UNA MAPPATURA DELLE ATTIVITÀ, DEI BISOGNI E DELLE … · Alla richiesta di identificare quali sono...

18
UNA MAPPATURA DELLE ATTIVITÀ, DEI BISOGNI E DELLE CRITICITÀ A cura di Alessandra Campani, Letizia Lambertini e Associazione Il progetto Alice

Transcript of UNA MAPPATURA DELLE ATTIVITÀ, DEI BISOGNI E DELLE … · Alla richiesta di identificare quali sono...

UNA MAPPATURA DELLE ATTIVITÀ, DEI BISOGNI E DELLE

CRITICITÀ

A cura di Alessandra Campani, Letizia Lambertini e Associazione Il progetto Alice

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

2

INDICE

Introduzione ............................................................................................................................................ 3

1. La prospettiva degli enti locali ............................................................................................................ 4 1.1 Distribuzione geografica, motivazione e ambiti di intervento ..................................................... 4 1.2. Contesti educativi, tipologie di intervento e soggetti attuatori .................................................. 6 1.3 Bisogni e nodi problematici .......................................................................................................... 8

2. La prospettiva delle scuole ................................................................................................................. 9 2.1 Ordini di scuola, distribuzione geografica e ambiti di intervento ................................................ 9 2.2 Tipologie di attività e soggetti attuatori ..................................................................................... 11 2.3 Bisogni e nodi problematici ........................................................................................................ 12

3. La prospettiva del privato sociale ..................................................................................................... 14 3.1 Tipologia e distribuzione geografica delle associazioni e ordini di scuola ................................. 14 3.2 Tipologie di attività, motivazioni e modalità di attuazione ........................................................ 15 3.3 Bisogni e nodi problematici ........................................................................................................ 18

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

3

Introduzione

Questo rapporto di ricerca presenta gli esiti della prima fase del progetto Primo passo: educare e ha

l’obiettivo di fornire una fotografia delle attività, delle logiche di intervento, dei nodi problematici e

delle possibili strategie di miglioramento rispetto ai progetti di educazione al genere e alle

differenze, contrasto delle discriminazioni, dell’omofobia e del bullismo omofobico e di prevenzione

alla violenza maschile contro le donne realizzate sul territorio regionale.

Dal punto di vista metodologico la ricerca si è svolta attraverso la somministrazione di tre

questionari online rivolti ad altrettanti soggetti significativi nell’ambito oggetto della ricerca (gli enti

locali, gli insegnanti dai servizi di nido alle secondarie di secondo grado, il privato sociale) per

sondare le tipologie di attività realizzate, le modalità di realizzazione, i bisogni per il loro

miglioramento, le fonti di finanziamento e le difficoltà incontrate.

Le schede sono state diffuse via email a tutti gli indirizzari scolastici delle nove provincie (inclusi i

coordinamenti pedagogici per la fascia 0-6), alle associazioni presenti sul territorio e a tutti gli enti

locali della regione. La diffusione agli enti locali è stata facilitata dalla collaborazione con il Servizio

Coordinamento politiche sociali e socio-educative della Regione, mentre la diffusione al privato

sociale si è avvalsa delle reti presenti sul territorio (Educare alle Differenze, Attraverso lo specchio)

e della conoscenza dell’ambito da parte del gruppo di lavoro. Minore responsività c’è stata da parte

del mondo della scuola poiché non è stato possibile diffondere il questionario attraverso canali

istituzionali quali l’ufficio scolastico regionale che avrebbe permesso una maggiore incisività della

comunicazione.

Complessivamente sono state raccolte 189 schede nelle tre categorie. Si tratta di un numero

significativo che, seppur non abbia ambizione di rappresentatività, permette di illustrare le

tendenze più diffuse e di riflettere sia sugli aspetti virtuosi che sui nodi problematici nell’ambito

dell’educazione al genere e alle differenze, il contrasto delle discriminazioni, dell’omofobia e del

bullismo omofobico e la prevenzione della violenza maschile contro le donne.

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

4

1.Laprospettivadeglientilocali

1.1Distribuzionegeografica,motivazioneeambitidiinterventoIl questionario on line è stato compilato da 80 enti locali, con una prevalenza per piccoli e medi

comuni diffusi su tutto il territorio regionale con una prevalenza nelle provincie di Bologna, Modena

e Reggio Emilia.

I servizi coinvolti nella compilazione del questionario sono di differenti tipologie: principalmente gli

uffici competenti per le pari opportunità e i servizi di coordinamento deiservizi educativi, ma anche

le politiche giovanili e culturali, soprattutto nel caso dei comuni più piccoli dove il medesimo

servizio gestisce più deleghe contemporaneamente.

Tra le tipologie di intervento realizzate sono maggioritarie quelle relative al contrasto alla violenza

maschile contro le donne, seguite da attività su differenze, discriminazioni e stereotipi di genere,

mentre il contrasto all’omofobia e al bullismo omofobico sono decisamente minoritarie così come

l’educazione sessuale e affettiva1. si può supporre che la priorità data al tema della prevenzione e

dell’educazione alle relazioni tra i generi da parte delle istituzioni sia da ricollegare anche alla

politica culturale portata avanti dai Centri Antiviolenza sia a livello nazionale, ma anche regionale,

1 E’ altrettanto degno di nota che il 25% degli enti che ha compilato il questionario dichiari di non realizzare alcuna attività su questi temi.

22%

14%

19%10%

12%

10%

5%4% 5%

Province

Bologna

Modena

ReggioEmilia

Parma

Piacenza

Forlì-Cesena

Rimini

Ferrara

Ravenna

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

5

grazie ad una presenza locale sul territorio della Regione superiore rispetto alla media di altre

realtà. Un altro motivo più generale, può essere considerato il peso delle rivendicazioni del

movimento femminista nonché gli esiti positivi della Legge Regionale Quadro n. 6 per la Parità e

contro le discriminazioni che in forme diverse sono riuscite a portare al centro del dibattito

pubblico il fenomeno della violenza maschile contro le donne e di conseguenza ad inserire nelle

priorità delle istituzioni – almeno quelle locali. Diversamente il tema del contrasto all'omofobia e al

bullismo omofobico, così come l’educazione sessuale, non sono ancora entrati a pieno titolo

nell’agenda delle politiche locali, tanto meno in quelle educative, a dimostrazione di quanto pesi

ancora una profonda stigmatizzazione su queste forme di discriminazione.

Tra le motivazioni che hanno spinto a realizzare attività di questo tipo un elemento centrale è la

sensibilizzazione delle nuove generazioni e la trasformazione dei modelli culturali di genere.

L’educazione alle differenze e il contrasto a violenze e discriminazioni assolvono una funzione di

crescita e trasformazione della comunità nella direzione della parità, della libertà e del rispetto

reciproco.

Sono da notare, tuttavia, delle differenze significative tra le istituzioni che hanno compilato in

termini di ingaggio e competenze: alcuni soggetti, infatti, mostrano di padroneggiare “il linguaggio

delle differenze” e descrivono un contesto istituzionale consapevole del proprio ruolo

6%

24%

43%

1%

25%

Tipologiadiinterventi

Educazionesessualeoaffettiva

Differenze,discriminazioniestereotipidigenere

Prevenzioneesensibilizzazionesullaviolenzacontroledonne

Orientamentosessuale,omofobiaebullismoomofobico

No,nessuna

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

6

trasformativo nella promozione dei diritti e nel contrasto a violenze e discriminazioni; altri invece

sembrano avere minore famigliarità sia con i temi che con il lessico e fanno riferimento ad una

generica “diversità” che le istituzioni sono chiamate a valorizzare.

1.2.Contestieducativi,tipologiediinterventoesoggettiattuatori

Rispetto agli ordini di scuola sono maggioritari gli interventi nelle scuole secondarie di primo e

secondo grado, anche se vi è una presenza significativa anche nei servizi educativi 0-6. Due

elementi vanno sottolineati: in primo luogo molti enti hanno indicato di lavorare in ambiti extra-

scolastici come le biblioteche, le sale comunali, le piazze cittadine.

Gli enti che hanno indicato contesti diversi rispetto a quelli scolastici, sono anche quelli che hanno

interpretato il compito di intervenire nell’ambito dell’educazione al genere e alle differenze, il

contrasto alle discriminazioni e alle violenze di genere e di orientamento sessuale come una mission

strettamente culturale che si è tradotta principalmente in attività di sensibilizzazione e divulgazione

sul territorio attraverso spettacoli teatrali, dibattiti o convegni su temi di rilievo nell’ambito delle

pari opportunità. Seppur si tratti di attività indubbiamente meritevoli, non possono essere

0%5%10%15%20%25%30%35%

Contestieducativi

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

7

qualificate come attività educative e non presuppongono un pensiero istituzionale articolato sul

mondo della scuola e dell’educazione in relazione a questi temi.

In secondo luogo, oltre a chi lavora su ordini di scuola specifici, una percentuale significativa

(attorno al 20%) di enti dichiara di lavorare in maniera olistica su tutte le fasce d’età dal nido alla

scuola superiore. In entrambi i casi sono due le tipologie di attività proposte: la formazione per il

corpo docente e le attività laboratoriali rivolte ad alunni e alunne. La formazione per il corpo

docente è maggioritaria per la fascia 0-6 nell’ambito delle differenze e degli stereotipi di genere, ma

vi sono anche esperienze di formazione rivolte a docenti di scuola secondaria di primo e secondo

grado in questo caso con un focus più specifico principalmente sulla violenza maschile contro le

donne. Si tratta di formazione a carattere volontario di un numero di ore compreso tra le 6 e le 20

che, seppur non in tutti i casi, include l’elaborazione di strumenti didattici ed educativi per il lavoro

in aula.

Le attività laboratoriali rivolte a studenti e studentesse riguardano esclusivamente le scuole

secondarie di primo e secondo grado e sono principalmente volte al contrasto delle discriminazioni

di genere e alla violenza maschile contro le donne. Si tratta di laboratori mediamente di 6-8 ore in

orario curriculare che utilizzano metodologie non frontali come il role playing e l’utilizzo di supporti

audiovisivi. In alcuni casi i progetti descritti prevedono una combinazione di queste due attività con

l’obiettivo di intervenire su tutti gli attori del mondo scolastico in maniera integrata.

Due elementi sono degni di nota: la scuola primaria – sia per quanto riguarda la formazione al corpo

docente che ad alunni e alunne – è la più sottorappresentata. Il coinvolgimento delle famiglie nelle

attività formative e/o culturali su questi temi è sporadico e non vi sono progetti specificatamente

rivolti ai genitori.

Le attività descritte sono state quasi tutte realizzate in collaborazione con le associazioni del

territorio, principalmente i Centri Antiviolenza e le associazioni femminili/femministe. Oltre al

mondo associativo, in alcuni casi è stato coinvolto il Centro di Studi sul Genere e l’Educazione

dell’Università di Bologna (in particolare nelle formazione nella fascia 0-6) e l’Azienda Sanitaria

Locale (in particolare nei progetti di educazione alla sessualità e all’affettività). I progetti che

presentano un rapporto consolidato con le associazioni del territorio sembrano quelli con un

impianto più solido e un approccio più trasversale alle fasce d’età e agli ordini scolastici.

Dal punto di vista economico, le attività sono state realizzate principalmente con i fondi destinati

alle Pari Opportunità del bilancio dei comuni. A queste si affiancano i finanziamenti regionali – in

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

8

particolare del bando regionale contro la violenza contro le donne e la promozione delle pari

opportunità - in alcuni casi i piani di zona e sporadicamente i finanziamenti europei.

1.3BisognienodiproblematiciAlla richiesta di identificare quali sono i bisogni maggiormente sentiti per implementare le attività

educative in questo ambito la richiesta principale è di maggiori risorse economiche, seguita dalla

richiesta di una normativa di riferimento, mentre sembrano essere percepiti come meno essenziali

formazione e strumenti sul merito dei temi.

Analizzando le risposte sulle difficoltà, la mancanza di adeguate risorse economiche si traduce

soprattutto in una mancanza di adeguate risorse umane per realizzare al meglio i progetti (per

esempio potendo inserire attività di monitoraggio e di documentazione) e per ampliare il numero di

destinatari per aumentare la ricaduta formativa. A questo elemento se ne affiancano altri due: la

difficoltà nel coinvolgimento delle scuole e dei/delle insegnanti allargando il coinvolgimento oltre a

coloro che sono già sensibili su questi temi e l’ostilità mostrata da alcune famiglie rispetto ai

6,3%9,4%

12,5%

62,5%

9,4%

Bisogni

Formazionesuicontenuti

Formazionesullemetodologie

Unanormativadiriferimento

Risorseeconomiche

Strumentididattici

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

9

progetti legati alle questioni di genere a seguito del polemiche mediatiche e politiche che hanno

caratterizzato il dibattito pubblico negli ultimi anni.

2.Laprospettivadellescuole

2.1Ordinidiscuola,distribuzionegeograficaeambitidiinterventoIl questionario è stato compilato da 63 insegnanti con percentuali relativamente simili tra i diversi

ordini di scuola, fatta salva una presenza maggiore di insegnanti di scuola primaria e una severa

sotto-rappresentazione di educatrici di nido e insegnanti della formazione professionale. Poiché –

come si anticipava nell’introduzione - il questionario non è stato diffuso attraverso canali

istituzionali possiamo ipotizzare che abbiano compilato le/gli insegnanti più motivati e/o coloro che

sono stati raggiunti dai contatti del gruppo di ricerca e che dunque il dato non sia rappresentativo

dell’effettiva situazione regionale.

Al netto di questo, tuttavia, è ragionevole presumere che i servizi educativi 0-3 siano effettivamente

meno coinvolti in attività educative di questo tipo così come i centri di formazione professionale

5%

21%

29%22%

17%

6%

Ordinediscuola

Nido

Scuoladell'Infanzia

ScuolaPrimaria

ScuolaSecondariadiPrimoGrado

ScuolaSecondariadiSecondoGrado

FormazioneProfessionale

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

10

che, avendo uno statuto differente rispetto alla scuola ordinaria, non sono coinvolti al pari di altre

istituzioni in progetti sostenuti dagli enti locali.

Dal punto di vista della distribuzione geografica, la provincia di Bologna è significativamente sovra

rappresentata, seguita da Piacenza e Parma. Anche in questo caso, nonostante il capoluogo di

regione sia effettivamente un contesto di storica attenzione verso questa tipologia di attività

educative, il dato non è da intendersi come rappresentativo della situazione regionale, ma come

una distorsione dovuta alla modalità di diffusione del questionario.

Per quanto riguarda le tipologie di intervento sono maggioritarie le attività di educazione sessuale o

affettiva e quelle volte al contrasto delle discriminazioni e degli stereotipi di genere, mentre sono

molto meno presenti le attività di contrasto alla violenza maschile contro le donne e all’omofobia e

al bullismo omofobico. Disaggregando i dati per ordine di scuola, tuttavia, l’educazione sessuale e

affettiva è particolarmente diffusa alle scuole secondarie di primo e secondo grado così come i

progetti di contrasto alla violenza maschile contro le donne; mentre nella scuola dell’infanzia e nella

primaria sono maggioritari i progetti volti alla decostruzione degli stereotipi e al contrasto delle

discriminazioni.

46%

19%

8%5%

3% 13%

5%2%

Province

Bologna

Modena

ReggioEmilia

Ravenna

Ferrara

Parma

Forlì-Cesena

Piacenza

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

11

2.2TipologiediattivitàesoggettiattuatoriGli/le insegnanti intervistati/e descrivono sostanzialmente due tipologie di attività educative: in

alcuni casi si tratta di percorsi educativi inseriti nell’attività curriculare e gestiti direttamente da

insegnanti individualmente interessati ai temi della parità e delle differenze attraverso il supporto di

materiali didattici o narrativi (manuali e/o storie su stereotipi e discriminazioni di genere). In altri

casi – in particolare si tratta di progetti svolti con il supporto di soggetti esterni sia singoli esperti/e

che istituzioni e associazioni. Nel caso dell’educazione sessuale e affettiva i progetti sono realizzati

principalmente in collaborazione con l’Azienda Sanitaria attraverso il progetto regionale “W

l’amore” che prevede sia interventi in classe di operatori/trici e medici del consultorio con studenti

e studentesse che brevi attività formative per il corpo docente. Nel caso delle attività in contrasto

alla violenza maschile contro le donne e il superamento di stereotipi di genere e discriminazioni gli

interventi sono realizzati principalmente in collaborazione con i centri anti-violenza/case delle

donne del territorio e/o con associazioni che hanno una competenza specifica su questi temi. Si

tratta di tipologie d’intervento molto variabili che vanno da singoli incontri di sensibilizzazione di

alcune ore a interventi più strutturati (per un massimo di 10 ore) che prevedono un vero e proprio

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

Educazionesessualeoaffettiva

Differenze,discriminazioniestereotipidigenere

Prevenzioneesensibilizzazionesullaviolenzacontrole

donne

Orientamentosessuale,omofobiaebullismo

omofobico

Tipologiadiinterventi

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

12

percorso educativo, in entrambe i casi solo su alcune classi. La disomogeneità delle tipologie

d’intervento – seppur nella parzialità del campione – ci sembra rappresentativa dello scenario delle

scuole in regione dove in assenza di norme e risorse strutturali una programmazione sia

qualitativamente che quantitativamente significativa non è possibile.

Inoltre, se da un lato la collaborazione con soggetti competenti sui temi è un elemento positivo che

testimonia delle sinergie virtuose sui territori, dall’altro la figura “dell’esperto/a” – soprattutto nei

casi in cui non si tratta di associazioni o istituzioni, ma di libere/i professionisti/e – può anche

suggerire un meccanismo di delega del compito educativo su questi temi da parte dell’istituzione

scolastica e non un approccio integrato e strutturale dell’educazione alle differenze e al contrasto a

violenze e discriminazioni.

Infine, è da notare che alcune scuole indicano come progetti di contrasto agli stereotipi e di

contrasto al bullismo e all’omofobia progetti di educazione digitale – con particolare riferimento al

cyberbullismo – realizzati in collaborazione con esperti/e e, talvolta, la polizia postale. Si tratta,

tuttavia, di interventi che non hanno né nelle premesse pedagogiche né nei metodi un approccio di

genere e/o un esplicito riferimento al contrasto della violenza maschile contro le donne o al

bullismo omofobico.

2.3BisognienodiproblematiciRispetto a quanto emerso dalla scheda degli enti locali, il bisogno di maggiori risorse economiche –

seppur anche in questo caso elevato – è affiancato da altri elementi in percentuali significative. Il

bisogno di formazione sia sui contenuti che sulle metodologie è rilevante per il 30% del campione a

cui si affianca il bisogno di una normativa di riferimento nel quale inquadrare le attività svolte.

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

13

E’ interessante notare che nella voce “Altro” vi sono alcuni bisogni particolarmente interessanti: da

un lato la richiesta di un catalogo e/o di una documentazione sui progetti educativi su queste

tematiche disponibili sul proprio territorio su cui il collegio docenti ed i singoli consigli di classe

possano confrontarsi per selezionare, basandosi su informazioni accurate ed una garanzia di

qualità, le attività che ritengono più adatte alle proprie classi; dall’altro la richiesta di un albo di

esperti/e qualificati/e da poter contattare per realizzare attività educative o attività di consulenza

su questi temi avendo la garanzia di qualità e professionalità. Ci paiono entrambe richieste che

sollecitano gli enti locali – ma anche l’ufficio scolastico regionale – a supportare in maniera più

strutturata le scuole nello sviluppo di queste attività educative non solo attraverso l’erogazione di

fondi, ma anche facendosi garanti e promotori dei saperi e delle competenze diffuse sui territori.

Per quel che concerne i nodi problematici, l’elemento emerso con maggior forza è la relazione con i

genitori che sui temi del genere, della violenza contro le donne e dell’omofobia è talvolta

problematica. La difficoltà di spiegare ad alcuni genitori la tipologia di attività svolte e il valore

educativo e di cittadinanza delle stesse è lamentato da molte/i insegnanti, soprattutto nel clima

culturale degli ultimi anni in cui abbiamo assistito ad una progressiva demonizzazione dei progetti

educativi di questo tipo e ad un incrinarsi ulteriore del già fragile rapporto tra scuola e famiglie. A

questo si aggiunge il nodo della collegialità: la mancanza di formazione e conoscenze degli/lle

stessi/e insegnanti su questi temi e sulla loro rilevanza educativa è lamentata da molte/i come

37%

14%16%

17%

3% 13%

Checosaservirebbeallatuascuolaperrealizzarealmeglioattivitàdiquestotipo?

Risorseeconomiche

Formazionesullemetodologie

Formazionesuicontenuti

Unanormativadiriferimento

Strumentididattici

Altro

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

14

ostacolo all’effettiva realizzazione su larga scala di progetti di questo tipo che vengono dunque

sostenuti e promossi da singoli/e insegnanti spesso in una situazione di solitudine.

3.Laprospettivadelprivatosociale

3.1TipologiaedistribuzionegeograficadelleassociazionieordinidiscuolaHanno compilato il questionario 46 associazioni di differenti tipologie. Sono ampiamente

rappresentate le associazioni femminili e femministe (sia di fondazione storica come UDI) che di più

recente fondazione, così come sono moltissimi i Centri Anti-violenza. In entrambe questi casi

l’impegno nell’educazione si affianca ad altre attività di promozione dei diritti delle donne e delle

pari opportunità o di accoglienza e supporto alle donne vittime di violenza. E’ interessante notare,

tuttavia, che, nonostante in questi casi l’educazione sia una delle mission associative accanto ad

altre, nel racconto delle intervistate ricopre un ruolo strategico per l’implementazione complessiva

dei propri obiettivi. A queste si affiancano associazioni che hanno una specifica vocazione educativa

nell’ambito delle differenze di genere e del superamento degli stereotipi – quali Il progetto Alice,

Deneb o Falling Book e associazioni di promozione dei diritti delle persone LGBT quali i circoli

provinciali di Arcigay.

Dal punto di vista della distribuzione geografica le associazioni che hanno compilato provengono

principalmente dalla provincia di Bologna seguita da Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna. Come per le

altre tipologie di soggetti intervistate questa distribuzione non è da intendersi come

rappresentativa delle attività associative a livello regionale poiché il carattere auto-compilato del

questionario non può garantire di aver raggiunto la totalità del campione; tuttavia, è indubbio che il

capoluogo di Regione abbia una notevole vivacità associativa sia sul fronte femminile/femminista

che sul fronte dell’associazionismo LGBT.

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

15

Rispetto agli ordini di scuola sono drasticamente maggioritari gli interventi realizzati nelle scuole

secondarie di primo e secondo grado, mentre solo poche associazioni lavorano anche con la scuola

primaria o i servizi educativi 0-6. E’ interessante notare, tuttavia, che molte associazioni indicano

come ambiti d’intervento anche luoghi educativi satellitari alla scuola – come i centri di

aggregazione giovanile, le biblioteche, le palestre e le sale di quartiere oppure luoghi educativi

informali come gli spazi autogestiti a testimonianza che il lavoro educativo svolto dalle associazioni

eccede lo spazio scolastico istituzionale e si configura come un lavoro di comunità che cerca di

intercettare bambine/i e ragazzi/e in ambienti molteplici. Al lavoro con studenti e studentesse,

inoltre, molte associazioni affiancano interventi formativi con i/le docenti poiché li identificano

come soggetti cruciali per una trasformazione strutturale e di lungo periodo della cultura educativa

del mondo scolastico su questi temi.

3.2Tipologiediattività,motivazioniemodalitàdiattuazioneLe tipologie di attività realizzate rispecchiano la composizione delle associazioni rispondenti: sono

maggioritarie le iniziative per la prevenzione alla violenza maschile contro le donne e il contrasto a

discriminazioni e stereotipi di genere, seguite da una percentuale consistente (e decisamente

maggiore rispetto agli enti pubblici e alle scuole intervistate) di progetti educativi in contrasto

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%

BOLOGNA

MODENA

FORLì-CESENA

RAVENNA

FERRARA

PIACENZA

REGGIOEMILIA

RIMINI

Province

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

16

all’omofobia e al bullismo omofobico. E’ minoritaria, invece, l’educazione alla sessualità e

all’affettività.

Interpellate sulle motivazioni che le muovono, le associazioni, in maniera più netta degli altri

soggetti intervistati, hanno evidenziato in maniera molto chiara il ruolo “trasformativo”

dell’educazione nell’ambito delle relazioni tra i generi e il contrasto delle violenze - sia di genere che

a sfondo omofobico. Pare molto alta la consapevolezza del privato sociale non solo del carattere di

“prevenzione” di questi interventi, per evitare il perpetuarsi di discriminazioni e violenze, ma anche

il ruolo culturale che interventi educativi di questo tipo possono avere nel formare futuri/e cittadini

e cittadine socializzati a modelli di genere e di relazione orientati alla libertà, la parità e

l’autodeterminazione.

Pare più alta, inoltre, la “consapevolezza pedagogica” nella progettazione degli interventi e degli

strumenti educativi utilizzati in aula. Per quanto riguarda studenti e studentesse si tratta di

interventi che vanno da un minimo di 2 ad un massimo di 12 ore in orario curriculare a seconda

della disponibilità della scuola. Si tratta di progetti svolti con modalità educative partecipative e non

frontali di varia natura quali i lavori di gruppo, l’analisi di materiale audio-visivo, il metodo narrativo,

la drammatizzazione, il role-playing eccetera attraverso cui vengono messi a fuoco e discussi con

6%

42%

31%

19%

2%

Tipologiadiattività

Educazionesessualeoaffettiva

Differenze,discriminazioniestereotipidigenere

Prevenzioneesensibilizzazionesullaviolenzacontroledonne

Orientamentosessuale,omofobiaebullismoomofobico

No,nessuna

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

17

studenti e studentesse alcune questioni specifiche quali la violenza maschile contro le donne, gli

stereotipi di genere nei mass media, gli orientamenti sessuali, l’omofobia, i diritti e le

discriminazioni, eccetera. Indipendentemente dal tema specifico, dalle risposte delle associazioni

emerge un approccio di tipo “maieutico” e non “didattico” ovvero orientato a fornire degli stimoli

che permettano a ragazze e ragazzi di interrogarsi su questi temi e di far emergere le proprie

visioni, dubbi e vissuti piuttosto che fornirgli conoscenze in senso unidirezionale.

A questa tipologia si affiancano interventi in orario extracurriculare o durante le assemblee

d’istituto su invito diretto di ragazze e ragazzi: è un caso più frequente per le associazioni LGBT e gli

interventi che riguardano l’omosessualità e l’omofobia. Da un lato, come già sottolineato altrove,

queste tematiche continuano a godere di minore cittadinanza in ambito scolastico ed è

ragionevolmente ipotizzabile che incontrino maggiori resistenze ad inserirsi nelle attività curriculari

degli istituti scolastici; dall’altro l’invito diretto di studenti e studentesse testimonia l’interesse e il

bisogno dei e delle adolescenti di affrontare questi temi e quindi la loro urgenza educativa.

Alcune associazioni, inoltre, affiancano al lavoro con studenti e studentesse dei percorsi formativi

con il corpo docente da un minimo di 4 ad un massimo di 12 ore; si tratta in questo caso di

interventi formativi più convenzionali dal punto di vista metodologico (lezioni frontali, distribuzione

di materiale, eccetera) orientate a sensibilizzare i/le docenti sui temi in oggetto (violenza di genere,

stereotipi di genere, omofobia, eccetera) e fornirgli le conoscenze necessarie a mettere in

discussione i propri stereotipi e agire in aula in maniera consapevole e trasformativa.

Infine, si tratta nella quasi totalità dei casi di associazioni che realizzano questi progetti in ottica di

rete sia tra associazioni (per esempio combinando competenze differenti) che tra associazioni, enti

locali e scuole. Dal punto di vista delle risorse economiche, moltissimi progetti sono stati realizzati

con risorse proprie dell’associazione e attraverso il lavoro volontario di soci e socie; a ciò si

affiancano finanziamenti di enti locali (sia comuni che Regione), in minor misura, di fondazioni

private o attraverso progetti europei e, in rarissimi casi, con finanziamenti diretti delle scuole. E’

interessante notare che alcune associazioni hanno finanziato queste attività attraverso il bando

della Chiesa Valdese rivolto al terzo settore.

PROGETTO PRIMO PASSO EDUCARE www.primopassoeducare.it

18

3.3BisognienodiproblematiciSimilmente alle altre tipologie intervistate, anche le associazioni identificano le risorse economiche

come un bisogno cruciale per poter realizzare meglio e in maniera stabile questo tipo di attività

educative. Tuttavia, è significativa anche la percentuale di chi ritiene importante una normativa che

fornisca una cornice istituzionale forte a questo tipo di attività. Infine, è molto interessante ciò che

include la voce “altro” poiché rende visibili bisogni più articolati del mondo associativo tra cui per

esempio la richiesta di un albo regionale delle associazioni che si occupano di questi temi,

l’istituzione di cabine di regia territoriali per promuovere il dialogo tra associazioni, scuole e

istituzioni, la stabilizzazioni di reti di associazioni sui diversi territori per condividere maggiormente

obiettivi e competenze.

Similmente a quanto emerso anche dal mondo della scuola e degli enti locali, anche per le

associazioni la principale difficoltà affrontata negli ultimi anni è legata alla crescente ostilità e

diffidenza verso progetti educativi che tematizzano il genere, la sessualità e la discriminazione

etichettati come “ideologia del gender”, che si traduce in reticenza da parte dei dirigenti scolastici e

dei/delle insegnanti a sostenere i progetti proposti dalle associazioni per paura di rimostranze da

parte dei genitori.

20%

59%

4%

4%

13%

Bisogni

Unanormativadiriferimento

Risorseeconomiche

Strumentididattici

Formazionesullemetodologie

altro