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© Mondadori Education 1 Catullo Un ringraziamento a Cicerone (carme 49) Un ringraziamento, certamente ironico, a Cicerone. Ringraziamento per che cosa? Forse per un apprezzamento, non favorevole, espresso da Cicerone sulla poesia di Catullo? Forse per l’invio del testo di un’orazione (la difesa di Vatinio che oppose Cicerone a Licinio Calvo)? O piut- tosto per il violento attacco sferrato dall’oratore (nella Pro Caelio del 56 a.C.) contro i costumi dissoluti di una Clodia tradizionalmente identificata con la Lesbia catulliana? Sulle varie ipotesi avanzate per ricostruire l’occasione del carme, non vi è alcuna certezza, e del resto non è affat- to necessario ricondurre il carme a una situazione reale: il ringraziamento può essere fittizio, costruito per esercitare le armi dell’ironia contro l’illustre principe del foro. La provocatoria svalutazione che Catullo fa di se stesso, ritorcendola contro Cicerone, non lascia dubbi sulla natura ironica del componimento. metro: endecasillabi faleci Disertissime Romuli nepotum, quot sunt quotque fuere, Marce Tulli, quotque post aliis erunt in annis, gratias tibi maximas Catullus 5 agit pessimus omnium poeta, tanto pessimus omnium poeta, quanto tu optimus omnium patronus. v. 1 Disertissime … nepotum: i Ro- muli nepotum sono i Romani, «di- scendenti di Romolo». vv. 2-3 quot … annis: «quanti sono e quanti furono, o Marco Tullio, e quanti saranno in seguito, negli anni a venire»; fuere è forma arcai- ca per fuerunt; post ha qui valore avverbiale. vv. 4-5 gratias … agit: è la proposi- zione principale, dopo la dilatazio- ne dell’apostrofe al destinatario nei vv. 1-3. vv. 5-7 pessimus … patronus: «il peggiore poeta di tutti. Tanto il peg- giore poeta di tutti, quanto tu sei il miglior patrono di tutti»; tanto … quanto sono ablativi di misura.

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Catullo

Un ringraziamento a Cicerone (carme 49)

Un ringraziamento, certamente ironico, a Cicerone. Ringraziamento per che cosa? Forse per un apprezzamento, non favorevole, espresso da Cicerone sulla poesia di Catullo? Forse per l’invio del testo di un’orazione (la difesa di Vatinio che oppose Cicerone a Licinio Calvo)? O piut-tosto per il violento attacco sferrato dall’oratore (nella Pro Caelio del 56 a.C.) contro i costumi dissoluti di una Clodia tradizionalmente identificata con la Lesbia catulliana? Sulle varie ipotesi avanzate per ricostruire l’occasione del carme, non vi è alcuna certezza, e del resto non è affat-to necessario ricondurre il carme a una situazione reale: il ringraziamento può essere fittizio, costruito per esercitare le armi dell’ironia contro l’illustre principe del foro. La provocatoria svalutazione che Catullo fa di se stesso, ritorcendola contro Cicerone, non lascia dubbi sulla natura ironica del componimento.

metro: endecasillabi faleci

DisertissimeRomulinepotum, quotsuntquotquefuere,MarceTulli, quotquepostaliiseruntinannis, gratiastibimaximasCatullus 5 agitpessimusomniumpoeta, tantopessimusomniumpoeta, quantotuoptimusomniumpatronus.

v. 1 Disertissime … nepotum: iRo-muli nepotum sono i Romani, «di-scendentidiRomolo».vv. 2-3 quot … annis:«quantisonoequanti furono, oMarcoTullio, equanti saranno in seguito, negli

anniavenire»;fuereèformaarcai-ca per fuerunt; post ha qui valoreavverbiale.vv. 4-5 gratias … agit:èlaproposi-zioneprincipale,dopoladilatazio-nedell’apostrofealdestinatarionei

vv.1-3.vv. 5-7 pessimus … patronus: «ilpeggiorepoetaditutti.Tantoilpeg-giorepoetaditutti,quantotuseiilmiglior patrono di tutti»; tanto … quantosonoablatividimisura.

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Un ringraziamento a CiceroneCatullo

Guida alla lettura

StRUttURa Un biglietto ben confezionato Il ringrazia-mento a Cicerone si dipana in un unico perio-do lungo e bilanciato, che riecheggia la strut-tura sintattica della prosa oratoria ciceronia-na (il periodare ampio e articolato ispirato ai criteri della scuola di Rodi, in opposizione alla più asciutta prosa atticista, preferita invece dai neòteroi). La struttura poetica del carme presenta una suddivisione in due parti di tre versi ciascuna: la prima (vv. 1-3), occupata dall’omaggio a Cicerone; la seconda (vv. 5-7), dedicata al confronto tra Cicerone e Catullo; mentre al centro il v. 4 funge da cerniera.

LInGUa E StILE Nel segno dell’ironia: a un Cicerone gran-de grande… La prima sezione riecheggia parodisticamente le lodi che Cicerone stes-so non esitava ad attribuirsi. In particolare, è sospetto l’uso insistito dell’iperbole, estra-neo all’espressione catulliana degli affetti (che preferisce i toni, più sfumati e scherzo-si, dell’urbanitas): vi si coglie piuttosto un’eco parodica dell’orgoglio ciceroniano e delle sue magniloquenti manifestazioni. La perifrasi Romuli nepotum è altisonante, forse attin-ta dagli Annales di Ennio (uno dei poeti più ammirati da Cicerone, modello di scrittura nobile e tradizionale). Poiché Cicerone non era nato a Roma ma ad arpino, l’espressione Romuli nepotum potrebbe anche contenere una velenosa allusione alla sua condizione di inquilinus civis urbis Romae, «inquilino della città di Roma», che gli veniva rinfacciata, fra gli altri, dal democratico Sallustio (De Catili-nae coniuratione, 31,7). La triplice anafora di quot (vv. 2-3) scandisce enfaticamente l’enu-merazione iperbolica di presente, passato e futuro, che riprende un’espressione cara a Cicerone (vedi per es. Ad Quirites, 16: vir om-

nium qui sunt erunt fuerunt virtute sapientia gloria princeps, «un uomo superiore a tutti coloro che sono furono e saranno per valore saggezza e gloria»). Un tono di ufficialità, di distacco formale, orientato in senso ironico piuttosto che deferente, è dato dal vocativo Marce Tulli con cui Catullo apostrofa Cicerone con nomen e praenomen (non con un nome solo come si usava per rivolgersi a un amico). anche l’espressione formulare gratias agere (vv. 4-5) è un segnale della freddezza di Catul-lo verso il destinatario. …da un Catullo piccolo piccolo alla dilata-zione iperbolica dell’apostrofe encomiastica al destinatario fa da pendant l’autodeprez-zamento dello scrivente (v. 5), che suona al-trettanto ironico e provocatorio. Catullo de-finisce pessimi poetae i poetastri come Cesio, aquinio e Suffeno e non è credibile che parli negli stessi termini di se stesso: piuttosto, il gesto di (falsa) modestia sarà funzionale alla ritorsione contro Cicerone (vv. 6-7). L’alto tas-so di superlativi (disertissime, maximas, pes-simus, optimus) è estraneo all’uso stilistico di Catullo, mentre è un tratto tipico dello stile ciceroniano, e quindi un segnale dell’ironia.

COntEStOCicerone e la poesia La poesia neoterica aveva come presupposto ideale la legittima-zione della dimensione privata dell’esistenza: la contrapposizione con Cicerone, orgoglioso homo novus, console, amministratore della provincia di Cilicia, impegnato senza tregua in lotte civili e politiche (e incline a celebrare con enfasi i propri successi), era quasi inevi-tabile. Cicerone, per parte sua, non nascon-deva le proprie riserve sul movimento neo-terico, i cui adepti definì polemicamente (ma solo in anni successivi alla morte di Catullo) cantores Euphorionis. In verità anche Cicero-

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Un ringraziamento a CiceroneCatullo

ne si cimentò in gioventù nella composizio-ne di carmi alla maniera alessandrina, ma si orientò ben presto verso generi più tradizio-

nali di poesia (compose tra l’altro un poema epico su Mario e un altro in tre libri De consu-latu suo).