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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921 Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673 Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni Febbraio 2015 N° 2 € 2,00 una copia S ergio Mattarella (dodicesimo Presidente della Re- pubblica), uomo riservato, misurato nei gesti e nelle parole (stile Moro) ha fatto della coerenza e rigore mo- rale il suo codice distintivo. Viene dalla cultura dei cattolici democratici e in questo humus fecondo affondano le radici di convinto difenso- re dei valori della Costituzione. Sempre dallo stesso re- troterra derivano le sue convinzioni sulla “laicità” della politica. La sua è una cultura politica molto forte ed assimilata, fatta di moderazione, equilibrio, dialogo con l’avversa- rio, senso delle istituzioni e dello Stato. In lui si vedono i segni, e l’inconfondibile impronta, di una stagione culturale che ha attinto idee e visione po- litica da uomini come Moro, Leopoldo Elia, Pietro Scop- pola e Nino Andreatta. Mattarella tiene a far sapere al Parlamento che sarà “un arbitro imparziale” (lo ribadisce) ma chiede, al tempo stesso, “l’aiuto dei giocatori”, che si può tranquillamen- te leggere come correttezza di comportamento politico istituzionale da tutti i soggetti. Ha usato parole nuove verso i giovani parlamentari (il ri- ferimento è al Movimento Cinque Stelle che non ha ci- tato esplicitamente) che portano in Parlamento le spe- ranze e le attese dei propri coetanei e che rappresenta- no anche con la capacità di critica e persino di indigna- zione la voglia di cambiare. La sua elezione (di alto profilo) è avvenuta in una fase di profondo cambiamento politico, sociale ed economi- co del Paese. Le sue prime parole hanno fatto riferimento alle difficol- tà ed alle speranze dei “concittadini”, attingendo ancora una volta ai punti di forza dei cattolici democratici impe- gnati in politica. Guarda al dramma del Paese che sof- fre, dove la povertà si diffonde, la forbice sociale tra i ceti si allarga, la disoccupazione (in gran parte giovani- le) è una piaga di cui ci si deve far carico. E ha citato esplicitamente il Mezzogiorno. C’è un filo rosso che lega tutto l’impianto del suo inter- vento (piuttosto convenuto) e cioè il continuo richiamo ai valori della Costituzione di cui, in maniera convinta, vuole esserne il “garante”. MATTARELLA: un cattolico al Quirinale di Mimmo Sacco P er la prima volta nel- la sua storia Ostuni ospiterà le Reliquie di Santa Bernadette, la pa- storella che l’11 febbraio 1858 vide la Vergine Ma- ria in una grotta di Lour- des, in Francia, ai piedi dei Pirenei. Una notizia che sta già destando entusiasmo e commozione tra i fedeli che conoscono la storia di Lourdes e, quindi, di Santa Bernadette. A Lourdes e alle appari- zioni della Vergine, sono legate le storie di tanti Santi, Beati, Pontefici, ma soprattutto di gente comune che ai piedi della Grotta di Massabielle ha trovato il tan- to atteso miracolo del “Cuore”. “Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro. Vuole farmi il favore di venire qui per quindici giorni?”. Così disse la “Bella Signora” a Bernadette con una gentilezza sorprendente. “Se ci fosse stata al mondo una bambina più ignorante e stupida, la Vergine Maria avrebbe scelto lei” diceva spesso Bernadette con infinità umiltà. Le reliquie (frammentI di cartilagine postI in una teca) sono state affidate dal Santuario di Lourdes all’Unitalsi ed approderanno ad Ostuni il 20 febbraio prossimo in occasione del X anniversario dalla fondazione del Gruppo Unitalsi della Città Bianca e dell’inaugurazione della nuova sede del Gruppo in via Luisa Sanfelice. Le reliquie giungeranno nella Città Bianca già nella se- rata di giovedì 19 febbraio presso il Santuario dei SS. Medici dove l’Unitalsi ed i giovani della Vicaria hanno organizzato una veglia di preghiera. Venerdì 20 febbraio dalle 9 il Santuario dei SS. Medici ospiterà le scuole della Città Bianca per consentire an- che ai più piccoli di conoscere la storia di Santa Berna- dette, la Santa che tanto amava i bambini e gli am- malati. Nel pomeriggio le reliquie raggiungeranno l’Ospeda- le Civile, la RSA San Raf- faele, le Case di riposo, Pinto e Il Focolare, dove sosteranno per un breve momento di preghiera gui- dato dall’assistente dioce- sano Unitalsi, Don Paolo Zofra. Alle 17,15 sempre presso la Chiesa dei SS. Medici il Rosario meditato con San- ta Bernadette. Alle 18 la Santa Messa presieduta da Don Danilo Priori, vice-assistente nazionale del- l’Unitalsi. Al termine della celebrazione il bacio della re- liquia. Alle 19,30 in via Luisa Sanfelice (traversa di Piazza Italia), l’inaugurazione della sede del Gruppo Unitalsi di Ostuni e l’intitolazione al Dr. Olindo Guaglia- ni, medico tisio-pneuomologo che ha donato la sua vi- ta al servizio dei sofferenti con umanità e disponibilità che andavano oltre il suo ruolo di medico. Il nastro sa- rà tagliato ufficialmente dal presidente nazionale Uni- talsi, Salvatore Pagliuca e dal presidente della sezione pugliese Unitalsi, Palma Guida, che arriveranno nella Città Bianca anche per festeggiare il 10° anniversario dalla fondazione del Gruppo di Ostuni. La tre giorni dedicata all’Unitalsi si concluderà sabato 21 febbraio alle ore 10 presso il Liceo Classico di Ostu- ni dove gli stessi protagonisti della giornata precedente si confronteranno con i ragazzi del Liceo sul tema: “Di- sabilità ed integrazione: disagio o bellezza?”. Prima della tavola rotonda sarà proiettato un filmato sul re- cente pellegrinaggio a Lourdes dei Giovani Unitalsi rea- lizzato da Paola Russo, Francesco Giase e Filippo Oli- veri. X ANNIVERSARIO FONDAZIONE GRUPPO UNITALSI Le reliquie di Santa Bernadette per la prima volta ad Ostuni La sede Unitalsi intitolata al Dr. Olindo Guagliani (segue a pag. 2) (segue a pag. 2) Il nostro Enzo Farina si ispira al Festival di Sanremo, che si conclude il 14 febbraio: Carlo Conti pre- senta un inedito trio di interpreti (Domenico Tanzarella, Giovanni Epifani e Gianfranco Coppola) L’articolo di politica è a pag. 2 Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appena comunicatagli l’avvenuta elezione, si è recato in visita alle Fosse Ardeatine per onorare le vittime dell’eccidio nazifascista del marzo 1944. Tra le 335 vittime della strage c’è anche l’ostunese maggiore Antonio Ayroldi. S iamo una coppia di fidanzati prossimi alle nozze e, spro- nati dall’invito di Don Giovanni Apollinare, abbiamo partecipa- to, insieme ad altre coppie di fi- danzati e di sposi, al training sulla tenerezza organizzato dal- l’associazione Incontro matri- moniale, in Ostuni a Villa della Speranza, l’ultimo week end di gennaio 2015, con trainer Don Romolo Taddei, sacerdote, psi- cologo, psicoterapeuta e i co- niugi Teresa e Pippo Vincenti. Eravamo spaventati ed incurio- siti, ma con tanta voglia di arric- chire il nostro bagaglio di tene- rezza ultimamente vuoto e sca- rico. Durante i primi minuti ci siamo chiesti cosa spinga una coppia, sposata da oltre 20 an- ni e con figli, a partecipare ad un incontro del genere poiché, per il nostro immaginario sul futuro, davamo per scontato che, dopo 20 anni e oltre di matrimo- nio, si sia teneri molto di più che da fidanzati. Abbiamo capito che ci sbagliavamo. L’esperienza ci ha permesso di fare un viaggio dentro noi stessi e nella nostra coppia, grazie a continui scambi tra noi due e confronti con tutto il gruppo, soprattutto aiutati dalla inaspettata ca- pacità di mettersi a nudo e di non provare vergo- gna dei partecipanti. Fondamentale è stato l’an- notare le esperienze su un quaderno da scambiare poi col partner: questo ci ha permesso di confidare pensieri e intimità che non sempre si riesce a co- municare nella vita di tutti i giorni. Don Romolo ci ha fatto capire che spesso è il modo di comu- nicare ad essere sbagliato, che i gesti del corpo dicono al- tro rispetto a quello che sentia- mo, che tendiamo a sottovalu- tare le nostre espressioni fisi- che d’amore o di tenerezza perché le circostanze ce lo suggeriscono o l’educazione ce lo impone. Invece basta scambiarsi piccoli gesti di te- nerezza ogni giorno, trasmet- tere al compagno le nostre gratitudini più che i nostri di- sappunti, limitare le accuse e privilegiare l’ascolto; amare se stessi, amare l’altro per permettergli di amarci. Abbiamo capito che la vita matrimoniale che ci attende potrebbe non essere tutta rose e fiori, così come pensavamo fino a ieri; che in due si è più forti e che qualsiasi problema o difficoltà può essere risolto anche partendo dal guardar- “La tenerezza è come un’oasi di calma in cui il cuore parla e i sensi ascoltano” di Rosanna Carparelli e Fabio Pacifico (segue a pag. 8) Nel dipinto di Ulrich Beck San Valentino, vescovo di Terni del III sec., patrono degli innamorati (14 febbraio)

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Page 1: una copia MATTARELLA: un cattolico al Quirinale › wp-content › uploads › ... · Democratico, e un conseguente rimpasto nella Giunta comunale. Qualunque intesa sarà siglata,

Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673

Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni

Febbraio2015

N° 2€ 2,00

una copia

Sergio Mattarella (dodicesimo Presidente della Re-pubblica), uomo riservato, misurato nei gesti e nelle

parole (stile Moro) ha fatto della coerenza e rigore mo-rale il suo codice distintivo.Viene dalla cultura dei cattolici democratici e in questohumus fecondo affondano le radici di convinto difenso-re dei valori della Costituzione. Sempre dallo stesso re-troterra derivano le sue convinzioni sulla “laicità” dellapolitica.La sua è una cultura politica molto forte ed assimilata,fatta di moderazione, equilibrio, dialogo con l’avversa-

rio, senso delle istituzioni e dello Stato.In lui si vedono i segni, e l’inconfondibile impronta, diuna stagione culturale che ha attinto idee e visione po-litica da uomini come Moro, Leopoldo Elia, Pietro Scop-pola e Nino Andreatta.Mattarella tiene a far sapere al Parlamento che sarà “unarbitro imparziale” (lo ribadisce) ma chiede, al tempostesso, “l’aiuto dei giocatori”, che si può tranquillamen-te leggere come correttezza di comportamento politicoistituzionale da tutti i soggetti.Ha usato parole nuove verso i giovani parlamentari (il ri-ferimento è al Movimento Cinque Stelle che non ha ci-tato esplicitamente) che portano in Parlamento le spe-ranze e le attese dei propri coetanei e che rappresenta-no anche con la capacità di critica e persino di indigna-zione la voglia di cambiare.La sua elezione (di alto profilo) è avvenuta in una fasedi profondo cambiamento politico, sociale ed economi-co del Paese. Le sue prime parole hanno fatto riferimento alle difficol-tà ed alle speranze dei “concittadini”, attingendo ancorauna volta ai punti di forza dei cattolici democratici impe-gnati in politica. Guarda al dramma del Paese che sof-fre, dove la povertà si diffonde, la forbice sociale tra iceti si allarga, la disoccupazione (in gran parte giovani-le) è una piaga di cui ci si deve far carico. E ha citatoesplicitamente il Mezzogiorno.C’è un filo rosso che lega tutto l’impianto del suo inter-vento (piuttosto convenuto) e cioè il continuo richiamoai valori della Costituzione di cui, in maniera convinta,vuole esserne il “garante”.

MATTARELLA: un cattolico al Quirinaledi Mimmo Sacco

Per la prima volta nel-la sua storia Ostuni

ospiterà le Reliquie diSanta Bernadette, la pa-storella che l’11 febbraio1858 vide la Vergine Ma-ria in una grotta di Lour-des, in Francia, ai piedidei Pirenei. Una notizia che sta giàdestando entusiasmo ecommozione tra i fedeliche conoscono la storiadi Lourdes e, quindi, diSanta Bernadette. A Lourdes e alle appari-zioni della Vergine, sonolegate le storie di tantiSanti, Beati, Pontefici, ma soprattutto di gente comuneche ai piedi della Grotta di Massabielle ha trovato il tan-to atteso miracolo del “Cuore”. “Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, manell’altro. Vuole farmi il favore di venire qui per quindicigiorni?”. Così disse la “Bella Signora” a Bernadette conuna gentilezza sorprendente.“Se ci fosse stata al mondo una bambina più ignorantee stupida, la Vergine Maria avrebbe scelto lei” dicevaspesso Bernadette con infinità umiltà. Le reliquie (frammentI di cartilagine postI in una teca)sono state affidate dal Santuario di Lourdes all’Unitalsied approderanno ad Ostuni il 20 febbraio prossimo inoccasione del X anniversario dalla fondazione delGruppo Unitalsi della Città Bianca e dell’inaugurazionedella nuova sede del Gruppo in via Luisa Sanfelice. Le reliquie giungeranno nella Città Bianca già nella se-rata di giovedì 19 febbraio presso il Santuario dei SS.Medici dove l’Unitalsi ed i giovani della Vicaria hannoorganizzato una veglia di preghiera. Venerdì 20 febbraio dalle 9 il Santuario dei SS. Mediciospiterà le scuole della Città Bianca per consentire an-che ai più piccoli di conoscere la storia di Santa Berna-

dette, la Santa che tantoamava i bambini e gli am-malati. Nel pomeriggio le reliquieraggiungeranno l’Ospeda-le Civile, la RSA San Raf-faele, le Case di riposo,Pinto e Il Focolare, dovesosteranno per un brevemomento di preghiera gui-dato dall’assistente dioce-sano Unitalsi, Don PaoloZofra. Alle 17,15 sempre pressola Chiesa dei SS. Medici ilRosario meditato con San-ta Bernadette. Alle 18 laSanta Messa presieduta

da Don Danilo Priori, vice-assistente nazionale del-l’Unitalsi. Al termine della celebrazione il bacio della re-liquia. Alle 19,30 in via Luisa Sanfelice (traversa diPiazza Italia), l’inaugurazione della sede del GruppoUnitalsi di Ostuni e l’intitolazione al Dr. Olindo Guaglia-ni, medico tisio-pneuomologo che ha donato la sua vi-ta al servizio dei sofferenti con umanità e disponibilitàche andavano oltre il suo ruolo di medico. Il nastro sa-rà tagliato ufficialmente dal presidente nazionale Uni-talsi, Salvatore Pagliuca e dal presidente della sezionepugliese Unitalsi, Palma Guida, che arriveranno nellaCittà Bianca anche per festeggiare il 10° anniversariodalla fondazione del Gruppo di Ostuni. La tre giorni dedicata all’Unitalsi si concluderà sabato21 febbraio alle ore 10 presso il Liceo Classico di Ostu-ni dove gli stessi protagonisti della giornata precedentesi confronteranno con i ragazzi del Liceo sul tema: “Di-sabilità ed integrazione: disagio o bellezza?”. Primadella tavola rotonda sarà proiettato un filmato sul re-cente pellegrinaggio a Lourdes dei Giovani Unitalsi rea-lizzato da Paola Russo, Francesco Giase e Filippo Oli-veri.

X ANNIVERSARIO FONDAZIONE GRUPPO UNITALSILe reliquie di Santa Bernadette

per la prima volta ad Ostuni La sede Unitalsi intitolata al Dr. Olindo Guagliani

(segue a pag. 2)

(segue a pag. 2)

Il nostro Enzo Farina si ispira al Festival di Sanremo, che si conclude il 14 febbraio: Carlo Conti pre-senta un inedito trio di interpreti (Domenico Tanzarella, Giovanni Epifani e Gianfranco Coppola)

L’articolo di politica è a pag. 2

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appenacomunicatagli l’avvenuta elezione, si è recato in visitaalle Fosse Ardeatine per onorare le vittime dell’eccidionazifascista del marzo 1944. Tra le 335 vittime dellastrage c’è anche l’ostunese maggiore Antonio Ayroldi.

Siamo una coppia di fidanzatiprossimi alle nozze e, spro-

nati dall’invito di Don GiovanniApollinare, abbiamo partecipa-to, insieme ad altre coppie di fi-danzati e di sposi, al trainingsulla tenerezza organizzato dal-l’associazione Incontro matri-moniale, in Ostuni a Villa dellaSperanza, l’ultimo week end digennaio 2015, con trainer DonRomolo Taddei, sacerdote, psi-cologo, psicoterapeuta e i co-niugi Teresa e Pippo Vincenti.Eravamo spaventati ed incurio-siti, ma con tanta voglia di arric-chire il nostro bagaglio di tene-rezza ultimamente vuoto e sca-rico. Durante i primi minuti cisiamo chiesti cosa spinga unacoppia, sposata da oltre 20 an-ni e con figli, a partecipare adun incontro del genere poiché,per il nostro immaginario sul futuro, davamo perscontato che, dopo 20 anni e oltre di matrimo-nio, si sia teneri molto di più che da fidanzati.Abbiamo capito che ci sbagliavamo.L’esperienza ci ha permesso di fare un viaggiodentro noi stessi e nella nostra coppia, grazie acontinui scambi tra noi due e confronti con tuttoil gruppo, soprattutto aiutati dalla inaspettata ca-pacità di mettersi a nudo e di non provare vergo-gna dei partecipanti. Fondamentale è stato l’an-

notare le esperienze su unquaderno da scambiare poi colpartner: questo ci ha permessodi confidare pensieri e intimitàche non sempre si riesce a co-municare nella vita di tutti igiorni.Don Romolo ci ha fatto capireche spesso è il modo di comu-nicare ad essere sbagliato,che i gesti del corpo dicono al-tro rispetto a quello che sentia-mo, che tendiamo a sottovalu-tare le nostre espressioni fisi-che d’amore o di tenerezzaperché le circostanze ce losuggeriscono o l’educazionece lo impone. Invece bastascambiarsi piccoli gesti di te-nerezza ogni giorno, trasmet-tere al compagno le nostregratitudini più che i nostri di-sappunti, limitare le accuse e

privilegiare l’ascolto; amare se stessi, amarel’altro per permettergli di amarci.Abbiamo capito che la vita matrimoniale che ciattende potrebbe non essere tutta rose e fiori,così come pensavamo fino a ieri; che in due siè più forti e che qualsiasi problema o difficoltàpuò essere risolto anche partendo dal guardar-

“La tenerezza è come un’oasi di calmain cui il cuore parla e i sensi ascoltano”

di Rosanna Carparelli e Fabio Pacifico

(segue a pag. 8)

Nel dipinto di Ulrich BeckSan Valentino, vescovo diTerni del III sec., patrono

degli innamorati (14 febbraio)

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2FEBBRAIO

2015 CITTà

“Così non si può più andare avanti” dicono gli espo-nenti del centrodestra al Comune. “Così non si puòpiù andare avanti” ripetono gli esponenti del PD inConsiglio. Sembra una parafrasi della frase “Nonpossiamo continuare a vederci così”: è per questoche il Sindaco Gianfranco Coppola, otto mesi dopol’inizio della sua esperienza amministrativa, ha uffi-cialmente dichiarato di essere disponibile ad un al-largamento della maggioranza e quindi anche all’in-gresso di altre forze nella compagine di governodella città. Porte sbarrate dall’area socialista, estre-mamente critica verso tutto quello che la GiuntaCoppola ha fatto finora, mentre il PD, dopo un’affol-lata assemblea cittadina, ha dato mandato, a gran-de maggioranza, al segretario cittadino Silvestro Ia-ia, per l’avvio di trattative ufficiali che potrebbero al-la fine sancire un patto amministrativo con un nuo-vo programma che coinvolga direttamente il PartitoDemocratico, e un conseguente rimpasto nellaGiunta comunale. Qualunque intesa sarà siglata,tuttavia, si spera che non sia un “Patto del Nazare-no” in versione ostunese: è auspicio di tutti che del“Patto di San Francesco”, se ci sarà, siano resi no-ti con chiarezza alla comunità cittadina tutti gli ele-menti, i termini e le condizioni, per quel supremo“interesse della città” che tutti affermano di volerperseguire. Sullo sfondo si intravvedono le elezioniregionali, previste per il 17 maggio: è stato riam-

messo in Consiglio regionale il consigliere fasaneseFabiano Amati, che aveva raccolto molti voti adOstuni ed era stato poi sospeso dalla carica (il suocaso è finito davanti alla Corte costituzionale). Sicu-ra la sua ricandidatura e anche quella del nostroconcittadino Giovanni Epifani, consigliere uscentedel PD. Il candidato presidente del centrosinistraMichele Emiliano, che è anche segretario regionaledel Partito Democratico, schiererà però una o due“liste civiche” con il suo nome, al cui interno troveràposto, con ogni probabilità, anche l’ex Sindaco diOstuni Domenico Tanzarella, che ha già dichiaratoalla stampa “sarò candidato”. Tenendo conto dellariduzione da 70 a 50 dei seggi del Consiglio regio-nale, la partita, che sicuramente fornirà molti voti adEmiliano, si preannuncia difficilissima sia per Epifa-ni che per Tanzarella, a meno che l’intenzione siaquella di fare un referendum nel centrosinistra ostu-nese, una specie di derby per stabilire chi può es-sere il leader per le prossime comunali, che potreb-bero svolgersi molto prima della scadenza naturaleprevista nel 2019. Non sappiamo ancora chi sarà l’aspirante presiden-te del centrodestra, né se ci saranno candidati ostu-nesi nella coalizione: sicura la presenza dell’ostu-nese Paolo Mariani, già candidato a Sindaco nel2014, nella lista del Movimento 5 Stelle dopo l’indi-cazione delle consultazioni on line del Movimento.

Notizie dall’OspedaleIl nuovo Direttore generale della ASL di Brindisi, Giuseppe Pasqualone, secondo quanto stabilito dallanormativa vigente, ha nominato il Direttore amministrativo ed il Direttore sanitario della stessa Aziendasanitaria, rispettivamente, nella persona del dott. Giovanni Giannoccaro, che fino ad ora ha diretto l’areagestione del personale dell’azienda ospedaliera policlinico di Bari, e del dott. Angelo Raffaele Greco, giàDirettore del distretto socio-sanitario n°1 di Brindisi. Lo stesso manager, che ha anche ottenuto parere fa-vorevole al suo insediamento dalla Conferenza dei Sindaci della nostra Provincia, attraverso uno dei suoiprimi atti deliberativi, ha varato il nuovo piano triennale di assunzioni, valido per gli anni 2014-2016. Ladelibera permetterà l’assunzione di 133 figure professionali, la maggior parte infermieri professionali, maanche tecnici sanitari e operatori socio-sanitari. Molti dei neoassunti andranno a rinforzare soprattutto ilpronto soccorso degli ospedali di Brindisi, Francavilla Fontana e Ostuni, sempre più messi a dura provadalla carenza di personale e, contemporaneamente, dal crescente e notevole afflusso di pazienti. Comesi ricorderà, con la nuova rete dell’emergenza-urgenza, che farà concentrare presso i tre centri citati an-cora più gente bisognosa di assistenza sanitaria, il problema è destinato ad acuirsi ancora di più e benesta facendo, pertanto, il neo Direttore a rinforzare l’organico di tali strategiche unità operative.A proposito del Pronto Soccorso di Ostuni, ci sembra il caso di sottolineare, ancora una volta, che essoè situato in locali ristretti e poco funzionali e, pertanto, si rende sempre più necessario il suo trasferimen-to presso la nuova ala, i cui lavori di costruzione, purtroppo, procedono a ritmo lento.Si informa che sono stati adeguati e messi a norma i locali adibiti ai prelievi per il laboratorio analisi e perl’unità di raccolta fissa di sangue, situati al piano terreno dell’ospedale civile di Ostuni.I donatori, pertanto, potranno recarsi presso questa rinnovata sede, il venerdì, dalle ore 08,15 alle ore10,30.Il servizio di odontoiatria, dopo che il dr Carlucci è andato in pensione, continua ad essere svolto pressoil locale distretto dal dr Gasparro, durante le giornate di lunedì, martedì e mercoledì dalle ore 08,00 alleore 12,00Domenica, 11 gennaio, per mezzo di un elicottero atterrato nell’area mercato e subito ripartito alla voltadi Cerignola, si è provveduto al trasferimento dall’ospedale di Ostuni di una paziente in gravi condizioni,dovute, probabilmente ad uno stato infettivo. L’avvenimento, oltre ad incuriosire numerosi cittadini, si èsvolto in tutta sicurezza grazie all’assistenza dei Vigili del fuoco del locale distaccamento.

ROSARIO SANTORO

PD E CENTRODESTRA: DI “COMUNE”ACCORDO? A MAGGIOR REGIONE...

Bernadette Soubirous vide per la prima volta la Ma-donna l’11 febbraio 1858 mentre era intenta a rac-cogliere della legna insieme alla sorella e adun’amica. Successivamente la signora vestita dibianco “Aquero” come la chiamava Bernadette (nelsuo dialetto vuol dire “Quella là”) apparve ancora 17volte alla piccola pastorella che fu letteralmentemessa sotto torchio dalle autorità locali prima chevenisse accertato che diceva solo la verità.Terminate le apparizioni, Bernadette entrò in unconvento di Nervers (circa 800 chilomentri da Lour-des) e lì morì il 16 aprile 1879 dopo una lunga sof-ferenza provocata dalla tubercolosi.

Fu proclamata Santa da Pio XI l’8 dicembre 1933proprio nel giorno dell’Immacolata Concezione, allapresenza di 80 mila persone che la invocarono San-ta e Vergine. I pellegrini di Lourdes e gli ammalatinon temono di aggiungere l’appellativo di Martireper le sofferenze fisiche e psicologiche patite du-rante la sua breve esistenza. “Il calvario” di Berna-dette si può sintetizzare in una frase che lei stessaha scritto: “Obbedire e amare, soffrire tutto in silen-zio per piacere a Gesù”. Il suo corpo è conservato“incorrotto” nel Convento di San Gildard nella Cap-pella di San Giuseppe. Un frammento giungerà adOstuni, un’occasione unica per sentire da vicino ilcarisma di una Santa che, pur nella sua umiltà, hasegnato la storia della cristianità.

FRANCESCO PECERE

(segue da pag. 1)Le reliquie di Santa Bernadette

Serata importantequella del 28 gen-

naio u.s. per i primiatti operativi del Fo-rum della società civi-le, dopo l’elezione delpresidente avvenutal’11 dicembre scorso.Il prof. Enzo Cappet-ta, nel discorso diapertura della seratariservata all’elezionedegli organi consulti-vi, ha tracciato unbreve percorso diquesta istituzioneche creata nel 1992 per dare valore agli organismidi partecipazione cittadina, in relazione a quantoprevisto nell’art. 27 dello Statuto Comunale, ha vi-sto alternarsi diversi presidenti ( il dott. GiuseppeMoro, il dott. Fernando Rizzello ed infine l’avv. Ro-saria Ghionda) conoscendo, nell’ultimo periodo, unmomento critico per cui aveva cessato di assolverele sue funzioni aggregative e propositive. Il forum èun luogo di aggregazione dove i cittadini si incontra-no in piena autonomia per discutere, proporre,ascoltare, sollevare osservazioni sulla vita cittadi-na. L’attività del Forum è quella di mettere al centrodella propria azione temi e aspetti che riguardano lacittà e da questo punto di vista le associazioni,espressione di interessi diversi in vari ambiti opera-tivi e lavorativi del nostro paese, possono sulla ba-se della propria attività ed esperienza, organizzarsie offrire un contributo importante per far conoscereelementi di criticità, aspetti da migliorare, problemida risolvere. Ribadendo il carattere autonomo del-l’istituzione il presidente ha proseguito sottolinean-do che Il Forum non è il luogo del dibattito politico,così come i problemi non hanno carattere persona-le… la forza del Forum consiste nel discutere insie-me, porre insieme all’attenzione dell’amministrazio-ne comunale i problemi e insieme avanzare inter-venti… La città non cresce se ci si divide e non sipuò assistere impotenti ad un evidentedeclino…ognuno deve fare la propria parte e parte-cipare ad un processo di crescita e di sviluppo del-

la comunità. La volontà di rilanciare l’attività del Fo-rum è stata dimostrata dai numerosissimi interventiche hanno di volta in volta evidenziato l’importanzadi questo processo di “cittadinanza attiva” che par-te dalla base per valorizzare le forze della città, perstimolare il dibattito, per intervenire sulle necessitàdel territorio, per dare spazio alla dimensione uma-na come a quella sociale e culturale, per proporreun modello che non deve essere quello dell’isola-mento ma quello della partecipazione, non quelloastratto della politica ma quello concreto di chi si im-pegna direttamente per affrontare i problemi, unesempio di consapevolezza e di responsabilità del-l’agire per il bene comune. Al termine i rappresen-tanti delle quarantacinque associazioni presenti(nell’incontro dell’11 erano solo diciotto) hanno elet-to i componenti della giunta nelle persone di Osval-do Ippolito (U.S. Lightning Pallavolo), Iolanda Milo-ne (Azione Cattolica Italiana), Ilaria Pecoraro (ItaliaNostra), Gianmichele Pavone (M.E.I.C.), NicolettaNatola (Amici del Teatro) e Licio Tamborrino (Offici-ne Tamborrino) in rappresentaza dei settori sportivi,sociali, culturali, produttivi e industriali del territorio.I cinque probiviri che coadiuveranno i lavori dellagiunta sono Lucio Francioso (CSI), Antonella Coluc-ci (Folletti e Folli), Roberta Rodio (S.E.R.), TeresaLococciolo (UCIIM) e Gianfranco Aurisicchio (Amicidi Ostuni). Un indirizzo mail istituzionale([email protected]) velocizzerà i collega-menti di questa nuova rete cittadina.

NUOVA VITA PER IL FORUMdi Enza Aurisicchio

UNIVERSITA’ DELLE TRE ETA’UNITRE - OSTUNI

PROGRAMMA

Sede degli incontri: AUDITORIUM “G. SEMERANO”

BIBLIOTECA COMUNALE

VENERDI’ 13 FEBBRAIO - ore 17.30Dott. LUCIANO PECCARISI

Medico neuropsichiatraDIALOGO TRA IL CERVELLOE IL SUO IO

VENERDI’ 20 FEBBRAIO - ore 17.30Arch. ILARIA PECORARO

I TRACCIATI DELLE VIE FRANCIGENETRA OSTUNI E CAROVIGNO

VENERDI’ 27 FEBBRAIO - ore 17.30Prof. ETTORE CATALANO

Docente Letteratura Italiana - UniSalentoDANTE E IL PROGETTO DELLA COMMEDIA

VENERDI’ 6 MARZO - ore 18.00Assoc. culturale “FOLLETTI E FOLLI”

LA CHIAVE DELL’ASCENSOREdi Agota Kristof con Antonella COLUCCI

e Dario LACIRIGNOLA

VENERDI’ 13 MARZO - ore 18.00Dott. MANUELA MATARRESE

LA FORMAZIONE D’ECCELLENZANEI NOSTRI SETTORI

E garantire la Costituzione vuol dire riconoscere tut-ti i suoi caratteri significativi ed essenziali che, conaccenti direi didascalici, ha elencato. Ne scegliamoalcuni: concorrere con lealtà alle spese del Paese(pagare, cioè, le tasse), diritto allo studio, autono-mia e pluralismo dell’informazione. E questa – hadetto con chiarezza inusitata – va riformata per raf-forzare (e non indebolire) il processo democratico.E ancora il “patto costituzionale” è stato evocato perchiamare a doveri più esigenti una pubblica ammi-nistrazione lontana dalle sensibilità di cittadini chechiedono partecipazione, trasparenza, semplicitàdegli adempimenti. E le riforme istituzionali econo-miche e sociali sono state finalizzate a dare appli-cazione costante ai valori costituzionali.Largo spazio nel suo intervento ai gravi fenomenidella mafia (ne è stato vittima suo fratello Piersanti)ed alla corruzione considerati impegni prioritari. Esulla corruzione “che ha raggiunto livelli inaccettabi-li” riprende le parole di Papa Francesco contro i cor-rotti: “di buone maniere, ma di cattive abitudini”. (Varicordato che proprio dalla tragedia del fratello, Pier-santi, viene spinto all’impegno politico).Parlare di unità nazionale significa ridare al Paeseun orizzonte di speranza, ma al tempo stesso haben presente che questa “è difficile”, fragile, lontanae insidiata dalla crisi con le sue crescenti povertà.Ma ugualmente va sottolineata la convinzione concui ha parlato ripetutamente di “speranza” (pronun-ciata non con toni retorici) per mettere in guardia dalrischio di essere risucchiati nel gorgo della rasse-gnazione o, peggio ancora, della disperazione.Fondamentale il richiamo alla democrazia che nonsi può considerare una conquista definita.

Molto forte nel suo discorso la preoccupazione peri devastanti effetti del terrorismo che richiede una ri-sposta globale. Dal Capo dello Stato è venuta la rin-novata affermazione di una fede europeista perchél’EU rappresenta oggi, ancora una volta, “una fron-tiera di speranza”. A questo proposito è opportunoaccennare che la Presidenza della Repubblica haacquisito un’identità bicefala: una faccia guarda al-l’interno e l’altra all’esterno del Paese.È stato fatto notare che il discorso del nuovo capodello Stato si colloca sostanzialmente nel solcotracciato, nell’ordine, da Ciampi e poi da Napolita-no. Avviandoci alla conclusione credo opportuno of-frire una rapida sintesi delle riflessioni portate avan-ti fin qui. Il senso complessivo di questa elezionepresidenziale è il riscatto della politica che riacqui-sta consapevolezza, il suo primato, la sua capacitàdecisionale. Durerà? Si avvertono già, nuovamente,alcuni segnali preoccupanti.La scommessa di Mattarella è questa: rassicurare ericucire socialmente l’Italia, riavvicinare le genera-zioni, le diverse culture, offrendo così una ricostru-zione solida di memoria storica e di valori condivisi,ancorati ad una visione rigorosa della legalità. E an-cora i suoi richiami insistiti alla Costituzione offronola garanzia di una ispirazione profonda, convinta esentita, valida premessa per la fisionomia che Mat-tarella vorrà dare al suo ruolo di Capo dello Stato.Una notazione finale: poiché questo articolo è ospi-tato in un periodico cattolico merita soffermarsi an-che su un tratto fondamentale della sua “personali-tà” privata. Mattarella è provvisto di un bagaglio difede profonda, una fede non esibita, non ideologica,(vicina alla sensibilità del Cardinale Martini che haincontrato più volte), il credo di chi ha vissuto conentusiasmo gli anni del Concilio Vaticano II.

MIMMO SACCO

(segue da pag. 1)Mattarella: un cattolico al Quirinale

SOLIDARIETA’ IN OSTUNI:L’AIFO CONTRO

LA LEBBRAAnche in Ostuni, come avviene dal 2002, ilgruppo locale dell’AIFO (Associazione Italia-na Amici di Raoul Follereau) ha partecipatoalla Giornata mondiale contro la lebbra, conla distribuzione del “Miele della solidarietà” ela raccolta fondi per il sostegno dei progettidell’Associazione nel mondo intero. L’AIFOcombatte dal 1961, nel nome del grande fi-lantropo Follereau, la lebbra fisica e le lebbremetaforiche del mondo (la povertà, il sotto-sviluppo, la denutrizione). Nella foto alcunidei volontari del gruppo di Ostuni, che hannopartecipato alla Giornata in molte Parrocchie.

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3FEBBRAIO

2015Terza Pagina

Aben pensarci, in certi casi avvienenella letteratura ciò che avviene

nella vita. O viceversa? Non diciamola mia vita è un romanzo o il romanzodella mia vita? Non è una scoperta illegame tra le due cose. Ansia, tensio-ne nervosa, situazioni complesse inun groviglio che pare indissolubile adun certo punto si allentano. Proprioquesto è il termine; e l’immagine èquella di qualcosa che si scioglie.Nella lingua dei nostri cugini d’oltral-pe, i francesi, il concetto è tutto nelle parole, laddo-ve epilogo è detto dénouement, da noeud che signi-fica nodo. Una situazione intricata, tanti elementinarrativi sparsi e contraddittori, vengono a conclu-sione e, appunto, si sciolgono. E difatti in quella lin-gua quello che noi chiamiamo trama è, appunto,detto intrigue. Nel teatro antico c’era un deus exmachina che scendendo dal cielo spiegava e ricon-duceva ad unità gli sparsi elementi. Oppure arriva-va qualcuno, o si trovava uno scritto, oppure acca-deva un riconoscimento per cui tutte le tessere delmosaico andavano al loro posto e tutto si capiva. Enon c’è, come non c’era anche in quei momenti,nessun bisogno di spiegare che quell’intervento al-tro non era che un artificio teatrale o letterario perdare spiegazione e senso all’azione. Queste consi-derazioni mi son venute in mente leggendo il libro diBartolo Anglani il cui titolo Cento modi per morire,Stilo Editrice, sembrerebbe mettere il fuoco dei rac-conti sulla morte laddove essa non è altro che unamaniera di raccontare la vita: un artificio letterario,dunque (almeno per me). E pensate ad un titolo deltipo Cento modi per vivere, certo meno scioccantema chi non sa che cento e certamente più sono imodi di vivere? La morte che spiega la vita dunque,ed anche, talvolta, la vita che spiega se stessa conla morte come nel racconto che dice un rapporto pa-dre figlia o quello in cui è promessa in premio unavita. Così, allora, è la vita con le sue diverse coniu-gazioni che in quei racconti si svolge; certo non viteparadigmatiche, vite che vogliono dire la vita in ge-nerale, quelle in cui riconoscere qualcuno o qualco-sa come in un disegno preordinato ma della vita so-lo una scheggia, un frammento, un attimo, un episo-dio. E mai, credo, l’articolo indeterminativo è statopiù idoneo per significare non quello che generica-mente può dire la parola senza alcun determinante:vita; o la parola al plurale: esistenze. Qui c’è qual-cosa di unico e irripetibile, in linguaggio astrofisicosi direbbe una singolarità, una esperienza data echiusa in sé. Mai un trancio di vita (di positivisticamemoria anche se il carattere direi crudo di certiepisodi potrebbe richiamarla), una sorta di spacca-to di una qualche realtà, a suo modo tipica, ma sem-pre e solo un episodio. E certo esiste Una vita diMaupassant, autore che Anglani ama molto, ma lìuna vita è narrata nell’arco del suo svolgersi intero.Anglani non generalizza, non vuole che lo si facciaperché i suoi non sono racconti a tesi. Egli non de-ve e non vuole dimostrare nulla; vuol solo racconta-re. E certo egli ben conosce Flaubert e sa perfetta-mente che «se il libro non contiene un giudizio: o illettore è imbecille o il libro è falso» ma sa altrettan-to bene che ciò che dà senso ad un libro, romanzoo racconto, non è il fatto narrato, come dire? da so-lo, ma la maniera in cui è narrato, cioè le parole, lalingua. Il racconto, il romanzo, è parole, linguaggio,aerea costruzione di segni che creano, costruisco-no, situazioni e personaggi che si reggono in piedida sé, che parlano da soli e che da soli, respingen-do indietro l’autore, danno un significato, comunica-no un giudizio, danno un senso al raccontato. Sen-za le “sue” parole, la “sua” lingua il racconto, il ro-manzo, non esiste, rimane cronaca o pura fattualitàe non raggiunge, né può raggiungere un livello arti-

stico e un valore estetico. Ma non cer-cate qui la lingua personale e propriadi Anglani; se interessa, questa è neinumerosi libri di critica che egli hascritto. In questi racconti la lingua èquella dei vari personaggi, l’autore siè tratto indietro per far parlare ai per-sonaggi la lingua loro e del loro mon-do (in realtà l’autore crea personaggie ambiente attraverso la lingua chepresta ai suoi personaggi). Una linguagrigia e senza éclat ad una situazione

squallida, ad un mondo amorfo e marginale; un lin-guaggio complesso per creare attorno al personag-gio (il fabbro) una situazione di straniamento; un lin-guaggio altamente espressivo nel capovolto rappor-to città-campagna; una rutilante fantasmagoria ra-belesiana nella lunga e spiritosa sequela dei termi-ni per indicare un copricapo, laddove la donna èscambiata per cappello. Qui prendendo le mossedal caso clinico che Oliver Sacks descrive nel sag-gio L’uomo che scambiò sua moglie per un cappel-lo, mi pare che Anglani una volta stabilito il legamedonna cappello, prosegua legando le sole parolepiuttosto che i concetti e le realtà sottostanti che leparole indicano. E sarà bene esemplificare: se dicopanorama librario voglio dire ciò che ad un certomomento trovo nel mondo dei libri e panorama louso in questo senso. Ma Anglani compie talvolta lostesso lavoro di R. Queneau, ne I fiori blu che fa sa-lire il duca d’Auge sulla torre per dare uno sguardoall’orizzonte storico. Da una torre si può guardarel’orizzonte fisico o c.d. geografico non quello storico:le parole sono state legate come espressioni (oriz-zonte storico) e non per le realtà che dicono. Neconseguono effetti espressivi originali: potenza del-la parola (che bisogna, però, saper usare). Che co-municano, allora, questi racconti? Non essendociuna tesi, come ricordato sopra, la lettura è aperta ea me hanno comunicato l’idea della banalità del ma-le. Banale come dice la Harens, che intendo per ter-ra terra, quotidiano, inavvertito, finanche inconsape-vole (come gli assassini innocenti de I giusti di Ca-mus); ma anche banalità del bene, nel senso delbene esso pure quotidiano, in vite vissute senza laconsapevolezza della minaccia e dell’epilogo, nelsolco del giorno dopo giorno, del muoversi insiemeogni tanto dandosi una mano, di una vita che vuolcontinuare. Come nel caso del bambino che vedecadere dalla borsa di chi deve condurlo all’esito fi-nale, un giocattolino e gattonando va a prenderlo.Un particolare minimo che nell’economia del rac-conto e direi oltre, conta moltissimo. Particolare chedefinirei poetico non solo per l’emozione che susci-ta ma poetico perché nella concisione di quell’im-magine c’è un’allusione ad altro ad un più vastomondo di quello che si intuisce nel racconto. So be-ne che l’autore non vuole parlare né del bene né delmale o della loro “banalità”, ma ciò che certamentegli appartiene è la coscienza della complessità delreale. Si potrebbe continuare perché un libro è unaspecie di amo gettato al lettore. Un libro può tener-ci compagnia per qualche ora e poi andare a ripo-sare su un palchetto della nostra biblioteca, oppureessere come qualcuno ha detto “il guardiano del no-stro sonno” nel senso che non ci turba il sonno edha impedito che altro venisse a inquietarci. E capitainvece che un libro ci interroghi, ci solleciti. Ci facciapensare che avremmo voluto dire noi quelle cose,che quelle cose noi le pensiamo ma sono state det-te in un modo che maggiormente ci convince e coin-volge. Talaltra un libro ci apre orizzonti nuovi, ci di-ce cose che non sappiamo, ora gradevoli, ora sgra-devoli. Un libro può irritarci, può essere molesto. Seabbiamo abboccato è un buon libro. Nei racconti diAnglani ci sono molti ami con buone esche.

PER LEGGERE BARTOLOdi Nello Ciraci

Per Piatone, contrada della selva contigua a Ca-mastra, il sacerdote Angelo Cavallo propone

una suggestiva derivazione: elevata la regina Ade-laide agli onore degli altari da Gregorio V nel 996, iTeutonici in quel di Villanova, nei pressi della torre edel porto eressero a questa Santa una chiesa nellaquale esiste ancora il segno nel fabbrico tanto in-vecchiato che par candente, ridotto a sacrestia…Ot-tone II figlio di Adelaide nella sua breve vivenza ebreve regno fondò qui il convento di Santa Sabinacui fu congiunto l’Ospedale di Ostuni…nel papirodell’Arciconfraternita dell’Immacolata è scritto chel’imperatore Ottone II donava alla detta Confraterni-ta la vasta tenuta detta dal suo nome Pio Ottoneche corrottamente il volgo ostunese appella tuttaviaPiatone (pp. 67-68). La supposizione è criticabileper varie incongruenze, anche se contiene alcunielementi di verità. Non si hanno notizie di una domi-nazione ottoniana in Ostuni né della fondazione del-la chiesa di Santa Maria del Muro a Villanova nel Xsecolo. Il sacerdote Cavallo ritiene che l’ordine deiTeutonici fosse una diretta espressione dell’impera-tore Ottone II (955-983) quando in realtà si trattadella compagine militare cavalleresca sorta a custo-dia dei luoghi della Passione in Terrasanta sul finiredell’XI. Sono fondate, invece, le notizie dell’esisten-za di un ospedale intitolato a Santa Sabina organiz-zato dai Teutonici, sebbene la localizzazione sia po-sta dagli storici non in Ostuni ma a Santa Sabina nelterritorio di Carovigno. C’è da dire, in aggiunta, chenon esiste l’atto di fondazione della Confraternitadell’Immacolata ma quello della Confraternita delSantissimo Sacramento nel periodo indicato dallostudioso ostunese in un’altra parte del manoscritto.E se è documentato che i terreni dove oggi sorgemasseria Piatone appartenevano fino alla fine delXIX secolo allaConfraternita del-l’Immacolata, iltoponimo regi-strato negli attistorici è quello diTermite Alto. Pia-tone, quindi, èun’int i tolazionedel XX secolo esolo future indagi-ni potranno darconto dell’originedi questa denomi-nazione.Potrebbe trarre ininganno un’inter-pretazione super-ficiale di Quattro-pere, nome della contrada sulla Statale 16, che tal-volta appare trascritto con il numerale separato dalsecondo termine: quattro opere o quattro pere. Il so-stantivo opera è una voce vernacolare monopolita-na indicativa di un’attività. Potrebbe interpretarsi co-me la quantità di olive che potevano essere macina-te in una sola volta corrispondente all’ostunese ma-cinatura pari a un’estensione di terreno di dodici to-moli (L. REHO, Dizionario etimologico del monopo-litano, Fasano, 2008, vol. II, p. 1222). Ostica è l’etimologia della contrada Rapida Ciocciaproprio di un appezzamento aggregato inizialmentea masseria Lamatroccola e considerato isolatamen-te in atti del XVIII anche nella trascrizione RepetaCioccia. Rasciale è una contrada situata nella Valled’Itria che richiama il lemma dialettale rascia, diffu-so nei dialetti salentini con diversi significati: il pe-sce razza, raggio di sole, brace ma anche tessuto dilana grossolano originario dalla Rascia in Serbia (G.ROHLFS, Dizionario…op. cit., vol. II, p. 533). Refri-gerio è il titolo di un oliveto della macrocontradaZampignola, elevato a dignità di toponimo agli inizidel XIX secolo. Dalle ricerche effettuate dall’eruditoostunese don Luigi Roma e comunicate ai proprie-tari della masseria, ora riconvertita in struttura ricet-tiva, il titolo si riferirebbe a una stazione di posta ap-partenuta ai francescani conventuali, che offriva re-frigerio a quanti, transitando per la vicina via Traia-na, sceglievano di interrompere il viaggio per unabreve sosta, prima di giungere a Brindisi. Di anti-chissima origine, probabilmente latina è, invece,Rialbo toponimo attestato già nel XII secolo (L. RO-MA, Le pergamene…op. cit., pp.16-17) con attinen-za a una colorazione bianca, chiara forse riferita al-la natura calcarea dei rilievi retrostanti o a qualcheelemento del paesaggio. La qualificazione ritornaaggettivata nella vicina contrada Montalbano. Sali-nola, nota località che si sviluppa lungo la provincia-le per San Michele Salentino, ripetendo quanto scri-ve Antonio Sozzi nel suo volume del 1991 (Le mas-serie…op. cit., p. 233), era destinata alla conserva-zione del sale ricavato dall’acqua marina. Scaglionenelle vicinanze della stazione ferroviaria, è probabil-mente un antroponimo individuando, in questo ter-

mine, la dizione originale del cognome Scalona pro-prio di una nobile famiglia ostunese: Joannuccio deScaglione o Scalona faceva parte della nobiltà ostu-nese (L. PEPE, Storia di Ostuni…op. cit. p. 187). Leterre, un tempo appartenute a questa famiglia, furo-no assegnate da Giovanna II, agli inizi del 1400, adAntonio Petrarolo (A. CARRISI, Rendite feudali diGaspare Petrarolo, in Lo Scudo, ottobre 2009).Schiavone, contrada della marina contigua a Rien-zo e Albero Dolce (CTR) è l’aggettivo usato antica-mente per indicare non solo persone prive della li-bertà (sclavi - sclavones), ma anche comunità pro-venienti dal Nord Est dell’Europa (slavones). Scate-gna, contrada sorta dalla suddivisione della macro-contrada Montalbano, discende dal termine agrariosalentino scatenare (G. ROHLFS, Dizionario…op.cit., vol. II, p. 599) sinonimo di dissodare, rivoltare laterra dal fondo. Per Sessana vasto latifondo che siestende a destra della strada per Ceglie, distinta inSessana Grande e Piccola, così argomenta nel suofantasioso testo il sacerdote Cavallo (p.148) Suimonti Calabri a tre miglia da Ostuni e da CeglieMessapica in una contrada detta le due Sissana…si rinvengono anche tuttavia (quantunque oggi que-ste contrade siano tutte vineate) segnale di sepolcriche attestano sicuramente esser questa una … an-tica città della quale s’ignora il nome ma che invecei posteri la dissero Sissana dai cumuli e massi dipietra dispersi nei campi, che i villici sotterrarono nelpiantar viti e alberi di fichi e parrieti, dalla sua umil-tà di macerie giacenti al suolo, pur dando il nome diRudia, la si disse Sissana dall’osco SIS da cui i La-tini trassero sas pietra. Le testimonianze storichepresenti nella zona, quali tombe, muri a secco diragguardevoli dimensioni e specchie, potrebberoavallare la supposizione del sacerdote. Non va di-

menticato, però,che nei dialetti sa-lentini e del brindisi-no il termine sessaindica una specie difico di color verda-stro (G.ROHLFS,Dizionario…op. cit.,vol. II, p. 646).Nel corso di questiquattro anni ho rice-vuto da parte di al-cuni lettori significa-tive informazioniche hanno chiaritoalcune interpreta-zioni. Nel primo arti-colo sui fitonimi(marzo 2001) ho

omesso di inserire in quel novero le contrade Para-diso e Zingariello, riferibili a due diverse varietà di fi-chi, come pure Lama Gentile così detta per unaqualità di pero. Don Francesco Sozzi, appassionatocultore di storia locale, mi ha invece correttamenteindirizzato a considerare l’etimologia di Morrella le-gata a una particolare lavorazione agraria. La mer-redda è detta quella parte di terra che si raccoglie intraverse leggermente rialzate. Devo invece alla se-gnalazione della signora Cellie il riconoscimento delpersonaggio da cui deriva il nome la contrada Aba-te Melchiorre. Si tratta di don Melchiorre Trinchera(1803-1871) parroco della chiesa di S. Maria dellaStella fino al 1845 e dopo questa data passato a di-rigere la chiesa dello Spirito Santo fino al 1853quando fu nominato canonico della Cattedrale. Altermine di questo lavoro, intendo ringraziare since-ramente quanti hanno seguito e agevolato le mie ri-cerche: la dott.ssa Antonietta Moro che ha da pocolasciato il ruolo dirigenziale e tutto il personale dellaBiblioteca Comunale di Ostuni per aver facilitato ecortesemente accelerato la consultazione degli attid’archivio; la direttrice dott.ssa Francesca Casa-massima, i funzionari e il personale di sala dell’Ar-chivio di Stato di Brindisi sempre pronti a soddisfa-re le mie numerose richieste; i componenti dell’Uffi-cio dello Stato Civile del Comune di Ostuni presso ilquale ho completato i dati anagrafici delle persona-lità citate nel testo; il direttore don Vito CastiglioneMinischetti e il dott. Michele Pirrelli dell’Archivio Uni-co Diocesano di Monopoli per l’ampia e cortese di-sponibilità, don Quirico Vasta di Cisternino e il prof.Giovanni Leuzzi per i dati riguardanti i toponimi del-la Valle d’Itria e tanti altri ai quali esprimo profondariconoscenza. Un pensiero speciale, infine, a quan-ti hanno manifestato in vario modo l’interesse per imiei scritti, incoraggiandomi a proseguire la ricercae, in particolare, al mio più fedele lettore, il presideGino Andriola, autore della gran parte delle fotopubblicate negli articoli, sempre entusiasta e prontonel dimostrarmi il suo affetto, al quale devo l’inizio diquesto viaggio verso la conoscenza del nostro terri-torio.

ORIGINI DELLE CONTRADE DI OSTUNI XVII parte

I TOPONIM I DI INCERTA ETIMOLOGIAE ADDENDA AD INDICEM di Enza Aurisicchio

“Umanesimo della Pietra” per Luigi MongielloE’ dedicato al prof. Luigi Mongiello, scomparso nel marzo del 2014, l’editoria-le che apre il trentasettesimo numero (2014) della rivista Riflessioni-Umane-simo della Pietra. Un architetto umanista lo definisce Domenico Blasi profes-sionista serio e rigoroso, docente inconcusso ma aperto al dialogo, spirito li-bero, un personaggio scomodo come amava definirsi …Docente universita-rio al Politecnico di Bari ha dedicato parte dei suoi studi alla genesi delleemergenze urbane e rurali del nostro territorio, non disdegnando di pubblica-re su Riflessioni ben dieci saggi, incoraggiando sin dal 1981, i giovani ragaz-zotti privi di esperienza, come autodefinisce Blasi la redazione di quegli an-ni, a proseguire un percorso che continua ancora oggi. La rivista sarà pre-sentata sabato 14 febbraio alle ore 18.00 nella Sala Consiliare del PalazzoDucale in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Culturali del Comunedi Martina Franca. Il direttore Domenico Blasi illustrerà i dieci saggi che spa-ziano dalla valorizzazione dell’ambiente (studio per le comunità concrete), alla storia delle masserie (Mar-tina Franca e Gioia del Colle), da nuovi contributi sugli insediamenti rupestri (Tarantino occidentale e Mot-tola) ad analisi geologiche (Polignano a Mare), da aspetti naturalistici ( Bassa Murgia Barese) al recupe-ro storico di tradizioni locali (Alberobello e Mola di Bari). Cristina Comasia Ancona, responsabile del pro-getto Umanesimo in rete, vincitore del Bando Principi Attivi 2012 finanziato dalla Regione Puglia, illustre-rà agli intervenuti e ai numerosi partner gli esiti dell’iniziativa, che ha consentito la digitalizzazione di tut-ti i saggi pubblicati sulla rivista Riflessione dal 1978 al 2012 e sulla rivista Verde dal 1986 al 1996.

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4FEBBRAIO

2015 Cultura

Platone, circa 2500 anni fa,avrebbe messo a capo

del governo i filosofi. Oggi lacittà di Corigliano d’Otranto,in provincia di Lecce, ha fattouna cosa del genere, sce-gliendo come sindaco unaprofessoressa di filosofia,Ada Fiore.Non a caso, questa ammini-stratrice ha trasformato il suopaese nel paese più filosoficod’Italia, realizzandovi ancheun “parco filosofico” e perse-guendo un progetto di “turi-smo del pensiero”. Di recente Ada Fiore ha scrit-to un libro - sempre per rima-nere in tema - intitolato “VO-TA SOCRATE”, ed. Lupo,che è stato presentato anche ad Ostuni. Nel libro, che potrebbe essere definito una sorta diromanzo filosofico, viene immaginato un dialogo traSan Pietro e Socrate, il quale ha ottenuto di entrarein paradiso. Socrate, che la scrittrice-sindaco indica come padrefondatore della filosofia occidentale e della societàispirata ai valori democratici, viene aggiornato daparte di San Pietro sugli ultimi sviluppi dell’evoluzio-ne dell’umanità e, quindi, viene messo al correntedelle tante storture, grandi e piccole, della nostrasedicente società moderna: una società fatta di tan-te diavolerie altrettanto moderne (televisione, mou-se, pubblicità, etc.) le quali, tuttavia, anziché au-mentare la conoscenza e favorire le relazioni, han-no “ormai oscurato e annebbiato le menti di tutti”. Una società che, purtroppo, non attribuisce più allascuola la giusta importanza, relegandola quasi al-l’ultimo posto, e che non si rivolge più al sapiente -come sarebbe doveroso - bensì al “tuttologo”, nuo-va invenzione di figura professionale che indica co-lui che “non ha un problema da risolvere. E’ lui il ve-ro problema”. Una società, ancora, basata su falsi valori, quali ilprofitto o la smania di procurarsi qualsiasi bene ma-teriale, utile o inutile che sia. A tale smania contri-buisce - non poco - la pubblicità che, come una don-na, ammalia e seduce, portandoci quasi a soffrirese non riusciamo ad avere un certo prodotto. Nel sentire queste cose, come si può ben immagi-nare, Socrate rimane inorridito e si chiede dove sia-no andati a finire tutti i suoi insegnamenti. Tuttavia non tutto è andato perduto. Infatti nel librosi legge che Socrate incontra un’anima che provie-ne “da un paese dell’estremo sud d’Italia, una pic-cola comunità di quasi 6000 persone”, la quale gliracconta che i politici che governano il suo paese -evidentemente illuminati - seguono gli insegnamen-ti socratici e, un po’ controcorrente, “vogliono farpensare i propri cittadini …e … stimolare le menti”.Naturalmente il riferimento, neanche tanto implicito,è proprio a Corigliano d’Otranto (che per l’appuntoha quasi 6000 persone), che viene additata comeuna piccola realtà che potrebbe rappresentare unarisposta alla generale crisi di valori di questo nostroinfelice periodo storico.

Ada Fiore parla di Socrate con passione e con tra-sporto. Anzi, direi con riverenza : quest’uomo, pur didifendere le sue idee fino in fondo, arriva ad accet-tare una ingiusta condanna a morte, frutto di unodei primi e più clamorosi errori giudiziari della storia.Probabilmente perché stava antipatico ai potenti delsuo tempo, sol perché li metteva di fronte alle loroottusità, facendo facilmente vacillare la loro pseudosapienza. Lui, invece, “sapeva solo di non sapere”. “Socrate rifiuta pene alternative, rifiuta di evadere eaccetta la condanna a morte, sebbene inflitta peruna colpa del tutto infondata, pur di rimanere coe-rente con se stesso. E questo è un autentico atto dieroismo che - oggi - appare assolutamente impen-sabile”, ha sottolineato la Fiore. Attraverso i dialoghi, tanto cari a Socrate, il librovuole suggerire una riflessione sulla nostra società,in cui i giovani, anziché dialogare, si isolano con i lo-ro computers e i loro inseparabili telefonini.E naturalmente non è casuale che i protagonisti sia-no San Pietro e Socrate, la fede e la ragione, il bi-nomio che potrebbe riportare l’uomo alla sua di-mensione più autentica.Ada Fiore, prima assessore alla cultura e ora sinda-co (al secondo mandato) di Corigliano d’Otranto, havoluto continuare a fare l’insegnante, nonostante gliimpegni politici. Infatti insegna storia e filosofia al li-ceo classico di Maglie.Dopo la presentazione, io l’ho avvicinata e le ho ri-volto qualche domanda. Ada Fiore, fra le altre cose,mi ha fatto un’anticipazione : il suo progetto è quel-lo di realizzare una sorta di triade, di cui VOTA SO-CRATE - ambientato in Paradiso - sarebbe il primovolume, poi ce ne dovrebbe essere un secondo am-bientato all’Inferno, con Marx, e infine il terzo am-bientato nel Purgatorio con un personaggio che pe-rò non ha ancora deciso.La Fiore è stata subito disponibile a dialogare conme e mi ha risposto di buon grado. Poi però, sul li-bro che nel frattempo avevo preso, mi ha scritto laseguente dedica: “A Pasquale, perché si ricordisempre che il vero sapiente è chi sa di non sapere”. Mi è rimasto un dubbio: sarà stata una dedica so-cratica oppure, dopo aver scambiato quattro battu-te con me, ha voluto ricordarmi che è bene che io ri-cordi questa massima?

PASQUALE SCALONE

2015: ANNO INTERNAZIONALE DELLA LUCEWow!!!! Che serata magnifica!!! L’associazione

“Amici della Biblioteca Diocesana - RaffaeleFerrigno di Ostuni” ha creduto anche quest’anno innoi studenti della Scuola Secondaria di Primo Gra-do “Barnaba-Bosco” del plesso Nello Orlandini Bar-naba ed ha proposto ai nostri docenti, che per for-tuna hanno accettato, di celebrare nella nostra cittàl’Anno della Luce.Il 20 dicembre 2013 l’Assemblea generale delle Na-zioni Unite ha proclamato il 2015 “Anno Internazio-nale della Luce e delle Tecnologie basate sullaLuce“ con l’intento di promuovere le tecnologie del-la luce, per un miglioramento della qualità della vitasia nei paesi sviluppati, che in quelli in via di svilup-po; di ridurre l’inquinamento luminoso e lo spreco dienergia; di promuovere la partecipazione delledonne nella scienza con ruoli di responsabilità; dipromuovere l’istruzione tra i giovani e di promuove-re lo sviluppo sostenibile.

Il 22 gennaio, presso il Centro di Spiritualità - Ma-donna della Nova, ha avuto luogo la nostra mani-festazione. E’ stata una grande emozione ascoltarele parole della professoressa Teresa Legrottaglie,presidente dell’associazione e quelle del nostro sin-daco, generale Gianfranco Coppola; ci siamo “final-mente” sentiti cittadini attivi della nostra città e noni soliti ragazzi “annoiati e disinteressati” come spes-so veniamo definiti. Forse non ci credete ma perrealizzare questo evento abbiamo lavorato e ci sia-mo impegnati tanto. Molti pomeriggi io e i miei ami-ci della 1B-1F-2A-2B-2D-2F-3D e 3F li abbiamo tra-scorsi a scuola, insieme ai nostri docenti, per prova-re i cori, le drammatizzazioni, la coreografia a corpolibero e la lettura delle poesie da noi scritte e deibrani e delle riflessioni scelti sull’argomento. Noialunni della 2F ringraziamo in modo particolare Pa-ride Minna, nonostante ci abbia costretti a tornare ascuola durante le vacanze di Natale, per averci aiu-

tati a realizzare il video “ Isegreti della Luce”. Graziedi cuore a tutti coloro chehanno creduto in noi, i do-centi, gli amici della biblio-teca diocesana, i genitori, inonni e i tanti spettatori. Ivostri applausi e i vostri sor-risi hanno reso questa sera-ta indimenticabile e speria-mo, sinceramente, che nonrimanga unica.

GLI ALUNNI DELLA 1B-1F-2A-2B-2D-2F-3D e 3F

Iltoponimo “Fornere Nove”, ora-mai un po’ desueto, sta ad indi-

care le strade che sorgono sulla si-nistra della parte terminale del Bar-co. Tale nome deriva dalla presen-za di un complesso di forni sorti sulfinire dell’Ottocento ad opera diGiuseppe Ungaro (scomparso nel1924), imprenditore edile, già titola-re di un altro forno sito nei pressidella fontana del Barco. Ungaro eb-be l’opportunità di acquisire dei ter-reni in quella che era allora una zo-na in piena espansione edilizia.Quindi realizzò un locale su due li-velli: un piano interrato con deposi-ti per le fascine (sarcene) e il pianoterra (su una superficie di 145mq) checonstava di tre forni, comunicanti fraloro, intitolati rispettivamente a San-t’Antonio da Padova (con ingresso davia De Cristoforis), a San Cosimo (vi-co La Vista) e a San Damiano (via Toselli), santi tan-to cari alla famiglia Ungaro al punto che il generoLuigi Nacci (1876-1957) fu fra i promotori della suc-cessiva edificazione del santuario dedicato proprioai SS. Medici. Al piano superiore invece meste Un-garo edificò la sua propria casa, a suggello del for-te legame con questa attività che del resto impe-gnava a tempo pieno la moglie Annunziata Suma(scomparsa nel 1934) e la figlia minore Addolorata(1884-1939) nonché un gran numero di uomini edonne che fin dall’alba trasportavano e caricavanofascine e taveriere pieni di pane, infornavano, ga-rantivano il funzionamento del forno e la pulizia deilocali.All’epoca infatti lo scopo esclusivo del forno era lacottura mentre la preparazione dell’impasto, even-tuali farciture, e le altre fasi della panificazione av-venivano in famiglia ad opera delle donne di casache poi lo portavano loro stesse al forno o lo conse-gnavano a garzoni incaricati del trasporto, talvolta abisognosi che in cambio ricevevano una focaccina.In tal modo il forno diventava un punto di ritrovo del-le massaie del quartiere e di conseguenza il centrodello stesso fino al punto - in questo caso specifico- di esserne all’origine della denominazione.La presenza di tre forni attivati in momenti diversidella giornata e tutti a regime nel momento di mas-sima attività ovvero nella piena mattinata, permette-

va di venire incontro a tutte le esi-genze della clientela. All’accensionedel primo forno, che consentiva dicuocere il pane già in prima mattina-ta si affiancavano pian piano gli altriper permettere la cottura di pane, fo-cacce, frise, taralli, dolci, fichi secchima anche di altre pietanze a orariprogrammati fino allo spegnimentoche avveniva dopo pranzo talvoltaanche in serata. Anche di notte il for-no aveva la sua utilità: il calore accu-mulato permetteva cotture a fuocolento, il riscaldamento della casa so-vrastante e l’asciugatura dei pannidell’intero vicinato.A Giuseppe Ungaro successe nella

titolarità e nella gestione la figlia Addo-lorata. Alla sua morte, avvenuta nel1939, le strade dei tre forni si dividono.Gli eredi infatti separano il forno di viaDe Cristoforis dai restanti due. Questi

ultimi affidati alla famiglia Andriola continuano l’usodel forno ai soli fini di cottura. Il primo invece vieneaffidato alla famiglia Luceri che di lì a qualche annointroduce l’impastatrice e inizia a produrre pane peril commercio secondo l’uso moderno che si andavaaffermando. A tale scopo ben presto i locali risulta-no poco funzionali e, messisi in proprio, la produzio-ne e la vendita viene spostata in via Fogazzaro. Ilforno di Via De Cristoforis invece viene trasformatoin abitazione. Contrariamente a quanto ipotizzatodal compianto Alfredo Tanzarella, nel suo Ostuni Ie-ri, nessuno dei forni nuovi fu mai elettrico.A fronte del successo della panificazione dei giorninostri, i forni tradizionali subiscono un calo semprepiù drastico. Contravvenendo a un celebre detto po-polare, la gente ora il pane non vuole più farlo macomprarlo. Così anche un altro forno, quello di viaToselli, viene chiuso e trasformato in abitazione. Ul-timo resiste fino ai primi anni Duemila il forno SanCosimo, sempre a fini esclusivi di cottura, ma glieredi di Giuseppe Ungaro l’hanno ceduto ad altraproprietà già da parecchi anni. Non mi sembra eccessivo quindi affermare che unsecolo di storia di quelle strade si è nutrita dal panedei Forni Nuovi e che magari, prima che il ricordosbiadisca del tutto, si trovi una maniera opportunaper tramandarlo alle nuove generazioni. Io ci hoprovato con queste poche righe.

LI FORNERE NOVEUN’ATTIVITÀ ANIMA DI UN QUARTIERE

di Michele Sgura

CREDO PROPRIO CHE SOCRATE IO LO VOTEREI

Giuseppe Ungaro in un dipinto

di Francesco Crescenzio del 1926

(olio su tela, 90cmx60cm)

Chiunque s’interessi di scuola non potrà non es-sersi accorto dell’ampio dibattito che, cadenza-

to dalle estemporanee operazioni chirurgiche di ri-forma, negli ultimi anni si è concentrato sulla secon-daria superiore e, più in particolare, sul liceo classi-co. Quando si parla dei limiti della scuola italiana ildito viene puntato inevitabilmente sul “classico”, ca-pro espiatorio degli atavici vizi del Bel Paese. E, co-sì, intorno a questo storico indirizzo del nostro siste-ma scolastico si è incrociato il fuoco di fila, troppospesso, purtroppo, il «fuoco amico» ministeriale, didissennate proposte di riduzione degli anni di corso,revisione al ribasso del curriculum di studi, fino allaBabele del cosiddetto liceo “della libera scelta”, conuno snello percorso comune e diverse discipline op-zionali. Addirittura, all’imputato liceo classico si è in-tentato un processo, con tanto di avvocati difensoree accusatore, rispettivamente Umberto Eco e PietroIchino, e timida sentenza di assoluzione.Tra citazioni dotte e battute da “rottamatori” dellehumanae litterae, rimane l’amarezza di chi ha vistoincomprensibilmente ridotto il liceo classico a puroslogan, a vessillo di una presunta e pretestuosa bat-taglia tra il “vecchio” e il “nuovo”; come se i “saperi”,in quanto tali, potessero salire su opposte barricate.Piuttosto, se una sfida vi era e vi è da raccogliere, èproprio quella di sfatare vecchi e nuovi pregiudizi emostrare la insostituibile vitalità della cultura classi-ca nelle sue innumerevoli declinazioni. Da qui l’ideadella “Notte nazionale del Liceo Classico”, partoritadal professore Rocco Schembra, di Acireale e pre-sidente della locale Associazione Italiana di CulturaClassica, propagatasi grazie al “tam tam” mediaticodi una pagina Facebook, con buona pace di chi ri-tiene i “classici” moderni analfabeti digitali. Eventoin contemporanea in tutta la penisola, che, il 16 gen-naio scorso, ha idealmente unito oltre cento licei ita-liani, da Trieste a Siracusa, da Cagliari a ReggioCalabria, in un energico e gioioso impegno in dife-sa della cultura classica al cui appello ha risposto ilLiceo Classico “Antonio Calamo” con la sua ricca eimportante tradizione, da sempre lievito della cresci-ta culturale della comunità locale.E così anche Ostuni ha avuto la sua festa, nata dal-la comune passione di docenti e studenti per gli stu-di classici; «Una passione - ha sottolineato la Diri-gente Scolastica, Annunziata Ferrara - che nasce

dalla convinzione della necessità di una formazionecapace di rendere le menti agili, aperte alla intuizio-ne, alla ideazione ed alla progettazione di un futurosolido e significativo, in un mondo che richiede sem-pre maggiore flessibilità. Che i contenuti dell’inse-gnamento liceale possano cambiare nel tempo, pertenere conto delle esigenze del mondo del lavoro edel diverso sviluppo della realtà storica, è un’ovvie-tà, ma tali cambiamenti devono provenire dall’inter-no della scuola, non da imposizioni dall’alto, asser-vite a logiche falsamente utilitaristiche e prive diprospettiva».Una lunga serata, quella del liceo “Calamo”, in cui levoci dei classici hanno riecheggiato in aule gremitedi studenti, docenti, genitori e anche semplici curio-si, giunti a sincerarsi se davvero il classico sia un in-dirizzo fuori tempo massimo.Per una sera gli antichi hanno parlato diritto al cuo-re e alle menti attraverso le immortali rime d’amoredei lirici greci e latini; la stringente argomentazionefilosofica di Platone e dei suoi contemporanei, rac-colti nel Simposio; le modernissime inquietudini del-le figure mitologiche dell’inferno dantesco; l’invito al-le gioie fugaci della giovinezza della poetica rinasci-mentale; il richiamo all’eretica libertà del Galileobrechtiano. Laboratori cui hanno fatto da corollarioperformances teatrali e musicali, coreografie e de-gustazioni a tema.Ma l’impegno del Liceo “Calamo” in difesa della cul-tura classica è proseguito con le molteplici attività diorientamento, che hanno visto un momento alta-mente significativo nella lectio magistralis della pro-fessoressa Maria Concetta Piacente dal titolo pro-vocatorio “L’utilità dei saperi inutili”.Come per i grandi filosofi del passato, infatti, l’armavincente della professoressa Piacente è stata l’iro-nia, capace di scardinare anche i pregiudizi più ra-dicati, mostrare prospettive divergenti, ribaltare vi-sioni banali e semplicistiche. Durante il proprio in-tervento, condotto con intelligente leggerezza, la ri-conosciuta studiosa ha “di-mostrato” l’inevitabilitàdello studio dei classici come metodo di pensierocritico, terreno privilegiato di confronto e tolleranza,palestra di democrazia e libertà.

FRANCESCA LOPANEDocente di Filosofia e Storia

Liceo Classico “Antonio Calamo”

Viva il Liceo Classico

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5FEBBRAIO

2015Speciale

Daalcuni anni si è fatta sempre maggiore la pre-senza in Ostuni di una numerosa comunità

anglofona, di persone che scelgono di risiedere permolto tempo, o addirittura stabilmente in Ostuni, pro-venendo dal Regno Unito, dagli Stati Uniti, o addirit-tura dall’Australia, oltre che da altri Paesi dell’Euro-pa e del mondo in cui si parla inglese. Sono cosìcentinaia gli amici di lingua inglese che amano, ap-prezzano e qualificano il nostro territorio. A loro de-dicheremo alcuni articoli del nostro giornale: in que-sto numero partiamo con l’intervista ad un validoprofessionista che con la sua attività promuove e so-stiene la loro presenza, l’architetto Giovanni Fasano.Di cosa si occupa la tua attività di promozione edi collaborazione delle presenze anglofone nelnostro territorio?Circa dieci anni fa mi sono trasferito da Taranto adOstuni per sfuggire ad una vita frenetica e ad unacittà inquinata. Ho vissuto molti anni negli Stati Uni-ti, dove ho conseguito la laurea in architettura, e poia Londra e Firenze. Tra le città del sud, Ostuni mi èsubito apparsa la più “British” ; mi hanno colpito lebuone maniere dei suoi abitanti (che usano il clac-son con discrezione) la pulizia, le bellezze architet-toniche e, non ultima, la presenza nella zona di unanumerosa comunità anglo-americana. Ho lavoratoinizialmente per conto della Pirelli Real Estate perpoi mettermi in proprio nel settore immobiliare. Gra-zie alla vivacità del tessuto culturale ostunese, hopotuto mettere in cantiere diversi progetti; al mo-mento mi sto occupando di organizzare una rete discambi culturali che consenta ai giovani italiani difare esperienze di studio e lavoro negli USA, GranBretagna e Australia (www.youngitalians.net) . A talfine con un gruppo di ragazzi italiani, inglesi ed ir-landesi, stiamo aprendo un’agenzia di viaggi/tour

operator in viale Pola (piazza Italia 35). Ci occupia-mo anche di incoming organizzando tour enoga-stronomici in Puglia e Basilicata www.greenitaly-tours.comTu hai partecipato ad un programma TV “HouseHunters” in cui cittadini degli USA cercavano unacasa ad Ostuni. Ci racconti quest’esperienza?Ho partecipato a tre episodi dello “show” televisivoamericano “House Hunters International” disponibi-le anche in Italia sul canale digitale terrestre “FineLiving” alle 7 del mattino. Mi ha fatto molto piacereconstatare che nel mio piccolo, ho contribuito a farconoscere meglio Ostuni negli Stati Uniti. Lo showè molto seguito e ricevo settimanalmente richiesteda americani che voglione venire a vivere qui danoi, per lo più pensionati sessantenni ma anche “ra-gazzi” quarantenni. Negli ultimi due anni ho assisti-to circa 10 persone a fare il salto dell’Atlantico J Hogirato l’ultimo episodio a Los Angeles lo scorso di-cembre, con la mia amica Bobbie Read che si è tra-sferita qui da noi dopo una brillante carriera ad Hol-liwood. Gireremo un’altro episodio a marzo e poiprobabilmente a settembre con Linda e Ray da po-co arrivati dalla Florida.Pensi che questo grande interesse da Oltrema-nica o da Oltreoceano per il nostra territoriopossa essere opportunità per qualificate occa-sioni di lavoro?Ritengo queste attività molto utili per rafforzare I le-gami transatlantici, ampliare gli orizzonti culturali e,perché no, aiutare I nostri giovani a trovare una col-locazione nel mercato del lavoro globalizzato. Laconoscenza della lingua inglese è il punto di parten-za, la conoscenza della mente inglese è un vantag-gio competitivo che le aziende di successo apprez-zeranno sempre di più.

Dall’estate del 2014 quattro parrocchie della cittàdi Ostuni hanno un nuovo pastore: “Lo Scudo”

intervista in questo numero Don Peppino Apruzzi,presbitero dal 1974, che da agosto scorso è al ser-vizio della Parrocchia di San Luigi Gonzaga, la stes-sa in cui aveva mosso i suoi primi passi nella vitapastorale. Dal 1975 al 2014 ha poi esercitato il suoministero a Brindisi, come segretario dell’Arcivesco-vo Todisco, poi come direttore dell’Ufficio Catechi-stico,Diocesano, quindi fondatore e direttore del-l’Istituto di Scienze Religiose e responsabile delQuindicinale “Fermento”.

Don Peppino, che intanto aveva conseguito il Dot-torato in Teologia a Roma, divenne, nel 1990, par-roco di San Vito Martire, sempre in Brindisi.Oggi, ad Ostuni, nella Parrocchia di San Luigi, lo af-fianca don Pierino Manzo, presbitero dal 1989, giàparroco in Leverano e in San Pancrazio Salentino.La Parrocchia nacque negli anni Sessanta in unazona di piena espansione del centro urbano, e l’at-tuale Chiesa venne inaugurata nel 1972: alla guidadella comunità si sono succeduti il compianto DonAgostino Nobile, poi Don Enzo Sozzi e Don FrancoBlasi.“In questi primi mesi- dice don Peppino- ho incon-trato e ritrovato amici d’infanzia e conosciuto gentedella comunità, in particolare con la visita alle fami-glie iniziata a metà gennaio.L’impatto, avvenuto in estate, non è stato semplice,tanti erano al mare o in campagna. Con la ripresadella vita ordinaria ho riscontrato una grande dispo-nibilità dei laici, in particolaredel Consiglio pastorale, degli affari economici e deidiversi gruppi.L’eredità lasciata dai parroci precedenti è notevole,non può essere trascurata o dimenticata. La memo-ria è forza vitale per vivere consapevolmente l’oggi.A fronte di una continuità dell’azione pastorale, c’èuna necessaria discontinuità dovuta al mondo e altempo che cambiano e alle nuove esigenze chepremono.Fondamentale è l’ascolto della Parola, condivisonella celebrazione e testimoniato nella carità.La comunità è il grembo da cui sono generati, per lapresenza dello Spirito, i ministeri che si pongono alservizio di tutte le realtà, per aiutare a crescere nel-

la comunione.Al centro c’è la persona nella sua verità esistenzia-le, in particolare al centro ci sono i poveri, gli ultimi.E’ proprio la carità, che tutti siamo chiamati a vive-re, dà alla comunità la propria identità credibile alquartiere e alla città.In San Luigi le strutture sono piuttosto limitate, tut-tavia non impediscono quel movimento che,a mo’ dilaboratorio permanente, avviene con la catechesi,gli incontri vari, anche culturali”.Un foglio di collegamento agile ma completo vienestampato ogni settimana e messo a disposizionedei fedeli, con le riflessioni sulla Parola della setti-mana ed interessanti notizie sul calendario settima-nale delle attività parrocchiali.Tra i vari gruppi che animano la vita della Parroc-chia vi sono le quattro comunità del Cammino neo-catecumenale (che ha diverse fasi al suo interno, equindi diverse articolazioni): ciascuna porta avantiun cammino autonomo, con le celebrazioni che leaccomunano. Vi sono poi l’Azione Cattolica con isuoi tre settori (Azione Cattolica Ragazzi, Giovanis-simi e Adulti), la Caritas, l’Apostolato della Preghie-ra; la Parrocchia ospita poi il Gruppo Scout, la cuimeritoria presenza in Ostuni dura da molti decenni,e il gruppo teatrale che porta lo stesso nome dellaParrocchia e da molti anni devolve alla Parrocchiastessa il ricavato dei suoi spettacoli. Sono moltepli-ci le sfide che i tempi pongono a Don Peppino, aDon Pierino e a tutti gli operatori pastorali, ancheper l’esigenza di un coordinamento che vada oltre lesingole comunità parrocchiali, del quale Don Peppi-no è stato già artefice e testimone con la felice equalificata esperienza di “Casa Betania” a Brindisi,che ospita a turno e gratuitamente persone che ne-cessitano di accoglienza e carità.“Occorre un’intesa-spiega Don Peppino-.che favori-sca le relazioni tra le parrocchie della città, a partiredal servizio che esse già svolgono, come avvieneper i turni alla mensa Caritas, con un’attività che ab-bia un’attenzione sempre maggiore ai poveri oggi inOstuni”. “Ma è necessario- prosegue Don Peppino-che il povero non resti “povero per sempre”: occor-re un lavoro in rete di vari centri d’ascolto per offrireun servizio in grado di accompagnare il povero ver-so una possibile autonomia”.

SOLIDARIETA’IN OSTUNI:

LA GIORNATADELLA VITA

Grande festa Chiesa di San Luigi il 1 feb-braio per la Giornata della Vita: è stata

l’occasione per le locali sezioni del Movi-mento per la Vita (che opera dal 1981) edel Centro di aiuto alla vita (che è attivo dal1985) per ribadire l’impegno in favore dellamaternità, contro l’aborto e contro tutte lepratiche che sviliscono il senso della vitacome dono del Signore, dal concepimentofino alla morte naturale. Nella foto si riconoscono i sacerdoti della Parrocchia Don Pierino Manzo e DonPeppino Apruzzi e il responsabile del Movimento, prof. Dino Montanaro. Tra gli altri che hanno collaborato il Movimento ringrazia il signor Francesco Lanera che ha fornito comeogni anno l’elio per gonfiare i numerosi palloncini regalati ai bambini durante la festa.

Ostuni, England

VIAGGIO NELLE PARROCCHIE DI OSTUNI: SAN LUIGI GONZAGA

Èquesto il titolo della recentissi-ma pubblicazione del Dott. Pie-

tro Lacorte, medico e chirurgo conun’esperienza pluridecennale neinosocomi di Brindisi e Ostuni e dasempre impegnato a dare battagliaper stimolare una partecipazione at-tiva e consapevole alle scelte fon-damentali della vita pubblica in unaprovincia meridionale che merite-rebbe maggiori attenzioni.Stanti i suoi trascorsi, ricchissimi diesperienze in campo lavorativo, po-litico e associativo (ricordiamo, inparticolare, che ha ricoperto ruoliapicali nell’Azione Cattolica, nellaF.U.C.I., nel M.E.I.C., nellaS.I.B.C.E., etc.) è facile intuire che “Sperare nelMezzogiorno. Vita da medico tra politica e cittadi-nanza attiva” non è soltanto una biografia. Nel te-sto, infatti, il racconto di una vita straordinaria costi-tuisce un pretesto, un fil rouge a cui si annodanocontinuamente considerazioni di grande respiro suitemi dell’etica, della politica e della religione.La vita del Dott. Lacorte, infatti, è stata scandita damomenti di impegno e grandi soddisfazioni alterna-ti a sofferenze che ne hanno temprato il carattere,

mentre il mondo attorno a lui cam-biava a vista d’occhio a partire daquel 1926 che segna l’inizio dellasua storia: i ricordi spaziano dall’in-fanzia spensierata vissuta tra gli af-fetti familiari in una società ancoramolto arretrata rispetto agli agiodierni, fino all’attuale “vecchiaia ac-cettabile” oltre la soglia degli ottan-t’anni, passando per l’omologazionepolitica imposta dal Fascismo, l’atti-vità professionale nelle corsie ospe-daliere, la breve esperienza a Palaz-zo San Francesco, l’impegno nei Vil-laggi S.O.S. e decine di incontri fon-damentali voluti sicuramente da unaRegia superiore.

Il testo è molto accattivante anche nella veste grafi-ca e contiene una presentazione di Mario Signore,una prefazione di Giorgio Campanini e note di Re-nato Guerriero, Lino Prenna, Andrea Favaro e Ma-ra Ghersi.La presentazione ufficiale avrà luogo il 20 marzo inuna manifestazione organizzata dall’UniTre di Ostu-ni alla quale parteciperà l’autore ed il Prof. Campa-nini.

G.P.

Pietro Lacorte, Sperare nel Mezzogiorno. Vita da medico tra politica e cittadinanza attiva, Stilo Editrice, 2015

Ce fasce ca one mise cing’anne p’agghiustarla,ma ì nu priesce pe tutte stà qquà pe vattesciarla!Ce onore pe nù ca stame qquà,n’ accasiona megghije nnà ne puteva accucchià!Da cumme jera redotta a cumme l’on’accunzata mù,ce splendore! Nnà se canosce propeta cchjù.Prima jira tremende buene a dd’jira mette li pete…A cusse punde jerme arrevate, sarà na se crete.E mù scevulave da nu scalonee poje ‘ngiambecave a nu mattonee, ce ‘ngunune de vù nnà lu sape,ime reschiate ca li plafoniere ne spasciavene la cape.E li porte… e li maniglie tutte rotte, li cesse…e li scalu!Ce nange stave all’ erta scì specciave a llu spetalu.La cosa jera arrevata oramaje a cundezzionaca s’era sollecità pe forza l’Ammenestrazziona,cu se dava na mossa e s’allestavaprima ca ‘ngunune lì… jastemava.E ‘mbece tremenditela mù ce scola, ce sciccheria…Pe lu piacere de granne, peccinne e cchjù de tutte deMaria…Direttrì, m’ì scusà, ma la rima nnà m’assevae nnà teneva n’ande muete cu lu desceva - .N’ eloggie a lla direttrice pe la passiona ca à mise jnda a chessa setuazziona.I’ stata granna, se l’ à saputa vetè, à cumbattutee cu la cape jerta se n’it’ assuta.Nu grazzie a llu ‘ngegnere, a ll’archetettee a ce fasceva parte de lu quartette.Sò state brave, s’one mmurtalatepe cumme chessa scola jone cangiate.Cesse moterne, porte de valore, la bebbliotecala palestra rossa ca pare na descoteca…

Pavemende nove e paretere ca parene de marme‘mbiande a norma e sestema d’allarme.Collè, ce vulite cchjù?! Mù v’it’ accundandà…fascite scola e n’accumenzate a scameddà - .Stè tutte cose a poste, tutte ammodernate,solu l’arrede ì vecchje, vò jesse rennovatee pe nnà despiascè propeta a nesciune:Cavagliè, “ite fatte trenda…fascite trendune” –Chessa naugurazziona ava passà a lla storiae peddenne ava ffà parte de la gloria…Nnà solu pe l’avvenimende da festeggià,ma pe tutte l’autorità ca josce stone qquà.Li Sineche, l’assessore, tutte li direttore…S’ì scumedate pure lu Provveditore!E Sua Eccellenza mmienze a nù!? Ne jenghije lu core!Ce cosa granna! Ne dè tanda calore.Quanda crestiane so’ passate da cusse Stetute,‘ngunune n’à lassate e prima de lu tiembe se n’ì sciute!Na ne scurdame de ce nange stè cchjù qquà,ca ì state l’esembie de lu dovere e de l’onestà …Lucie e Marche, li care preessore e Annamaria …‘nzomma tutte chiere ca jone fatte parte de chessacumbagnia.E pure chire ca se stone godene la penziona,jone date amore, passiona e nna solu la struzziona;nnà se polne a june a june annemenà,la lista nange spiccia, ì logna assà.Na cosa ì certa: tutte chire ca sò passate,jone lassate nu segne ca nange po’ jesse cancellate!Peddenne li pertame tutte jnda a llu coree pe nù ca angora stame qquà rengrazziame lu Segnore.

ERMINIA SAPONARO

LU PESSINA... RESORT

Il30 gennaio c’è stata la cerimonia ufficiale di inau-gurazione dell’Edificio “Pessina”: la dirigente

dott.ssa Maria Mingolla, ha ricordato: “La scuola in-terpreta una rete professionale che è fatta di unagrande dimensione umana, frutto di lavoro condivi-so”. Tra gli ospiti più graditi coloro che nel recentepassato hanno prestato il proprio servizio come in-segnanti, o come collaboratori scolastici che hannoespresso i seguenti sentimenti: “La scuola è stataper tutti noi “vita”, perché ci ha dato strumenti per laconoscenza, poi perché ci ha chiamati ad essere“operatori” della “formazione” di diverse generazio-ni, offrendo conoscenza a nostra volta.

Il Pessina ci ha accolti per un tratto, l’ultimo, più omeno lungo, della nostra esperienza di docenti. E’stato, e rimane, nel cuore di ciascuno di noi, un luo-go molto significativo, quasi sacro. Oggi fa piacere,ci commuove, vederlo risplendere come merita, “unbene prezioso” che appartiene a tutta la città.Questo è il nostro modesto contributo perché possacontinuare ad essere luogo di formazione per le gio-vani generazioni di oggi e di quelle di un futuroprossimo. Con immensa riconoscenza e affetto, idocenti in pensione…”.Questa bella poesia è stata composta e letta daErminia Saponaro.

Riaperto il “Pessina”

Foto di Aurora Valente

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Speciale6

FEBBRAIO2015

1. La famiglia, l’infanzia ostunese e gli studi.La famiglia Pessina giunse ad Ostuni nel1829 con Raffaele, comandante con ilgrado di tenente del nucleo delle RegieGuardie di Finanza accasermate nellaTorre di Villanova, sua moglie MariaCarolina Tondi e il piccolo Enrico, na-to a Napoli l’anno precedente: il 7 ot-tobre 1828 (CASAVOLA, Ritratti Italia-ni: individualità e civiltà nazionale traXVIII e XXI secolo, Napoli, 2010,107). Qui ad Ostuni, invece, nel 1831nacque la secondogenita: Maria Cle-mentina (MARESCA, Enrico Pessina, in LoScudo, dic. 1942, 3).La famiglia Pessina abitava da noi da 3anni quando, il 9 gennaio 1832 il Co-mandante stimato da tutti, colpito da ungrave malore, morì all’età di ventinove anni, nel fio-re della sua giovinezza.La giovane vedova ed i piccoli orfani vennero presisotto l’ala protettiva di Francesco Trinchera senior(1810-1874), all’epoca giovanissimo seminarista (lacui biografia è stata già ricostruita sulle pagine diquesto giornale: PAVONE, Francesco Trinchera se-nior, in Lo Scudo, ott. 2010, 6), che insieme ad altriostunesi garantì il mantenimento della famiglia, fa-cendosi carico delle spese per il rientro a Napoli.Trasferitosi poi il Trinchera nella capitale per studia-re Diritto, ritrovò Enrico, allora dodicenne, e volleoccuparsi personalmente della sua educazione, se-guendolo come un proprio figliolo, fino a presentar-lo alla regina Isabella, madre di Ferdinando II, comeenfant prodige per essere interrogato da letterati escienziati dell’epoca, che rimasero stupefatti dallasua sconfinata cultura (TRINCHERA, Francesco Trin-chera. Bigliettini dal carcere, Cavallino, 2010, 67-68). Era davvero un ragazzo straordinario: tre anni do-po, all’età di soli 15 anni pubblicò la traduzione diun’opera del teologo francese Henri Louis CharlesMaret (1805-1884) sul panteismo; nel 1844 scrisseQuadro dei sistemi filosofici; a 17 anni fu ammessoa leggere una dissertazione sullo Stato di Platoneall’Accademia Pontaniana di Napoli; tra il 1845 ed il1847 scrisse saggi su Giordano Bruno, VincenzoGioberti sui Dialoghi di scienza prima di Mamianidella Rovere, su Tommaso Campanella e TommasoMoro. 2. L’attivismo politico e i rapporti col Trinchera.Durante i moti del 1848 Pessina prese parte agliscontri, rivendicando riforme costituzionali e libertàdi stampa, e sicuramente al suo fianco c’era il Trin-chera, che in quei tragici frangenti era in prima filasulle barricate.

Nel 1850, a soli 22 anni, si laureò in Giurispruden-za, ma già l’anno precedente aveva pubblicato unManuale del diritto pubblico costituzionale, dedicatoal maestro ostunese, che attirò le attenzioni dellapolizia borbonica, per le istanze di costituzionalismoliberale professate fin dal titolo. Francesco Trinchera, intanto, subì un processo in-nanzi alla Gran Corte Speciale a seguito del qualevenne condannato alla pena di otto anni di reclusio-ne, ma complessivamente ne scontò soltanto cin-que in carcere e la restante parte venne convertitain esilio perpetuo, che trascorse in Piemonte fino al1859 (pur essendo intenzionato a trasferirsi a Mar-siglia). In quel processo il Pessina fece parte del collegio didifesa (CASAVOLA, cit., 108) e, appena fu concluso –con condanne severissime, nonostante l’eloquenzavibrante e la dottrina giuridica sicura del giovane av-vocato – venne arrestato e incarcerato per alcunimesi (dall’ottobre 1852 al febbraio 1853) nella pri-gione di Santa Maria Apparente, cui seguirono dueanni di domicilio forzoso ad Ottaviano con inibizionedall’esercizio della professione forense. Il nostro Enrico, intanto, non abbandonò le idee ri-voluzionarie e, non a caso, nel 1856 si unì in matri-monio non con una ragazza qualunque, bensì conGiulia Settembrini, figlia del noto patriota Luigi

(1813-1876), che in quegli anni era detenuto sul-l’isola di Santo Stefano e conosceva bene un

altro nostro concittadino: Gaetano Tanza-rella Vitale (su cui si veda: PAVONE, Gae-tano Tanzarella e la Loggia della LibbiaD’Oro, in Lo Scudo, mag. 2010, 5-6).Nel 1860 venne nuovamente arresta-to: dopo due giorni di prigionia cercòrifugio a Marsiglia e, successivamenteandò in esilio a Livorno. 3. La brillante carriera professionale

e la produzione scientifica.Già prima di laurearsi, il Pessina ottenne

dal Ministro Conforti l’incarico di Ufficialedel Ministero dell’Interno, ma dopo es-sere stato arrestato venne destituito. Dopo la laurea si dedicò all’insegna-mento privato della Filosofia del Diritto e

all’esercizio della professione di avvocato (nel 1850si iscrisse all’Albo degli Avvocati di Napoli; lo fecenuovamente nel 1874 e nel 1875 si iscrisse all’Albodei Procuratori): allievo del patriota Giuseppe Poe-rio (1775-1843), frequentò la scuola di GiuseppeMarini Serra (1801-1860), non-ché quella di Diritto Penale di Pa-squale Stanislao Mancini (1817-1888) e di Diritto Romano e Civi-le di Roberto Savarese; fu tra ifondatori della Camera degli Av-vocati Penali di Napoli e venneeletto per ben nove volte Presi-dente del Consiglio dell’Ordinedegli Avvocati di Napoli (dal 1895alla morte).Caduti i Borboni, venne riabilitatocome il suo maestro ostunese emolti altri patrioti, ottenendo inca-richi istituzionali via via più presti-giosi: fu nominato sostituto pro-curatore generale presso la GranCorte Criminale di Napoli (1860),quindi segretario generale nel di-castero di Grazia e Giustizia(1861) e giudice della Gran CorteCivile di Napoli (1861). Non trascurò l’impegno in campoaccademico e durante l’esilio,con decreto del dittatore dell’Emi-lia Romagna, Luigi Carlo Farini(1812-1866), ottenne un incarico all’Università diBologna, dove Giuseppe Pisanelli (1812-1879),esule a Torino, gli aveva conferito la cattedra di Di-ritto Penale. Successivamente, passò ad insegnareDiritto Costituzionale e nel 1861 vinse il concorsoper la cattedra di Diritto e Procedura penale presso

l’Università di Napoli, cheresse per quasi 50 anni(suo suocero, in queglistessi anni, insegnò Lette-ratura italiana, prima a Bo-logna e dopo a Napoli, do-ve venne nominato Retto-re).Venne eletto 4 volte depu-tato nelle file del Partitod’Azione (dal 1860) e se-natore (1871), fu nominatoministro dell’Agricoltura,Industria e Commercio(novembre – dicembre1878) nel governo di Be-nedetto Cairoli, ministro diGrazia, Giustizia e Culti

(novembre 1884 – giugno 1885) nel VI governo diAgostino Depretis (MALATESTA, Ministri, Deputati,Senatori dal 1846 al 1922, Milano, 1940, 1, 310), fuvicepresidente del Senato (1889) e, infine, ministrodi Stato (1914). Fu attivissimo nell’impegno politico:nel 1860 venne nominato relatore della Commissio-ne per gli studi legislativi, presieduta dal citato Man-cini, cui venne affidato il compito di apportare le mo-difiche al codice penale sardo del 1859 onde farloadottare nelle province del Mezzogiorno; presentò,inoltre, un disegno di legge per il nuovo codice pe-nale tenuto in gran conto dal Guardasigilli GiuseppeZanardelli e nel 1912 gli fu affidata la presidenzadella Commissione per la riforma del codice di pro-cedura penale; venne delegato a rappresentare ilGoverno italiano nei Congressi internazionali diStoccolma (1878), Roma (1885), Pietroburgo(1889), Parigi (1895) e Bruxelles (1899).Venne insignito dell’Ordine del merito civile di Savo-ia ed era un membro attivo di numerosi sodalizi:presidente del Circolo filologico di Napoli e del Cir-colo Giuridico di Napoli, segretario della Regia Ac-cademia di Scienze morali e politiche, socio dell’Ac-cademia Pontaniana di Napoli, dell’Accademia deiLincei di Roma e di numerose organizzazioni stra-niere.Giurista di fama internazionale, fu uno dei più gran-

di criminalisti ita-liani e fu uno deiteorici della Scuo-la Classica del di-ritto penale, allaquale, sotto l’in-fluenza della filo-sofia hegeliana esulla scorta degliinsegnamenti rice-vuti dal Trinchera,diede con origina-lità ed equilibrioun indirizzo filoso-fico: secondo talecorrente, la penaaveva una funzio-ne retributiva econsisteva nellanecessaria reintegrazione del diritto violato (BALDUI-NO, Storia letteraria d’Italia, vol. 3, Padova, 1997,1648-1649). A tale corrente si contrappose la Scuo-la Positiva (con Enrico Ferri e Cesare Lombroso),

che negava il libero arbitrio estudiava il criminale e le cau-se che lo avevano portato adelinquere: si doveva punirenon per il delitto commesso,ma per difendere la società.La contrapposizione fra le duecorrenti di pensiero fu accesa,ma Pessina, pur restando fe-dele all’orientamento dellascuola cui apparteneva, ac-colse alcuni principi degli “av-versari” e convenne che lafunzione primaria della penadovesse essere la rieducazio-ne, la quale, “redimendo il de-linquente, lo ricongiunge al-l’organismo etico dell’umanaconvivenza, trasformandolo,da ostacolo, in mezzo per ilmiglioramento dell’umana fa-miglia” (PESSINA, Elementi didiritto penale sul codice del1859, Napoli, 1865, 28-29). Fondò due riviste (La Neme-si, nel 1858, e il Filangieri, nel

1876) e firmò ben 270 pubblicazioni: 16 opere tramonografie e trattati, 25 discorsi, 89 relazioni e no-te, 31 recensioni scientifiche, 21 scritti letterari e po-litici, 38 elogi funebri e commemorazioni, 29 scrittifilosofici, etc. Oltre alle pubblicazioni già citate, ri-cordiamo: il Trattato di penalità generale secondo leleggi delle Due Sicilie(1858); il Trattato di pena-lità speciale secondo leleggi delle Due Sicilie(1859); Sinopsi del proce-dimento penale italiano(1872, riedito nel 1874,1878, 1883); Lotta per ilDiritto (1880), tradotto an-che in spagnolo; La crisidel diritto penale nell’ulti-mo trentennio del sec. XIX(1906); Il diritto penale inItalia da Cesare Beccariasino alla promulgazionedel codice penale vigente(1906); promosse e curò,infine, l’Enciclopedia deldiritto penale in Italia (per completezza, si veda:MAZZOLA, Nel I centenario della nascita di EnricoPessina 7 ottobre 1828-1928. Note biografiche e bi-bliografiche, Napoli 1928).Si spense a Napoli il 24 settembre 1916, pochi gior-ni prima di compiere 88 anni.4. L’edificio scolastico “Pessina”.L’iter che portò alla realizzazione della scuola intito-lata alla memoria di Pessina fu lungo e travagliato.

Progettato nel 1915 per essere costruito in una zo-na centrale della città, l’edificio rimase sulla carta acausa della Prima Guerra Mondiale e, superate ledifficoltà nella scelta del suolo, l’edificazione ebbeinizio nel 1935 nell’attuale via Pola (a quel tempoestrema periferia dell’abitato). Il progetto fu redattodall’Ing. Tramonte e i lavori furono eseguiti sotto ladirezione dell’Ing. Ernesto Ricci, capo dell’U.T.C. diOstuni. L’edifico fu inaugurato dal podestà Teodoro Anglaniil 5 novembre 1939 ed intitolato a Costanzo Ciano(1876-1939), militare pluridecorato e presidentedella Camera dei Fasci e delle Corporazioni, mortopochi mesi prima: Ostuni era piena di tricolori, lestrade tappezzate di striscioni inneggianti al Re e alDuce e dinanzi al palazzo erano schierati i repartiarmati della Milizia e della GIL, le organizzazioni delRegime e la cittadinanza entusiasta (TANZARELLA,Ostuni ieri. Gli anni del fascismo, Fasano, 1995,196).Questa scuola rappresentava un vanto per l’ammi-nistrazione ostunese e per questo motivo venne do-tata delle apparecchiature più moderne: nel dicem-bre del 1939 venne installato un “apparecchio tele-fonico” (BCO, DDCC, b. 10-bis, vol. 36, c. 105r) e,dopo poco tempo, nel mese di febbraio dell’annoseguente ottenne anche un “apparecchio micro-grammofonico” (BCO, DDCC, b. 10-bis, vol. 36, c.141r).Si dovette, tuttavia, aspettare il 1944 e la caduta delfascismo perché, per iniziativa dell’On. Eugenio Ma-resca (1861-1955), l’edificio mutasse denominazio-ne e fosse intitolato allo straordinario Enrico Pessi-na (TANZARELLA, cit.).Negli anni, come è prevedibile, sono stati necessa-ri numerosi interventi di ristrutturazione ed ammo-

dernamento: già nel 1947 si resero indispensabili iprimi lavori per porre rimedio ai danni bellici (BCO,DGMCA, b. 11, vol. 39, c. 101), mentre altri inter-venti significativi vennero effettuati negli anni Ses-santa e Settanta. Da ultimo, nel 2010 venne disposta la chiusura del-la scuola per dare inizio a nuovi poderosi lavori, al-lo scopo di garantire le condizioni di sicurezza e il ri-sanamento igienico-sanitario e strutturale dell’intero

edificio, adeguandolo agli standard dilegge per l’idoneità statica, la preven-zione degli incendi e l’agibilità. Le clas-si e la segreteria, pertanto, vennero tra-sferiti presso l’edificio sito a valle delcentro storico ed intitolato al maestroFrancesco Vitale (1851-1933), a cui ilprimo circolo proveniente da Piazza Ita-lia resta ancora oggi legato nell’unicaindicazione nominativa “Circolo Didatti-co Pessina-Vitale”.Dopo quattro anni di lavori, il 30 genna-io la scuola ha riaperto finalmente i bat-tenti in via Pola, tornando a ospitare cir-ca 700 alunni (tra scuola dell’infanzia edella scuola primaria) ai quali auguria-mo un futuro brillante e ricco di succes-si come quelli conquistati dal piccoloEnrico.

Enrico Pessina: l’infanzia ostunese e l’edificio scolastico intitolato a suo nomedi Gianmichele Pavone

Enrico Pessina inuna foto del 1915

Enrico Pessina (1828-1916)

L'edificio scolastico in costruzione L'edificio scolastico appena completato

L'inaugurazione il 5 novembre 1939

Foto di A. Pacifico

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7FEBBRAIO

2015Attualità

L’Ambasciatore albanese in visita ad Ostuni

Con la “Fondazione Vassallo”avete patrocinato moltissimeiniziative. Quale ne è il bilan-cio, e quali le prospettive?Il 2014 è stato un anno molto po-sitivo per noi della FondazioneAngelo Vassallo Sindaco Pesca-tore. Con un budget di 500Ûscarsi, composto unicamente dacontributi volontari dei nostri sim-patizzanti, siamo riusciti a realiz-zare eventi letterari di grandissi-mo spessore: l’incontro consi co-nosciuti e stimati in tutta Italia maanche all’estero, la serata con Iaia Calvio (ex sinda-co di Orta Nova, premio Nenni 2014 ed esempio dilotta per la legalità), l’iniziativa con Michele Dotti(ambientalista di fama nazionale), la presentazionedel nuovo romanzo di Simona Sparaco (finalista2013 al Premio Strega). Inoltre, abbiamo contribui-to a realizzare la rassegna estiva UN’EMOZIONECHIAMATA LIBRO, curando la sezione “pluralefemminile”, per dare risalto a temi declinati al fem-minile come la famiglia, la diversità, l’utopia, chehanno visto protagonisti del calibro di Isabella Bos-si Fedrigotti, Emanuela Zuccalà e l’ex ministro dellacultura Massimo Bray. Con queste premesse il2015 sarà ancora più impegnativo e stimolante.Stiamo già lavorando per la programmazione dellaprossima edizione di UN’EMOZIONE CHIAMATALIBRO e le nostre proposte sono già al vaglio delprof. Ettore Catalano. Inoltre abbiamo in cantiere unprogetto per i ragazzi delle scuole superiori che ri-guarda la Costituzione Italiana e che potrebbe ve-dere in Ostuni tanti personalità illustri, come per es.Franco Roberti (procuratore nazionale Antimafia) eLorenza Carlassare (il suo nome è stato fatto comeprobabile candidato alla Presidenza della Repubbli-

ca). Insomma, siamo in perennemovimento, perchè ci siamo ac-corti che ad Ostuni c’è una do-manda di cultura che sfidi il pro-vincialismo.Come fare per mettere “in re-te” tutti coloro che si occupa-no di cultura in Ostuni?Per mettere in “rete” gli operatoriculturali ci vuole, permettimi labattuta, un buon pescatore!Scherzi a parte, credo che sianecessaria una figura di coordi-namento, qualcuno che abbia

doti di ascolto e scevro da pregiudizi e condiziona-menti ideologici, per esempio per me potrebbe es-sere il neo eletto presidente del forum della societàcivile, prof. Cappetta, oppure una figura ad hoc del-l’assessorato alla cultura. Purtroppo le dimissionidell’ottimo assessore prof. Pierangelo Buongiorno,ci hanno fatto mancare un interlocutore valido, at-tento e competente, ma confidiamo nel fatto che ilSindaco Coppola saprà trovare un degno sostituto,sebbene sia cosa non semplice.Quali sono, secondo te, le potenzialità ancorada valorizzare della cultura in Ostuni?Ostuni è ricca di giovani con le idee molto chiare infatto di proposte culturali, è lì che bisogna puntare.Nella Silicon Valley c’è un proverbio molto interes-sante “se vuoi progettare il futuro, parlane con unsedicenne”. Non è possibile pensare ai giovani co-me ad un contenitore da riempire. Sono pieni diidee ed entusiasmo e noi adulti dovremmo averel’umiltà di guidarli senza sopraffarli, perché sappia-no tirar fuori i loro talenti. In definitiva, per valorizza-re la cultura ostunese, io istituirei una vera e propriaconsulta giovanile, con due o tre rappresentanti perciascuna forma di arte.

C’è un diverso più diverso di altri? Quali sono inostri parametri mentali della diversità e qual

è la soglia che il diverso non deve superare per noninfastidirci? I neri devono essere scurissimi, colorebano, stile Obama, perché siano davvero tali? Egli omosessuali? Devono essere palesemente effe-minati o discretamente maschili? I pazzi? Devonogridare e scalmanarsi oppure borbottare frasi in-sensate tra sé e sé mantenendosi, comunque, adebita distanza? E gli ebrei e gli zingari e i vucum-prà e… L’appartenenza a un gruppo è di primariaimportanza per l’identificazione e lo sviluppo delSé: serve a farci capire, sin da piccoli, quali sono ilimiti del nostro orizzonte, a difenderci e ad attacca-re, e a tanto altro. Il linguaggio, l’abbigliamento, ilcomportamento, diventano elementi essenziali percreare il nostro status cui faremo riferimento per ilfuturo. Va da sé che ogni altro gruppo o singola per-sona che non abbia caratteristiche affini alle nostre,desti la nostra attenzione, se non l’allarme. L’identi-ficazione con un gruppo è senza dubbio positiva.Anticamente serviva a riconoscere i pericoli deri-vanti da altre fazioni che potevano creare problemial gruppo stesso: le bandiere, le divise, gli stendar-di e quant’altro, ne sono diventati nei secoli la car-ta d’identità. Tuttora l’abbigliamento, per esempio,contraddistingue lo status. Pensiamo all’epoca deicapelloni, iniziata con i Beatles, ma anche ai pani-nari o ai punk e via dicendo. Fin qui ci verrà ancheda sorridere, data la relativa innocuità di questeesperienze, ma se pensiamo alle conseguenze delnazismo, piuttosto che dell’Inquisizione, della trattadegli schiavi (e come sia ancora recente l’apartheiddel Sudafrica e del razzismo ancora tristemente ra-dicato in America), allora ci rendiamo conto di come

sia difficile sradicare anche da noi stessi la convin-zione che l’appartenenza a un gruppo, deve signifi-care oggi confronto e non esclusione o, peggio, ag-gressione. Insomma, la diversità degli altri, serve aconsolidare la nostra normalità: il nero per il coloredella pelle, l’omosessuale per la sessualità contronatura, il pazzo per gli atteggiamenti alienati e stra-ni, tutti questi (e moltissimi altri), NON sono comenoi, dunque la ‘normalità’ è rappresentata esclusi-vamente dai nostri comportamenti. Abbiamo biso-gno di un capro espiatorio per sentirci uguali, omo-logandoci a comportamenti condivisi, per non esse-re rifiutati. Probabilmente ci sarà capitato di dover-ci schierare da una certa parte, anziché un’altra eabbiamo deciso di parteggiare per una causa la cuigiustezza non ci risultava tanto scontata, ma cui ab-biamo dovuto aderire per non essere esclusi oemarginati. È plausibile sia successo, per esempio,a scuola dove, anche per la particolare età, si ten-de a coalizzarsi in gruppi con leader ben precisi e aomologare il proprio comportamento per essere ac-cettati dal gruppo. L’omologazione è una costanteche, se per un verso ci fa sentire appartenenti a unacompagine specifica, dall’altro ci permette di mime-tizzarci, evitando così di prendere iniziative che po-trebbero indurre conflitti insostenibili. Credo siaconsigliabile soffermarsi a valutare attentamente ilnostro grado di omologazione che non sempre è si-nonimo di tranquillità. Anzi.P.s.: è possibile intervenire sull’argomento nella miapagina Facebook: www.facebook.com/psicologo.puglia o digitando il mio nome e cognome.Per inviare domande: dott. Franco Sponziello [email protected] oppure direttamente al-la redazione de “Lo Scudo”

MA QUANTO SONO DIVERSO?del dott. Franco Sponziello

LLLLaaaa ppppaaaa rrrroooo llllaaaa aaaa llll lllloooo pppp ssss iiiiccccoooo llllooooggggoooo

Lasignora Pina Schirosi Cagnazzi, docente diLettere in pensione è una profonda amatrice

della tradizione locale ostunese ed ogni tanto con-segna a Lo Scudo alcuni ricordi del passato che leistessa ha vissuto e che sono rimasti nella sua me-moria. L’altro giorno è venuta nella sede del giorna-le ed ha consegnato un foglietto manoscritto con laseguente nota: “Come storpiavano i nomi gli Ostu-nesi di alcuni anni fa”, ecco alcuni esempi:Antonia = Nina, NinettaAntonio = AntenucceConcetta = TitinaCarlo = CarletteDonato = Natucce Francesco = CicceGiuseppe = Peppe, SeppuddeLeonardo = NarduccePasquale = Pascalu

Sante = SantuddeTommaso = Temase, MasineVincenzo = CenzineSalvatore = TotoreAnna = Iannodda, Iannina, NinozzaAngela = Lina, LinozzaDonata = NatucciaElena = LenucciaMaria = MariozzaPasqualina = PascalinaRosa = Rosina, RosettaSara = SarinaVincenza = CenzinaIsabella = Sabbellina, BellinaPer fortuna oggi questo non esiste più, i bambini in-fatti vengono chiamati col semplice nome di batte-simo...

Come storpiavano i nomi gli Ostunesi

L’Ambasciatore della Repubblica Alba-nese in Italia, Neritan Ceka, archeolo-

go di fama mondiale ha visitato la nostracittà. Neritan Ceka ha raggiunto Ostuni inquanto ospite del Sig. Alfonso Casale,fondatore di Telcom SpA, che durante lacerimonia in suo onore gli ha fatto dono diuna targa a lui dedicata. L’Amministrazio-ne comunale gli ha reso omaggio con ilconcerto delle pianiste, madre e figlia,Axinia Gioia e Marilyn Scardicchio chehanno ricordato, con sentita commozio-ne, quanto sia difficile vivere lontano dalla propriaterra d’origine.Presente in sala buona parte della comunità alba-nese che risiede a Ostuni dai primi anni Novanta,felice di sentir parlare delle proprie radici. NeritanCeka, Professore di archeologia all’Università di Ti-rana, ha presentato in questa occasione il suo ulti-mo libro, scritto in inglese e tradotto poi in albanese“The Illyrians to the Albanians”. Il testo parla dellostudio che è stato fatto sulla discendenza del popo-lo albanese dalle popolazioni illiriche e sulla storiadell’archeologia in Albania.Un altro importante riconoscimento da parte delloStato Albanese è giunto lo scorso 5 settembre diret-tamente dal Primo Ministro Edi Rama, in occasionedel Festival “Attraversamenti”, dedicato all’incontrodella cultura italiana con quella balcanica.Rama, nella missiva che giustifica la sua assenzaalla serata di apertura dell’evento, sottolinea la cre-scita del suo Paese, entrato poco prima a far partedella Nato e candidato all’ingresso tra gli stati mem-

bri dell’Unione Europea. Parla della volontà di crea-re una società ancor più giusta e moderna, puntan-do tanto sulla tutela delle tradizioni quanto sull’inno-vazione tecnologica e digitale. Si sofferma su quan-to incantevole sia la Puglia e la città di Ostuni, concui vorrebbe poter stringere una proficua collabora-zione.Il Primo Ministro rivolge l’invito a imprenditori e turi-sti italiani, in questo caso pugliesi, a recarsi in Alba-nia, terra accogliente e diversificata, dove è statacreata un’ottima condizione per l’internazionalizza-zione delle imprese, «considerando un’aliquota al15% e un bassissimo costo del lavoro» dice Edi Ra-ma.Pronta ad accogliere turisti e imprenditori quindi,l’Albania ha fatto sentire ancora una volta la sua vi-cinanza e il suo interesse a cooperare con il territo-rio ostunese attraverso un rappresentante istituzio-nale, Neritan Ceka, che peraltro collabora diretta-mente con il Primo Ministro.Si ringraziano i siti www.ostuninotizie.it ewww.ostunilive.it

Orgoglioso di essere Ostunese

Il30 dicembre scorso, il socio fondatore del Gruppo Folk “La Stella” e no-stro lettore abbonato – Brigadiere Capo della Guardia di Finanza DO-

NATO PUTIGNANO – dopo circa 37 anni di encomiabile servizio, ha la-sciato il servizio effettivo nella Guardia di Finanza per essere collocato inquiescenza.Partito dalla Città Bianca nell’aprile del 1978, lasciando il suo amatissimoGruppo Folk, dopo il corso di formazione, fu assegnato in Friuli VeneziaGiulia e precisamente prima a Trieste e successivamente a Gorizia.Prima del matrimonio, celebrato l’11 giugno del 1983 nella Cattedrale diOstuni da Mons. Don Elio Antelmi, si stabilì a Gorizia, dove oggi vive conla moglie e i suoi due figli.Durante la sua esemplare e lodevole carriera ha raggiunto il grado apica-le del ruolo dei Sovrintendenti, Brigadiere Capo.Nel dicembre 2007, il Presidente della Repubblica – Giorgio Napolitano – su proposta del Presidentedel Consiglio dei Ministri, lo nomina “Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”.A far data dal 30 dicembre scorso, gli è stato conferito il grado di Maresciallo di Complemento.Questo suo meritato riposo gli permetterà di essere più presente nella sua Citta Bianca in compagniadelle due sorelle (Angela e Maria) e degli amici di Costa Merlata.

Tre domande sulla cultura a OstuniRisponde Giusy Santomanco

Il 21 dicembre scorso, presso la Biblioteca Diocesa-na in Ostuni, sono stati premiati i partcipanti al con-corso “Una Cartolina a Gesù Bambino”, indetto dalCentro socio-educativo diurno “Il volo di Icaro” del-la coop. Soc. Prisma coordinato dalla dott. IsabellaD’Attoma, che da più di anno ha una proficua colla-borazione con l’associazione “La Banca del Tem-po”, presieduta dalla prof.ssa Teresa Legrottaglie. La responsabile del progetto del Centro, l’educatri-ce professionale Luigia Sciannocchia, ha comuni-cato l’iniziativa al Dirigente Scolastico, Prof. MarinoPetrarolo, il quale ha entusiasticamente accoltol’iniziativa, coinvolgendo i docenti di educazione ar-tistica e di religione. Sono pervenute più di 70 car-toline, realizzate dai ragazzi fra gli 11 e i 14 anni. La commissione composta da don Pierino Manzodella Parrocchia di San Luigi Gonzaga, dall’architet-to dott. Rosanna Venezia e dalla maestra d’artedott. Laura Campa, ha assegnato il primo premio aSilvia Valente (scuola media “Orlandini Barnaba”terza C) con la seguente motivazione: “Cartolinacompositivamente ben fatta: il messaggio e l’imma-gine (una Madonna Bizantina) sono coerenti con iltema del concorso. L’immagine è curata nei minimiparticolari ed il testo è carico di speranza”; il secon-do premio “Premio messag-gio” a Siham El Hachimi(Centro “Volo di Icaro”) conla seguente motivazione: “Iltesto di Siham è un messag-gio con un contenuto cristia-no e umano profondo e sen-za preconcetti, che va drittoal cuore. È l’augurio per ognipersona: riscoprire Cristocon umiltà”; il terzo premio“Premio artistico” a RiccardoCisaria (scuola media “Or-landini Barnaba” terza D)con la seguente motivazio-ne: “Questa cartolina è unavera opera d’arte dove colo-re e tratto grafico ci coinvol-gono nell’atmosfera dellaNatività Cristiana. Bravo!”Premio speciale “Premio

dolcezza” a Marta Celino (scuola media “OrlandiniBarnaba” terza A) con la seguente motivazione:“Una cartolina che esprime dolce spontaneità sianella scelta dei materiali, sia nella scelta dell’imma-gine e sia nel contenuto del messaggio: conciso edi sincera fratellanza in accordo con l’Evangelo”.Premio speciale “Premio Auguri scomodi” a CosimoDe Lucia (scuola media “San Giovanni Bosco” ter-za) con la motivazione: “Sconvolgente cartolina. Ilcontenuto e l’immagine disegnata ci pongono unforte interrogativo: qual è il nostro effettivo impegnonel comprendere i bisogni dei giovani.”Premio speciale “Premio attualità” a Cataldo Rodio(Centro “Il volo di Icaro”) con la seguente motivazio-ne: “Cartolina in stile fauvista che sorprende perl’immagine, dove il Bambino Gesù è in braccio adun angelo. Insolito. Il messaggio tocca il cuore perla realtà a cui rimanda: le vicende dell’attualità”.Le importanti collaborazioni con le Associazioni e leistituzioni scolastiche presenti sul territorio rappre-sentano una meravigliosa risorsa, indispensabile,per la coop. soc. Prisma nell’impegnativo lavoroeducativo con i minori del territorio ostunese. Lacollaborazione infatti con l’associazione “La Bancadel Tempo”, con cui si sta per siglare un protocollo

d’intesa, consente di avere ladisponibilità di ottime profes-sionalità per sostenere i ragaz-zi della cooperativa in alcunematerie di studio - inglese,francese e matematica,- ga-rantendo loro un maggioresuccesso scolastico. La coo-perativa ha fatto dono all’asso-ciazione, durante la premiazio-ne, di 120 calamite in gesso edecorate, con soggetti natalizi,realizzati dai ragazzi de “Il Vo-lo di Icaro” nel laboratorio di at-tività espressive tenuto dalmaestro Agostino Epifani, perringraziare i docenti de “LaBanca del Tempo” del lavorosvolto in loro favore.

ISABELLA D’ATTOMA

Cartoline a Gesù Bambino

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8FEBBRAIO

2015

CHIESACRONACA

LA DOMENICA DELLE PALMEPrologo della Settimana Santa è la Domenicadelle Palme. In un giubilo processionale dimani levate, il sacerdote incensa e benedicepalme e rametti di ulivo al naturale o tengiuted’oro e àrgende. Poi di corsa a casa, con lapace nel cuore per il precetto fatto e il corag-gio a riconoscere errori e fragilità, per offrire agenitori, parenti e amici il simbolo di pace efratellanza da appendere devotamente al ca-pezzale del letto. In tempi andati li uagnunefacendosi coraggio, sfidavano la severità deigenitori ed osavano entrare nelle case, perconsegnare alle fidanzate la palma o l’ulivobenedetti a conferma del loro amore. Il rispet-to della quaresima, l’aspettativa della Setti-mana Santa, ma anche la carenza di risorse,portavano ad osservare un pranzo domenica-le senza carni e per primo piatto una pietan-za povera senza formaggio grattugiato, listacciòdde cu lla meddìchela.

LI PALME1

Li palme a ll’aria – iànzene ‘ndanda,nnanze a lla chjesia – quanne se canda.Po’ se ne vone… allejramènde,tutte priesce – tutte cundièndela palma pòrtene – a lli pariènde:

ce stone ‘n gruèsse – fàchene pasceE li uagnune – se vèstene a mmasceE dde li zite – vone a lli case,ca cu lla palma – jnda se trase:ì ddia de ggiùbbelu – totta ì allegrezza.La palma ì ppasce – la palma ì rrise,cu chessa acquiste – lu Paravise.

LA FÈSTA DE LI PALME2

Vedemmane s’one anzatea prim’ora li crestianee so sciute dritte a méssacu Ili palme strènde mmane.

L’one fatte da la nottecu lli ràmere d’alìae se l’one ‘ndercelatecu lla mègghje maistrìa.

Ce li porta naturalu,ce tengiute d’ore e argèndecu Ili nastre e gesuminee tand’ande abbellimènde.

Figne réte a llu pertalustè la ggènde, pare pare,e se spènge, p’acchjà poste,sobba a ll’òrghene e a ll’andare.

Ma lu pàreche addemmura!Se stè mmètte lu pivialue li pàggene da lèggese stè segna a llu messalu.

Quanne doppe cumbarisccecu llu libbre e cu ll’aspèrge,tanda pòpulu li palmece cchjù l’anza e chjù s’adèrge.

«Patre, Fìglije e Spirde Ssande»ne segname cu Ila crosce;tutte ‘nzèmela priamecu nu core e cu nna vosce

e candame: «Osanna, osanna»cumme quanne lu Segnore

scì trasì a Gerusalemmacu llu giùbbelu e l’onore.

Tra lu fume de lu ‘ngènzee li lusce de cannéluscènne ‘ndanda l’acqua sandasobba a tutte li fedélu.

Cu Ili palme benedéttepo’ n’assime chjù cundièndepe pertà nu ramestièddea ll’amice e a lli pariènde.

Cu ddo’ frasche mise ‘n grosceappendate a lla giacchéttame ne voche a casa meaa dde mamma me stè ‘spetta.

Quanne appéna se n’addonaca sto ‘nghjagne inda a lla scalaarrevate e m’ésse ‘nnanzea llu miènze de la sala.

Cu na làcrema a lli uècchjestènne ‘nnanze li verazze,cu llu pàlpete a llu corem’avvecigne e po’ l’abbrazze

e Ili diche: - So venutepe vasarte chèssa mane,m’agghje fatte lu precètte,vo cu Criste vedemmane.

Pe segnalu t’agghja annuttela palmodda de la pasce;te l’ì mmètte a capetalu,a llu poste ca te piasce.

E pe ffa na sanda Pascadoppe chèssa cumenionemu, de tutte li manganzej’ te cèrche lu perdone. -

Cutelanne chéda capecu nu rise fine finesènza manghe na parola,la capibbe: disse sine.

1 F. Tamborrino (Tam-Tam), Pezze vecchie, acura di Domenico Colucci, Fasano (Br), 1986,pp. 65-66.2 D. Colucci, … tra lla sèlva e lla marina, La fè-sta de li Palme, Fasano (Br), 1975, pp. 216-218.

4ª parte

La spiritualità popolare nella poesia ostunesedi Dino Ciccarese

SETTIMANA DI PREGHIERA PERL’UNITÀ DEI CRISTIANI di Luca De Feo

La“Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani” è di-venuta un momento di convergenza di quanti, sia

pure in itinerari e tradizioni differenti confessano che Cri-sto è fondamento e orientamento della loro vita e delle lo-ro scelte. Non sempre è stato così: le varie Chiese hannorecepito in tempi diversi questo appello e per lungo tempociascuna ha invocato il ritorno degli erranti all’ovile. Oggi,invece, in tutte le Chiese è emersa la consapevolezza chel’unità è una meta verso la quale tutti sono chiamati acamminare ricercando un sempre più fedele obbedienzaall’evangelo, e personale e comunitaria. Molto spessoperciò questa settimana è occasione per i cristiani di di-versa tradizione della stessa città di vivere insieme la litur-gia proposta a livello internazionale (quest’anno prepara-ta dai cristiani del Brasile). Ma anche quando la preghieraraccoglie cristiani di una sola tradizione la prospettiva èsempre la stessa: giungere nell’ascolto della Parola delSignore ad incontrare Cristo, trovare in lui ciò che uniscee da lui apprendere i cammini verso la piena comunione.La comunità ecclesiale ostunese vive ogni anno questoappuntamento insieme ora alle monache carmelitane oraalle monache benedettine. Il 21 gennaio scorso fedeli didiverse parrocchie si sono ritrovati presso il monasterodelle benedettine, rivitalizzato dall’arrivo di un gruppo digiovani monache.Momento centrale della preghiera è stata la lettura inte-grale, intervallata da brevi pause di silenzio, dell’evangelodell’incontro di Gesù con una donna samaritana (Gv 4,1-42); il testo è stato poi commentato da Raffaele Ogliari,monaco di Bose, che ha aiutato a rilevare la novità dei ge-sti di Gesù e gli insegnamenti che ne discendono per il

cammino ecumenico.L’evangelo di Giovanni collocando l’incontro tra Gesù e ladonna presso un pozzo evoca un contesto nuziale: pres-so un pozzo nell’Antico Testamento si era verificato l’in-contro tra un patriarca e la donna che avrebbe sposato elo stesso Giacobbe, indicato dalla donna quale costrutto-re del pozzo, presso il quale sedeva Gesù, aveva incon-trato presso un altro pozzo Rachele. Sono tuttavia i gestie le parole di Gesù a divenire insegnamento per il cammi-no dei suoi discepoli di oggi verso l’unità: Gesù sceglie diandare a Gerusalemme attraverso una regione diversaper culture e religione; ha il coraggio di mostrarsi nella suadebolezza di uomo, bisognoso dell’aiuto altrui; non esitaad entrare in relazione con una donna nonostante le re-more dell’ambiente e del tempo; mostra la possibilità dicammini nuovi; è parola che orienta e diviene riferimentoper la donna rendendola messaggera d’evangelo presso isuoi concittadini.A conclusione è stato proclamato il Simbolo niceno-co-stantinopolitano (il Credo presente nell’Eucaristia domeni-cale) nella sua versione originale, senza, cioè, il riferimen-to al Figlio per la processione dello Spirito Santo; questotesto esprime, infatti, la fede della Chiesa indivisa ed è ri-ferimento comune per tutti i credenti in Cristo, cattolici edortodossi, evangelici ed anglicani, nestoriani e copti.La sera dopo la stessa preghiera si è tenuta a Brindisi,nella chiesa di s. Vito Martire con una riflessione a più vo-ci, proposta dall’arcivescovo di Brindisi-Ostuni, mons. Do-menico Caliandro, del parroco greco-ortodosso della città,padre Arsenios, e del decano della comunità valdese,Teodoro Mauro.

Ilfreddo pungente della seratadel 3 febbraio non ha scorag-

giato gli ostunesi, che fedeli a unrituale secolare, si sono recati nel-la Concattedrale per parteciparealla messa solenne in onore diSan Biagio, nostro santo patrono.Don Giovanni Apollinare, vicarioforaneo, nell’augurare il benvenutoai presenti, al vicario generale donFabio Ciollaro, al Sindaco e ai rap-presentati dell’amministrazionecomunale, che hanno messo a di-sposizione un bus navetta peragevolare il raggiungimento dellachiesa, ha espresso gratitudine alSignore per il dono della fede nelcammino ecclesiale del nostro ter-ritorio come sede vicariale. Nel ri-cordare San Biagio, espressionedelle radici della nostra apparte-nenza, don Giovanni ha fatto cen-no alla recente nomina del capodella Repubblica Italiana una per-sona di grande qualità, di riferi-mento morale significativo nella vi-ta del nostro paese. Chiediamoche il Signore lo illumini per quellescelte che oggi ha delineato nelsuo servizio alla nazione. A esordiodell’omelia don Fabio Ciollaro haportato il saluto dell’arcivescovo,mons. Caliandro impegnato per ilavori della sessione invernale del-la Conferenza episcopale pugliesee ha rivolto il suo ringraziamentofraterno a don Giovanni Apollinaree a don Piero Suma, sacerdoticoncelebranti, al clero disposto ne-gli stalli del coro, al primo cittadinogen. Coppola, ai rappresentantiamministrativi e ai componenti del-l’UNITALSI. Sul filo dei ricordi gio-vanili ha riannodato i legami con lanostra città e, in particolare, con laconcattedrale, da lui frequentataquando era studente seminaristaal ginnasio. Ha sempre portatocon sé l’atmosfera che avvolge lachiesa, carica del respiro dei seco-li…piena della preghiera e della fe-de di generazioni di ostunesi, di vescovi, di sacerdoti. Ese il mutamento dei tempi con il decremento residenzia-le del rione Terra ha determinato il trasferimento dellaparrocchia nella più agevole sede di San Francesco, ilritrovarsi insieme, come nell’occasione della festa delsanto patrono, rappresenta il segno dell’unità delle variecomunità ecclesiali di Ostuni e dei cittadini con un luogosacro, caro a tutti. I tempi cambiano non si può viveresolo di ricordi tuttavia il valore ecclesiale e affettivo diquesto luogo resta intatto. Ha paragonato il momento diquesta importante celebrazione al ritorno dei figli con leproprie famiglie alla casa dei genitori: abbiamo questaesperienza in casa, quando torniamo dai nostri genitori

e ci troviamo con i nostri fratelli esorelle, sentiamo veramente l’uni-tà in quella casa dove ogni angoloci parla e tutto ci invita a essereuniti, sapendo che è l’unità più ditutto a consolare i genitori se so-no ancora in vita e li fa gioire sesono già in cielo. Così noi amiamoquesta cattaedrale e siamo lieti ditrovarci insieme invocando e pre-gando il martire San Biagio. La li-turgia della parola della prima let-tura (Is. 61, 1-2) aderisce perfetta-mente al messagio di speranza dicui San Biagio è testimone: il Si-gnore mi ha mandato a portato illieto annuncio ai miseri. San Bia-gio è martire, le vesti rosse che in-dossano i sacerdoti questa sera ri-cordano il suo martirio. San Biagiocon il suo sangue annuncia e at-testa che è possibile rimanere fe-deli a Dio anche quando le circo-stante esterne sono contrarie,quando la fede ci mette alla prova.Don Fabio ha ricordato che la ter-ribile tortura inflitta a Biagio non fucapace di annullare la sua fede.Come allora anche oggi non man-cano uomini che amano Dio contutto il cuore e Gli restano fedeli.La guarigione prodigiosa del bam-bino prossimo al soffocamento peraver ingoiato una lisca di pesce,proprio mentre si avviava al marti-rio, dimostra la compassione delsanto che ha invocato Dio e Dioha esaudito la sua preghiera. SanBiagio porta l’annuncio che Dio in-terviene in modo prodigioso e an-che quando non avviene il miraco-lo, ha sempre dei doni da farci,perché la fede vera non deludemai. Se noi ci abbandoniamo nel-le mani di Dio, Lui non manca difarci provare la sua vicinanza e ilsuo amore. A distanza di ben sedi-ci secoli, la venerazione per unsanto che giungeva da una terralontana, testimoniata dal pellegri-naggio al santuario, molto distante

dalla città, è la dimostrazione del nostro affetto e dellanostra vicinanza, ha proseguito don Fabio: San Biagio ciproclama che Dio è vicino, i santi fanno sentire la vici-nanza di Dio. La devozione che abbiamo verso di loronon termina a loro, loro ci raccordano, sono vicini a Dioe a noi ed è accanto a noi anche quando siamo nell’an-goscia. E con questo lieto annuncio torneremo alle no-stre case. La celebrazione si è conclusa con l’omaggioalla reliquia da parte dei fedeli e con l’imposizione dellastessa accanto alla gola quale protezione per le malat-tie dell’apparato respiratorio.

ENZA AURISICCHIO

Solenne celebrazione per il Santo Patrono

si negli occhi e tenersi le mani.A conclusione dell’incontro ci è stato conse-gnato il decalogo della tenerezza che riportia-mo e che sintetizza molto bene l’esperienzache abbiamo vissuto.

DECALOGO DELLA COPPIATENERA ED AMOROSA

1° Amatevi ogni giorno con un amore di tene-rezza.2° Ditevi spesso che vi amate con parole, ge-sti o azioni e non abbiate a credere che lo sa-pete già.3° Spendete del tempo ogni giorno per voiper dialogare ed ascoltarvi.4° Lodatevi per un lavoro ben fatto e non smi-nuitevi. Non date per scontato ciò che fateper voi. L’apprezzamento e il sostegno vi sti-moleranno a continuare.5° Amate i vostri corpi, ma ancor più le vostreanime e le vostre vite. Questa è la più belladichiarazione d’amore.6° Esprimete pensieri e sensazioni di gioia:portano vitalità nel vostro rapporto. Ascoltate-vi, mentre esprimete la vostra felicità.

7° Ascoltatevi senza giudizi e preconcetti. Es-sere ascoltati e visti è fondamentale per nonperdevi di vista.8° Toccatevi. Tenetevi. Abbracciatevi. Il vo-stro fisico viene rivitalizzato da un’amorosacomunicazione non verbale.9° Tenete presente che amare non è facile ecomporta impegno, dedizione, decisione eattenzioni. Quale il segreto? Se avrete uncuore per voi, avrete un cuore per il vostrosposo/a e per gli altri.10° Ricordatevi soprattutto che la vita senzaamore non ha sapore, ma senza dolore nonha valore.

ROSANNA CARPARELLI E FABIO PACIFICO

(segue da pag. 1)La tenerezza è come un’oasi di calma...

In alto la statua di San Biagio posta nelsantuario ostunese, in basso l’immaginedel Santo affrescatada Michelangelo nellaCappella Sistina, con i pettini di ferro coni quali fu martirizzato

Allo Slow Cinema un librosu don Giussani

Sarà presentato giovedì 19 febbraio alle 20il libro di Alberto Savorana “Vita di donGiussani” (Rizzoli) dedicato al fondatore di“Comunione e Liberazione”. Interverranno iproff. Mario Zurlo, Pierangelo Buongiorno,Valerio Capasa e Aldo Capotorto.

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9FEBBRAIO

2015RICORDI

«Il Signore faccia splendere il suo volto su di Te e Ti faccia grazia,

il Signore rivolga il suo volto su di Tee Ti conceda pace»

dal Libro dei Numeri

Circondata dall’amore e dall’affettodella sua famiglia, sabato 24 gennaio2015 si è spenta serenamente comevisse

STELLA MILONEvedova Marseglia

È stata una donna coraggiosa e guidata da un forte carattere,con una personalità dolce e amabile ed ha attinto la sua filoso-fia di vita da alcuni significati intensi, profondi e complessiche ha riservato sulla famiglia, tra le amicizie e con tutti colo-ro con cui è venuta a contatto.La Sua anima, già volata in Cielo, sia avvolta da un manto diluce e rivestita di maestà, splenda per sempre tra le schiere de-gli Amati dal Signore.

Ai figli Beniamino, Teodoro e Lucia, alla nuora Maria ed ai di-letti nipoti Stella e Mimmo un abbraccio di sincero cordoglio.

19 febbraio 2005 19 febbraio 2015

dott.ssa

ROSA SAPONARORosetta carissima,

nonostante siano passati 10anni, sei sempre con noi,nel nostro cuore e nei nostripensieri.Con immutato affetto, ilfratello Tonino, le sorelle, la cognata, i nipoti tuttila ricordano a quanti l’hanno conosciuta e apprez-zata per il suo impegno professionale e la sua di-sponibilità verso tutti sempre con il sorriso e unaparola di conforto.

11 febbraio 201011 febbraio 2015

Cinque anni fa, im-provvisamente, tra ilrimpianto dei propri ca-ri, è scomparsa

FILOMENAVALENTE

Sorridi… perché, e nesiamo convinti, sei feli-ce ove ora sei! Noi non ti vediamo, ma tu, dalassù, accompagni i nostri passi e ascolti i nostrirespiri e avverti i battiti dei nostri cuori e noi…fiduciosi cerchiamo di vivere sotto la tua affet-tuosa protezione.

I tuoi cari

6 marzo 2009 6 marzo 2015

Indimenticabile resta il ricordo di

BENEDETTO PRUDENTINO

Amabile è il suo ricordo perchéammirevole fu il suo sistema divita, apprezzato da moltissimepersone che lo hanno conosciuto,frequentato ed amato.Indimenticabile resta il suo carat-tere gioioso e cordiale.

I suoi cari

In suo suffragio venerdì 6 marzo 2015, alle ore 15,30,verrà celebrata una Santa Messa presso la Chiesa di SanFrancesco di Paola.

7 febbraio 2001 7 febbraio 2015

Nell’anniversario dellascomparsa di

FRANCESCO EPIFANI

Sarto

Gli anni passanoma in noi

il tuo ricordoè più vivo che mai

I tuoi cari

11 febbraio 201111 febbraio 2015

Quattro anni fa moriva

FRANCESCAVALENTE

Sposata ZaccariaTu che vivi nella terra deiviventi, ascolta le nostrepreghiere: il nostro deside-rio è sentirti beata fra ibeati, vederti radiosa e lieta tra il fulgore dell’Al-tissimo… e tu diffondi la tua bontà su noi che tiabbiamo amata immensamente.

I tuoi cari

28.2.2014 28.2.2015

Ricorre il primo anniversario della scomparsa di

CATERINA VIOLAin Scalone

Donna instancabile, il lavoro è stato il suo pun-to di forza; fu moglie devota, madre esemplaree nonna insostituibile. Chiunque abbia sfioratoil suo cammino ha ricevuto tanta dolcezza e tan-ta simpatia: ora, quest’angelo, dal cielo, vegliasui suoi cari.

Il marito Gino, le figlie Giuseppina e Maria Grazia, il genero Franco ele amate nipoti Luciana e Katia, la ricorderanno con una S. Messa disuffragio che verrà celebrata sabato 28 febbraio 2015, alle ore 18,00nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Madre della Chiesa.

4 febbraio 19884 febbraio 2015

Indimenticabile resta il ricordodi

FEDELE TAMBORRINO

Tipografo

Dal cielo continua ad effonde-re il tuo sostegno su chi, sullaTerra, non dimentica il tuovolto e spera in te… la tua stel-la brilli su di noi e ci accompa-gni lungo tutti i nostri passi.

I tuoi cari

2008 6 marzo 2015

MARIA GATTIvedova Gatti

La sua bontà, la suasaggezza e la sua ami-cizia restano doti in-cancellabili che sononel cuore di chi l’haconosciuta e che anco-ra, malgrado il passaredegli anni, la stima ela ricorda con amore ed infinito affetto.

I figli Mimmo con Emilia e Fazio, Rosella conMimmo e Maurizio, il fratello Domenico e lasorella Consiglia, in sua memoria elevano af-fettuose preghiere.

Domenica 4 gennaio2015 presso la casa diriposo “Il Focolare” diOstuni è deceduta

ANNACAVALLO

Ne danno il triste an-nunzio la sorella Lilli-na, il cognato e i paren-ti tutti.

AAAANNNNNNNN IIIIVVVVEEEERRRRSSSSAAAARRRR IIII

DDDDEEEEFFFFUUUUNNNNTTTT IIII

Suor Maria Carmeladel Cuore di Gesù

al secoloLIVIA COMASIA CONSERVA

† 19 Gennaio 2015

Il 19 Gennaio 2015, alle ore 17,45 il cuore dellanostra consorella Sr Maria Carmela del Cuore diGesù si è arrestato. Il suo Sposo l’ha rapita defini-tivamente alle cose della terra, per portarla con séa contemplare il Volto dell’Eterno Padre, al qualelei ha sempre anelato, particolarmente in questo ul-timo periodo di sofferenza. Il suo cuore grande egeneroso, ora batte ancora più forte all’unisono conil Cuore di Cristo.Conserva Livia Comasia (questo il suo nome da se-colare), nasce a Martina Franca (Ta) il 10 Novem-bre 1934, dal Commendatore Leonardo Conserva eBeatrice Margiotta, proprietari di una grossa azien-da di produzione di vino. All’età 23 anni, si apronoper lei porte del Carmelo scalzo di S. Simone (Lec-

ce): è il 27 Febbraio del 1957. Il 23 Gennaio 1959emette la professione semplice e lo stesso giornodel 1962 la professione solenne. Il padre di Sr Car-mela, per il suo spirito di devozione, avrebbe desi-derato un Monastero nella sua città. L’allora Arci-vescovo della diocesi di Ostuni, Mons. Margiotta,prozio di Sr Carmela, presenta al commendatore lasituazione precaria delle monache di Ostuni, che sitrovavano al centro della città Bianca, in una strut-tura non idonea al loro genere di vita.Dobbiamo così ai genitori di Sr Carmela (i qualidonarono il terreno e il rustico del Monastero) iltrasferimento della nostra comunità nella strutturaattuale, avvenuto nel 1975.Sr M. Carmela è membro attivo della nuova fami-glia carmelitana, già dal 1968. Negli anni della sua

vita religiosa si è distinta per la sua generosità e lospirito di servizio. Il 20 Gennaio, alle ore 16,30, so-no state celebrate le esequie; ha presieduto la S.Messa, il nostro Arcivescovo Mons. Domenico Ca-liandro, con la concelebrazione di P. Enrico Ronzi-ni O. Carm, il nostro cappellano Don Franco Blasi,Don Cosimo Palma, confessore della comunità,Don Giovanni Apollinare, Don Angelo Ciccarese,P. Stefano Galarotti Icms, P. Vincenzo Carucci deipadri Somaschi. Hanno partecipato alla celebrazio-ne il terz’Ordine carmelitano di Ostuni e MartinaFranca, diversi fedeli e parenti di Sr Carmela.Crediamo che la nostra consorella ora, accanto alsuo Sposo, intercede per tutte noi, per l’OrdineCarmelitano che ha profondamente amato, per tut-ta la Chiesa di cui era figlia convinta.

26 febbraio 201426 febbraio 2015

MARIA SANTOROA un anno dalla scomparsadella carissima “Marietta”La ricorderemo il 26 feb-braio alle 18, con una cele-brazione eucaristica nellaChiesa della Madonna delPozzo, la cui comunità Le è grata per il sostegnomateriale e morale da Lei prestato fin dal primissi-mo avvio dell’attività parrocchiale.

Con immenso affetto i figli Teresa, Rocco e GiusyLococciolo, il genero Pippo Vincenti, la nuoraFranca Monopoli, i nipoti Valentina, Davide, An-gelo e Luca, i fratelli Teresa, Luca, Chiara ed An-na e tutti i nipoti.

1990 16 febbraio 2015

MARIA SALONNAConoscete qualcosa di piùgrande e vero dell’amore diun nonno o di una nonna?Sono sicura che ad ognunodi voi, pensando ai proprinonni, scapperà un sorriso,proprio come quelli che ciregalano costantemente lo-ro. I nonni profumano di semplicità, di gioia, sonol’emblema dell’amore. I nonni, col loro esserci sem-pre, ci riempiono di gesti affettuosi e, non avendonulla, ci regalano tutto. Un nonno è un fratello, unamico, un confidente, una guida, una fonte di in-commensurabile saggezza. Purtroppo però nella vi-ta non tutti hanno l’opportunità di vivere a pieno ipropri nonni. Spesso non si ha nemmeno l’opportu-nità di conoscerli. E credo siano queste le mancan-ze che più pesano nella vita di ogni persona.

Dopo 25 anni dalla sua scomparsa, spesso mi ritro-vo a scrivere pensando a mia nonna, la quale nonho mai avuto l’opportunità di conoscere; alla bellez-za che era; al sorriso che ancora oggi vive nel cuo-re di tutti, soprattutto nel mio.

“Tu sei vicino a me”Non averti mai incontrata mi rattrista.Anche il non aver mai conosciuto l’odore della tuapelle;la luce dei tuoi occhi;il rumore della tua risata;la dolcezza del tuo essere.Eppure c’è un dono che mi è stato fatto,un regalo, di quelli belli:il mio sorriso è uguale al tuo e cosa più grande,il tuo nome è anche il mio.E allora forse non è vero che non ci siamo maico-nosciute,m’avrai coccolatoe m’avrai anche protetto da questo mondo,

proprio come una vera nonna sa fare.Ed anche adessolo so che, mentre scrivo,tu sei vicino a mee m’abbracci.Sei la stella più bella che ci sia, nonna,la più luminosa,che mi segna la strada per essere felice.Il destino purtroppo non c’ha dato tempo per incon-trarci.Come si fa a volere bene ad una persona che non hai mai visto?La risposta è semplice:quando una persona vive dentro di te, scuse nonesistono.Bisogna solo imparare ad accettareciò che il destino decide per noi.Ma, ora come ora, dentro di me, so benissimo d’averti incontrata e tanto amata.

MARIA CHIARA GIANFREDA

Al Generale Antonio Viesti

Un anno fa la Tua dipartita improvvisa ciha colti impreparati.Avvertiamo, sempre, la Tua assenza epensiamo a Te, in modo particolare, quan-do guardiamo il mare che Tu hai tantoamato e ammiriamo la Tua adorata Ostu-ni. La Tua vita è stata un meraviglioso do-no che Dio ci ha fatto. La Tua presenza è sempre viva nei nostricuori, nelle nostre menti e Ti custodiremo nella nostra memoria.La Tua vita, trasformata, vive in una dimensione di bellezza e amo-re e gode della contemplazione di Dio che, dopo averci purificati,ci ammette alla sua gioia estatica.Sant'Agostino dedicò questa riflessione a sua madre, noi la dedi-chiamo a Te: “Signore, noi non ti chiediamo perché ce l' hai tolto,ma Ti ringraziamo per avercelo donato”.Con grande affetto: i fratelli Franco e Anna, i cognati Carla e Car-melo e i nipoti.Un pensiero di affettuosa vicinanza va a Tua moglie, la cara Vandae ai Tuoi adorati figli Floriana e Cesare.

L’abbonamento a «Lo Scudo» è scaduto

il 31 dicembre 2014 e può essere rinnovato

versando Û 20,00

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OSTUNI: ALTI E BASSI DEL CALCIOdi Tonino La Centra

La Cestistica Ostuni guarda al futurodi Domenico Moro

10FEBBRAIO

2015

CRONACABREVE

Riservato agli abbonatiInformativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs.196/2003 e dell’art. 10 Legge31.12.1996, n. 675.Informiamo gli abbonati che i dati ana-grafici, a noi conferiti per la gestionedel rapporto contrattuale d’abbonamen-to al nostro periodico, non saranno og-getto di diffusione a terzi, senza il con-senso degli interessati.

Dopo la rescissione del contratto conMalamov tornato a Nardò, anche Alex

Percan lascia la società ostunese e va adaccasarsi a Bologna. Sembra non esser-ci pace per la formazione gialloblu checontinua a navigare in questo campiona-to fra sfortune e problemi vari che pur-troppo le fanno mantenere la decima po-sizione di classifica; sono ormai tre mesiche la formazione di Beppe Vozza fa iconti con infortuni, con la mancanza delpalazzetto e con le partenze che hannoparecchio influito sul rendimento di un ro-ster che si è trovato dopo la settima gior-nata di campionato ad affrontare un qualcosa chediventa difficile da narrare. Una squadra costruitaad inizio stagione su Morena e Malamov ha subìtoin primis la perdita sportiva del capitano per proble-mi di salute, e successivamente di Malamov persqualifica andando a creare un pesante macignosul resto della squadra che purtroppo è entrata inun tunnel da cui è difficile venir fuori.Ora naturalmente l’obiettivo della società rimanequello di onorare sino al termine della stagione que-sto campionato e iniziare già a programmare ilprossimo con la consapevolezza di guardare beneagli errori commessi e l’obiettivo di far tesoro dellarealtà vissuta in questa stagione, come testimonia-no le parole del coach gialloblu Beppe Vozza: “Cer-cheremo di utilizzare questo girone di ritorno per in-serire in squadra nuovi ragazzi per avere così lagiusta occasione per valutarli e sicuramente que-sta potrà essere una base che potrà ritornarci utileper programmare la prossima stagione. Certo cheun campionato così nero come quello della stagio-

ne in corso era inimmaginabile, maci permetterà di guardarci allo spec-chio e capire dove abbiamo sba-gliato per cercare di evitare in futu-ro gli stessi errori; non si può vince-re tutti gli anni anche se forse ab-biamo delle scusanti, ma la cosafondamentale rimane quella di fartesoro degli errori commessi e ri-partire con il massimo entusiasmo”.Intanto sono iniziati martedì 5 feb-braio i lavori di sistemazione del Pa-la Gentile dopo circa due mesi del-la sua chiusura per inagibilità per

una trave che si era staccata dal soffitto rendendola struttura non più praticabile per le società che uti-lizzavano il palasport della Città bianca; ora si pro-cederà alla risistemazione ed al controllo di tutte letravi che sostengono il tetto della struttura con lasperanza che quanto prima possa essere nuova-mente agibile evitando i problemi alle società cheda novembre sono costrette ad elemosinare neipaesi limitrofi per disputare le gare casalinghe fratante difficoltà sportive.La Cestistica, comunque, dopo la vittoria ottenuta adenti stretti contro il Bernalda nel palasport di Ce-glie Messapica, domenica 8 febbraio si è recata aPozzuoli per affrontare i campani occupanti il nonoposto in classifica con sei punti di vantaggio suigialloblu. La gara è stata tutta a senso unico, la for-mazione di casa ha dominato per tutti i 40 minuti digioco influendo ai gialloblu una sconfitta (86 – 61)molto pesante rimarcando purtroppo i limiti attualidei ragazzi di Beppe Vozza. Domenica nuovo turnocasalingo, sicuramente a Ceglie Messapica contro

Scafati attuale seconda forza del cam-pionato, una gara in cui i ragazzi ostune-si dovranno mettere tanto cuore anchese sulla carta è una gara proibitiva.

Grazie ad una rete del solitoMontaldi, all’ottavo centrostagionale, la Virtus Franca-villa, nella 21ª giornata delcampionato di Eccellenza,batte L’Atletico Mola e si por-ta in testa alla classifica con48 punti, raggiungendo la 12ªvittoria consecutiva e distan-ziando di due punti il Nardò dimister Nicola Ragno bloccatoin casa da un sorprendenteNovoli per 2-2. Il Novoli, pas-sato in vantaggio con Potì,viene raggiunto e superatodalla doppietta di Vicentin, bomber del Nardò, cheporta a 8 il numero di reti segnate in campionato,ma nel finale viene raggiunto da una rete di Scar-cella che fissa il risultato sul 2-2 aumentando il suobottino di capocannoniere del torneo che lo vede intesta con 13 segnature. Ennesimo pareggio per l’exleader della classifica Vieste contro un modesto Lo-corotondo e sono sette i pareggi nelle ultime diecigare per i foggiani che vedono allontanarsi sempredi più la vetta della classifica, con sette i punti di di-stacco. Il Casarano, che domenica primo febbraioaveva pareggiato ad Ostuni per 0-0, ha piegato conun secco 3-0 le resistenze del Castellaneta. Per ileccesi vanno a segno Regner, Tedesco e Marino.Stesso risultato per il Bitonto contro il Galatina congol di Campanella, Sangirardi e Modesto. La sfidatra le ultime della classe, Hellas Taranto ed AscoliSatriano se l’aggiudicano i tarantini per 1-0 grazie

ad un rigore messo a segno da Lucas. Nell’anticipodi sabato 7 febbraio tra Trani e Molfetta, quest’ulti-mi vincono 2-0 a Trani con reti di Cesareo e Vitaleed infine Sporting Altamura ed Ostuni si dividono laposta in palio. Al vantaggio dell’Ostunese Krespha,risponde l’altamurano D’Introno che fissa il risultatosull’1-1. Un punto conquistato sul difficile campo diAltamura fa smuovere la classifica, dà un po’ di fi-ducia e solleva il morale ai ragazzi di Enzo Carbo-nella. Ora l’Ostuni, dopo 21 gare, è a quota 19 pun-ti in classifica: un bottino piuttosto magro che lasciala squadra giallo-blu ancorata nella zona calda del-la classifica. Per cercare di tirarsi fuori da questaposizione dovrà fare bottino pieno almeno nelledue gare che dovrà disputare nel mese di febbraioa cominciare da domenica 15 in casa contro il Ca-stellaneta e domenica 22 in trasferta ad Ascoli Sa-triano.

IlSindaco di Ostuni con provvedimento n. 4155 del 4febbraio scorso ha nominato Presidente e Consiglio

di amministrazione del Museo delle Civiltà Preclassi-che della Murgia meridionale. Alla presidenza del Mu-seo è stato nominato l'avvocato Michele Conte, chesuccede al prof. Enzo Valente, mentre nel Consiglio diamministrazione sono stati nominati Roberta Mussar-do, Barbara Pecere, Maria Concetta Nacci e Alessan-dro Spera. Nel ruolo di direttore amministrativo è stataconfermato Natalino Santoro, funzionario della Biblio-teca Comunale.

* * *

Imponenti alberi di ulivi secolari distrutti in tutta la lorobellezza: un’azione criminosa compiuta per ricavare

ingenti quantitativi di legna. Ad essere scoperto e de-nunciato in stato di libertà per furto pluriaggravatotentato, il 52 enne Salvatore Sinatra, già noto alle for-ze dell’ordine. L’operazione è stata condotta in sinergiadagli agenti del commissariato di Ostuni e personaledel corpo forestale della Città bianca. Numerose sonostate le segnalazioni di furti simili nell’agro ostunese:un allarme diffuso che aveva indotto le forze dell’ordi-ne ad attivare servizi di prevenzione e monitoraggiocostante. La scoperta è stata effettuata in contrada“Refrigerio” lungo il litorale ostunese tra Costa Merlatae Torre Pozzelle. Sequestrata la moto sega ed altri ar-nesi utilizzati dal pregiudicato per abbattere i tronchidegli alberi e ricavare legna da rivendere..

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Fiamme alte e tanta paura in una villa nell’agro diOstuni di proprietà di una famiglia inglese. Attimi di

terrore si sono vissuti durante un violento maltempoquando, un fulmine ha provocato un incendio che hadistrutto due autovetture parcheggiate nel piazzaledell’abitazione della coppia. Le fiamme, con ogni pro-babilità, hanno avvolto dapprima uno dei due mezzi epoi hanno purtroppo interessato anche l’altra vetturache si trovava a pochi metri di distanza. Immediata larichiesta di soccorso da parte della coppia inglese aivigili del fuoco della città bianca: al loro arrivo l’incen-dio aveva praticamente già dilaniato le due auto, matempestivamente i pompieri sono riusciti a domare lefiamme ed a mettere in sicurezza l’intera area.

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Svaligiata la residenza estiva di Francesca Pozzet-to, figlia del noto comico Renato Pozzetto. Ritrova-

to morto anche il cane meticcio della famiglia. La villain campagna, di proprietà della donna che risiede a Mi-lano ed in cui si possono ritrovare anche degli antichis-simi trulli, è situata in contrada Tamburroni, lungo laprovinciale Ostuni –Torre Pozzelle a poco più di un chi-lometro dal centro abitato della Città bianca. Ad accor-gersi del furto ed allertare le forze dell’ordine e l’istitu-to di vigilanza privato Sveviapol Sud è stata una vicina,che abitualmente si prestava a portare del cibo al ca-ne della famiglia Pozzetto, ritrovato morto, e con ogniprobabilità ucciso, forse durante questo tentativo di fur-to. Un bottino consistente quello portato via dai ladri,che dai primi accertamenti sarebbero fuggiti con duetelevisori ed alcuni attrezzi da giardinaggio.

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Doppio furto e consegna al ricettatore per un concit-tadino ventiduenne immortalato dalle telecamere

di sicurezza mentre trafugava costose attrezzature in-formatiche dalle sedi limitrofe tra loro del SER e dellaCroce Rossa. Sono subito accorsi gli uomini del Com-missariato, ma il ladro acrobata è fuggito ed è poi cor-so verso un avviato negozio del settore dove il titolaregli ha pagato la refurtiva: a quel punto è sopraggiuntala Polizia che ha identificato ladro e ricettatore e li hadenunciati.

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Ilcentro “Trigono fedele” con sede in Viale A. Moro19/d ad Ostuni (0831342163) organizza per domeni-

ca 22 febbraio, alle 16.30, per tutti gli amanti dei cani,la 1ª tappa dell’itinerario formativo gratuito “Compagnidi vita” dedicata ai cuccioli. Partecipano: il dott. G. Ca-lamo (Il cucciolo dal punto di vista sanitario), l’ed.cinofi-la T.Lo Tesoriere (Aspetto comportamentale ed educa-tivo), e la dott.ssa A.Carrozzini (Aspetti nutrizionali).

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Sarà presentato sabato 7 marzo prossimo, nellaBiblioteca comunale di Ostuni, il libro “Gigi sei

un angelo” (Pacini Fazzi Editore) che l’illustre car-diologo ostunese Francesco Maria Bovenzi, presi-dente nazionale dell’Associazione nazionale medi-ci cardiologi ospedalieri, ha dedicato al diario di unsuo familiare caduto giovanissimo nella Primaguerra mondiale. “In fondo alla speranza - scriveBovenzi - ritroviamo un tempo fatto di piccole sto-rie e di giovani eroi. Dopo cento anni di silenzio edi morti dimenticati, la loro memoria occupa un po-sto privilegiato nei nostri cuori ed è entrato persempre nelle nostre vite”.

Notizie flashdi Danilo Santoro

Nuove date per la stagione teatrale ostune-se: al Teatro Roma si parte il 17 febbraio

con il “ Re Lear” di Shakespeare nella versio-ne di Michele Placido per proseguire con“Personaggi” di Antonio Albanese il 13 marzo,“Sogno di una notte incantata” con PeppeBarra l’8 aprile e in data ancora da definire,Sergio Rubini.Allo Slow Cinema lo spettacolo di prosa “Pas-sioni” il 27 febbraio e quelli musicali “Soun-dtrack Cinema” il 26 marzo e “Donne in musi-ca” il 14 aprile. Per biglietti e abbonamenti siposso contattare i due teatri o telefonare alnumero 388 7256656.

* * *Per la 9ª Rassegna Cinema Ragazzi prose-guono le proiezioni a cadenza quindicinale:sabato 14 febbraio alle 15,30 “I pinguini diMadagascar”, sabato 28 alla stessa ora “Pon-go il cane milionario”, infine sabato 14 marzol’ultima produzione Disney “Big Hero 6”.

* * *Martedì 24, con tre spettacoli alle 18.30,20.30 e 22.30, e biglietto a 4 euro, il cinemaRoma proietterà il film di Sabina Guzzanti "Latrattativa" sulla presunta trattativa fra Stato emafia dell'anno 1993.

Beppe VozzaLa formazione ostunese nella partita Ostuni-Casarano 0-0 del 1° feb-braio

Mensile Cattolico d'InformazioneAnno XCIII - Numero 2 - FEBBRAIO 2015

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