Un progetto per promuovere le buone pratiche, migliorando...

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AVER CURA DI SÉ PER AVER CURA DEGLI ALTRI L a scuola dell’infanzia è l’ambiente dove i bambini e le loro famiglie hanno la possibilità di realizzare costruttive for- me d’incontro con l’altro, confrontare le proprie idee, divenendo un luogo di elaborazione culturale, nonché di costruzione cooperativa della conoscenza. Nel documento La via italiana per la scuola interculturale e l’in- tegrazione degli alunni stranieri – messo a punto nel 2007 dal Ministero della Pubblica Istruzione e richiamato dalle Indi- cazioni nazionali del 2012 – si afferma l’importanza della promozione della partecipazione attiva e corresponsabi- le delle famiglie immigrate alla vita scolastica come ele- mento fondamentale per consentire un’alleanza peda- gogica volta all’accoglienza, all’integrazione, alla tutela dell’identità, nel rispetto delle culture altre e della lin- gua madre, nella consapevolezza della necessità di re- alizzare un’educazione interculturale attraverso la co- noscenza, lo scambio e la relazione. In questa ottica, il progetto che presentiamo in queste pagine, Incontriamoci: progetto per le buone pratiche nella Scuola dell’infanzia, ha come obiettivo principale quel- lo di migliorare la comunicazione scuola-famiglia at- traverso la partecipazione attiva dei genitori, ricono- scendoli come partner educativi e valorizzandoli come portatori di esperienze, saperi e valori. Il principio ispiratore dell’accoglienza si attua attraverso l’ascolto per comprendere le specifiche condizioni e instau- rare un rapporto significativo con e tra le famiglie. La co-progettazione L’essenza del progetto si è sviluppata a partire dalla scelta delle sue modalità di stesura, facendo riferimento all’approc- Un progetto per promuovere le buone pratiche, migliorando la comunicazione scuola-famiglia. di Morena Bosetti Scuola dell’infanzia - n. 10 - 2016 15 e

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AVER CURA DI SÉ PER AVER CURA DEGLI ALTRI

La scuola dell’infanzia è l’ambiente dove i bambini e le loro famiglie hanno la possibilità di realizzare costruttive for-

me d’incontro con l’altro, confrontare le proprie idee, divenendo un luogo di elaborazione culturale, nonché di costruzione cooperativa della conoscenza.

Nel documento La via italiana per la scuola interculturale e l’in-tegrazione degli alunni stranieri – messo a punto nel 2007 dal Ministero della Pubblica Istruzione e richiamato dalle Indi-cazioni nazionali del 2012 – si afferma l’importanza della promozione della partecipazione attiva e corresponsabi-le delle famiglie immigrate alla vita scolastica come ele-mento fondamentale per consentire un’alleanza peda-gogica volta all’accoglienza, all’integrazione, alla tutela dell’identità, nel rispetto delle culture altre e della lin-gua madre, nella consapevolezza della necessità di re-alizzare un’educazione interculturale attraverso la co-noscenza, lo scambio e la relazione.In questa ottica, il progetto che presentiamo in queste pagine, Incontriamoci: progetto per le buone pratiche nella Scuola dell’infanzia, ha come obiettivo principale quel-lo di migliorare la comunicazione scuola-famiglia at-traverso la partecipazione attiva dei genitori, ricono-scendoli come partner educativi e valorizzandoli come portatori di esperienze, saperi e valori.Il principio ispiratore dell’accoglienza si attua attraverso l’ascolto per comprendere le specifiche condizioni e instau-rare un rapporto significativo con e tra le famiglie.

La co-progettazione L’essenza del progetto si è sviluppata a partire dalla scelta delle sue modalità di stesura, facendo riferimento all’approc-

Un progetto per promuovere le buone pratiche, migliorando la comunicazione scuola-famiglia.

di Morena Bosetti

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cio negoziale (De Rossi 2008) che ha previsto azioni partecipativo-dialogiche sia per l’analisi dei bisogni che per la concertazione degli obiet-tivi e lo sviluppo delle varie fasi. Ciò si è realiz-zato mettendo a confronto gli attori della scuo-la: le Funzioni strumentali, le insegnanti della Commissione intercultura e i referenti territo-riali dell’Ufficio Immigrazione della municipali-tà, che hanno costituito una Commissione per-manente finalizzata non solo alla progettazione iniziale ma al monitoraggio di tutto il percorso. Le azioni del gruppo di lavoro si sono articola-te in momenti di ideazione e di elaborazione di strumenti attraverso incontri periodici di verifi-ca, di documentazione, di riflessione in itinere e di ri-progettazione alla luce dei punti di forza e di debolezza emersi.Il percorso ha previsto l’integrazione tra i vari la-vori che hanno permesso di sviluppare continu-ità tra il progetto e attività preliminari di alfabe-tizzazione per i bambini e le mamme straniere. La finalità è stata quella di costruire una comu-nità di apprendimento che, dall’esperienza ine-rente alla lingua, potesse connotarsi di significati

educativi e partecipativi che andassero oltre una mera conoscenza strumentale.Il “Progetto Alfa 1”, un laboratorio per la pri-ma alfabetizzazione degli alunni neoarrivati, e il “Corso di lingua per le mamme straniere” hanno avuto come obiettivo primario l’apprendi-mento della lingua italiana, ma hanno anche of-ferto l’opportunità di migliorare l’approccio co-municativo, per garantire l’autonomia nella vita quotidiana e partecipare alle attività promosse dalla scuola.

Il progetto in sintesiElementi significativi dell’esperienza. Gli in-terventi hanno coinvolto in misura adeguata le famiglie dei bambini di 3 anni, sia italiane che straniere, in modo da evitare che l’educazione al-la convivenza, realizzata nella scuola, rimanes-se isolata rispetto al contesto socio-culturale del territorio. Le tematiche affrontate sono state le buone pra-tiche riferite alla convivenza democratica e alla delineazione di una cittadinanza attiva e parte-cipata, la comunicazione scuola-famiglia, la cu-

“La pace in ogni casa, in ogni strada, in ogni villaggio, in ogni nazione – questo è il mio sogno. L’istruzione per ogni bambino e bambina del mondo. Sedermi a scuo-la a leggere libri insieme a tutte le mie amiche è un mio diritto. Vedere ogni essere umano sorridere di felicità è il mio desiderio.”

Malala Yousafzai

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ra e il benessere dei bambini, l’alimentazione, le regole scolastiche e la valorizzazione dei vissu-ti personali. La Commissione intercultura, composta dalle insegnanti e dagli operatori dell’Ufficio immi-grazione della municipalità, si riunisce mensil-mente, mentre le attività si svolgono nella secon-da parte dell’anno.Obiettivi. Lo scopo del progetto è quello di favo-rire la comunicazione fra la scuola e la famiglia, riconoscere la legittimità dell’esistenza dell’altro come persona diversa da sé, sviluppare processi di conoscenza reciproca per favorire la relazio-ne, la socializzazione e l’integrazione.Scelte metodologiche. La scelta di alternare metodologie diversificate – dall’animazione, al lavoro di gruppo, alle tecniche ludiche – ha ar-ricchito le proposte andando incontro alle molte-plici personalità attraverso l’uso di vari linguag-gi che ognuno può usare per esprimere se stesso e instaurare relazioni positive tra i membri del gruppo.Le fasi del percorso. Il progetto si attua tra apri-le e maggio, in orario extrascolastico per permet-tere la massima partecipazione. Le attività (della durata di 2 ore) si svolgono nel salone, nelle aule e nel giardino della scuola.Accoglienza: all’arrivo i partecipanti scrivono il proprio nome su un cartellino da indossare e successivamente, in cerchio, le insegnanti illu-strano le finalità del percorso.Conoscenza reciproca: per creare un clima di re-ciproca fiducia si usano dei bans per presentar-si agli altri e conoscere i nomi di tutti i compo-nenti. I bans sono brevi canzoni o filastrocche che si ripetono, accompagnate da gesti mimati.Svolgimento dei laboratori: nel salone viene pro-iettata una presentazione in Power Point con le immagini di una storia sulla diversità e l’ami-cizia; mentre l’insegnante la legge i mediatori linguistici la traducono ai genitori. Prendendo spunto dalla storia ogni famiglia creerà la pro-pria “opera creativa”, nelle aule precedentemen-te allestite con diversi tipi di materiali. Condivisione: al termine delle attività tutti i par-tecipanti espongono i lavori attraverso il raccon-to in prima persona per riflettere sull’esperienza in termini proiettivi, una documentazione edu-cativo-narrativa per costruire un’identità che sia

parte integrante e integrata della società.Momento conclusivo: nell’ultimo incontro ci si ritrova in modo conviviale per visionare i lavo-ri svolti nei laboratori, che nel frattempo, all’in-saputa di genitori e bambini, sono stati riuniti in un grande cartellone collettivo. Tutto ciò per creare il senso di appartenenza e valorizzare le peculiarità con cui le varie tradizioni hanno tra-dotto degli archetipi in opere creative dalla pre-cisa connotazione culturale. La festa si conclude nel giardino della scuola: ci si saluta e si condi-vidono le pietanze dei vari Paesi portate da casa e corredate dalle ricette scritte in lingua madre. Queste verranno raccolte in un quaderno e il car-tellone collettivo verrà appeso nel corridoio del-la scuola, per fissare l’esperienza nella memoria.Documentazione. La documentazione del pro-cesso è stata raccolta attraverso foto e dvd, che saranno utili ai partecipanti anche per ripercor-rere le proprie esperienze. Riflessioni. Prendersi cura delle famiglie signifi-ca, anche, organizzare spazi per l’ascolto e il dia-logo, luoghi per raccontare e raccontarsi, per ri-flettere sulle buone pratiche e poter sviluppare la consapevolezza che l’incontro con l’altro di-venta significativo se educa alla convivenza ci-vile, attraverso la conoscenza e la riflessione. n

• De Rossi M. (2008). Didattica dell’animazione. Contesti, metodi, tecni-che. Roma: Carocci editore.• Ministero della Pubblica Istruzione (2007). La via italiana per la scuola in-terculturale e l’integrazione degli alunni stranieri. Roma.• MIUR (2012). Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infan-zia e del primo ciclo di istruzione. Roma.

PER SAPERNE DI PIÙ

IL PROGETTO “INCONTRIAMOCI”Il progetto è stato realizzato dalle insegnanti e dalla Dirigente scolastica Daniela Lazzaro dell’I. C. “C. G. Cesare” di Mestre-Venezia, con la colla-borazione dei servizi presenti sul territorio. Utilissimo è stato il supporto dei mediatori linguistici che hanno favorito la comunicazione, lo scambio di idee, il dialogo e la condivisione, per cercare principi comuni fondanti l’inclusione e l’integrazione. Il progetto è stato selezionato e presentato da Morena Bosetti al conve-gno “Infanzia e oltre. Una buona partenza per una buona scuola”, e al se-minario “Le scuole dell’infanzia in Veneto: riflettiamo sulle pratiche”.