UNA EMINENZA GRIGIA NELLA MANO SINISTRA · 2018-04-10 · Isaías Savio 1947 Sãu Paulo, Brasile...

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41 D opo le discussioni appassionate tra vari chi- tarristi sul corretto posizionamento del pol- lice sinistro sulla tastiera durante il XIX secolo, questo problema sembra essere stato abbando- nato dagli autori dei secoli successivi. L’im- magine seguente mostra l’ambiente di fanatismo chitarristico in quell’epoca, e Marescot – chitar- rista e artista plastico – mette in caricatura la belligeranza tra due scuole diverse, per le qua- li uno degli elementi “caldi” delle tendenze tec- niche e musicali che propugnavano i due chi- tarristi più rispettati di quel momento storico, Ferdinando Carulli e Francesco Molino, risiede- va nella differenza nella posizione del pollice si- nistro durante l’esecuzione. Per meglio comprendere l’evoluzione di tale dilemma tecnico, sarà interessante osservare la seguente tabella comparativa riguardo al corret- to posizionamento del pollice sinistro secondo i metodi di diversi autori nel corso degli anni: UNA EMINENZA GRIGIA NELLA MANO SINISTRA: l’azione silenziosa del pollice sinistro nella chitarra di Ricardo Barceló Charles de Marescot, La Guitaromanie, Discussion entre le Caruliestes et le Molinistes, litografia a colori, Parigi, 1829 01 Fronimo 173 2 colonne:01 Mastro 2 colonne 2-12-2015 20:17 Pagina 41

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Dopo le discussioni appassionate tra vari chi-tarristi sul corretto posizionamento del pol-

lice sinistro sulla tastiera durante il XIX secolo,questo problema sembra essere stato abbando-nato dagli autori dei secoli successivi. L’im -magine seguente mostra l’ambiente di fanatismochitarristico in quell’epoca, e Marescot – chitar-rista e artista plastico – mette in caricatura labelligeranza tra due scuole diverse, per le qua-li uno degli elementi “caldi” delle tendenze tec-

niche e musicali che propugnavano i due chi-tarristi più rispettati di quel momento storico,Ferdinando Carulli e Francesco Molino, risiede-va nella differenza nella posizione del pollice si-nistro durante l’esecuzione.

Per meglio comprendere l’evoluzione di taledilemma tecnico, sarà interessante osservare laseguente tabella comparativa riguardo al corret-to posizionamento del pollice sinistro secondo imetodi di diversi autori nel corso degli anni:

UNA EMINENZA GRIGIA NELLA MANO SINISTRA:l’azione silenziosa del pollice sinistro nella chitarra

di Ricardo Barceló

Charles de Marescot, La Guitaromanie, Discussion entre le Caruliestes et le Molinistes, litografia a colori, Parigi, 1829

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In base a quanto osservato finora, riteniamoche non sia stato detto tutto relativamente allafunzione del pollice sinistro. A questo riguardo,partendo principalmente dall’analisi dei lavori diSor, Aguado e del violoncellista Tortelier, siamogiunti ad alcune conclusioni che proporremo nelpresente articolo.

1. LA PROBLEMATICA DELLA COLLOCAZIONEDEL POLLICE SINISTRO.

Fernando SorNel suo metodo del 1830, Sor aveva già ri-

velato l’importanza del pollice nella tecnica del-la mano sinistra nella chitarra:

Je ne voyais aucune raison pour que le pou-ce, qui joue un si grand rôle dans la main droi-te, n’en jouât aucun dans la main gauche...1

[Non vedevo perché il pollice, che già ha unruolo così importante nella mano destra, non neavesse alcuno nella mano sinistra […]”

Dall’epoca d’oro della chitarra classica-roman-tica (ossia la prima metà del secolo XIX) finoad oggi, i chitarristi sembrano essersi disinteres-sati della problematica della collocazione delpollice sinistro dietro il manico (anche se, nellapratica, molti esecutori lo collocano in una po-sizione ottimale in ogni momento, pur non inmodo consapevole), nonostante sia stato, perlungo tempo, un bel problema presente in mol-ti metodi, di vari autori e nazionalità, principal-mente dei secoli XVIII e XIX.

I metodi di Aguado e Sor sono stati deter-

AutoreAutore AnnoAnno CittàCittà Collocazione del policeCollocazione del police

Giacomo Merchi 1777 Parigi Vicino al capotasto, tra i tasti I e II. Deve seguire i movimenti della mano.

Federico Moretti 1799 Madrid Forma un anello con il dito 1

Ferdinando Carulli ca. 1811 Parigi In opposizione al dito 1, accompagna i movimenti della mano. Occasionalmente può intervenire per premere i tasti.

Mauro Giuliani 1812 Parigi Occasionalmente può intervenire per premere i tasti.

Francesco Molino 1827 Parigi In diagonale rispetto al manico, a metà della larghezza e opposto al dito 1

Fernando Sor 1830 Parigi Opposto al dito 2, mentre sarà opposto al dito 1 nel barré.

Dionisio Aguado 1820 Madrid Di fronte alla parte centrale del palmo della mano (dito 2/3), al centro1843 della parte posteriore del manico. Per grandi estensioni si raccomanda

che il pollice sia opposto alle dita 3 o 4.

Matteo Carcassi 1836 Parigi Opposto al dito 1. Il suo estremo può essere collocato vicino alle cordegravi, tra 1º e il 2º tasto. Occasionalmente può intervenire per premere

i tasti.

Tomás Damas 1869 Madrid Opposto a un punto centrale rispetto alle quattro dita (dita 2/3), al centrodella parte posteriore del manico.

Pascual Roch 1921 New York Recto, nella metà inferiore del manico.

Emilio Pujol 1934 Buenos Aires Opposto al dito 1 (immediatamente prima del dito 1, nell’immagine illu-strativa).

Isaías Savio 1947 Sãu Paulo, Brasile Nella metà inferiore del manico

Abel Carlevaro 1978 Montevideo Libero, adattandosi alle esigenze delle altre dita, o anche separandosi dalmanico, se necessario.

Charles Duncan 1980 Miami Opposto al dito 2, mentre opposto al dito 1 nell’utilizzo del barré.

Angelo Gilardino 1993 Ancona Variabile, a seconda delle dimensioni della mano dell’esecutore. Principalmente posizionato di fronte al dito 1 e 2, nella metà inferiore delmanico.

1. FERNANDO SOR, Méthode pour La Guitare, Parigi 1830,p. 15.

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minanti per l’evoluzione della tecnica chitarristi-ca fino ai nostri giorni. Bisogna, però, tenere inmente che i due maestri a volte tendono adadottare soluzioni personali nell’affrontare al-cuni problemi di meccanica strumentale. In re-lazione alla funzione del pollice sinistro Sor af-ferma:

[...] et finalement, en me servant du poucecomme on s’en sert sur le piano-forté, commed’un pivot sur lequel toute la main change duposition, et qui lui sert de guide pour retrouvercelle qu’elle avait quitté.2

[Infine, impiegando il pollice come nel pia-noforte, e cioè come un perno del quale la ma-no si serve per cambiare posizione e che fun-ge da guida perché la mano possa ritornare al-la posizione che aveva lasciato.]

Più avanti parleremo di Aguado relativamen-te allo stesso argomento.

Paul TortelierPraticamente non ci sono stati approfondi-

menti sullo studio della funzione del pollice si-nistro nei manuali chitarristici del XX secolo.

Tuttavia, nel metodo per violoncello del violon-cellista francese Paul Tortelier (la cui prima edi-zione risale all’anno 1975) questo interessante ar-gomento viene ampiamente trattato. Scrive Tortelier:“il pollice è spesso trascurato semplicementeperché è nascosto dietro il manico.”3

Ed ecco cosa dice nelle pagine introduttivedel suo metodo:

Ci sono molti nuovi elementi in “How I Play,How I Teach” [“Come suono, come insegno”],sebbene in questo contesto sia sufficiente men-zionarne alcuni tra i più caratteristici. In primoluogo, l’estrema importanza data ad entrambi ipollici, tenendo in considerazione le regole allequali sono soggetti. Alcuni esercizi originali so-no dedicati a queste eminenze grigie, la cui fun-zione segreta gioca un ruolo essenziale per tut-ta la tecnica del violoncello, una funzione in-sufficientemente enfatizzata fino ad oggi […]” e“il passaggio pianistico del pollice” […] “Anchese rivoluzionario, il passaggio pianistico del pol-lice (argomento che in nessun metodo che io co-nosca viene menzionato), è già praticato dai no-stri attuali allievi…4

Consideriamo importante, per una migliore com-prensione, spiegare brevemente questa tecnicaspecifica del pianoforte riportata da Tortelier. Ilpassaggio del pollice (inglese: thumb passage;castigliano: paso del pulgar) nel pianoforte, indirezione ascendente, avviene quando il pollicesi sposta verso l’interno della mano, vertendo suun tasto, in modo da fungere da perno per ilcambio di posizione della mano senza correre il

2. FERNANDO SOR, ibidem.3. PAUL TORTELIER, How I Play, How I teach, 4a ed.,

Chester Music. Londra, 1992, p. 21. (Prima edizione:Chester Music, Londra, 1975).

4. PAUL TORTELIER, op. cit., p. 9. Sottolineature nostre.

Fernando Sor

Paul Tortelier

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rischio di perdere la sicurezza dei movimenti oil legato, quando il pollice ritorna alla posizio-ne abituale e le altre dita vengono trasferite aun’altra zona della tastiera con l’assistenza delbraccio. È necessario fare la procedura inversaper ritornare alla posizione anteriore. Vedremoun esempio nella scala di Do maggiore per lamano destra: bisogna ricordare che la numera-zione delle dita al pianoforte è diversa da quel-la usata alla chitarra (1=pollice, 2=indice, 3=me-dio).

Come si può osservare, nell’esempio illustra-to qui sopra, il passaggio del pollice avviene ap-pena eseguito il Fa.

Abbiamo visto che Tortelier nel 1975 consi-dera rivoluzionaria nel bagaglio tecnico violon-cellistico la tecnica del movimento della manosinistra sopra descritta, con l’uso del pollice co-me base per i cambi di posizione alla manierapianistica. Intanto Fernando Sor (chitarrista maanche buon conoscitore degli strumenti ad arcoe del pianoforte), aveva fatto questa osservazio-ne già nel 1830, ben 145 anni prima diTortelier!

In conclusione, si ebbe una specie di con-vergenza nella visione tecnica di questi due mu-sicisti che suonavano strumenti diversi, ma conalcune caratteristiche organologiche piuttosto so-miglianti. Se da un lato, Tortelier considerava

inedito questo concetto perché non conoscevail lavoro di Sor, dall’altro il chitarrista catalanonon approfondì né sviluppò una soluzione tec-nico-pedagogica a riguardo, cosa che invece fe-ce Tortelier.

Entrambi gli strumentisti convergono nell’ideache la posizione base della mano sia marcatadall’anello formato dalle dita pollice e 2 oppo-sti tra loro. Sor osserva che:

Que l’on examine la ramification des nerfsdu bras et la disposition des os de la main, eton trouvera la cause de la faiblesse et du peudu jeu du doigt anulaire, ainsi que le motif quej’ai pour tenir toujours le pouce de la maingauche en face du médius.5

[Esaminate le ramificazioni dei nervi del brac-cio e la disposizione delle ossa della mano escoprirete le cause della debolezza e della po-ca mobilità dell’anulare, cos’ come il motivo percui tengo sempre il pollice della mano sinistradi fronte al dito medio.]

E Tortelier:

La posizione di base del pollice è opposta al se-condo dito, con il quale forma un anello. La suafunzione è quella di aumentare la forza all’altezzadel centro della mano, insieme con il dito 2, con-trollando l’intonazione e assistendo le dita 3 e 4,meno indipendenti. Si dovrebbe collocare il pol-lice curvo, diagonalmente al manico dello stru-mento, con il lato che resta in alto vicino all’unghia,in maniera simile al pollice destro…

In realtà, quando Tortelier parla di “passaggiopianistico del pollice sinistro” si concentra piùsulla preparazione della posizione successivadella mano sinistra nell’esecuzione di questo at-to, grazie a un movimento calcolato del polliceal fine di raggiungere la posizione seguente pri-ma delle altre dita, come vedremo più avantinel paragrafo relativo al “silent playing”. Conmolta probabilità, invece, Sor si riferiva in par-ticolare a quello che Abel Carlevaro ha indica-

DO RE MI FA SOL LA

1 2 3 1 2 3pollice passaggio

del pollice

Passaggio del pollice destro Do-Fa

5. FERNANDO SOR, op. cit., nota in calce a p. 80. 6. PAUL TORTELIER, op. cit., p. 27. Sottolineature nostre.

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to come “traslado parcial”7 [dislocazione parzia-le] ossia un movimento – soprattutto del polso– attraverso il quale le dita vengono portate auna zona del manico più acuta, mentre il polli-ce rimane in contatto con il manico, come an-coraggio, per servire come punto di riferimen-to particolarmente utile per il ritorno alla stessaposizione che le dita avevano abbandonato.

Aguado e TortelierSotto alcuni aspetti, le idee di Tortelier con-

vergono anche con quelle del chitarrista Aguado,esposte nell’anno 1849. Pertanto, è interessanteosservare le seguenti immagini.

Anche se l’idea di Aguado non coincide conquella di Tortelier per quanto riguarda alla for-mazione dell’anello con il dito 2, il chitarrista epedagogo descrive una funzione identica delpollice: dare maggiore appoggio alle dita 3 e 4.

In realtà Aguado, nelle varie edizioni del suoMetodo, mai si pronunciò sulla collocazione delpollice sinistro in dettaglio. Lo fece solo chia-rendo che doveva rimanere vicino ad una linealongitudinale centrale e “como al medio de la ma-no”. Nell’ultima fase della sua vita, però,nell’“Apéndice”, opera postuma, cambiò alcunidei suoi punti di vista precedenti e diede alcuniconsigli su una collocazione del pollice abba-stanza bizzarra in comparazione con quella abi-tualmente considerata ordinaria per i chitarristi.

La última falange del dedo pulgar de esta ma-no, después de bien sacada la muñeca, ha deestar siempre doblada se manera que forme unalínea casi perpendicular al mango, debiendo ro-zar con este el corte de la uña: digo casi porqueconviene que luda con el mango por el lado iz-quierdo del dedo. La colocación de este ha deser generalmente un poco mas abajo de la linealongitudinal que pasaría por en medio de lo lar-go del mango y se colocará como enfrente de losdedos anular y pequeño: de este modo sirve deapoyo a todos.8

[L’ultima falange del pollice di questa mano,dopo che il polso sia ben alzato, deve stare sem-pre curvata in maniera tale da formare una li-nea quasi perpendicolare rispetto al manico, chedeve sfiorare con l’estremità dell’unghia: dicoquasi perché conviene che sia il lato sinistro deldito a entrare in contatto con il manico. Il ditova generalmente posizionato un poco più sottodella linea longitudinale che attraversa il centrodel manico collocandosi praticamente di frontealle dita 3 e 4. In questo modo serve da ap-poggio per tutti.]

Paul Tortelier in How I play, How I teach illustra l’a nelloformato dal pollice sinistro e dal dito 2 nel violoncello

7. ABEL CARLEVARO, Escuela de la Guitarra. Exposiciónde la teoría instrumental, Dacisa, Montevideo, 1978, p.99. Carlevaro usa questo termine per riferirsi a movi-mento longitudinale della mano sulla tastiera, o cam-biamento di posizione.

8. DIONISIO AGUADO, Apéndice al nuevo método paraguitarra, Madrid, 1849, p. 11. Sottolineature di Aguado.

Collocazione del pollice sinistro illustrata nell’Apéndiceal Nuevo Método para guitarra di Dionisio Aguado(Madrid, 1849)

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Pensiamo che questa convergenza di idee nel-la tecnica di strumenti diversi può essere nomi-nata trasversalità tecnico-strumentale, determinatadalle caratteristiche anatomo-fisiologiche comunidegli essere umani.

2. SILENT PLAYING.

Tortelier sviluppò un sistema nuovo e mol-to immaginativo per insegnare e per prende-re coscienza della collocazione del pollice.Questa ingegnosa idea mostra quanto consi-derava importante trasmettere agli studenti lafunzione del pollice e, allo stesso tempo, ri-vela l’importanza che questo dito ha nella tec-nica violoncellistica.

A nostro parere potrebbe essere utilizzata an-che nella formazione dei chitarristi:

Tortelier definisce “silent playing” (suonare si-lenzioso) i movimenti che fa il pollice durantel’esecuzione strumentale, movimenti che non han-no influenza sul risultato sonoro ma che sonofondamentali a livello meccanico. Per illustrareil silent playing Tortelier utilizza il sistema gra-fico con due righi musicali che vediamonell’immagine qui sotto: il rigo superiore indicala collocazione delle dita 1, 2, 3, e 4, mentre ilrigo inferiore indica la posizione e i movimen-ti del pollice (mediante un simbolo specifico),in relazione alle note che che suonano le altredita.

Il “Silent playing” illustrato da Tortelier in How I Play, How I Teach

Basandoci sulla proposta di Tortelier, abbia-mo sviluppato un sistema applicabile alla chi-tarra9 per rappresentare graficamente l’azione si-lenziosa del pollice sinistro oppure A.S.P.S., os-sia i movimenti senza finalità musicali, general-mente incoscienti, che il pollice sinistro realiz-za in senso longitudinale e trasversale rispettoal manico della chitarra e he implicano contat-to (o approssimazione) e perdita di contatto diquesto dito con la parte convessa del manicodella chitarra.

Il nostro obiettivo consiste nello studiare un

sistema “ad hoc”, prima sconosciuto nell’universochitarristico, che permetta di realizzare un’analisitecnica sufficientemente precisa dei movimentiin tre dimensioni del pollice sinistro e anche delloro ritmo.

9. Cfr. RICARDO BARCELÓ, O sistema posicional na gui-tarra. Origem e conceitos de posição. O caso deFernando Sor. Tesi de Dottorato, Università di Aveiro,2009.

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3. SISTEMA USATO PER ANALIZZARE L’AZIONEDELLA MANO SINISTRA

Per rappresentare i movimenti del pollice du-rante l’analisi dell’azione della mano sinistra ab-biamo optato anche noi per l’adozione di un si-stema con due righi musicali. Ne diamo unesempio qui sotto.

Nel rigo superiore dell’esempio appare il te-sto musicale originale. Nel rigo inferiore si può

vedere un tipo di scrittura apparentemente mu-sicale che, però, in realtà è un semplice stru-mento di analisi tecnica di cui ci serviamo perrappresentare i movimenti realizzati dal pollicesinistro che collabora in una maniera “occulta”dietro il manico della chitarra mentre le altre di-ta della stessa mano, di cui l’azione è la più ov-via, attuano sulla tastiera. Sul rigo inferiore quin-di vengono segnate le posizioni dove si va acollocare il pollice.

L’A.S.P.S. (Azione silenziosa del police sinistro) illustrata nel rigo inferiore

4. IL POLLICE SINISTRO E LA GRIGLIA VIR-TUALE

Visto che la costruzione della chitarra preve-de i tasti metallici che marcano le divisioni se-mitonali nel manico, abbiamo creato il nostro si-stema di analisi pensando ad una griglia imma-ginaria formata da linee che rappresentano lecorde attraversate dalla linea suggerita dai tasti.

Per rappresentare graficamente i movimentidel pollice e il loro ritmo, indichiamo nel rigoinferiore il punto che il pollice sinistro occupain ogni momento dell’esecuzione, tenendo con-to sia della corda (o delle corde) sia del tastodi fronte ai quali il Pollice Sinistro prende po-sizione, come se potesse essere osservato attra-verso un manico di vetro. Come abbiamo giàdetto, chiamiamo questa funzione del pollice“azione silenziosa del pollice sinistro”, o nellasua versione abbreviata A.S.P.S, perché senzaprodurre nessun suono che formi parte del tes-suto musicale, il pollice sinistro realizza nume-rosi movimenti trasversali, longitudinali e per-pendicolari in relazione al manico, che potreb-bero, da un certo punto di vista, essere consi-

derati equivalenti a quelli che realizzarono le di-ta 1, 2, 3, e 4.

Gli spostamenti del pollice sinistro possonoessere tradotte nel rigo inferiore attraverso le no-te non sonore e, qualora fosse necessario, consimboli che indicano il numero di corda e altriutili riferimenti. A tale scopo immaginiamo la gri-glia rappresentata dalle corde e dai tasti proiet-tata nella parte convessa del manico dove agi-sce il pollice. Le note e i simboli annotati sulrigo inferiore ci illustrano la durata del contattodi questo dito con un determinato punto del ma-nico.

Un’alternativa all’uso di un secondo rigo perrappresentare la A.S.P.S. sarebbe l’utilizzazionedi intavolature tradizionali, tali come la franceseo l’italiana, frequentemente utilizzate fino alXVIII secolo. Questo sistema di notazione diret-ta sarebbe anche perfettamente adeguato per que-sto fine visto che, come abbiamo spiegato, lenote nel rigo destinato al A.S.P.S. servono perindicare punti specifici del manico della chitar-ra e non differenze di altezza. Visto che questosistema potrebbe eventualmente essere applica-to anche nella tecnica di altri strumenti a corda,

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sarebbe più corretto ed utile l’uso del rigo au-siliare di cui abbiamo già parlato.

5. RAPPRESENTAZIONE DELL’AZIONE SILEN-ZIOSA DEL POLLICE SINISTRO NEL RIGO MU-SICALE

Come si potrà notare nell’esempio analizzatonella pagina seguente (tratto dall’op. 16 di FernandoSor), il ritmo dei dislocamenti del pollice sini-stro può risultare generalmente complesso epuò rendere l’A.S.P.S. non solo un utile stru-mento di insegnamento e apprendimento, maanche come un insolito strumento di analisi tec-nica. L’A.S.P.S. non solo può indicare la loca-lizzazione approssimativa del P.S. (mediante no-te virtuali, non musicali), ma anche segnalarei movimenti dove quest’ultimo perde contattocon il manico (e la relativa durata) grazie adaltri simboli convenzionali della musica, quali lepause. L’importanza e l’utilità di questo sistemarisiedono nell’iden tificazione delle difficoltà nonevidenti nella mano sinistra che derivanodall’azione del pollice.

La rappresentazione dell’A.S.P.S. è uno stru-mento di analisi tecnica completa attraverso ilquale possiamo indicare (con note, bicordi opause) la collocazione approssimativa del P.S. in

relazione alla parte convessa del manico, i suoimovimenti nelle tre dimensioni e la durata deisuoi contatti con il manico della chitarra. Untale strumento tecnico può aiutare a rilevarequelle difficoltà occulte in certi passaggi appa-rentemente semplici, evidenziando i movimentidel pollice e la loro complessità ritmica, indi-pendenti dalla parte musicale.

Riteniamo necessario sottolineare che, fra di-versi chitarristi, potranno verificarsi tanto dellecoincidenze quanto delle divergenze nell’A.S.P.S.Le variabili antropometriche e organologiche (spe-cialmente la lunghezza della corda vibrante) cau-sano leggere variazioni nel punto della colloca-zione del P.S. in differenti chitarristi. Ad esem-pio: il chitarrista “x”, che ha mani più piccolerispetto al chitarrista “y”, sicuramente avrà biso-gno, per questa ragione, di usare frequentementeuna apertura angolare maggiore se suona con lostesso strumento del chitarrista “y”. Questa aper-tura si tradurrà in una differente collocazionedel pollice sinistro.

L’A.S.P.S. è assolutamente interdipendente dal-la funzione delle restanti dita della mano sini-stra e, pertanto, è necessario tener conto dei mo-vimenti del pollice al fine di realizzare le diteg-giature più adeguate alle necessità tecniche del-le opere musicali.

BIBLIOGRAFIA

AGUADO, DIONISIO, Apéndice al nuevo método para guitarra, Madrid, 1849.

BARCELÓ, RICARDO, Adiestramiento técnico para guitarristas, Real Musical, Madrid, 2000.

BARCELÓ, RICARDO, La digitación guitarrística, Real Musical, Madrid, 1995.

BARCELÓ, RICARDO, O sistema posicional na guitarra. Origem e conceitos de posição. O caso de FernandoSor, Tesi de Dottorato, Università di Aveiro, 2009.

Carlevaro, Abel, Escuela de la Guitarra. Exposición de la teoría instrumental, Dacisa, Montevideo, 1978.

MARESCOT, CHARLES DE, La Guitaromanie, Parigi, 1829.

Sor, Fernando. Método para guitarra, Paris, 1830. (Versione in spagnolo di E. Baranzano e R. Barceló,Ed. Labirinto, Fafe, 2009.

SOR, FERNANDO, 5ª Fantasia con variazioni, 0p. 16”, sull’Aria de Paisiello “Nel cor più non mi sento”.

TORTELIER, PAUL, How I Play, How I teach, 4a ed., Chester Music, Londra, 1992. (Prima edizione: ChesterMusic, Londra, 1975).

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Esempio dell’A.S.P.S. individuale e personalizzata realizzata dall’autore dell’articolo. Questo estrattodalla Fantasia op. 16 di Fernando Sor “Nel cor più non mi sento”. Il diapason della chitarra utiliz-zata è 630 mm.

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