UN NUOVO UN UTILE RACCONTO LA NOSTRA … · vogliono correre sulla pista in erba. Migliorere-mo la...

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - PISA ANNO 1 - NUMERO 1 Direttore ENRICO QUERCI GENNAIO 2007 LA NOSTRA CORSA SIAMO PRONTI A ENTRARE IN PISTA: E GLI ALTRI? UN NUOVO RACCONTO di Stefano Meli Presidente Società ALFEA DAL PASSATO AL FUTURO di Enrico Querci Il 2007 è iniziato da po- chi giorni, e anche quest’an- no non abbiamo certezze. Il calendario è stato diramato per i primi due mesi, il montepremi è ancora in via di definizione. Dopo aver potuto pubblicare il libretto inverno – primavera 2006, ed erano anni che ciò non avveniva, siamo tornati con le dispense volanti e la programmazione avvie- ne mese per mese. Poco male, ci siamo abituati, ma quello che noi vorremmo fortemente da Guido Melzi e dall’UNIRE che lui torna a governare, è un riappro- priarsi da parte dell’En- te della de- no- ta- zione tecnica che lo deve caratterizzare e che, nel tempo, è andata perdu- ta. Da Melzi vorremmo che, finalmente, il nuovo regolamento vedesse la luce, perché non è più possibile andare a cac- cia di circolari che hanno modificato o integrato il vecchio. Da Melzi vorrem- mo che la televisione ippi- ca ci permettesse di vedere quello che vogliamo vede- re: corse belle, ben riprese e commentate con profes- sionalità. Dal Commissario vorremmo che l’ippodromo di San Rossore vedesse ef- fettivamente riconosciu- to il ruolo di impianto di interesse nazionale, e che i meriti che ci stia- mo guada- gnando giorno dopo giorno e corsa dopo corsa, fossero riconosciuti con adeguata controparte. Fin qui abbia- mo chiesto, ma cosa siamo disposti a dare in cambio? Molte cose, prima fra tutta la professionalità che ca- ratterizza l’Alfea in tutte le sue componenti. Allestiremo uno spetta- colo che sia sempre all’al- tezza delle attese di pro- prietari e allenatori che, nel periodo autunno–invernale, vogliono correre sulla pista in erba. Migliorere- mo la qualità delle ripre- se tele- visi- ve. Continueremo ad investire in promozione, per portare sempre più pubblico all’ip- podromo. E, last but not least, il nostro impegno nel- la formazione professiona- le: siamo pronti per attuare quel progetto che Melzi nel 1999 aveva già in mente, firmando con gli Enti locali un protocollo d’intesa per la realizzazione di un cen- tro nazionale permanente per la formazione professionale ai mestieri dell’ippi- ca. EQ Dal 16 febbraio 1888, data dell’uscita del pri- mo numero de “Il giorna- le d’Ippologia” ad oggi, di acqua sotto i ponti ne è passata. Tecnicamente sia- mo passati dalla scrittura a mano e seguente imposta- zione tipografica e stampa a piombo, all’utilizzo del computer dal primo all’ul- timo passo nella stesura di questo foglio. Quello che rimane in comune con la prestigiosa pubblicazione inventata da Giacinto Fogliata, è la vo- glia di far conoscere ancora meglio il Paese dei Caval- li e il suo ippodromo ma, soprattutto, di esprimere delle idee confrontandole con quelle degli altri e di ricordare che questo sport ha delle radici storiche e culturali che non lo fan- no secondo a nessun altro, anzi. Dal passato remoto al futuro prossimo il passo è breve: voltate pagina e una novità scientifica ci apre nuove vie per la cura dei cavalli. “Il Paese dei Cavalli” è ciò che vogliamo raccon- tarvi con questa iniziati- va editoriale: il lavoro di quanti ogni giorno vivono con e per i cavalli, le loro gioie e le loro vittorie, i loro problemi e le loro sconfitte. Molto prima di noi (era il 1888) Giacinto Fogliata, fondatore dell’Alfea, con il suo ‘Giornale di Ippologia’ raccontò questa straordina- ria vicenda sportiva e uma- na che oggi, tanti anni dopo, resta più viva che mai e che oggi vogliamo riprendere a raccontare. Barbaricina e San Rossore sono i luoghi in cui il galoppo in Italia è storia e costume di vita, e sono questi i sentimenti che vogliamo comunicare al nostro territorio e all’ippica nazionale. Questo giornale nasce da un’idea di uno di noi, che lo dirige, ma sarà il prodotto di tutta una squa- dra - quella dell’Alfea - che lavora insieme per raccon- tare i cavalli di San Rosso- re. La nascita di un giorna- le, sia pure collocato in un ambito di “cultura ippica”, è sempre un evento e come tale va atteso con curiosità ed interesse. Tanto più nella nostra città dove Barbaricina e San Rossore rappresentano un “mondo” ricco di sto- rie e di valori. Del resto, il rapporto fra le attività ippiche e le istituzioni cit- tadine sono antichi e con- solidati e tali sono destinati a rimanere. Nella recente esposizione su una prima ipotesi di “piano strategico di Pisa e del suo territorio” ho esplicitamente indicato il rilancio dell’ippica pisa- na in un ambito di sviluppo economico. Il rinnovarsi delle strut- ture dell’ippodromo, da tempo programmate, e la creazione, allo studio de- gli uffici comunali, di una “zona ippica” a ridosso di San Rossore, rappresenta- no le premesse per questo rilancio. UN UTILE STRUMENTO di Paolo Fontanelli Sindaco di Pisa LEGITTIME ASPIRAZIONI di Guido Melzi d’Eril Commissario UNIRE “Tutte le iniziative che sono una testimonianza di- fensiva e una dimostrazio- ne d’amore verso l’ippica, sono da apprezzare e soste- nere. Il nostro sport non sta vi- vendo giorni felici e se un appassionato ha la possibi- lità di leggere qualcosa di interessante che lo riguar- da, forse riesce a soffrire meno. Sono stato chiamato a trovare delle soluzioni che non sono facili da prende- re, che sono certamente da condividere con gli interes- sati, ma che non sono più dilazionabili. In merito alle legittime aspirazioni di Pisa e San Rossore, ho poco da aggiungere: quando si ha un fiore all’occhiello come questo, si deve fare il pos- sibile per evidenziarne le peculiarità. È in posti come questi che l’amore per il cavallo trova le sue massi- me espressioni, è qui che dobbiamo seminare per veder germinare un’ippica nuova”.

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MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - PISA

ANNO 1 - NUMERO 1 Direttore ENRICO QUERCI GENNAIO 2007

LA NOSTRA CORSASIAMO PRONTI A ENTRARE IN PISTA: E GLI ALTRI?

UN NUOVO RACCONTOdi Stefano MeliPresidente Società ALFEA

DAL PASSATO AL FUTUROdi Enrico Querci

Il 2007 è iniziato da po-chi giorni, e anche quest’an-no non abbiamo certezze. Il calendario è stato diramato per i primi due mesi, il montepremi è ancora in via di definizione. Dopo aver potuto pubblicare il libretto inverno – primavera 2006, ed erano anni che ciò non avveniva, siamo tornati con le dispense volanti e la programmazione avvie-ne mese per mese. Poco male, ci siamo abituati, ma quello che noi vorremmo fortemente da Guido Melzi e dall’UNIRE che lui torna a governare, è un riappro-p r i a r s i da parte dell’En-te della d e -n o -t a -

zione tecnica che lo deve caratterizzare e che, nel tempo, è andata perdu-ta. Da Melzi vorremmo che, finalmente, il nuovo regolamento vedesse la luce, perché non è più possibile andare a cac-cia di circolari che hanno modificato o integrato il

vecchio. Da Melzi vorrem-mo che la televisione ippi-ca ci permettesse di vedere quello che vogliamo vede-re: corse belle, ben riprese e commentate con profes-sionalità. Dal Commissario vorremmo che l’ippodromo di San Rossore vedesse ef-fettivamente riconosciu-to il ruolo di impianto di interesse nazionale, e che i meriti che ci stia-m o guada-

gnando giorno dopo giorno e corsa dopo corsa, fossero riconosciuti con adeguata controparte. Fin qui abbia-mo chiesto, ma cosa siamo disposti a dare in cambio? Molte cose, prima fra tutta la professionalità che ca-ratterizza l’Alfea in tutte le sue componenti.

Allestiremo uno spetta-colo che sia sempre all’al-tezza delle attese di pro-prietari e allenatori che, nel periodo autunno–invernale, vogliono correre sulla pista

in erba. Migliorere-mo la qualità

delle ripre-se tele-

v i s i -ve .

Continueremo ad investire in promozione, per portare sempre più pubblico all’ip-podromo. E, last but not least, il nostro impegno nel-la formazione professiona-le: siamo pronti per attuare quel progetto che Melzi nel 1999 aveva già in mente, firmando con gli Enti locali un protocollo d’intesa per la realizzazione di un cen-tro nazionale permanente

per la formazione professionale ai

mestieri dell’ippi-ca. ■ EQ

Dal 16 febbraio 1888, data dell’uscita del pri-mo numero de “Il giorna-le d’Ippologia” ad oggi, di acqua sotto i ponti ne è passata. Tecnicamente sia-mo passati dalla scrittura a mano e seguente imposta-zione tipografica e stampa a piombo, all’utilizzo del computer dal primo all’ul-timo passo nella stesura di questo foglio.

Quello che rimane in comune con la prestigiosa pubblicazione inventata da Giacinto Fogliata, è la vo-glia di far conoscere ancora meglio il Paese dei Caval-li e il suo ippodromo ma, soprattutto, di esprimere delle idee confrontandole con quelle degli altri e di ricordare che questo sport ha delle radici storiche e culturali che non lo fan-no secondo a nessun altro, anzi. Dal passato remoto al futuro prossimo il passo è breve: voltate pagina e una novità scientifica ci apre nuove vie per la cura dei cavalli. ■

“Il Paese dei Cavalli” è ciò che vogliamo raccon-tarvi con questa iniziati-va editoriale: il lavoro di quanti ogni giorno vivono con e per i cavalli, le loro gioie e le loro vittorie, i loro problemi e le loro sconfitte. Molto prima di noi (era il 1888) Giacinto Fogliata, fondatore dell’Alfea, con il suo ‘Giornale di Ippologia’ raccontò questa straordina-ria vicenda sportiva e uma-na che oggi, tanti anni dopo, resta più viva che mai e che oggi vogliamo riprendere a raccontare. Barbaricina e San Rossore sono i luoghi in cui il galoppo in Italia è storia e costume di vita, e sono questi i sentimenti che vogliamo comunicare al nostro territorio e all’ippica nazionale. Questo giornale nasce da un’idea di uno di noi, che lo dirige, ma sarà il prodotto di tutta una squa-dra - quella dell’Alfea - che lavora insieme per raccon-tare i cavalli di San Rosso-re. ■

La nascita di un giorna-le, sia pure collocato in un ambito di “cultura ippica”, è sempre un evento e come tale va atteso con curiosità ed interesse.

Tanto più nella nostra città dove Barbaricina e San Rossore rappresentano un “mondo” ricco di sto-rie e di valori. Del resto, il rapporto fra le attività ippiche e le istituzioni cit-tadine sono antichi e con-solidati e tali sono destinati a rimanere. Nella recente esposizione su una prima ipotesi di “piano strategico di Pisa e del suo territorio” ho esplicitamente indicato il rilancio dell’ippica pisa-na in un ambito di sviluppo economico.

Il rinnovarsi delle strut-ture dell’ippodromo, da tempo programmate, e la creazione, allo studio de-gli uffici comunali, di una “zona ippica” a ridosso di San Rossore, rappresenta-no le premesse per questo rilancio. ■

UN UTILE STRUMENTOdi Paolo FontanelliSindaco di Pisa

LEGITTIMEASPIRAZIONIdi Guido Melzi d’ErilCommissario UNIRE

“Tutte le iniziative che sono una testimonianza di-fensiva e una dimostrazio-ne d’amore verso l’ippica, sono da apprezzare e soste-nere.

Il nostro sport non sta vi-vendo giorni felici e se un appassionato ha la possibi-lità di leggere qualcosa di interessante che lo riguar-da, forse riesce a soffrire meno.

Sono stato chiamato a trovare delle soluzioni che non sono facili da prende-re, che sono certamente da condividere con gli interes-sati, ma che non sono più dilazionabili. In merito alle legittime aspirazioni di Pisa e San Rossore, ho poco da aggiungere: quando si ha un fiore all’occhiello come questo, si deve fare il pos-sibile per evidenziarne le peculiarità. È in posti come questi che l’amore per il cavallo trova le sue massi-me espressioni, è qui che dobbiamo seminare per veder germinare un’ippica nuova”. ■

ANNO 1 - NUMERO 1 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO 2007

Lo studio delle cellule staminali e le sue moltepli-ci applicazioni, sale spesso alla ribalta della cronaca, opponendo i pareri progres-sisti a quelli più conserva-tori. La realtà dei fatti, ci dice che la ricerca è ad un punto molto avanzato, ma la sperimentazione trova molti vincoli, in modo par-ticolare quando deve essere applicata al genere umano. Gli scienziati vedono i loro studi progredire, fare passi da gigante ma, giunti ad un certo punto, le leggi, le norme, i vincoli, sono tali da impedire loro qual-siasi applicazione pratica. Anche all’Ospedale Santa Chiara di Pisa sui studia-no le cellule staminali, e il professor Mario Petrini, primario dell’Unità Ospe-daliera di Ematologia, as-sieme al suo staff di ricer-catori è in prima linea da diversi anni. L’impossibili-tà di sperimentare sull’uo-mo lil trapianto delle cel-lule staminali, ha spinto il professor Petrini a cercare altrove una collaborazione in altri settori e che è giunta dal Dipartimento di Clinica Veterinaria dell’ateneo pi-sano, nella persona del pro-fessor Fabio Carlucci. Vi-sto il punto avanzato a cui sono giunte le ricerche, si è deciso di applicare questa tecnologia in campo ani-male, dove i protocolli da rispettare sono meno impe-gnativi e restrittivi. I piccoli animali non sono stati presi in considerazione perché la ricerca è ad un livello molto, molto, avanzato e scegliendo un animale di grande taglia. Tra questi, il cavallo è stato preferito per una serie di semplici motivi: è un atleta, è molto

presente nell’area pisana, e può subire lesioni tendinee, che sono ottimali per questa sperimentazione. Infatti, la lesione al tendine è delimi-tata e circoscritta, e offre un alloggiamento ideale per il trapianto delle stamina-li. Queste cellule vengono prelevate dal midollo ster-nale del cavallo, coltivate e riprodotte in laboratorio, e reimpiantate del soggetto da curare. Si tratta di un au-totrapianto che non genera alcun problema di rigetto, e l’area della lesione è netta, tanto da impedire che le sta-minali si spostino dal sito e sviluppino tessuti diversi da

quelli che devono riparare. I primi risultati sono stati esaltanti per tutti coloro che sono stati coinvolti, in par-ticolare, oltre ai professori Petrini e Carlucci, Simone Pacini, il radiologo che ha estratto e coltivato le stami-nali, e Silvia Spinabella, la

veterinaria che ha impianta-to le staminali e seguito sul campo la sperimentazione che si è articolata su più fasi. Il primo è quello del prelievo di staminali dal mi-dollo sternale e la loro colti-vazione. Dopo quattro anni di lavoro, i risultati sono ot-timi, anche se non sempre le cellule si riproducono.

Il trapianto avviene se-guendo un protocollo ri-gorosamente scientifico, iniettando le cellule in loco, fasciando, e mettendo il ca-vallo a riposo assoluto per due settimane. La riabilita-zione deve essere lentamen-te progressiva, per un perio-do che va dai 4 ai 6 mesi: seguendo le indicazioni alla lettera, il recupero agoni-stico consente al cavallo di tornare a competere allo stesso livello precedente al-l’infortunio. ■ EQ

MarioPetriniPrimario Ematologo

“Le leggi e i regolamenti rendono di fatto impossi-bile la riproduzione delle cellule staminali e la spe-rimentazione sull’uomo. Abbiamo deciso di appli-care, a titolo sperimentale, le nostre ricerche per la cura dei cavalli, ma que-sto è stato solo un episo-dio, perché noi dobbiamo lavorare in ambito umano. Siamo disposti, comunque, a mettere a disposizione la nostra consulenza qualora altre strutture, pubbliche o private, decidessero di pro-seguire su questa strada. Il costo per le apparecchia-ture necessarie è di circa 15.000 Euro e non si tratta di oggetti molto ingom-branti. A seguito di questi primi esperimenti, mi è sta-to chiesto di aumentare la casistica, ma non è il nostro settore e, quindi, lancio la palla ad altri pronto, con il mio staff, a fornire la nostra conoscenza”. ■

SimonePaciniRadiologo

“Non è semplice prele-vare le cellule staminali, perché non sono presenti in tutte le parti del corpo. In questo caso le abbiamo prelevate dallo sterno dei cavalli e le abbiamo poi messe in coltura.

Il periodo necessario affinché il loro numero giunga ad un milione, che è quello minimo necessa-rio per il reimpianto, è di circa 20 giorni. Purtroppo non sempre le cellule si ri-producono ed è quindi ne-cessario un altro prelievo.La percentuale di riuscita è stata comunque ottima. Un cappa sterile, un incubatore ad anidride carbonica, una centrifuga e due microsco-pi, oltre ad un computer, è quanto serve a creare un laboratorio atto al prelievo e alla coltivazione delle staminali. Il tutto può stare in una stanza di piccole di-mensioni”. ■

FabioCarlucciDocente Clininca Veterinaria

“Abbiamo accettato con entusiasmo la proposta del professor Petrini, metten-do a disposizione le nostre strutture e i nostri veterina-ri. Questo ci fa capire come l’università sia all’avan-guardia in campo naziona-le per quanto riguarda la ricerca e ci insegna come l’ateneo non possa più so-pravvivere solo con le tasse degli studenti e come pro-rettore al territorio, sono convinto che l’università si debba presentare sul mer-cato. La ricerca e la scienza devono aiutare a finanziare l’università, e il caso delle staminali può essere una prima applicazione pratica. Entrando nel merito della nostra sperimentazione, ci tengo a sottolineare che non abbiamo realizzato al-cun miracolo, ma ci siamo limitati a curare i cavalli seppur con un metodo in-novativo”. ■

SilviaSpinabellaVeterinario

“Grazie alla collabora-zione con i miei colleghi veterinari che operano nel settore ippico ed equestre, abbiamo individuato i sog-getti da curare. Abbaimo curato 13 cavalli prove-nienti da varie discipline agonistiche: galoppo trotto, equitazione ed enduran-ce. Il protocollo applica-to è stato rigorosamente scientifico, e i progressi sono stati monitorati eco-graficamente con cadenza regolare. Le staminali ri-parano le elsioni tendinee e ricostituiscono le fibre, tanto che il tessuto torna ad essere integr. Certo, i tempi di recupero devono essere rigorosamente rispettati e, infatti, l’unico fallimento, è relativo ad un cavallo che ha preso la mano al suo lad, ha galoppato pochi giorni dopo il reimpianto, e ha va-nificato i nostri sforzi. Gli altri hanno già recuperato le capacità agonistiche, gli altri lo stanno facendo, perché gli ultimi reimpianti sono avvenuti nel marzo di quest’anno. I nomi? Non posso farli per rispetto della privacy, ma posso di reche un trottatore toscano ha gu-stato nuovamente il piacere del successo”. ■

PISA-OCALA:UN GEMELLAGGIO CHE CRESCELa dottoressa Silvia Spinabella è colei che ha uti-lizzato al meglio il gemellaggio tra Pisa e Ocala.

Infatti, grazie hai rapporti di collabo-razione tra le due città che hanno

stretti legami grazie e soprattutto per la vocazione ippica, ha tra-

scorso un periodo di sei mesi a Gainesville, svolgendo un

dottorato di ricerca pres-so la prestigiosa “Large

Animal University of Florida” diretta dal-la dottoressa Eleanor

Green.

CELLULE STAMINALI, UNA NUOVA FRONTIERA

La notizia deL mese

Mario Petrini e Simone Pacini

Simone Pacini in laboratorio

Clinica Veterinaria dell’Università di Pisa

ANNO 1 - NUMERO 1 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO 2007

Renzo Castelli ha scritto “Racconti per un anno – 12 storie di uomini e cavalli”, che raccoglie storie note e meno note dove sono protagonisti i cavalli e gli uomini che hanno vissuto loro a fianco.

Un racconto al mese, dove i cavalli sono attori principali di storie belle, divertenti, commoventi, drammatiche. Le illustra-zioni sono state realizzate da un giovane architetto, Manuel Codiglione, che

grazie alla computer gra-fica ha costruito immagini che sembrano uscite da un videogioco. Un libro diver-tente, comunque istruttivo per quanti amano i cavalli in ogni loro espressione.

Il libro “Racconti per un anno” è in vendita on-line su www.hippoeshop.it, o presso l’edicola dell’ippo-dromo. Parte del ricavato sarà devoluto alla scuola materna “San Giuseppe” di Barbaricina, meglio co-nosciuta come “L’asilo dei fantini”. ■

Nella storia dell’Alfea c’è traccia di pubblicazio-ni periodiche alle quali la società si affidava per farsi conoscere all’esterno. Del-le tre, di gran lunga la più importante fu “Il Giornale d’Ippologia”, foglio com-battivo ed informato che dal 1888 al 1914 disegnò in larga parte la politica ip-pica in Italia, proponendo e polemizzando, quando era il caso di farlo. Del resto, il fondatore e direttore si chiamava Giacinto Foglia-ta ed era il veterinario della Real Casa.

Questa sua condizione lo collocava obiettivamen-te in una posizione di forza. Sembrava quasi, cioè, che la sua voce fosse la voce della Corte e le alte sfere dell’ip-pica nazionale ne restavano

intimidite. Una polemica condotta da Fogliata face-va male a molti. Fogliata, oltre ad avere spalle forti, era anche un uomo molto intelligente e un’autentica autorità in materia di corse nazionali ed internazionali, Basti sfogliare le collezio-ne de “Il Giornale d’Ippo-logia”, per comprendere la vastità e la competenza dei temi trattati.

Naturalmente, oltre a svolgere un indirizzo na-zionale, “Il Giornale d’Ip-pologia” puntava anche a volorizzare il galoppo pisano dando notizia det-tagliate di quanto stesse accadendo in quegli anni in Barbaricina, con l’indica-zione puntuale dei cavalli presenti, delle scuderie, degli allenatori, dei fanti-ni. Una grandissima cassa di risonanza che fece di Barbaricina, a cavallo fra ‘800 e ‘900, il vero centro nazionale del galoppo.Fu Fogliata che promosse le corse autunnali al galoppo a San Rossore, che lanciò le prime aste degli yearling a ottobre, che infine fece tale pressione sulla “Socie-tà delle corse primaverili” (che gestiva l’ippodromo di San Rossore) a indurla

a fondersi con una nuova Società (quella “delle cor-se autunnali”) della quale lo stesso Fogliata divenne presidente. Era nata l’Alfea (1891).

Dopo la grande lezione che venne all’ippica nazio-nale da “Il Giornale d’Ippo-logia” passarono una ses-santina d’anni, passarono le due guerre mondiali, e soltanto nel 1975, sotto, la spinta del presidente Harry Bracci Torsi, che aveva vo-luto fondare l’Associazione Pisana Amici dell’Ippica, vide la luce un periodico ippico - “Anteprima - Rivi-sta ippica” - che fu diretto da Egidio Lossi. Ormai da tempo uscito dall’ambien-te, dal 1979 al 1983 Lossi fu anche un apprezzato speaker dell’ippodromo di San Rossore.

L’esperienza del gior-nale continuò anche dopo la scomparsa del dottor Bracci Torsi avvenuta il 16 ottobre del 1979. Nel 1982, uscito Lossi di scena, con la presidenza di Angiolo Adorni Braccesi e, subito dopo, di Piero Studiati Ber-ni ecco un nuovo periodi-co: “Turflash”

Il nome della testata era lo stesso che da allora in-

dividua la trasmissione te-levisiva dall’ippodromo. Il nuovo giornale nacque nel 1983 per iniziativa di Carlo Biffi e Renzo Castelli.

Era un periodico di otto pagine, molto battagliero e polemico (già allora!) con l’Unire che distribuiva il montepremi tradendo lo statuto dell’Ente che pre-vede un riconoscimento di tipo meritocratico. Dopo che Biffi aveva lasciato nel 1984, il giornale concluse le sue pubblicazioni nel 1987.

Vent’anni dopo – oggi - viene alla luce “Il Paese di Cavalli”. È il giornale che state leggendo. Senza pre-tese di essere una Bibbia come lo fu, oltre un secolo fa, il “Giornale d’Ippolo-gia”. ■ RC

RACCONTIPER UN ANNOStorie vere di uomini e cavalli

Non sopporto più l’asfissiante assedio che pubbli-cizza in tv a ogni ora del giorno e della notte le varie marche di telefonini e i vari gestori. Hanno can-cellato ormai ogni altro tipo di pubblicità, hanno ucciso la fantasia dei vecchi “Caroselli”. Quando vedo Amendola in Tv, dimentico che forse era un passabile attore e avverto subito un urto allo stoma-co. Saturazione, questa è la parola. Ho tifato ‘Ita-lia’ ai campionati del mondo: non so lo rifarei oggi, dopo che da mesi Totti e Gattuso irrompono mentre sono a tavola con il loro messaggio senza senso. E De Sica? Ho molto amato il padre, ho sopportato il figlio nelle sue mediocri esibizioni cinematogra-fiche. Ora non lo sopporto più. E Sophia? Vogliono proprio distruggere tutti i miti! L’avevano appena messa in copertina del calendario ‘Pirelli’ come ‘la donna più bella del mondo’, ma che brutto servi-zio le sta facendo il regista di questi spot telefonici quando le sbatte in faccia, in ogni primo piano, tutti gli anni che ha! ■

Anaconda

FUORI TEMA :::::::::::::::::::::::::::::::

Il Paese dei CavalliPeriodico di informazione e cultura ippicaiscrizione al registro della stampa del tribunale di Pisa nr. 28/2006direttore enrico Querci

editore società alfea s.p.a. Viale delle Cascine 153 - 56122 Pisa - Tel. 050 [email protected] | www.sanrossore.it

iPPiCa e CULtURa

Un monumento per ricordare i grandi Come ogni giornale che si rispetti, anche “Il pae-se dei Cavalli” ha il suo angolo riservato alla posta dei lettori.Se avete critiche, pro-poste o volete inter-venire in un dibattito aperto da uno dei nostri articoli, scriveteci in-viando le vostre lettere per fax (050 526139) o per e-mail (redazio-ne@sanrossore. i t ) .

ANGOLO DELLA POSTA

L’universo dell’ippica è disseminato di monumenti equestri, dedicati cioè a grandi campioni del passato. Da Man O’ War (nella foto) e Kincsem, molti paesi, in certi casi molte comunità, hanno voluto ricordare con una statua cavalli che hanno dato a tutti grandissime emozioni. Per non parlare dei singoli allevamenti, i più importanti ovviamente, che non hanno lesinato monu-menti ai loro portacolori più significativi (gli esempi sono decine ed è perfino superfluo indicarne qualcuno). È emozionante visitare grandi allevamenti in Irlanda o negli Stati Uniti e constatare il rapporto di riconoscen-za, quasi di amore, che lega un proprietario di cavalli da corsa ai suoi grandi campioni. L’Italia è rimasta un passo indietro poichè di altro significato sono i grandi monumenti equestri, pur certamente bellissimi, presen-ti a San Siro e alle Capannelle. Neppure San Rossore, che è stato la culla del purosangue in Italia, e che ha contribuito a formare campioni del calibro di Nearco e di Ribot, non ha un monumento equestre (nella sala del peso fu inaugurato nel 2005 un busto al grande Federico Regoli). Di ribot, come sappiamo, ne esiste uno negli Stati Uniti, alla darby dan farmy, voluto dall’allevatore

John Galbraith che aveva affittato il grande campione di Dormello come stallone: Ma il Kentucky è molto lontano… Ora qualcosa sembra si stia muovendo. È in-fatti allo studio del comune di Pisa la creazione di una rotonda all’incrocio fra Aurelia e viale delle Cascine. Quale migliore occasione per collocarvi al centro una bella statua di Ribot? ■ RC

Gicacinto Fogliata Thomas Rook

ANNO 1 - NUMERO 1 - PAG.� - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO 2007