Un percorso di conciliazione in più direzioni: attraverso ... · consegnare le proprie riflessioni...

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Un percorso di conciliazione in più direzioni: attraverso la dimensione di genere, della cura, delle relazioni e del lavoro, verso una nuova qualità di vita.

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Un percorso di conciliazione

in più direzioni: attraverso la

dimensione di genere, della cura,

delle relazioni e del lavoro,

verso una nuova qualità di vita.

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Gruppo composto da:Consorzio Comunità Brianza - Alessandra GiovannettiCooperativa Borgocometa - “Coooperativa Fraternità Capitanio - Chiara TeruzziCooperativa Novomillennio - Laura SalaAssociazione Antonia Vita - Simona RavizzaIstituto Pavoniano Artigianelli - Alessandra PirovanoCentro Mamma Rita – Valentina GandiniCOF Centro Orientamento Famiglia - Saula SironiPolitiche sociali CISL - Sergio VeneziaPolitiche sociali CGIL - Danilo Villa

lavora da: maggio 2010 a gennaio 2012

con l’obiettivo diconsegnare le proprie riflessioni e proposte all’Ufficio di Piano,

in vista della stesura del nuovo Piano di zona 2012-2014.

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• Famiglie al centro del Welfare - Una lettura critica del diritto di famiglia, a cura di Simona Ravizza del’Associazione Antonia Vita

• Politiche di conciliazione: dalle donne agli uomini per evitare le disuguaglianze , attraverso l’incontro con Alessio Miceli, presidente dell’Associazione Maschile Plurale

• Politiche domiciliari: promuovere una domiciliarita' di qualita' per contenere i rischi di nuove forme di istituzionalizzazione familiare, attraverso l’incontro con don Augusto, responsabile Caritas Diocesana Monza; Lucia Mariani, Caritas Monza e cooperativa Novomillennio; Roberto Mauri, Presidente cooperativa La Meridiana (RSA San Pietro)

• Piano dei tempi delle citta' , grazie all’ approfondimento offertoci dal’architetto Roberto Zedda del Politecnico di Milano

• Il ruolo dei consultori familiari , a cura di Saula Sironi del COF Monza.

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a) Riformulare una definizione di famiglie che, a partire dalla definizione riportata dalla Costituzione e dal Codice, rifletta sulla pluralità delle famiglie esistenti nel territorio.

b) Sollecitare all’Ufficio Statistica l’aggiornamento dei dati in merito ai nuclei familiari soprattutto per quanto riguarda i nuclei con minori, per fotografare la realtà rispetto agli effettivi conviventi

c) Formulare ipotesi e progetti di conciliazione che non riguardino soprattutto ledonne tra cura familiare e lavoro, ma che possano essere costruite tenendo conto dei diversi tempi di tutti i membri del nucleo familiare .

d) Esplicitare a quali famiglie è possibile l’accesso ai diversi se rviziterritoriali. Identificare quali nuclei familiari di fatto ne risultano esclusi.

e) Organizzare percorsi formativi dedicati agli operatori dei servizi per l’acquisizione di competenze relative ai mutamenti familiari e alla rilevazione degli effettivi bisogni

Famiglie al centro del Welfare

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A) formare / educare i giovani uomini per crescere. ..padri consapevoli e curanti, uomini in dialogo con le donne :

- incontri di sensibilizzazione nelle scuole- formazione agli adolescenti B) porre in evidenza "la questione maschile" nelle relazioni familiari:- promuovere / sostenere la formazione di gruppi di uomini e di padri (nei consultori; nelle scuole; etc)- incontri pubblici, seminariali e/o tematici, con utilizzo di esperti; films, etc. rivolti ad un pubblico più vastoC) riconsiderare la modalità dei servizi nell'interl ocuzione con la figura paterna:- costituire un gruppo di lavoro che si chieda se e come sono curate le relazioni tra il sistema dei servizi (educativi - sanitari - sociali) che si occupano dei figli ed i padri: come stimolare il loro coinvolgimento?Quale linguaggi usare? C'è necessità di una specifica competenza? C'è uno spazio a loro dedicato? Si può immaginare una modalità premiante per coinvolgerli maggiormente?

D) sperimentare uno spazio di ascolto dedicato agli uomini in difficoltà: - sull'esperienza di Torino si possono sperimentare centralini telefonici per il primo contatto per esempio con

uomini maltrattanti E) promuovere una diversa immagine del corpo della donna e dell'uomo in città:- porre limiti in città all'utilizzo del corpo (femminile/maschile) negli spazi pubblicitari consentiti quando

l'immagine non è consona alla funzione del luogo (parchi , vie principali, scuole, edifici pubblici, ecc)

Politiche di conciliazione: dalle donne agli uomini

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E’ possibile una lettura di genere delle politiche pubbliche? Se i bisogni non sono neutri le politichenon possono allocare risorse e servizi non considerando le differenti esigenze e i bisogni di uomini edonne, anziani e bambini, disabili e poveri.Fare una lettura del bilancio che riclassifichi quanto viene destinato secondo alcune indicatori selettivi chepermettono di comprendere come si possono ridurre le disuguaglianze di genere con opportune scelte dipolitiche sociali e dunque di risorse.Il Bilancio di Genere può essere uno strumento di lettura adeguato a rispondere alle seguenti domande: - le politiche di bilancio quali effetti hanno sulle donne e sugli uomini?- chi è più svantaggiato?- quali bisogni sono penalizzati?- ci sono alternative?- come considerare il lavoro domestico e di cura famigliare non retribuito?Tale bilancio presuppone la formazione di una contabilità comunale che aiuti l'amministrazione a fareScelte che tengano conto delle differenze di genere nell'accesso ai servizi, nel mercato del lavoro, nellePolitiche di pari opportunità dentro i propri enti, nelle opportunità che qualificato la qualità delle vita in città(sicurezza, tempo libero, formazione, ecc).L‘Ambito di Monza potrebbe sperimentare un progetto di adozione del Bilancio di Genere riferendosi aquanto è stato fatto dalla Provincia di Milano.

Il Bilancio di Genere

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A)Necessità di una formazione per le famiglie che accolgono una badante. B)Necessità di supportare le famiglie “di mezzo” (50 e 60 anni) ancheattraverso un servizio di consulenza e orientamento rispetto al migliorsistema di cura per l’anziano/a (domiciliarità o residenzialità) e ai servizipresenti sul territorio (centri diurni, soggiorni di sollievo etc.). Gli operatori ditali sportelli, già esistenti sul territorio (Cead, Punto Famiglia, Sportellobadanti etc.), devono essere in grado di valutare la situazione dell’interafamiglia dell’anziano e le possibilità di conciliazione dei suoi membri e distendere un progetto a sostegno di tutta la famiglia (e non solo dell’assistito).C)Distribuzione di un “buono di accudimento” (di caregiver), non solo percontribuire al pagamento di una badante, ma anche per risarcire unfamiliare che lascia il lavoro per occuparsi dell’anziano/a.

Politiche domiciliari

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Il tema della pianificazione dei tempi, attiene al miglioramento della qualità della vita, dunque agli aspetti di eccellenza di una comunità locale, ed interessa l'intera cittadinanza che comprende portatori di esigenze e bisogni spesso diversi o perfino confliggenti (si pensi alle esigenze del cittadino lavoratore nella fruizione di negozi e servizi contro quelli dei negozianti o dei dipendenti dei servizi). Per questo necessita di un approccio partecipato in tutte la fasi di lavoro dai concreti portatori di interesse coinvolti nel problema analizzato. Le soluzioni sulle quali gli amministratori dovranno assumere decisioni non potranno che essere concepite in modo concertativo. Il baricentro di riferimento delle azioni possibili, oltre a quello del lavoro, deve contemperare anche altri aspetti di solito meno considerati (es. disparità di genere nei carichi di cura familiari).

Lo stesso contesto “temporale” non può essere affrontato a se stante ma necessita un approccio eclettico con le altre dimensioni che afferiscono alla vita della città, della persona, della famiglia e del lavoro. Dunque oltre il “tempo” occorre considerare gli “spazi” e la loro fruibilità in termini di accessi, dimensione, attraversamento (si pensi al traffico, corsie dedicate ciclo-pedonali, la pianificazione urbana, le barriere architettoniche), i “servizi” ed i vincoli a questi connessi (in primis PA, commercio, scuola e trasporti), l'”ambiente” con i suoi vincoli e le sue opportunità, la dimensione “sociale” in relazione alla fotografia dei bisogni specifici del territorio.

Sul piano delle risorse necessarie, è difficile pensare in questa fase ad erogazioni sufficienti e dedicate, esclusivamente da fonte pubblica (con l'eccezione delle politiche di conciliazione promosse dalla Regione Lombardia e delle misure finanziate nella seconda parte della Legge 53/2000), per cui si deve entrare nell'orizzonte di progetti realizzati prevalentemente in economia, ottimizzando l'esistente in ottica dipartimentale e valorizzando i contributi e le sponsorizzazioni private e la partecipazione attiva del privato sociale.

Facendo tesoro di quanto avviene nel territorio, occorre valorizzare il Tavolo Territoriale sulla Conciliazione (ASL) recentemente costituito e le risorse di ambito attivate su temi contigui (es. Sportello Famiglia Monza), anche se questi non possono esaurire in se stessi il tema delle politiche temporali.

Politiche temporali

…..continua

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Il territorio di riferimento non può che essere l'Ambito, con i suoi tre comuni, valorizzandodi conseguenza tutte le pianificazioni “integrate” già in essere.Sul fronte istituzionale, il metodo “dipartimentale” sopra accennato potrebbe utilmentefruire degli esiti di un Tavolo di Raccordo delle principali pianificazioni in atto, quali:• Piano Sociale di Zona (Ambito 3 Comuni)• Piani Urbani del Traffico (3 Comuni)- Piani di Governo del Territorio (3 Comuni)- Tavolo della Conciliazione Territoriale (ASL)• Piani dei Servizi (3 Comuni)• Piano di Salute (Distretto ASL)• Piano Trasporti (Provincia)La Conferenza dei Sindaci del PDZ potrebbe, su proposte emergenti dal Tavolo di Sistema, definire i singoli e specifici obiettivi delle politiche temporali attornoai quali si comporrebbero i tavoli concertativi (attuali Gruppi di Lavoro del PDZ) allargati a tutti i portatori di interesse coinvolti sulla materia.

Politiche temporali

…..continua

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La famiglia sta attraversando significativi cambiamenti sociali

Regione Lombardia ha dato visibilità alla fragilità della famiglia

impegnando in particolare i consultori a ridefinire la propria mission attraverso dei progetti sperimentali

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operatori di consultori pubblici e privati

analisi e riflessione sulla realtà locale

proposta di sperimentazioneIn base a caratteristiche del territorio, presenza e attività svolta dai servizi pubblici e privatiesperienze di integrazione o di rete Consultori pubblici e privati, gli Ambiti, le Aziende Ospedaliere e il Terzo Settore

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ha come filo conduttore l’ ascolto e il sostegnodella complessità relazionale familiare, nelle variefasi della vita, intendendo con complessitàrelazionale, quell’insieme di rapporti, propri dellavita di famiglia, carichi di significato dal punto divista emotivo/relazionale e quindi pregnanti dalpunto di vista della convivenza e del carico di cura.

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• Apertura punto di ascolto e orientamento per la famiglia

• Tempo per sé-cura delle relazioni• Non da sola• Disegna la tua vita

Grazie per l’attenzione