schio per gli abitanti. I complessi vulcanici che cir-condano Napoli e la sua pro-vincia, a sudest il Somma-Vesuvio, a nordovest i CampiFlegrei, a ovest Ischia, hannoavuto manifestazioni eruttivein tempi storici, con caratterie modalità proprie, e con eru-zioni che apparivano comespettacoli grandiosi, talvoltainnocui, talvolta catastrofici.Attualmente queste tre areesono quiescenti, ma ancora at-tive. Il mese scorso sulla Gaz-zetta Ufficiale sono statepubblicate le disposizioni perl’aggiornamento della pianifi-cazione d’emergenza per il ri-schio vulcanico dei CampiFlegrei. Sulla base della scaladell’evento eruttivo di riferi-mento e degli scenari con-nessi, vengono definite le trezone del Piano (rossa, gialla eblu) per le quali sono previstedifferenti misure operative. Lazona rossa comprende l’areaesposta al pericolo di inva-sione di flussi piroclastici cheper le loro elevate tempera-

ture e la loro velocità rappre-sentano il fenomeno più peri-coloso per le vite umane; lazona gialla, individua le areeesposte alla ricaduta di lapillie ceneri vulcaniche, e la zonablu prenderà in considera-zione le zone esposte ai feno-meni di alluvionamento einvasione da colate rapide difango. La nuova area rossa com-prende per intero i comuni diPozzuoli, Bacoli, Monte di Pro-cida e Quarto e parte dei Co-muni di Giugliano inCampania, Marano di Napolie alcune municipalità di Na-poli: per intero le municipalità9 (quartieri Soccavo e Pia-nura); 10 (quartieri Bagnoli eFuorigrotta) e alcune porzionidelle municipalità 1 (quartieridi San Ferdinando, Posillipo eChiaia) 5 (quartieri di Are-nella e Vomero) e 8 (quartieredi Chiaiano). Questi comunisaranno totalmente evacuatiin caso di imminente eruzione.La zona gialla invece com-prende 6 comuni e 24 quar-tieri: i comuni sonoVillaricca,Calvizzano, Marano di Napoli,Mugnano di Napoli, Melito diNapoli, Casavatore. I quartieri Comune di Napolisono Arenella, Avvocata,Barra, Chiaia, Chiaiano, Mer-

cato, Miano, Montecalvario,Pendino, Piscinola, Poggio-reale, Porto, San Carlo al-l’Arena, San Ferdinando, SanGiovanni a Teduccio, San Giu-seppe, San Lorenzo, San Pie-tro a Patierno, Scampia,Secondigliano, Stella, Vicaria,Vomero, Zona Industriale.La ricaduta delle ceneri vulca-niche può produrre, a livellolocale, sia effetti sulla salutedell’uomo, sia impattare signi-ficativamente sulle attivitàquotidiane in ambiente ruralee nei centri abitati. Per contrastare tali effetti,anche i comuni esterni allazona gialla dovranno provve-dere ad aggiornare le propriepianificazioni di emergenzaindividuando adeguate misureoperative e di salvaguardiadella popolazione. Mentre il Vesuvio si trova allivello verde, il primo su unascala di quattro, i Campi Fle-grei si trovano a livello giallo olivello di attenzione, ossia ilsecondo. Gli allarmismi sonoinutili e controproducenti, at-tualmente non ci sono partico-lari situazioni di rischio per ilprossimo futuro ma bisognamonitorare costantemente lasituazione perché questi vul-cani non resteranno quiescentiin eterno.

Campi Flegrei, revisionatoil piano d’emergenza

Rosario Maisto

Il 24 agosto scorso un terremoto ha colpito l'Italia centrale,mietendo 295 vittime e causando ingenti danni. L’impiegodelle immagini satellitari ha supportato le organizzazioniper gli aiuti di emergenza. Gli scienziati, analizzando i mo-vimenti del suolo, spiegano che la penisola italiana è sog-getta a terremoti a causa della presenza di linee di fratturacreate dalla separazione delle placche tettoniche africanaed eurasiatica. Infatti la linea di frattura che separa questedue placche corre al di sotto dell'Appennino centrale e lungola costa Adriatica. Sotto il coordinamento della ProtezioneCivile Italiana, gli scienziati dell'Istituto Nazionale di Geo-

fisica e Vulcanologia (INGV),dell'Istituto per il rileva-mento Elettromagneticodell'Ambiente (IREA) delCNR (Consiglio Nazionaledelle Ricerche) stanno stu-diando i dati ottenuti dallamissione Sentinel-1 e daaltre missioni. In partico-lare hanno scoperto che ladeformazione principalemostra una subsidenzaverticale che raggiunge i

20cm nella zona di Accumoli, e movimenti laterali fino a 16cm, attraverso una tecnica che permette loro di mappare ledeformazioni superficiali del terremoto comparando imma-gini radar acquisite sopra le zone colpite prima e dopol'evento. Sentinel-1 non è l'unico satellite ad aver fornitoinformazioni sul recente terremoto, gli addetti ai lavorihanno fatto affidamento anche sui dati forniti dai satellitiCosmo-SkyMed dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), e idati provenienti da molte missioni contributive del pro-gramma Copernicusche vengono utilizzate per produrremappe attraverso il Servizio di Gestione delle Emergenze,per la valutazione dei danni. Questa è una missione composta da due satelliti e fa partedel programma europeo di monitoraggio ambientale Coper-nicus, capitanato dalla Commissione Europea,il primo sa-tellite Sentinel-1A, è stato lanciato nel 2014 mentre ilsatellite sorella, Sentinel-1B, è stato lancio quattro mesi fama, ora è in fase di stand-by.Con i suoi 250km di coperturasulle superfici terrestri, Sentinel-1 fornisce un’ampia vi-suale, dando la possibilità di esaminare gli spostamenti delterreno dovuti a questo terremoto e sviluppare conoscenzescientifiche dei sismi. Non appena Sentinel-1B sarà opera-tivo il prossimo mese, sarà possibile effettuare acquisizionidi routine su aree critiche come l'Italia, con un passaggioogni sei giorni della costellazione di due satelliti.

(Foto da www. corriere.it)

Studi e ricerchesul terremoto

Presentato l’elenco dei comuni ricadenti nelle zone rossa e gialla

I radar e i satelliti utilizzati dagli scienziati

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Serafino BarbatiAgostino Delle FemmineDario Mirella

Dal 19 aprile 2016, dopo innumerevoliproblematiche che hanno interessato lamanutenzione della vecchia sede, il Di-partimento Arpac di Caserta si è defini-tivamente trasferito presso la strutturadi proprietà dell’Agenzia ubicata in zonaSan Benedetto, via Arena, all’interno delCentro Direzionale di Caserta.L’intervento determinante del Commis-sario Arpac, dott. Pietro Vasaturo e lacollaborazione del personale coinvoltohanno reso possibile il tanto atteso tra-sferimento che, da molti, era ritenutaun’ardua impresa, difficilmente concre-tizzabile.La nuova struttura è in una posizionestrategica, data la vicinanza ad altrestrutture pubbliche quali l’Inps e la Se-conda Università di Napoli; inoltre è po-sizionata in una zona condominialeprivata, lontana dal normale traffico vei-colare, con ampia possibilità di parcheg-gio di autovetture nei dintorni.La struttura si compone di sette livelli:- livello strada: è composto da unampio garage per la sosta delle auto-vetture di servizio e per la sosta brevedi eventuali fornitori, da aree per lostoccaggio rifiuti, da locale per i gastecnici.- il piano 0: si apre con l’entrata prin-cipale in un ampio salone di acco-glienza con il front office affidato aicustodi; sullo sfondo una grande e fun-zionale Area Accettazione dotata difrigo e congelatori per lo stoccaggiomomentaneo di campioni in arrivo, lo-cali dedicati al magazzino dell’AreaAnalitica e dell’Area Territoriale, spo-gliatoi per il personale e una ampia eluminosa sala conferenze.- i piani I e II sono dedicati ai Labora-tori, costituiti da arredamenti di ul-tima generazione, dotati di tutte lemisure di sicurezza e di tutte le speci-fiche tecniche più idonee legate alle at-tività del Dipartimento.

- i piani III e IV sono dedicati all’AreaTerritoriale e composti da uffici dotatidi ampie vetrate che rendono i localimolto luminosi. In ciascun ufficio sonopresenti quattro postazioni per colle-gamenti elettrici, telefonici e internet.- il Piano V è dedicato all’Area Ammi-nistrativa e all’Ufficio di direzione epresenta locali ampi, luminosi e al-l’avanguardia.La struttura garantisce al personaletutti i comfort e i servizi necessari per ilregolare e sereno svolgimento delle mol-teplici attività istituzionali dipartimen-tali.

L’Area Analitica di CasertaL’Area Analitica di Caserta rappresentalo stato dell’arte per quanto attiene allaprogettazione e realizzazione dei Labo-ratori. I piani I e II dell’edificio sono statiinteramente progettati e realizzati exnovo sulla base delle attività analiticheaffidate alla struttura tecnica di Casertadal Regolamento ed in accordo ai più re-centi standard di sicurezza per i Labora-tori Chimici.

L’Area Analitica di Caserta è articolatain tre laboratori:• Laboratorio Acque Ad Uso Umano: illaboratorio svolge attività analitiche dicontrollo delle acque potabili, minerali,di piscina a supporto della Asl di Casertaed effettua attività analitiche microbio-logiche sulle acque di balneazione delterritorio di competenza. Il Laboratorioè accreditato in accordo alla norma17025 • Laboratorio Acque Reflue: Il laborato-rio svolge attività analitiche di controllodelle Acque Reflue civili ed industriali edelle Acque Sotterranee da Siti Conta-minati a supporto dell’Area Territorialedi Caserta• Laboratorio Multisito InquinamentoAtmosferico e Biomonitoraggio: Il labo-ratorio svolge attività analitiche di con-trollo delle emissioni in atmosfera asupporto delle Aree Territoriali di Na-poli e Caserta. Gestisce inoltre il biomo-nitoraggio della qualità dell’aria e laRete regionale di monitoraggio dei pol-lini (PollNet)La progettazione dei laboratori, perso-

nalmente seguita dai dirigenti dell’AreaAnalitica, ha tenuto conto degli spazi ne-cessari alle lavorazioni, dell’esposizionedei locali in funzione delle attività ana-litiche da svolgere, delle superfici di la-voro, degli arredi necessari, che sonostati forniti e messi in opera daun’azienda leader del settore. La compartimentazione dei locali è statarealizzata interamente con pareti tecni-che che ospitano all’interno di intercape-dini tutti gli impianti per consentire ilmassimo della flessibilità ed upgradabi-lità. Ogni banco da lavoro presenta col-legamenti elettrici in numero sufficienteal collegamento di tutte le strumenta-zioni scientifiche necessarie che, grazieai collegamenti di rete appositamentepredisposti, sono costantemente monito-rati. Una procedura informatica apposi-tamente messa a punto per ilDipartimento di Caserta sfrutta il colle-gamento di tutte le apparecchiature adun server dedicato, per effettuare in au-tomatico, a fine giornata lavorativa, ilbackup dei dati di laboratorio prodotti,in modo tale da garantirne l’integrità incaso di accidentali crash del sistema. L’impianto gas tecnici prevede nel localegarage una spaziosa cabina che ospita lerampe per Argon, Azoto, Elio ed Ariacompressa; ciascuna rampa prevede duebancate da tre bombole ciascuna conscambio automatico a esaurimento dellapressione per ciascuna bancata. L’esaurimento di una delle bancateviene segnalato da un allarme che ap-pare sui quadri sinottici disposti nei cor-ridoi a primo e secondo piano, perpermettere all’operatore la sostituzionedelle bombole vuote.Tutte le apparec-chiature a temperatura (frigoriferi, con-gelatori, termostati, stufe, incubatori,eccetera) sono costantemente monito-rate in remoto da un sistema informaticoche verifica la costante corrispondenzadella temperatura interna con quella im-postata, prevista dalle metodiche anali-tiche o richiesta dai rigidi protocolli diconservazione dei campioni di prova,degli standards dei materiali di con-sumo. (segue a pagina 7)

LA NUOVA SEDE DEL DIPARTIMENTO DI CASERTA

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L’Area Analitica di Caserta è dotata diapparecchiature ad elevata tecnologia diultima generazione, che permettono diaffrontare qualsiasi richiesta analitica dicompetenza; tra le attrezzature disponi-bili sono presenti:• Gascromatografo con detector diMassa ed auto campionatore Purge andTrap• Gascromatografo con detector diMassa, dotato di desorbitore termico conauto campionatore• Gascromatografo con doppio detectorFID• Cromatografo liquido HPLC con detec-tors DAD, Fluorescenza, RI• Spettrometro di massa accoppiato asorgente al plasma ICP-MS• Due Cromatografi ionici• Sistema per la determinazione delMercurio• Bilancia analitica 5° cifra per determi-nazione frazione respirabile del partico-latoL’intero parco strumentale dell’AreaAnalitica è coperto da contratto di ma-nutenzione, con controlli periodici delleperformance e delle specifiche tecniche.I Laboratori dell’Area Analitica di Ca-serta partecipano regolarmente a cir-cuiti nazionali interlaboratorio (RingTests) per il controllo delle performanceanalitiche classificando regolarmente lapropria prestazione analitica come “ade-guata” in accordo con quanto indicatonella Norma ISO 13528.

L’Area Territoriale di CasertaSi tratta di una struttura complessa del

dipartimento, composta da quattroUnità Operative che oggi trovano la lorocollocazione ai piani III e IV della Strut-tura.

U.O. ACQUE REFLUE • ispezione e campionamento degli sca-richi di acque reflue industriali, urbanee domestiche; • partecipazione alle attività di pianifi-cazione di ispezioni, controlli e campio-namenti per le Autorizzazioni IntegrateAmbientali (AIA); • partecipazione alle attività istruttorieper l'emissione di pareri per il rilascio diAIA; • verifica delle attività di autocontrolloda parte dei gestori; • verifica della funzionalità degliimpianti di depurazione delle acque re-flue urbane.

U.O. ARIA e AGENTI FISICI• ispezione, controllo e campionamentodelle emissioni industriali ai sensi dellanormativa vigente; • partecipazione alle attività di pianifi-cazione, ispezioni, controlli e campiona-menti in materia di AIA; • attività di sopralluogo e campiona-mento per il controllo della qualità del-l'aria ambiente, anche con riferimento alcontrollo delle emissioni da fonti diffuse; • istruttoria tecnica per l'emissione dipareri per il rilascio dell'autorizzazionealle emissioni in atmosfera (nell’ambitodelle Autorizzazioni Uniche Ambientali(AUA), su richiesta della competenteUnità Operativa Dirigenziale Regio-nale); • partecipazione alle attività istruttorieper l'emissione di pareri per il rilascio diAIA; • verifica delle attività di autocontrollodelle emissioni in atmosfera da parte deigestori degli impianti; • verifica dei dati degli SME dei gestoridegli impianti; • attività di sopralluogo e campiona-mento di fibre di amianto aerodisperse; • controlli di CEM in banda larga inAlta Frequenza ;• controlli di CEM in bassa frequenza ;• la vigilanza, il controllo e la esecuzionedi misure fonometriche in materia diacustica ambientale;

U.O. SUOLO, RIFIUTI e SITI CONTA-MINATI• ispezione e controllo sugli impianti le-gati al ciclo di gestione dei rifiuti; • partecipazione alle attività di pianifi-cazione, alle ispezioni, ai controlli e aicampionamenti per le AIA; • istruttoria tecnica per l'emissione dipareri per il rilascio delle autorizzazionidegli impianti legati alla gestione delciclo dei rifiuti; • partecipazione alle attività istruttorieper l'emissione di pareri per il rilasciodelle AIA; • ispezione, controllo e campionamentodi suolo, acque sotterranee e top soil disiti contaminati, in corso di interventi dicaratterizzazione, messa in sicurezza diemergenza, messa in sicurezza opera-tiva, bonifica, eccetera; • predisposizione dei Piani delle Attivitàcon i soggetti obbligati alla caratterizza-zione di siti contaminati; • validazione delle attività di caratteriz-

zazione e bonifica di siti contaminati; • predisposizione delle relazioni tecnichea supporto della Provincia per il rilasciodella certificazione di avvenuta bonifica; • istruttoria tecnica degli elaborati pro-gettuali ai sensi della normativa vigenteper aree non ricadenti nei Siti di Inte-resse Nazionale; • verifica della completezza della docu-mentazione inoltrata dai soggetti propo-nenti (in procedura semplificata),relativamente alle autocertificazioni dicui all’art. 41bis della L. 98/13 (terre erocce da scavo), nonché le attività di pre-lievo di campioni relativamente ai pro-cedimenti di cui al D.M. 161/12 (piani diutilizzo); • attività di ispezione, controllo e cam-pionamento sullo spandimento di li-quami zootecnici ed acque divegetazione; Inoltre, la U.O., in accordo con la Dire-zione Tecnica, partecipa a progetti tec-nici specifici sul campo quali, adesempio, Marine Strategy, Monitef,

Terra dei Fuochi.

U.O. MONITORAGGIO ACQUE IN-TERNE E MARINO-COSTIERE • vigilanza, ispezione e campionamentoai fini del monitoraggio chimico, fisico ebiologico dei corpi idrici superficiali e sot-terranei; • monitoraggio biologico dei corpi idricisuperficiali; • vigilanza, ispezione campionamento econtrollo delle acque marino-costiere aifini della balneazione.Si parla quindi di una moderna e funzio-nale sede che può essere considerata ilfiore all’occhiello per la nostra Agenzia esicuramente risulta essere una delle sedimaggiormente rappresentative traquelle delle varie agenzie ambientali ita-liane in termini di funzionalità e di effi-cienza. (hanno collaborato Claudio Delle Fem-mine e Natalia Vozza. Foto degli internidel Dipartimento a cura dei tecniciArpac)

segue da pagina 6

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 15 settembre 2016 - Anno XII, N.17Edizione chiusa dalla redazione il 15 settembre 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOS. Barbati, I. Buonfanti, F. Clemente, F. Cuoco, F.De Capua, G. De Crescenzo, A. Delle Femmine,A. Esposito, R. Fanelli, R. Femiano, R. Funaro, R.Maisto, D. Matania, D. MIrella, A. Morlando, A.Palumbo, A. Paparo, T. Pollice, D. RussoSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

[email protected]

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Anna Gaudioso

Settembre è già arrivato colsuo profilo carico di cose dafare, da riprendere, riattivare.Insomma: si ricomincia! Dopola pausa estiva, tutto ha unsapore diverso. Anche le coselasciate in sospeso si ripren-dono con più interesse. Comeogni anno, con la riaperturadelle scuole l’Arpa Campaniasi rivolge agli istituti di ogniordine e grado per promuo-vere le sue attività di Educa-zione Ambientale. I nostriincontri con le scuole sonoorientati alla promozionedella cultura della sostenibi-lità, a stimolare la percezioneambientale e soprattutto amodificare (laddove è possi-bile) i nostri comportamenti indirezione di un minore im-patto ambientale. Sono tantele tematiche che l’Agenzia haproposto nelle aule scolastichenegli anni precedenti: dal-l’aria all’acqua, dal clima al-l’inquinamento acustico, dalleonde elettromagnetiche al ri-ciclo dei rifiuti, eccetera. Tra ibanchi di scuola abbiamospesso celebrato le giornateinternazionali e mondiali de-dicate all’ambiente. Nellascuola media Genovesi-Alpi diNocera Inferiore, in provinciadi Salerno, abbiamo celebrato,ad esempio, la Giornata mon-diale della terra, con il coin-volgimento di tutto l’istituto,compreso il personale tecnicoamministrativo. In altre occa-sioni abbiamo celebrato laGiornata dell’albero, o ancoral’iniziativa “Mi illumino dimeno” lanciata da RadioDueRai. In alcuni plessi abbiamopromosso la raccolta differen-ziata di carta e cartone o dialtre frazioni di rifiuti: per av-vicinare gli alunni a questeabitudini, abbiamo anche or-ganizzato, insieme al Co-mieco, visite ad aziende delsettore cartario. In alcuni casiabbiamo invitato i ragazzi arealizzare cartelloni o altriprodotti creativi. In un caso(alla scuola elementare Ro-dari di Pagani) le insegnantihanno iscritto a concorsi na-zionali i cartelloni che sonostati realizzati. In altrescuole, i ragazzi si sono sentitiprotagonisti per aver rispostoa un’intervista sulla perce-zione ambientale, poi, a lorovolta, hanno intervistato i

propri genitori, nonni, fratelli,parenti ed amici. Il risultato èstato divertente e sorprenden-temente interessante, sia peril risultato che abbiamo regi-strato, sia per la partecipa-zione attiva e attenta deglialunni e delle famiglie. Di-ciamo che in questo modosiamo riusciti ad avere unabuona ricaduta anche sul ter-ritorio. Un episodio divertentelo abbiamo registrato ancoraalla scuola elementare Rodari,dove una ragazzina del quintoanno, felice nel ricevere lastampa del magazine del-l’Agenzia, in cui era riportatoun articolo relativo alla pro-pria scuola, ha esultato: «uaomaestra, ma tu ci fai diven-tare famosi?». E un’altra ha ri-sposto: «sì, se abbiamo curadell’ambiente, perché molti sene fregano e buttano le carteper terra, sporcano il mare,bruciano l’immondizia ecce-tera». Che dire: ascoltandoquesti ragazzi, la soddisfa-

zione c’è per essere riusciti acomunicare sicuramente qual-cosa di positivo in direzione…ambiente. La presenza di fi-gure esperte, esterne allascuola, insieme alla collabora-zione degli insegnanti, puòaiutare i ragazzi a far diven-tare più chiari e personali ipropri valori; la scuola deveessere strutturata come unacomunità in cui tutti devonocollaborare. L’educazione am-bientale si rivela quindi comeesplorazione delle relazionitra uomo, alunno, insegnantee ambiente, non come tra-smissione di conoscenze pre-scritte. Sono studi e praticheeducative piuttosto recenti,quelli sull’educazione ambien-tale. L’esasperazione di feno-meni naturali, di catastrofi,capaci di comprometterel’equilibrio del nostro pianeta,hanno determinato e segnatola nascita e l’affermarsi del-l’educazione ambientale ches’impegna per la difesa del-l’ambiente naturale, delle spe-cie in via di estinzione.Attraverso l’educazione am-bientale si cerca di creare unanuova sensibilità verso i pro-blemi della Terra, sperandoche l’informazione dia la pos-sibilità di riflettere ed assu-mere atteggiamenti favorevoliper il benessere dell’ambiente.Dunque, la speranza è di inci-

dere sulle nuove generazioniperché diventino più sensibilie responsabili. Le scuole inte-ressate a nuovi progetti dieducazione ambientale, in col-laborazione con Arpac, pos-sono rivolgersi all’UfficioComunicazione dell’Agenzia

regionale protezione ambien-tale Campania, via SantaMaria del Pianto, Centro Po-lifunzionale, Napoli. Dott.ssaAnna Gaudioso tel. 0812326297- 081 2326448. [email protected],[email protected].

I nuovi progetti Arpac nelle scuoleCon il ritorno in classe, l’Agenzia invita gli istituti a collaborare a percorsi di educazione alla sostenibilità

Oggi non si parla più tanto di Educazione Ambientale. Lanuova concezione di E.A. è andata trasformandosi in Edu-cazione allo Sviluppo Sostenibile. L’educazione ambientalemira a promuovere un livello di benessere ed uno sviluppoequo per tutti, sia per quelli che abitano nei paesi più svi-luppati che per gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo. Nonche ci sia una giusta spartizione di risorse, che tra l’altronon sono illimitate. Né che ci sia attenzione a lasciare unmondo vivibile anche ai nostri figli e nipoti. Da poco l’Edu-cazione Ambientale è diventata una componente semprepiù importante dei curricula delle scuole di tutto il mondo,poiché ha un ruolo di primo piano muovendosi verso la rea-lizzazione dello sviluppo sostenibile. Infatti è entrata a farparte delle tante materie scolastiche senza essere una ma-teria a sé, in quanto si inserisce in modo trasversale inmolte materie svolgendo un ruolo di primaria importanzanella formazione del cittadino di domani. Dunque,non sitratta solo dei fenomeni fisici e naturali che contraddistin-guono l’ ecosistema naturale, ma si riferisce anche al modoin cui l’uomo si rapporta all’ambiente comprendendo sia ilterritorio (ambiente antropizzato) sia i relativi fenomenipersonali e sociali (ambiente sociale). L’EAS è quindi lostrumento per promuovere un rinnovamento culturale chesi ispira ai principi della sostenibilità e per determinare icambiamenti fondamentali richiesti dalle sfide dell’era glo-bale. Insieme al senso di giustizia e responsabilità. A.G.

Educazione Ambientale e Sviluppo Sostenibile

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IL RESVERATROLO E IL PROCESSO DI NEUROGENESI

Fabiana Clemente

Tra le conseguenze più manifeste del-l’alterazione cromosomica che caratte-rizza i soggetti con sindrome di Down,vi è sicuramente il deficit intellettivo.La presenza di una terza copia del cro-mosoma 21 riduce la normale capacitàdi generare nuove cellule nervose nel-l’area del cervello - denominata ippo-campo. Il resveratrolo è un polifenolo -presente in varie specie di piante efrutta –in grado di migliorare la disa-bilità cognitiva caratterizzante la pato-logia trisomia 21. Ovvero ripristina ilprocesso di neurogenesi riattivandonele funzioni mitocondriali in un modellocellulare di trisomia 21. Lo studio con-dotto dall’Ibbe-Cnr -Istituto di biomem-brane e bioenergeticadel Consiglio nazio-nale delle ricerche diBari - in collabora-zione con il Diparti-mento di scienzemediche di base, neu-roscienze e organi disenso dell’Universitàdi Bari, il Diparti-mento di neuroscienzee tecnologie del cer-vello dell’Iit di Genovae l’Inserm di Parigi, èstato pubblicato dallarivista Biochimica etBiophysica Acta-Mole-

cular Basis of Disease. La ricerca espli-cita che l’utilizzo del resveratrolo – pre-sente in copiose quantità in un’ampiavarietà di piante e frutti, tra cui l’uvarossa, sarebbe in grado di stimolare laformazione di nuovi neuroni. Il teamha eseguito un lavoro su linee cellularidi un modello animale con sindrome diDown, dimostrando che il resveratroloè in grado di ripristinare la neuroge-nesi agendo a livello dei mitocondri.Nelle persone sane, i mitocondri forni-scono l’energia necessaria per alimen-tare i diversi processi cellulari - tra cuila capacità di generare cellule nervosee la loro corretta funzionalità. Funzio-nalità che risultano inficiate nelle per-sone con sindrome di Down, ma che

vengono riportate a li-velli di normalità gra-zie al consumo dalresveratrolo. Ricerchecondotte in passato di-mostrano gli effettiprotettivi di questo po-lifenolo, da quelleneuro generative aquelle cardiovascolarisino a quelle metaboli-che. L’apice del suosuccesso è raggiuntoproprio in seguito alrecente studio – in cuiquesta molecola è te-stata sulla sindromedi Down. Lo studio in-siste anche sugli ef-

fetti benefici di un altro polifenolo diorigine naturale - l’epigallocatechina-3-gallato (Egcg) - estratto dal tè verde,capace di riattivare il metabolismoenergetico mitocondriale e la genera-zione di nuovi neuroni. In Spagna èstata condotta una ricerca che ha inte-ressato 84 giovani adulti con sindromedi Down in cui si è osservato che il trat-tamento con Egcg migliora le facoltàcognitive. Anche in Italia ha avuto ini-zio una fase di organizzazione clinica incui, in collaborazione con il Diparti-

mento di medicina specialistica, dia-gnostica e sperimentale dell’Universitàdi Bologna, la sindrome di Down saràtrattata con resveratrolo e dell’Egcg, esi valuteranno gli effetti. Qualche mesefa uno studio pilota confermò l’efficaciadell’utilizzo combinato - in un bambinocon sindrome di Down di 10 anni - diEgcg con acidi grassi omega-3 nel rige-nerare deficit causati dalla sindromesenza alcun effetto collaterale. e la no-stra vita e quella della natura che cicirconda.

LE CAUSE INTESTINALI DELL’ENCEFALOMIELITE MIALGICA

La fatica cronica – CFS – è unproblema debilitante che vaben oltre un semplice senso distanchezza. Colpisce general-mente adulti in età compresatra i 20 e i 40 anni e soprat-tutto il genere femminile. LaCFS provoca una fiacchezzagenerale – da quella fisica aquella intellettuale, inficiandoanche le relazioni sociali. Dif-ficoltà cognitive, mnemonichee di concentrazione sono soloalcuni dei sintomi specifici.Spesso accompagnati da cefa-lea e dolori articolari e dolorimuscolari. Una condizione fi-sica sinora poco consideratadalla ricerca scientifica - ricol-legata impropriamente a pro-blemi legati alla sfera emotiva.Nuove prospettive, tuttavia,hanno osservato questo feno-meno più da vicino, indivi-duandone le cause. Un team di

ricercatori della Cornell Uni-versity Ithaca dello Stato diNew York, in seguito ad unostudio specifico, ha dichiaratodi aver identificato dei marca-tori biologici della patologia inalcuni batteri intestinali e inagenti microbici presenti nelsangue. La ricerca - pubblicatasulla rivista Microbiome –spiega com’è stato possibilediagnosticare la patologia diEncefalomielite mialgica –Sindrome da affaticamentocronico – in circa l’83% di pa-zienti esaminati, attraversoanalisi di campioni di feci e disangue. Ergo, una diagnosi perniente invasiva. In effetti, èstato riscontrato un micro-bioma batterico intestinale al-terato, inducendo a sintomigastrointestinali e infiamma-tori. Lungi dal confermarecause psicologiche, lo studio di-

mostra la presenza di un’ano-malia biologica come responsa-bile della sindrome. L’indagineè stata condotta su 48 personecon diagnosi ME/CFS e 39 per-sone sane. I ricercatori hannosequenziato regioni di DNAmicrobico dai campioni fecaliper identificare vari tipi di bat-teri. E’ emersa una diversitàdella tipologia batterica note-volmente ridotta. Ergo, menospecie batteriche, conosciute

per le loro proprietà anti-in-fiammatorie. Analoga condi-zione nei pazienti affetti damalattia di Crohn e colite ulce-rosa. Allo stesso tempo, sonostati scoperti marcatori speci-fici di infiammazione nel san-gue, imputabili ad unacompromessa permeabilità in-testinale, che faciliterebbe l’en-

trata in circolo dei batteri. Iquali nel sangue innescanouna risposta immunitaria chepeggiorerebbe la sintomatolo-gia. Tuttavia, lo studio nonstabilisce ancora se il microbioma intestinale alterato siauna causa o la concausa dellamalattia. Attendiamo impa-zientemente nuovi sviluppi.

È in grado di migliorare la disabilità cognitiva caratterizzante la patologia trisomia 21

La fatica cronica colpisce generalmente adulti tra i 20 e i 40 anni

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Domenico Russo*

Oggigiorno si registra unaparticolare attenzione nei con-fronti del problema dell’inqui-namento acustico, in quanto ilrumore è considerato uno deirischi più significativi per lasalute della popolazione inbase al numero di personeesposte. Le vigenti cogenzelegislative stabiliscono dei li-miti massimi di accettabilitàin riferimento al livello equi-valente di rumore ambientaleponderato in curva A,

tuttavia gli attuali standarddi riferimento tecnico e proce-durale lasciano adito a diverseinterpretazioni e, spesso, adambiguità. Ciò scaturiscedalla difficoltà di confrontareun valore misurato con i limitiriportati nella normativa, inquanto qualsiasi misura è so-lamente un’approssimazionedel valore del misurando [1].Per quanto detto, risulta indi-spensabile tener conto dell'in-certezza associata allamisurazione, anche al fine diottenere una valutazione delrischio associato alla decisionepresa, in quanto l’incertezza èun’indicazione quantitativa

dell’attendibilità del risultato[2], [3].Principale legislazione ita-liana in tema di inquina-mento acusticoNell’ambito della regolamen-tazione e del controllo dell’in-quinamento acustico, il primoatto legislativo emanato inItalia è stato il DPCM del1/3/1991 “Limiti massimi diesposizione al rumore negli

ambienti abitativi e nell’am-biente esterno”, successiva-mente integrato conl’emanazione della Legge qua-dro 26 ottobre 1995 N. 447,che stabilisce i principi fonda-mentali della tutela dell'am-biente esterno e dell'ambienteabitativo dall'inquinamentoacustico. Il D.P.C.M. 14 No-vembre 1997 ha ribadito le de-finizioni delle classi acustiche

introdotte dal D.P.C.M. 1Marzo 1991 e ha determinatoi valori limite di emissione e diimmissione (art. 2,3), i valoridi attenzione e i valori di qua-lità, sempre riferiti alle classidi destinazione d’uso del terri-torio, durante il periododiurno (06:00-22:00) e quellonotturno (22:00-06:00).Altri due riferimenti norma-tivi nazionali particolarmente

degni di nota in materia di in-quinamento acustico sono:• Decreto 16 marzo 1998 "Tec-niche di rilevamento e di mi-surazione dell’inquinamentoacustico".• Decreto Legislativo 81/2008Titolo VIII – Capo II “Prote-zione dei lavoratori contro i ri-schi da esposizione al rumoredurante il lavoro”.

(segue a pag. 11)

L’Importanza dell’incertezza associataalla misura del rumore ambientale Legislazione italiana, misurazioni e sviluppi futuri in tema di inquinamento ambientale

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Misurazioni e valori limitePer valutare la conformità inprossimità dei valori limite èd’uopo fissare alcune regoledecisionali: le più semplici tro-vano il loro fondamento nellaISO 14253-6:2012 [4] e si ba-sano sull’accettazione sem-plice (Fig. 1 casi a e b) e sulrifiuto semplice (Fig. 1 casi c ed). Seguendo queste due re-gole, però, la probabilità di de-cisione errata può esseremolto alta e non viene pernulla considerata l’incertezzadi misura. Nella pratica professionale,spesso, la regola di decisionedipende dall’obiettivo dellavalutazione. In particolare,nel caso in cui si voglia tute-lare maggiormente il ricet-tore, si fa riferimento allaregola che si basa sull’ accet-tazione stretta + rifiuto allar-gato (Fig. 2a), nel caso, invece,in cui si voglia tutelare mag-giormente la sorgente, si fa ri-ferimento alla regola che sibasa sull’ accettazione allar-gata + rifiuto stretto (Fig. 2b).In ogni caso, per quantificarela probabilità di successo diuna scelta, è necessaria la de-terminazione dell’incertezzaassociata alla misura. Negli ultimi anni la comunitàscientifica e gli esperti del set-tore hanno esaminato le pos-sibili fonti di incertezzaassociabili alle misure di ru-more ambientale: le caratteri-stiche della strumentazione dimisura, la variabilità dellecondizioni di misura, la tara-tura della strumentazione.Tuttavia, per fornire un’ade-guata stima dell’incertezza as-sociata alla misura del livelloequivalente di rumore ambien-tale, non si può prescinderedall’intrinseca variabilità delmisurando [5]. Metodo proposto e svi-luppi futuriL’autore, nell’ambito di unprogetto di ricerca più ampiosu questo tema, condotto incollaborazione con il Prof.Alessandro Ruggiero e la prof.Consolatina Liguori, docentipresso il DIIn dell’Universitàdi Salerno, rispettivamente diControllo delle Vibrazioni edel Rumore e di Misure Elet-troniche, si è concentrato sudati reali (LAeq), relativi adun segnale di rumore da traf-fico veicolare. Il metodo propo-sto consiste in una prima fasenel “purificare” il segnale eli-minando eventuali valori nonstrettamente connessi al feno-meno oggetto della misura conl’algoritmo “Outlier detection”[6], e poi nel valutare l’incer-tezza associata a tale misuracon un metodo bootstrap, tec-nica statistica di ricampiona-

mento con sostituzione del da-taset iniziale, che non ha limi-tazioni in termini di forma edi proprietà delle distribu-zioni statistiche considerate[7]. Poiché, tuttavia, l’incer-tezza valutata con tale metodopuò essere affetta da problemise la distribuzione bootstrap èasimmetrica, si è deciso diprendere in considerazioneuna sua estensione, il metodobootstrap “percentile cor-retto”, che stima l’intervallo diconfidenza della grandezza inesame basandosi sull’utilizzodei percentili della distribu-zione bootstrap (Fig. 3).I risultati ottenuti sono parti-colarmente incoraggianti estanno spingendo l’autore a fi-nalizzare l’intera procedura il-lustrata alla determinazionedel tempo minimo di misuradel rumore ambientale. Bibliografia[1] C. Liguori, A. Paolillo, A.Ruggiero, D. Russo, “L’incer-tezza nelle misure di rumoreambientale”, Tutto Misure,Volume 1, 2016, pp. 21–24.[2] Joint Committee for Gui-des in Metrology. Evaluationof Measurement Data: “TheRole of Measurement Uncer-tainty in Conformity Asses-sment, JCGM 106:2012:2012”BIPM, Sèvres, 2012.[3] JCGM 100:2008, "Evalua-tion of measurement data –Guide to the expression of un-certainty in measurement".[4] ISO 14253-6:2012, “Geo-metrical product specifica-tions (GPS) — Inspection bymeasurement of workpiecesand measuring equipment —Part 6: Generalized decisionrules for the acceptance andrejection of instruments andworkpieces”.[5] Liguori C., Paolillo A.,Ruggiero a., Russo D., To-wards the Evaluation of theMeasurement Uncertainty ofEnvironmental AcousticNoise, Proceedings of 2015IEEE International Instru-mentation and measurementTechnology Conference, Pisa,Italy, May 11-14, 2015, pp

1238-1242. [6] Liguori C, Paolillo A, Rug-giero A, Russo D. Outlier de-tection for the evaluation ofthe measurement uncertaintyof environmental acousticnoise. IEEE Transactions onInstrumentation and Measu-rement 2015; Vol. 65(2):234–

242. [7] C. Liguori, A. Paolillo, A.Ruggiero, D. Russo, "A Preli-minary Study on the Estima-tion of the Uncertainty ofTraffic Noise Measurements,Proceedings of 2016 IEEE In-ternational Instrumentationand measurement Technology

Conference, Taipei, Taiwan,May 23-26, 2016, pp. 246-251.

*XV Ciclo Dottorato di Ricercapresso il Dipartimento di Inge-gneria Industriale (DIIn)dell’Università di Salerno;Tecnico Competente in Acu-stica Ambientale (L.447/95)

segue da pagina 11

Fig. 1. Regole decisionali

Fig. 2. a) accettazione stretta + rifiuto allargato; b) accettazione allargata + rifiuto stretto

Fig. 3. Algoritmo del metodo bootstrap percentile corretto

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Pubblicata su Nature Plantsuna ricerca che rivela i segretidella fotosintesi. Lo studio, rea-lizzato dal dipartimento di Bio-tecnologie dell’Università diVerona, dal dipartimento di Fi-sica del Politecnico di Milano edal Cnst dell’Istituto Italiano diTecnologia, ha svelato il mecca-nismo con cui le piante hannoimparato a non sprecare ener-gia. I ricercatori proverannoora ad applicarlo alle alghe, perottimizzare e rendere più effi-cacie la produzione di biocom-bustibili. La fotosintesi è ilprocesso che garantisce la vitasulla terra e consente allepiante di crescere, assorbendoCO2 e trasformandola in ossi-geno e zuccheri, attraverso l’as-sorbimento dell’energia dellaluce solare. La reazione di fo-tosintesi si sviluppa attraversodue fasi, mediante due diversicentri di reazione chimica, chia-mati fotosistemi, ciascuno do-tato di una propria “antenna”solare. Il primo fotosistema, de-nominato PS2, assorbe la lucesolare necessaria per ossidarel’acqua presente nella pianta.Dal processo di ossidazionedell’acqua si ricavano degli elet-troni, che vengono trasportativerso il secondo centro di rea-zione, denominato PS1. Du-rante il trasporto, gli elettroni

perdono energia e permettonocosì la produzione di ATP, ilcarburante per il metabolismodelle cellule. Quando gli elet-troni hanno raggiunto il PS1,inizia la seconda fase del pro-cesso di fotosintesi. L’antennasolare del PS1 assorbe altraluce, a una lunghezza d’ondadiversa da quella del PS2 e con-

verte ATP ed anidride carbo-nica in carboidrati. A partiredagli studi condotti, gli scien-ziati hanno potuto analizzaretutte le fasi dell’assorbimentodella luce da parte delle piantee la sua trasformazione in ener-gia chimica, un processo che sisvolge in tempi misurabili in pi-cosecondi (millesimi di miliar-

desimi di secondo). L’analisi delprocesso ha permesso di verifi-care come la fotosintesi differi-sca a seconda della faseevolutiva degli organismi. Adifferenza degli organismi uni-cellulari, come alcune alghe,l’antenna del PS1 nelle foglieha difatti sviluppato la capacitàdi assorbire i fotoni lasciati pas-

sare dagli strati superiori. Poi-ché nei fotobioreattori (sistemicolturali ottimali per la crescitadi microrganismi fotosintetici,ndr) vengono utilizzate alghead alto livello di concentrazionecellulare, la filtrazione dellaluce diventa simile a quella chesi trova nelle foglie delle piante.I ricercatori sono pertanto al la-voro, per trasferire alle algheunicellulari un “sistema an-tenna” simile a quello dellepiante. Ciò consentirà allealghe di crescere più facilmenteanche nei fotobioreattori indu-striali, idonei a trasformarle inmaterie prime preziose per larealizzazione di biocombusti-bili. Attualmente, i fotobioreat-tori industriali non sonoabbastanza efficienti, proprioperché contengono una quan-tità ridotta di alghe, che non ri-paga i costi di gestione e dicostruzione degli impianti. Lascoperta effettuata consenti-rebbe invece di ottimizzarel’energia prodotta e di utiliz-zare la biomassa residuale perla produzione di etanolo e bio-gas. Utilizzando terreni margi-nali, ma comunque idonei allaproduzione delle alghe, nonverrà sottratto suolo alle produ-zioni agricole, come accade in-vece per i biocombustibili dacolture tradizionali. Ros.Fa.

Due giovani ingegneri francesihanno lanciato una sfida: attra-versare il canale della Manicain un sottomarino spinto sol-tanto a pedali, per esaminareda vicino i fondali e sensibiliz-zare alla loro tutela. Così, l’av-ventura di Antoine Delafarguee Michel de Lagarde, ingegneriappassionati di mare e con unpassato da militari in marina,ha avuto inizio il cinque agostodal porto inglese di Plymouthed è terminata il dodici agostosulle coste transalpine, precisa-mente a Saint-Malo. Per tutto iltempo, i due sportivi sono rima-sti immersi e si sono alternatialla “guida” dell'insolito veicolo,il Poisson Pilote, pedalandoogni giorno tanto quanto un cor-ridore del Tour de France. Adaccompagnarli nel loro pazzescoviaggio, c’erano due velieri, cheli hanno monitorati e supportati

solcando l’oceano in superficie.Come hanno ben sottolineatosul sito del progetto, la propul-sione umana è una sfida alleleggi della fisica ma anche latecnica per la concezione delloro particolare sottomarino. Sisono allenati fino allo stremodelle forze ed hanno affermatoche hanno focalizzato la loro at-tenzione sulle performance

idrodinamiche del sottomarino,in particolare con un guscioesterno fatto di materiali com-positi. Insomma, gli errori diprogettazione li hanno pagati in“sudore e muscoli”. “Poisson pi-lote” è un sogno che è diventatorealtà. Per i due giovani appas-sionati di mare questa sfida èstato un tentativo di sensibiliz-zare l’opinione pubblica fran-

cese ei confronti del delicatis-simo tema della tutela dei fon-dali marini in aree in cuil’attività umana si fa più sen-tire. Per secoli la Manica ha nu-trito le regioni densamentepopolate che la circondano: cor-renti tra le più potenti almondo, coste irregolari e unclima temperato hanno soste-nuto la sua biodiversità. Così silegge sulla pagina web, ricor-dando gli ampi dibattiti in corsosulla sua tutela. È cosa risaputache l'opinione pubblica abbia unimportante ruolo da giocare.Per questo, dati e immaginidella spedizione in tempo realesono stati condivisi costante-mente online, sul sito ma anchesulle pagine Facebook e Twitterdel progetto, divenendo poipunto d'appoggio per realizzareprogrammi educativi mirati pergli studenti da un lato e l'altro

della Manica. Un percorso cheproseguirà ben oltre la setti-mana della traversata, e cheper tutto l'anno successivo viag-gerà sotto forma di mostra negliacquari, centri marini e scuoleche accetteranno di accoglierlo.Dunque, sono stati sette giorni,durante la quale i due francesitemerari sono stati immersi nelbuio totale dei fondali marini.Nel corso della traversatal’equipaggio non è mai risalitoin superficie. Una sfida fuori dalcomune che ha visto protagoni-sti l’uomo e la natura in per-fetta simbiosi ed in perfettoequilibrio, con lo scopo di met-tere in risalto sicuramente lebellezze che la natura ci offre,ma anche e soprattutto di porrel’accento sulla difesa della bio-diversità senza invadere gli ha-bitat naturali con attivitàdistruttive ed invadenti. A.P.

Le piante non sprecano energia

Attraversare la Manica con un sottomarino a pedali

Realizzato uno studio che rivela i segreti della fotosintesi e il meccanismo di “risparmio”

Due ingegneri francesi e la loro sfida per la salvaguardia dei fondali marini

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Antonio Palumbo

Il paesaggista tedesco An-dreas Kipar, nato a Gelsenkir-chen, in Germania, nel 1960,vive e lavora tra Milano ed ilbacino industriale della Rhur.La sua opera rappresenta oggiuna delle più significative delpanorama mondiale ed è so-prattutto da rimarcare la no-tevole capacità di interpre-tazione dei luoghi che questoautore riesce ad esprimere,rapportando al meglio ogniproprio intervento con il conte-sto per il quale esso è pensatoe realizzato. Dopo la fondazione dello stu-dio KLA, in Germania, e dellasocietà LAND, a Milano, hapartecipato a numerosi con-corsi e progetti di riqualifica-zione ambientale. È stato incaricato degli inter-venti per la ricostituzione delverde storico in molte città,tra cui Milano, Cagliari, Pia-cenza, Reggio Emilia, Essen.Molto attivo anche nel campodell’insegnamento, Kipar è do-cente di architettura del pae-saggio presso il Politecnico diMilano: ha inoltre tenuto se-minari e lezioni di PublicSpace Design in molte univer-sità (Dresda, Venezia, Zurigo,Versailles, Dortmund). ConLAND sono molti i progettirealizzati e le partecipazioni aconcorsi. Si segnalano opere digrande impatto paesaggistico,quali: l’insediamento produt-tivo della Fassa Spa, tra le col-line del Monferrato; lavalorizzazione del paesaggio

di Langa; i nuovi uffici dellaDiesel a Breganze, sulle col-line vicentine. Importanti imasterplan del Carso trie-stino, della Valle del Sacco(Frosinone), di Assemini, deiRegi Lagni a Castelvolturno.Per l’altopiano del Carso, inparticolare, Kipar ricerca unmodello di riqualificazione ter-ritoriale e di valorizzazionedelle risorse esistenti, che fanascere e rende indispensabile

un progetto organico, esteso sututto il territorio carsico e ca-pace di cogliere le potenzialitàdi ogni elemento costitutivodei luoghi che lo compongono.Qui, più che altrove, l’autoretedesco evidenzia la riscopertadi paesaggi perduti, o rimastiper lungo tempo nascosti, iquali, attraverso un potenzia-mento del sistema territorialee paesaggistico ed un’attentastrategia di comunicazione,volti ad aumentarne la cono-scenza, potranno diventareelementi di notevole attra-zione culturale per tutti.«Sempre più siamo chiamati apensare al paesaggio urbano -afferma Kipar. Per questo ser-vono risposte radicali di frontea domande altrettanto radi-cali. Il paesaggio è l’elementodi vivibilità che garantiscecondizioni di qualità della vitamigliori e, nel contempo, inte-gra il contesto esterno, come ilterritorio agricolo o boschivo,al verde urbano. E oggi il cit-tadino è prontissimo a riap-propriarsi dello spazio e delpaesaggio, sono le ammini-strazioni che non tengono ilpasso. Il problema riguardaprincipalmente il tempo delledecisioni. Basti pensare che aMilano, per piantare un al-

bero, serve un numero elevatodi permessi; al contrario, aNew York, visitando un sitoweb che fa riferimento all’am-ministrazione cittadina(www.milliontreesnyc.org), sipuò decidere dove farlo equell’albero viene piantato.Inoltre, in Italia non esistonoformat che definiscano tempi,modalità e obiettivi dai quali èpossibile partire per lavorarein modo coordinato, strumenti

intermedi che consentano dimettere in rete interventi di-versi. A Berlino, con la Com-missione “Tempelhof”, stiamolavorando su 300 ettari di ter-ritorio nel centro della città,con concorsi e dibattiti, ben sa-pendo che, nel 2017, si terràl’Esposizione internazionaledel paesaggio e, nel 2020, unagrande mostra dedicata a Ber-lino città capitale delle energierinnovabili».

Andreas Kipar: il paesaggio alla riconquista dello spazio

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

L’attenzione del governo versole tematiche relative al terri-torio vesuviano trovava dei ri-scontri anche in alcuniprovvedimenti semplici ma si-gnificativi tra Settecento e Ot-tocento: nel 1757 un appositobando vietava di cacciarenelle falde delle due monta-gne di Somma e del Vesuvio.Molto significativa anche unapubblicazione successiva cheoggi potremmo considerareutile in merito alle problema-tiche legate alla tutela del-l’ambiente: un vero e proprio“manuale forestale”, infatti,stampato nel 1858, poteva es-sere considerato una “summa”di tutte le normative esistentiin quel tempo in questo set-tore. Molto precise le normerelative, ad esempio, a “rimbo-schimenti e rinsaldimenti per-ché non si cambi nel tempo lanatura dei boschi”. Ampio il“corpus” di contravvenzioni: letariffe “dei prezzi degli alberiper i casi di reati forestali”prevedevano “9 carlini ilpalmo di circonferenza da mi-surare nella parte inferioredel tronco dell’albero reciso omutilato, nel caso di piantefruttifere o riservate per co-struzioni navali”…Tra i doveri principali deiguardaboschi figuravano l’ob-bligo di “scorrere i boschi chesono affidati alla sua custodiaed anche di notte qualorafosse necessario”; quello di“invigilare che non si mettessefuoco alle stoppie prima del dì15 agosto e che non si brucias-sero nei terreni vicini ai bo-schi al di là di palmi 400”;quello di “denunciare qual-siasi menomo disboscamentoo dissodamento”. I guardabo-schi portavano una divisa “conabito bleu (per i brigadierilungo, per le guardie corto),paramani e collare scarlatto ebottone di metallo bianco incui sono impressi un gigliosormontato da una corona(per i guardaboschi di stato) ole iniziali del comune (perquelli comunali)”. Erano pre-viste delle “brigate mobili” conun brigadiere e quattro guar-die per “girare continuamentei boschi” e la regolamenta-zione era talmente ferrea cheesistevano delle norme preciseanche per il “martello pelmarchio degli alberi, in un

astuccio con due chiavi e dautilizzare per marchiare al-beri di limite, dei tagli misu-rati, di speranza e di seme…”.Sempre in materia di tutela evalorizzazione delle risorseambientali risultano diversiprovvedimenti relativi alleacque minerali rinvenute sianei pressi del Vallone del Sa-

cramento (Ferdinando II co-struì l’ingresso alle due fonti ele convogliò verso Portici eNapoli) che alle falde del Ve-suvio (“acqua termo-mineraleNunziante con le sue facoltàsalutifere”). Un’attenzione si-gnificativa fu riservata anchead una altro settore che finoad allora era stato poco disci-

plinato e spesso al centro diproblemi: quello delle guideturistiche. Un apposito statuto con 9 ar-ticoli fu pubblicato verso lametà dell’Ottocento e preve-deva un grado di preparazioneculturale accettabile, unaspetto esteriore dignitoso, unlivello di costi “calmierato”. E

la disciplina in tal senso nondoveva essere molto diffusa sedalla metà del Settecentounico riferimento per i viag-giatori era stato un eremo co-struito sulla collina delSalvatore (in seguito inglo-bato nell’Osservatorio) pressoil quale un frate francese(“frate Claudio”) e i suoi “suc-cessori” provvedevano allaguida, alla ristorazione, allavendita di prodotti tipici(frutta, formaggi o LacrymaChristi) e ad alimentare gua-dagni non sempre onesti e leg-gende comunque affascinanti.Strettamente legate ai grandiviaggiatori e al clima che siera creato in quegli anni ri-sulta la famosa e diffusa tra-dizione dei vedutisti, degliillustratori e degli autori dellestesse gouaches: da LuigiVanvitelli a Goethe, da PietroFabris al grande Hackert, ilVesuvio è quasi sempre prota-gonista di fogli e di tele. E l’in-teresse anche commercialeera tale che nel 1782 Ferdi-nando IV aveva cercato di cre-arne un monopolio per laproduzione affidato a XavierDella Gatta, ad AlessandroD’Anna e alle officine artisti-che reali ma dopo poco tempogouaches senza brevetto realee di contrabbando avrebberoinvaso il mercato.

(Quarta parte)

Il Vesuvio e le sue storieMolto precise le norme relative a “rimboschimenti e rinsaldimenti perché non si cambi nel tempo la natura dei boschi”

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Domenico Matania

Palazzo San Giacomo, sede del-l'amministrazione comunalenapoletana, ha una affasci-nante storia che merita di es-sere conosciuta ai napoletani eai turisti che transitano daPiazza Municipio. È per questoche il Comune di Napoli orga-nizza con una cadenza bisetti-manale delle interessanti visiteguidate all'interno del Palazzo,che consentono di conoscere piùda vicino le vicissitudine stori-che e architettoniche dell'edifi-cio e di entrare a contatto conl'amministrazione comunale. Altermine delle visite, infatti, ilSindaco di Napoli accoglie i vi-sitatori coinvolgendoli in inte-ressanti dibattiti pubblici. Ma conosciamo più da vicino lastoria di Palazzo San Giacomo.L’edificio fu realizzato tra il1816 e il 1825 dagli architettiStefano e Luigi Gasse, per vo-lontà di Ferdinando I di Bor-bone che in quel luogo decise diriunire tutti i ministeri del

Regno delle Due Sicilie, al-l'epoca dislocati in varie sedi. Il primo ministro Luigi de' Me-dici affidò inizialmente l'inca-rico di progettare il nuovoedificio agli architetti Antoniode Simone, Vincenzo Buono-core e Stefano Gasse con un de-creto reale del 18 giugno 1816.

Tuttavia fu solo Stefano Gasse,insieme al fratello Luigi, an-ch'egli architetto, a renderlo ef-fettivo. Perchè San Giacomo?L'area designata per la nascitadel palazzo apparteneva allacongrega dei nobili spagnoliche aveva sede nella chiesa diSan Giacomo degli Spagnoli.

I ministeri ospitati erano sette:Presidenza e Affari Stranieri,Grazia e Giustizia, Affari Ec-clesiastici, Polizia Generale,Guerra, Marina e Finanze.Erano altresì ospitati la Borsadei Cambi, il Banco delle DueSicilie (poi Banco di Napoli), laPrefettura di Polizia (poi Que-

stura), la Gran Corte dei Contie altre funzioni.Quando terminarono i lavori,Palazzo San Giacomo era unodegli edifici più estesi d’Europacon 816 stanze e 10 corridoi. Gliarchitetti ovviarono anche alladifferenza di quota tra via To-ledo, più alta, e il largo di Ca-stello, più in basso: realizzòinfatti nella facciata dell’at-tuale Piazza Municipio un altobasamento bugnato, che com-prendesse anche la chiesa diSan Giacomo (altro problema)la quale, abbattuta la facciata,fu inglobata nell'edificio, an-dando a costituire uno dei treportali presenti sulla facciata,precisamente il terzo da sini-stra. Su entrambe le vie late-rali Gasse impostò due portalidi accesso. Dopo l‘Unità d’ItaliaPalazzo S. Giacomo ha subìtouna serie di trasformazioni, daofficina degli affari politici, eco-nomici, sociali e culturali ditutto il Mezzogiorno, infatti, èdivenuto sede del Comune diNapoli.

Rossella Femiano

Il Cilento incanta con il granpalcoscenico di piccoli villaggiseducenti che custodisce… cia-scuno con la propria persona-lità, la propria anima ed arte divivere. Il fil rouge? Il segretodella lentezza che ben si co-niuga con un riconosciuto “eli-sir di lunga vita”: la DietaMediterranea, Patrimonio Cul-turale Immateriale dell’Uma-nità dell’Unesco dal 2010. Unomaggio ad Ancel Keys, l’epi-demiologo statunitense che haeffettuato ricerche per oltre 40anni su questo tipo di alimen-tazione, non poteva che venireda Pioppi, frazione del comunedi Pollica, una delle sette co-munità emblematiche dellaDieta Mediterranea indivi-duate in sede di dichiarazioneUnesco (la c.d. dichiarazione diChefchaouen) dove lo scien-ziato ha soggiornato, è vissutoed ha studiato. Il“Museo Vi-vente della Dieta Mediterra-nea” di Pioppi (www.ecomuseo-dietamediterranea.it), collocatonel meraviglioso Palazzo Vin-ciprova, gestito insieme al

“Museo Vivo del Mare”, da Le-gambiente, rientra nella retedell’Ecomuseo della Dieta Me-diterranea.Un Ecomuseo (o museo diffuso)è un “territorio caratterizzatoda ambienti di vita tradizio-nali, patrimonio naturalistico estorico-artistico particolar-mente rilevanti e degni di tu-tela, restauro e valorizzazione”e, secondo la definizione del-l’archeologo Huges de Vareine,si fonda su: patrimonio, territo-rio e comunità.Il Museo Vivente della DietaMediterranea è un laboratoriopermanente intergenerazio-nale dovela “ricerca del tempo

perduto” proustianadei “figli”si incontra con lavoglia di tra-mandare il sogno dei “padri” inun connubio sublimeche valo-rizza uno stile di vita ispiratoalla sana alimentazione, al ri-spetto dell’ambiente e dellacultura locale.Cinque sale espositive, conpannelli descrittivi e video; lasala per la pasta fatta in casa,con video tutorial delle massaiecilentane; la biblioteca perso-nale di Ancel Keys (donatadalla famiglia al Comune diPollica) e tante iniziative disuccesso, tra le quali, l’appenaconcluso “Festival della DietaMediterranea”.

Quando nacque Palazzo San Giacomo?

Basta solo un euro pernutrirsi di arte e bellezzaRosa Funaro

Se avete desiderio d’arte, dibellezza, di cultura, e avetevoglia di sentire quel generedi emozioni che restano ap-piccicate addosso, per lungotempo, senza darvi tregua,respiro, non viaggiate lon-tano, rimanete a Napoli,basta una moneta!Fino al 29 settembre, il gio-vedì sera, il Museo di Capo-dimonte è aperto al pubblicoanche la sera , con un bi-glietto d’ingresso a solo uneuro. Questa è un’occasione dav-vero speciale, che vi permet-terà, dopo una fresca erilassante passeggiata nelverde del Bosco di Capodi-monte, di immergervi inuna delle più importanti“dimore” d’opere d’arte. Tra i tanti i capolavori chepotrete ammirare nell’an-tico palazzo partenopeo: lasfarzosa tavola di SimoneMartini, la luce dipinta diCaravaggio e poi la Colle-zione Farnese, con le mera-viglie realizzate da Tiziano,

Michelangelo, Raffaello,Botticelli e i Carracci. Rac-colta questa che fu trasferitaa Napoli da Carlo di Bor-bone, figlio di Elisabetta, ul-tima discendente deiFarnese. Nella prestigiosecamere del Museo potrete,inoltre, scoprire prezioseambre, bronzi, cristalli dirocca, maioliche, argenti emolti altri materiali sceltiper la loro rarità. Le sale dell’AppartamentoReale, si illumineranno pervoi, catapultandovi nel glo-rioso tempo che fù, tra i ri-tratti dei re, le decorazioni egli arredi, le porcellane diCapodimonte e l’eccezionaleSalottino di Porcellana.

Il Museo Vivente della Dieta Mediterranea

Lo storico edificio fu costruito dai Borbone tra il 1816 e il 1825

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Fabio Cuoco

È divenuto in pochissimo tempoun vero e proprio tormentone,sia a causa alla spietata quantocostosa campagna mediaticamessa in atto dal Ministerodella Salute sia dal malumore edai dissensi che la campagnastessa ha destato sui social, finoa raggiungere le pagine perso-nali di celebrità, una su tutte,quella noto scrittore Roberto Sa-viano. Ma prima di cercare dicomprendere i motivi dell’indi-gnazione del popolo di internetall’iniziativa governativa messain atto dal Ministro, BeatriceLorenzin, è doveroso analizzaree conoscere nel dettaglio ciò chesta passando alla storia come“Fertility Day”. Questa inizia-tiva nasce da un documento delMinistero della Salute, chia-mato “Piano nazionale per lafertilità”, un atto di 137 paginepubblicato nel maggio delloscorso anno. Quest’ultimo pre-vede, oltre alla realizzazionedell’evento, anche corsi edeventi appositi, campagne suigiornali e nelle scuole. Il primoobiettivo del piano, dunque, èquello di “informare i cittadinisul ruolo della fertilità nella lorovita, sulla sua durata e su comeproteggerla evitando comporta-menti che possano metterla a ri-schio”, come si legge espli-citamente al primo punto deldocumento costitutivo.Il Fertility day si svolgerà, salvo

eventuali rinvii, il giorno giovedì22 settembre in quattro cittàitaliane, Roma, Bologna, Pa-dova e Catania, nelle quali ver-ranno organizzate tavolerotonde con esperti in materia,operatori sanitari, rappresen-tati di ordini professionali ed as-sociazioni per discutere, perl’appunto, il tema della fertilità.ale progetto non è certamente ilprimo che si svolge nel mondo:già Irlanda e Nuova Zelanda inpassato, infatti, hanno messo inatto il proprio “Fertility day”,sebbene indirizzato a chi sof-frisse d’infertilità. E allora, per-ché tanto scalpore ha destatol’evento made in Italy?Di certo, la prima motivazione èquella legata alla campagnamediatica: gli slogan scelti dalMinistro Lorenzin e dal suostaff, come “La bellezza non haetà, la fertilità sì”, appaionocome evidenti pressioni, sulledonne non ancora mamme, allaprocreazione, indipendente-mente dalle situazioni socio-eco-

nomiche in cui le stesse vivono.La campagna, infatti, incita allaprocreazione, senza però tenerconto delle evidenti difficoltà fi-nanziarie in cui si trovano granparte delle famiglie italiane daqualche anno a questa parte:come si fa a mettere al mondouna vita se poi non si ha la cer-tezza di poterla far vivere digni-tosamente? Altri cibernautipongono l’accento sul carattereun po’ “vintage” della campa-gna: ad alcuni ricorda una delletante leggi imposte durante ilfascismo, ad altri, come lo scrit-tore Saviano, ci fanno tornareindietro addirittura al Me-dioevo. Ulteriore motivo di di-sappunto è stato, senz’altro, ilcosto sostenuto dallo stato perquesta campagna: 113 milaeuro, un gruzzolo che, parados-salmente, anziché venir spesoper pubblicizzare la necessità diaumentare il tasso di natalità,sarebbe stato più utile per con-tribuire a sostenerlo, senza pro-clami.

Fertility-day: cos’è e perché fa tanto discutere

Tina Pollice

L’iniziativa di celebrare unagiornata di preghiera per laCreazione di Dio, il 1 settem-bre, che nella tradizione bizan-tina è l’inizio dell’AnnoEcclesiale, è nata nel 1989 dalPatriarca ecumenico Dimitrios.In questa stessa linea, nel 2015Papa Francesco ha deciso che il1 settembre venisse celebratala Giornata Mondiale di Pre-ghiera per la Salvaguardia delCreato nella Chiesa cattolica ecosì anche per protestanti edanglicani. Secondo il Vangelorispettare la creazione non si-gnifica soltanto proteggere esalvaguardare la terra, l’acquae le altre componenti del

mondo naturale ma ancheesprimere rispetto per gli es-seri umani che condividonoquesti doni e ne portano la re-sponsabilità. Non possiamo ar-renderci o essere indifferentialla perdita della biodiversità ealla distruzione degli ecosi-stemi. Ascoltiamo il grido dellaterra. Questo, il monito lan-ciato da papa Francesco. Dio ciha fatto dono di un giardino ri-goglioso, ma lo stiamo trasfor-mando in una distesainquinata di macerie, deserti esporcizia. Il nostro Paese è se-gnato in molti modi dalla vio-lenza che degrada lacreazione:si pensi ai numerosicasi di inquinamento nellecittà, che mettono a rischio la

salute e la stessa vita di molti,quasi sempre i più fragili, i piùpoveri, gli esclusi. Si pensi al-l’avvelenamento di tanti terri-tori a seguito di praticheindustriali non sempre ade-guatamente controllate; alletante morti, di cui magari sicomprende la causa solo dopoanni. Si pensi agli effetti deicambiamenti climatici che por-tano alla crescita dei cosiddetti‘migranti ambientali’ e al loroimpatto sui cicli delle stagionie sulla produzione agricola;alla violenza di tanti eventimetereologici estremi: un pro-blema globale con gravi impli-cazioni ambientali, sociali,economiche, distributive e poli-tiche che costituiscono una

delle principali sfide attuali perl’umanità. C’è, quindi, un gridodella terra che va ascoltato conattenzione, nella varietà deisuoi aspetti, che chiama ogniessere umano, in modo partico-lare i credenti, alla cura dellacasa comune. Si esprime in unprofondo ripensamento del mo-dello di sviluppo, così come nelrinnovamento degli stili di vita.La sfida è quella di superare lacultura dello scarto, che troppospesso pervade sia la vita so-ciale che quella personale, perorientarci ad un modello circo-lare, che limiti decisamente ilconsumo di risorse e la produ-zione di inquinanti. Si tratta dicostruire un’economia sosteni-bile capace di promuovere il la-

voro umano in forme che custo-discano la casa comune. Menodi un anno fa, si è svolta a Pa-rigi la Conferenza mondialesull’ambiente, Cop21, e anchein quell’occasione la voce dellechiese si è levata forte per chie-dere ai potenti e ai grandi delmondo un’inversione di rottaper ridurre drasticamente leemissioni inquinanti e il riscal-damento globale che mette inpericolo la vita di milioni dipersone soprattutto in Africa eAsia. Il vertice di Parigi ha rag-giunto un accordo positivo sot-toscritto da 195 Paesi chedovrà essere ratificato e appli-cato. Le chiese, tutte, esigonoche gli impegni presi a Pariginon vengano disattesi.

La giornata mondiale di preghiera per il Creato

Giocare è un modo straordinariamente efficace per coinvolgerele persone in un’attività, o stimolare l’interesse verso un temaaltrimenti complesso o poco stimolante. La tecnica della “ga-mification”, piuttosto recente (2010) ma largamente sfruttata,ne è un esempio. È nato così Ice Flows, un videogioco dedicatoallo scioglimento dei ghiacci antartici che aiuta a comprendereil ruolo del cambiamento climatico nel riscaldamento del pia-neta. È il frutto del lavoro congiunto tra i ricercatori della Uni-versity of Exeter, gli sviluppatori di Inhouse Visuals andQuestionable Quality e il British Antarctic Survey. La primacosa da fare è scegliere un pinguino, per poi avventurarsi suighiacci. Proprio come nei modelli usati nella ricerca scientifica,possiamo scegliere se aumentare la quantità di neve che cadea formare lo strato di ghiaccio o aumentare le temperature,dunque causare il riscaldamento globale. Far sciogliere lostrato di ghiaccio in punti precisi permette ai pinguini di rag-giungere i pesci e nutrirsi, ma attenzione: una temperaturatroppo alta farà precipitare il terreno sotto alle zampe dei mal-capitati uccelli, rischiando di farli finire tra le fauci di una focaleopardo. Andando avanti nel gioco guadagneremo del “denaroantartico” che ci permetterà di comprare nuove specie di pin-guini, per esempio il pinguino di Gentoo. Superando i vari li-velli, tra ghiaccio precario e predatori famelici, vediamo comediverse aree dell’Antartide rispondono ai cambiamenti clima-tici. Viene certo da chiedersi: nel 2016 abbiamo ancora bisognodi studiare nuove strategie comunicative e trovare nuovi canaliper comunicare il cambiamento climatico e i suoi effetti al pub-blico, di qualsiasi età? Purtroppo si, ancora molti infatti, per-cepiscono il cambiamento climatico come un fenomeno in corso,ma che non li riguarda direttamente. In fondo è lontano, in An-tartide, ce ne vorrà di tempo prima che impatti davvero la no-stra vita (sbagliato!). I.B.

“Ice Flows”: un videogiocosull’effetto serra

L’iniziativa del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

Per raccontare i danni provocati in Antardide

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Cristina Abbrunzo

La cosa più affascinante del fu-turo è che nessuno è in gradodi predirlo in modo certo, maallo stesso tempo tutti pos-siamo farci un’idea di quelloche potrebbe essere. Dalla ri-voluzione industriale inavanti, però, questo esercizio èdiventato ancora più difficile,perché le cose oggi cambiano inmodo molto più rapido e im-prevedibile. La storia dellastampa rappresenta un ottimoesempio, per illustrare questateoria. Dall’industrializzazionedel suo processo, iniziata ametà del 1400, con l’invenzionedel procedimento basato suicaratteri mobili di JohannesGutenberg, ci sono voluti secoliper vedere vere e importantiinnovazioni. Ma nell’arco dipochi decenni si è passati dallasola stampa tipografica allelaser negli uffici e nelle case.Una importante evoluzione nelcorso degli ultimi anni è senzadubbio rappresentata dallastampa 3 D. La stampa 3D, in-sieme ad altre poche ma di-rompenti tecnologie, staavendo un impatto molto ele-vato sulla vita delle persone ecerto, non cambierà il mondoda sola, ma permetterà allepersone di guardarlo con occhidiversi, recuperando indipen-

denza e capacità di produrre inproprio un numero molto ele-vato di oggetti. L'invenzionedella stampa 3D sta pren-dendo piede in modo determi-nante in molteplici settori, dalcampo medico all'architettura,dalla moda al design, al mani-fatturiero in generale, ma lavera rivoluzione è l’idea di im-maginare una stampante 3presente in ogni casa e allaportata di tutti. Un’idea che si

è trasformata in un vero e pro-prio progetto realizzato da unteam di ingegneri ed artistichiamati M3D. Si tratta diTHE MICRO, una stampante3D piccola ed economica ad usocasalingo. Undici minuti dopoil debutto della campagna di fi-nanziamento su Kickstarter,aperta circa un anno fa, il pro-getto aveva già raccolto i50.000 dollari che rappresen-tavano l'obiettivo minimo per

avviare la produzione. In 24ore la stampante aveva rac-colto quasi 1 milione di dollari.Attualmente è vicina ai 2 mi-lioni, con oltre 5 mila finanzia-tori. La riuscita di questainiziativa indica che l’ideadella stampante 3D in ognicasaè vincente. Il mercatosembra pronto ad accoglierel’arrivo di un prodotto predi-sposto per il consumo dimassa. Il principale punto di

forza di THE MICRO è ilprezzo: può essere acquistata a199 dollari, da un numero li-mitato di sostenitori, e a 299dollari da una fascia più largadi consumatori. Un prezzodieci volte inferiore a quellodelle stampanti sul mercato,già notevolmente contenuti ri-spetto a quelli delle macchinea controllo numerico indu-striali. La convenienza econo-mica però non è il solorequisito a rendere questamini-stampate un macchinarioappetibile ad un’utenza piùampia. L’apparecchio dellaM3D che arriverà al destinata-rio completamente assemblatoè maneggevole, pesa circa 1 kge occupa uno spazio limitato. Èun dispositivo, bello da vederecon un design accattivante, aforma di cubo abbastanza pic-colo da poter essere dispostosulla scrivania di fianco alcomputer. Con THE MICROsarà possibile, in meno diun’ora, stampare da file digi-tali piccoli oggetti, dai vasettidi fiori alle forme per i biscotti,alle cover per i cellulari a pic-coli utensili di uso quotidiano,in vari colori e materiali comeplastica PLA, ABS e Nylon aduna risoluzione compresa tra50-350 micron. Si tratta di un oggetto che ve-dremo in ogni casa davvero nelgiro di brevissimo tempo e chi,oggi, saprà cavalcare que-st'onda si troverà un passoavanti a tutti coloro che, comeal solito, avranno paura di an-dare incontro al futuro.

Stampa 4D: l’ultima frontiera della tecnologia

Se pensavate che la stampa3D fosse l'ultima frontieradella tecnologia, dovrete ricre-dervi ed aggiornarvi. Le possi-bilità enormi che offre questosettore sono sotto gli occhi ditutti, grazie a nuove applica-zioni e traguardi impensabiliche riempiono le cronache concadenza quasi quotidiana. Maproprio perché si tratta di uncampo che si rinnova conti-nuamente, adesso c'è un nuovosviluppo del quale tenereconto. E questo sviluppo sichiama stampa 4D.Proprio come nel mondo dellafisica, anche in quello dellastampa la quarta dimensioneè il tempo. Il risultato? Oggettitrasformabili che si adattanoai cambiamenti esterni, ri-spondono agli stimoli e spia-

nano la strada a una serie po-tenzialmente infinita di appli-cazioni nei campi più diversi.Si tratta di un concept svilup-pato da un team di scienziatidel Wyss Institute for Biologi-cally Inspired Engineering del-l’Università di Harvard. Di norma, una stampante tri-dimensionale sfrutta un mo-

dello 3D disegnato al computerper sviluppare una serie distrati in sezione trasversale,che vengono poi stampati l'unosopra l'altro per generare l'og-getto fisico. Da alcuni anni lestraordinarie funzionalitàdella stampa 3D hanno tro-vato terreno fertile un po'ovunque, dall'ambito medico aquello aerospaziale, favorendoanche la nascita di una comu-nità sempre più ampia dimaker casalinghi. Il gruppo discienziati statunitensi ha pen-sato di spingersi oltre, aggiun-gendo la quarta dimensione: iltempo. Più precisamente,l'idea è di progettare oggetti3D che, una volta stampati,siano in grado di assumerenuove forme in fase di postproduzione, sotto l'influenza di

stimoli esterni forniti ad esem-pio dall'acqua o dal calore. Lacapacità del materiale di evol-vere la sua struttura neltempo fa sì che la tecnicavenga definita 4D. Dato che èpossibile utilizzare materialiche reagiscono all'ambiente incui si trovano, si possono alloraipotizzare tubi che si espan-dono o si contraggono a se-conda del volume dell'acquache li attraversa, oppure a di-spositivi medici da impiantarenel corpo che sono di dimen-sioni ridotte sino a che nonvengono posizionati, quindi siespandono, rendendo più sem-plici le operazioni chirurgiche.Una nuova frontiera ancora daapprofondire, ma che già ap-pare essere un ennesimo passoverso il futuro. A.C.

The micro: la stampante 3D alla portata di tuttiCompatta, economica e ad uso domestico

Ai confini della realtà, dentro il futuro!

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Felicia De Capua

Il Consiglio di Stato con parere13 luglio 2016, n. 1640 si è pro-nunciato sui profili critici rela-tivi all’istituto del silenzio-assenso tra pubbliche ammini-strazioni (art. 17-bis dellalegge 7 agosto 1990, n. 241, in-trodotto dall’art. 3 c. 1 dellalegge 7 agosto 2015, n. 124,meglio nota come RiformaMadia). La Commissione speciale, ri-chiamando consolidati orien-tamenti della Corte Costitu-zionale (ex plurimis Cortecost., sentenza n. 322 del2009), ha precisato che tale in-tervento di semplificazionedell’attività amministrativa -già riconosciuto nei rapportitra cittadino e amministra-zione (art. 20 L. 241/1990) -può assurgere alla qualifica di“prestazione”, della quale “lanormativa statale definisca illivello essenziale”. L’articolatoquesito che l’Ufficio legislativodel competente Ministero hasottoposto al Consiglio di Statoriguarda i seguenti profili delnuovo istituto: i) l’ambito di applicazione sog-gettivo; ii) l’ambito di applica-zione oggettivo; iii) i rapporticon la conferenza di servizi; iv)le modalità di formazione el’esercizio del potere di autotu-tela. Relativamente alla prima

delle questioni sollevate, i giu-dici di Palazzo Spada hannoaffermato l’applicabilità del-l’art. 17-bis agli enti locali, tracui le regioni. Hanno riferito,altresì, l’applicazione dell’isti-tuto in questione agli organipolitici, rilevando “la naturadell’atto da adottare (ammini-strativo o normativo), non lanatura dell’organo (ammini-strativo o politico)”. Perquanto attiene all’estensionedell’applicabilità del silenzio-assenso alle Autorità Ammini-strativi Indipendenti ilConsiglio di Stato ha confer-

mato la soluzione positiva inconsiderazione della loro na-tura amministrativa ormaipacificamente riconosciuta. Lostesso principio vale per i ge-stori di beni e servizi pubblici,intesi quale pubblica ammini-strazione, secondo la nozione“oggettiva” e “funzionale” inquanto soggetti tenuti ad os-servare, nello svolgimento dideterminate attività o fun-zioni, i principi del procedi-mento amministrativo, aprescindere dalla veste for-male-soggettiva. Infine il Con-siglio di Stato è giunto ad

affermare l’applicabilità del-l’art. 17-bis alle società inhouse titolari di procedimentiamministrativi, considerateanch’esse “pubblica ammini-strazione”, stante “l’assenza diun rapporto di alterità sogget-tiva con l’ente pubblico di rife-rimento”. Riguardo l’ambito di applica-zione oggettivo, la Commis-sione speciale ha chiarito chela norma si applica anche aiprocedimenti diretti all’ema-nazione di atti normativi,in virtù dell’esplicito riferi-mento. È stato altresì preci-

sato che il silenzio assenso“orizzontale” opera, nei rap-porti tra Amministrazioni co-decidenti, “quale che sia lanatura del provvedimento fi-nale”, non dovendo necessaria-mente quest’ultimo appar-tenere alla categoria degli attiautorizzatori. Quanto alla problematica re-lativa all’applicabilità del mec-canismo di semplificazione aprocedimenti diretti alla tu-tela di interessi pubblici pri-mari (tutela ambientale,paesaggistico-territoriale, deibeni culturali e della salutedei cittadini), la formulazionedel c. 3 dell’art. 17-bis non la-scia dubbi interpretativi alConsiglio di Stato: le Ammini-strazioni preposte alla tuteladei suddetti interessi “benefi-ciano di un termine diverso(quello previsto dalla norma-tiva di settore o, in mancanza,del termine di novanta giorni),scaduto il quale sono, tuttavia,sottoposte alla regola generaledel silenzio assenso”. Al ri-guardo giova tuttavia ricor-dare che il Consiglio di Statoha precisato che qualora la ri-chiesta non provenga dall’Am-ministrazione procedente,bensì dal privato destinatariodell’atto, troverà applicazionel’art. 20 L. 241/1990, cheesclude dal suo ambito appli-cativo gli interessi sensibili.

(Prima parte)

Il silenzio assenso tra pubbliche amministrazioniI profili del nuovo istituto nel parere del Consiglio di Stato

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di Andrea Tafuro

Come faccio a salvaguardare imiei affetti dalla corruzione?Sono consapevole che essi sonobeni tanto preziosi quanto de-peribili. Il legame è sicura-mente ciò che di più garantiscela durata degli affetti, permettedi superare le continue crisi chene provocano la dissoluzione.Ma allora perché per ogni purminima relazione da instau-rare si ha paura e ci si affida alperiodo di prova? Cos’è cam-biato? Innanzitutto il modo diintendere la propria identità edi giocarla nelle relazioni so-ciali, per non toccare il solitotema, della relazione affettivastabile tra uomo e donna. Lenostre vite individuali sonoframmentate in un susseguirsidi episodi mal collegati fra loro,si volta pagina di continuo, incerca di nuove emozioni e av-venture, l’eroe è colui che condisinvoltura, passa da un’espe-rienza all’altra in cerca di gra-tificazione istantanea. Spessoda un lontano passato, sentoriecheggiare parole antichecome servizio, ospitalità. Conqueste parole osava esprimersila giovane defunta, scomparsaprematuramente: la gentilezza.La cara estinta non richiedevasacrifici particolarmente eroici,solo un po’ di umanità, in-somma una pennellata digrasso lubrificante sugli ingra-naggi esistenziali. Ahimè! Nonc’è più niente da fare, sono solosegnali provenienti dall’aldilà.Si vocifera che nelle relazionisentimentali sono ricordateforme occasionali di gentilezzae tenerezza, almeno nellaprima fase. Addirittura dei pel-legrini narrano che residue

tracce si ravvisano in un piccologruppo che ha viaggiato zigza-gando verso Lourdes, non c’è diche preoccuparsi, sono quellerealtà non ancora ingurgitatedall’individualismo dei sospet-tosi e dei miserabili. L’idea chenelle relazioni umane sia an-cora possibile mettersi neipanni degli altri è consideratabizzarra. La totipotenza, la pro-prietà di una singola cellulastaminale di svilupparsi in unintero organismo e persino intessuti extra-embrionali, si èimpadronita delle loro esi-stenze. Ecco il punto! Vedosempre più persone in giro, chesi sentono obbligate a vivere datotipotenti come fossero esseristaminali. Io, piccolo ominidedalle dita opponibili, incurantedi tutto ciò sono riuscito a rea-lizzare il mio sogno sognato, la-sciandomi abitare dalla vitadella sorellanza, ponendomisemplicemente accanto allepersone, agli affetti e alle cose,senza totipotenza, anche se…sono bello, alto, religiosissimo ericco. Per mostrarvi quello chemi è successo mi servo di ottoparole... percorribili. Circum-vallazione, intesa come lastrada che gira tutto intorno a...un aeroporto e lo delimita,penso a un raccordo anularefatto per evitare di passare peril centro, mettendo in contattoil tutto con il tutto in un movi-mento senza sosta che non co-nosce barriere o nicchie. E’ illuogo delle intersezioni e degliintrecci che diventano fusioni etrasfusioni. Ho assaporatol'utopia della fusione, co-struendo un ponte con voi, ioche vivevo nel fossato. Transito.Con lo Zingarelli tra i denti, vidico che etimologicamente

transito significa attraversareun certo territorio più o menovelocemente, raccomandandotutt'al più una breve, sottolineobreve, sosta. Invece, ho capitoche il transito, il passaggio, ilsostare si sono insinuati neltessuto del mio corpo, ne hannoimpregnato i filamenti facili-tando quell’ibridazione nellaquale ho inzuppato i miei giornipassati con voi. Varco. E’ questoil luogo eletto per il passaggio,è apertura, è spaccatura. Intutti e due i casi mi ha riman-dato al superamento del mio li-mite, l’ho fatto tuttavia confatica, poiché è stretto, mi avetedato le forze per farlo. Incrocio.A un incrocio si può anche nonincontrare nessuno, ma ci si

deve fermare prima di attra-versarlo. Sono stato costretto afermarmi, mi sono guardato in-torno, ho visto voi, l’ho dovutoattraversare e non sono piùquello di prima. Frontiera. Lafrontiera chiude, ma al con-tempo ti proietta verso il limiteal fine di superarlo, è il luogodelle avanguardie, c’è veroscambio. Mi sono posto al limitesu questo senso unico, l’ho su-perato per incontrarvi. Ponte.Su un ponte, percorribile nelledue direzioni, ci si può incon-trare, senza nemmeno vedersio non ci si incontra affatto, maognuno va comunque in dire-zione del territorio dell'altro.Un ponte è qualcosa di più diun varco, perché possiamo at-traversarlo liberamente senzaavere in mente di fuggire daqualcosa o da qualcuno. Unponte è il luogo privilegiato diincontro fra identità. È il primopasso per superare il fossato,abbattendo i muri delle catego-rie e delle certezze e costruireun mondo di differenze allac-ciate. Recinto. Al di là di un re-cinto, come al di qua, c'è dellaterra da calpestare. Se non su-periamo l'ostacolo, anche inpresenza di qualcuno che ci im-pedisca di farlo, è perché inmolti casi non vogliamo farlo.Ma da un recinto possiamouscire. Centro. La sua imma-gine più perfetta è l'isola dellaGrotta, con il vostro donarsiavete scritto nel grande libro

della mia vita che siamo dellepenisole piuttosto che isole,perché le penisole sono permetà attaccate alla terrafermae per metà, invece, scrutanol’infinito modo di donarsi. Inquesto contesto il concetto a cuifaccio riferimento è quello cheha origine dalla parola latinamunus, cioè un dono che ob-bliga a uno scambio. L’agget-tivo derivato è communis e staad indicare chi ha in comunedei munia, cioè dei doni dascambiarsi. Communis signi-fica quindi: essere legati in-sieme, collegati dall'essersiscambiati un dono. Il continuoscambiarsi crea un sistema dicompensazione, che quandogioca all’interno di uno stessoambiente determina una comu-nità, cioè un insieme di uominie donne uniti da questo legamedi reciprocità. La categoria fon-dativa del circuito del dono,quindi, non è la gratuità, ma lareciprocità. Ma... c’è sempre unma, la difficoltà di relazione ri-propone il dilemma: battersi ovenire a patti? Qui entra ingioco la redistribuzione. Nellarelazione di reciprocità c'è l'ac-cettazione del rischio, che sipuò dare e non ricevere quandosi chiede. Ma è un rischio che sipuò annullare solo con la fidu-cia nell'altro, per inaugurareun mondo che ridistribuisce fu-turo, nella misura in cui i nostridoni riescono a dare reale so-stanza alla speranza.

DI VERA SORELLANZA, DI VIAGGI ZIGZAGANTI“Mannaggia i cani di cancello” Diamante R. Montagna

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Il chiostro piccolo della Chiesa di Santa Caterina a Formiello a Napoli, torna a “vivere” grazie a un progettodella Fondazione Made in Cloister. La destinazione d’impiego dello storico complesso, non sarà quella origi-naria, ma la forma, la magia del luogo e le tracce artistiche ed architettoniche del tempo che fu, sono ancoraintatte. La costruzione della Chiesa madre, risale ai primi anni del 1500. Di grande importanza è la cupola:bella, slanciata e con lesene corinzie in piperno. Nel XIX secolo il sito fu trasformato da Ferdinando di Borbonein opificio per la produzione di lana e di divise militari. Da quel momento il Chiostro e l’area, poi denominata“Lanificio”, diventarono una fabbrica che diede lavoro a più di quattrocento persone e divenne, in poco tempo,uno degli esempi più virtuosi di attività industriale dell’epoca. Nella parte centrale del Chiostro piccolo, vennecostruita una copertura in legno. Essa rappresenta, ancora oggi, un ulteriore elemento di fascino: una mera-vigliosa capriata lignea centrale, di impianto e dimensioni eccezionali, raro esempio di archeologia industrialeborbonica mantenutasi praticamente intatta. Dall’Unità d’Italia in poi, quella che era stata una delle piùimportanti opere architettoniche rinascimentali della città prima e, un ottimo modello di insediamento in-dustriale virtuoso poi, diventa un’area “dismessa”. Inizia, infatti, un progressivo e inesorabile degrado siadelle strutture che degli insediamenti produttivi e artigianali che avevano fino a quel momento connotatol’intera area. Il progetto di restauro e riqualificazione del chiostro piccolo, voluto dalla Fondazione, è partitonel 2012. L’intento è quello di realizzare uno spazio espositivo, un centro creativo e culturale, che coniughi letradizioni del luogo e l’arte contemporanea: un luogo di incontri, di sperimentazione e “produzione”, dove ar-tisti e designer potranno interagire e lavorare con i maestri artigianali napoletani, per forgiare un prodottonuovo e identitario . Le attività del nuovo polo sono iniziate da subito, nonostante i lavori di manutenzionee rifacimento siano ancora in corso: fino al 30 settembre, infatti, è possibile visitare gratuitamente il chiostroe la mostra di Laurie Anderson, artista e scrittrice statunitense, moglie del grande Lou Reed. F.L.

Il Chiostro di Santa Caterina a FormielloTorna a “vivere” l’antico opificio dei Borbone